Dipartimento di Elettrotecnica ed Elettronica Politecnico Di Bari Corso Di Formazione In Smart Grids per La Gestione Efficiente Delle Risorse Energetiche Misura dell’energia e Qualità dell’energia Misura dell’energia e Qualità dell’energia Indice Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Introduzione pag. Le problematiche della Power Quality pag. Introduzione pag. Standard di classificazione dei disturbi pag. Lo standard EMC dell’IEC pag. Lo standard IEEE 1159-1995 pag. Classificazione CIGRÈ pag. Classificazione in eventi e variazioni pag. Classificazione e caratterizzazione dei disturbi pag. Eventi e Interruzioni pag. Sovraelevazioni di tensione (Voltage swells) pag. Rapide variazioni della tensione pag. Sovratensioni transitorie pag. Variazioni pag. Variazioni della fase pag. Distorsioni nella forma d’onda pag. Variazioni lente di tensione pag. Squilibrio nella tensione pag. Fluttuazioni di tensione pag. Trasmissione di segnali sulla rete di alimentazione pag. Variazioni della frequenza pag. Notching di tensione pag Noise pag. Effetti dei disturbi sugli utenti e compatibilità elettromagnetica pag. Generalità pag. Concetti di compatibilità elettromagnetica pag. Definizioni e riferimenti normativi pag. Aspetti fondamentali di compatibilità elettromagnetica pag. Ambiente elettromagnetico e diffusione dei disturbi pag. Generalità pag. Livelli di compatibilità pag. Conclusioni pag. -i- e 1 3 3 11 14 15 17 19 19 20 25 27 28 32 32 32 34 35 36 38 38 39 40 41 41 45 45 47 50 50 53 56 Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Introduzione Ad oggi non tutti hanno un’opinione concorde sull’impiego del termine “Power Quality” e sul suo corretto significato, ma tutti gli operatori e le parti coinvolte nella distribuzione e utilizzazione dell’energia elettrica concordano sull’importanza di questo aspetto nell’ambito dei sistemi elettrici, soprattutto nell’ultimo decennio. Nelle pubblicazioni scientifiche si parla spesso anche di “Qualità della fornitura” (Quality of Power Supply) o di “Qualità della Tensione” (Voltage Quality), a seconda degli aspetti che si vogliono maggiormente evidenziare all’interno di tale problematica. Ma qualunque sia il significato con cui tale termine venga adoperato dagli esperti o dai soggetti interessati, esso comprenderà sempre almeno un aspetto fondamentale: l’interazione tra sistema elettrico e sistema dei carichi disturbanti e non disturbanti. Un sistema elettrico ha sostanzialmente come scopo, quello di produrre e distribuire energia elettrica alle varie utenze. La novità subentrata in questo ambito, negli ultimi 10 15 anni, è invece stata quella di considerare l’interazione fornitore – utente non solo in termini di interazione tra alimentazione e carico ma anche in termini di qualità della potenza fornita ai carichi e di effetti prodotti dalle utenze sulla rete di alimentazione a causa dei propri impianti. L’utente che consuma energia elettrica non è più quindi considerato un semplice “carico” bensì un cliente, interessato all’acquisto del “prodotto” energia elettrica caratterizzata da una certa qualità, all’interno di un mercato ormai liberalizzato dell’energia elettrica (decreto Bersani n. 79 del 16 Marzo 1999). D’altra parte i carichi e gli impianti del cliente possono produrre effetti negativi sul sistema elettrico cui sono connessi, e pertanto sono anche essi soggetti ad una attenta valutazione in termini di qualità. L’interesse nello studio della Power Quality è in continua crescita, in considerazione del fatto che in ogni sistema elettrico vi è una sempre maggiore proliferazione dei disturbi, e che pertanto si rende necessario prendere in esame anche le conseguenze tecnico – economiche che un incremento del livello dei disturbi può comportare in questo panorama di sistemi elettrici sempre più interconnessi in un ottica di libero mercato dell’energia elettrica. Risulta quindi -2- Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. fondamentale identificare non solo la presenza dei disturbi, ma anche risalire alla loro origine, cercando anche di individuare delle precise responsabilità, mediante anche una adeguata regolamentazione degli aspetti tecnici che caratterizzano la qualità della fornitura. L’importanza e l’attualità di queste problematiche, è confermata dall’interesse della comunità scientifica internazionale nella ricerca di indicatori sempre più affidabili della qualità della potenza, e nella ricerca di metodi efficaci di analisi e regolazione della qualità dell’energia immessa in rete. Risulta altresì molto evidente come questa materia oggetto di interesse da parte di una vasta pluralità di soggetti all’interno di ogni sistema elettrico. In un mercato caratterizzato quindi da numerosi interessi spesso contrastanti in materia di qualità del servizio, le Normative si richiede che siano in grado di fornire regole chiare e condivise per la definizione e l’analisi dei vari parametri che caratterizzano la qualità dell’energia, in grado di fornire valide indicazioni sui metodi, modelli e strumenti per una accurata valutazione di tali parametri di Power Quality e delle responsabilità di ciascuna parte nella immissione di disturbi, e di disciplinare eventuali contrasti tra le parti. In questo contesto risulta infine evidente l’importanza di implementare in ciascun sistema elettrico un efficiente sistema di monitoraggio della qualità della alimentazione, che possa consentire alle Autorità nazionali di avere informazioni sufficienti per poter mettere in atto successive attività di regolazione della qualità dei servizi elettrici offerti, ed in particolare della qualità della tensione sulle reti di distribuzione di media tensione, ambito questo che vede l’Italia all’avanguardia grazie al sistema di monitoraggio QuEEN in MT già operativo da diversi anni, e che continua a fornire all’ Autorità italiana preziose informazioni utilizzabili in vista procedure di regolazione in un contesto in continua evoluzione delle reti da passive ad attive che si riscontra in ogni sistema elettrico. -3- Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Le problematiche della Power Quality Introduzione Il decreto Bersani n. 79 del 16 Marzo del 1999 ha avviato in Italia la liberalizzazione del mercato elettrico a seguito della applicazione della Direttiva comunitaria n. 92 del 1996 sulla creazione del Mercato Unico dell’energia stabilendo che sono completamente libere le attività di produzione, esportazione, importazione, acquisto e vendita di energia elettrica, mentre le attività di trasmissione e dispacciamento sono riservate allo Stato, che le attribuisce in concessione al Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN). Tale decreto ha previsto anche l’istituzione di un mercato elettrico organizzato (la Borsa elettrica) dove si possa contrattare l’acquisto e la vendita di energia elettrica. Nel Giugno del 2004, l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas ha stabilito che tutti i clienti “non domestici” possiedono la qualifica di cliente idoneo e pertanto, gli è riconosciuta la facoltà di scegliere da chi comprare l’energia elettrica, che sia in Italia o all’estero. La liberalizzazione è stata completata nel Luglio del 2007 quando anche le utenze domestiche hanno acquisito la qualifica di clienti idonei. Nel panorama nazionale si è, quindi, assistito al passaggio da un mercato di tipo monopolistico alla nascita di un nuovo sistema di fornitura caratterizzato da una molteplicità di attori, produttori, grossisti e clienti del sistema elettrico, interagenti tra loro con interessi tecnico-economici diversi e contrastanti tra loro. Appare evidente, in uno scenario di questo tipo, che la qualità dei prodotti e dei servizi elettrici sia diventato un elemento distintivo sempre più richiesto. Infatti, nel titolo 8 della delibera 333/07: dell’AEEG: “Testo integrato della regolazione della qualità dei servizi di distribuzione, misura e vendita dell’energia elettrica - Periodo di regolazione 2008-2011” viene stabilito che “le imprese distributrici possono stipulare contratti per la qualità con i clienti finali, i clienti grossisti ed altre utenze quali produttori di energia elettrica, autoproduttori ed imprese distributrici interconnesse, nel rispetto dei criteri fissati dall’Autorità”. Nell’articolo 56.1 sui contratti per la qualità è asserito che le parti devono concordare un livello di qualità che l’impresa distributrice si impegna a rispettare. -4- Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Qualora ciò non venga effettuato, vengono stabilite anche dei corrispettivi da pagare da parte del cliente e clausole penali in caso di inadempimento dell’impresa distributrice. Sono emerse comunque una serie di problematiche ed il dibattito in questo settore è ancora ampliamente discusso a causa della presenza di clausole personalizzabili presenti nei “contratti per la qualità” stipulati tra imprese e clienti. Nell’articolo 56.2 è stabilito che, per gli indicatori per i quali non vi è obbligo di misurazione individuale, “le parti provvedono alla misura per un periodo di almeno un anno prima della stipula del contratto per la qualità” e che “i costi di misura sono a carico della parte che intende usufruire di livelli di continuità del servizio di qualità della tensione più elevati, che ha facoltà di installare un proprio strumento di misura”. Negli anni ha pertanto assunto sempre maggiore importanza la qualità della tensione. Nonostante ciò, tuttavia, lo sviluppo di un adeguato monitoraggio dei parametri di qualità della tensione è avvenuto molto lentamente. Ciò anche a causa della difficoltà di misurare correttamente i disturbi armonici a cui è soggetta la tensione. L’energia elettrica è un ottimo esempio di prodotto che viene fornito seguendo una filosofia di fornitura “just in time”, ovvero prodotto consegnato dal fornitore solo nel momento della sua utilizzazione. È necessario allora conoscere l’affidabilità della fornitura e la capacità dell’utente di adattarsi alle sue variazioni. In realtà l’energia elettrica è molto diversa da qualsiasi altro prodotto, perché è generata in diversi punti della rete, anche lontano dalle utenze finali, ed arriva al punto di consegna finale attraversando numerose apparecchiature (trasformatori, linee, cavi, ecc.). Assicurare la qualità dell’energia fornita al punto di consegna non è pertanto compito facile. Dal punto di vista dell’utente, il problema è sovente anche più complesso, perché il livello qualitativo accettabile secondo il fornitore può risultare molto diverso da quello richiesto dall’utente. La Commissione della Comunità Europea (CE) ha promulgato diverse direttive per eliminare differenze tra le legislazioni degli stati Membri, che avrebbero potuto influenzare il libero scambio di beni e di servizi. -5- Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Una delle principali direttive in materia è la Direttiva 85/374 “relativa al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli stati membri in materia di responsabilità per danno da prodotti difettosi”. Essa all’articolo 2 stabilisce che ai fini di tale direttiva, l’elettricità è considerata un “prodotto”. Conseguentemente, è diventato necessario definire le caratteristiche essenziali della fornitura di energia elettrica. L’obiettivo primario di tutti gli enti preposti è quello di creare un corpo unico di norme necessarie per il mercato unico europeo. Vale la pena di osservare che l’energia elettrica è l’unico prodotto industriale in cui un utente può “inquinare” il prodotto anche a monte del punto di consegna. Questo significa che, nelle reti di distribuzione, schematizzate come in figura 1.1 sotto, un utente (es. L1) che assorbe correnti deformate a causa di carichi non lineari e/o tempo varianti, genera cadute di tensione deformate sulla impedenza sorgente Zk, la quale a sua volta deforma le tensioni di alimentazione nel nodo di alimentazione PCC (Point of Common Coupling); tale tensione di alimentazione deformata si ripercuote ovviamente su tutti gli altri utenti a valle, che sono pertanto forzati ad assorbire delle correnti deformate anche se i propri carichi sono lineari e tempo invarianti. Ciò comporta numerosi problemi, che vanno da malfunzionamenti delle apparecchiature elettroniche e dei dispositivi di controllo, comando e telecomunicazione, a una riduzione della vita utile del macchinario elettrico dovuta essenzialmente a sovrariscaldamenti e ad eccessiva sollecitazione degli isolamenti. Figura 1.1 - rappresentazione unifilare di una rete elettrica con più carichi connessi allo stesso nodo di alimentazione (Pcc) alimentato da un generatore sinusoidale reale con impedenza equivalente sorgente Zk -6- Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. La liberalizzazione e deregolamentazione del mercato dell’energia elettrica sta rendendo molto importante la questione della qualità della fornitura di energia elettrica nei sistemi elettrici di potenza, proprio a causa del notevole incremento di carichi disturbanti non lineari, tempo varianti connessi alla rete. Lo sviluppo dell’elettronica di potenza negli ultimi anni, ha infatti portato un incremento notevole nella presenza di carichi deformanti in tutta la rete. Da qui consegue quindi come sia di fondamentale importanza la individuazione e la scelta degli indici più appropriati per poter caratterizzare i disturbi e i limiti da porre. Vi è quindi una molteplicità di attori che interagiscono sulla rete, caratterizzati da interessi spesso contrastanti. Queste interazioni tra i vari attori del mercato libero dell’energia elettrica devono essere pertanto gestite e regolamentate. La regolamentazione richiede evidentemente: lo studio dei fenomeni fisici alla base dei singoli disturbi; la individuazione di forme contrattuali che tutelino i diversi attori del mercato nel rispetto di opportune regole. Pertanto è sempre più sentita la necessità di regolamentare i rapporti fra utenti e distributori, per tutto ciò che concerne l’origine e la propagazione dei disturbi generati dall’interazione fra le sorgenti di alimentazione ed i carichi. Qualunque sistema di regolamentazione dovrebbe quindi garantire: un corretto funzionamento del sistema elettrico nel suo complesso; e un’equa ripartizione degli oneri necessari a mantenere nel tempo situazioni di compatibilità. In generale quindi il problema della qualità della fornitura o Power Quality è riconducibile ad un problema di disturbi presenti in rete, che influiscono sulla qualità della tensione di alimentazione fornita da una rete elettrica o di qualità della corrente assorbita da un impianto elettrico, quando non sono verificate le condizioni ideali di: frequenza; ampiezza; forma d’onda, simmetria; continuità del servizio. -7- Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Questo si spiega considerando innanzitutto che il primo effetto prodotto da un carico disturbante è la distorsione delle correnti di linea, ovvero un problema di qualità della corrente. Come si è visto nello schema su rappresentato (figura 1), poiché la sorgente di tensione è reale e non ideale, la sua impedenza non nulla fa si che la corrente distorta produca anche una distorsione della tensione fornita, e quindi si viene a generare un problema di “qualità della tensione”. Questo significa che i disturbi presenti in alcuni carichi connessi a PCC (figura 1.1) si propagano a tutti gli altri carichi connessi alla rete. Nella sua accezione più generale, la Power Quality comprende tutte le problematiche inerenti la qualità dell’energia elettrica, prevedendo la distinzione fra i seguenti aspetti: 1. Continuità (affidabilità) dell’alimentazione, caratterizzata dal numero e dalla durata delle interruzioni, valutata mediante indici di affidabilità. 2. Qualità delle forme d’onda della tensione e corrente, riferita alla sensibilità delle apparecchiature degli utenti ai disturbi delle forme d’onda. 3. Qualità commerciale, riferita alle interazioni fornitore e utente. Attività rientranti in questo ambito sono: ‐ la stipula dei contratti; ‐ l’attivazione della fornitura; ‐ la risposta a richieste degli utenti; ‐ la misura dei consumi; ‐ la fatturazione ed esazione degli importi; ‐ l’informazione agli utenti. Come si nota, molti aspetti della qualità commerciale coinvolgono questioni relazionali difficilmente misurabili con strumenti convenzionali In questa sede si farà riferimento solo ai primi due aspetti su menzionati, vale a dire: la continuità dell’alimentazione; la qualità della tensione fornita. Di questi due aspetti della Power Quality, quello che ancora suscita problemi e ampi dibattiti in ambito scientifico è quello relativo alla qualità della tensione -8- Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. fornita agli utenti, ed in particolare si discute molto relativamente alla individuazione di metodi, modelli e strumenti di analisi per una affidabile valutazione di questo aspetto. Ricordiamo anche che la maggior parte delle Normative vigenti nei vari Paesi, che trattano problematiche di Power Quality, fanno prevalentemente riferimento alle caratteristiche della tensione di alimentazione fornita dai gestori di rete. L’interesse della comunità scientifica internazionale verso lo studio della Power Quality è andato sempre più crescendo negli ultimi decenni a causa di una serie di ragioni: la notevole proliferazione di disturbi nei sistemi elettrici, la liberalizzazione dei mercati energetici, l’elevato e continuo aumento del grado di interconnessione tra sistemi elettrici, la deregolamentazione del mercato dell’energia elettrica. L’incremento del livello dei disturbi può avere conseguenze di ordine sia tecnico che economico all’interno di un sistema elettrico, coinvolgendo tutti gli attori presenti all’interno di un sistema elettrico. Risulta allora di fondamentale importanza identificare non solo la presenza dei disturbi, ma individuare anche la fonte dei disturbi, ovvero essere in grado di risalire alle responsabilità del degrado della Power Quality all’interno di un sistema elettrico, stabilendo anche le modalità in cui andare a ripartire i costi degli interventi di regolazione operati al fine di migliorare la qualità della fornitura. La comunità scientifica internazionale sta proponendo diverse possibili soluzioni a queste problematiche di Power Quality. Benché non ci sia ancora accordo sui metodi e sulle tecniche più efficaci da adottare, la maggioranza di queste tecniche sostiene la necessità di eseguire monitoraggi distribuiti della Power Quality. Questo impone d’altra parte pesanti specifiche nelle caratteristiche metrologiche e nei costi degli strumenti da impiegare a tal fine. Sul mercato sono disponibili diversi strumenti in grado di valutare la qualità dell’energia, realizzati nel rispetto delle specifiche imposte dalle norme di settore: IEC 61000-4-30: “Compatibilità elettromagnetica (EMC) Parte 4-30: Tecniche di prova e misura - Metodi di misura della qualità dell'alimentazione elettrica”; -9- Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. IEC 61000-4-7: “Compatibilità elettromagnetica (EMC) Parte 4-7: Tecniche di prova e misura - Guida generale per le misure di armoniche e interarmoniche e relativa strumentazione, applicabile alle reti di alimentazione ed agli apparecchi ad esse connessi”. ma tali strumenti, conformi alle suddette norme, nella maggior parte dei casi risultano essere anche molto costosi. Uno degli approcci più seguiti e comune a quasi tutte le soluzioni commerciali proposte è quello che prevede l’utilizzo di analisi digitali (nel rispetto della Norma IEC 61000-4-7) dei dati nel dominio della frequenza mediante l’algoritmo FFT, che però comporta un notevole onere computazionale, e quindi l’utilizzo di sistemi ad elevate prestazioni e pertanto molto costosi. La liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica ha però generato una contrapposizione fra diversi aspetti: da un lato bisogna considerare che l’energia elettrica è considerato un prodotto soggetto alle logiche di un mercato competitivo; d’altro canto sussiste la necessità di assicurare la qualità del servizio, non secondo le leggi della concorrenza ma attraverso regole imposte al mercato da una autorità neutra rispetto al mercato, ovvero attraverso una regolamentazione degli aspetti tecnici e una caratterizzazione quantitativa delle caratteristiche della fornitura. Occorre quindi che il mercato, con le sue regole, crei da un lato l’interesse dei distributori ad assicurare la qualità del servizio (sotto il deterrente di sanzioni e penalità) e l’interesse degli utenti a ridurre l’immissione di disturbi e l’inquinamento generati dalle loro apparecchiature (anche attraverso obblighi e sanzioni) e d’altra parte, metta a disposizione degli utenti, strumenti incisivi per poter esigere adeguati indennizzi economici in conseguenza di danni per scarsa qualità della fornitura. In passato la Power Quality era considerata un dovere implicito dei gestori del sistema. Oggi gli obiettivi della Power Quality (quali ad esempio la continuità dell’alimentazione e la qualità della tensione) stanno diventando sempre più espliciti sia sotto forma di contratti negoziati con i clienti sia sotto forma di obiettivi precisi concordati con l’autorità di regolamentazione. - 10 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. In alcuni Paesi le Autorità di regolamentazione possono anche imporre sanzioni in caso di mancato rispetto di tali obiettivi. Per raggiungere gli obiettivi prefissati è anche essenziale ed auspicabile che le parti interessate concordino sul metodo di raccolta e presentazione dati relativi alla Power Quality. La liberalizzazione del mercato dell’energia sta avendo infatti sensibili effetti sulla qualità della fornitura, rendendo così necessarie azioni finalizzate al raggiungimento di standard appropriati su tutta la rete di un sistema elettrico. Tali azioni, coordinate da una Autorità devono far si che le compagnie distributrici operino non solo un monitoraggio delle loro prestazioni in termini di Power Quality, ma devono anche prevederle, al fine di evitare costi aggiuntivi per la qualità inadeguata della fornitura ai loro clienti. Tali costi risultano essere pertanto legati alle sanzioni previste in caso di mancato rispetto dei livelli minimi di prestazione. Questi livelli minimi possono: essere inclusi negli specifici contratti negoziati con i clienti; oppure essere fissati come obiettivi di qualità concordati con le Autorità nazionali di regolamentazione (come accade in Italia per la continuità della fornitura). La Norma CEI EN 61000-4-30 definisce la Power Quality (Qualità della Potenza fornita) come “Caratteristica dell’elettricità in un dato punto di un sistema elettrico, valutata a fronte di una serie di parametri di riferimento”. È ovviamente sorta la necessità di coniare e adoperare appositi indici che consentissero di rappresentare i vari aspetti della Power Quality in termini di completezza nella rappresentazione dei fenomeni in gioco e di semplicità d’uso. Il problema della individuazione degli indici più adatti allo scopo è tuttora in continua evoluzione ed è oggetto di dibattito tra esperti della ricerca in questo ambito. In concomitanza con l’individuazione degli indici, si pone anche il problema della individuazione dei corrispondenti limiti da assegnare, sia con riferimento ai livelli di compatibilità che con riferimento ai livelli di pianificazione. Numerose sono ovviamente state le proposte fornite dalla Normativa internazionale in tal senso, come vedremo più in dettaglio, in seguito. - 11 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Molti Paesi, spinti dalle locali Autorità per l’energia elettrica, stanno procedendo ad attuare vaste campagne di misura sulle proprie reti e impianti, al fine di determinare i livelli esistenti di disturbi. Punto d’arrivo di queste analisi dovrebbe essere quello di individuare (mediante adeguate tecniche di “sharing”) i limiti che sono causa di disturbi in rete. Uno degli Standard che fornisce una classificazione di indici e limiti, attualmente vigente, è rappresentato dallo standard tecnico di riferimento per la distribuzione pubblica EN 50160: “Caratteristiche della tensione fornita dalle reti pubbliche di distribuzione dell’energia elettrica”. Vi sono poi alcuni disturbi che possono essere generati da cause esterne al sistema di distribuzione e persino a quello di trasmissione (come ad esempio i vuoti di tensione legati a fulminazioni o avverse condizioni meteo) difficilmente discriminabili dai vuoti originati all’interno del sistema elettrico. In tal caso, il soddisfacimento dei limiti massimi previsti dalla Norma sugli indici da parte del distributore non garantirebbe comunque l’utente da eventuali livelli inaccettabili di disturbo. Gli studi in corso anche in campi abbastanza consolidati, come in quello della distorsione armonica, hanno portato alla definizione di ulteriori indici, non ancora inclusi nelle normative, che sono però in grado di riflettere in modo più significativo alcuni degli effetti più gravosi prodotti dai disturbi. Citiamo ad esempio il caso del “fattore di picco della tensione deformata”. Sono anche stati proposti indici per altri disturbi che consentono di caratterizzare localmente e globalmente la qualità della tensione di un sistema. Standard di classificazione dei disturbi L’efficienza del servizio di fornitura quando non vi sono interruzioni viene valutata per mezzo della qualità della tensione (Voltage Quality). Questo parametro (Qualità della Tensione) sta diventando un aspetto fondamentale in molti Paesi perché negli ultimi 20 30 anni c’è stato un significativo aumento di sensibilità verso questo parametro da parte delle - 12 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. apparecchiature degli utenti finali, e quindi di conseguenza si è avuto anche un incremento di interesse a questi aspetti anche da parte di gestori di rete, clienti finali, ed enti regolatori della fornitura (electricity regulators). Per decidere quindi quanto buona sia la qualità della tensione, è necessario stabilire prima di tutto dei criteri di valutazione ben precisi e quindi valutare poi la qualità della tensione con riferimento a tali criteri. Un criterio di valutazione finalizzato a questi scopi, deve comprendere in se questi aspetti: la grandezza da misurare; il periodo di misura; l’indice da calcolare per tale grandezza; il limite con cui tale indice deve essere confrontato. Gli standard IEC (International Electrotechnical Commission) sono standard internazionali che definiscono il “disturbo elettromagnetico” come fenomeni elettromagnetici che per la loro presenza possono generare malfunzionamenti nelle apparecchiature elettriche. In particolare per caratterizzare la qualità della tensione si fa riferimento ai vari tipi di disturbi di tensione (Voltage disturbance) che possono aversi in un sistema elettrico. Esistono quindi molti tipi di disturbi sulla tensione, che sono definiti ed elencati in diversi standard internazionali, ma non sempre questi disturbi sono definiti nello stesso modo. I disturbi sulla tensione possono essere quindi classificati in base a: Frequenza della tensione di alimentazione; Valore efficace della tensione (Voltage RMS value); Forma d’onda della tensione. La tabella 1.1. illustra più in dettaglio questa classificazione. Dal punto di vista della regolazione, è molto più utile però classificare le diverse variazioni/disturbi di tensione su menzionati in : - 13 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. 