L`Unione - Unione Pensionati Unicredit

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Dicembre
2015
Anno III°
Num. 10
Organo d’informazione interna dell’Unione Pensionati Gruppo UniCredit
Sicilia Orientale e Calabria
Sede: Corso Sicilia, 8 – 95131 – Catania – telef.0959521977
Redattori: Ninì Renzo Pappa, Pasquale Alessandro, Antonino Magrì, Michele Pitrone
Periodico redatto stampato e distribuito in proprio, gratuitamente ed esclusivamente, al personale in quiescenza
Il Presidente, il Consiglio di Gruppo e la Redazione augurano ai soci
ed alle loro famiglie un Buon Natale ed un Felice Anno Nuovo.
Cari Amici,
gli accadimenti di questi giorni a Parigi, ma in generale lo stato di tensione che
pervade l’intero mondo occidentale, ci prospettano un futuro pieno di incognite a cui
non è facile dare risposte.
Pertanto desideriamo aggiungere ai tradizionali Auguri di fine Anno un augurio che
tutti auspichiamo
PACE
PACE
Per trovare un momento di incontro e trascorrere insieme qualche ora per
scambiarci gli Auguri si invitano tutti i soci a raggiungerci rispettivamente:
- per la provincia di Catania, il 16 dicembre nella Sede di C.so Sicilia, 8 terzo
piano (h 10.00)
- per la provincia di Messina, il 18 dicembre nei locali del Cral di Via 27
Luglio, 60 (h 10.00)
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Anno III°
Num. 10
E SONO 10 ( DICONSI DIECI ): AUGURI !!!!!!!!!
Cari amici, vi preghiamo di guardare bene
l’immagine accanto: in alto a sinistra c’è
scritto “Catania Settembre ’05“.
Infatti sono proprio trascorsi 10 anni da
quando, per una felice intuizione dei colleghi
( in ordine strettamente alfabetico ) Alessi,
Bongiovanni e Vadalà , ha visto la luce il
primo numero del nostro giornale dal titolo
“Lo Jonio“.
Da allora ne abbiamo fatto di strada:
ovviamente la “creatura“ è cresciuta e ci ha
fatto (almeno speriamo) tanta compagnia.
Abbiamo
superato
tante
difficoltà
specialmente in quei frangenti in cui non si
riesce a trovare molto materiale da pubblicare
ed inesorabilmente si avvicina il giorno
della spedizione del giornale !!!!!!!.
In effetti abbiamo spesso ripetuto che non
occorre essere giornalisti o scrittori per poter
partecipare alla stesura del mensile ma
solamente un po’ di buona volontà per
mettere “nero su bianco“ le proprie
considerazioni su un qualsiasi argomento che
non sia di natura religiosa o politica: basta
infatti parlare di attualità, proporre delle
ricette culinarie, suggerire percorsi o gite
turistiche,esprimere giudizi (quelli costruttivi
sono sempre ben accetti) e tant’altro ancora.
Da parte nostra - ve lo possiamo assicurare c’è stato e ci sarà sempre il massimo
impegno per cercare di migliorare il
“prodotto finito “ !!!!!!!.
Con la speranza quindi di ricevere molto di
più di quanto fin qui ottenuto, questa
Redazione tutta vi ringrazia anticipatamente e
vi invia le più vive affettuosità.
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Anno III°
Num. 10
La … domandona!!!
Ma il S. Natale è cambiato?
Che strana domanda! Certo che no, siamo noi ad esser cambiati.
Man mano che l’età avanza la memoria remota prende il sopravvento e mi rivedo bimbetto correr
per casa a cercare i giocattoli che i miei (i genitori e tre
sorelle parecchio più grandi me) avevano nascosto nei
posti più impensati, negli anfratti più nascosti. Ma questo
accadeva dopo la cena con tanti parenti, e che cena.
Gradivo di più i dolci, specie quelli a base di cioccolato. E
risento mia madre dire. “Adesso basta, se no ti viene il
mal di pancia!”. Bei ricordi.
