LAVORO DI DIPLOMA DI MASSIMO MIRKO ROCCATO MASTER OF ARTS IN SECONDARY EDUCATION ANNO ACCADEMICO 2010/2011 FATTORI CHE INFLUENZANO I GUSTI MUSICALI DEI RAGAZZI DI SCUOLA MEDIA LO STUDIO DI UNO STRUMENTO MUSICALE, GLI AMICI E LA FAMIGLIA INFLUENZANO I GUSTI MUSICALI DEI RAGAZZI CHE FREQUENTANO LA SCUOLA MEDIA? RELATORE MANUEL RIGAMONTI Sommario 1. Introduzione ..................................................................................................................................... 1 2. Quadro teorico.................................................................................................................................. 3 2.1. L’importanza della musica a livello cognitivo .......................................................................... 3 2.2. La musica nelle relazioni sociali ............................................................................................... 5 2.3. I gusti musicali e la personalità dei giovani .............................................................................. 7 3. La ricerca empirica........................................................................................................................... 9 3.1. Metodologia di ricerca............................................................................................................. 10 3.2. Risultati attesi .......................................................................................................................... 11 4. Il Questionario................................................................................................................................ 13 4.1. La musica in generale .............................................................................................................. 13 4.2. Il fare musica ........................................................................................................................... 14 4.3. Gli amici .................................................................................................................................. 15 4.4. La famiglia .............................................................................................................................. 15 4.5. Preferenze musicali ................................................................................................................. 16 5. Analisi dei risultati ......................................................................................................................... 17 5.1. L’importanza della musica ...................................................................................................... 17 5.2. Il fare musica ........................................................................................................................... 21 5.3. Gli amici .................................................................................................................................. 25 5.4. La famiglia .............................................................................................................................. 28 6. Conclusioni e possibili sviluppi ..................................................................................................... 33 7. Bibliografia .................................................................................................................................... 35 1. Introduzione L’idea sul lavoro di diploma che esporrò è nata riflettendo sui miei trascorsi, in particolare ricordando le sensazioni ed i pensieri legati al mondo della scuola e della musica. Durante i miei studi di musica accademica in età preadolescenziale, ma anche in seguito, mi sono spesso sentito un pesce fuor d’acqua perché la musica che ascoltavo era diversa da quella dei miei coetanei. Le mie musicassette ed i miei dischi in vinile contenevano anche autori ed esecutori che andavano in voga durante quel periodo, ma soprattutto composizioni che i miei amici non avrebbero mai ascoltato di loro iniziativa. Le occasioni in cui avevo la possibilità di condividere con altri della mia età la musica che preferivo, ossia le composizioni per clarinetto e più in generale la musica sinfonica, si presentavano in conservatorio con i miei compagni di corso. Questo avveniva purtroppo molto raramente sia perché le lezioni che frequentavo erano perlopiù singole (lezioni di strumento) sia perché, durante le lezioni in gruppo (canto corale, armonia complementare, storia della musica ecc.), gli argomenti di discussione erano inerenti la materia che si stava trattando in classe oppure non avevano nulla a che fare con la musica. C’è da dire che la condivisione della musica non consisteva nel prendersi del tempo e riunirsi a gustare una composizione di musica classica e successivamente discutere insieme di quanto ascoltato; ciò avveniva solamente dopo aver avuto l’occasione di assistere ad un concerto particolarmente interessante e coinvolgente. Invece con i miei compagni di scuola media e con i miei amici, quindi al di fuori dell’ambiente del conservatorio, se si fosse discusso di musica certamente non sarebbe stata presa in esame quella che preferivo ma quella che andava di moda, diffusa dai media, in testa alle classifiche, ballata nelle discoteche; insomma quella fruita dalla massa. Fortunatamente per il mio inserimento nel gruppo dei pari, la musica da me ascoltata comprendeva anche “quella musica”, quindi il mio stato di leggero disagio, creato dal fatto di non poter condividere la mia musica preferita con la maggior parte dei coetanei che frequentavo, era limitato. Rimaneva il fatto che dovevo lasciare ai momenti di solitudine l’ascolto di gran parte del repertorio musicale che mi piaceva. Anche i miei genitori hanno contribuito in modo importante alla formazione dei miei gusti musicali. Infatti i miei orizzonti musicali sono stati ulteriormente ampliati grazie a loro, che ascoltavano generi musicali differenti sia rispetto ai miei che rispetto a quelli scelti dalla maggior parte dei giovani. La “loro” musica (in prevalenza liscio, folk e cantautorale) si 1 Massimo Mirko Roccato ascoltava in casa, in automobile, durante le feste danzanti e quando mi portavano ad assistere a dei concerti. È per merito loro e di mio fratello se la mia curiosità verso il mondo musicale è cresciuta al punto da spingermi, in tenerissima età (sei anni), ad iniziare a studiare uno strumento musicale. Da quel momento il mio percorso di studi, fino alla maturità, è stato caratterizzato da un parallelo: la scuola e la musica. Così, tenendo conto dei vissuti descritti precedentemente ma soprattutto delle riflessioni successive su di essi, ho deciso di sviluppare un’indagine che trattasse i fattori principali che, secondo me, influenzano le preferenze musicali dei ragazzi che frequentano la scuola media. La mia idea è di prendere in considerazione proprio quei fattori che, ritengo, siano stati maggiormente determinanti nella formazione dei miei gusti personali, ovvero: l’importanza della musica in generale, il “fare musica”, le amicizie e la famiglia. Successivamente verificare se questi ultimi incidano o meno nella costruzione dell’identità musicale dei soggetti presi in esame e sui tipi di musica di cui preferibilmente fruiscono. Procederò individuando una serie di gruppi di soggetti che hanno determinate caratteristiche inerenti ogni singolo fattore. Dopodiché determinerò i loro gusti musicali grazie alle preferenze che daranno ad una serie di generi che ritengo rappresentativi del panorama musicale disponibile. Infine analizzerò e confronterò i dati raccolti. 