1. Fenomeni continui sono le variazioni di tensione che si hanno continuamente per tutto il tempo di analisi. I fenomeni continui sono essenzialmente dovuti alla struttura del carico, variazioni di carico o carichi non lineari. Questi fenomeni accadono continuamente sempre e possono essere monitorati in modo soddisfacente mediante misure condotte su un periodo limitato di tempo, ( ad esempio: 1 settimana). 4. Gli eventi (Voltage events) riguardanti la tensione sono improvvisi significativi scostamenti rispetto al valore normale RMS o rispetto alla forma d’onda desiderata o considerata normale, della tensione. 5. Questi eventi sono essenzialmente generati da eventi imprevedibili (esempio: guasti) o a cause esterne. Tabella 1.1 – classificazione generale dei disturbi di tensione (CEER) Caratteristiche della tensione Frequenza Variazioni nel dominio del tempo e della frequenza Valore efficace Variazioni lente della tensione Variazioni rapide della tensione Buchi di tensione Sovraelevazioni di tensione Rapide variazioni di tensione Fluttuazioni di tensione (flicker) Forma d’onda Tensioni armoniche Tensioni armoniche Tensioni interarmoniche Tensioni subarmoniche Sovratensioni transitorie Segnali trasmessi sulla rete di alimentazione Pertanto, la tabella su esposta relativa ai disturbi in tensione, può essere riformulata nel modo seguente (tabella 1.2), raggruppando i disturbi in tensione secondo questa nuova classificazione, ovvero: in fenomeni continui ed eventi sulla tensione di alimentazione. In letteratura sono stati proposti diversi approcci per classificare i vari tipi di disturbo che possono presentarsi in un sistema elettrico. Citiamo qui di seguito in - 14 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. sintesi, alcuni degli standard più importanti oggi disponibili, per la classificazione dei disturbi di Power Quality. Tabella 1.2 – classificazione alternativa dei disturbi di tensione Fenomeni continui Eventi di tensione Variazioni nel tempo ed in frequenza Buchi di tensione Variazioni della tensione di alimentazione Sovraelevazioni di tensione (swells) squilibrio nella tensione Sovratensioni transitorie Tensioni armoniche (incluse interarmoniche e subarmoniche) Segnali trasmessi sulla rete di alimentazione Flicker (causato dalle fluttuazioni di tensione) Rapide variazioni della tensione Buchi di tensione (voltage dips) Variazioni nel tempo e nella frequenza Sovraelevazioni di tensione ( voltage swells) Rapide variazioni della tensione Lo standard EMC dell’IEC Questo standard in sostanza classifica i fenomeni che provocano disturbi in : a) fenomeni a bassa frequenza (fino a 9 KHz); b) fenomeni ad alta frequenza; c) fenomeni di scarica elettrostatica; d) impulsi elettromagnetici nucleari. Più specificamente, abbiamo: I fenomeni a bassa ed alta frequenza includono disturbi condotti e disturbi irradiati, a seconda del mezzo in cui essi hanno luogo. I disturbi irradiati per via elettromagnetica si hanno nel ambiente circostante le apparecchiature mentre i disturbi condotti hanno luogo in vari elementi metallici. I fenomeni condotti in bassa frequenza includono i seguenti tipi di disturbi: Armoniche; Interarmoniche; Tensioni di segnale; Fluttuazioni di tensione; Buchi/abbassamenti di tensione (voltage dips); - 15 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Brevi interruzioni; Lunghe interruzioni; Squilibrio della tensione; Variazioni di frequenza dell’alimentazione; Tensioni indotte a bassa frequenza e correnti continue nelle reti in corrente alternata. I fenomeni condotti in alta frequenza includono i seguenti tipi di disturbi: ‐ Onde stazionarie di Tensione e corrente indotte; ‐ Transitori unidirezionali e oscillatori. I fenomeni di irradiamento (emissioni) a bassa e alta frequenza includono: campi magnetici, campi elettrici, campi elettromagnetici, onde stazionarie e transitori. Le scariche elettrostatiche (improvvisi spostamenti di carica tra due corpi a diverso potenziale elettrostatico). Gli impulsi elettromagnetici di origine nucleare sono prodotti da esplosioni ad alta quota. Ogni conduttore che si trova all’interno dell’area di influenza di questo disturbo si comporta come un’antenna, intercettando ogni impulso elettromagnetico. Gli effetti in bassa frequenza degli impulsi elettromagnetici nucleari possono anche indurre notevoli correnti e tensioni nelle comunicazioni a lunga distanza e connessioni telefoniche, mentre le componenti ad alta frequenza possono essere captate da circuiti situati all’interno di apparecchiature elettroniche ed elettriche. Lo standard IEEE 1159-1995 Questo standard classifica i disturbi in 7 categorie: Transitori; Variazioni di breve durata; Variazioni di lunga durata; Squilibrio nella tensione; Distorsioni nella forma d’onda; Fluttuazioni di tensione; Variazioni di frequenza di alimentazione. - 16 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. In ognuna di queste categorie, i disturbi si differenziano tra loro in funzione del loro contenuto spettrale, durata e ampiezza. La categoria variazioni di breve durata include sia le brevi interruzioni che i buchi di tensione dell’ standard IEC (chiamati “voltage sags” nell’ IEEE 1159 -1995). Inoltre è stata aggiunta la categoria denominata “variazioni di lunga durata” per affrontare i limiti ANSI C84.1-1989 ed include le lunghe interruzioni, sottotensioni e sovratensioni. La categoria distorsioni nella forma d’onda è utilizzata come una categoria polivalente, che va bene per le armoniche IEC, interarmoniche e fenomeni in corrente continua nelle reti in alternata, come anche per un ulteriore fenomeno chiamato “notching”. Nell’ultima categoria è stato introdotto il fenomeno “noise” che riguarda i fenomeni condotti in banda larga. La tabella seguente fornisce una rappresentazione completa e schematica dei disturbi classificati secondo lo standard IEEE 1159 – 1995. - 17 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Tabella 1,3 - Categorie e caratteristiche tipiche dei fenomeni elettromagnetici nei sistemi elettrici (Standard IEEE 1159 – 1995) Categoria Spettro Durata Ampiezza 5 ns (tempo di salita) 1µs (tempo di salita) 0,1ms (tempo di salita) < 50 ns 50 ns-1 ms > 1ms < 5 kHz 5-500 kHz 0,5-5 MHz 0,3 – 50 ms 20 µs 5 µs 0 – 4 p,u, 0 – 8 p,u, 0 – 4 p,u, 0,5 – 30 periodi 0,5 – 30 periodi 0,1 – 0,9 p,u, 1,1 – 1,8 p,u 0,5 periodi – 3 s 30 periodi – 3 s 30 periodi – 3 s < 0,1 p,u, 0,1 – 0,9 p,u 1,1 – 1,4 p,u 3 s – 1 min 3 s – 1 min 3 s – 1 min < 0,1 p,u, 0,1 – 0,9 p,u 1,1 – 1,2 p,u, Interruzioni prolungate Sottotensioni Sovratensioni > 1min > 1min > 1min 0,0 p,u, 0,8 – 0,9 p,u, 1,1 – 1,2 p,u, Dissimmetrie di tensione Distorsioni permanente 0,5 – 2% Transitori Impulsivi Nanosecondo Microsecondo Millisecondo Oscillatori Bassa frequenza Media Frequenza Alta frequenza Variazioni di breve durata Istantanee Sag Swell Momentanee Interruzioni Sag Swell Temporanee Interruzioni Sag Swell Variazioni di lunga durata DC Offset Armoniche Interarmoniche Notching Noise Fluttuazione delle tensione Variazioni della frequenza 0-100 kHz 0-5 kHz Larga banda < 25 Hz permanente permanente permanente permanente intermittente < 10 s 0 – 0,1 % 0 – 20 % 0–2% 0–1% 0,1 – 7 % Classificazione CIGRÈ Non è una classificazione esaustiva, ma è molto efficace. È stata proposta dal CIGRÈ nel 2004. In questa classificazione si suggerisce di legare la Power Quality a due differenti aspetti delle forme d’onda delle tensioni presenti in un sistema elettrico. Pertanto in essa troviamo una suddivisione dei disturbi in: Disturbi legati alla continuità della tensione fornita dalla rete di alimentazione, che risulta quindi connessa alla disponibilità della fornitura di - 18 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. energia elettrica limitata dall’eventuale presenza di interruzioni. Disturbi legati alla qualità della tensione, che risulta collegata alla presenza di eventuali disturbi a bassa frequenza (minore di 9 kHz) che possono raggiungere e coinvolgere gli impianti e le apparecchiature degli utenti attraverso la rete. Ed in particolare si distingue tra: Eventi, cioè brevi interruzioni, buchi di tensione, sovratensioni, variazioni di frequenza; Disturbi causati da carichi disturbanti o da altri impianti come ad esempio quelli di generazione distribuita; essi possono essere di diverso genere: ‐ variazioni rapide della tensione; ‐ flicker; ‐ squilibrio tra le fasi; ‐ armoniche ed interarmoniche; ‐ transitori; ‐ componenti continue. Figura 1.2 – rappresentazione schematica della classificazione Cigrè dei disturbi - 19 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Classificazione in eventi e variazioni I disturbi di Power Quality possono essere distinti anche in due tipologie, in relazione all’entità dello scostamento della forma d’onda non ideale rispetto a quella ideale. In particolare, una deviazione di piccola entità è indicata con il termine “variazione”, mentre uno scostamento elevato assume il nome di “evento”. Gli Eventi: possono essere considerati eventi i seguenti fenomeni di disturbo: a) Interruzione della tensione, e) Abbassamento o buchi di tensione (voltage sags), f) Sovraelevazioni di tensione (voltage swells), g) rapide variazioni di tensione, (rapid voltage changes) h) sovratensioni transitorie (Transient overvoltages) i) Variazioni della fase (phase-angle jumps) j) Eventi molto veloci (Transient events) (di breve durata, tipicamente un periodo o meno). Le Variazioni: Possono essere considerate variazioni i seguenti tipi di disturbi: a) variazioni dell’ampiezza della tensione, b) variazioni della frequenza della tensione, c) variazione della fase della tensione, d) variazione dell’ampiezza della corrente, e) dissimmetria delle tensioni di fase, f) squilibrio delle correnti di fase, g) distorsione armonica della tensione, h) distorsione armonica della corrente. Classificazione e caratterizzazione dei disturbi Analizziamo adesso più in dettaglio i singoli tipi di disturbo, servendoci della classificazione di questi ultimi in eventi e variazioni, un modo questo che ci sembra più rispondente alle esigenze di una trattazione schematica generale quale è quella che ci si prefigge di fare in questa sede e anche perché appare essere quello più esauriente e completo in termini di caratterizzazione dei singoli tipi di disturbo. - 20 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Eventi e Interruzioni Eventi Per dare un idea più tangibile della classificazione degli eventi è di seguito riportata una rappresentazione grafica nella quale sono visualizzati i vari tipi di disturbi rientranti in questa prima maxi-categoria denominata appunto “eventi”. Figura 1.3 – schematizzazione delle tipologie di eventi relativi alla tensione di alimentazione Interruzioni L’interruzione della alimentazione è una condizione nella quale la tensione ai terminali di alimentazione è inferiore di un prefissato valore di soglia. La Norma EN 50160 fissa questo valore di soglia per le interruzioni all’ 1% della tensione dichiarata (Uc). La IEEE 1159-1995 considera come valore di soglia per le interruzioni il 10% del valore nominale. Mentre gli standard IEC non forniscono nessuna indicazione precisa sul valore di soglia per le interruzioni di fornitura. - 21 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. La Norma 61000-4-30 – 2003, per la valutazione di una interruzione di tensione, raccomanda che l’ente che effettua il monitoraggio imposti un appropriato valore di soglia. La EN 50160 distingue le interruzioni in: pianificate (o programmate), ossia quando gli utenti sono informati in anticipo; accidentali (o non programmate), ovvero quando le interruzioni sono generate da guasti permanenti o guasti transitori legati ad eventi esterni, guasti in apparecchiature o interferenze. Le interruzioni accidentali sono poi ulteriormente classificate in: Lunghe interruzioni (più lunghe di 3 minuti) e quindi causate da guasti permanenti Brevi interruzioni (fino a tre minuti) causate da guasti transitori. La normativa IEEE introduce i termini istantanea (istantaneous), momentaneo (momentary), temporaneo (temporary) e prolungate (sustained), e diverse norme danno diverse definizioni. In particolare, la IEEE 1159 - 1995 distingue tra momentaneo (tra 0,5 cicli e 3 secondi), temporaneo (compreso tra 3 secondi ed i minuto) e prolungato ( più di un minuto con tensione nulla). Abbassamento o buco di tensione (Voltage sags/dips) Si tratta di una diminuzione della tensione al di sotto del valore di soglia, in un punto del sistema elettrico, conseguentemente ad un ripristino della tensione dopo un breve periodo di tempo. Il valore di soglia per questi buchi di tensione è diverso da quello relativo alle interruzioni, e in particolare la Norma EN 50160-2010 e la IEC 61000-2-8-2002 lo assumono pari al 90% della tensione dichiarata. Mentre la IEEE 1159-1995 assume tale valore di soglia pari al 90% della tensione nominale. Nella norma IEEE 1159-1995 viene usato il termine “sag” invece di “dip” usato nelle Norme IEC; questa differenza serve a distinguere tra : sag istantanei (da 0,5 cicli a 30 cicli) sag momentanei (da 30 cicli a 3 secondi) sag temporanei (da 3 secondi a 1 minuto) - 22 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 1.4 – esempio di sag istantaneo Si osserva anche che: nello standard IEEE 1159-1995, quelle tensioni caratterizzate da un’ampiezza compresa tra 80% e 90% del valore nominale con durata superiore a 1 minuto sono classificate sotto la denominazione di “sottotensioni” (undervoltages). Un buco di tensione è caratterizzato da 2 dati caratteristici: la tensione residua o profondità, ovvero la differenza tra la tensione di riferimento e la tensione residua; e la durata, cioè l’intervallo di tempo per il quale il valore efficace (RMS) resta al di sotto del valore di soglia. Generalmente la durata di un buco di tensione è compresa tra 10 ms e 1 min. Un buco di tensione può essere generato da un corto circuito e guasto ad esso conseguente, eliminato dall’intervento di una protezione; oppure può essere generato da un repentino cambiamento del carico come ad esempio può essere la partenza di un motore. Dopo un corto circuito, la durata del buco di tensione dipende dal sistema di protezione esistente nel sistema. Un esempio di buco di tensione causato da un guasto monofase a terra è raffigurato qui sotto. In particolare la prima figura mostra l’andamento della forma - 23 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. d’onda della tensione, mentre la seconda illustra l’andamento del valore efficace (RMS) della tensione, in funzione del tempo. Figura 1.5 - Buco di tensione originato da guasto monofase: forma d’onda della tensione Figura 1.6 - Buco di tensione provocato da guasto monofase: andamento del valore efficace nel tempo - 24 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Nelle figure seguenti vengono visualizzate le principali caratteristiche dei buchi di tensione (durata e tensione residua). Figura 1.7 – buco di tensione, durata (Δt) e tensione residua (ΔU/UN) Figura 1.8 - Buco di tensione (Urms = curva inviluppo di U) - 25 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 1.9 - Buco di tensione (Uret = U retained = tensione residua (rms) in un buco di tensione) L’interesse della comunità scientifica verso i buchi di tensione è principalmente legato ai problemi che essi provocano in diversi generi di apparecchiature. La principale anomalia generata dai buchi di tensione è l’arresto del funzionamento delle apparecchiature. In molte industrie in cui sono presenti carichi che conducono processi particolarmente critici, questo disturbo può generare interruzioni nel funzionamento di tali apparecchiature che poi richiedono diverse ore per il ri-avviamento. alcuni di questi carichi molto sensibili ai buchi di tensione sono: apparecchi per l’alimentazione “switch mode” che sono presenti di solito nell’interfaccia “front-end” delle apparecchiature elettroniche come ad esempio PC, PLC, relè, contattori e motori a induzione direttamente collegati, e drive a velocità variabile in AC. Sovraelevazioni di tensione (Voltage swells) Una sovratensione è in sostanza un incremento in valore efficace della tensione fornita, che assume così valore compreso tra il 110% e il 180% della tensione dichiarata, seguita dopo breve tempo, dal ripristino del valore normale della tensione. Di solito una sovratensione ha una durata compresa tra 10 ms e 1 minuto. Lo standard IEEE 1159-1995 distingue tra: - 26 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Sovraelevazioni di tensione istantanee (da 0,5 periodi a 30 periodi con un’ampiezza compresa tra il 110% e 180%); Sovraelevazioni di tensione momentanee (da 30 periodi a 3 secondi, con un’ampiezza compresa tra il 110% e 140%); Sovraelevazioni di tensione temporanee (da 3 secondi fino a 1 minuto, con ampiezza compresa tra 110% e 120%). Va osservato anche che nello standard IEEE 1159-1995 le tensioni caratterizzate da: ampiezza compresa 110% e 120% del valore nominale della tensione, con durata superiore ad 1 minuto, sono chiamate e classificate come “sovratensioni”. Le sovraelevazioni di tensione possono essere provocate da guasti nel sistema elettrico, come accade per i buchi di tensione, ma sono molto meno frequenti dei buchi o abbassamenti di tensione. Per esempio, essi possono comparire nelle fasi non interessate da guasti di un sistema trifase in cui è occorso un corto circuito monofase. Un ulteriore esempio di situazione che può generare sovraelevazioni di tensione è quello di sovraelevazioni causate dall’avvio di grossi carichi. L’entità (severity) della sovraelevazione di tensione durante una condizione di guasto è funzione: della posizione ove è occorso il guasto; della impedenza del sistema; del sistema di messa a terra. A seconda della frequenza con cui hanno luogo, le sovraelevazioni di tensione possono causare malfunzionamenti di componenti. Quindi, dispositivi elettronici, computer e apparecchiature di controllo elettroniche, possono subire malfunzionamenti in presenza di queste sovraelevazioni di tensione. Mentre trasformatori, cavi, macchine elettriche rotanti, apparecchiature di manovra, trasformatori di tensione o di corrente possono risentirne in termini di riduzione della loro vita utile. Inoltre un temporaneo incremento della tensione può anche provocare un indesiderato intervento di alcuni relè di protezione. - 27 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 1.10 - Esempio di swell Figura 1.11 - Caratteristiche di uno swell Rapide variazioni della tensione Una variazione rapida di tensione è una rapida transizione del valore efficace (RMS) della tensione tra due condizioni di stato stabile. Durante una variazione rapida di tensione, la tensione non deve superare il valore di soglia che caratterizza un buco di tensione e/o una sovraelevazione di tensione, altrimenti il fenomeno va considerato un buco di tensione o uno swell. - 28 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Inoltre, sia prima che dopo che s’è verificata la variazione, la tensione deve essere caratterizzata da un valore normale (normalmente 90% e 110% della tensione nominale). Questo fenomeno può essere provocato da commutazioni di trasformatori (transformer tap-changers), improvvisi riduzioni di carico, da correnti di spunto di un motore, o una commutazione in un sistema elettrico. Le rapide variazioni di tensione generano di solito disturbi visivi e generalmente non provocano danni o malfunzionamenti delle apparecchiature elettriche (sebbene sono ancora oggetto di ricerche più approfondite). Sovratensioni transitorie Una sovratensione transitoria è una sovratensione oscillatoria o non oscillatoria, di breve durata, fortemente smorzata e pari a pochi millisecondi o meno. Le sovratensioni transitorie si possono dividere in: 6. Sovratensioni transitorie di tipo impulsivo; 7. Sovratensioni transitorie di tipo oscillatorio. Figura 1.12 – esempi di transitorio impulsivo e transitorio I transitori impulsivi sono caratterizzati dal fatto che essi sono unidirezionali nella polarità, e derivano per esempio, da fulminazioni dirette o indirette, formazione di archi o cedimento di isolamento. - 29 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Nella figura a) seguente è raffigurato un esempio di forma d’onda della tensione nel caso abbia luogo un transitorio impulsivo; l’ampiezza del transitorio può essere svariate volte più grande del valore di picco della forma d’onda della tensione a regime. Nella figura b) sono invece illustrate le caratteristiche tipiche di un transitorio impulsivo: ‐ tempo di salita T1 (s): ossia il l’intervallo di tempo compreso tra l’istante in cui il fronte di salita supera il10% del valore di picco e l’istante in cui l’onda raggiunge il 90% del valore di picco. Di solito tale valore T1 = 1,67 T dove T è l’intervallo di tempo nel quale il fronte d’onda di salita, passa dal 30% al 90% del valore di picco. ‐ Tempo di decadimento T2 (s): che è l’intervallo di tempo misurato a partire dall’istante iniziale della forma d’onda impulsiva, fino all’istante in cui il fronte di discesa dell’onda raggiunge il 50% del valore di picco. Figura 1.13 a) Esempio di sovratensione transitoria di tipo impulsivo, che si ha su una forma d’onda di tensione b) Caratteristiche del transitorio impulsivo - 30 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. I transitori di tipo oscillatorio consistono in tensioni che oscillano sia positivamente che negativamente rispetto alla forma d’onda della tensione. La frequenza di queste oscillazioni può essere sensibilmente elevata. La principale causa di queste oscillazioni risiede nelle operazioni di commutazione. I transitori di tipo oscillatorio vengono descritti per mezzo dei seguenti parametri: ‐ tensione di picco; ‐ frequenza dominante; ‐ tempo di decadimento (durata). Questi parametri sono molto utili per valutare gli effetti che potenzialmente possono avere questi transitori su una apparecchiatura. La tensione di picco in valore assoluto dipende dall’ampiezza del transitorio e dal punto sulla forma d’onda a frequenza fondamentale in corrispondenza del quale accade l’evento. Tale valore di picco è importante per poter valutare le capacità di tenuta del dielettrico. Seguendo la classificazione fornita dallo standard IEEE 1159-1995 i transitori di tipo oscillatorio, possono essere suddivisi in 3 categorie: transitori a bassa frequenza; transitori a media frequenza; transitori ad alta frequenza. Nell’ordine: Transitorio a bassa frequenza: In questo tipo di transitorio la componente a frequenza dominante ha frequenza inferiore a 5 KHz, e durata compresa tra 0,3 ms e 50 ms. Questi transitori sono di solito causati da commutazioni; il più frequente è il collegamento in carica di un banco di condensatori, che solitamente produce un transitorio di tensione di tipo oscillatorio con una frequenza dominante compresa tra - 31 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. 