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OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
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BOLLETTINO N. 321
Mercoledì 21 agosto 2013, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo
mercoledì di ogni mese si proietterà in filmato di astronomia.
La Luna sarà piena, pertanto nel momento meno interessante per osservarla. Sarà eccessivamente
luminosa e la sua faccia, illuminata uniformemente, non mostrerà molti particolari interessanti. Data la
sua forte luminosità sarà difficoltoso osservare le costellazioni e gli oggetti del cielo profondo.
Saturno sarà visibile al tramonto nella costellazione ella Vergine poco sopra l’orizzonte
Venere sarà bassa all’orizzonte ovest nel Leone e tramonterà poco dopo il Sole.
Marte e Giove sorgeranno a tardissima notte nella costellazione dei Gemelli.. Mercurio non sarà
visibile in quanto in congiunzione con il Sole.
RECENSIONI
UMBERTO GUIDONI
Dalla Terra alla Luna
Il progetto Apollo 40 anni dopo
Editore Di Reno – 2011
Pagine 160, illustrato, brossura - € 16.00
"Sugli schermi delle televisioni di tutto il mondo, due
uomini saltellano goffamente come in una strana
danza. L'intero pianeta sembra quasi trattenere il
respiro mentre milioni di uomini e donne guardano
quelle immagini in bianco nero che arrivano dalle
profondità dello spazio." È il 20 luglio del 1969: alle
15:17 ora di Houston, due astronauti americani, Neil
Armstrong e Buzz Aldrin sono appena allunati. Sono
passati oltre 40 anni dal primo sbarco sulla Luna, un
evento ormai entrato nei libri di storia. Umberto
Guidoni, il primo europeo a mettere piede sulla
stazione spaziale internazionale, racconta alle nuove
generazioni - che hanno solo sentito parlare di
quell'impresa e l'hanno vista solo in immagini di
repertorio - il ricordo indelebile della "notte della Luna",
che ha segnato la storia della conquista della spazio. Avventurarsi oltre la Terra, ci dice Guidoni, ci
aiuta a conoscere meglio noi stessi e ad amare e rispettare il nostro pianeta, per il momento unica
“oasi abitabile” nell’Universo.
(a cura di Silvano Minuto)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
VENEZIA – Orologio astronomico
Concludiamo la descrizione dell’orologio astronomico di Venezia iniziata nel bollettino n. 317..
Sull’ultima colonna di sinistra della Basilica di San Marco vi è una linea meridiana con ri-spettivo
gnomone (figura n. 7).
Figura n. 7: Venezia, Basilica di San Marco –
colonna con meridiana.
Bibliografia:
Alfred Ungerer: “Les Horloges astrono-miques et
monumentales les plus remarqua-bles de
l’Antiquité jusqu’à nos jours” (Stra-sburgo, 1931).
(a cura di Salvatore Trani)
CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE
Costellazione del Sagittario
Alfa – Al Rami o Rukbat
AR 19h 24m – D - 40° 37’ – Mag. 4.1 – sp. B8
Il nome in arabo significa “ginocchio dell’arciere”. Non è la stella più luminosa della costellazione; si
trova a 170 anni luce di distanza. Non può essere vista se ci si trova a latitudini di oltre 50°.
Beta
AR 19h 22m – D - 44° 28’
Separazione 28.3” – magnitudine 4.0-4.5 – AP° 77
Ampia doppia visuale. Tipo spettrale B8 e F0. Le due stelle non sono legate fisicamente, Beta 1 è
però a sua volta una doppia con compagna di mag. 7.1 e classe spettrale A3. I due astri sono quindi
uno bianco e l’altro tendente al giallo, si trovano ad una declinazione troppo bassa per essere visti
anche da località dell’Italia Meridionale.
Gamma – Al Nash
AR 18h 06m – D - 30° 25’ – Mag. 3.1 – sp. K0
Il nome significa “punta della freccia”. E’ una stella gigante di classe K0 e quindi di colore arancione,
mag. 3.1, distante 100 anni luce. Al Nash è anche conosciuta γ2, per distinguerla da γ1 identificata con
la variabile W Sgr.
Delta
AR 18h 21m – D - 29° 50’
Sep. 26” – m. 2.8 – 14.6
E’ la seconda stella per luminosità del Sagittario. Si posiziona al centro dell’arco ed è di colore giallo
arancio. E’ una stella doppia con una debole compagna di mag. 14.6, distante 26”. Per individuarla
occorre utilizzare grossi strumenti. Dista 306 anni luce ed è luminosa come 600 s
Chi Sagittari
AR 17h 48m – D - 27° 50’
Mag. 4.2 – 4.8 – periodo 7,01 gg
Stella variabile cefeide. Classe spettrale F7, si trova a circa 1 gardo a nord del centro galattico.