2 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media 2. Quadro teorico Nei tre paragrafi che andrò ad esporre successivamente, tratterò la relazione esistente tra la musica in tutte le sue forme di espressione ed i giovani in età preadolescenziale ed adolescenziale. Entrerò nel merito delle modificazioni apportate dall’esposizione a fenomeni sonori sullo sviluppo cognitivo, sulle relazioni sociali e la formazione del carattere. Citerò l’importante apporto di alcuni importanti studiosi che si sono occupati delle tematiche, alcune scoperte che hanno fatto in materia attraverso ricerche ad ampio raggio e le loro pubblicazioni. Tali argomentazioni hanno un’importanza rilevante ai fini della mia ricerca in quanto vanno ad esplorare, indirettamente, il tema dei gusti musicali dei ragazzi, infatti: a modifiche del pensiero, del carattere e delle relazioni sociali provocate dal contatto con fenomeni musicali corrisponderanno sicuramente variazioni delle preferenze musicali, le quali costituiscono l’oggetto centrale di analisi della mia ricerca. 2.1. L’importanza della musica a livello cognitivo Entrerò ora nel merito dell’influenza degli stimoli musicali per lo sviluppo della capacità cognitiva, il funzionamento e la conformazione del cervello umano. Il primo studioso che ha parlato di una forma di intelligenza prettamente musicale è stato H. Gardner nel suo libro Formae Mentis1. Quando iniziò i suoi studi sulla psicologia cognitiva si rese subito conto, essendo un pianista impegnato ed un cultore delle arti in genere, che non esistevano postulati inerenti legami tra una qualsiasi forma d’arte e le teorie precedenti che trattavano lo sviluppo cognitivo. Tutti gli studi precedenti riguardavano un’unica forma di intelligenza di tipo linguistica e logica, misurabile attraverso test che determinavano il quoziente intellettivo (Q.I.). Gardner invece, grazie alle sue ricerche nell’ambito della psicologia dello sviluppo cognitivo, formulò la teoria delle intelligenze multiple: in ciascuna mente umana sono presenti 7 forme di intelligenza, tra le quali quella musicale, relativamente autonome e sviluppate in maniera differente nei soggetti a seconda delle 1 Tradotto in italiano con il titolo Formae mentis e pubblicato da Feltrinelli nel 1987. H.Gardner, oltre ad elaborare la teoria delle intelligenze multiple, si è occupato dello sviluppo delle capacità artistiche nei bambini e dell'ideazione di strumenti per migliorare l'apprendimento e la creatività attraverso forme di insegnamento e di valutazione maggiormente personalizzati. 3 Massimo Mirko Roccato esperienze. L’intelligenza musicale, secondo il ricercatore americano, consiste nell’abilità di comporre e analizzare brani musicali e saper distinguere con esattezza l’altezza dei suoni, i timbri ed i ritmi. Ne deriva che, a seconda del tempo utilizzato per attività musicali e del tipo di musica con la quale si è a contatto, ci sarà nell’individuo un diverso sviluppo del pensiero, del carattere e di conseguenza dell’atteggiamento. Lo studioso svizzero Ernst Waldemar Weber riprende la teoria di Gardner sulla coesistenza di 7 forme di intelligenza nel cervello umano e sottolinea nella sua opera La musica al centro2 l’importanza della pratica musicale per lo sviluppo mentale. Egli studia le relazioni esistenti tra le varie forme di intelligenza e sostiene l’importanza dell’attività musicale per un equilibrato sviluppo psico-fisico. Secondo l’autore l’educazione musicale dovrebbe ricoprire un ruolo centrale nella formazione dei ragazzi, fin dalla più tenera età, in quanto disciplina fondamentale per lo sviluppo di un pensiero ed una personalità adeguati. La musica ha infatti la capacità di offrire stimoli unici, che le altre discipline non potrebbero dare. Le sue conclusioni sono frutto di una ricerca svolta sul campo, grazie alla sua attività di pedagogo, e sono rivolte agli insegnanti, ai genitori ed alle istituzioni che si occupano di educazione ed istruzione. Un altro contributo molto rilevante riguardo lo studio del rapporto tra la mente umana e la musica in tutte le sue forme di espressione è stato quello dello psicologo britannico J.A.Sloboda3. Pianista, compositore e psicologo sperimentale si occupa, da un punto di vista prettamente cognitivista, di come le emozioni vengono provocate dall’ascolto della musica, dalla sua esecuzione e dalla sua composizione. Secondo lo studioso è importante analizzare come un qualsiasi fenomeno musicale agisca sulla mente umana senza soffermarsi a questioni di gusto o di estetica personali. L’ascolto di un brano può essere diviso in due fasi distinte: la prima “cognitiva” con la quale si capisce il brano che si sta ascoltando, senza il coinvolgimento delle emozioni che esso provoca; la seconda nella quale la mente crea una rappresentazione simbolica del fenomeno musicale con il quale è a contatto, lo elabora ed a seconda dei vissuti provoca emozioni differenti. Sloboda paragona la percezione della 2 Ernst Waldemar Weber, grazie sua opera dal titolo La musica al centro, è riuscito ad ottenere diversi emendamenti nella Costituzione Federale svizzera in favore della promozione dell’educazione musicale nelle scuole. 3 J.A.Sloboda nella sua opera la mente musicale, psicologia cognitivista della musica analizza quali sono i processi celebrali che stanno alla base delle principali attività musicali, dal semplice ascolto fino ad arrivare allo studio di uno strumento musicale, all’improvvisazione ed alla composizione. 4 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media musica descritta precedentemente ad una barzelletta: quest’ultima necessita di una fase iniziale in cui deve essere capita ed una successiva nella quale ci saranno reazioni emozionali diverse negli ascoltatori (gioia, indifferenza, ecc.) a seconda delle immagini che la loro mente ha creato. 2.2. La musica nelle relazioni sociali Solamente negli ultimi sessant’anni si è assistito ad una crescita importante, a livello di ricerca scientifica nel campo della sociologia, dello studio della musica in relazione alla vita degli adolescenti. Precedentemente la sociologia si era occupata della comunicazione di massa senza mai addentrarsi nell’importanza che detengono i fenomeni musicali in questo ambito. A livello di condizione giovanile, i sociologi preferivano focalizzare la loro attenzione su aspetti ritenuti più importanti rispetto a quelli legati alla musica. Il loro interesse era rivolto alla sociologia politica e dell’educazione, ovvero i campi dai quali provenivano. Anche nell’ambito della sociologia della comunicazione, che dovrebbe essere un campo di ricerca nel quale la musica assume un’importanza considerevole, la loro attenzione era rivolta dapprima principalmente alla stampa e successivamente alla televisione. Grazie al lavoro di ricerca svolto inizialmente negli Stati Uniti ed in Inghilterra, dopodiché in Francia ed in Svezia si è potuto assistere alla progressiva nascita di una vera e propria “sociologia della musica” che si occupa della relazione esistente tra i fenomeni musicali in generale e la società. La figura chiave che contribuì al consolidamento di questa costola della sociologia fu lo studioso americano Howard Becker il quale, nella sua opera Art Worlds pubblicata nel 1982, definì i contorni della cosiddetta sociologia dell’arte. Nell’ambito di quest’ultima prese forma quella che viene definita la “nuova sociologia della musica”. Per analizzare le basi sulle quali si fondano le teorie di Becker occorre risalire al secondo trentennio del 1900, periodo durante il quale si assiste ad un’attenzione particolare rivolta allo studio delle culture giovanili, dette anche subculture, da parte di un gruppo di ricercatori dell’università di Chicago.4 Essi presero in esame soprattutto le devianze giovanili dei ragazzi dell’epoca ed in che modo queste ultime erano legate alle subculture che in quegli anni si andavano formando. 4 Attraverso ricerche come The gang di Frederick Thrasher, The Taxi-Dance Hall di Paul G. Cressey e The Jack Roller, di Clifford R. Schaw; vedi, per una rassegna, Gelder e Thornton (1997). 