300 e 900 Hz ed un valore di picco compreso tra 1,3 e 1,5 volte il valore di picco della forma d’onda a 50/60 Hz, a seconda del sistema di smorzamento adoperato. In questa categoria rientra anche il transitorio di tipo oscillatorio associato a ferrorisonanza ed alla messa in tensione dei trasformatori. La figura sottostante mostra un esempio di evento di sovratensione transitoria di tipo oscillatorio provocato dalla commutazione di condensatori. Figura 1.14 – esempio di transitorio a bassa frequenza Transitorio a media frequenza Essi sono caratterizzati da una componente a frequenza dominante compresa tra 5 Hz e 500 kHz, e durata dell’ordine delle decine di microsecondi. Un esempio tipico è costituito dal transitorio generato dalla messa in tensione di condensatori in situazione “back to back”. Transitorio ad alta frequenza I transitori ti tipo oscillatorio con componenti a frequenza dominante superiore a 500 kHz e durata normalmente dell’ordine dei microsecondi sono considerati - 32 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. transitori ad alta frequenza. Questi transitori si hanno quando un transitorio di tipo impulsivo sollecita la frequenza naturale di una rete elettrica. Le sovratensioni transitorie possono generare la degradazione o immediato cedimento dei dielettrici in un’apparecchiatura elettrica, come anche in macchine rotanti, trasformatori, condensatori e cavi. Nelle apparecchiature elettroniche si possono originare guasti nei componenti di alimentazione in conseguenza di un solo transitorio di relativamente modesta ampiezza. VARIAZIONI Analizziamo adesso i disturbi di Power Quality che rientrano in questa seconda grande categoria denominata appunto “Variazioni” Variazioni della fase Un cambiamento in un sistema elettrico, come può essere ad esempio un corto circuito, genera anche una variazione della tensione. La tensione è una grandezza complessa, caratterizzata da ampiezza e fase. A volte, i cambiamenti della tensione indotti da cambiamenti dello stato di un sistema, non sono limitati solo all’ampiezza ma comprendono anche variazioni della fase. Questa variazione di fase si estrinseca in forma di spostamento (shift) del passaggio per lo zero della tensione istantanea. I convertitori possono risentire di questo tipo di disturbo proprio perché utilizzano questa informazione dell’angolo di fase per determinare il loro istante d’innesco. Distorsioni nella forma d’onda La distorsione della forma d’onda vengono di solito discusse e trattate in termini di componenti armoniche ed interarmoniche, che sono le componenti sinusoidali ottenute implementando l’analisi di Fourier sulla forma d’onda originale. Le Armoniche, in sostanza, sono le componenti sinusoidali con frequenza pari ad un multiplo intero della frequenza fondamentale (50 Hz o 60 Hz) - 33 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Le Interarmoniche sono componenti sinusoidali a frequenza che non è uguale ad un multiplo intero della frequenza fondamentale. Il rapporto tra la frequenza della componente armonica considerata e la frequenza fondamentale è chiamato ordine di armonica (o di interarmonica). Ad esempio, se la frequenza fondamentale è 50 Hz, la frequenza dell’armonica di ordine 5 è 250 Hz mentre la frequenza dell’interarmonica di ordine 1,2 è 60 Hz. Come esempio di distorsione armonica riportiamo nella figura sottostante la forma d’onda della corrente assorbita da un personal computer. Figura 1.15 - Forma d’onda della corrente assorbita da un personal computer Alcune delle possibili sorgenti di distorsione armonica sono: la saturazione del nucleo di un trasformatore, convertitori statici e altri carichi non lineari e tempo varianti (come ad esempio una fornace). Le armoniche producono effetti indesiderati su componenti e apparecchiature di potenza. Per esempio gli avvolgimenti dei motori ad induzione si surriscaldano, accelerando la degradazione dell’isolamento e riducendo la vita utile del motore. - 34 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Nei sistemi trifase a quattro fili, la somma delle tre correnti di fase ritorna attraverso il neutro, che così può risultare sovraccaricato. In fatti la somma delle componenti di sequenza zero circola nel conduttore neutro e può sovraccaricare quest’ultimo conduttore neutro, con conseguente riduzione della vita dei componenti e possibilità che si possano generare dei guasti. Anche i trasformatori e condensatori possono risentire effetti causati da armoniche. Le correnti distorte possono generare sovrariscaldamento nei trasformatori, riducendone la vita utile. I condensatori ne risentono tramite la forma di tensione ad essi applicata; infatti le armoniche di tensione producono un eccesso di correnti armoniche nei condensatori a causa della relazione di inversa dipendenza tra impedenza e frequenza I condensatori possono generare un eccesso di armoniche di tensione quando sono in presenza di condizioni di risonanza alle frequenze per le quali la loro impedenza capacitiva e quella induttiva del sistema si possono combinare in modo da produrre un valore di impedenza molto alto. In tale situazione anche una piccola corrente armonica all’interno di questo range di frequenze può generare delle indesiderate armoniche di tensione molto alte. Inoltre, ricordiamo anche che le armoniche possono far degenerare la prestazione dei contatori, riducendone la accuratezza di misura. Ed anche le condizioni operative di alcune apparecchiature dipendono molto da quanto accurata è la forma d’onda della tensione, e queste apparecchiature possono subire malfunzionamenti in presenza di armoniche. Ad esempio: i dimmer per gli apparecchi di illuminazione, e alcuni carichi controllati da computer. Accanto ai su menzionati problemi generati dalle armoniche, come sovrariscaldamento e diminuzione della vita utile, le interarmoniche creano alcuni nuovi problemi, come oscillazioni subsincrone e flicker nell’illuminazione, anche per valori bassi dell’ampiezza. - 35 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Variazioni lente di tensione In condizioni di normale funzionamento, l’ampiezza della tensione è soggetta solo a piccole deviazioni attorno al valore nominale. Le variazioni lente di tensione sono in sostanza incrementi o diminuzioni della ampiezza della tensione prodotta da diverse cause, come ad esempio variazioni della richiesta di carico nel tempo. Queste variazioni possono avere una periodicità giornaliera, settimanale o stagionale. Squilibrio nella tensione (Unbalances) Lo squilibrio nella tensione è una condizione che si può verificare in sistemi poli-fase, nei quali i valori efficaci delle tensioni di linea (componenti fondamentali) e/o l’angolo di fase tra tensioni di linea consecutive non sono tutti uguali e si discostano da 2/3 π. Grossi carichi monofasi, come i sistemi di trazione ferroviaria o fornaci ad arco, e linee sovraccariche senza trasposizioni sono le principali sorgenti di squilibrio nei sistemi di trasmissione. Anche i sistemi di distribuzione con linee squilibrate e tratti di linea che portano un mix di carichi monofasi, o su due fasi o trifasi, sono caratterizzati da squilibrio nelle tensioni. Lo squilibrio di tensioni nelle macchine elettriche porta ad un incremento delle perdite; inoltre, in presenza di tensione di alimentazione squilibrata, la coppia utile e la velocità risultano essere ridotte e possono insorgere pulsazioni nella coppia nonché rumori e disturbi acustici. Per i convertitori elettronici di potenza, nei quali l’angolo di innesco è preso dalla tensione, lo squilibrio può provocare la presenza di armoniche non caratteristiche, su entrambi i lati DC e AC del convertitore. Le armoniche non caratteristiche sono le armoniche che non sono prodotte da una apparecchio convertitore a semiconduttori durante il suo normale funzionamento. La figura seguente illustra un grafico relativo alle tre tensioni squilibrate in una linea di un sistema di distribuzione. - 36 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 1.16 - Squilibrio nella tensione trifase nei conduttori di un sistema di distribuzione Fluttuazioni di tensione (Voltage fluctuations) Quando abbiamo il verificarsi di una serie di variazioni della tensione o una variazione continua della tensione in valore efficace (RMS), tali variazioni sono denominate fluttuazioni di tensione, di cui un esempio tipico viene di seguito raffigurato. Se queste fluttuazioni avvengono all’interno di un determinato range di frequenze, possono causare variazioni di luminanza negli apparecchi di illuminazione, il che determina poi un fenomeno visivo chiamato “flicker”. Al di sopra di una certa soglia, il flicker comincia a diventare fastidioso, e la sensazione di fastidio cresce rapidamente con l’ampiezza della fluttuazione. A certe frequenze, anche se di ampiezza molto piccola, può risultare fastidiosa. Le principali fonti di fluttuazioni notevoli di tensione risiedono nei carichi industriali, che sono particolarmente critici nell’industria dell’acciaio, nella quale si fa largo uso di fornaci, saldatrici, macchine utensili. Anche i carichi presso le utenze domestiche con frequenti commutazioni (come forni da cucina elettrici, pompe di calore, condizionatori) sono potenzialmente delle - 37 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. fonti locali di produzione di flicker, ma il problema risulta essere contenuto grazie ai vincoli di legge imposti nella progettazione di tali prodotti, in entità e frequenza di commutazione dei carichi. Va osservato anche che le fluttuazioni di tensione e le interarmoniche sono intrinsecamente legate. Infatti, l’ampiezza della forma d’onda può fluttuare se essa contiene anche interarmoniche, e viceversa: la fluttuazione di tensione può generare le interarmoniche. L’esperienza in tale campo ha mostrato che anche un basso contenuto di interarmoniche può produrre effetti visibili in termini di flicker della luce negli apparecchi di illuminazione ad incandescenza o a fluorescenza. Oltre al flicker, va segnalato un altro effetto prodotto dalle fluttuazioni di tensione, vale a dire il rallentamento o accelerazione di motori connessi direttamente al sistema. Figura 1.17 - Esempio di flicker causato da fluttuazione di tensione - 38 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 1.18 – esempio di flicker e relativa curva inviluppo Trasmissione di segnali (mains signalling voltages) sulla rete di alimentazione Alcune aziende o enti pubblici, trasmettono intenzionalmente alcuni piccoli segnali in sovrapposizione alla tensione di alimentazione, al fine di trasmettere informazioni nel sistema pubblico di distribuzione e verso le sedi di alcuni Clienti. I segnali trasmessi nel sistema di pubblica distribuzione possono essere classificati in tre tipi: ‐ Segnali di controllo del ripple (ripple control signals): segnali sinusoidali in tensione, sovrapposti alla tensione di rete, nel range di frequenze da 0,11 kHz a 3 kHz; ‐ Segnali portanti (power-line-carrier signals): segnali sinusoidali in tensione sovrapposti nel range compreso tra 3 kHz e 148,5 kHz; ‐ (mains marking signals): variazioni o modifiche (transitorie) di breve durata della forma d’onda di tensione sovrapposte alla tensione normale, in determinati punti. Variazioni della frequenza (Power frequency variations) Per variazione di frequenza si intende lo scostamento della frequenza dal suo valore nominale (pari a 50Hz o 60Hz e chiamato frequenza di alimentazione o power supply frequency o power system frequency). - 39 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Una variazione nella frequenza di alimentazione è riconducibile direttamente a variazioni della velocità di rotazione dei generatori che forniscono potenza alla rete. Vi sono anche lievi variazioni in frequenza provocate da uno squilibrio esistente tra carico e generazione. Lievi scostamenti di frequenza possono provocare serie conseguenze all’albero del gruppi generatori-turbina, dovute alla grossa coppia sviluppata. Comunque, è raro che si verifichino significative variazioni di frequenza nei moderni sistemi elettrici interconnessi. Notching di tensione Per notching si intende il verificarsi con periodicità di transitori che avvengono all’interno di ogni periodo in conseguenza di corto circuito fase-fase provocato da processi di commutazione nei convertitori AC-DC (vedi figura sotto). Essendo periodico, questo disturbo è caratterizzato dalla presenza di uno spettro di armoniche nella forma d’onda di tensione; in particolare, il notching produce armoniche di ordine elevato. La maggior parte dei problemi causati dal notching sono circoscritti negli impianti di ciascun cliente. Infatti, il contenuto armonico ad alta frequenza del notching che l’utente non riesce a controllare e limitare, viene “filtrato” dai trasformatori di potenza in ingresso. I notch di tensione sono caratterizzati dalla loro profondità e dalla loro durata, assieme al punto della onda sinusoidale in cui il notching avviene. - 40 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 1.19 - Esempio di Notching di tensione generato dal funzionamento di un convertitore Noise Lo standard IEEE 1159-1995, definisce il Noise (rumore) come un ulteriore disturbo della PQ. Con “Noise” si indica un qualunque segnale elettrico indesiderato con contenuto in banda larga inferiore a 200 kHz sovrapposto alla tensione o corrente esistenti nel sistema elettrico nei conduttori di fase o nel neutro o nelle linee di segnale. Sostanzialmente il “noise” consiste in qualunque distorsione indesiderata che non può essere classificata come distorsione di forma d’onda o come transitorio. I problemi connessi al noise sono di solito resi più critici da un inappropriata messa a terra. - 41 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 1.20 – Esempi di notching e noise - 42 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. EFFETTI DEI DISTURBI SUGLI UTENTI E COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA Generalità Per poter affrontare meglio questa tematica delle conseguenze che i vari tipi di disturbo possono avere sulle parti in causa che compongono un sistema elettrico (essenzialmente: utility e utenti) cerchiamo innanzitutto di inquadrare meglio il contesto da un punto di vista macroscopico. Da un punto di vista macroscopico, possiamo ritenere (vedi schema in figura in basso) che gli utenti disturbanti possano suddividersi in: ‐ Utenti disturbanti in Alta Tensione ‐ Utenti disturbanti in Media Tensione ‐ Utenti disturbanti in Bassa Tensione Figura 1.21 – disturbi e livelli di Power Quality a livello macroscopico, in un sistema elettrico Nella figura sopra viene visualizzato il fatto che la qualità subisca un degrado via via crescente, man mano che si passa dalla AT alla distribuzione in BT, a causa delle diverse tipologie di: ‐ eventi interni alla rete AT; ‐ disturbi causati da utenti disturbanti collegati direttamente alla rete di trasmissione; - 43 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. ‐ disturbi provenienti direttamente da sistemi di distribuzione connessi alla rete AT. La qualità nei sistemi di distribuzione dipende poi anche ‐ dalle caratteristiche delle forme d’onda nei punti di interconnessione, ‐ da cause interne, ‐ e da disturbi generati da altri utenti disturbanti presenti a tali livelli di tensione. ‐ Impianti di produzione da fonti alternative che si interfacciano con la rete MT tramite convertitori statici, nota causa di disturbi. Il crescente impiego di sistemi di automazione e di apparecchiature basate sulla elettronica di potenza per la gestione ed il controllo di processi energetici e produttivi presenti nei diversi settori dell'industria, aumenta continuamente il numero degli utenti sensibili alle deviazioni dei parametri dell'alimentazione elettrica dagli standard ideali. Tali deviazioni, comunemente definite “disturbi” della Power Quality, comprendono eventi transitori e stazionari molto diffusi quali: interruzioni brevi e lunghe, micro-interruzioni, buchi di tensione, armoniche di corrente e di tensione, fluttuazioni di tensione, sovratensioni e sovracorrenti impulsive. Gli effetti di tali disturbi possono condizionare anche significativamente il corretto funzionamento dei componenti d’impianto: nei settori d’utenza industriale e del terziario avanzato, per esempio, tali disturbi possono dare origine a fastidiosi, oltreché costosi, disservizi dell'attività produttiva. Gli utenti possono essere soggetti a guasti o malfunzionamenti a causa della non continuità nella fornitura o della non idealità della forma d’onda della tensione di alimentazione. Nella tabella 3.1 sono riportate alcune delle principali fonti di disturbo e relativi effetti prodotti sugli utenti e sulle loro apparecchiature. - 44 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. L’azione di contenimento dei disturbi è stata avviata sin da quando l’alimentazione elettrica si è affermata come servizio generalizzato, mentre nel contempo la tipologia di carichi particolari allacciati alla rete s’è andata progressivamente allargando, nel corso degli anni. Tabella 1.4 - Disturbi di tensione, cause ed effetti disturbo origine Effetti Frequenza - Distacchi di gruppi di generatori. - Commutazione di grossi carichi. - Guasti. - Variazione di velocità nei motori. - Malfunzionamento dei dispositivi elettronici che utilizzano la frequenza per generare la base dei tempi. - perdite nei lamierini magnetici. - influenza sull’efficacia dei filtri accordati per la “soppressione” delle armoniche. Variazioni rapide di tensione Variazioni transitorie di tensione - Inserzione di apparecchi. - Carichi con assorbimento Variabile. - Fulminazioni. - Guasti. - Manovre. Buchi ed interruzioni brevi - Guasti. - Manovre. Armoniche - Carichi non lineari - azionamenti a velocità variabile - lampade - convertitori statici - elettrodomestici - forni ad arco - saldatrici - trasformatori - motori Squilibrio di tensione Carichi squilibrati - Intervento intempestivo protezioni. - Flicker (se ripetitive). - Malfunzionamento di apparati elettronici. - Perforazione di isolamenti. - Danneggiamento circuiti elettronici. - Intervento di relè di minima tensione. Irregolarità di funzionamento di motori. Malfunzionamento di apparati elettronici digitali. Malfunzionamento di apparecchiature elettroniche. Spegnimento di lampade a scarica con ritardo di accensione. Malfunzionamento di protezioni. Aumento perdite dielettriche. Aumento perdite nel rame di macchine e trasformatori. Aumento perdite in rete. Possibile danneggiamento condensatori. Errori di apparati di misura. Malfunzionamento di apparati elettronici. Funzionamento instabile di motori. Malfunzionamento dei convertitori. Interferenza sui circuiti di telecomunicazioni. Comparsa di componenti di sequenza inversa della tensione con sovrariscaldamento di macchine rotanti e raddrizzatori. Le normative nazionali e internazionali hanno seguito tale evoluzione delle varie tipologie di carichi e dei diversi criteri con cui essi vengono allacciati alla rete, ed hanno sviluppato una azione ad ampio raggio, che ha inquadrato in modo coerente il problema per tutti i disturbi legati a fenomeni di natura elettromagnetica. - 45 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Questo lavoro normativo si svolge sotto il titolo generale di Compatibilità Elettromagnetica (EMC) e, sebbene esso risulti ancora in corso, si può ormai ritenere che si sia consolidata una certa metodologia che consente di risolvere ormai una larga parte del problema dei disturbi. Concetti di compatibilità elettromagnetica Definizioni e riferimenti normativi Ricordiamo qui di seguito alcune delle definizioni più importanti relativamente alla compatibilità elettromagnetica, tratte dalle Norme IEC 61000 – 1. Ambiente elettromagnetico: insieme dei fenomeni elettromagnetici presenti in un determinato ambiente. Disturbo elettromagnetico: fenomeno elettromagnetico che può degradare la prestazione di un dispositivo, di un’apparecchiatura o di un sistema. Livello di disturbo: valore di un disturbo elettromagnetico misurato in modo specificato. Compatibilità elettromagnetica: capacità di un dispositivo o di un’apparecchiatura o di un sistema di funzionare correttamente nel relativo ambiente elettromagnetico, senza introdurre disturbi intollerabili nell’ambiente stesso o provocarli agli altri apparecchi ivi presenti. Disturbi condotti: sono alterazioni dell’ampiezza o della forma d’onda della tensione che, prodotti da una sorgente, si propagano lungo una rete di alimentazione, viaggiando sui conduttori di linea e in alcuni casi anche attraverso i trasformatori, per cui possono anche trasferirsi tra reti a differente livello di tensione. Questi disturbi possono degradare il funzionamento di un dispositivo, apparecchio o sistema e anche provocare danni se i loro livelli sono eccessivi. Livello di compatibilità elettromagnetica: valore specificato di un disturbo elettromagnetico, che ha alta probabilità di non essere superato (95%, salvo diversa indicazione) applicato ad un dispositivo, apparecchiatura o sistema. - 46 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Tale livello costituisce un valore di riferimento che consente di determinare sia i requisiti di immunità di dispositivi, apparecchi e sistemi nell'impianto utilizzatore che le loro emissioni. Livello di pianificazione: valore specificato di un disturbo elettromagnetico usato a fini della pianificazione dell’impatto sul sistema elettrico di tutti i disturbi, originati da installazioni o da carichi di grande potenza. I livelli di pianificazione, definiti dal fornitore di energia elettrica, sono valori indicativi generalmente uguali od inferiori a quelli di compatibilità, usati normalmente per il coordinamento delle emissioni nella determinazione delle quote concesse agli utenti. Sorgente: singolo dispositivo o apparecchiatura o sistema nel suo complesso. Emissione: processo attraverso il quale viene emesso un determinato disturbo da una sorgente. Livello di emissione: livello di un determinato disturbo elettromagnetico emesso da una sorgente, misurato in modo specificato. Limite di emissione: livello massimo tollerabile di emissione di un disturbo elettromagnetico da una sorgente. Immunità: capacità di un dispositivo, apparecchiatura o sistema di funzionare senza degrado delle prestazioni in presenza di un determinato disturbo elettromagnetico. Livello di immunità: valore specificato di un disturbo elettromagnetico per il quale un dispositivo, apparecchiatura o sistema è capace di operare, con alta probabilità, al grado di prestazione richiesta. Il livello di immunità rappresenta il valore di prova al disturbo per ogni tipo di apparecchiatura. Per caratterizzare quindi in modo sintetico il comportamento dell’utente nei riguardi del disturbo, si fa di solito riferimento al livello di immunità, che è in pratica il valore del disturbo a cui corrisponde una bassa probabilità che si manifesti la suscettibilità (tipico valore è 5%). Suscettibilità: apparecchiatura degradazione o sistema delle causata elettromagnetico. - 47 - prestazioni da un di un dispositivo, determinato disturbo Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Gli utenti possono avere una diversa sensibilità, tecnica e/o economica, ai disturbi; perciò si è introdotto il concetto di “suscettibilità degli utenti”, intesa come rischio che l’utente, sottoposto ad un dato disturbo, sia oggetto di malfunzionamento o di danneggiamenti. Punto di accoppiamento comune (PAC – PAI) La