PERCHE’
LAMENTARSI RENDE
STUPIDI
Lamentarsi: Sono così
incompreso che non si
comprendono neanche i
miei lamenti di essere
incompreso - SØREN KIERKEGAARD
Recenti ricerche scientifiche fatte anche alla
Stanford University hanno dimostrato che
ascoltare per più di 30 minuti al giorno
contenuti intrisi di “negatività” nuoce a livello
cerebrale. La lamentela viene processata in
quella parte di cervello dedicata alle funzioni
cognitive normalmente usata per risolvere i
problemi e la sua presenza causa
letteralmente una rimozione di neuroni.
Senza prestare attenzione al nutrimento
che diamo al nostro cervello i neuroni sono
a rischio e il malessere è garantito. Un
ulteriore studio di Eurodap sostiene che il
90% degli italiani vive in un costante stato
di allarme. I media mettono in primo piano
informazioni allarmanti, tragiche e
scabrose, fornendo una selezione che può
solo incoraggiare gli stati d’ansia e tensione
come concimi per la paura, la disillusione e
la perdita di speranza. Ma, secondo quanto
emerso dalle ultime ricerche, anche
l’esporsi a negatività durante quella che
dovrebbe essere una semplice pausa caffè,
può avere lo stesso effetto “nocivo”. Basti
pensare ai tipici monologhi tra colleghi:.
“Non se ne può
più!”
“Qui non cambia mai
niente!”
“Bisogna scappar via
subito da questo Paese!”
Per una forma di cortesia o per desiderio di
compiacere, ci ritroviamo ad annuire e a
subire, e senza nemmeno rendercene conto
a rinforzare e incoraggiare lo “stato di
lamentela”. Che è molto diverso dal
prendere coscienza e condividere la ricerca
di soluzioni.
Ecco l’amara verità decretata dalla ricerca:
le vibrazioni emesse da chi si “lamenta” in
nostra presenza emettono onde magnetiche
sui neuroni dell’ippocampo del ricevente (i
neuroni risolutori di problemi) spegnendoli.
I suoi e i nostri.
Perchè?
I neuroni, i nostri “paladini e soldati
dell’intelligenza” vanno in modalità off
perché il nostro cervello, che cataloga gli
impulsi ricevuti, reputa la lamentela un
contenuto di basso livello. E se i neuroni si
spengono, non è difficile immaginare
quanto questo sia a discapito delle capacità
cognitive, intellettive, umorali.
Conseguentemente sarà facile perdere
colpi in creatività e in capacità di risolvere
agilmente i problemi o uscire da situazioni
LETTURE PER LA FELICITA’
critiche utilizzando inventiva e
immaginazione di possibili soluzioni.
Per confermare queste ultime ricerche e
anche per avere qualche chiarimento in
materia, ho intervistato la Dottoressa Erica
Francesca Poli. La dottoressa mi ha
raccontato che nutrire il cervello con
pensieri negativi equivale a rinforzare le
stesse reti neurali che hanno provocato il
disagio iniziale, innescando un circolo
vizioso da cui poi è difficilissimo uscire. Al
contrario è proprio lo sforzo di superare un
momento di crisi che crea nuove
prospettive e nuove reti neurali.
Neuroplasticità come
elisir di giovinezza
Le persone che scelgono consapevolmente
di trasformare le cosiddette “crisi in
opportunità” sono di fatto i benefattori
della neuroplasticità del loro cervello. Veri
e propri architetti di reti neurali.
Per sbloccare le situazioni difficili
Dottoressa Poli sugerisce di evitare
situazioni e persone lamentose per
definizione. Oltre al danno cerebrale, più
tempo passiamo con una persona negativa,
più è probabile che imiteremo il suo
comportamento.
E per prevenire quanti penseranno che
questo sia il solito post di “positività
gratuita”, e che qui non c’è niente di cui
essere fiduciosi, e che i fatti sono sotto i
nostri occhi… Ecco vorrei dire che: una cosa
è avere la capacità di vedere le negatività
che abbiamo intorno, e un’altra è vedere le
cose negativamente. Abbiamo il nostro
cervello, usiamo per trovare soluzioni alle
difficoltà.
LAMENTARSI RENDE STUPIDI
Che le cose siano così
non vuol dire che
debbano andare così.
Solo che quando si
tratta di rimboccarsi le
maniche e cominciare a
cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è
allora che la stragrande maggioranza
preferisce lamentarsi piuttosto che fare.
(Giovanni Falcone)
Il Fatto Quotidiano -29 luglio 2015
E
quindi?
Nel libro “Tre semplici passi: una mappa
per il successo nel lavoro e nella vita”
l’imprenditore Trevor Blake, spiega che
stare ad ascoltare i problemi (spesso piccoli
e ininfluenti) di persone a noi vicine, in
ambito affettivo o nell’ambiente di lavoro,
influisce negativamente sull’ippocampo,
una zona cerebrale responsabile anche
nella risoluzione dei problemi, e sui
neuroni.