5 Massimo Mirko Roccato Per arrivare ad un orientamento della ricerca verso il “come” vivevano la musica i giovani è necessario aspettare gli anni successivi al 1940 nei quali si assistette alla nascita di vari fenomeni legati alla fruizione musicale: la nascita del Rock’n’ Roll (che poi sfociò nel Rock), lo sviluppo dei mezzi di diffusione di massa (la radio, il cinema), la diffusione e la commercializzazione della musica attraverso la nascita di un nuovo mercato legato alla produzione e vendita dei dischi. Venne presa in esame la cultura giovanile che era strettamente legata ai generi musicali, in particolare la popular music. Assistiamo quindi alla nascita di studi rivolti alla musica di consumo che in precedenza non aveva avuto un’importanza tale da renderla oggetto di studio. Si riconosce alla musica la facoltà di determinare vari fenomeni sociali: l’appartenenza ad un gruppo, la definizione di stati d’animo e di passioni, l’organizzazione della vita quotidiana, la formazione della personalità e del carattere. Oggetto di studio diventa la nuova stretta relazione tra la musica (in particolare il Rock’n’Roll)5 ed i giovani, la nascita di una nuova cultura giovanile contemporaneamente alla formazione della figura del teenager (termine coniato dalle case discografiche per identificare una nuova forma di cliente). L’importanza della musica nella vita dei giovani era anche motivata dal fatto che, secondo varie ricerche empiriche effettuate all’epoca, questi ultimi costituivano di fatto la gran parte dei consumatori di dischi e che erano i maggiori frequentatori di sale da ballo e da concerto. Di fondamentale importanza in questo contesto è l’apporto dello studioso David Riesman, il quale nella sua opera pubblicata nel 1950 “The Lonely Crowd”6 prende in esame l’importanza della musica nel processo di identificazione dei giovani nel gruppo dei pari. Attraverso l’intervista di giovani adolescenti di Chicago, nel 1947 mette in luce come costituiscano una forma di aggregazione lo scambio di dischi o il saper accennare cantando alcuni brani musicali in auge in quel tempo. Inoltre, nel caso in cui gli intervistati si trovassero in compagnia di amici, mostravano una certa ansia nel momento in cui veniva chiesto loro di esprimere i propri gusti musicali. Il timore era quello che le canzoni e gli autori che citavano non fossero gli stessi dei propri compagni o che questi ultimi non dessero un minimo segno di approvazione a quanto stavano affermando. La musica costituiva senza 5 Si può assistere alla formazione di un legame stretto tra la musica ed i giovani già un paio di decenni prima con la nascita di quella particolare forma di jazz, lo Swing, che raggiungerà una diffusione di massa in quanto musica da ballo per eccellenza e contribuirà all’identificazione dei ragazzi, delle ragazze e degli adolescenti (girls, boys e adolescents). 6 Tradotta in italiano con il titolo La folla solitaria e pubblicata da Il Mulino nel 1999. 6 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media ombra di dubbio una forma di aggregazione tra i giovani e nello stesso tempo anche una forma di conformismo. Tuttavia la ricerca empirica che Riesman effettuò, dimostrò anche che tra i giovani esisteva una parte minoritaria più attiva e critica, la quale aveva gusti musicali differenti da quelli dei propri coetanei. In pratica tutto il consumo musicale non era manipolato dai media, ma era presente una parte di fruitori che erano distaccati da tutto ciò che era popolare e formavano i propri gusti sulla base di una valutazione ed una ricerca maggiormente consapevole dell’offerta musicale. In pratica, esisteva una parte passiva di consumatori di musica ed una parte attiva. Tutto ciò costituiva indubbiamente una ricchezza culturale e giustificava la presenza di musica più ricercata accanto ad altra di tipo commerciale, orientata dalle case discografiche e basata su metodologie di mercato anziché sui valori che una forma d’arte può esprimere. 2.3. I gusti musicali e la personalità dei giovani Fortunatamente i consumatori di musica non tendono tutti a conformarsi ad un unico gusto, anche se abbiamo visto che una delle funzioni della musica è proprio quello di uniformare. È questa una delle ragioni principali per cui l’offerta musicale, al giorno d’oggi, è sempre più ampia. Ma il motivo di fondo è che ormai il mercato discografico si è internazionalizzato, è diventato globale e di conseguenza il potenziale ascoltatore ha una possibilità di scelta enorme per mezzo di semplici clic davanti ad un computer collegato in rete. C’è però da tener sempre presente l’influenza dei media e delle case discografiche che, attraverso la propaganda nei mezzi di comunicazione di massa, cercano costantemente di orientare a fini commerciali, tralasciando il contenuto artistico di quanto stanno proponendo. Oltretutto, secondo le statistiche ufficiali, sono i soggetti in età vicina alla prima giovinezza ed all’adolescenza i maggiori fruitori di musica (tramite semplice ascolto o anche visione di videoclip), ed è proprio a loro che viene orientato il mercato discografico. Sulla base di discussioni tenute nelle classi dove insegno, sono però dell’idea che i ragazzi siano perfettamente in grado di distinguere quella che è musica commerciale (cattiva?) da quella maggiormente impegnata (buona?). Diventa interessante a questo punto scoprire cosa determina la preferenza musicale di un adolescente posto di fronte ad un così ampio ventaglio di possibili sonorità. Una curiosa ricerca afferma che i gusti musicali sono addirittura scritti nel DNA delle persone e che quindi l’educazione e l’ambiente hanno un’influenza marginale nella formazione delle preferenze musicali. Lo studio è stato condotto dalla Nokia e dal King’s College London Departement of Twin Research e si è 7 Massimo Mirko Roccato svolto attraverso l’osservazione delle abitudini musicali di quattromila gemelli omozigoti ed eterozigoti. Sono state ottenute delle percentuali ben precise che determinano quanto i nostri geni influiscano sulla scelta di un genere musicale. Ad esempio per i fruitori di hip hop, pop e musica classica il patrimonio genetico determina per il 53% la scelta musicale; per il jazz ed il blues la percentuale scende al 45. Ritengo quantomeno che i risultati di questo studio siano alquanto discutibili: secondo me é molto improbabile che la famiglia, gli amici, il fare musica attraverso lo studio di uno strumento abbiano un’influenza così poco rilevante nella formazione del gusto musicale, ma questo sarà il tema fondamentale della mia ricerca empirica che andrò successivamente ad esporre. C’è un altro aspetto importante riguardante il rapporto tra gli adolescenti ed i generi musicali sul quale mi vorrei soffermare: quanto le preferenze musicali incidano sulla formazione del carattere e di conseguenza sul comportamento. Secondo gli studi effettuati dal professor Adrian North, docente di psicologia applicata presso la Heriot-Watt University di Edimburgo in Scozia, esiste una correlazione stretta tra il comportamento e la personalità dei ragazzi con i generi musicali più amati7. Lo studioso ha condotto varie ricerche su vasta scala in questo senso nel nord Europa utilizzando come campione soggetti provenienti da tutto il mondo e ricavando risultati sorprendenti: pare infatti che, a seconda del genere musicale preferito, corrisponda un determinato tipo di atteggiamento ed un certo tipo di carattere. Ad esempio chi preferisce ascoltare jazz e blues pare che sia dotato di una buona autostima e che sia particolarmente socievole. Chi ama la musica classica invece, pur avendo una buona considerazione di sé, pare abbia un carattere maggiormente introverso, cosa che lo accomuna ai fruitori dell’ heavy metal. Per giungere a questi risultati il ricercatore ha coinvolto in un sondaggio online circa 36 mila persone cui è stato somministrato un test di personalità e, allo stesso tempo, è stato chiesto di esprimere un giudizio su 104 diversi stili musicali. 7 Per approfondimenti: Adrian North e David Hargreaves, The Social and Applied Psychology of Music, Oxford University Press, 2008. 