descrizione dell’ambiente elettromagnetico comporta la definizione dei “punti di comune accoppiamento” nei quali è necessario rispettare i livelli di compatibilità: ‐ Punto di accoppiamento comune con la rete pubblica (PAC) di un’utenza, definito come punto della rete di alimentazione pubblica elettricamente più prossimo all’utenza, in cui sono o potranno essere collegati altri utenti. ‐ Punto di accoppiamento in impianto (PAI), definito come il punto di una rete di distribuzione interna ad un impianto utilizzatore, elettricamente più vicino ad un carico particolare, al quale possono o potrebbero essere collegati altri carichi. Valutazione statistica delle grandezze elettriche di riferimento: Salvo diversa indicazione, i valori delle grandezze elettriche nel seguito riportati sono da intendersi come valori che hanno una probabilità del 95% di non essere superati. La valutazione di tale probabilità è effettuata in base a criteri ben definiti che possono variare in relazione al disturbo considerato. Aspetti fondamentali di compatibilità elettromagnetica Gli aspetti oggetto di studio nell’ ambito della Compatibilità elettromagnetca riguardano sostanzialmente i seguenti aspetti: l’emissione di disturbi la propagazione dei disturbi la suscettibilità ai disturbi di dispositivi, apparecchiature e sistemi. Per quanto riguarda l’emissione, di solito gli apparecchi definiti “disturbanti” (utilizzatori o componenti del sistema di distribuzione dell’energia elettrica), sono caratterizzati da un livello di disturbo iniettato nel sistema di alimentazione, variabile nel tempo. - 48 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Per quanto riguarda la propagazione, ogni singola emissione, in relazione alla sua natura, può propagarsi verso le apparecchiature sensibili per via condotta o irradiata. In particolare sono di tipo: condotto, i disturbi che arrivano alle apparecchiature attraverso le linee di alimentazione elettrica e i collegamenti di controllo/segnalazione; irradiato, i disturbi che interessano direttamente le apparecchiature attraverso la propagazione di campi elettromagnetici. Per quanto riguarda la suscettibilità, ogni apparecchio definito sensibile è caratterizzato da un rischio di malfunzionamento o danneggiamento in funzione del livello di disturbo. Va tenuto tuttavia presente che alcune apparecchiature possono essere contemporaneamente sia disturbanti che sensibili. La natura sia dell’emissione sia della suscettibilità è intrinsecamente statistica: infatti l’emissione presenta una variabilità temporale e locale (in alcuni casi di natura casuale), la suscettibilità presenta una variabilità in quanto i prodotti di una stessa linea di produzione presentano delle deviazioni rispetto allo standard di progetto. Tenendo presente le numerose sorgenti di emissioni in una rete di distribuzione (più apparecchi disturbanti per singolo impianto utilizzatore, presenza di diverse utenze disturbanti, più componenti disturbanti facenti parte della rete) e che la rete di distribuzione costituisce il mezzo di composizione dei disturbi, l’insieme dei contributi può dar luogo a un livello totale di disturbo in rete troppo elevato e non compatibile con il buon funzionamento delle apparecchiature sensibili ad essa allacciate. Poiché le singole emissioni sono di natura statistica, anche il livello totale di disturbo è della stessa natura. Al fine di assicurare la compatibilità tra carichi disturbanti e carichi sensibili in una rete elettrica, è allora necessario introdurre: - per la rete: dei livelli “massimi” di disturbo (che può essere applicato ad un utente), detti livelli di compatibilità. Quindi per caratterizzare il livello di disturbo presente in un sistema elettrico, si introduce il livello di compatibilità, che in pratica si considera corrispondente al valore del disturbo (che può essere - 49 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. presente in rete) che ha una bassa probabilità di essere superato (in rete) (valore tipico di questa probabilità è il 5%). - per le singole apparecchiature o sistemi: dei livelli di disturbo che un apparecchio o sistema deve poter sopportare senza degrado delle sue prestazioni, detti livelli di immunità. In una situazione ideale, i livelli dei disturbi presenti nel sistema elettrico devono essere compatibili con i livelli di immunità dei componenti presenti. Al fine di ridurre il rischio di mal funzionamento dell’apparecchiatura o del sistema, è necessario assicurare un margine opportuno tra livelli di compatibilità e di immunità scegliendo un livello di immunità maggiore del livello di compatibilità. Il rispetto dei livelli di compatibilità sulla rete pubblica è ottenuto fissando dei limiti di emissione per le singole apparecchiature e/o per gli impianti utilizzatori, sulla base di opportuni criteri, definiti dalla normativa e dalle specifiche di allacciamento adottate dal Distributore. I concetti di coordinamento EMC su esposti vengono illustrati in termini deterministici ed in termini probabilistici nelle due figure seguenti, sotto riportate. Figura 1.22 – Rappresentazione deterministica del coordinamento tra livelli di emissione (1), disturbo totale (2), pianificazione (3), compatibilità (4) e immunità (6) - 50 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 1.23 - Rappresentazione probabilistica del coordinamento tra disturbo totale di rete, livelli di pianificazione e compatibilità, caratteristiche della tensione e livello di immunità dell’apparecchiatura (il livello di pianificazione e quello di immunità sono indicati con righe multiple per evidenziare la loro variabilità in funzione rispettivamente della rete elettrica considerata e del tipo di apparecchiatura). A – livello di disturbo totale in rete (distribuzione statistica tempo/spazio) B – nodo di rete con disturbo totale medio – basso (distribuzione statistica nel tempo) C – nodo di rete con disturbo totale alto (distribuzione statistica nel tempo) Ambiente elettromagnetico e diffusione dei disturbi Generalità L’ambiente elettromagnetico è determinato in sostanza attraverso la definizione dei livelli di compatibilità in riferimento ai vari disturbi. La normativa individua due principali ambienti elettromagnetici: ambiente elettromagnetico pubblico, relativo alla distribuzione pubblica dell’energia elettrica, ambiente elettromagnetico industriale e di altre reti di distribuzione non pubblica. L’ambiente elettromagnetico pubblico rappresenta il riferimento principale, in quanto costituisce contemporaneamente il punto di partenza e quello di arrivo del coordinamento EMC e per esso la Normativa prevede una classe unica. Per l’ambiente elettromagnetico “industriale e altre reti” sono previste invece tre classi articolate come segue: ‐ classe 1: si applica ad alimentazioni protette e quindi i livelli di compatibilità di questa classe sono più bassi di quelli previsti sulle reti pubbliche di - 51 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. alimentazione. Questa classe è indicata per l’utilizzo di apparecchiature molto sensibili ai disturbi (strumentazione di laboratorio, alcuni laboratori, sistemi di automazione, etc.) e richiede interventi particolari quali per esempio, il ricorso a gruppi di continuità assoluta o l’adozione di filtri adeguati. ‐ Classe 2: Si applica in genere ai PAC ed ai PAI negli ambienti industriali e di altre reti pubbliche. I livelli di compatibilità di questa classe sono gli stessi della rete pubblica: in questa classe si intende considerare l’impiego di quelle apparecchiature che sono utilizzate anche nella rete pubblica. ‐ Classe 3: Si applica solo ai PAI all’interno della rete industriale. Questa classe ha, in genere, livelli più alti di quelli della Classe 2. Essa è tipica delle seguenti situazioni: Una gran parte del carico rappresentato da convertitori; Presenza di sistemi di saldatura; Presenza di motori con frequenti avviamenti; Presenza di carichi rapidamente variabili. Nella figura seguente è visualizzata una rappresentazione schematica di quanto detto. Figura 1.24 - Esempio di rete pubblica che alimenta installazioni domestiche ed industriali: rappresentazione dei PAC, dei PAI e delle 3 classi di ambiente elettromagnetico per le reti industriali - 52 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Per quanto invece attiene alla diffusione di disturbi condotti, si ricorda che: Un impianto utilizzatore con carichi disturbanti oltre a disturbare se stesso, inquina la rete pubblica, che trasferisce agli altri utilizzatori. I disturbi trasferiti sono quelli classificati come “condotti” e la conoscenza delle loro caratteristiche di propagazione costituisce un caposaldo del coordinamento EMC. In relazione alla propagazione dei disturbi condotti tra i vari livelli di tensione dei sistemi di trasmissione/distribuzione, è importante sottolineare che i livelli di compatibilità indicati per le reti AT e MT sono il risultato finale del processo di coordinamento. Per la BT questi livelli di compatibilità indicati hanno sempre un riferimento preciso all’immunità richiesta per gli apparecchi elettrici ed elettronici e quindi si riflettono nelle norme costruttive di tali apparecchi. Per gli altri livelli di tensione hanno significato di valore obiettivo, in relazione ai quali vengono stabiliti i limiti di emissione e le caratteristiche di immunità degli apparecchi direttamente alimentati, che non sono generalmente specificati nelle norme. La figura seguente schematizza il processo di generazione e diffusione dei disturbi con riferimento alla interazione tra rete pubblica e impianto utilizzatore. Figura 1.25 - Schematizzazione del processo di generazione e diffusione dei disturbi condotti - 53 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. livelli di compatibilità Poiché i disturbi condotti possono trasferirsi tra gli stadi di rete a diverso livello di tensione, il loro contenimento entro limiti accettabili può essere ottenuto solo attraverso un coordinamento globale. Tale coordinamento dipende dalla struttura del sistema di distribuzione e dalla densità dei carichi disturbanti presenti e/o attesi in una data rete e quindi può essere eseguito solo dal Distributore, sulla base dei livelli di compatibilità fissati per gli stadi AT, MT e BT. I limiti di emissione debbono essere stabiliti per impianto utilizzatore e non per i singoli apparecchi disturbanti, in quanto anche se i carichi disturbanti presenti in un impianto utilizzatore soddisfano i limiti di emissione prescritti nelle norme relative alle apparecchiature (“norme di prodotto”), è possibile che la loro concentrazione sia tale sia si rendano necessari provvedimenti di compensazione da parte dell'utente. A questo fine occorre estendere la concezione classica degli studi di allacciamento in funzione della capacità di alimentazione della rete (potenza ed energia) anche alla capacità di consentire l'emissione di disturbi entro i limiti adeguati derivanti dalla necessità di rispettare i livelli di compatibilità. La capacità di alimentazione di una rete di distribuzione è limitata da vincoli di tenuta termica di conduttori e trasformatori, dalla necessità di contenere le cadute di tensione entro limiti che consentano di rispettare le condizioni di fornitura e da criteri economici, legati al costo delle perdite. La capacità di assorbire disturbi è legata alla impedenza equivalente della rete vista al PAC, ovvero alla potenza di cortocircuito esistente nel nodo. Infatti i livelli risultanti di alcune tra le forme di disturbo condotto più importanti e cioè le variazioni rapide di tensione, il flicker e la distorsione armonica, dipendono strettamente oltre che dagli assorbimenti variabili di corrente effettuati dai carichi o dalla ampiezza delle correnti armoniche iniettate sulla rete, anche dalla potenza di cortocircuito e dalla struttura della la rete di alimentazione. - 54 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Al variare della posizione sulla rete del punto di accoppiamento comune, variano quindi sia la capacità di alimentazione che quella di consentire l'emissione di disturbi. Tra le cause di variabilità della potenza di cortocircuito e quindi dell’impedenza equivalente della rete, oltre alla “posizione” sulla rete del punto di accoppiamento comune, occorre considerare anche il fatto che la stessa configurazione della rete è soggetta a cambiamenti a causa della necessità di garantire un’adeguata continuità del servizio (ripristino della alimentazione in MT a seguito di guasti, lavori di manutenzione e costruzione, ecc.). Per stabilire un criterio di equa ripartizione dei limiti di emissione tra diversi utenti in rapporto ai livelli di compatibilità, la considerazione fondamentale è che così come ogni utente sfrutta una quota della capacità di alimentazione disponibile nel punto di accoppiamento comune egli possa produrre un'emissione di disturbo non superiore a una quota del livello di pianificazione. La quota può essere determinata in base al rapporto tra la potenza sottoscritta dai clienti e la capacità di alimentazione della rete. Questo concetto si è fatto strada in sede internazionale ed è alla base dei criteri di determinazione dei livelli di emissione riportati nei due documenti relativi ai disturbi prodotti da carichi distorcenti e fluttuanti allacciati alle reti AT ed MT: IEC/TR 61000-3-6: Technical Report - Electromagnetic compatibility (EMC) Part 3-6: Limits - Assessment of emission limits for the connection of distorting installations to MV, HV and EHV power systems IEC/TR 61000-3-7: Technical Report - Electromagnetic compatibility (EMC) Part 3-7: Limits - Assessment of emission limits for the connection of fluctuating installations to MV, HV and EHV power systems Nella determinazione dei limiti di emissione è possibile mantenere una certa flessibilità, in relazione alla specifica situazione esistente o prevedibile a breve/medio termine sulla rete; quindi in alcuni casi possono essere concessi inizialmente a un impianto utilizzatore dei limiti di emissione più elevati di quelli strettamente spettanti, a condizione che l'utente si impegni a ridurre la propria emissione, non appena l'evoluzione dei carichi disturbanti sulla rete lo richieda. - 55 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. La figura seguente fornisce una rappresentazione grafica semplificata dei limiti e concetti di compatibilità elettromagnetica esposti in questo paragrafo. Figura 1.26 – schematizzazione grafica dei principali concetti di EMC (A) Emissione singola apparecchiatura (B) Distribuzione totale in rete (C) Suscettibilità dell’apparecchiatura (1) Limite di emissione (2) Livello di compatibilità (3) Livello di immunità Questa procedura consente all’utente di graduare nel tempo l'impiego dei mezzi di contenimento dei disturbi o l'introduzione di vincoli sui cicli di funzionamento degli apparecchi disturbanti, al Distributore di graduare nel tempo le eventuali soluzioni di allacciamento adeguate alle necessità dell'utente stesso nel rispetto dei livelli di compatibilità. A tale riguardo, per ulteriori approfondimenti si può consultare più in dettaglio le prescrizioni previste dalle Norme IEC 61000: parte 2: Ambiente e parte 3: Limiti Conclusioni Con l’espressione “Power Quality” si possono indicare tutte le problematiche relative ai disturbi sulla tensione di alimentazione fornita da una rete elettrica o sulla corrente assorbita da un impianto elettrico quando non sono verificate le condizioni ideali di: - 56 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. costanza della frequenza; purezza della forma d’onda; assenza di squilibri; regolarità; continuità del servizio. Fondamentalmente i problemi relativi alla PQ riguardano: la qualità delle tensioni nodali (ovvero la capacità del sistema di alimentare i carichi senza creare malfunzionamenti); la qualità delle correnti (ovvero la capacità dei carichi di funzionare senza creare disturbi). Considerando le definizioni fornite dalla norma CEI 50160 “Caratteristiche della tensione fornita dalle reti pubbliche di distribuzione dell’energia elettrica”, sia Un la tensione nominale del sistema con la quale un sistema è caratterizzato o identificato e alla quale si riferiscono alcune caratteristiche di funzionamento. Si definisce come tensione di alimentazione il valore efficace della tensione in un dato istante ai terminali della fornitura, misurato in un dato intervallo. Le caratteristiche della tensione e della corrente variano nel tempo e nello spazio, in riferimento ad un qualunque istante assegnato, con riferimento ad uno specifico terminale di consegna. Si possono, quindi effettuare diverse classificazioni delle variazioni a cui è soggetto il sistema in base al dominio di riferimento e ai parametri considerati. Una classificazione comune è attuata in base alla durata e all’ampiezza delle variazioni ed include due categorie principali: variazioni a regime, sono caratteristiche intrinseche delle usuali condizioni di esercizio e sono, pertanto, deviazioni sempre presenti ma non rilevanti di tensione e corrente; disturbi, sono deviazioni occasionali dello stato stazionario ma rilevanti. Esse sono solitamente causate da guasti di breve durata o da improvvisi cambiamenti nel sistema di potenza. I disturbi includono cali e incrementi di tensione, interruzioni e transitori oscillatori e impulsivi, impossibili da eliminare completamente. - 57 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. I disturbi più rilevanti, a loro volta, possono essere raggruppati in diverse categorie, avendo indicato con RMS (Root Mean Square) il valore efficace della grandezza in esame. Secondo la Norma CEI EN 50160, possiamo adottare la seguente distinzione dei disturbi: Flicker: è definito come l’impressione di instabilità della percezione visiva indotta da uno stimolo luminoso la cui luminanza o la cui distribuzione spettrale fluttuano nel tempo. Le fluttuazioni di tensione determinano variazioni di flusso luminoso. Il segnale modulato assume nella modulazione in ampiezza la seguente espressione: aa AMp 1 m cos m t cos p t m in cui AMm AMp è l’indice di modulazione d’ampiezza. Il fenomeno visivo che ne consegue è chiamato flicker, mentre, l’intensità del disturbo è detta severità del flicker. Essa viene definita con il metodo UIE-IEC e valutata mediante le seguenti qualità: ‐ severità di breve durata (Pst) misurata in intervalli di 10 minuti; ‐ severità di lunga durata (PIt) calcolata a partire da una sequenza di 12 valori di Pst su un intervallo di due ore. Buco di tensione: è una diminuzione improvvisa della tensione di alimentazione ad un valore compreso tra il 90% e l’1% della tensione dichiarata Uc, seguita da un ripristino dopo un breve periodo di tempo. Convenzionalmente la durata di un buco di tensione è compresa tra 10 ms e un minuto. La profondità di un buco di tensione è definita come differenza tra la tensione efficace minima durante il buco e la tensione dichiarata. Variazioni di tensione che non riducono la tensione di alimentazione a meno del 90% della tensione dichiarata Uc non sono considerati buchi. Essi sono generati solitamente dall’inserzione eccessiva di carichi e in generale dai guasti autoestinguenti che sopravvengono negli impianti utilizzatori o nel sistema di distribuzione pubblico. Sono eventi imprevedibili ed ampiamente aleatori, pertanto, eliminarli completamente risulta molto oneroso. Inoltre la frequenza annuale varia notevolmente in unzione del - 58 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. tipo di sistema e del punto di osservazione, può essere molto irregolare e variare da qualche decina fino ad un migliaio. Interruzione della tensione: è la condizione nella quale la tensione ai terminali di fornitura è inferiore all’1% della tensione dichiarata. L’interruzione della tensione può essere di due tipi: ‐ Accidentale; ‐ Programmata. L’interruzione accidentale è un evento imprevedibile e aleatorio, causato da un guasto transitorio. Essa è classificata come breve se dura fino a 3 minuti, anche se alle volte si considerano brevi le interruzioni accidentali che durano meno di un minuto. In ogni caso, il 70% delle interruzioni brevi dura meno di un secondo e il numero annuale può variare da qualche decina a parecchie centinaia. L’interruzione accidentale viene classificata come lunga se persiste più di 3 minuti. È causata da un guasto permanente. Non è possibile fornire valori tipici per la frequenza annuale o la durata delle interruzioni accidentali lunghe in quanto esistono differenze considerevoli nelle configurazioni delle strutture e dei sistemi dei diversi Paesi. Si possono fornire valori indicativi relativi a normali condizioni di esercizio: a seconda della zona si possono avere meno di 10 e fino a 50 interruzioni di durata superiore ai 3 minuti. Sovratensione: le sovratensioni possono essere: ‐ Temporanea a frequenza di rete, di durata relativamente lunga. Essa è causata, in genere, da un guasto e scompare all’eliminazione di questo, ma può anche seguire il distacco di grossi carichi o l’inserzione di banchi di condensatori; ‐ Transitoria può essere oscillatoria o non oscillatoria, di solito non smorzata e con durata di pochi millisecondi o inferiore. Viene solitamente causata da fulminazioni, manovre o interventi di fusibili; di solito non supera i 6 KV di picco ma occasionalmente si possono avere valori più alti. Il contenuto energetico di una sovratensione transitoria varia considerevolmente a seconda della sua origine. Squilibrio di tensione: in un sistema trifase, la condizione nella quale i valori efficaci delle tensioni di fase non sono identici o gli angoli di fase tra fasi consecutive non sono 120° elettrici o entrambe le cose. Il grado di - 59 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. sbilanciamento è solitamente definito dalla proporzione delle componenti di sequenza negativa e zero. Tensione armonica: è una tensione sinusoidale con frequenza pari ad un multiplo intero della frequenza fondamentale della tensione di alimentazione. Le armoniche possono essere valutate: ‐ Individualmente, con fattore di distorsione armonica individuale (IHD, Individual Harmonic Distorsion) nel quale il valore efficace Uk dell’armonica K viene rapportata a quello della componente fondamentale U1 secondo le relazioni: 100 100 ‐ % ; % . Globalmente, per esempio con il fattore di distorsione armonica totale (THD, Total Harmonic Distorsion) calcolato secondo le relazioni: 100 100 ∑ ∑ (%) ; (%); dove h è l’ordine di armonicità e la limitazione posta al 40 ordine è convenzionale per le norme europee. La causa principale di distorsione armonica sono le caratteristiche di funzionamento non lineari dei dispositivi o dei carichi presenti a tutti i livelli di tensione nel sistema elettrico. L’equipaggiamento sorgente di distorsione produce armoniche di corrente che, attraversando le impedenze del sistema, contribuiscono ad accrescere le tensioni armoniche perché causano cadute di tensione armonica. Tensione interarmonica: è una tensione sinusoidale la cui frequenza non è un multiplo intero della fondamentale. Le interarmoniche si trovano in tutti i livelli di tensione, possono apparire singolarmente, come frequenze discrete, o contemporaneamente, formando uno spettro a banda larga (interarmoniche con - 60 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. frequenze molto vicine). Una coppia di interarmoniche anche di basso livello creano deformazioni non simmetriche che hanno importanza nel fenomeno del flicker; sono causate da convertitori statici di frequenza, motori a induzione e altro. Il livello di interarmoniche presente in rete è in aumento a causa dello sviluppo dei convertitori di frequenza e apparecchi di controllo similari. Avendo ben presente, quindi, la vasta diversità di problematiche che interessano la Power Quality e l’impossibilità di eliminare completamente ciascuno dei suddetti problemi, ci si propone di occuparsi di un tipo di variazione data dalla distorsione armonica della tensione. Con questo fenomeno si ha uno scostamento dovuto alla presenza di componenti a frequenza diversa dalla fondamentale, indicate con il termine di componenti armoniche della tensione di ordine h, con h=fh/f1 se fh è la frequenza del componente armonico. La distorsione armonica della tensione è dovuta alla presenza di carichi non lineari e di trasformatori in saturazione. INQUINAMENTO ARMONICO Introduzione Prima di affrontare nel dettaglio il problema dell’esatta determinazione delle fonti armoniche, se a monte o a valle della stazione di misura, e quello dei metodi da utilizzare per questa determinazione, si vuole analizzare più in dettaglio