LA CRISI ECONOMICA E FINANZIARIA DEI PAESI DELL’EUROPA ORIENTALE: le ricadute sul sistema economico italiano Udine, giovedì 23 aprile 2009 Intervento del Presidente della Camera di Commercio di Udine dottor Giovanni Da Pozzo L’economia dell’Est-Europeo costituisce un partner molto importante per il Friuli Venezia Giulia e più in generale per il Nord-Est. Se guardiamo infatti all’interscambio commerciale tra la nostra regione e alcuni Paesi dell’ Europa Centro Orientale, possiamo notare che sono cresciute sia le importazioni che le esportazioni tanto che, le quote di mercato con la Repubblica Ceca, con la Croazia, con la Polonia, con la Slovacchia, con la Slovenia e con l’Ungheria sono diventate assai significative in termini di peso percentuale. Nel corso del 2008 verso questi sei Paesi abbiamo esportato prodotti per 1,8 miliardi di euro, un volume di export che costituisce il 15% del totale esportato dell’economia regionale. Sempre nel 2008 abbiamo importato da questi sei Paesi prodotti per 1,2 miliardi di euro pari al 18% del totale dell’import regionale. Un certo numero di questi Paesi sono diventati partner importanti per l’economia regionale: per esempio Slovenia e Croazia rappresentano rispettivamente il settimo e il nono destinatario commerciale per quanto riguarda le esportazioni; mentre, per quanto riguarda le importazioni, la Slovenia è il nostro quinto partner commerciale più importante. Con questa parte dell’Europa i rapporti economici non si limitano solo a un intenso scambio commerciale tra imprese, ma si estendono alle collaborazioni economiche realizzate anche attraverso processi di delocalizzazione e di joint-venture. È ragionevole, quindi, riflettere come questa fase di congiuntura economica internazionale abbia ricadute sull’economia di tali Paesi perché, in qualche modo, il loro stato di salute si ripercuote sulla nostra economia. Alcuni di questi Paesi sono entrati in una fase di crisi economica profonda con conseguenze significative sugli interessi e i rating degli istituti bancari occidentali, italiani compresi. In particolare, la svalutazione rispetto all’euro di diverse divise nazionali, sta provocando preoccupazioni anche nel sistema economico del Nord Est, in particolare tra le imprese che hanno una intensa attività commerciale in quell’area. I ritardi nei pagamenti, le insolvenze, la crescita del costo del lavoro e le commesse annullate, sono gli effetti reali che si ripercuotono sulle nostre aziende. Per quanto riguarda la svalutazione, basta pensare che da novembre il rublo russo si è deprezzato di oltre il 35% nei confronti del dollaro; lo zloty polacco di oltre il 30% e il leu romeno di un quarto. Gli ultimi mesi del 2008, infatti, hanno segnato in modo profondo i sistemi economici dei Paesi dell’Europa Centro-Orientale, alcuni già parte dell’Unione Europea dal 2004, altri entrati solo nel 2007, altri ancora esterni a essa ma fortemente legati all’Unione Europea sia in senso commerciale, che produttivo e finanziario. Il più recente rapporto della Banca Centrale Europea, quello di aprile, dice che: “Nei principali paesi dell’Europa centrale e orientale appartenenti all’Unione, si è registrato un indebolimento sensibile durante gli ultimi mesi”. In particolare: “Nel quarto trimestre, in termini reali, il PIL si è attestato in Ungheria e nella Repubblica Ceca rispettivamente su un valore del -1,2 e -0,9% sul periodo precedente. In Romania, l’attività economica ha subito una brusca contrazione (2,9% sul periodo corrispondente), di riflesso al netto calo sul trimestre precedente. In Polonia, invece, la crescita ha mostrato una tenuta migliore e nel quarto trimestre era ancora positiva (0,3% sul periodo precedente), poiché la domanda interna ha continuato a espandersi vigorosamente rispetto agli altri Paesi della regione. Gli indicatori congiunturali segnalano tuttavia una perdurante debolezza in tutti i Paesi nel periodo a venire. In febbraio l’inflazione sui dodici mesi è aumentata lievemente in Ungheria, Polonia e Romania (portandosi rispettivamente al 2,9, 3,6 e 6,9%), mentre ha continuato a calare nella Repubblica Ceca (dove è risultata pari all’1,3%). Il 12 marzo, la Latvijas Banka ha deciso di abbassare il tasso di riferimento principale di 100 punti base (al 5%) e il 25 marzo la Narodowy Bank Polski ha ridotto il proprio di 25 punti base (al 3,75%)”. Per guardare con completezza e coerenza alla crisi che ha investito l’Europa dell’Est è necessario tenere in piena considerazione l’eterogeneità macroeconomica che caratterizza ogni singolo Paese, dimensione che in parte è influenzata dal tipo di legame esistente con l’Unione Europea. Per alcuni Paesi parte dell’Unione, ciò si è tradotto in una serie di benefici, come misure di sostegno alla bilancia dei pagamenti, nel caso di Ungheria e Lettonia, a esempio; oppure intervento diretto della BCE. Se ciò è servito ad attutire alcuni effetti della turbolenza finanziaria, la presenza di un legame consolidato con l’Europa Occidentale ha anche favorito una forte trasmissione degli shock, attraverso una certa sincronizzazione dei cicli economici Ci aiuteranno a riflettere su queste importanti questioni, quattro interventi: - innanzitutto, il riassunto sul quadro macroeconomico internazionale di Patrizia Tiberi, professore straordinario di Politica economica presso l’Università di Udine dove insegna, tra l’altro, Economia Internazionale. Una relazione che ci consente di fare il punto della situazione economica in atto; sulle sue origini sul mercato; sulle previsioni di breve e medio periodo sui mercati finanziari e il “rischio Paese”; - la seconda relazione sarà presentata dal dottor Marco Giansoldati, docente a contratto di Economia Internazionale e assegnista di ricerca presso il Dipartimento di scienze economiche dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e verterà sulla situazione economica dei Paesi dell’Est Europa; - il terzo contributo riguardante le misure anti-crisi nell’Est Europa ed alcune proiezioni future è opera dell’”Area studi e ricerche ISDEE”: il relatore è il dott. Corrado Campobasso, ricercatore dell’INFORMEST di Trieste; - l’intervento successivo, curato da Stefano Miani professore straordinario presso l’Università degli Studi di Udine e segretario dell’Osservatorio sui sistemi finanziari delle imprese dell’Europa Centro Orientale, svilupperà il tema della crisi finanziaria; - infine, l’ultima relazione ha come tema il sistema creditizio del Nord Est. Il relatore è il dottor Daniele Bordina della direzione all’Internazionalizzazione del Gruppo Intesa San Paolo SpA. Auguro a tutti un proficuo lavoro. Rete Estera-Sviluppo