IUBAL
SCHEDA DI PRESENTAZIONE
Informazioni:
www.iubalkollettivomusicale.it
Contatti:
+39 338 4459570 (Andrea)
[email protected]
Indice
1
Presentazione
3
2
Discografia
Album . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Compilation e partecipazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4
4
5
3
Musicisti
Alberto Zanin (voce, chitarre) . . . . . . . . . .
Andrea Minieri (basso) . . . . . . . . . . . . . .
Carlo Alberto Lupo (violino, chitarra elettrica)
Luca Debernardi (flauti) . . . . . . . . . . . . .
Matteo Cosentino (batteria, percussioni) . . . .
Umberto Debernardi (clarinetti) . . . . . . . . .
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Rassegna Stampa
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Scheda tecnica
16
2
1
Presentazione
è voglia di cambiamento che genera voglia di ballare, anticonformismo che si trasforma in musica che trascina, allegria e rabbia,
poesia, lotta, ritmo travolgente. Iubal è l’espressione di una speranza
comune, di un desiderio di bellezza e giustizia.
I
UBAL
Iubal nasce ad Aosta nella primavera del 2003. Nasce semplicemente
come un gruppo di amici con la passione per la musica. Il rock, la canzone d’autore, i repertori etnici; ma più di tutto le commistioni possibili fra
panorami sonori che travalicano i confini dei generi musicali.
Nel marzo 2009 esce Parte da qui, primo album del gruppo valdostano.
Registrato durante l’estate precedente in un fienile di montagna e mixato
da Luca Minieri presso il Dissonant Studio di Aosta, Parte da qui raccoglie
il materiale più interessante composto, arrangiato e suonato dagli Iubal
fino a quel momento: 13 brani interamente autoprodotti e rilasciati sotto
licenza Creative Commons.
L’uscita del secondo album, ¡Indignados! – La piazza è nostra, nell’aprile
2012, segna una tappa decisiva nella produzione degli Iubal. Un disco in
cui il gruppo si diverte a rinnovare il suo stile, esplorando di volta in volta, con ironia, grinta e sensibilità, possibilità nuove e sentieri non ancora
battuti.
In questi anni gli Iubal si sono esibiti in decine di concerti; dai circoli
della Valle, come l’Espace Populaire di Aosta, ai più attivi locali torinesi: Hiroshima Mon Amour, Caffè Basaglia e Officine Corsare; dalle scene prestigiose
del Teatro Giacosa (Aosta, 2007) e del Nouveau Théâtre (Bésançon, 2010), a
importanti festival come Aosta Classica (Aosta, 2006) ed Ététrad (Fénis AO,
2008).
Nel 2009 gli Iubal vincono il concorso nazionale ‘Note per la Notte’ che
nell’agosto dello stesso anno permette loro di aprire il “concertone finale”
de La Notte della Taranta a Melpignano (LE).
Il 6 ottobre 2012 gli Iubal si aggiudicano il primo premio del ‘GreenAge
Festival’, concorso per gruppi emergenti organizzato dalla Maison Musique
di Rivoli (TO).