il problema dell’inquinamento armonico nella sua totalità. Partendo infatti dall’analisi dell’origine e dalle caratteristiche del problema stesso, si vogliono rendere note le conseguenze che questo fenomeno provoca sull’intera rete e su tutti gli utenti ad essa connessi. Il fenomeno dell’inquinamento armonico Tra i disturbi di Power Quality assume notevole importanza l’inquinamento armonico, rappresentato dalla presenza non desiderata in una rete elettrica di componenti armoniche di frequenza multipla della fondamentale. Solitamente con il termine armoniche ci si riferisce esclusivamente a quelle di corrente poiché sono - 61 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. proprio queste ultime le principali responsabili degli effetti dell’inquinamento armonico. Le prime armoniche furono introdotte in rete verso gli anni ’50 dai raddrizzatori a vapori di mercurio usati per convertire la corrente da alternata in continua per la trazione ferroviaria. Le cause dell’inquinamento armonico erano dovute principalmente a fenomeni transitori, come la saturazione dei nuclei dei trasformatori a causa di sovratensioni, l’inserzione e la disinserzione di carichi, l’eliminazione di guasti. Più recentemente la gamma e il numero di unità e di apparecchiature che causano armoniche sono costantemente cresciuti, tanto che si riscontra una distorsione permanente delle forme d’onde in rete. Negli ultimi anni si è verificato, poi, un significativo aumento di carichi che anche se alimentati da tensioni sinusoidali assorbono correnti fortemente deformate. I carichi non lineari, ma soprattutto quelli tempo-varianti, rappresentano le principali cause di inquinamento armonico delle reti di media e bassa tensione. Ulteriore causa di inquinamento armonico è, poi, l’aumento della diffusione in rete di impianti di produzione di piccola taglia, spesso alimentato da fonti rinnovabili. Ciò che avviene in sostanza è che le armoniche si propagano nel sistema di distribuzione andando ad interessare anche circuiti non progettati per trasportarle. Sarebbe, quindi, conveniente considerare le armoniche e i loro effetti collaterali sui principali elementi degli impianti, in tutte le fasi di vita del sistema elettrico, per prevenire danni e disservizi e mantenere nel tempo un corretto funzionamento dello stesso nella sua interezza. Analisi delle armoniche Un segnale si dice periodico quando si ripete ogni T secondi. La frequenza fondamentale è quindi pari a f = 1/T e ω = 2πf è la pulsazione fondamentale del segnale. Volendo rappresentare nel dominio della frequenza la forma d’onda di una grandezza periodica si deve ricorrere alla serie di Fourier, costituita da una componente fondamentale f e da componenti sinusoidali di ampiezza diversa e di frequenza kf multipla della fondamentale, dette armoniche. La serie di Fourier di una funzione x(t) periodica di periodo T si può definire come: - 62 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. cos sin dove ⁄ ⁄ 2 :componente continua ⁄ cos ⁄ 2 ⁄ sin ⁄ k = 1... + ∞ Le armoniche sono caratterizzate dal valore in frequenza, ad esempio 150 Hz, oppure dall’ordine armonico, ad esempio k = 150/50 =3, dove la fondamentale f valga 50 Hz. La figura seguente mostra l’andamento della prima armonica e del segnale sinusoidale con sovrapposte le armoniche, prima sino alla terza e poi sino alla quinta. - 63 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 1 andamento del segnale sinusoidale con sovrapposizione delle armoniche In particolare i segnali sinusoidali sono forme d’onda dispari (ovvero con f(t) = f (-t) ) e la corrispondente espressione in serie di Fourier si riduce a : sin dove Xk(t) sono le armoniche di ordine K a valore massimo CK e vale 0 se se k = 1... + ∞ - 64 - 0 Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Origine ed effetti delle armoniche in rete Le correnti armoniche prodotte dai carichi non lineari provocano sull’impedenza di linea cadute di tensione dallo sesso ordine di armonicità e di conseguenza distorcono la tensione di alimentazione, che generalmente all’origine è invece una forma d’onda molto pura, con distorsione inferiore a 1%. Per avere un’idea più chiara di ciò che avviene quando si è in presenza di un carico non lineare, si considera un carico costituito da una resistenza R con in serie un diodo, supposto ideale per semplicità. Si suppone, inoltre, che la tensione di alimentazione v(t) sia sinusoidale ideale, con pulsazione ω. Figura 2 circuito non lineare Il carico non lineare assorbe una corrente i(t) che in termini di serie di Fourier equivale a: √2 sin dove Ik è il valore efficace della generica componente armonica a pulsazione Kω e fase k. Le forme d’onda corrispondenti alla situazione appena citata sono illustrate nella figura seguente. - 65 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 3 forme d'onda per circuito non lineare La potenza media sul carico è quindi pari a: 1 1 · · · · cos Questa potenza è dovuta solo alla tensione v(t) e alla prima armonica di corrente , la fondamentale, in quanto solo due sinusoidi isofrequenziali hanno un prodotto con valore medio non nullo nel periodo. Tutte le altre componenti armoniche di corrente non trasferiscono potenza attiva. Il loro unico effetto è quello di incrementare il valore efficace I della corrente di linea i(t): 1 Si vuole, a questo punto, studiare cosa avviene sulla tensione in presenza di un carico non lineare. Si considera un carico RL alimentato attraverso un diodo dal generatore (t). Si suppone che questo generatore presenti almeno una resistenza equivalente RS dovuta eventualmente alla linea di trasmissione dell’energia. - 66 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 4 circuito con carico non lineare per lo studio degli effetti sulla tensione di alimentazione La corrente assorbita i(t),non sinusoidale, provoca cadute di tensione sulla resistenza RS e la tensione effettiva sul carico V(t) non è più, di conseguenza, sinusoidale. Figura 5 effetto del carico non lineare sulla tensione di alimentazione Bisogna inoltre considerare che l’esempio proposto semplifica in larga maniera il problema della presenza dei carichi non lineari sulla rete, in quanto gli elementi passivi del generatore equivalente risultano più complessi di una semplice resistenza e variabili con la frequenza. L’entità della distorsione introdotta da un utente dipende dal rapporto tra la potenza distorcente del carico e la potenza di corto circuito della rete di alimentazione nel punto di alimentazione (Point of Common Coupling, PCC). Intuitivamente, il problema acquista rilevanza in presenza di reti deboli, che hanno, quindi, bassa potenza di corto circuito ed elevata impedenza - 67 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. equivalente e che alimentano forti carichi inquinanti. L’ampiezza del disturbo provocato in ogni punto dell’impianto non dipende solo dalle caratteristiche del carico, ma anche da quelle dell’impianto stesso. Considerando il problema dal punto di vista armonico, indicando con K l’ordine d’armonica e detto Ik il valore efficace della corrente armonica corrispondente variazione ∆ k-esima, la di tensione armonica dello stesso ordine in un punto qualsiasi della rete risulta: · ∆ dove è l’impedenza della rete, vista dal punto considerato, alla frequenza dell’armonica k-esima. Questo fenomeno di distorsione è tanto più accentuato quanto maggiore è la corrente armonica generata dal carico e quanto maggiore è l’impedenza equivalente della rete. L’utente è, quindi, in grado di modificare le caratteristiche qualitative dell’alimentazione nel momento in cui la acquista e consuma. Ciò anche a causa della stretta relazione tra tensione fornita e corrente assorbita. Nella figura seguente un carico lineare è alimentato da una tensione sinusoidale e quindi assorbe una corrente sinusoidale che provoca, a sua volta, una caduta di tensione sinusoidale sull’impedenza equivalente della sorgente. Si può anche avere il caso di un carico non lineare, alimentato da una tensione sinusoidale che assorbe una corrente non sinusoidale, questa provoca a sua volta provoca una caduta di tensione, anch’essa non sinusoidale, sull’impedenza - 68 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. equivalente della sorgente. Infine, si può vedere cosa accade se il carico lineare è alimentato da una tensione non sinusoidale e quindi assorbe una corrente ancora più distorta che provoca una caduta di tensione, a sua volta distorta, sull’impedenza equivalente della sorgente. Poiché la presenza di un carico che produce armoniche di corrente rende distorta anche la tensione sul nodo di alimentazione, si intuisce come anche un carico non lineare presente in un impianto può danneggiare anche gli impianti vicini. Infatti, un secondo utente connesso allo stesso nodo che sostiene un carico non lineare, può venir alimentato da una tensione distorta. - 69 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. In generale, però, anche conoscendo la topologia della rete elettrica, risulta complesso poter determinare gli effetti delle non linearità delle forme d’onda di tensione e corrente ideali tramite opportune misure e calcoli, così come poter costruire un modello matematico del sistema elettrico anche in presenza di inquinamento armonico e dissimmetria. I carichi che generano forme d’onda non sinusoidali, infatti, non possono essere identificati tutti. È possibile conoscere i carichi ad alta potenza presenti nelle industrie, quali raddrizzatori, ciclo convertitori, forni ad arco: di questi carichi può essere nota la collocazione fisica, la potenza assorbita, il livello di distorsione iniettata in rete. In ogni caso rimarrebbero non identificabili i carichi di medio-bassa potenza diffusi al livello di utenza domestica, quali apparecchi televisivi o personal computer, dotati di raddrizzatori di tensione che generano correnti armoniche. Nonostante tali armoniche siano di potenza trascurabile, a causa della loro massiccia presenza in rete generano comunque disturbi non trascurabili. Di conseguenza emerge che il problema della modellizzazione e del calcolo delle sorgenti armoniche non sia di facile soluzione. Nella rete elettrica devono essere monitorate le grandezze di interesse per caratterizzare lo stato del sistema in determinati punti dell’impianto e localizzare le sorgenti dei disturbi. In particolare, in questo lavoro di tesi, ci si vuole occupare delle grandezze e delle misure relative all’inquinamento armonico, dovuto al crescente numero di carichi non lineari o tempo varianti connessi alle reti di distribuzione. Si deve, a questo punto, trovare un parametro in grado di valutare, in termini di distorsione e sbilanciamento, la qualità del prelievo, tenendo presente che il prodotto energia è ha la peculiarità di avere caratteristiche di qualità modificabili dal compratore nel momento dell’utilizzo. Conseguenza dell’inquinamento armonico sui cavi La presenza di armoniche di corrente rappresenta, fra tutti i disturbi di Power Quality, il problema di maggiore rilevanza per i cavi. Gli effetti di tale fenomeno possono, infatti, portare a condizioni di sovraccarico sia sui conduttori di fase sia - 70 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. sull’eventuale conduttore di neutro e al surriscaldamento dei cavi di distribuzione, che implica la necessità di utilizzare cavi di sezione maggiore. I conduttori di fase se sottoposti a tali condizioni di funzionamento, sono soggetti ad un aumento delle perdite per effetto pelle e comportano la riduzione delle portate ammissibili. Il problema aumenta proporzionalmente con la sezione, in quanto anche le perdite aumentano. Nei conduttori percorsi da corrente alternata il rapporto tra la resistenza in alternata e la resistenza in continua dipende dalla forma del conduttore e dalla radice quadrata della frequenza. La maggiore frequenza delle correnti armoniche rispetto a quella di rete assunta come riferimento provoca l’aumento della componente resistiva, ma ancor più quello della componente reattiva dell’impedenza, e di conseguenza si ha una crescita, anche sensibile, delle cadute di tensione sugli stessi cavi. Per quanto riguarda il conduttore di neutro, poi, bisogna effettuare delle osservazioni preliminari. Mentre in un sistema trifase collegato a stella, la corrente nel conduttore di neutro è la somma delle tre correnti di linea, in un sistema trifase percorso da correnti equilibrate, sfasate di 1/3 di periodo, la somma delle correnti in ogni istante è zero e la corrente di neutro risulta quindi nulla. Nella realtà è raro che si verifichino queste condizioni di funzionamento, poiché solitamente nei sistemi trifase di potenza che alimentano carichi monofase si manifestano correnti di fase non equilibrate che conducono a correnti di neutro modeste. In presenza di condizioni armoniche i carichi, anche se equilibrati, possono provocare una corrente non trascurabile nel conduttore di neutro. Ciò avviene perché la somma delle tre correnti di fase non sinusoidali, anche se di valore efficace pari all’equivalente condizione sinusoidale, non è necessariamente pari a zero. Nel conduttore di neutro, le armoniche di indice multiplo di tre si sommano aritmeticamente, invece di cancellarsi, dal momento che sono sfasate nel tempo di 1/3 di periodo rispetto al periodo di rete e sono, quindi, in fase tra loro (componenti omopolari). Dato un segnale: - 71 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. cos √2 In un sistema trifase, chiamate con A,B e C le tre fasi e considerata una terna di grandezze di sequenza diretta, si ha: ; 3 2 3 Ciascuna grandezza può essere scomposta in serie di Fourier e, considerando la periodicità dei segnali trigonometrici di 2π, per ciascuna armonica si avrà: 1a armonica: √2 √2 √2 cos cos 2 √2 3 √2 √2 √2 3 2a armonica: √2 cos cos cos 2 cos 2 cos 2 cos √2 2 √2 cos cos 3a armonica: √2 √2 √2 cos 3 cos 3 cos 3 √2 2 - 72 - √2 cos 3 cos 3 2 3 4 3 Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Risulta evidente che ogni armonica di ordine K (con K=0,1,2,3,...) costituisce un sistema trifase simmetrico in cui ogni fase è sfasata di 2 ⁄3 rispetto alla precedente. In particolare, se la fondamentale è una sequenza diretta avremo: - armoniche di ordine 3K+1 per la sequenza diretta, - 3k-1 per la sequenza inversa, - 3K per la sequenza omopolare. Se invece non si ha un sistema simmetrico di partenza, a ciascuna armonica corrisponderà un sistema non simmetrico scomponibile tradizionalmente in terne di sequenza diretta, inversa e omopolare. In queste condizioni all’interno del cavo si ha un aumento di calore per effetto Joule d molto maggiore rispetto alle condizioni ideali e la portata della conduttura è ridotta. Qualora, poi, l’ampiezza della corrente di neutro dovuta alla terza armonica superi in ampiezza la corrente di fase alla frequenza di rete, la corrente del neutro deve essere portata in conto per il dimensionamento corretto della sezione del conduttore stesso. Si ha, poi, una situazione ancora più complessa quando il carico non è più equilibrato, specialmente se solo due fasi su tre sono caricare, in quanto, in questa situazione il neutro porta una corrente armonica che si somma a quella di squilibrio. La conseguenza peggiore che la presenza delle armoniche causa è l’aumento del valore efficace della corrente. Nei cavi elettrici questo effetto si amplifica all’aumentare della frequenza a causa del fenomeno di effetto pelle. Esso provoca un aumento della resistenza dei cavi perché determina una riduzione della densità di corrente nella sezione del cavo man mano che si va dall’esterno verso l’interno del conduttore stesso. Conseguenza dell’inquinamento armonico sui trasformatori di potenza I trasformatori non risentono in modo eccessivamente elevato delle dissimmetrie nella tensione, a causa della loro natura di componenti statici. Quando si ha un’alimentazione non sinusoidale si hanno fondamentalmente delle variazioni sulle perdite a vuoto. Le perdite nel ferro, invece, sono costituite da erdite per isteresi magnetica e perdite per correnti parassite che, a frequenza costante, risultano proporzionali al quadrato del valore massimo dell’induzione. - 73 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. In linea di massima, tenendo presente che in una macchina a pieno carico le perdite a vuoto rappresentano circa il 20-25% delle perdite totali, se la forma d’onda non è fortemente distorta e con valore efficace pari alla corrispondente tensione sinusoidale, le perdite nel ferro non variano di molto. Per quanto riguarda il problema delle perdite addizionali dovute al carico, l’argomento è soggetto allo studio di leggi di variazione delle perdite in funzione di svariati fattori quali frequenza, resistività, temperatura, etc. Ciò rende complesso lo studio di tali tipi di potenza. Il CENELEC è quindi intervenuto per determinare la caricabilità dei trasformatori da distribuzione in olio nel caso di correnti di carico ad alto contenuto armonico. Per le macchine da distribuzione la distorsione armonica totale accettabile non deve eccedere il 5 %. In regime armonico le perdite addizionali, intese come differenza tra le perdite dovute al carico totali e quelle ohmiche, non sono proporzionali al quadrato della frequenza come normalmente considerato. Tale situazione provoca danni all’isolamento e riduzione della vita media dei dispositivi che sono progettati per lavorare in regime sinusoidale. Conseguenza dell’inquinamento armonico sui motori asincroni L’alimentazione con tensioni dissimmetriche comporta nelle macchine rotanti in genere,e quindi anche nei motori asincroni trifase, la presenza di campi rotanti prodotti dalla componente inversa delle correnti di induttore che causano sollecitazioni termiche severe, a volte non tollerabili, nonché effetti sulle coppie elettromagnetiche utili. Se la macchina asincrona funziona da motore ed è presente una coppia resistente sull’albero, ne consegue che alla corrente normale di carico si sovrappone quella dovuta alla presenza del campo inverso. Si osserva che la condizione limite della dissimmetria delle tensioni si verifica nel caso di interruzione di una fase dell’alimentazione, condizione che notoriamente non è prevista nel funzionamento del motore. Da un punto di vista normativo si è imposto come limite massimo tollerabile pari al 5%. Se questo limite viene superato bisogna ridurre la potenza erogabile all’albero rispetto a quella nominale. - 74 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. La presenza di armoniche nel sistema delle tensioni di alimentazione comporta la formazione di campi rotanti parassiti che influiscono sul rendimento e sulla potenza che il motore può fornire all’albero. Conseguenza dell’inquinamento armonico sui motori sincroni La presenza di campi rotanti prodotti dalle correnti di sequenza inversa prodotte dall’alimentazione con un sistema dissimmetrico di tensioni comporta sollecitazioni termiche severe, che potrebbero non essere tollerate, nonché effetti sulle coppie elettromagnetiche utili. Nei motori sincroni con avvolgimenti smorzatori questi ultimi sono investiti dal flusso variabile legato al campo inverso. Le correnti indotte a frequenza doppia della nominale sono legate all’ampiezza della componente inversa e ad una reattanza assai prossima a quella sub transitoria della macchina. Il dimensionamento termico della gabbia è previsto per sopportare in regime continuativo una modesta quota di componente inversa di corrente, raramente superiore al 10% di quella nominale. Conseguenza dell’inquinamento armonico sui motori sincroni Il problema delle armoniche per i condensatori deve essere affrontato considerando la seguente relazione: dove: - Ik : valore efficace della corrente alla k-esima armonica; - K : ordine dell’armonica; - Ω : pulsazione alla fondamentale; - C : capacità del condensatore; - : valore efficace della tensione alla k-esima armonica. Il rapporto ⁄ non è costante al variare di k e quindi, in presenza di armoniche di tensione, la corrente assorbita dal condensatore risulta più fortemente deformata. Il suo valore efficace può risultare notevolmente più elevato di quello che si avrebbe con onda sinusoidale. In conseguenza di ciò si possono rilevare distorsioni nella tensione anche in punti remoti rispetto al carico distorcente. Questo - 75 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. causa perdite addizionali, danni all’isolamento e riduzione della vita media dei dispositivi, eventuali risonanze serie e parallelo nelle reti provocate da capacitori per il rifasa mento. Le Norme CEI di prodotto, per tenere in conto questo fenomeno, prescrivono che i condensatori debbano poter sopportare una corrente pari a 1.5 volte quella corrispondente all’onda di tensione sinusoidale. Esiste anche un problema di dimensionamento del dielettrico. Inoltre si possono avere problemi di risonanze serie e parallelo nelle reti provocate da capacitori per il rifasa mento e capacità cablate che producono amplificazione della tensione anche in punti remoti rispetto al carico distorcente; normalmente si opera in modo che la frequenza di risonanza non corrisponde mai a quella delle possibili armoniche, e di conseguenza la scelta cade tra i 190 e 230 Hz oppure tra 260 e 290 Hz. Sistemi di misura per il rilevamento dell’inquinamento armonico Dal punto di vista costruttivo gli apparecchi elettronici risultano sensibili alle distorsioni delle forme d’onda. Anche se i disturbi prodotti da un singolo utente sono di piccola ampiezza, la presenza contemporanea di un gran numero di dispositivi con caratteristica non lineare fa si che gli effetti complessivi siano di entità non trascurabile e potenzialmente dannosi per una grande varietà di apparecchiature. In regime non sinusoidale si possono presentare due tipi di problemi di misura, uno che riguarda la corretta definizione delle grandezze da misurare e l’altro riguardante l’impiego di strumentazione con adeguate caratteristiche metrologiche. Quando il sistema è in regime sinusoidale, quindi, lo si può descrivere interamente con pochi parametri e alcune grandezze definite convenzionalmente e che hanno proprietà fisiche note (come la potenza attiva, reattiva e apparente). Lo stato di un sistema in regime distorto, invece, difficilmente può essere identificato da un numero limitato di parametri e soprattutto non è possibile estendere al regime non sinusoidale le proprietà e le definizioni di alcune grandezze largamente impiegate a fine tariffario valide a frequenza industriale. Viene, per esempio, meno il significato fisico della potenza reattiva, che non rappresenta più l’indice dell’ampiezza delle oscillazioni di energia tra sorgente e carico come in regime sinusoidale. - 76 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. In regime armonico, infatti, la potenza reattiva può assumere valore nullo anche in presenza di oscillazioni di energia che mediamente si compensino. In merito alle definizioni delle grandezze elettriche in regime distorto sono state sviluppate svariate teorie, basate su diversi approcci. Poiché nessuno di questi approcci riesce a comprendere tutti gli aspetti relativi a questo problema, attualmente la comunità scientifica non ha ancora trovato accordo sulle definizioni delle grandezze elettriche per il regime non sinusoidale. Per quanto riguarda le caratteristiche metrologiche del sistema di misura, è noto che i dispositivi di misura normalmente installati negli impianti sono in molti casi pensati per funzionare nel regime di riferimento sinusoidale, e hanno caratteristiche metrologiche dichiarate alla frequenza industriale; di conseguenza, in presenza di grandezze non sinusoidali non operano più in conferma metrologica. La naturale limitazione della banda, caratteristica comune a tutti i dispositivi di misura crea problematiche nelle misure. Gli strumenti utilizzati per misure in regime sinusoidale possono essere impiegati correttamente anche in regime non sinusoidale se implementato effettivamente la definizione corretta della misura, se la larghezza di banda del sistema di condizionamento risulta adeguata al contenuto armonico del segnale e se la frequenza di campionamento soddisfa il teorema del campionamento. Per i sistemi di misura a campionamento e conversione A/D, infatti, una frequenza di campionamento inadeguata ad adattarsi al periodo del segnale, che può non essere stazionario, può comportare fenomeni di aliasing e comprometter ulteriormente la qualità della misura. Attualmente per il monitoraggio della Power Quality si stanno imponendo tecniche di misura distribuite. Queste, in funzione del criterio sul quale sono basate, hanno diverse esigenze di sincronizzazione. Esistono metodi che si basano sulla misura di grandezze istantanee per le quali, ad esempio, è necessario misurare le fasi delle grandezze in gioco. In questo caso sono necessarie misure simultanee nei diversi punti della rete e componenti appositi per la trasmissione dei risultati, ad esempio ricevitori GPS. Altri metodi sono basati su grandezze mediate nell’unità di tempo, secondi o minuti e pertanto non necessitano di una sincronizzazione spinta e - 77 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. possono essere implementati in maniera più economica. Al momento i sistemi di misura centralizzati sono costituiti da strumentazione capace di comunicare a distanza i risultati acquisiti mediante mezzi trasmissivi tradizionali. In questi casi l’elaborazione dei dati avviene localmente e l’unità centrale ha il compito di raccogliere e memorizzare le informazioni che le unità remote inviano, in generale può operare un’elaborazione di tipo prevalentemente statistico. In futuro è probabile che si sviluppino veri e propri sistemi di misura distribuiti per l’implementazione di metodologie per la PQ con dai raccolti nei singoli punti e trasmessi dopo un’eventuale fase di pre-elaborazione. Le informazioni raccolte dall’unità centrale concorreranno alla valutazione dei parametri di interesse. In questo modo diventerà possibile caratterizzare accuratamente il funzionamento dell’intera rete di distribuzione piuttosto che del singolo punto. - 78 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Normativa di riferimento per la Power Quality Ricordiamo alcuni tra gli enti normativi che hanno preso parte a queste iniziative di ricerca di standard condivisi nella Power Quality: - CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) - CENELEC (European Committee for Electrotechnical Standardization) - CIGRE (International Council on Large Electric Systems) - IEC (International Electrotechnical Commission) - IEEE (Istitute of Electrical and Electronic Engineers) - UIE (Unione Internazionale Elettrotermia) - UNIPEDE (Unione dei Produttori e dei Distributori di Energia Elettrica) - IECQ (International Electrotechnical Commission’s Quality Assessment Systemfor Eectronic Components) - ISO (International Organization for Standardisation) - UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) Analizzeremo un po’ più nel dettaglio gli aspetti più salienti delle norme più importanti del settore Power Quality. 