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Incontri educativo-informativi sul tema della fertilita’
Apparato genitale femminile e maschile
Prof. Eugenio Gaudio
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Apparato genitale femminile
Panoramica sull’apparato genitale femminile. Schema organizzativo e funzionale
L’apparato genitale femminile è formato da:
 le ovaie, ovvero le gonadi femminili, deputate alla maturazione dei follicoli oofori (già presenti alla
nascita) e alla produzione degli ormoni sessuali femminili (estrogeni e progesterone);
 le vie genitali, rappresentate da un sistema di “condotti”, strutturalmente e funzionalmente
diversi tra loro, che in linea generale stabiliscono una comunicazione tra le ovaie e l’ambiente
esterno, e provvedono all’espulsione del feto al momento del parto. Queste formazioni sono: le
tube uterine, l’utero e la vagina;
 le ghiandole annesse all’apparato genitale femminile (ghiandole del Bartolino), le quali elaborano
un secreto mucoso, in analogia con le ghiandole bulbouretrali (del Cowper) dell’apparato
genitale maschile;
 gli organi genitali esterni, il cui insieme costituisce la vulva (o pudendo).
Ovaio
L’ovaio è la gonade femminile, situata nella piccola pelvi anteriormente all’articolazione sacro-iliaca, tenuta
in posizione dal legamento sospensore. Il peritoneo del legamento largo dell’utero sottende (ma non riveste
interamente) l’ovaio, inserendosi sul margine anteriore (mesovarico), che rappresenta l’ilo dell’ovaio. Al di
sotto di uno strato epiteliale di rivestimento, nel parenchima ovarico si riconoscono una porzione corticale,
occupata dai follicoli ovarici nei diversi stadi maturativi, e una porzione midollare che riempie gli spazi tra i
follicoli, nella quale si trovano i vasi ovarici.
Ciclo maturativo
Alla nascita sono già presenti nell’ovaio tutti i follicoli che, dalla pubertà in avanti, iniziano il loro ciclo
maturativo (ciclo ovarico), della durata di circa 28 giorni suddivisi in due fasi.
La fase follicolare (dal 1° al 14° giorno circa), sotto il controllo dell’ormone adenoipofisario FSH, è definita
anche fase estrogenica poiché le cellule connettivali della teca interna del follicolo in via di maturazione
sintetizzano gli ormoni estrogeni.
La fase luteinica (dal 14° al 28° giorno, di durata fissa) inizia con l’ovulazione, promossa dall’ormone LH
adenoipofisario, il quale provvede anche alla riorganizzazione dei tessuti follicolari nel corpo luteo una volta
che la cellula uovo è stata espulsa. Questa seconda fase viene definita anche progestinica in quanto le cellule
del corpo luteo producono il progesterone.
Se non avviene la fecondazione, il corpo luteo degenera dopo 14 giorni, esitando in una formazione
cicatriziale. Il calo di estrogeni e di progesterone richiama allora la secrezione del releasing factor
ipotalamico ad azione stimolante sulle gonadotropine adenoipofisarie, e avrà così inizio un nuovo ciclo.
Tube uterine
Le tube uterine sono due condotti lunghi circa 12-15 cm che, dalla loro origine posta ai lati del fondo
Anatomia e Fisiopatologia dell'apparato riproduttivo maschile e femminile – 11 giugno 2012
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dell’utero, assumono un decorso via via più tortuoso e mostrano un progressivo aumento di diametro.
Ogni tuba può essere divisa in varie porzioni: intramurale (in continuità con la cavità uterina), istmica,
ampollare, infundibolare. Quest’ultima termina con una serie di fimbrie, ed è l’unica non rivestita dal
peritoneo del legamento largo, che negli altri tratti riveste interamente la tuba. L’epitelio di rivestimento
tubarico è cilindrico semplice, con cellule ciliate, ma si ritiene che per il trasporto dell’uovo e degli
spermatozoi nelle due opposte direzioni risulti di fondamentale importanza la contrazione della tonaca
muscolare della tuba, a contatto con la mucosa senza interposizione della tonaca sottomucosa.
La fecondazione avviene nel terzo esterno della tuba.
Utero
L’utero si trova nella piccola pelvi, posteriormente alla vescica e anteriormente al retto.