3
2
Discografia
Album
¡Indignados! – La piazza è nostra TRACKLIST:
Autoproduzione
1 Autostrada del sole (2,3)
2012
2 Linea Gialla
3 Butta male
4 Paella e libertà
5 La ballerina sul selciato
6 A luci spente
7 Spara
8 La confezione
9 Un giorno dei tanti
10 Corri a vedere
11 Per quelli che son stati ad ascoltare
12 Cani di Pavlov 2.0 (Bonus Track)
Parte da qui
Autoproduzione
2009
(2a ed. 2012)
TRACKLIST:
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
4
Più in là
Questa notte
Iraq
Più bella del tramonto
La ballata di Roberto
Potenziale terrorista
Cani di Pavlov
Frontiere
Valse
La strada per Gerusalemme
Il candidato sul dirigibile
Alterna Rock
Sogno
Compilation e partecipazioni
Note per la Notte
La Notte della Taranta/Squilibri
2010
TRACK :
2 La ballata di Roberto
Aie d’Italia
MEI /Galletti-Boston
2009
TRACK :
11 (CD 2) La ballata di Roberto
L’oiseau chante encore – Souvenir de Magui Bétemps
Aosta Classica/Lo Flambò
2006
TRACKS :
2 La politeucca
3 Les bons sauvages
5
3
Musicisti
Alberto Zanin
voce, chitarre
La sua storia di musicista comincia come tante altre, con una
chitarra Ferrarotti in compensato e
un prontuario di accordi poggiato sulla scrivania. Da sempre affascinato dal mondo del cantautorato italiano ed americano comicia
a cantare e a strimpellare canzoni
di lotta nelle piazze brulicanti di
studenti arrabbiati, ma non troppo
tardi decide di sciacquarsi di dosso quel cliché fatto di capelli lunghi, barba a chiazze e kefiah al collo.
Ingenuamente convinto che le sue
pene d’amore possano interessare
qualcun’altro all’infuori di se stesso, comincia a scrivere canzoni all’età di 16 anni. Si interessa alla musica
tradizionale irlandese e si perde tra gli innumerevoli strumenti a corda esistenti senza cavarne fuori un granché. Si concentra sulla sua unica e vera
compagna: la chitarra elettro-acustica a sei corde. Nel 2007 l’influenza del
Mo Jean Banwarth (che considera forse più come un marito) gli permette
di esplorare l’accordatura in RE aperto che lo accompagnerà per il resto
della sua carriera. È principalmente un ritmista ma dal 2010 s’inoltra nel
mondo del fingerstyle, dapprima come autodidatta ed in seguito con l’aiuto del Mo Carmelo La Rocca. Decide dunque di intraprendere un percorso
nuovo fatto di blues, ragtime, flamenco e bossa nova. Continua a scrivere
canzoni e testi in genere. Dal 2003 è membro degli Iubal.
6
Andrea Minieri
basso
Si avvicina alla musica suonata
fin da piccolo grazie ai suoi fratelli, entrambi musicisti. Si sente obbligato a dover imparare a suonare
uno strumento, uno qualsiasi. Ne
prova alcuni: comincia a suonare il
violino a 6 anni seguendo il metodo Suzuki, ma fallisce clamorosamente. Tutt’ora attribuisce interamente la colpa a quel giapponese
spocchioso (雌犬の息子!). Dopo un
paio di anni passati a premere i tasti di una piccola pianola Bontempi, il pianista che era in lui muore
in circostanze misteriose. A 13 anni comincia a suonare il basso elettrico per lo stesso motivo che spinge la maggior parte dei bassisti a farlo:
era l’unico componente mancante in un gruppo di amici che provava in
un garage. Frequenta per 5 anni la Scuola di Formazione e Orientamento
Musicale della Valle d’Aosta sotto la guida del Mo Alessandro Maiorino.
Scopre le frequenze basse e la groova. Dai 14 ai 18 anni suona in vari gruppi
metal aostani facendo esperienza su piccoli palchi in giro per la Valle d’Aosta. A 18 anni si taglia i capelli e scopre, nonostante ciò, di essere ancora
in grado di suonare. Per un anno frequenta anche il corso di contrabbasso, ma abbandona il grosso strumento prima di iscriversi all’Università di
Torino, sperando un giorno di poterne riprendere lo studio. Nel settembre
del 2009 entra a far parte degli Iubal.