4.1. La situazione normativa L’interesse crescente verso la Power Quality ha incentivato negli ultimi anni la formulazione di nuovi standard. Sia la IEEE che la IEC hanno infatti realizzato alcuni standard riguardanti tale problematica. In generale possiamo dire che, lo scopo della Normativa in ambito di Power Quality riguarda diversi punti: Descrivere e caratterizzare i fenomeni, Valutare le principali cause dei problemi di Power Quality, Considerare l’impatto sugli altri utenti del sistema, Descrivere in forma matematica il fenomeno attraverso l’uso di indici e analisi statistiche, al fine di valutarne l’importanza, Specificare le linee guida e tecniche di misura, Imporre dei limiti sulle emissioni a seconda dei diversi tipi di apparecchiatura, - 79 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Imporre dei livelli di immunità o tolleranza ai fenomeni per le diverse apparecchiature, Specificare i metodi e procedure per il rispetto dei limiti imposti. La regolamentazione della qualità dell’energia elettrica, che riguarda gli aspetti tecnici e commerciali della fornitura del servizio elettrico e del prodotto elettricità, deve fornire strumenti appropriati alla gestione tecnico – economica del servizio elettrico, fornendo incentivi per incrementare il livello di qualità e penalizzando prestazioni di livello non accettabile. In Italia l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas prende decisioni in base alle propria legge istitutiva e ai propri procedimenti e regolamenti. I suoi poteri di regolazione settoriale fanno riferimento alla determinazione delle tariffe, dei livelli di qualità dei servizi e delle condizioni tecnico-economiche di accesso e interconnesse alle reti. L’Autorità ha definito le metodologie di analisi e misura per il monitoraggio del livello di qualità della fornitura, ha stabilito i livelli minimi di qualità del servizio facendo riferimento alle Norme CEI, ha introdotto penali per incentivare il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Richiamiamo qui di seguito le Norme di riferimento più importanti in materia di qualità della fornitura e compatibilità elettromagnetica. Normativa IEC La Normativa IEC 61000-X-X che affronta il teme della compatibilità elettromagnetica ed è divisa nelle seguenti parti: Parte 1 (IEC 61000-1-X) generalità: principi fondamentali di EMC, terminologia, definizioni e principi fondamentali Parte 2 (IEC 61000-2-X) ambiente: descrive e classifica le caratteristiche dell’ambiente di utilizzo e le condizioni ambientali dove utilizzare l’apparecchiatura. Parte 3 (IEC 61000-3-X) Limiti: vengono definiti i livelli massimi di emissione di disturbo generati dalle apparecchiature affinché siano tollerati dalla rete. Definisce inoltre il limite di immunità delle apparecchiature sensibili. - 80 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Parte 4 (IEC 61000-4-X) Tecniche di misura: questa sezione fornisce le linee guida per le apparecchiature di misura e di monitoraggio della Power Quality. Descrive anche le procedure di verifica al fine di assicurare la conformità con le altre parti della norma. Parte 5 (IEC 61000-5-X) Installazione e riduzione dei disturbi: vengono trattate le tecniche di installazione per ridurre le emissioni e aumentare l’immunità ai disturbi. Descrive inoltre l’uso di diverse apparecchiature in grado di risolvere i problemi sulla Power Quality. Parte 6 (IEC 61000-6-X) Norme generali: raccoglie delle norme specifiche riguardo a determinate apparecchiature o condizioni di utilizzo. Sono contenuti dei limiti di emissione ed immunità. Le sezioni di maggior interesse ai fini della Power Quality sono: - IEC 61000-4-30 “metodi di misura della qualità della potenza”, in cui vengono definiti i metodi di misura dei vari parametri che definiscono la qualità della potenza elettrica fornita o scambiata in un determinato punto della rete di trasmissione e distribuzione. - IEC 61000-4-7 “guida generale per le misure di armoniche ed interarmoniche e relativa strumentazione, applicabile alle reti di alimentazione ed agli apparecchi ed esse connessi”, dove viene definita la strumentazione ed i metodi necessari per misurare, per frequenze fino a 9 kHz, le componenti armoniche ed interarmoniche prodotte dagli apparati connessi alle reti di distribuzione dell’energia elettrica a 50 o 60 Hz. - IEC 61000-3-2 “limiti per le emissioni di corrente armonica (apparecchiature con corrente di ingresso minore o uguale a 16 A per fase), dove sono definiti i limiti, in condizioni specifiche di prova, delle correnti armoniche immesse nella rete pubblica di distribuzione a bassa tensione dagli apparecchi elettrici ed elettronici. - IEC 61000-4-15 “flickermetro – specifiche funzionali e di progetto”, dove sono fornite informazioni di base per la progettazione e la strumentazione di un apparecchio analogico o digitale per la misura del flicker. - 81 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. - IEC 61000-3-3 “limitazione delle fluttuazioni di tensione e del flicker in sistemi di alimentazione in bassa tensione per apparecchiature con corrente nominale minore o uguale a 16 A e non soggette ad allacciamento su condizione”, dove è riportata la limitazione delle fluttuazioni di tensione e del flicker presenti nei sistemi pubblici di alimentazione in bassa tensione. Normativa IEEE - IEEE Standard 519-1992 (IEEE recommended practices and requirements for harmonic control in electric power systems); - IEEE Standard 1159-1995 (IEEE Recommended Practice for Monitoring Electric Power Quality); - IEEE Standard 1159.3-2003 (IEEE Recommended Practice for Transfer of Powewr Quality Data); - IEEE Trial-Use Standard 1459-2000 (definitions for the Measurement of Electric Power Quantities Under Sinusoidal, Nonsinusoidal, Balanced, or Unbalanced Conditions). Normativa CEI - CEI EN 50160 (Caratteristiche della tensione fornita dalle reti pubbliche di distribuzione della energia elettrica). Questa Norma europea, recepita in Italia mediante il CEI, si riferisce alla qualità della tensione nelle reti di distribuzione MT e BT.descrive i livelli minimi entro i quali gli utenti possono aspettarsi rimangano le caratteristiche della tensione. La norma non si applica in condizioni di esercizio anormale risultante da manutenzione, guasto, non conformità dell’impianto utilizzatore o di produzione, condizioni eccezionali al di fuori del controllo del fornitore. - 82 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. - La Noma CEI CLC/TR 50422 (Guida all’applicazione della Norma Europea EN 50160. - CEI EN 61000 – 4 – 30 Compatibilità elettromagnetica (EMC). Parte 4-30: tecniche di prova e di misura – Metodi di misura della qualità della Potenza. Norma IEC 61000-4-30 – Metodi di misura della qualità della potenza La Norma CEI EN 61000-4-30 definisce i metodi di misura e di interpretazione dei risultati per i parametri della qualità della potenza nei sistemi di alimentazione a corrente alternata 50/60 Hz. I parametri della qualità della potenza considerati in questa norma sono : - La frequenza - L’ampiezza della tensione di alimentazione - Il flicker - I buchi di tensione - Le sopraelevazioni di tensione - Le interruzioni - Le tensioni transitorie - Lo squilibrio tra le fasi - Le armoniche e interarmoniche di tensione e di corrente - I segnali trasmessi sulla rete - Le variazioni rapide di tensione I metodi per la misura delle armoniche ed interarmoniche di corrente e di tensione vengono invece definiti dettagliatamente dalla IEC 61000-4-7. Questa Norma definisce quindi i metodi di misura e di interpretazione degli indici di Power Quality nei sistemi di alimentazione a corrente alternata a 50Hz ed a 60 Hz, al fine di ottenere, indipendentemente dallo strumento utilizzato, risultati attendibili, ripetibili e comparabili. La Norma non stabilisce e non fornisce quindi le soglie per effettuare le misure. In Figura seguente è mostrata l’intera catena di misura. La grandezza elettrica da misurare può essere direttamente accessibile o accessibile attraverso trasduttori di - 83 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. misura. La norma, comunque, non considera i trasduttori e la loro incertezza, ma dà alcuni suggerimenti. Catena di misura La IEC 61000-4-30 definisce i metodi di misura sia per i sistemi monofase che per quelli polifase, ma non impone la scelta dei valori elettrici da misurare. La misura di tensione può essere fatta tra fase e neutro, tra due fasi, o tra neutro e terra. La corrente può essere misurata su ciascun conduttore, inclusi i conduttori di terra e di neutro. In alcuni casi è preferibile, ad esempio, misurare simultaneamente la tensione tra fase e terra e la corrente circolante in una fase. La norma definisce, inoltre, due classi di prestazione, A e B, per ogni parametro misurato. La prestazione di classe A è consigliata quando sono necessarie misure precise, ad esempio per applicazioni contrattuali, per dirimere controversie, per verificare la conformità con le norme etc. La misura di un parametro deve essere compresa entro l’incertezza specificata, come mostrato in Tabella 1, quando tutti gli altri parametri sono compresi nell’intervallo delle grandezze di influenza, come indicato nella Tabella 2. La prestazione di Classe B è consigliata se si vuole realizzare uno strumento a basso costo e non sono richiesti bassi livelli di incertezza, ad esempio per indagini statistiche, per interventi volti a risolvere problemi etc. La misura di un parametro deve essere compresa entro l’incertezza specificata, come mostrato in Tabella 3, quando tutti gli altri parametri sono nell’intervallo delle grandezze di influenza come indicato nella Tabella 4. La definizione di un intervallo delle grandezze di influenza consente di evitare che la misura di un parametro sia influenzata negativamente dalla presenza di - 84 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. un’influenza disturbante (grandezza di influenza). Se uno dei parametri non rientra in tale intervallo, allora lo strumento non garantisce più l’incertezza della Tabella 1 o della Tabella 3. Lo strumento di misura può avere diverse classi di prestazione per i vari parametri; la frequenza di campionamento e la banda passante dello strumento devono essere tali da rispettare l’incertezza di ciascun parametro. Tabella 1 - Incertezza (prestazione di Classe A). Grandezza da misurare Incertezza della misura (Classe A) Frequenza industriale Δf ≤ ±0,01Hz Tensione di alimentazione ΔU ≤ ±0,1% di Udin Buchi di tensione Tensione residua: ΔU ≤ ±0,2% di Udin Incertezza durata: incertezza dell’inizio del buco (mezzo periodo) + incertezza della fine del buco (mezzo periodo) Sovraelevazioni di tensione Tensione di sovraelevazione: ΔU ≤ ±0,2% di Udin Incertezza durata: incertezza dell’inizio della sovraelevazione (mezzo periodo) + incertezza della fine della sovraelevazione (mezzo periodo) Interruzioni di tensione Tensione di segnale sulla Valim Ampiezza di Corrente Incertezza durata: è minore di 2 periodi nel limite d’autonomia specificato per la sorgente ausiliaria di alimentazione dell’orologio L’incertezza deve essere ≤ 7% della lettura ΔI ≤ ±0,1% del fondo scala Corrente di spunto ΔI ≤ ± 0,5% della lettura Incertezza durata: mezzo periodo Tempo di orologio ΔT ≤ ± 20 ms - 85 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Tabella 2 - Intervallo delle grandezze di influenza per la prestazione di Classe A. Grandezze di influenza Intervallo di variazione Frequenza 42,5 Hz- 57.5 Hz Ampiezza della tensione (stazionaria) 0%-200% di Udin Flicker (Pst ) 0-20 Squilibrio 0%-5% Armoniche (TDH) Il doppio dei valori riportati nella IEC 61000-2-4, classe3 Interarmoniche (ad ogni frequenza) Il doppio dei valori riportati nella IEC 61000-2-4, classe3 Tensione di segnale sulla rete 0%-9% di Udin Tensioni transitorie secondo la IEC 61180 6 kV picco Transitori veloci 4 kV picco - 86 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Tabella 3 - Incertezza (prestazione di Classe B). Grandezza da misurare Frequenza industriale Incertezza della misura (Classe B) Il costruttore deve specificare l’incertezza Δf Tensione di alimentazione Il costruttore deve specificare l’incertezza ΔU, in ogni caso deve essere ΔU ≤ ±0,5% di Udin Buchi Il costruttore deve specificare l’incertezza ΔU, in ogni caso deve essere ΔU ≤ ±1% di Udin Incertezza durata: incertezza dell’inizio del buco (mezzo periodo) + incertezza della fine del buco (mezzo periodo) Il costruttore deve specificare l’incertezza ΔU, in ogni caso deve essere ΔU ≤ ±1% di Udin Sovraelevazioni Incertezza durata: incertezza dell’inizio della sovraelevazione (mezzo periodo) + incertezza della fine della sovraelevazione (mezzo periodo) Interruzioni Incertezza durata: è minore di 2 periodi nel limite d’autonomia specificato per la sorgente ausiliaria di alimentazione dell’orologio Tensione di segnale sulla Valim nessuna prescrizione Ampiezza di Corrente Il costruttore deve specificare l’incertezza, in ogni caso deve essere ΔI ≤ ±2,0% del fondo scala Corrente di spunto Il costruttore deve specificare l’incertezza ΔU e l’intervallo delle correnti, in ogni caso deve essere ΔI ≤ ± 0,5% della lettura - 87 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Tabella 4 - Intervallo delle grandezze di influenza per la prestazione di Classe B. Grandezze di influenza Intervallo di variazione Frequenza 42,5 Hz- 57.5 Hz Ampiezza della tensione (stazionaria) 0%-150% di Udin Squilibrio 0%-5% Armoniche (TDH) Il doppio dei valori riportati nella IEC 61000-2-4, classe3 Interarmoniche (ad ogni frequenza) Il doppio dei valori riportati nella IEC 61000-2-4, classe3 Tensione di segnale sulla rete 0%-9% di Udin Segnaliamo infine i criteri forniti da questa Norma circa l’aggregazione delle misure su intervalli temporali. Sappiamo che Le aggregazioni sono molto utili per evitare che lo strumento di misura debba memorizzare una mole enorme di dati. Nella Tabella 5 vengono suggerite le aggregazioni da utilizzare al variare dei parametri considerati e viene fornita un’indicazione sul minimo periodo di valutazione degli indici. Per la prestazione di classe A l’intervallo temporale di base per la misura dei parametri di tensione di alimentazione, armoniche, interarmoniche, squilibrio è pari a 10 periodi per sistemi di potenza a 50 Hz. Le aggregazioni vengono eseguite usando la radice quadrata della media aritmetica dei valori da aggregare al quadrato. Gli intervalli temporali di misura vengono aggregati nel modo seguente: - intervallo di 150 periodi (3 s) - si aggregano 15 intervalli temporali di 10 periodi; - intervallo di 10 minuti (30000 periodi) - si considerano tutti gli intervalli di 10 periodi inclusi nei 10 minuti, compreso l’ultimo intervallo anche se supera l’estremo superiore dell’intervallo di tempo di 10 minuti; la prima misura dei 10 periodi deve essere sincronizzata ad ogni inizio dei 10 minuti; l’inconveniente di tale tecnica è che può accadere che alcuni dati, agli estremi dei 10 minuti, appartengano a due aggregazioni; - intervallo di 2 ore (360000 periodi) - si aggregano i 12 intervalli di 10 minuti. - 88 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Per la prestazione di classe B il costruttore deve indicare il numero e la durata degli intervalli di aggregazione. Il periodo di valutazione degli indici di PQ dovrebbe essere almeno di una settimana in modo da valutare i parametri sia nei giorni lavorativi che festivi. Tabella 5 - Aggregazione dei dati. Parametro da misurare Periodo minimo Tecniche di aggregazione di valutazione Frequenza industriale una settimana 10 s Ampiezza della tensione di alimentazione una settimana 10 min Fliker una settimana 10 min Buchi / sopraelevazioni di tensione un anno Interruzioni di tensione un anno Squilibrio della tensione di alimentazione una settimana 10 min o 2 ore Tensioni armoniche una settimana 10 min per valutazione settimanale o 3 min per valutazione giornaliera Tensioni interarmoniche una settimana 10 min per valutazione settimanale o 3 min per valutazione giornaliera Tensione dei segnali nella rete sulla un giorno tensione di alimentazione Norma IEC 61000-4-7 Illustriamo qui di seguito alcuni degli aspetti più importanti che sono oggetto di questa Norma. La 61000-4-7 è una Norma Internazionale relativa alla misura di tensioni e correnti armoniche nei sistemi di alimentazione e delle correnti armoniche emesse dall’apparecchiatura. Inoltre essa specifica le prestazioni di uno strumento di misura standard. La parte 61000-4-7 è applicabile alla strumentazione prevista per la misura delle componenti spettrali nel campo di frequenze fino a 9 KHz, sovrapposte alla frequenza fondamentale di reti di alimentazione funzionanti a 50 Hz e a 60 Hz. - 89 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Ai fini pratici, questa Norma 61000-4-7 definisce: La strumentazione di misura destinata alle prove di singole apparecchiature in conformità ai limiti di emissione stabiliti in certe Norme( per esempio, limiti di corrente armonica sono dati nella IEC 61000-3-2) La strumentazione per la misura delle correnti e tensioni armoniche negli effettivi sistemi di alimentazione. Mentre la strumentazione per misure al di sopra della gamma di frequenze armoniche fino a 9 KHz sono definiti in maniera provvisoria (Allegato B). Si considerano 2 classi di precisione (I e II) per consentire l’uso di strumenti semplici e di basso costo, conformi alle prescrizioni per l’applicazione. Per le prove di emissione è necessaria la classe superiore I, se le emissioni sono prossime ai valori limite. La Norma IEC 61000 tratta gli strumenti di misura che si basano sulla trasformata discreta di Fourier (DFT). Nella Figura 2 è riportata una struttura generica di uno strumento per la misura delle armoniche. Tale struttura è da considerare solo come riferimento; lo strumento realizzato può, infatti, anche non comprendere alcuni blocchi ed alcune uscite indicate. Lo strumento preso in considerazione è basato sull’uso della trasformata discreta di Fourier (DFT), utilizzando un algoritmo rapido denominato trasformata veloce di Fourier (FFT). Ciò ha lo scopo di definire strumenti di riferimento che diano risultati riproducibili indipendentemente dal segnale di ingresso, ma non esclude l’utilizzo di altri metodi ad esempio l’uso di banchi di filtri, l’analisi attraverso il metodo delle ondulazioni (wavelet), ecc. - 90 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Figura 2 – Struttura generica dello strumento di misura Le specifiche per strumenti che si basano su metodi alternativi devono indicare la gamma di incertezze provocata dai fattori di influenza. L’incertezza deve comunque essere tale da soddisfare le prescrizioni indicate nella Tabella 6 per strumenti di Classe I e nella Tabella 7 per strumenti di Classe II, dove Inom è la corrente nominale dello strumento di misura; Unom è la tensione nominale dello strumento di misura; Um e I m sono i valori misurati. Tabella 6 - Precisione per le misure di tensione, corrente e potenza (Classe I). Misura Condizioni Errore massimo Tensione Um ≥ 1% Unom Um < 1% Unom ± 5% Um ± 0,05 Unom Corrente Im ≥ 3% Inom Im < 3% Inom ± 5% Im ± 0,15% Inom Potenza Pm ≥ 150 W Pm < 150 W ± 1% Pnom ± 1,5 W - 91 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Tabella 7 - Precisione per le misure di tensione, corrente e potenza (Classe II). Misura Condizioni Errore massimo Tensione Um ≥ 3% Unom Um < 3% Unom ± 5% Um ± 0,15% Unom Corrente Im ≥ 10% Inom Im < 10% Inom ± 5% Im ± 0,5% Inom Lo strumento è costituito da: - circuiti di ingresso sia di tensione che di corrente con filtri anti-aliasing; - convertitori analogico-digitali; - unità di campionamento e memorizzazione; - unità di sincronizzazione e di adattamento delle finestre; - un processore DFT per fornire i coefficienti della DFT. I nuovi modelli di strumento sono predisposti all’uso della DFT, ricorrendo solitamente ad un algoritmo rapido denominato Trasformata Veloce di Fourier (FFT). Vengono considerati strumenti per i seguenti tipi di misure: a) misura dell’emissione armonica; b) misura dell’emissione interarmonica; c) misura al di sopra della gamma di frequenze armoniche fino a 9 KHz. Nel senso stretto del termine le misure armoniche possono essere effettuate solo su un segnale stazionario; i segnali fluttuanti (segnali che variano nel tempo) non possono essere descritti correttamente solo in base alle loro armoniche. Tuttavia, al fine di ottenere risultati comparabili, per i segnali fluttuanti viene indicato un metodo semplificato e riproducibile. Misure delle Armoniche – requisiti di precisione Si propongono due classi di precisione per gli strumenti destinati alla misura di componenti armoniche. Gli errori massimi tollerati definiti nella Tabella 8 si riferiscono a segnali stazionari ad una sola frequenza nella gamma di frequenze di - 92 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. funzionamento, applicati allo strumento nelle normali condizioni di funzionamento indicate dal costruttore. Tabella 8 - Prescrizioni di precisione per le misure di corrente tensione e potenza (CEI EN 610004-7) classe I misura condizioni Errore massimo Tensione Um ≥ 1% Unom Um < 1% Unom ± 5% Um ± 0,05% Unom Im ≥ 3% Inom Im < 3% Inom Pm ≥ 150 W Pm < 150 W Um ≥ 3% Unom Um < 3% Unom ± 5% Im ± 0,15% Inom ± 1% Pnom ± 1,5 W ± 5% Um ± 0,15% Unom Im ≥ 10% Inom Im < 10% Inom ± 5% Im ± 0,5% Inom Corrente Potenza Tensione II Corrente Inom : gamma di corrente nominale dello strumento di misura Unom: gamma di tensione nominale dello strumento di misura Um e Im : valori misurati Valutazione delle emissioni armoniche – raggruppamento Per la valutazione delle armoniche, l’uscita della DFT viene prima raggruppata per costituire la somma quadratica delle linee intermedie tra due armoniche adiacenti, secondo l’equazione seguente: , 2 2 , 2 2 50 60 Il gruppo armonico risultante di ordine n che ne risulta ha ampiezza Cg,n (valore efficace del gruppo armonico risultante). - 93 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. La valutazione della conformità ai limiti di emissione deve essere effettuata rielaborando statisticamente i dati, in base alle condizioni indicate nelle norme