Ha la forma di una pera nella quale si individuano diverse porzioni: fondo, corpo, istmo, collo, orifizio
uterino esterno (muso di tinca). Quest’ultimo stabilisce la continuità tra la cavità uterina e la cavità vaginale.
In condizioni normali l’utero è antiflesso (piegato in avanti sulla vescica) e antiverso (l’asse del collo forma
con l’asse della vagina un angolo retto aperto anteriormente). Le facce anteriore e posteriore del corpo
sono rivestite dal peritoneo parietale che dalla vescica si riflette sul retto, e che sui lati forma i legamenti
larghi, ma il vero mezzo di fissità è rappresentato dal legamento cardinale (di Mackenrodt) o parametrio,
che tiene ancorato il collo dell’utero alle pareti della pelvi.
Nella parete uterina si riconoscono tre tonache: mucosa (endometrio), muscolare (miometrio) e
avventizia (perimetrio).
L’endometrio è formato da epitelio cilindrico semplice, ad eccezione del muso di tinca, dove diviene
pavimentoso composto in analogia con la mucosa vaginale. L’epitelio del corpo subisce modificazioni
cicliche dovute all’influenza degli ormoni che regolano il ciclo ovarico.
Nel ciclo mestruale si distinguono tre fasi:
la fase mestruale, della durata di circa 5 giorni (il primo coincide con il primo giorno del ciclo ovarico),
durante la quale si ha vasocostrizione delle arteriole spirali e desquamazione dell’endometrio
la fase proliferativa, che sotto il controllo degli estrogeni provvede alla rigenerazione dell’epitelio, grazie al
persistente trofismo dello strato basale assicurato dalle brevi arteriole rette
la fase secretiva, durante la quale sotto l’effetto del progesterone la mucosa uterina prolifera e aumenta
notevolmente il suo spessore, preparandosi a un eventuale impianto della blastocisti.
Nel caso non avvenga la fecondazione, con la degenerazione del corpo luteo viene meno l’effetto trofico del
progesterone, l’epitelio degenera e ha inizio un nuovo ciclo mestruale.
L’utero viene vascolarizzato dalle arterie uterine, rami dell’arteria ipogastrica, che attraverso il
parametrio raggiungono le pareti laterali dell’utero, lungo le quali assumono un decorso particolarmente
tortuoso, per distribuirsi poi alle pareti e contrarre numerose anastomosi. La vascolarizzazione meno
abbondante della parete anteriore rende ragione del perché durante il taglio cesareo l’incisione venga
praticata al centro di questa, al fine di evitare possibili emorragie.
Vagina
La vagina è un condotto muscolo-mucoso elastico, che si estende tra l’utero e i genitali esterni. La tonaca
mucosa vaginale è formata da epitelio pavimentoso composto che in stato di riposo si solleva a formare le
rughe vaginali. Il muco vaginale, la cui consistenza varia sotto l’influsso ormonale, è secreto dalle ghiandole
del collo dell’utero, in quanto la mucosa vaginale non è provvista di ghiandole.
Vulva
Il termine vulva rappresenta i genitali esterni femminili, ovvero: vestibolo, piccole labbra, clitoride e grandi
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labbra. Il Monte di Venere segna il limite superiore della vulva. L’area che delimita il vestibolo è umettata
dalle secrezioni delle ghiandole vestibolari minori e maggiori.
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Apparato genitale maschile
Panoramica sull’apparato genitale maschile. Schema organizzativo e funzionale
L’apparato genitale maschile è costituito da:
 i testicoli, ovvero le gonadi maschili, i quali hanno funzioni di produrre le cellule germinali (gli
spermatozoi) e gli ormoni sessuali maschili (ormoni androgeni)
 le vie spermatiche, una serie di condotti che ha inizio all’interno del testicolo per giungere
all’esterno del corpo (rete testis, condottini efferenti, epididimo, condotto deferente, condotti
eiaculatori, uretra). Le vie spermatiche hanno il compito di: permettere il passaggio degli
spermatozoi dai testicoli all’esterno; determinare la maturazione degli spermatozoi rendendoli
atti alla fecondazione; modificare la composizione del contenuto luminale con meccanismi di
secrezione e di assorbimento
 le ghiandole annesse (vescichette seminali, prostata, ghiandole bulbouretrali), che producono il
liquido seminale, veicolo e nutrimento degli spermatozoi
 gli organi genitali esterni, rappresentati dal pene, al cui apice sbocca l’uretra, e dallo scroto, al cui
interno sono contenuti i testicoli dopo la nascita.