E poi affiora un altro ricordo. Sempre a casa dei miei, ma
la scena è cambiata: sono grande, sono sposato, ho due
figli. Anche le mie sorelle han trovato marito e, due di
esse, hanno anche due figli ciascuna e di questi tre sono sposati ed hanno a loro volta figli. Una
tavolata d’una ventina di persone. E i miei figli, essendo i più piccoli, al centro dell’attenzione. Che
gioia rivedere i loro visini estasiati davanti ai giocattoli, di tutte le fogge e colori. Pur essendo
lontano per lavoro non c’è stato Natale che non abbia passato insieme a loro.
La morte di mio padre mise fine a tutto questo. In famiglia aspettavamo il Natale di quell’anno con
apprensione, tensione, trepidazione; non avevamo ancora deciso cosa fare quando un cognato di
mia moglie colse l’occasione per toglierci d’impaccio e offrici serenità: “Da quest’anno tutti da
me!” con un tono che non ammetteva repliche. E così fu.
Oggi - dopo trent’anni, pur se lui non c’è più – la tradizione continua a casa d’una delle sue figlie. E
siamo sempre in tanti (quasi una trentina) e stavolta con i miei nipotini a fare da calamita.
E già, adesso sono nonno e (provare per credere) non c’è
nulla di più bello, di più appagante, che dà la maggiore
soddisfazione d’un nipotino che ti dice: “Nonno prendi
braccio”. Vedere come si entusiasma quando Babbo
Natale (uno dei miei figli col vestito rosso e la barba
bianca per camuffarsi) che tira fuori i giocattoli dal sacco.
E quando è andato via, con quale gioia stracciare la carta
d’ogni pacco per vedere il giocattolo all’interno.
No, il Natale non è cambiato. Il clima festoso è sempre lo stesso. Cambiano gli attori, generazione
dopo generazione. Tanto non è cambiato che, guardandoci attorno, vediamo sempre le stesse cose e
non mancano neppure le “dolenti note”: qualche attentato qua e là, qualche migrante inabissato nel
Mediterraneo, qualche politico che si disinteressa del bene comune per occuparsi dei suoi interessi,
qualche morto nelle guerre di mafia, qualche azienda che chiude i battenti, qualche “esodato” in più
e tante altre cose di questo genere.
No, il Natale non è affatto cambiato e, pertanto, porgo i miei più calori auguri a tutti ed un pensiero
va a coloro che, purtroppo, non lo stanno vivendo in serenità.
Auguri a tutti dal vostro
Mario Alessi
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OSSERVATORIO MONTANO
Il fatto: nella notte del 13 giugno 2006 Ermes Mattielli da casa sua sente l’allarme inserito in un
deposito di ferro vecchio di sua proprietà distante circa 100 metri. Avendo già subito svariati furti
ad opera di ignoti, si rimette la protesi perché ha una gamba amputata diversi anni fa ed armato di
una pistola regolarmente detenuta si avvia verso il deposito. Qui trova due ragazzi che non appena
vistisi scoperti scappano; il M. spara colpendo uno alla schiena e l’altro al femore.
Il magistrato di Schio (siamo nel Veneto), per l’accusa di eccesso doloso di legittima difesa lo
condanna ad un anno di reclusione per lesioni. Nel prosieguo la sentenza viene appellata ed in data
7 ottobre 2015 ( dopo nove anni) il Tribunale di Vicenza condanna il M., per duplice tentato
omicidio, a 5 anni e 4 mesi di reclusione nonché a risarcire per i danni causati ai due ladri la somma
di 135 mila euro.
Il Mattielli in data 11 novembre 2015 muore per un infarto (era già cardiopatico). Un suo cugino
rinuncia all’eredità per non trovarsi a pagare il predetto risarcimento. Pertanto la casa ed il deposito
già di proprietà del Mattielli con molta probabilità passeranno nella disponibilità dei due ladri.
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In maniera sintetica ho riassunto il fatto di cui sopra lasciando a voi lettori le considerazioni del
caso ma non volendo esimermi dal dare una mia valutazione del fatto che, ovviamente in quanto
personale, lascia il tempo che trova così commento.
Certamente il M. dopo aver sentito l’allarme avrebbe dovuto chiamare i CC ma, sicuramente
esasperato dai continui furti, ha preferito affrontare i ladri e poi anziché sparare in aria ha mirato al
bersaglio grosso.