8 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media 3. La ricerca empirica Le domande di ricerca del mio lavoro di diploma verteranno su due interrogativi principali: - quali sono i generi musicali preferiti dai ragazzi di scuola media? - quali sono i fattori che influiscono sui loro gusti musicali, in particolare che importanza si dà alla musica nella vita quotidiana, lo studio di uno strumento musicale, gli amici, la famiglia? La mia ipotesi generale è che la preferenza accordata ad un determinato tipo di musica, piuttosto che ad un altro, dipenda da tutta una serie di fattori. Nella stesura della mia indagine entrerò nel merito di quattro in particolare: - la musica in generale, ovvero che importanza ha quest’ultima nella vita di tutti i giorni e rispetto ad altre forme di attività sia di tipo culturale (ad esempio leggere libri, studiare ecc.) che legate all’ambito dello svago e delle relazioni sociali (ad esempio praticare sport, il gioco, le amicizie, la famiglia, guardare la televisione, ecc.) - il fare musica, ovvero se si studia musica al di fuori della scuola dell’obbligo (lezioni di strumento, canto, lezioni di teoria), dove (conservatorio, scuole di musica private, lezioni da un insegnante privato, presso una società filarmonica), quanto tempo occupa questa attività, quale strumento musicale si è scelto, se si suona o canta in un gruppo orchestrale (band, gruppo da camera, orchestra, banda ecc.), se si ha avuto l’opportunità di esibirsi in pubblico - gli amici, ovvero che generi musicali ascoltano questi ultimi, se i loro gusti musicali corrispondono a quelli degli intervistati, se è importante o meno condividere gli stessi generi di musica o se è preferibile che ognuno mantenga le proprie preferenze, quanto si parla di musica a prescindere da qualunque essa sia - la famiglia, ovvero quanto tempo ha dedicato quest’ultima all’ascolto delle musica, con quale frequenza, che competenze musicali hanno i genitori, se sono presenti musicisti tra i parenti. Sono dell’idea, sulla base delle mie esperienze di vita e dei miei trascorsi in ambito musicale, che tutte le variabili che ho elencato precedentemente determinino una modifica sostanziale delle preferenze musicali dei ragazzi che frequentano la scuola media ai quali mi rivolgo nella mia ricerca. Non è detto però che ad un certo tipo di studi musicali o ad un 9 Massimo Mirko Roccato modello di famiglia o ad un determinato genere musicale ascoltato dagli amici corrisponda per forza un solo gusto musicale. Uno studente di violino non necessariamente ascolterà prevalentemente musica di tipo accademico. Un figlio non per forza ascolterà i generi musicali che ascoltano i suoi genitori; magari durante l’infanzia sì, ma in seguito formerà i propri gusti. La formazione del gusto musicale personale credo dipenda dal carattere del ragazzo, da quanto voglia sentirsi parte del gruppo dei pari perché ascolta la stessa musica o meno, oppure da quanto voglia distinguersi. Verificherò queste mie ipotesi nel momento in cui analizzerò i dati raccolti. 3.1. Metodologia di ricerca La mia ricerca sarà di tipo quantitativo e raccoglierò i dati per mezzo di un questionario con domande a scelta multipla ed a scale di valori numeriche e descrittive. Come campione utilizzerò 60 ragazzi della medesima fascia di età (dai 13 ai 14 anni) orientativamente in egual misura per quanto riguarda il sesso (maschi o femmine). Al fine di avere un campione il più possibile affidabile per quanto concerne le mie domande di ricerca, intendo sottoporre il questionario a due classi di terza media nella sede dove svolgo la pratica professionale, nelle scuole di musica dove impartisco lezioni di strumento, teoria e musica d’assieme ed a ragazzi che studiano musica in una banda. In questo modo avrò tra gli intervistati sia ragazzi che dedicano parte del loro tempo allo studio di uno strumento musicale ed a fare musica che altri con relazioni molto differenti con la musica. Una volta raccolti tutti i dati, procederò alla loro analisi in modo da verificare se effettivamente le mie ipotesi iniziali si riflettono nella globalità dei risultati emersi dal questionario. Misurerò le preferenze musicali dei ragazzi interpellati invitandoli ad esprimere delle preferenze su una lista di generi musicali. In seguito determinerò una serie di gruppi, tra gli intervistati, che riflettono i quattro fattori determinanti le preferenze musicali che andrò ad analizzare. Verificherò se esiste correlazione tra i gusti musicali ed i fattori che li determinano ed in caso affermativo entrerò più a fondo nell’analisi rilevando le relazioni esistenti tra i primi ed i secondi. Prevedo di riuscire ad ottenere i questionari compilati nel periodo di una settimana circa in modo da poter in seguito procedere all’analisi dei dati raccolti. 10 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media 3.2. Risultati attesi Mi aspetto che i dati da me raccolti, una volta analizzati statisticamente, rispecchino le mie ipotesi di partenza. Parlando con i miei colleghi musicisti, attraverso l’osservazione all’interno delle classi di scuola media dove ho insegnato, ed in generale trattando di musica con conoscenti, ho avuto spesso la percezione che il fare musica, gli amici e la famiglia determinino i gusti musicali dei singoli. In riferimento al fare musica sicuramente ci saranno differenze a seconda dello strumento che si studia e dove si studia, se si suona in un gruppo musicale o meno, quale genere si suona o canta. Questo è il motivo per il quale ho voluto prendere come campione per la mia indagine ragazzi che frequentano più di un tipo di corso di musica. Per esempio il ragazzo che studia violino penso che avrà gusti musicali differenti da quello che studia batteria o basso elettrico. Il primo ascolterà presumibilmente anche musica classica, cosa che non farà probabilmente il secondo il quale sarà più orientato verso il rock o la musica leggera in generale. Allo stesso modo il ragazzo che studia saxofono in conservatorio sicuramente avrà gusti musicali differenti da quello che studia lo stesso strumento presso una banda musicale o una scuola di musica privata ad indirizzo jazzistico. Questo dipenderà dal tempo che dovrà impiegare per la sua formazione musicale, dal repertorio che gli verrà proposto dagli insegnanti e dalla motivazione ed il coinvolgimento personali. Per quanto riguarda il fattore “amici” ci sarà sicuramente quello che per identificarsi nella sua compagnia di coetanei ne seguirà i gusti musicali o viceversa quello con una personalità più indipendente che si formerà il proprio repertorio musicale preferito sulla base delle proprie emozioni e percezioni della musica. Penso che le ragazze più che i ragazzi rispecchino maggiormente quest’ultima tipologia di soggetto. Infine anche nel caso della famiglia come fattore determinante i gusti musicali, mi aspetto di ottenere risultati di vario tipo. Penso sia molto probabile che il figlio di una famiglia di musicisti apprezzi generi musicali differenti da quello che ha genitori che considerano la musica come ultima in ordine di importanza. Oppure i genitori che ascoltano in casa o in automobile un certo tipo di musica è probabile che trasmettano questa loro preferenza ai propri figli o che almeno aprano in loro nuovi orizzonti musicali. Ritengo anche che il livello culturale dei genitori determini in loro un gusto musicale più ampio e raffinato, e che questo si rifletta nella scelta della musica ascoltata dai propri figli. 