Testicoli
Nei primi mesi di sviluppo i testicoli sono ubicati nella cavità addominale, ma dal sesto-settimo mese in poi
iniziano la discesa attraverso il canale inguinale per giungere all’interno dello scroto, dove si trovano alla
nascita. Restano collegati alla cavità addominale tramite il funicolo spermatico, che contiene il condotto
deferente, l’arteria testicolare, le vene del plesso pampiniforme e i nervi genitofemorale e ileoinguinale.
All’interno dello scroto una serie di tonache avvolge il testicolo. Il muscolo cremastere spinge il testicolo
vicino al corpo, permettendo il raggiungimento della temperatura ottimale per la spermatogenesi, mentre le
tonache vaginali comune e propria rappresentano l’erniazione attraverso il canale inguinale rispettivamente
della fascia trasversale dell’addome e del peritoneo parietale. La tonaca albuginea (capsula fibrosa del
testicolo) si ispessisce in corrispondenza del margine posteriore a formare il mediastino testicolare, che
rappresenta l’ilo del testicolo, e invia setti che suddividono il parenchima in lobuli.
All’interno di ciascun lobulo si trovano i tubuli seminiferi rivestiti da epitelio germinativo, costituito dalle
cellule germinali e dalle cellule di sostegno del Sertoli. Le cellule del Sertoli svolgono diverse funzioni:
sostengono la spermatogenesi, mantengono la barriera emato-testicolare, secernono inibina, secernono una
proteina legante gli androgeni (ABP). Tra i tubuli seminiferi vi sono le cellule interstiziali (del Leydig)
produtrici di ormoni androgeni.
La vascolarizzazione del testicolo avviene ad opera dell’arteria testicolare (spermatica interna), che
origina dall’aorta addominale e, dopo aver attraversato il canale inguinale, raggiunge l’ilo testicolare. Il
ritorno venoso è ad opera del plesso pampiniforme, complesso sistema di vene che fanno capo a due vene
testicolari: la destra è affluente diretto della vena cava inferiore, la sinistra della vena renale (affluente a sua
volta della cava inferiore).
Dal lume dei tubuli seminiferi gli spermatozoi, a questo stadio ancora immobili e immaturi, iniziano il loro
tragitto attraverso le vie spermatiche.
Le estremità di ciascun tubulo seminifero confluiscono nei tubuli retti che, a livello del mediastino
testicolare , si continuano con un sistema di canalicoli scavati nel connettivo del mediastino, la rete testis.
Da questa originano 10-15 condottini efferenti, che emergono dalla superficie postero-superiore del
testicolo per andare a formare la testa dell’epididimo.
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Epididimo
L’epididimo è un lungo canale (4-6m) altamente compattato nel quale si distinguono una testa, che
sormonta il polo superiore del testicolo, un corpo e una coda. La tonaca mucosa dell’epididimo è costituita
da un epitelio cilindrico pseudostratificato con cellule a pennacchio (dotate di microvilli molto lunghi),
deputate all’assorbimento di H20 e fluido in eccesso. Dalla coda dell’epididimo ha inizio il condotto
deferente, che attraversa il canale inguinale come componente del funicolo spermatico e termina
posteriormente alla vescica con un’estremità dilatata definita ampolla, la quale si unisce al condotto della
vescichetta seminale omolaterale a formare il condotto eiaculatore.
Ciascun condotto eiaculatore attraversa la prostata per aprirsi nell’uretra.
Uretra maschile
L’uretra maschile è molto articolata, e rappresenta la via di uscita per urina e liquido spermatico. Può
essere divisa in tre (o quattro, in base alla classificazione) porzioni: (pre-prostatica), prostatica,
membranosa, peniena (o cavernosa). La porzione membranosa attraversa il diaframma urogenitale.
Organi genitali esterni
Gli organi genitali esterni sono il pene e lo scroto.
Nel pene si individuano: radice, corpo e glande. Il corpo è costituito per la maggior parte da tre formazioni
di tessuto erettile: il corpo spongioso a circondare l’uretra, e due corpi cavernosi. Le arterie per le
formazioni erettili del pene derivano dall’arteria pudende interna. La cute che riveste il pene è simile alla
cute dello scroto.
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