U Sagittarii
AR 18h 32m – D - 19° 07’
Magnitudine 6.3 – 7.0 – periodo 6.75 gg
Variabile di tipo Cefeide, si trova all’interno di IC 4725 – M 25.
W Sagittarii o Gamma 1 (γ1)
AR 18h 05m – D - 29° 35’
Magnitudine 4.3 – 5.0 – periodo 7.59 gg
E’ una stella variabile cefeide. Lo spettro varia da F4 a G1, può essere seguita teoricamente ad occhio
nudo.
NH 40 – AR 18h 02m – D - 23° 02’
Sep 5.4” – mag. 6.9 – 10.6.
Si tratta di un sistema doppio collocato al centro della nebulosa NGC 6514 – M 20
NGC 6514 – M 20
AR 18h 02m – D - 23° 02’
Dimensioni 20’ – mag. 7.5 – Tipo Nebulosa
La famosa nebulosa “Trifida”. Il nome deriva dalla forma di questo oggetto che pare proprio diviso in
tre parti. E’ osservabile con un buon binocolo; i dettagli sono visibili con un telescopio di media
potenza. Nelle fotografie a lunga posa si vedono due distinte strutture, una azzurra e l’altra rossa. La
parte azzurra è dovuta al riflesso della stella eccitatrice. Il meccanismo è paragonabile a quello che
rende azzurro il nostro cielo. La parte rossa è causata dalla stessa stella eccitatrice che si trova
all’interno. La magnitudine di M 20 è stimata intorno a 7.5 e la distanza, abbastanza controversa,
potrebbe essere di 5000 anni luce. La stella eccitatrice si trova proprio al centro di M 20, sistema
doppio con componenti di 7 e 11 magnitudine; la primaria di tipo spettrale O irradia centomila volte più
del Sole (NH 40).
Nebulosa M 20
Ngc 6523 – M 8
AR 18h 04m – D – 24° 23’
Dimensioni 45x30’ – mag.
Nebulosa
5 –
Si tratta della celebre “Nebulosa
Laguna” oggetto tra i più noti ed
ammirati di tutto il cielo. Il nome
deriva dal fatto che, osservata al
telescopio, appare come solcata da
un
canale
oscuro.
Questa
caratteristica tende ad affievolirsi
nelle migliori immagini fotografiche
nelle quali si rilevano numerosissime
e dettagliate strutture. Le dimensioni
sono simili a quelle della Nebulosa
di Orione, non però la sua visione e
questo a causa della sua bassa
latitudine.
NGC 6528
AR 18h 05m – D - 30° 03’
Dimensioni 3.7’ – Mag. 9.5 – tipo Globulare
Partendo dalla stella Gamma Sgr – Nash, e
posizionandola sul bordo SE, nel campo (di almeno
30’) si può osservare l’ammasso globulare NGC
6528. Portandolo al centro del campo si vede, 16’ a
ovest, un altro ammasso globulare: NGC 6522, che
ha un diametro di 5.6’ e una magnitudine di 8.6,
mentre NGC 6528 appare leggermente più piccolo:
diametro 3.7’ e mag. 9.5
NGC 6531 – M 21
AR 18h 05m – D. -22° 30
Dimensioni 13’ mag. 5.9 – Ammasso aperto
Ammasso aperto di circa 13’ di diametro, contenente
oltre 50 stelle. Le più luminose sono di 7^ magnitudine e
la classe spettrale B0; si tratta quindi di stelle giganti
con luminosità pari a 20.000 Soli. La distanza è di circa
5000 anni luce, pari a quella della Nebulosa Laguna
(NGC 6523 – M 8).
IC 4725 – M 25
AR 18h 32m – D - 19° 15’
Dimensioni 32’ – Mag. 4.6 – tipo
Ammasso
E’ l’unico oggetto Messier incluso
nel catalogo IC (Index Catalog). Si
tratta di un ammasso aperto
composto da circa 50 stelle. E’
visibile già ad occhio nudo sotto
cieli bui. Al suo interno si trova la
variabile U Sgr. I membri più
luminosi dell’ammasso sono stelle
blu molto giovani. Si trova a 1800
anni luce di distanza e la sua età è
stimata in 90 milioni di anni.
SUPERNOVA
PSN J20580373+1103108, CBAT TOCP scoperta l’11 agosto 2013 da F. Ciabattari, E. Mazzoni and
M. Rossi (Italian Supernovae Search Project ISSP), con il telescopio Newton da 50cm
dell'Osservatorio di Monte Agliale (Lucca).
Trovata nella galassia CGCG 425-26 A.R.R. = 20h58m03s.73, Decl. = +11°03'10".8 (= PGC 65806 Cavallino). Posizionata 2" ovest e 3"a sud del centro.