Bastono solo 30 minuti di piagnistei
quotidiani per impegnare tale parte del
cervello distogliendola da altri compiti più
importanti e limitando, nel tempo, la
nostra capacità di pensiero.
Il problema non deriva solamente da chi ci
circonda, da coloro che vedono tutto
negativo, da chi è convinto che il mondo (o
un’entità eterea) ce l’abbia con lui. Sono
anche le lamentele televisive, quelle dei
talk-show o i dati negativi sviscerati al
telegiornale, per intenderci, ad avere
effetti di disturbo sulle nostre capacità
cognitive. D’altronde, che i problemi ci
creassero molta ansia e difficoltà di
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concentrazione è cosa che già ciascuno di
noi ha sperimentato personalmente, senza
bisogno di studi scientifici. Ma qui, però, si
parla delle lamentele altrui.
Cosa fare? Sembra brutto a dirsi, ma
bisogna essere una volta tanto egoisti.
Dobbiamo allontanarci quanto prima
possibile da chi incomincia il solito, inutile,
irrisolvibile piagnisteo. Qualcuno suggerisce
di comportarsi alla Homer Simpson, che a
volte isola il cervello quando la moglie si
arrabbia, oppure si tura le orecchie e inizia
a cantare ad alta voce “LA-LA-LA-LA-LA-LALA-LA-LA”!
Altri suggeriscono di portarsi delle comode
cuffiette stereo con musica rilassante negli
ambienti di lavoro. O, peggio, ricorrere a
tappi per l’orecchio. Tutte misure non
sempre applicabili quando si lavora: se il
gran capo ci chiama o ci telefona e noi non
rispondiamo in tempo, rischiamo di sorbirci
anche le sue, di lamentele! Si potrebbe dire
in modo energico alla persona lamentosa di
darci un taglio ma potremmo peggiorare la
situazione.
Più utile è cercare di rassicurare chi si
lamenta di continuo tramite dei gesti o
delle parole che possono trasmettere
positività. E se anche questo non dovesse
funzionare, potete passare al contrattacco
e iniziare a lamentarvi anche voi con la
persona pessimista, costringendola ad
ascoltare i vostri problemi.
Magari, oltre a distogliere la sua attenzione
dalle cose negative, la farete riflettere sul
fatto che, in fondo, ognuno ha i propri
guai!
Urbanpost -ottobre 2013
LAMENTARSI RENDE STUPIDI
Ricordiamoci sempre che
la “Mente mente”
Con un po' di attenta osservazione (e
Presenza!), ci sorprenderemo di quante
volte ci troviamo di fronte a queste azioni.
Non solo in prima persona, ma riusciamo
anche, nella nostra beata ignoranza, a
trasformare il nostro cervello in cestino
della spazzatura per le lamentele degli
altri.
Tutti conosciamo qualcuno che rende
teatrale ogni compito presente nella sua
vita, qualcuno che
afferma spesso
"Capitano tutte a me!", o l'oberato che fa
tutto lui e porta sulle spalle il peso del
mondo... Questo è normale dal momento in
cui ognuno guarda un suo film, credendolo
realtà oggettiva universale.
Fiosiologicamente, le celulle del nostro
cervello si specializzano con contenuti di
basso livello, perdendo nel tempo in
creatività e capacità di risolvere le
situazioni critiche, uscire dalle difficoltà e
mettere in moto l'inventiva, cosa che si
sviluppa normalemnte nelle persone che
invece di scegliere la lamentela,
trasformano le "crisi" in opportunità: un
cervello in movimento, volto
continuamente a creare, permette
nell'insieme di essere più consapevoli.
Esotericamente accade che la personalità
sta agendo con il pilota automatico,
addensando sempre di più quel meccanismo
per cui l'ego prende il sopravvento
sull'Essere. Ovviamente, questa percezione
esula dall'insieme di cui facciamo parte e ci
allontana sempre più dalla Realtà Reale,
cristallizzando gli schemi (e i programmi
mentali) che ci fanno percepire la virtualità
come realtà oggettiva.
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LETTURE PER LA FELICITA’
Energeticamente sappiamo bene, anche
grazie alle moderne scoperte della Fisica
Quantistica, che dove il pensiero va,
l'energia fluisce e crea! Più i miei pensieri
sono orientati alla mia sfortuna, alla crisi e
il lavoro che scarseggia, al politico che si fa
le vacanze di lusso alla faccia del popolo
che muore di fame eccetera, più sto
nutrendo di energia quella determinata
situazione. Psicologimente si creerà un
circolo vizioso, per cui tali pensieri,
LAMENTARSI RENDE STUPIDI
diverranno l'unica realtà possibile,
moltiplicando le situazioni attorno a me a
conferma di questo.
La scienza delle vibrazioni - agosto 2014
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