7
Carlo Alberto Lupo
violino, chitarra elettrica
Alla tenera età di 6 anni i suoi
genitori gli infilano in mano il suo
primo minuscolo violino. Comincia così il percorso di un giovane
musicista svogliato: forse la più
grande sfida che il Mo Fabrizio Pavone abbia mai affrontato nella sua
carriera. Il ragazzo non si applica
granché. L’Istituto Musicale è un
doposcuola come un altro e, mentre i suoi compagni partono per la
tangente, lui rimane fermo più o
meno alle basi. Dopo una decina
d’anni dietro al brano ‘Bella stella’
raggiunge finalmente l’età per decidere di non essere tagliato per la
musica classica, molla il conservatorio e il suo violino può tirare finalmente un sospiro di sollievo, convinto di poter marcire in pace nella sua bella
custodia di velluto per l’eternità. In quegli anni, precisamente in occasione
del suo 15o compleanno, gli viene regalata una chitarra elettrica. All’inizio
non è che sappia tanto cosa farsene, ma in poco tempo (forse spinto da un
latente bisogno di tasti finalmente appagato, forse dal fatto che il volume
si può alzare a manetta) scopre qualcosa di nuovo, qualcosa che conquisterà perfino il secondo posto nella sua personale top-two delle passioni: la
Musica. In principio è dunque il metal, poi una serie di altri generi, dalla
musica balcanica a quella ebraica. In particolare s’innamora dei reels irlandesi e si convince a riesumare il violino, che da quel momento in avanti
non avrà più un attimo di pace. Il giovane è presissimo, ha voglia di suonare e di mettere su un sacco di bands. Per pigrizia ne fonda una sola che
mescola il metal con la musica celtica: i Winterwood. Con loro trascorre
anni di emozioni, esperienza, formazione importanti e produce una demo
nel 2012, anno nel quale entra a far parte degli Iubal.
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Luca Debernardi
flauti
Fin da piccolo vive in una casa popolata da strumenti musicali e
da fratelli intenti a suonarli. All’età
di 8 anni decide di imbracciare un
flauto ricurvo che si suona di traverso e iniziare il suo percorso artistico. Comincia gli studi accademici presso l’Istituto Musicale di Aosta con il Mo Giuseppe Nova prima
e con il Mo Michele Mo poi: esperienza frustrante per entrambi in
quanto il ragazzo avrebbe anche le
capacità per riuscire, ma non sembra intenzionato a metterle a frutto. Emblematica la frase che chiude ogni lezione dell’ultimo anno di
o
studi con il M Mo: “Fai che posare il flauto e parliamo di calcio che ti viene meglio”. Giunto all’età di 14 anni ottiene la licenza di teoria e solfeggio,
sancendo così la fine del suo travagliato e inglorioso cammino verso l’olimpo della musica classica. Il flauto viene abbandonato per un annetto,
lasciando spazio a sogni sportivi, a pomeriggi di ozio con amici e cattive compagnie. Nel marzo 2003 suo fratello e Giovanni Buschino lo coinvolgono nella nuova avventura degli IubalFolk, gruppetto di cover e belle
speranze, antenato degli Iubal. Capisce quindi che la musica è sostanzialmente divertimento, emozione e lunghe serate di jam sessions intorno a un
tavolo. Inizia così a frequentare corsi di musica tradizionale (fra cui quello
del Mo Jérémie Mignotte) e partecipa a CenTrad, progetto di formazione sui linguaggi musicali del mondo. Proprio durante le attività di CenTrad conosce il Mo Marco Giaccaria che lo riavvicina allo studio del flauto
conciliando l’insegnamento della tecnica musicale con l’anarchismo.
9
Matteo Cosentino
batteria, percussioni
L’inizio dell’ascesa di Matteo
Cosentino verso il firmamento dei
batteristi (specie grottesca, a tratti
bovina, che a quanto pare vive in
simbiosi con i musicisti) avviene in
un modo molto comune: è difatti
malmenando con per niente appositi mestoli di legno le pentole della mamma che si verifica il primo,
fatidico contatto con il mondo delle
percussioni in età di poppante. Dopo una fase di quiescenza popolata
da creature quali i Pokémon, Matteo si riavvicina forzatamente alla
musica, abbandonando il sogno di
una sicura (per lui) carriera nella
pallacanestro professionistica a causa di un insistente dolorino alle ginocchia (reumatismi?). Così, deluso ma speranzoso, il nostro viene a conoscenza dei corsi dei Tamtando, setta che si riunisce ogni venerdì sera per
infastidire il vicinato picchiando tamburi imploranti pietà, e poi la Scuola
di Formazione e Orientamento Musicale della Valle d’Aosta, dove nel 2010
ottiene un agognato (qualcuno dice falsificato) diplomino, voto: 10/10.