Certamente però non può la giustizia italiana dopo nove anni arrivare alla condanna per duplice
tentato omicidio dopo la precedente condanna di un anno per l’accusa di eccesso doloso di
legittima difesa. Con molta probabilità il processo sarebbe sfociato (chissà in quale anno !!!!) al
terzo grado di giudizio se l’avvocato di M. avesse appellato la seconda sentenza.
Al momento è vigente la legge n° 59 del feb 2006 che ammette la legittima difesa quando ci
troviamo in casa nostra e c’è pericolo per le persone e/o la proprietà ma sempre e comunque deve
esserci proporzione tra l’offesa e la difesa. Ora però occorre dire che spesso nella cronaca
quotidiana si legge di fatti di sangue dove ci sono persone aggredite nelle loro abitazioni o
commercianti aggrediti nei loro negozi che reagiscono e successivamente vengono sottoposti dalla
giustizia italiana a veri e propri gironi danteschi dove la possibilità di uscire a “riveder le stelle”
diventa sempre difficile e sicuramente con grossi sacrifici economici e psicologici.
Per cui bisognerebbe, a mio avviso, in primis essere maggiormente tutelati dalle nostre forze
dell’ordine che sicuramente andrebbero meglio supportate in termini di mezzi ed equipaggiamenti
ed infine chiarire con idonea legge che la reazione ad una aggressione non può essere determinata in
anticipo poiché in quei frangenti, dove c’è in gioco la vita tua e/o dei tuoi cari e perché no la
salvaguardia dei tuoi averi, non si può decidere di calibrare la difesa in base all’offesa che si sta
subendo.
A volte si ha l’impressione che decidendo di comportarsi in maniera onesta ed essere persone per
bene sia molto più difficoltoso di comportarsi in maniera disonesta e/o imboccare la strada della
delinquenza.
Nino Magrì
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Anno III°
Num. 10
FESTIVITA’ NATALIZIE :
CHE CESTINI REGALARE ?
Quale cestino in occasione delle festività ? Sino a parecchi anni fa era tradizione inviare i soliti
dolci tradizionali (panettoni, torroni, ecc) accompagnati da bottiglie di champagne o spumante (a
seconda che il destinatario fosse un VIP o un…..comune mortale).
Da un po’ di tempo a questa parte però c’è stata una certa inversione di tendenza. Infatti pur
continuando ad essere valido il cestino tradizionale si sta affermando sempre di più la confezione di
prodotti di genere eno-alimentare costituiti dalle cosiddette “eccellenze“ per le quali, nei nostri
territori, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Pensate ad esempio ai prosciutti, salumi, formaggi, prodotti conservati e vini doc. Come esempio ci
piace citare: il salame di S.Angelo, capocollo e prosciutto del suino nero dei Nebrodi, la ‘nduja
calabrese, la provola ragusana e quella dei Nebrodi (tra cui quella al “cuore di limone“), per passare
al pistacchio di Bronte con tutti i suoi derivati (avete mai provato il “primosale” farcito appunto al
pistacchio ?), il miele in tutte le sue varietà, i vini doc da dessert e da pasto (Calabria e Sicilia ne
producono molti ed eccezionali).
Per chiudere i prodotti dolciari anch’essi tipici: cioccolato di Modica, paste di mandorla e, come da
tradizione, il panettone tenendo ben presente che ce ne sono di ottimi che vengono prodotti nelle
nostre pasticcerie e che, sicuramente, sono più freschi di quelli prodotti industrialmente.
LO SAPEVATE CHE ?
Lo sapevate che il “Ficus macrophylla
subsp. columnaris“ di Piazza Marina a
Palermo è l’albero più grande d’Europa
secondo l’Accademia dei Georgofili ?
Fu piantato nel 1863 nel Giardino Garibaldi
- progettato e costruito dall’arch.Basile ed ha 10.000 metri cubi di chioma fogliare,
30 metri di altezza e la circonferenza del
tronco misura oltre 21 metri.