11 Massimo Mirko Roccato 12 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media 4. Il Questionario Sto svolgendo una ricerca empirica sulla relazione esistente tra la fruizione della musica, in tutte le sue forme, e la vita dei ragazzi in età preadolescenziale ed adolescenziale. I dati raccolti mi serviranno per redigere una tesi che presenterò, alla fine del corrente anno scolastico, al Dipartimento Formazione Apprendimento (SUPSI) come lavoro di diploma finale in vista del conseguimento del Master of Arts SUPSI in insegnamento nella scuola media. Tutte le informazioni raccolte saranno utilizzate esclusivamente ai fini della ricerca, in forma rigorosamente anonima in modo tale che nessuno possa risalire agli autori delle risposte. La compilazione del seguente questionario ti occuperà solamente pochi minuti. Rispondi alle domande facendo una crocetta nella casella che sceglierai o cerchiando il numero corrispondente. Grazie! Massimo Mirko Roccato 4.1. La musica in generale A1. Che importanza ha la musica nella tua vita? [1] Nessuna [2] Poca [3] Così così [4] Molta [5] Moltissima 13 Massimo Mirko Roccato A2. Quanta importanza hanno le attività elencate qui di seguito nella tua vita? (una risposta per ogni riga) Nessuna Poca Così così Molta Leggere libri La famiglia Andare al cinema Praticare sport Gli amici Lo studio Fare shopping La religione Guardare la televisione 4.2. Il fare musica B1. Stai frequentando o hai frequentato corsi di musica al di fuori della scuola? [1] No [2] Sì, li ho seguiti in passato ma non adesso [3] Sì B2. Che tipo di corsi? [1] In Conservatorio [2] Presso scuole di musica private [3] Presso un insegnante privato [4] Presso una banda 14 Moltissima Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media B3. Quale strumento stai studiando? (specifica anche nel caso studi o hai studiato canto) …………………………………………………………………………………………………. B4. Hai mai cantato o suonato in pubblico? [ ] sì [ ] no 4.3. Gli amici C1. Cosa ascoltano i tuoi migliori amici? (una sola risposta) [1] La stessa musica che ascolto io [2] Musica diversa [3] Non ascoltano musica 4.4. La famiglia D1. Nella tua famiglia si ascolta musica? (una risposta) [1] Sì, spesso [2] Sì, qualche volta [3] Raramente [4] Mai D2. Cosa ascoltano i tuoi genitori? [1] La stessa musica che ascolto io [2] Musica diversa 15 Massimo Mirko Roccato D3. C’è qualcuno nella tua famiglia che sa suonare uno strumento musicale? (puoi dare più risposte) [ ] No, nessuno [ ] Padre [ ] Madre [ ] Fratello [ ] Sorella [ ] Zia [ ] Nonno [ ] Nonna [ ] Altro parente [ ] Zio 4.5. Preferenze musicali E. Quanto ti piacciono o meno i seguenti generi musicali? (una risposta per ogni riga) Poco Jazz Rap/Hip-Hop Musica leggera/Pop Blues/Soul/Funky Dance/Commerciale Techno Latino-americana Cantautori Reggae/Ska Hardcore/Punk Country Liscio Regionale tradizionale Musica classica Folk Etnica Gospel Rock 16 Abbastanza Molto Non so Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media 5. Analisi dei risultati Come ho esposto precedentemente, il mio obiettivo è quello di verificare come cambiano i gusti musicali dei soggetti intervistati a seconda di quattro fattori principali: l’importanza che viene attribuita alla musica nella vita quotidiana, il “fare musica” ossia la produzione sonora sottoforma di esecuzione strumentale oppure vocale, la musica ascoltata dai migliori amici e il modo di rapportarsi con la musica ascoltata e suonata da parte della famiglia di appartenenza. Ho misurato questi fattori grazie alle domande a scale di valori ed a scelta multipla (vedi questionario). Al fine di determinare le preferenze musicali degli intervistati ho dovuto, in primo luogo, individuare una serie di generi musicali che fossero, il più possibile, un indicatore valido del panorama musicale. Dato il vastissimo e facilmente fruibile panorama di musica da ascoltare al giorno d’oggi la scelta non è stata delle più semplici. Un altro piccolo ostacolo da superare è stato quello di considerare il fatto che la maggior parte dei soggetti intervistati, tenendo conto della loro fascia di età, conoscesse i tipi di musica oggetto della mia ricerca. In conclusione ho optato per una serie di 18 generi musicali che ritengo esaustivi del panorama musicale ascoltato dai soggetti che compongono il mio campione rappresentativo. Li ho riuniti nella tabella E (vedi questionario) ed ho invitato i soggetti interpellati a dare una preferenza inerente ogni singolo genere musicale. I gradi di preferenza disponibili sono “poco”, “abbastanza”, “molto” e “non so”. Ho ritenuto necessario aggiungere l’ultima opzione “non so” per verificare quanto fossero conosciuti realmente i tipi di musica rappresentativi dei gusti musicali e per permettere a tutti i soggetti di esprimersi riguardo ad ogni genere musicale. Il lavoro seguente è stato quello di verificare di volta in volta, a seconda di quale dei quattro fattori consideravo, come cambiavano le preferenze musicali (rappresentate nella tabella E) dei ragazzi chiamati a rispondere alle domande. Per avere una visione maggiormente panoramica di come cambiavano i gusti musicali a seconda dei singoli fattori presi in esame ho rappresentato, in ogni singolo caso, i risultati in grafici ad istogrammi: nell’asse X sono indicati tutti i tipi di musica presi in considerazione mentre sull’asse Y le preferenze accordate ad ogni singolo genere musicale. 5.1. L’importanza della musica Come ho espresso nei primi tre paragrafi, è determinante l’apporto della musica nella vita dei giovani: essa è portatrice di una grande carica emotiva e trasmette un’enormità di 17 Massimo Mirko Roccato significati sul piano soggettivo. Possiamo avere vari livelli di considerazione della musica a seconda del rapporto che instauriamo con essa. L’esperienza musicale può essere una vera passione dalla quale non è possibile distogliere il nostro pensiero come invece un qualcosa che accompagna il ritmo delle nostre giornate e del quale non possiamo fare a meno (magari senza rendercene conto). Ci possono essere anche soggetti per i quali la musica ha poca importanza e che le riservano una minima parte della loro vita. In ogni caso ritengo impossibile non essere interessati, anche inconsapevolmente, da esperienze sonore: la musica ci accompagna ovunque anche se non lo vogliamo, nei luoghi e nelle situazioni più disparate. Nelle prime due domande del questionario ho analizzato le preferenze musicali degli intervistati a seconda dell’importanza data da quest’ultimi alla musica. Basandomi sulle risposte date alle domanda A1 ed alla tabella A2 (vedi questionario) ho determinato due categorie principali tra gli intervistati: la prima che assegna alla musica un’importanza marginale, mentre la seconda che la considera un’attività molto importante nella vita di tutti i giorni. Nella domanda a scelta multipla A1 i ragazzi hanno dichiarato il grado di importanza dato alla musica, mentre nella tabella A2 il livello di interesse dato ad altre forme di attività che ritengo importanti per la tipologia di soggetti sottoposti al questionario, alcune legate all’ambito culturale (leggere libri, andare al cinema, studiare), altre alle relazioni sociali in generale (la famiglia, gli amici, la religione) ed altre ancora alla sfera dello svago (guardare la televisione, fare shopping, praticare sport). Per ottenere le due categorie ho preso in esame le risposte alle domande A1 e le ho confrontate con i risultati ottenuti nella tabella A2; in pratica ho utilizzato la tabella A2 per verificare se le risposte date alla domanda A1 erano reali o meno. Nel caso, ad esempio, in cui un soggetto dichiarasse di dare molta importanza sia alla musica in generale che ad alcune attività elencate nella tabella A2 ho considerato la risposta alla domanda A1 poco valida perché ritengo poco probabile che si possano considerare molto importanti più di due attività. Nel caso, invece, che un soggetto dichiarasse di dare molta importanza alla musica e nella tabella A2 risultassero per lui meno interessanti altre forme di attività ho considerato la risposta alla domanda A1 veritiera. Procedendo con questo modo di valutare la reale attendibilità delle risposte alla domanda A1 ho ottenuto i due gruppi di intervistati ben distinti, per i quali é chiaro il grado di importanza dato alla musica (poca o tanta) in base all’analisi dei dati raccolti. Ho escluso dall’analisi statistica un gruppo per il quale il grado di importanza dato alla musica risultava intermedio in base al confronto dei dati ottenuti dalla risposta A1 e quelli risultanti dalla tabella A2. A questo punto ho verificato quali fossero i gusti musicali dei due gruppi di intervistati e li ho 18 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media raccolti nei due grafici ad istogrammi sottostanti. Per ogni genere musicale elencato (vedi tabella E) gli intervistati hanno dovuto esprimere un grado di preferenza (poco, abbastanza e molto) oppure non prendere posizione nel caso in cui non conoscessero un determinato genere musicale. Al fine di mettere in evidenza le differenze nelle preferenze musicali dei due gruppi di ragazzi ho tenuto conto, nei grafici riassuntivi, delle scelte ben orientate riguardo ad un genere musicale, ovvero le risposte “abbastanza” e “molto”. Ho ritenuto che le risposte “poco” e “non so” nella maggior parte dei casi coincidessero. Inoltre, ai fini della ricerca credo sia interessante conoscere i gusti musicali determinati da una presa di posizione netta. Grafico 5.1.1 – Gusti musicali degli intervistati che attribuiscono molta importanza alla musica: abb. ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto 19 Massimo Mirko Roccato Grafico 5.1.2 – Gusti musicali degli intervistati che attribuiscono poca importanza alla musica: abb. ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto Nei grafici che evidenziano le preferenze musicali risulta, a prima vista, una sostanziale differenza tra il gruppo che attribuisce molta importanza alla musica (grafico 5.1.1) e quello che invece ne conferisce poca (grafico 5.1.2). Il primo insieme di intervistati dimostra una conoscenza molto più ampia dei generi musicali presi in esame rispetto al secondo. Quest’ultimo, invece, non ha dato nessuna preferenza ad alcuni generi musicali (la musica latino-americana, il reggae, l’hardcore, il liscio, ecc.) ed ha rivolto le proprie scelte prevalentemente su quelli di maggior consumo da parte dei ragazzi della loro fascia d’età. Ritengo che le preferenze rivolte al jazz ed al blues siano motivate dal fatto che ho svolto recentemente, nelle classi di scuola media alle quali ho somministrato il questionario, delle lezioni che avevano questi generi musicali come argomento di base. Anche per quanto riguarda il gradimento abbastanza elevato della musica classica penso che sia determinante, ai fini dei risultati ottenuti, la trattazione di questo genere musicale a scuola durante le lezioni di educazione musicale. Infine vorrei porre l’attenzione sulle scelte, abbastanza frequenti da parte di ambedue i gruppi, di generi musicali come il rock, la musica leggera e quella dei cantautori. Tali generi musicali costituiscono sicuramente una sorta di continuità e di condivisione tra le preferenze musicali dei ragazzi di scuola media ed i loro genitori, cosa che non si può sicuramente affermare per il rap e la techno. 20 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media 5.2. Il fare musica È noto che la musica, oltre ad essere ascoltata in modo più o meno approfondito e attivo, può essere anche “prodotta” attraverso la pratica strumentale o vocale. Tutto questo richiede sicuramente un rapporto diverso con la musica: sono necessarie capacità adeguate ed un coinvolgimento che il solo ascolto non richiede. Con questo non voglio escludere che ascoltare musica in modo competente non richieda una preparazione ed un impegno trascurabili. Inoltre non necessariamente il “fare musica” sottintende una passione verso questa forma d’arte; può essere che il suonare uno strumento o il cantare siano in qualche modo imposizioni date dalla famiglia o dalla scuola al soggetto. Oppure si può essere grandi appassionati di musica senza eseguirla personalmente e maturando ugualmente una sensibilità ed una capacità critica importanti. In ogni caso il “fare musica” in modo serio ed approfondito richiede certamente molto impegno, una certa passione ed un coinvolgimento che possono arrivare a modificare in maniera sostanziale l’identità soggettiva. Inoltre c’è da dire che il “fare musica” e l’ascolto musicale sono in stretta relazione, nel senso che chi suona o canta cambia il suo modo di ascoltare la musica e le proprie preferenze musicali. È proprio quest’ultima affermazione che vorrei dimostrare attraverso la mia indagine, ossia in che modo lo studio di uno strumento musicale o del canto, in maniera abbastanza approfondita, varia i gusti musicali dei ragazzi che frequentano la scuola media. Attraverso la domanda B1 e B2 del questionario ho ricavato quanti sono gli intervistati che studiano uno strumento musicale o canto presso scuole di musica, insegnanti privati o bande musicali (20%), quelli che lo hanno fatto in passato (26%) e quelli che non hanno mai seguito corsi di musica al di fuori della scuola (54%). Successivamente ho raccolto nei grafici 5.2.1 e 5.2.2 (qui di seguito) quali sono i generi musicali preferiti rispettivamente dai soggetti che seguono corsi di musica regolarmente e quelli che non li hanno mai seguiti. 21 Massimo Mirko Roccato Grafico 5.2.1 – Gusti musicali degli intervistati che seguono corsi di musica regolarmente: abb. ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto Grafico 5.2.2 – Gusti musicali degli intervistati che non hanno mai seguito corsi di musica: abb. ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto Anche in questo caso ho tenuto in considerazione solo le preferenze che sono state date ai generi musicali in maniera netta, ossia raggruppando nei grafici solo le scelte “abbastanza” e “molto” riguardo ad ogni singolo genere musicale e di conseguenza escludendo le possibilità “poco” e “non so” (vedi tabella E del questionario). Si nota subito a prima vista che i 22 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media soggetti che seguono corsi di musica al di fuori della scuola hanno un panorama di ascolto musicale molto più ampio rispetto agli altri. Tutti i generi musicali oggetto della ricerca hanno ricevuto delle scelte da parte degli intervistati di questo gruppo. Si osserva anche che non vi è un divario così ampio nelle preferenze date ai singoli generi musicali e sorprendentemente il rap, la techno e la dance, pur essendo senza dubbio i generi musicali preferiti dai ragazzi nella fascia di età degli intervistati, non sono stati presi in considerazione maggiormente rispetto alla musica leggera, la musica dei cantautori, il rock ecc. Inoltre buoni risultati sono stati raggiunti dal jazz, dal blues e dalla musica classica pur non essendo sicuramente preferenze di ascolto di larga diffusione. La musica leggera si è rivelata la più apprezzata grazie al gran numero di scelte accordatele dai soggetti di sesso femminile che, nel caso del mio campione di indagine, studiano per la maggior parte canto. Ritengo quest’ultima un’osservazione facilmente espandibile alla maggior parte delle preadolescenti che studiano canto: è naturale che la loro passione musicale sia il frutto di una propensione soggettiva al canto ma che sia anche dettata dai modelli delle giovani cantanti in auge. Continuando ad entrare nella particolarità dei singoli casi si nota una corrispondenza tra lo strumento musicale suonato (vedi domanda B3 del questionario) ed i generi musicali maggiormente apprezzati. Per esempio i ragazzi che studiano chitarra moderna hanno preferenze musicali indirizzate prevalentemente verso il rock, allo stesso modo quelli che studiano violino o chitarra classica da anni hanno come preferita la musica classica. Un altro fatto osservabile è che a parità di strumento musicale studiato, i generi musicali preferiti possono essere differenti. È questo il caso di due fisarmonicisti: infatti uno di loro preferisce ascoltare musica folk, popolare e liscio mentre l’altro, che dal questionario risulta studiare uno strumento a bassi sciolti, ha una propensione verso il jazz ed il blues. Ne deriva che anche nel caso di strumenti adatti a vari generi musicali possono conseguire preferenze di ascolto differenti in chi li studia e li suona. In ogni caso, però, gli intervistati che “fanno musica” pur essendo orientati verso gusti musicali legati allo strumento che suonano ed al tipo corso che stanno seguendo (scuola di musica ad indirizzo classico, jazz, ecc.) non disdegnano la maggior parte dei generi dimostrando un atteggiamento “onnivoro” nelle preferenze musicali. In base alla domanda B4 del questionario ho individuato gli intervistati che hanno avuto l’occasione di suonare o cantare in pubblico (44%) e quelli che non hanno mai avuto l’occasione di vivere esperienze simili (56%). Al primo gruppo appartengono anche soggetti che, pur non studiando uno strumento musicale o canto al di fuori della scuola, dimostrano 23 Massimo Mirko Roccato un certo interesse verso l’esecuzione musicale e di conseguenza una relazione con i fenomeni sonori che non si limita al solo ascolto. Segnalo, inoltre, il caso di un ragazzo che studia la chitarra elettrica come autodidatta raggiungendo risultati apprezzabili. Ho pensato che, anche se l’esecuzione in pubblico consisteva semplicemente in un’esibizione degli allievi organizzata dalla scuola o in una festa tra coetanei, i risultati sarebbero stati interessanti ai fini della mia ricerca in quanto trattasi di comportamenti sintomo di un coinvolgimento maggiore nel “fare musica” rispetto alla media. Ho raccolto le preferenze musicali dei due gruppi in questione nei grafici 5.2.3 e 5.2.4 sempre in base ai dati ottenuti grazie alla compilazione della tabella E (vedi questionario) da parte degli intervistati. Grafico 5.2.3 – Gusti musicali degli intervistati che hanno cantato o suonato in pubblico: abb. 24 ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media Grafico 5.2.4 – Gusti musicali degli intervistati che non hanno mai cantato o suonato in pubblico: abb. ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto I risultati ottenuti nel grafico 5.2.4 sono quasi identici a quelli del grafico 5.2.2 perché riguardano quasi interamente lo stesso gruppo di ragazzi. Si notano delle lievissime differenze perché alcuni intervistati, stranamente, hanno dichiarato di non essersi mai esibiti in pubblico nonostante seguissero regolarmente dei corsi di musica al di fuori della scuola. Per quanto concerne il gruppo di intervistati che si è esibito in pubblico (vedi grafico 5.2.3) si possono notare le stesse tendenze, nelle preferenze musicali, del gruppo di ragazzi che segue corsi di musica regolarmente (vedi grafico 5.2.1) nonostante i due insiemi a confronto siano composti da soggetti che hanno relazioni diverse con la musica eseguita. Infatti il campione comprendente i ragazzi che hanno avuto occasione di esibirsi in pubblico integra non solo ragazzi che studiano musica in istituti appositi ma anche altri che hanno avuto tale esperienza in passato, autodidatti e soggetti che hanno acquisito competenze nella pratica strumentale e vocale solamente a scuola. 5.3. Gli amici Come ho descritto nel 2° e nel 3° capitolo, la musica costituisce indubbiamente un elemento di aggregazione e di mediazione tra i giovani. Questi ultimi sovente attribuiscono a determinate preferenze musicali l’appartenenza ad un determinato gruppo di pari. La stessa percezione di appartenenza la possono attribuire ad un artista in particolare oppure al fatto di suonare lo stesso strumento musicale o di far parte del medesimo gruppo musicale. È un dato 25 Massimo Mirko Roccato di fatto quindi che la maggior parte dei preadolescenti ed anche degli adolescenti fruisca della stessa musica preferita dai propri amici. Esistono, però, anche soggetti che maturano un’identità musicale personale, che hanno gusti differenti dai propri amici: questo grazie ad una tendenza soggettiva a diversificarsi ma anche per merito dell’offerta musicale sempre più ampia, accessibile ed internazionalizzata dalla quale è possibile attingere. Ho voluto, partendo dalle affermazioni di cui sopra ed attraverso alcune domande del questionario, verificare come cambiano i gusti musicali degli intervistati a seconda che ascoltino o meno la stessa musica dei loro amici. Grazie alla domanda C1 (vedi questionario) ho individuato un insieme di ragazzi che ascolta la stessa musica dei propri amici (54%) ed un altro insieme che ascolta invece ascolta musica differente (46%). Penso che la poca differenza tra i due gruppi sia motivata dal fatto che il campione della mia ricerca comprende, per mia scelta, un numero superiore alla media di soggetti che seguono lezioni di strumento o canto extrascolastiche e di conseguenza hanno sviluppato una certa soggettività nei gusti musicali. Ho riassunto nei grafici 5.3.1 e 5.3.2 sottostanti i gusti musicali dei due gruppi. Grafico 5.3.1 – Gusti musicali degli intervistati che ascoltano la stessa musica dei loro migliori amici: abb. 26 ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media Grafico 5.3.2 – Gusti musicali degli intervistati che ascoltano musica diversa da quella preferita dai loro migliori amici: abb. ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto Si può notare nei due grafici che le preferenze accordate ai singoli generi musicali sono, in linea di massima, abbastanza simili. Il jazz ed il blues e la musica dei cantautori sono stati scelti maggiormente dal gruppo di intervistati che non ascolta la musica preferita dai loro migliori amici. Penso che questo sia motivato dal fatto che suddetti generi musicali sottintendano preferenze musicali legate ad una maggiore individualità e non fanno parte sicuramente della musica maggiormente di moda. Ritengo che le preferenze accordate alla musica leggera seguano lo stesso andamento perché essa offre una varietà di artisti molto elevata e permette quindi ai soggetti meno legati ai gusti di massa di distinguersi pur restando all’interno dello stesso genere musicale. In ultima analisi ho verificato che esiste una stretta correlazione tra l’importanza data alla musica in generale ed il fatto di condividere con i propri migliori amici la stessa musica. Dai dati raccolti risulta che 95% dei soggetti che danno molta importanza alla musica in generale (vedi grafico 5.1.1) dichiarano di ascoltare la stessa musica preferita dai loro migliori amici. Prendendo in esame invece gli intervistati che seguono corsi di musica (vedi grafico 5.2.1) risulta che il 93% di loro dichiara di avere gusti musicali diversi dai loro migliori amici e quindi di preferire musica differente. 27 Massimo Mirko Roccato 5.4. La famiglia La famiglia contribuisce senza dubbio alla formazione del rapporto con la musica nei soggetti che la compongono. I genitori sono determinanti nell’educazione musicale dei propri figli, intesa come istruzione, preferenze d’ascolto ed anche come abitudine ai piaceri ed agli usi della musica. Anche eventuali fratelli fanno ovviamente parte della famiglia ed assumono un ruolo determinante nella formazione dell’identità musicale dei fratelli più piccoli. In questo caso, frequentemente, i gusti musicali dei figli risultano simili, se non uguali, perché i fratelli maggiori costituiscono un esempio per i fratelli minori e per l’appartenenza alla stessa generazione. Non bisogna inoltre dimenticare che, secondo molte ricerche condotte in campo musicale, ad un livello culturale elevato dei genitori corrisponde una competenza musicale sopra la media da parte dei figli. È prassi diffusa che vi siano discussioni tra genitori e figli inerenti la musica: le occasioni non sono di certo rare, basti pensare a momenti di condivisione musicale passati in automobile, a casa, in occasione di una festa, durante un concerto ecc. Anche se è rarissimo che i gusti musicali dei genitori corrispondano a quelli dei propri figli (analizzando le risposte date alla domanda D2 da parte degli intervistati ho ricavato che solamente il 12% dichiara di ascoltare la stessa musica dei propri genitori), non bisogna tralasciare il fatto che si verificano sicuramente degli scambi di opinione tra le parti in ambito musicale. In particolare nella fase adolescenziale sono tipiche le discussioni tra genitori e figli e questi ultimi, di conseguenza, verranno influenzati dai primi nella percezione dei fenomeni sonori. Analizzando i dati che ho raccolto sono giunto alla conclusione che il 93% degli intervistati che dichiarano di considerare la musica molto importante nella vita di tutti i giorni (vedi domanda A1 del questionario) dichiarano di appartenere ad una famiglia che ascolta spesso musica (vedi domanda D1). Ne deriva che l’interesse nei confronti della musica in età preadolescenziale e successiva dipende in maniera rilevante dall’esposizione musicale alla quale si è stati sottoposti fin da bambini. Ritornando alle risposte date alla domanda D1 è interessante rilevare che nessuno degli intervistati ha affermato che nella propria famiglia non si ascolta ”mai” musica, il 10% “raramente”, il 24% “sì, qualche volta” ed il 66% “sì, spesso”. A questo punto ho raggruppato nei grafici 5.4.1 e 5.4.2 i gusti musicali rispettivamente degli appartenenti a famiglie che ascoltano spesso musica e quelli che hanno famiglie che ascoltano musica qualche volta o raramente. 