Mag 16.3:8/11, Type unknown
PERSEIDI
Astronomy Picture of The Day (APOD) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e
Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di
esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in
internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice
Immagine pubblicata il 13 agosto 2013
Le meteore si irradiano dalla costellazione del Perseo. Ecco perché la pioggia di meteoriti che ha
raggiunto il picco negli ultimi giorni è conosciuta come le Perseidi. L’immagine è una composizione di
13 singole pose e mostra molte meteore luminose che solcano il cielo nella notte dell’ 11 agosto nei
pressi di Oakland, Ontario, Canada.
LE COSTELLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ
Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche
medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi.
Emisfero boreale
UCCELLI
Antica denominazione di una vasta zona di cielo
raggruppante
grosso
modo
le
moderne
costellazioni del Cigno della Lira e dell'Aquila.
Anche la Lira infatti era disegnata come un uccello,
un rapace dalle ali aperte all'interno del quale c'era
lo strumento musicale; quindi queste costellazioni
erano indicate come gli Uccelli boreali, in
contrapposizione a quelli (numerosi ma poco
appariscenti per splendore di stelle) dell'emisfero
australe (Pavone, Gru, Tucano, Fenice, ecc.)
Fonte UAI
IL FARO D’AGOSTO CHE SPAZZA LA VIA LATTEA
Nei cieli d'Agosto, nella nostra galassia, la maestosa
Via Lattea, si annida il più alto campo magnetico, mai
misurato fin'ora nell'universo, non lo sapevamo; forse
per questo la Via Lattea appare meno luminosa. Il
campo magnetico in questione appartiene ad una
stella di neutroni, ossia uno degli oggetti densi più
visibili del cielo, del tipo chiamato magnetar
(Sgr0418+5729) per gli amici semplicemente Sgr. Si
tratta di una stella collassata, che racchiude la massa
del sole in un raggio simile a quello di Torino. Come
tutte le stelle collassate possiede un elevatissimo
campo magnetico, qualche migliaio di miliardi di volte
quello della Terra. Fu notata per la prima volta e posta
sotto osservazione nel 2009, quando improvvisamente
incominciò ad emettere anche raggi X, dal grande
telescopio( missione Esa Newton) per raggi x spaziali. Lo studioso Andrea Tiengo (Iuss di Pavia) si
accorse che l'emissione di raggi x variava rapidamente in sincronia con la rotazione della stella, ossia
quando il suo raggio luminoso, rotante come un faro, passava davanti alla Terra. Questa variazione si
spiega soltanto con una forte variazione del campo magnetico, superiore ancora a quello delle normali
stelle a neutroni, concentrato in un solo punto della superfice stellare. Misurandolo hanno scoperto
questo straordinario valore, mai incontrato in alcuna precedente misurazione in tutto l'Universo
conosciuto. E pensate, se potessero posizionare questa porzione di stella, occuperebbe una superfice
come Piazza S. Pietro. Non si sa a cosa serva ,al momento serve alla Scienza, la quale è fatta per
scoprire e capire cose che prima non sapevamo e per ritrovarci, anche inconsciamente , meno
ignoranti del cielo e della natura. Per fare questo si continua sempre ad inventare nuove tecnologie,
che poi passeranno alla vita comune come molte che stiamo già utilizzando, come parlare col telefonino, o
scattare una fotografia digitale, quest'ultima figlia diretta dell'astronomia.
Sito: La Stampa.it 15.08.2013
MICHELE RAJNA
Michele Rajna (Sondrio, 28 ottobre 1854 – Teglio, 29 settembre 1920), matematico e astronomo.
Fu allievo di Giovanni Schiaparelli presso l'osservatorio di Brera dove entrò subito dopo la laurea
conseguita a Pavia nel 1878. Nel 1903 vinse il concorso per la cattedra di astronomia dell'Università di
Bologna dopo aver rifiutato nel 1897 quella presso l'Università di Palermo per non lasciare Milano. Gli
venne affidata la direzione dell'osservatorio astronomico di Bologna e cercò subito di far trasferire in
una posizione più idonea su una collina nei pressi ma invano; si dovette attendere fino al 1933 per
vedere la costruzione della succursale di Loiano.I principali campi di studio di Rajna furono nel campo
dell'astronomia geodetica e della correlazione fra magnetismo terrestre ed attività solare. Fu socio
dell'Accademia nazionale dei Lincei e di quella di Bologna.È noto anche per aver pubblicato un
volume di tavole logaritmiche con Otto Müller. Questo ebbe numerose edizioni nei "Manuali Hoepli"
diventando la più diffusa opera di questo tipo in Itala.