corrispondenti, come nella IEC 61000-3-2. Relativamente alla valutazione dei sottogruppi armonici di tensione ricordiamo che l’analisi della trasformata di Fourier presuppone che il segnale sia stazionario. Tuttavia l’ampiezza della tensione di rete può fluttuare, diffondendo l’energia delle componenti armoniche alle frequenze interarmoniche adiacenti. Per migliorare la precisione della valutazione della tensione le componenti di uscita Ck devono essere raggruppate ogni 5 Hz della DFT secondo la seguente equazione: , Misure delle interarmoniche Le componenti interarmoniche sono provocate principalmente da due sorgenti: Le variazioni dell’ampiezza e/o dell’angolo di fase della componente fondamentale e/o delle armoniche (per esempio gli azionamenti con inverter) I circuiti elettronici di potenza con frequenze di comunicazione non sincronizzate sulla frequenza di alimentazione di rete (per esempio, le alimentazioni in c.a./c.c. e i corettori del fattore di potenza). Le componenti interarmoniche di solito variano: in ampiezza e in frequenza Un raggruppamento delle componenti spettrali nell’intervallo compreso tra due componenti armoniche consecutive forma un gruppo interarmonico. Questo raggruppamento fornisce un valore complessivo per le componenti armoniche comprese tra due armoniche discrete, che comprendono gli effetti delle fluttuazioni delle componenti armoniche. - 94 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Le seguenti equazioni A1 ed A2, in relazione alla frequenza di alimentazione, consentono il calcolo del valore del gruppo interarmonico (ig,n è il gruppo interarmonico di ordine n): , rete a 50 Hz , rete a 60 Hz Dove Ck+i rappresenta i valori efficaci delle componenti spettrali corrispondenti, ottenute dalla DFT, che superano la frequenza dell’ordine armonico n. Gli effetti delle fluttuazioni di ampiezza e degli angoli di fase delle armoniche sono parzialmente ridotti escludendo dalle equazioni A1 e A2 le componenti immediatamente adiacenti alle frequenze armoniche. Misure al di sopra della gamma di frequenze armoniche fino a 9 kHz Le componenti dei segnali (correnti e tensioni) con frequenze superiori al campo delle frequenze armoniche (2 KHz circa) ma inferiori al limite superiore del campo delle basse frequenze (circa 9 KHz) sono dovuti a diversi fenomeni. Queste componenti possono essere di tipo mono-frequenza o a larga band Definizioni In questa Norma IEC 61000-4-7 vengono fornite le definizioni alle grandezze trattate nella Norma stessa relativamente all’analisi in frequenza, alle armoniche ed interarmoniche. Le riportiamo qui di seguito per consentire al lettore di avere una panoramica completa delle grandezze coinvolte in questi processi. Sviluppo in serie di Fourier di f(t) sin sin n Ove l’ordine armonico n = m/N - 95 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Con: | | √2 arctan 0 arctan 2 0 sin 2 cos 1 Con: frequenza angolare della fondamentale Tw ( 2 larghezza (o durata) della finestra temporale ; 1 ) ; la finestra temporale è l’intervallo di osservazione di una funzione temporale durante il quale è eseguita la trasformata di Fourier. ampiezza della componente con frequenza N numero di periodi della fondamentale contenuti nella larghezza della finestra temporale. - 96 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. componente continua il numerale ordinale (ordine della linea di spettro) riferito alla base delle frequenze ( 1⁄ ) sono i coefficienti ortogonali di Fourier Nel senso stretto del termine, queste definizioni si applicano solo ai segnali in regime permanente. Generalmente la serie di Fourier viene in realtà eseguita numericamente, cioè come Trasformata Discreta di Fourier (DFT). La trasformata veloce di Fourier (FFT) è una algoritmo speciale che consente un tempo breve di calcolo. Essa richiede che il numero di campioni M sia una potenza intera di 2 : 2 , con 10 per esempio. Frequenza armonica fn Frequenza che è multiplo intero della frequenza fondamentale della rete di alimentazione ( fn = n x f1) Ordine armonico n Rapporto (intero) fra una frequenza armonica e la frequenza della rete di alimentazione. Con riferimento all’analisi che usa la DFT e la sincronizzazione fra f1 ed f2 (velocità di campionamento), si ha che n = k/n , dove: - k = numero della componente di Fourier, - N = numero di periodi T1 in Tw. La componente armonica Cn è identica alla componente spettrale Ck (con K = N x n) Ai fini della Norma IEC 61000-4-7 la finestra temporale ha ampiezza = 200 ms, ovvero: ‐ Ampiezza di N = 10 periodi fondamentali, per reti a f = 50 Hz ‐ Oppure di N = 12 periodi fondamentali, per reti a f = 60 Hz Valore efficace di una componente armonica Gn Valore efficace di una delle componenti aventi frequenza armonica nell’analisi di un segnale con forma d’onda non sinusoidale. In breve una tale componente viene designata come “armonica”. - 97 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Valore efficace di un gruppo di armoniche Gg,n Radice quadrata della somma dei quadrati del valore efficace di una armonica e del valore efficace delle componenti spettrali ad essa adiacenti all’interno della finestra temporale. Cosi facendo si sommano i contenuti energetici delle linee vicine con quello dell’armonica propriamente detta. Valore efficace di un sottogruppo di armoniche Gsg,n Radice quadrata della somma dei quadrati del valore efficace di un’armonica e del valore efficace delle due componenti spettrali ad essa immediatamente adiacenti. Distorsione armonica totale THD Rapporto tra il valore efficace della somma di tutte le componenti armoniche (Gn) fino all’ordine specificato e il valore efficace della componente fondamentale (G1). Quindi : Distorsione armonica totale d un gruppo THD ( simbolo THDG) Rapporto tra il valore efficace di gruppi di armoniche (g) e il valore efficace del gruppo associato alla fondamentale (1): Distorsione armonica totale di un sottogruppo (THDS ) Rapporto tra il valore efficace di sottogruppi di armoniche (sg) e il valore efficace del sottogruppo associato alla fondamentale: - 98 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Distorsione armonica parziale ponderata (PWHD) Rapporto tra ‐ Il valore efficace, ponderato con l’ordine armonico n, di un gruppo scelto di armoniche di ordine superiore (dall’ordine Hmin a Hmax) ‐ e il valore efficace della fondamentale: Valore efficace per una componente interarmonica Valore efficace di una componente spettrale di un segnale elettrico con una frequenza compresa fra due frequenze armoniche consecutive. Dove: - La frequenza della componente interarmonica è data dalla frequenza della linea spettrale. Questa frequenza non è un multiplo intero della frequenza fondamentale. - L’intervallo di frequenza tra 2 linee spettrali consecutive è l’inverso della larghezza della finestra temporale, circa 5 Hz ai fini della Norma 61000-4-7. Valore efficace di un gruppo interarmonico Cig,n Valore efficace di tutte le componenti interarmoniche nell’intervallo compreso fra due frequenze armoniche consecutive. Il valore efficace del gruppo interarmonico compreso tra l’ordine armonico n ed n+1 è designato come “Cig,n” . Valore efficace di un sottogruppo interarmonico centrato Cisg,n Valore efficace di tutte le componenti interarmoniche nell’intervallo compreso tra due frequenze armoniche consecutive, escludendo le componenti di frequenze direttamente adiacenti alle frequenze armoniche. Il valore efficace del sottogruppo centrato compreso tra l’ordine armonico n ed n+1 è designato come “Cisg,n” Frequenza di un gruppo interarmonico fig,n Media delle due frequenze armoniche tra cui è situato il sottogruppo. - 99 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. La Norma CEI EN 50160 Oggetto della Norma EN 50160 La Norma definisce, descrive e specifica le principali caratteristiche della tensione ai terminali di alimentazione degli utenti della rete nelle reti pubbliche di energia elettrica a media e bassa tensione in condizioni normali di esercizio. Queste condizioni normali di esercizio includono anche: ‐ il corretto funzionamento dei dispositivi di protezione nel caso di guasto in rete; ‐ la gestione dei carichi concordata tra il cliente e il gestore della rete; ‐ i cambiamenti nella configurazione di rete. La Norma descrive i limiti o i valori entro i quali ci si aspetta che le caratteristiche di tensione rimangano per l’intera rete pubblica di distribuzione di energia elettrica (e non descrive la situazione media generalmente sperimentata da un singolo utente della rete). La Norma non si applica in condizioni anormali o eccezionali di esercizio, incluse le seguenti: - condizioni di esercizio provvisorio adottate per mantenere alimentata la rete degli utenti durante condizioni risultanti da guasti o manutenzione, o per limitare l’estensione e la durata di un’interruzione dell’alimentazione; - non conformità di un impianto o apparecchiatura (di un utente) alle norme o prescrizioni tecniche di connessione, stabilite dal gestore o da Autorità pubblica; - In condizioni eccezionali (es. condizioni climatiche eccezionali e disastri naturali, ecc.); - quando al gestore (DNO) non è permesso di effettuare le necessarie modifiche al sistema di alimentazione per interventi del governo e di altre autorità pubbliche. La Norma può essere superata dai termini di un contratto tra singolo utente e gestore. Tale contratto si realizza più comunemente con riferimento ‐ ai clienti alimentati in MT. - 100 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. in aree con bassa densità o terreni difficili, per le quali i costi di fornitura ‐ sono elevati. In tali aree, il cliente può essere disposto ad accettare una fornitura a bassi costi ma non completamente conforme alla Norma. Scopo della Norma Definire, descrivere e specificare le principali caratteristiche della tensione di alimentazione riguardanti: ‐ Frequenza ‐ Ampiezza ‐ Forma d’onda ‐ Simmetria delle tensioni di fase Queste caratteristiche variano in modo casuale (nel tempo e nella posizione) durante il normale esercizio di un sistema elettrico, in seguito a variazioni di carico, disturbi generati da determinate apparecchiature e da guasti. Queste variazioni possono determinare il superamento dei livelli delle caratteristiche in un ridotto numero di occasioni. Alcuni dei fenomeni che incidono sulla tensione sono particolarmente imprevedibili, il che rende, molto difficile dare valori utili precisi per le caratteristiche corrispondenti. La generazione privata deve contenere il livello dei disturbi entro limiti accettabili. Essa si trova nella stessa condizione di un qualsiasi impianto del cliente e deve pertanto rispettare le norme di emissione e i limiti concordati per la tensione fornita. Pertanto la tensione fornita dal generatore deve essere conforme alla Norma EN 50160. Le caratteristiche della tensione stabilite definiscono le condizioni ai terminali di alimentazione. Dovrebbe essere garantito il coordinamento tra: - le caratteristiche della tensione di alimentazione - ogni cambiamento della tensione nell’ impianto - i requisiti delle apparecchiature nell’impianto In caso di mancanza di coordinamento tra le caratteristiche dell’alimentazione e i requisiti delle apparecchiature, si dovrebbe: 1) O migliorare l’ immunità delle apparecchiature, 2) Oppure migliorare la qualità della tensione di alimentazione fornita dal gestore. - 101 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Classificazione dei disturbi secondo la Norma EN 50160 Definizioni Elenchiamo qui di seguito le definizioni dei parametri di cui si serve la Norma nella classificazione dei disturbi e delle grandezze elettriche che definiscono lo stato di un sistema elettrico. la Norma EN 50160 i definisce: ‐ Bassa Tensione (BT): tensione, utilizzata per la fornitura di elettricità, il cui limite superiore del valore efficace nominale è 1 KV ‐ Media Tensione (MT) : tensione utilizzata per la fornitura di elettricità, il cui valore efficace nominale è compreso tra 1 KV e 35 KV ‐ Condizione di esercizio normale: condizione nella quale il sistema di distribuzione soddisfa la richiesta di carico ed esegue le manovre e l’eliminazione dei guasti per mezzo di sistemi automatici di protezione, in assenza di condizioni eccezionali dovute a influenze esterne o a cause di forza maggiore. La Norma inoltre fornisce le seguenti definizioni delle grandezze fondamentali che caratterizzano la fornitura di energia elettrica e i vari tipi di disturbi. 1) Tensione di alimentazione: Valore efficace della tensione in un dato istante ai terminali della fornitura, misurato in un intervallo assegnato. Questo valore può essere diverso da un terminale all’altro. 2) Tensione nominale di un sistema (Un) Tensione con la quale un sistema è caratterizzato o identificato e alla quale si riferiscono alcune caratteristiche di funzionamento. 3) Tensione di alimentazione dichiarata (Uc) Normalmente coincide con la tensione nominale Un del sistema; ma può anche essere diversa da Un a seguito di accordi tra fornitore e utente. 4) Disturbo condotto: - 102 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. fenomeno elettromagnetico che si propaga lungo i conduttori delle linee di un sistema di distribuzione. In alcuni casi un disturbo elettromagnetico si trasferisce attraverso gli avvolgimenti dei trasformatori e quindi tra le reti a differenti livelli di tensione. Questi disturbi possono degradare la prestazione di un dispositivo, apparato o sistema, o possono causare guasti. 5) Variazione della tensione: Aumento o diminuzione della tensione normalmente provocato dalla variazione del carico totale del sistema di distribuzione o di una parte di esso (commutazione di chiusura e apertura indipendente di centinaia o migliaia di apparecchiature, caratterizzate da cicli giornalieri, settimanali o stagionali). - Le reti BT generalmente non dispongono di un controllo attivo sulla tensione. Tali reti sono progettate su una base statistica tenendo conto del fatto che l’operatore della rete ha un controllo limitato sulla connessione di nuovi carichi da parte del cliente e in generale nessun controllo sull’uso di questi carichi. - Le reti MT tipicamente impiegano variatori sotto carico posizionati sul lato AT dei trasformatori AT/MT, che producono variazioni di tensione di alcuni percento. 6) Variazione rapida della tensione: variazione rapida singola del valore efficace della tensione tra 2 livelli consecutivi mantenuti per durate definite ma non specificate. 7) Fluttuazione della tensione: serie di variazioni di tensione o una variazione ciclica dell’inviluppo di tensione (IEV 161-08-05). 8) Flicker: impressione di instabilità della percezione visiva indotta da uno stimolo luminoso la cui luminanza o la cui distribuzione spettrale fluttuano nel tempo (IEV 161-08-05). - 103 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Le fluttuazioni di tensione (che consistono in una serie di variazioni rapide, distanziate nel tempo, ma vicine abbastanza da stimolare una risposta del sistema occhio-cervello, definita come Flicker) causano variazioni di luminanza delle lampade che a loro volta possono determinare il fenomeno visivo chiamato Flicker. Sopra una certa soglia il flicker diventa fastidioso per gli occhi. Il fastidio cresce molto rapidamente con l’ampiezza della fluttuazione. 9) Buco di tensione: Diminuzione improvvisa del valore efficace della tensione di alimentazione ad un valore compreso fra il 90% e l’1% del valore efficace della tensione dichiarata (Uc), (cioè : 0,01 Uc < U < 0,90 Uc ) seguita da un ripristino dopo un breve periodo di tempo (0,01 s < t < 60 s ÷ 180 s ). Per esigenze pratiche di misura, è necessario che il livello di tensione rilevato durante il buco sia riferito ad una “tensione di riferimento” Urif,(di solito: la tensione nominale Un o quella dichiarata Uc), piuttosto che l’effettiva tensione di alimentazione esistente all’inizio del buco. Questo assicura che una riduzione della tensione fino a 0 V corrisponde ad una riduzione del 100%. Secondo la IEC 61000-2-8 la convenzione moderna per descrivere la profondità di un buco di tensione è quella di quotare la tensione residua Umin (cioè il valore minimo rilevato durante il buco) in % o in p.u. della tensione di riferimento. Un buco di tensione quindi è caratterizzato dai seguenti parametri: ‐ ΔU : profondità del buco di tensione uguale a Urif - Umin (ove Umin = tensione efficace minima durante il buco) ‐ Δt : durata del buco di tensione, pari all’intervallo di tempo in cui la tensione rimane al di sotto del valore di soglia ( 90% della Urif ). Il limite inferiore per la durata è 10 ms (mezzo periodo a 50 Hz), ovvero il minimo periodo di tempo su cui può essere calcolato il valore efficace. Il limite superiore è 180 s, in considerazione degli effetti della commutazione del carico o del variatore sotto carico del trasformatore nella rete di alimentazione o nell’impianto del cliente. Inoltre la Norma ricorda che: ‐ I buchi di tensione sono generalmente dovuti a guasti negli impianti utilizzatori o nella rete pubblica di distribuzione. La frequenza annuale - 104 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. varia molto in funzione del tipo di sistema di alimentazione e del punto di osservazione. Essi sono eventi imprevedibili ed ampiamente casuali, la cui distribuzione durante l’anno può essere molto irregolare. ‐ Un buco di tensione è classificato come un evento, indipendentemente dalla forma e dal numero di fasi interessate ‐ Un evento multifase è considerato un singolo accadimento se gli eventi sulle differenti fasi si ricoprono nel tempo. ‐ Le cause e gli effetti dei buchi di tensione sono descritti nel rapporto UNIPEDE 10) Interruzione dell’alimentazione: Condizione nella quale la tensione ai terminali di fornitura è inferiore all’ 1% della Uc . Essa può essere classificata come: ‐ Programmata: quando gli utenti della rete sono stati precedentemente avvertiti per permettere l’esecuzione di lavori sulla rete di distribuzione; ‐ Accidentale: causata da guasti transitori o permanenti, principalmente legati ad eventi esterni, a guasti di apparecchiature o ad interferenze di terzi. Un interruzione accidentale può essere classificata come: - lunga interruzione ( t > 3 minuti ) - breve interruzione ( 0 < t < 3 minuti) Le interruzioni accidentali sono pertanto considerati eventi imprevedibili e casuali. 11) Sovratensione temporanea a frequenza di rete: Sovratensione, in una località data, di durata relativamente lunga NB: Normalmente hanno origine da manovre o da guasti, e scompaiono quando il guasto viene eliminato. La sovratensione può raggiungere il valore della tensione fase-fase (fino a max. 440 V nelle reti 230/400 V) a causa dello spostamento del punto di neutro del sistema trifase. 12) Sovratensione transitoria: Sovratensione oscillatoria o non oscillatoria di breve durata di solito molto smorzata e con durata di pochi millisecondi o inferiore. NB: solitamente sono dovute a fulminazioni o a interventi di fusibili. - 105 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. 13) Tensione armonica: Tensione sinusoidale la cui frequenza è un multiplo intero della frequenza fondamentale della tensione di alimentazione. Le tensioni armoniche possono essere valutate: ‐ Individualmente, secondo la loro ampiezza relativa (Uh) rapportata alla tensione fondamentale (U1), uh = Uh / U1 (ove h = ordine di armonica) ‐ Globalmente, per esempio mediante il fattore di distorsione armonica totale Dove si segnala che le armoniche della tensione di alimentazione sono principalmente dovute a carichi non lineari degli utenti. Le correnti armoniche circolanti attraverso le impedenze del sistema contribuiscono ad accrescere le tensioni armoniche. Pertanto correnti armoniche e tensioni armoniche variano nel tempo. 14) Tensione interarmonica: Tensione sinusoidale con una frequenza compresa tra quelle delle armoniche. Una frequenza interarmonica pertanto non è multiplo intero della fondamentale. 15) Squilibrio di tensione: In un sistema polifase, condizione nella quale: ‐ i valori efficaci delle tensioni tra le fasi (componente fondamentale) non sono tutti uguali ‐ o gli angoli di fase fra le tensioni di fase consecutive non sono tutti uguali Il grado di diseguaglianza è generalmente espresso come i rapporti tra le componenti a sequenza inversa e zero e la componente a sequenza diretta. Nella Norma EN 50160 lo squilibrio di tensione è considerato in relazione ai sistemi trifase e solo per la sequenza inversa. Questo perché il componente - 106 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. di sequenza inversa è spesso il più importante in relazione alla possibilità di interferenza con le apparecchiature connesse al sistema. La tensione di squilibrio uu è definita dal componente di sequenza inversa espresso in p.u. (o in %) del componente di sequenza diretta (Ud): / Esistono formule approssimate che forniscono risultati ragionevolmente precisi per i livelli di squilibrio normalmente incontrati per uu. Una di queste è la seguente che definisce lo squilibrio di tensione: 6 2 16) Segnali trasmessi sulla rete di alimentazione: Segnali sovrapposti alla tensione di alimentazione per la trasmissione di informazioni nella rete pubblica di alimentazione e negli impianti utilizzatori. I segnali nella rete pubblica di distribuzione di energia elettrica possono essere classificati in 3 tipi: ‐ Segnali a controllo di ondulazione d’onda: segnali di tensione sinusoidale sovrapposti nell’intervallo [110 Hz , 3000 Hz] ‐ Segnali trasmessi sulla rete: segnali di tensione sinusoidale sovrapposti nell’intervallo [3 , 148.5] KHz ‐ Segnali marcatori di rete: alterazioni di breve durata (transitorie) sovrapposte in punti specifici della forma d’onda della tensione. A causa della possibilità di influenze reciproche di installazioni per la trasmissione di segnali tra loro vicine, l’utente della rete può aver bisogno, nella sua installazione, di applicare protezioni o immunità appropriata contro tale influenza. Caratteristiche dell’alimentazione (Norma CEI CLC/TR 50422 e CEI EN 50160) a) Limiti definiti e valori indicativi - 107 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. 1) Valori definiti Per le seguenti caratteristiche della tensione è possibile stabilire limiti che possono essere osservati per la maggior parte del tempo: ‐ Frequenza industriale; ‐ Variazioni rapide della tensione di alimentazione; ‐ Variazioni rapide della tensione (inclusa la severità di flicker); ‐ Squilibrio della tensione di alimentazione; ‐ Tensioni armoniche; ‐ Tensioni interarmoniche; ‐ Tensioni dei segnali nelle reti. Generalmente viene scelto un periodo di 1 settimana, poiché esso è il più breve intervallo per ottenere risultati di misura rappresentativi e riproducibili. I limiti sono stabiliti in vista di una conformità per una percentuale (es. 95%) del tempo di osservazione (es. una settimana). Nel caso delle misure della variazione della tensione di alimentazione e della frequenza industriale, vengono specificati ulteriori limiti per i periodi di osservazione entro i quali le misure medie devono mantenersi per il 100% del tempo, escludendo situazioni derivanti da guasti o interruzione di tensione. Per quei fenomeni per i quali i limiti sono specificati solo per il 95% dei periodi di osservazioni, resta la possibilità di escursioni relativamente rare oltre questi limiti. A causa della natura aleatoria di questi fenomeni, non fissato nessun limite per il resto del tempo. Nel suddetto elenco sono state incluse le interarmoniche anche se non sono state date indicazioni di valore limite. I limiti saranno stabiliti una volta che ulteriori esperienze permettano di farlo. 2) Valori indicativi Le restanti caratteristiche della tensione sono, per natura, così imprevedibili e variabili da posto a posto e da momento a momento che è solo possibile stabilire valori indicativi, che sono intesi a fornire informazioni sull’intervallo delle ampiezze che può essere atteso. Le caratteristiche trattate in questo modo sono: ‐ Buchi di tensione ‐ Interruzioni lunghe ‐ Interruzioni brevi - 108 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. ‐ Sovratensioni temporanee e transitorie Dove la Norma segnala che: I limiti della tensione o i valori specificati in termini percentuali dalla EN 50160 sono basati: ‐ sulla tensione nominale Un nel caso delle caratteristiche delle caratteristiche dell’alimentazione in BT ‐ e sulla tensione dichiarata Uc nel caso dell’alimentazione in MT. Il valore efficace effettivo della tensione nominale è generalmente diverso dal valore nominale. Le reti di alimentazione a MT sono talvolta esercite con riferimento a una tensione diversa dalla tensione nominale. Nelle reti a BT la tensione dichiarata è normalmente uguale alla tensione nominale ( ). b) Caratteristiche dell’alimentazione in BT (Un ≤ 1 KV) ed MT (1 KV ≤ Un ≤ 35 KV) 1) Frequenza 50 La frequenza nominale della tensione fornita deve essere In condizioni normali di esercizio, il valore medio della frequenza fondamentale misurato in un intervallo di 10 secondi deve essere compreso nell’intervallo: Per ‐ i sistemi con collegamento sincrono ad un sistema interconnesso: ‐ ‐ 50Hz ± 1% (cioè [49,5 ; 50,5] Hz ) durante il 99,5% di un anno ‐ 50Hz +4% / -6% (cioè [47 ; 52] Hz durante il 100% del tempo Per i sistemi senza collegamento sincrono ad un sistema interconnesso (ad es. i sistemi di alimentazione di alcune isole): ‐ 50 Hz ± 2% (cioè [49 ; 51] Hz ) durante il 95% di una settimana ‐ 50 Hz ± 15% (cioè [42,5 ; 57,5] Hz) durante il 100% del tempo. 