28 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media Grafico 5.4.1 – Gusti musicali degli intervistati appartenenti a famiglie che ascoltano spesso musica: abb. ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto Grafico 5.4.2 – Gusti musicali degli intervistati appartenenti a famiglie che ascoltano musica qualche volta o raramente: abb. ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto Confrontando i due gruppi di intervistati non si riscontrano differenze sostanziali: l’andamento generale delle preferenze musicali segue la stessa linea. Il primo gruppo ha 29 Massimo Mirko Roccato scelto tutti i generi musicali proposti ed ha dato loro maggiori preferenze in termini di quantità. Mentre il secondo gruppo ha escluso dalle sue preferenze la musica folk e la musica etnica (generi musicali che hanno ricevuto poche scelte anche da parte del primo gruppo) ed ha dimostrato, in generale, una pratica di ascolto musicale meno frequente. Tutto sommato non risulta che l’abitudine alla fruizione musicale delle famiglie incida sulle preferenze musicali dei figli, ma più che altro sull’abitudine all’ascolto musicale di questi ultimi. Ho voluto verificare, successivamente, se il fatto che siano presenti in famiglia dei musicisti o meno incida sui gusti musicali dei ragazzi. Grazie alle risposte date dagli intervistati alla domanda D3 sono giunto alla conclusione che il 36% del campione statistico ha più di un musicista in famiglia, il 22% ne ha uno solamente ed il restante 42% non ne ha. Anche in questo caso ho riassunto nei grafici 5.4.3 e 5.4.4 i gusti musicali dei ragazzi appartenenti rispettivamente al primo ed al terzo gruppo ed ho escluso dalla mia analisi dei dati il secondo gruppo al fine di trovare differenze sostanziali. Grafico 5.4.3 – Gusti musicali dei ragazzi che hanno più di un musicista in famiglia: abb. 30 ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media Grafico 5.4.4 – Gusti musicali dei ragazzi che non hanno musicisti in famiglia: abb. ROCK GOSPEL ETNICA FOLK CLASSICA REGIONALE LISCIO COUNTRY HARDCORE REGGAE CANTAUTORI LATINO TECHNO DANCE BLUES LEGGERA RAP JAZZ molto Confrontando i dati rappresentati nei due grafici ad istogrammi precedenti si notano, a prima vista, differenze notevoli: l’insieme di intervistati che ha più di un musicista in famiglia ha dato preferenze ben orientate (“abbastanza” e “molto”) a tutti i generi musicali oggetto della mia indagine; l’insieme di intervistati che non ha musicisti in famiglia ha espresso preferenze meno frequenti ed ha escluso dalle sue scelte il liscio, la musica regionale e la musica folk; sorprendentemente si notano, nel primo dei due grafici, gusti musicali che comprendono generi atipici (jazz, blues, musica dei cantautori, musica classica) per la fascia di età dei soggetti componenti il campione della mia ricerca. Riassumendo il tutto, si deduce che la presenza di musicisti all’interno della famiglia condiziona sia la quantità dei generi preferiti dai ragazzi che il “tipo” di musica; da musicista mi sentirei di affermare che si avvicinano anche a generi di qualità più elevata (buona), solitamente fruiti da appassionati o addetti ai lavori. 31 Massimo Mirko Roccato 32 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media 6. Conclusioni e possibili sviluppi Tutto sommato mi considero soddisfatto dei risultati ottenuti dall’analisi dei dati ricavati dal questionario. Le mie ipotesi iniziali si sono rivelate veritiere: infatti tutti e quattro i fattori che presumevo determinassero le scelte musicali degli alunni di scuola media hanno portato loro cambiamenti di gusto e di preferenze musicali. Ritengo che la conclusione più rilevante sia legata alla quantità di musica apprezzata in tutti e quattro i casi. Quello che è cambiato principalmente è l’atteggiamento maggiormente “onnivoro”, in relazione alla fruizione di tutti i generi musicali, da parte dei gruppi di intervistati che rispecchiavano la caratteristica di un fattore preso in considerazione. In pratica è emerso che chi considera la musica molto importante nella vita di tutti i giorni, chi suona regolarmente uno strumento musicale o canta, chi ascolta musica differente da quella ascoltata dai suoi migliori amici, chi ha una famiglia che ascolta spesso musica o ha all’interno di essa almeno due musicisti apprezza una gamma di generi musicali molto più ampia rispetto alla media. A dire il vero non mi aspettavo dei risultati così definiti nell’analizzare il fattore “amici” perché ritenevo gli intervistati immaturi per avere già sviluppato una certa autonomia ed un personale spirito critico nei confronti della musica. Anche nel caso dell’importanza data alla musica, ero alquanto pessimista sui risultati che avrei ottenuto dal mio campione di intervistati. Invece in ambedue i casi mi sono ricreduto e sono rimasto sorpreso nel momento in cui ho raccolto i dati nei grafici ad istogrammi. Sarebbe interessante analizzare, in un’altra ricerca simile, altri fattori che potrebbero influenzare le preferenze musicali dei ragazzi: - il luogo dove si vive, ovvero se si abita in una realtà urbana (una città o un paese in prossimità di essa) oppure in una zona periferica (centri abitati abbastanza isolati situati in campagna o in montagna) - le origini, ovvero la provenienza geografica e quindi culturale della famiglia di appartenenza. Inoltre si potrebbe sviluppare una ricerca simile con ragazzi che frequentano le scuole superiori per verificare se i risultati ottenuti sono simili a quelli degli allievi delle medie oppure diversi. Sarebbe interessante verificare come cambiano (se cambiano) i gusti musicali di ragazzi più maturi, quindi con un carattere, una personalità ed uno spirito critico-musicale maggiormente formati. Oppure elaborare una ricerca simile in un conservatorio in modo tale 33 Massimo Mirko Roccato da avere a disposizione un campione di intervistati con una sensibilità musicale particolarmente sviluppata e con gusti musicali più ricercati e particolari. Ritengo che, grazie a questa ricerca, potrò progettare in futuro delle lezioni più coinvolgenti per i ragazzi che frequentano le scuole medie. Mi riferisco a quelli di terza, in particolare, perché sovente è proprio a loro che vengono proposte delle lezioni di educazione musicale inerenti i generi. Potrò progettare lezioni che trattano argomenti a loro più vicini avendo una visione più accurata del loro orientamento nelle preferenze musicali. In questo modo crescerà la loro motivazione rendendo maggiormente efficace il mio apporto di insegnante. In conclusione, vorrei esporre una riflessione personale. Mentre analizzavo i questionari di alcuni ragazzi ho pensato che anch’io avrei, quando avevo la loro età, risposto alle domande allo stesso modo. Ho pensato di conseguenza che in effetti i miei trascorsi musicali, che mi sono serviti da stimolo per sviluppare la mia ricerca, sono in parte rivissuti da altri. Onestamente non pensavo, per come ritengo sia considerata la musica in generale al giorno d’oggi, fosse possibile che mi capitasse di provare una così piacevole sensazione. 34 Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media 7. Bibliografia Becker, H. S. (1982). Art worlds. Berkeley: University of California Press. Gardner, H. (2002). Formae mentis. Milano: Feltrinelli. Gelder, K. & Thornton, S. (1997). The subcultures Reader. London: Routledge. North, A. & Hargreaves, D. (2008). The Social and Applied Psychology of Music. Oxford: Oxford University Press. Riesman, D. (1950). The lonely crowd. New Haven: Yale University Press. Dell. Trad. It. La folla solitaria. Bologna: Il Mulino, 1999. Sloboda, J. A. (2002). La mente musicale. Bologna: Il Mulino. Weber, E. W. (2005). La musica al centro. Mainz: Educultura Edizioni. Questa pubblicazione, Fattori che influenzano i gusti musicali dei ragazzi di scuola media, scritta da Massimo Mirko Roccato, è rilasciata sotto Creative Commons Attribuzione – Non commerciale 3.0 Unported License. 35