E’ evidente che quest’albero ha trovato
clima e terreno adatti per crescere
distruggendo ed inglobando le piante che
crescevano vicine (motivo per il quale
viene chiamato “strangolatore“). Una
curiosità : nei suoi pressi fu ucciso il
famoso poliziotto italo-americano Joe
Petrosino.
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Num. 10
MOSTRE ED EVENTI
MATTIA PRETI : “ IL CAVALIERE CALABRESE “
Televisione e stampa ne hanno dato ampio risalto: per la prima volta a
Roma viene organizzata una mostra sulle opere di Mattia Preti, celebre pittore
calabrese tra i maggiori esponenti dell’arte italiana del seicento.
La mostra, intitolata
“Mattia Preti: un giovane nella Roma del dopo
Caravaggio“, si inserisce nelle iniziative per la celebrazione del IV centenario
della nascita del pittore.
Alla Galleria Nazionale d’Arte Antica situata nel Palazzo Corsini (ove ha sede anche la Biblioteca
dell’Accademia dei Lincei ) sono esposte ventidue opere provenienti da prestigiosi musei, tra cui gli Uffizi e
la Pinacoteca di Brera, ma anche collezioni private londinesi e svizzere.
Presenti anche inediti e capolavori della produzione giovanile dell’artista. Tra gli ideatori della mostra il
noto critico d’arte Vittorio Sgarbi. Sarà aperta al pubblico dal 28 ottobre 2015 al 18 gennaio 2016 con
l’intento di approfondire la formazione artistica del pittore nella Roma papale dopo la morte di Caravaggio.
Mattia Preti nacque a Taverna (CZ) nel 1613 e morì a La Valletta nel 1699. Iniziò la sua carriera
artistica a Roma (dove abitò assieme al fratello Gregorio, anch’egli pittore) apprendendo le tecniche
caravaggesche e rimanendone notevolmente influenzato. Nella capitale rimase per circa 25 anni e
dopo alcuni viaggi all’estero si trasferì a Napoli: in questa città Mattia Preti contribuì allo sviluppo
della “scuola pittorica napoletana“. Trasferitosi infine a Malta realizzò circa 400 opere tra affreschi e
tele. Fu fatto Cavaliere da Papa Urbano VIII durante il suo soggiorno a Roma ed in relazione a questa
nomina ed alla sua terra di origine fu soprannominato appunto “ Il Cavaliere Calabrese “.
Si è invece inaugurata a Palermo presso il Palazzo
Sant’Elia il 4 ottobre e durerà sino al 6 gennaio 2016 la
mostra “Capolavori che si incontrano “.
Un’occasione unica per vedere le più importanti opere
d’arte provenienti dalla collezione curata da Fernando
Rigon e che comprende ottantasei opere del Bellini,
Lippi, Bassano, Tintoretto, Caravaggio e Tiepolo.
L’evento è promosso da Banca Nuova
in
collaborazione con la Banca Popolare di Vicenza e si
propone come “momento di riflessione su alcuni dei
temi più trattati nei secoli della pittura e come un vero
e proprio incontro mirato ad avvicinare, nella lettura
iconografica, dipinti di differente scuola e di diversa
epoca ed origine“.
La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle
ore 10 alle 18,30: ingresso gratuito.
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Anno III°
Num. 10
L’ANGOLO DEL BUON UMORE E DEL RELAX
COSI’, TANTO PER SORRIDERE
HANNO DETTO
CALCIO
Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, di gente
che sa fare il pane, di gente che ama gli alberi e
riconosce il vento. Bisognerebbe stare all’aria
aperta almeno due ore al giorno. Ascoltare gli
anziani, lasciare che parlino della loro vita.
Costruirsi delle piccole preghiere personali ed
usarle. Esprimere almeno una volta al giorno
ammirazione per qualcuno. Dare attenzione a chi
cade e aiutarlo a rialzarsi: chiunque sia. Leggere
poesie ad alta voce, far cantare chi ama cantare. In
questo modo non saremo tanto soli come adesso,
impareremo di nuovo a sentire la terra su cui
poggiamo i piedi ed a provare una sincera
simpatia per tutte le creature del creato.
L’allenatore al “pupone“ (Totti).