2) Ampiezza della tensione di alimentazione ‐ La tensione nominale normale Un per i sistemi pubblici a BT è Un = 230 V , sia tra fase e neutro che tra fasi. - 109 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. ‐ In MT l’ampiezza è data dalla tensione dichiarata Uc. 3) Variazioni della tensione di alimentazione ‐ In BT: le variazioni di tensione non devono superare ± 10%. Nel caso di forniture di energia elettrica in zone distanti con linee elettriche lunghe o non collegate ad una grande rete interconnessa, la tensione potrebbe essere al di fuori dell’intervallo [Un +10% ; Un - 15%]. Gli utenti della rete dovrebbero essere informati delle condizioni. Metodo di prova In condizioni normali di esercizio Durante qualsiasi periodo della settimana, il 95% dei valori efficaci della tensione di alimentazione, mediato nei 10 minuti, deve essere compreso nell’intervallo Un ± 10%, e Tutti i valori efficaci della tensione di alimentazione, mediati nei 10 minuti, devono essere compresi nell’intervallo [ Un – 15% ; Un + 10% ]. Nella valutazione dell’ampiezza della tensione di alimentazione, la misura deve aver luogo su un periodo di tempo relativamente lungo per evitare gli effetti istantanei sulla misura causati da singole commutazioni del carico e da guasti. Per queste ragioni viene usato il valore efficace su 10 minuti per caratterizzare queste variazioni lente. Le variazioni al di fuori di questi limiti sono caratterizzati come buchi di tensione o come sovratensioni. Nella riunione BT 109 del CENELEC è stato concordato che fino all’anno 2008 l’intervallo accettabile per la BT deve essere quello specificato nell’ HD 472 S1. In MT: in condizioni normali di esercizio, escludendo le interruzioni di tensione, durante qualsiasi periodo di una settimana deve essere che: il 95% dei valori efficaci della tensione di alimentazione, mediato nei 10 minuti, deve essere compreso nell’intervallo Uc ± 10% . 4) Variazioni rapide della tensione In BT In condizioni normali di esercizio una variazione rapida della tensione generalmente non supera il 5% di Un (perché la connessione di carichi capaci di creare variazioni rapide di tensione è soggetta a regolamentazione). Una variazione fino al 10% di Un di breve durata può aversi alcune volte al giorno in talune circostanze(ad esempio in aree rurali - 110 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. all’estremità di lunghe linee, dove sono situati apparecchi a motore di elevata potenza). In MT: in condizioni normali di esercizio, una variazione rapida della tensione generalmente non supera il 4% di Uc , ma una variazione fino al 6% di Uc con una durata breve può aver luogo alcune volte al giorno in talune circostanze. la ragione di questo intervallo più stretto per la MT è nei limiti più stringenti applicati alle connessioni alle reti MT rispetto a quelli per le reti a BT. Questo per tener conto del maggior numero di clienti che possono essere affetti dagli eventi nella rete MT. 5) Severità del flicker Poiché il fastidio prodotto dal flicker è funzione sia dell’intensità della percezione che della durata dell’esposizione, la severità del disturbo è descritta da 2 parametri: la severità a breve termine Pst (misurata su 10 minuti) e la severità a lungo termine Plt (misurata su 120 minuti). Viene dato il limite solo per la severità a lungo termine, il parametro Plt (percentile 95), poiché questo è considerato il più significativo per descrivere la tensione di alimentazione. In condizioni normali di esercizio, per qualsiasi periodo della settimana, il livello di severità di lunga durata del flicker, dovuto alle fluttuazioni di tensione, dovrebbe essere 1 per il 95% del tempo. La reazione al flicker è soggettiva, e può variare a seconda della causa o della durata di tale fenomeno. 6) Buchi di tensione Sono eventi imprevedibili e casuali. La frequenza varia in funzione del tipo di sistema di alimentazione e del punto di osservazione. La distribuzione durante l’anno può essere molto irregolare. Valori indicativi: ‐ In condizioni normali di esercizio, il numero atteso di buchi di tensione in un anno può variare da qualche decina Rapporto UNIPEDE). - 111 - fino a qualche migliaio (si veda il Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. ‐ La maggioranza dei buchi di tensione ha: durata < 1 secondo e profondità < 40% di Un. Comunque buchi di tensione di profondità e durata maggiore possono talvolta aver luogo. Per ottenere una migliore conoscenza dei buchi di tensione che si verificano nelle reti di alimentazione e MT europee, il gruppo di esperti DISDIP dell’ UNIPEDE condusse una campagna coordinata di misure su un periodo di 3 anni, in 9 Paesi con diverse condizioni climatiche e configurazioni di rete. L’indagine venne condotta in 126 siti con criteri di misura e valutazione normalizzati, con la massima durata di un buco fissata a 60 secondi allo scopo di includere i buchi con le durate più lunghe, che possono verificarsi più raramente. Le misure furono eseguite in corrispondenza delle sbarre a BT dei trasformatori di distribuzione, in varie località con lo scopo di assicurare che i risultati potessero essere considerati come rappresentativi delle reti a BT pubbliche in generale. La seguente Tabella 9 riassume i risultati di tale indagine. Ciascuna cella della tabella rappresenta una combinazione di risultati ottenuti in tutte le località e fornisce il numero di eventi appartenenti alle corrispondenti classi di profondità e durata, che ci si può aspettare che su verifichi per anno con una probabilità del 95% di non essere superato. Si dovrebbe osservare che, secondo i criteri stabiliti sopra, i dati sull’ultima riga devono essere considerati come interruzioni e non come buchi di tensione. La tabella 9 contiene, separatamente per ciascuna cella, il valore che è superato in solamente il 5% delle località. Siccome ciascuna cella è quindi calcolata indipendentemente dalle altre, il valore 95% di ciascuna cella può riferirsi a una diversa scelta di località. Questo significa che la somma di tutte le celle per riga o per colonna non fornisce i valori precisi 95% dell’intera indagine per la profondità o per la durata. I valori effettivi 95%, per la profondità o la durata, o per la profondità e durata, sono normalmente più bassi della corrispondente somma che può essere calcolata dalle righe o dalle colonne della Tabella 9. Si osserva quindi che la maggioranza dei buchi di tensione ha una durata inferiore a 1 secondo. L’ampiezza e la durata dei buchi di tensione possono essere ottenute misurando il valore efficace della tensione a ogni mezzo periodo tra due passaggi per lo zero della tensione. - 112 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Tabella 9 – indagine UNIPEDE sulle caratteristiche dei buchi di tensione, frequenze di accadimento per anno e per località con una probabilità 95% di non esser superato Profondità (% della tensione nominale) Da a 1) Durata (d) 2) (ms) (ms) (s) (s) (s) (s) 10≤d≤100 100≤d≤500 0,5≤d≤1,0 1≤d≤3,0 3≤d≤20 20≤d≤60 111 68 12 6 1 0 10 30 30 60 13 38 5 1 0 0 60 99 12 20 4 2 1 0 99 100 1 12 16 3 3 4 1) 2) Per una successiva indagine il precedente DISDIP dell’UNIPEDE decise di dividere questa classe in 2 classi: 10-15 e 15-30 Per la durata (d) del buco l’intervallo di ciascuna colonna è stato fissato come segue: t 1 < d ≤ t 2, dove t1 è il primo valore mostrato e t 2 il secondo valore Sebbene l’indagine UNIPEDE dà una idea precisa su ciò che ci si può aspettare rispetto ai buchi di tensione, le compagnie elettriche possono solo fornire informazioni qualitative sulla situazione in aree particolari della rete, basate sull’esperienza. Tuttavia a volte è desiderabile disporre di informazioni più specifiche sulla frequenza e severità dei buchi, specialmente quando i clienti eserciscono processi che sono sensibili ai disturbi sull’alimentazione. In tali casi come anche nel caso di reclami del cliente, viene normalmente intrapresa una indagine più approfondita. 7) Brevi interruzioni della tensione di alimentazione (durata ≤ 3 minuti) Valori indicativi: In condizioni normali di esercizio, il numero annuale di brevi interruzioni può andare da qualche decina a qualche centinaia. La durata di circa il 70% delle brevi interruzioni può essere < 1 secondo. 8) Lunghe interruzioni della tensione di alimentazione (durata > 3 minuti) Le interruzioni accidentali sono di solito causate da cause esterne o da eventi imprevedibili dal gestore(DNO). Non è possibile indicare valori tipici per la frequenza annuale e per la durata delle lunghe interruzioni. - 113 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Valori indicativi: ‐ In condizioni normali di esercizio, la frequenza annuale delle interruzioni di tensione con durata maggiore di 3 minuti può essere meno di 10 o fino a 50, a seconda della zona. ‐ Valori indicativi non vengono dati per le interruzioni programmate, poiché esse sono comunicate in anticipo. 9) Sovratensioni temporanee alla frequenza di rete tra fasi e terra Normalmente hanno origine da guasti in rete o presso l’impianto di un utente. ‐ In BT: In tali condizioni la sovratensione può raggiungere il valore di tensione fase-fase (fino a max. 440 V per le reti 230/400 V).La durata è limitata dal tempo impiegato dalla protezione MT e dall’ interruttore ad eliminare il guasto, normalmente non superiore a 5 secondi. ‐ In MT: il valore atteso di una tale sovratensione dipende dal tipo di connessione a terra del sistema. In sistemi con neutro a terra, in modo diretto o tramite impedenze, la sovratensione generalmente non deve superare 1,7 Uc .In sistemi con neutro isolato o messo a terra con circuito risonante, la sovratensione non deve generalmente superare 2,0 Uc. Il tipo di messa a terra viene indicato dal distributore. Gli eventi che causano sovratensioni temporanee in MT sono generalmente di 2 tipi: a) Guasti monofase a terra b) ferrorisonanza In alcune circostanze, un guasto che si produce a monte di un trasformatore può causare sovratensioni temporanee sul lato BT per il tempo in cui circola la corrente di guasto. Tali sovratensioni non superano generalmente 1,5 KV. 10) Sovratensioni transitorie fra fasi e terra Presentano caratteristiche molto diverse possono essere classificate in relazione a: ‐ Ampiezza ‐ Frequenza di accadimento ‐ Durata - 114 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. ‐ Frequenza fondamentale dell’impulso ‐ Velocità di variazione della tensione ‐ Contenuto energetico Le sovratensioni transitorie sono normalmente più basse ai terminali dentro l’impianto che nel sistema di alimentazione pubblico. Si parla di: ‐ Impulsi di lunga durata ( d > 100 μs ) ‐ Impulsi di media durata (1 μs < d < 100 μs ) ‐ Impulsi di breve durata ( d < 1 μs ) In BT: ‐ Di solito non superano i 6 KV picco. ‐ Il tempo di salita può andare da millisecondi a meno di 1 microsecondo. Tuttavia, per motivi fisici, i transitori di durate maggiori hanno ampiezze minori. Pertanto sarà estremamente improbabile trovare coincidenza di ampiezze elevate e lungo tempo di salita. Le installazioni BT e gli apparecchi degli utenti finali sono progettati conformemente alla Norma EN 60664-1, per sopportare sovratensioni transitorie in un’immensa maggioranza di situazioni. I dispositivi di protezione dalle sovratensioni dovrebbero essere scelti secondo la IEC 60364-5-53, tenendo conto delle situazioni effettive. Si suppone che ciò copra le sovratensioni indotte dovute sia alle fulminazioni che a manovre. In MT : Le sovratensioni transitorie sono causate da manovre o, direttamente o per induzione, da fulminazioni. Le sovratensioni di manovra hanno generalmente una ampiezza inferiore a quelle da fulminazione, ma possono avere un tempo di salita più breve e/o una durata più lunga. 11) Squilibrio della tensione di alimentazione In condizioni di esercizio normale, durante ciascun periodo di una settimana, il 95% dei valori efficaci mediati in 10 minuti del componente di sequenza inversa (fondamentale) della tensione di alimentazione deve essere compreso nell’intervallo [0 , 0.02Ud]. (Norma CEI CLC/TR 50422), (ove Ud = il componente di sequenza diretta della fondamentale). - 115 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. In alcune zone con utenze connesse con linee parzialmente monofase o bifase, si possono avere squilibri fino a circa il 3% ai terminali di alimentazione trifase. La Norma EN 50160 definisce valori solo per il componente di sequenza inversa della tensione, in quanto questa è la componente rilevante in relazione per possibili interferenze con apparecchi connessi al sistema. 12) Tensioni armoniche In condizioni normali di esercizio, durante qualsiasi periodo di una settimana, il 95% dei valori efficaci di ogni tensione armonica, mediati sui 10 minuti, deve essere minore o uguale ai valori indicati in Tabella 10. Risonanze possono causare tensioni più elevate per armoniche singole. La distorsione armonica totale (THD) della tensione di alimentazione (includendo tutte le armoniche fino al 40° ordine) deve essere minore o uguale all’ 8% ( 8% . La limitazione posta al 40° ordine è convenzionale. Tabella 10 Valori delle tensioni armoniche singole ai terminali di alimentazione, fino al 25° ordine, espressi in percento di U 1 Armoniche dispari Non multiple di 3 Tensione Ordine relativa h (Uh) 5 6,0 % Multiple di 3 Tensione Ordine relativa h (Uh) 3 5,0 % * Armoniche pari 2 Tensione relativa (Uh) 2,0 % Ordine h 7 5,0 % 9 1,5 % 4 1,0 % 11 3,5 % 15 0,5 % 6 ... 24 0,5 % 13 3,0 % 21 0,5 % 17 2,0 % 19 1,5 % 23 1,5 % 25 1,5 % * In funzione del tipo della rete BT il valore di terza armonica può essere sostanzialmente minore NOTA I valori corrispondenti alle armoniche superiori al 25° ordine non sono indicati, poiché essi sono generalmente piccoli, ma largamente imprevedibili a causa degli effetti di risonanza. La EN 50160 in generale esprime tutte le caratteristiche della tensione riferite alla tensione nominale Un o alla tensione dichiarata Uc . - 116 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Invece di solito gli strumenti di misura(specie quelli che misurano il THD) riferiscono le misure di armoniche al valore della tensione fondamentale (U1). Sebbene la EN 50160 definisca (al 1.3.21) le tensioni armoniche rispetto alla tensione fondamentale, la stessa Norma: ‐ Per la BT: da valori (Tab. 10) riferiti alla tensione nominale (art. 2.11); ‐ per la MT: da valori (Tab. 10) riferiti alla tensione dichiarata (art. 3.11). I valori armonici in Tab. 1 sono specificati fino all’ordine 25, per ragioni pratiche in quanto per ordini più elevati i valori sono così piccoli che risulta impraticabile misurarli, e di scarso interesse per tutte le reti. 13) Tensioni interarmoniche ‐ Il livello delle interarmoniche è in aumento a causa dello sviluppo dei convertitori di frequenza e apparecchi di controllo similari. ‐ I livelli delle interarmoniche sono allo studio, in attesa di una maggiore esperienza. ‐ In taluni casi le interarmoniche, anche se di basso livello, aumentano il flicker o causano interferenze ai sistemi per il controllo di ondulazione. ‐ In certi casi le interarmoniche possono causare interferenza ai sistemi con segnali a controllo di ondulazione corta. 14) Trasmissione di segnali sulla rete di alimentazione Il valore di tensione dei segnali trasmessi, mediato su 3 secondi, deve essere, nel 99% di un giorno: a) minore o uguale ai valori di figura 1 per la BT (pag. 20 Norma EN 50160), b) e minori o uguali ai valori dati dalla figura 2 per la MT (pag. 26 Norma EN 50160). Con riferimento alla trasmissione di segnali sulla rete si distingue tra sistemi con segnali a controllo di ondulazione d’onda (100 Hz < f < 3 KHz ) e sistemi di comunicazione sulla rete (3 KHz < f < 148,5 KHZ ). I livelli di tensione dati nella EN 50160 sono basati su quanto segue (Norma CEI CLC/TR 50422): - 117 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Per 100 Hz < f < 900 Hz , i valori sono presi dalla “curva di Meister” (che definisce i valori massimi permissibili delle tensioni dei segnali a controllo di ondulazione d’onda nelle reti BT) (Norma EN 61000-2-2). Per 900 Hz < f < 3 KHz : il valore di 5% Un corrisponde al massimo livello per le tensioni di controllo date nella EN 61000-2-2 per l’intervallo di frequenza da 500 Hz a 2 KHz. Per 3 KHz < f < 148,5 KHz: i valori sono definiti in base alla EN 50065-1, essendo stati raddoppiati per tener conto del metodo di misura definito. I livelli sono uguali per BT ed MT nell’intervallo 100 HZ < f < 9 KHz. Per le frequenze superiori a 9 KHz la parte relativa alla MT della EN 50160 non indica livelli a causa di mancanza di esperienza e in relazione a possibili futuri sviluppi (Norma CEI CLC/TR 50422). La EN 50160 fornisce le seguenti indicazioni: ‐ In BT: Nei Paesi in cui le reti pubbliche di distribuzione possono essere utilizzate per trasmissione di segnali, il valore di tensione dei segnali trasmessi, mediato su 3 secondi, nel 99% di un giorno, deve essere ≤ ai valori dati in Fig. 1 in EN 50160. I segnali trasmessi a frequenze 95 KHz ≤ f ≤ 148,5 KHz possono essere utilizzati negli impianti utilizzatori degli utenti della rete. Benché non sia permesso l’uso del sistema pubblico per la trasmissione di segnali tra utenti, tensioni con queste frequenze fino a 1,4 V efficaci nella rete pubblica BT devono essere considerate. ‐ In MT: Nei Paesi in cui le reti pubbliche di distribuzione possono essere utilizzate per trasmissione di segnali, il valore di tensione dei segnali trasmessi, mediato su 3 secondi, nel 99% di un giorno, deve essere ≤ ai valori dati in Fig. 2 in EN 50160. Per frequenze comprese tra 9 e 95 KHz i valori sono allo studio. La seguente Tabella 11 mostra I limiti definiti nella EN50160. Laddove non risulta esplicitato nessun livello di tensione, tale limite si intende valido sia per la BT che per la MT . - 118 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Tabella 11: EN 50160, limiti per le caratteristiche della tensione fornita variazione min/max Periodo di misura 50Hz -1% / +1% @ 99.5% di un anno 6% / +4% @ 100% di un anno 1 settim. 50Hz -2%/+2% @ 95% di una settimana -15%/+15%@ 100 % del tempo 1 settim. BT: Un MT: Uc -10% / +10% @ 95% di una sett. -15% / +10% @ 100% di una sett -10% / +10% @ 95% di una sett. 1 settim. 1 settim. BT: Un MT: Uc Generalm. ±5% max ±10% alcune volte al giorno generalm ±4% max ±6% alcune volte al giorno 1 giorno indicativo Plt < 1 @ 95% di una settim. 1 settim. Pst non è usato 10-1000 / anno, <1s, profond <60% dovuti a grossi carichi 10-1000 / anno, <1s, profond. < 60% causata da grossi carichi e guasti 1 anno Profondità indicativa % di Un (Uc) Brevi interruzioni da10 a parecchie <1s 1 anno indicativo; durata < 3 min Lunghe interruzioni 10-50 1 anno indicativo; le programmate non sono incluse Caratteristic a frequenza Ampiezza della tensione di alimentazione Variazione della tensione di alimentazione Variazioni rapide della tensione Severità del Flicker Buchi di tensione Valore nominal e BT: 230V MT: Uc BT MT centinaia , 70% note per sistemi per sistemi isolati Fino al 2003 BT Un può essere secondo HD 472 S1 Sovratensioni temporanee BT MT <1.5 kV rms fino a 5s < 2.0 Uc; failures < 3 Uc; ferrorisonanza indicativo Sovratensioni transitorie BT < 6 kV indicativo MT Squilibrio della tensione fornita <2% @ 95%di una settiana, occasionalmente fino al 3% 1 settim. Armoniche tabella 4 @ 95% di una settimana 1 settim. Interarmoniche Limiti in fase di studio 1 settim. Segnali trasmessi sulla rete Al di sotto della curva in figura 16 della EN50160 @ 99% di un giorno 1 giorno Alcuni punti critici della norma EN 50160 Va riconosciuto alla Norma EN 50160 l’indubbio merito di aver fatto chiarezza su molti aspetti della Power Quality e di aver condotto a buon fine il tentativo di - 119 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. soddisfare l’esigenza di definire le caratteristiche della tensione in termini di frequenza, ampiezza, forma d’onda e simmetria. Infatti la EN 50160 fornisce le definizioni e in alcuni casi i metodi di misura e livelli di conformità per 10 caratteristiche della tensione fornita (si veda a tal proposito la tabella 12): ‐ Frequenza ‐ Variazioni della tensione di alimentazione ‐ Variazioni rapide della tensione ( e flicker) ‐ Buchi di tensione ‐ Brevi interruzioni ‐ Lunghe interruzioni ‐ Sovratensioni temporanee ‐ Squilibrio della tensione di alimentazione ‐ Tensioni armoniche ‐ Trasmissione di segnali sulla rete di alimentazione Tabella 12 - Limiti di conformità Norma EN 50160 Caratteristiche della tensione di alimentazione Valutazione statistica Limite di conformità Frequenza 95% di 1 settimana 100% di 1 settimana 50 Hz ± 1% 50 Hz +4% / -6% Variazioni della tensione di alimentazione 95% di 1 settimana Uc ± 10% Variazioni rapide della tensione (e flicker) 95% di 1 settimana Plt ≤ 1 Buchi di tensione 1 anno Non dato 1) Brevi interruzioni 1 anno Non dato 2) Lunghe interruzioni 1 anno Non dato 3) Sovratensioni temporanee 1 anno Non dato Squilibrio della tensione di alimentazione 95% di 1 settimana < 2% Tensioni armoniche 95% di 1 settimana 95% di 1 settimana 99% di 1 giorno Vedi Tab. 1 THD < 8% 9% a 100 Hz 1% a 100 KHz Trasmissione di segnali sulla rete di alimentazione 1) Valore indicativo previsto di 1000 buchi/anno 2) Valore indicativo previsto di “diverse centinaia” di brevi interruzioni/anno 3) Valore indicativo previsto di 50 lunghe interruzioni/anno Ma esistono ancora alcune questioni che, a giudizio di molti esperti del settore, impediscono alla Norma EN 50160 di essere una Norma completa e del tutto esauriente sulla Power Quality. - 120 - Indici di qualità dell’energia elettrica nell’attuale quadro legislativo e normativo - localizzazione delle fonti di disturbo. Le questioni che impediscono alla EN 50160 di essere una norma completa sulla Power Quality, si possono essenzialmente classificare in 5 punti: 1) Essendo una norma condivisa da tutti i Paesi della Unione Europea, essa riflette i valori condivisi più bassi concordati relativamente ai limiti di Power Quality. 2) Molti tra i più comuni e costosi eventi di Powe Quality (buchi, sovratensioni (swells), interruzioni) non hanno limiti di conformità ma solo valori indicativi. 3) L’ambito in cui si applica la norma riguarda le reti BT e MT fino a 35 KV. 4) I metodi di misura per ciascuna caratteristica non sono definiti. In tal modo, si consente agli utenti di valutare la conformità mediante metodi di misura non definiti dalle norme, e quindi non è possibile confrontare i risultati o applicare la giusta sanzione in caso di non conformità alla norma. 5) Molte caratteristiche sono valutate per un tempo inferiore al 100% dell’intervallo di tempo di misura. E ciò fa si che: a) per 8,4 ore/settimana non esista nessun limite per: ‐ Le variazioni di tensione di alimentazione, ‐ flicker, ‐ squilibrio della tensione di alimentazione, ‐ singole armoniche o THD b) Per 1,7 ore/settimana non esista nessun limite per la trasmissione di segnali sulla rete di alimentazione. Conclusioni In questo capitolo abbiamo visto quale e quanto vasta sia ormai la Normativa internazionale di settore relativamente alla Power Quality. Essa affronta tutti i principali aspetti della Power Quality ed in particolare quelli relativi alla qualità della tensione fornita. Le Norme cardine in questo panorama variegato e non sempre concordante di Norme internazionali, un ruolo cardine è assunto dalle Norme serie 61000-X-X e dalla EN 50160, che pertanto abbiamo voluto esporre con maggiori dettagli. Restano però ancora alcuni aspetti da analizzare e da normare con maggior chiarezza, come ad esempio quelli menzionati riguardo alla Norma 50160, e che sono già oggetto di ulteriori ricerche e valutazione da parte degli esperti nel Settore della Power Quality. - 121 -