FLY ME TO THE MOON
Lacus Excellentiae
Nella regione del cratere Schickard possiamo osservare "Lacus Excellentiae", una regione alluvionale
di 155Km relativamente piatta e poco marcata contenente alcuni crateri fantasma. Si pensa che la sua
formazione risalga al periodo Imbriano (da -3.85 miliardi di anni a -3.2 miliardi di anni). Il periodo
migliore per l'osservazione è 4 giorni dopo il primo quarto oppure 3 giorni dopo l'ultimo quarto.
Alcuni dati:
Longitudine: 43.0° Ovest
Latitudine: 36.0° Sud
Quadrante: Sud-Ovest
Area: Regione del cratere Schickard
Origine del nome:
Dettagli: Lago dell'Eccellenza
Autore del nome: sconosciuto
Nome dato da Langrenus: Lacus Masii
Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato
Nome dato da Riccioli: Kristmannus
Nella foto una ripresa professionale della zona del "Lacus Excellentiae". Lo strumento minimo per
poter osservare questa formazione è un binocolo 10x
.Davide Crespi
SULLA LUNA C’È UN PONTE? È STATA UN’ILLUSIONE
John J. O'Neill, già redattore scientifico della New York Herald Tribune, mentre osserva la Luna il 29
luglio 1953 con un rifrattore di 10 centimetri di apertura con 200 ingrandimenti, nota con sorpresa che
due promontori erano collegati con un grande arco di roccia.
Stava osservando la parte orientale del Mare Crisium ed i due promontori erano Olivium e Lavinium.
O'Neill informò H. Percy Wilkins, noto selenografo che ha realizzato una grande carta lunare di metri
7.50 di diametro che gli costò 25 anni di lavoro, il quale appena le condizioni di illuminazione della
Luna furono simili all'osservazione di O'Neill osservò la zona con un riflettore di 38 cm di apertura e
non tardò ad affermare che il "ponte" era chiaramente visibile.
Il testo cui faccio riferimento afferma che poi anche il grande Patrick Moore (1923-2012) osservò il
"ponte", quindi la sua esistenza era ormai certa. "O'Neill Bridge" così chiamato nella "The Moon" di H.
P. Wilkins e P. Moore, nella XII tavola è chiaramente indicato tra i promontori Olivium e Lavinium.
Mentre nell'"Atlas of the Moon" di A. Rukl nella sezione 26 dove indica i nomi dei due promontori, è
precisato che i due promontori sono separati da due crateri erosi e non da un "ponte" come si era
sostenuto una volta. Ora la questione è nota solamente, e non solo, agli appassionati della Luna ma
nel 1953 fece un gran scalpore. Del fatto si interessò la compianta rivista "Coelum" dell'Università di
Bologna, Sky and Telescope, The Strolling Astronomer, nonché il Journal of the British Astronomical
Association che annunciò la scoperta nel numero di febbraio del 1954.
In Italia molti si interessarono della questione, nel numero di Coelum di Luglio-Agosto 1954 Guido
Ruggieri (193-1976) con una attenta analisi conclude lasciando un grosso dubbio, segnalando che il
"ponte" si trova in una regione lunare che vediamo molto di scorcio e problematica per il progressivo
modificarsi degli aspetti delle regioni lunari in relazione alla fase della Luna ed alle relative librazioni.
Insomma, oggi, è certo il ponte O'Neill non esiste, ma chi ha osservato la Luna con assiduità sa
benissimo che le ombre e le luci cambiano gli aspetti dei particolari lunari giorno dopo giorno.
Uranio
PERSEIDI DEL 11 AGOSTO 2013 DA ALESSANDRO SEGANTIN
IMMAGINI DEL SOLE DEL 13/08/2013 DA GIUSEPPE BIANCHI
Immagini del Sole riprese oggi, nell'emisfero sud del Sole sono in rapida crescita due macchie solari
l'AR 1818 e Ar 1817, qust'ultima ha prodotto alle 10,41 UT di oggi un brillamento di classe M1,5 e
secondo le previsioni NOAA c'è la remota possibilità che possa produrre anche flare di classe X, 5% probabilità
NOVA DEL 2013
Nova Del 2013 / PNV J20233073+2046041
Visual magnitude estimates :
Aug. 15.809 UT, 5.3 (S:Baroni, Milan, Italy):
15.819 , 5.1 (S.Baroni, Milan, Italy);
15.841, 4.9 (S:Baroni, Milan, Italy);
Sandro Baroni
Osservatorio Astronomico Milano Ovest
Sandro Baroni
Via Ciconi 8
20147 Milan
Italy
OSSERVATORIO DI SUNO
Le coordinate dell’osservatorio sono:
45° 36’ 16” Nord
08° 34’ 25” Est
Hanno collaborato:
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Davide Crespi
Sandro Baroni
Alessandro Segantin
Giuseppe Bianchi
Vittorio Sacco