Insomma Francesco, in questa squadra chi
conta di più, tu o io ?
Non lo so Mistere, io so contà sino a 1.000.
E lei ?
ANIMALI ( Tra cani )
Come ti chiami ?
Lessy, e tu ?
Scrissy.
(Franco Armimio – Paesologo – dal libro
SCOLARI
“Geografia commossa dell’Italia interna “ )
La maestra durante un corso di psicologia
dice agli alunni: chi si sente stupido si alzi.
Ma nessuno si alza tranne Pierino. E la
maestra: ti senti stupido Pierino ?
No signora maestra, soltanto mi dispiace a
vederla in piedi da sola
Abbiamo fame di tenerezza. In un mondo dove
tutto abbonda siamo poveri di questo sentimento
che è come una carezza per il nostro cuore.
Abbiamo bisogno di questi piccoli gesti che ci
fanno star bene… La tenerezza è un amore
disinteressato e generoso che non chiede
nient’altro che essere compreso ed apprezzato.
MEDICI
Il ginecologo esce dalla sala parto e il marito
della partoriente gli si avvicina e gli chiede :
Dottore, è maschio ?
Certo che lo sono, non si vede ?
( Alda Merini )
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Anno III°
Num. 10
Questo mese gli auguri vanno a :
Alessandro Natala (25) Aversa Rosaria (2) Bonanno Salvatore (15) Demma Maria Luisa (18)
Esposito Domenico (12) Galota Giovanni (13) Garozzo Angelo (29) Mallamo Felice (17) Marra
Antonio (18) Migliaccio Concetta (14) Morelli Antonio (18) Navarria Rosaria (22) Panarello
Antonina (24) Pellegrini Mariangela (7) Rossello Lucietta (19) Tedeschi Salvatore (8)
buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno
buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno
LA VIGNETTA DEL MESE
LA FOTO CURIOSA DEL MESE
Crisi idrica a Messina. Problema molto,
ma molto serio. Prendiamola sullo scherzo….
Attenzione alla segnaletica: se girate a destra
resterete fott…, pardon, fregati.
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Anno III°
Num. 10
LA BATTAGLIA DI NAULOCO di Pasquale Alessandro
Dopo gli accordi di Brindisi, nel 40 a.C., tra
Ottaviano e Marco Antonio con cui fu rinnovato il
triumvirato, Ottaviano si dedicò a chiudere la
partita con Sesto Pompeo, che con quanto restava
delle armate del partito repubblicano aveva
occupato la Sicilia nel 42 a.C. effettuando un
blocco navale contro Roma che si era così trovata
senza adeguati rifornimenti granari.
Nel 38 a.C. Ottaviano, battuto in mare da Sesto
Pompeo e riportando gravi perdite, richiamò dalla
Gallia, Marco Vipsanio Agrippa e Marco Antonio
gli procurò 120 navi. Agrippa riuscì a conquistare
la città di Tindari trasferendo lì le milizie di terra e
facendone il proprio caposaldo in terraferma
mentre Sesto Pompeo era in possesso di Milazzo e
di tutti i luoghi tirrenici fino a Capo Peloro.
Ritenendo la propria flotta superiore a quella di
Ottaviano, Pompeo gli propose di risolvere la
disputa con una battaglia navale. Le due flotte si
scontrarono tra il promontorio di Milazzo e
Nauloco, dove era ancorata l’armata di Pompeo, il 3 settembre del 36 a.C. Entrambe le flotte erano
composte da 300 navi, tutte dotate di artiglieria ma Agrippa comandava le unità più pesanti, armate con
l’arpagone, una versione più recente del corvo. Era una sorta di catapulta che lanciava arpioni contro la
nave nemica che così veniva bloccata e tirata per essere abbordata. Agrippa usò la sua nuova arma con
grande efficacia, riuscendo a bloccare le navi più maneggevoli di Sesto e, dopo una lunga e sanguinosa
lotta, riuscì a sconfiggere il nemico.
Agrippa perse solo 3 navi mentre ne affondò 28 e le altre vennero catturate o bruciate. Solo 17 riuscirono
a fuggire. Come conseguenza di questa sconfitta, Sesto Pompeo riuscì a fuggire in Oriente dove venne
catturato e giustiziato da un ufficiale di Marco Antonio e dopo questa vittoria e l’estromissione di Marco
Emilio Lepido dal triumvirato, Ottaviano divenne il padrone indiscusso della parte occidentale dei
possedimenti romani.
Ma dove si trovava effettivamente Nauloco? E cosa era esattamente? In tutti questi secoli gli storici si
sono affannati nel cercare di individuare la località chiamata Nauloco, giacché nessuno ha dato
descrizioni sufficienti a poterne individuare con certezza il sito. Analizzando la particolare morfologia
del territorio (la costa, all’epoca, era diversa da oggi) tra Milazzo e Capo Rasocolmo il litorale
presentava una serie di piccole lagune protette dal mare da cordoni sabbiosi e all’interno di queste lagune
potevano rifugiarsi le navi: erano i naulochi.
Il nauloco di Sesto Pompeo doveva trovarsi all’incirca a Villafranca Tirrena, in provincia di Messina.
Nauloco, dal greco Naulocha, significa rifugio per le navi e dal suo nome appare chiaro che fu
soprattutto un cantiere navale e un bacino di grande capienza in grado di ospitare le 300 navi di Pompeo.
( nella foto la lapide sulla facciata del Municipio di Milazzo in ricordo della storica battaglia )
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Anno III°
Num. 10
Presepi viventi
Il Natale, dopo la Pasqua, è la festa più importante della
Cristianità. Ma forse è la più sentita per le atmosfere che riesce
a creare. Infatti oltre che dal punto di vista strettamente
religioso offre tanti altri spunti che di religioso hanno poco.
Una delle tradizioni più caratteristiche nelle nostre zone è
costituita, tra le tante, dai presepi viventi.
A parte quello di Custonaci che si trova però nella parte
occidentale della Sicilia ed esattamente in provincia di Trapani
(forse il più suggestivo del territorio siculo-calabro), vi
segnaliamo quelli che ci interessano più da vicino in quanto si
svolgono nella Sicilia Orientale ed in Calabria.
Quanto sopra nell’intento di agevole le vostre scelte ove decidiate di visitarne qualcuno vicino ai vostri
luoghi di residenza.
Sicilia Orientale
Messina e provincia : Natale con gioia a Castanea (villaggio collinare del capoluogo) - Betlemme a Forza
d’Agrò - Presepe vivente di Montalbano Elicona .
Enna e provincia. : Presepe vivente di Agira.
Catania e provincia : Presepe vivente nei carruggi a Caltagirone - Natale nei vicoli a Mineo - Presepe
vivente degli antichi mestieri del villaggio ad Aci Sant’Antonio.
Ragusa e provincia : Presepe vivente al Parco Forza ad Ispica - Presepe vivente a Monterosso Almo Presepe vivente al Castello dei Conti a Modica – Presepe vivente nella Cava Raniolo a Comiso – Presepe
vivente nella Cavuzza a Scicli - Presepe vivente di Giarratana.
Siracusa e provincia : Presepe vivente nelle grotte di Kadra a Francofonte – Presepe vivente del Santuario
della Scala a Noto – Presepe vivente di Palazzolo Acreide – Presepe vivente di Avola antica di Avola.
Calabria
Cosenza e provincia : Presepe vivente a Panettieri – Presepe vivente di Macchia di Spezzano Piccolo Presepe vivente di Soriano Calabro .
Reggio Calabria e provincia : Presepe vivente di Ceramida di Bagnara Calabra - Presepe vivente di Calanna
- Presepe vivente di Cannitello di Villa S.G.
Vibo Valentia e provincia : Presepe vivente di Joppolo.
Per quanto ad abbondanza si invitano i lettori che volessero visitare i siti di cui sopra a contattare
previamente ( via e-mail o telefonicamente ) uffici turistici, pro-loco e quant’altro per avere notizie
aggiornate sulle date, orari e conferma che le manifestazioni si svolgano effettivamente.
( in alto a destra il logo del Presepe di Castanea delle Furie, villaggio collinare di Messina )
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