Presso la SFOM avvengono due incontri fondamentali per la crescita del
giovane musicista: quello con il Mo Sergio Ponti, che gli presenta le meraviglie dell’upstroke/downstroke e lo introduce al turpiloquio esaltando i
suoi stupidi ormoni di adolescente, e quello con il Mo Marco Giovinazzo,
che gli spiega l’importanza dello studio delle percussioni classiche ed etniche, come anche della pausa caffè. Altra esperienza fondamentale per
Matteo sono i gruppi da garage. Qualche anno fa erano gli High Voltage
ad occupare i suoi pomeriggi, ovviamente praticando il metallo pesante.
Dall’estate del 2006 fa parte degli Iubal.
10
Umberto Debernardi
clarinetti
Comincia giovanissimo un tormentato e mai concluso percorso di
studi musicali. Fra i 7 e i 10 anni
suona il violoncello. Non è Rostropovič. Ama prendere lo strumento
in orizzontale sulle gambe e pizzicare le corde con le dita. Rimarrà
convinto di avere inventato il basso acustico fino all’età di 17 anni,
quando ne vedrà uno nella vetrina
di un negozio di strumenti musicali e se lo farà comperare dai nonni
come regalo di compleanno. All’età di 11 anni intraprende lo studio
del clarinetto che, in preda all’adolescenza, abbandona e riprende dio
verse volte. Studia tutt’ora con il M Mirco Rizzotto presso l’Istituto Musicale della Valle d’Aosta. Ha frequentato i corsi di musica tradizionale e
improvvisazione del collettivo MusTraDem, in particolare con il Mo JeanPierre Sarzier che lo inizia alla tecnica dello slap tongue sul clarinetto basso.
Appassionato di etnomusicologia e repertori tradizionali, prende parte tra
il 2007 e il 2011 alle attività di CenTrad (centro di formazione e documentazione su culture, linguaggi e tradizioni musicali); s’innamora dell’Europa centro-orientale; si avvicina al clarinetto “yiddish” e “rom” sotto la
guida del Mo Paolo Rocca; studia con colui che diventerà il suo idolo e
modello musicale, il Mo Ion “Mitica” Bosnea; suona nell’Ethnoensemble.
Fa parte degli Iubal dal 2003. A questo affianca altre attività musicali: animazioni itineranti per fiere e feste (soprattutto con il gruppo Ficellartset) e
musicazione dal vivo di letture e pièces teatrali.
11
4
Rassegna Stampa
Lo Iubal occupa la piazza 1
M USICA . Tre anni dopo l’ultimo album il Kollettivo Musicale presenta il nuovo Cd “¡Indignados!”
Un lavoro dove l’antica rabbia è maturata ma resiste la voglia di avere giustizia e trovare verità
Sono «fuori di melone». Almeno a sentire la voce che hanno inserito alla fine della loro «Butta male». «C’è
un’età in cui puoi fare quel lavoro lì – continua l’anonimo sampler –. A 30 anni non funziona più». Funzionano
molto, invece, le canzoni di «¡Indignados! – La piazza è nostra», il 2o cd del gruppo valdostano Iubal Kollettivo
Musicale che sarà presentato oggi alle 21,30 all’Espace Populaire di via Mochet. E a nove anni dalla costituzione
e a tre dall’uscita del precedente «Parte da qui» la loro rabbia per «una vita con una cifra sulla schiena che è
il codice del tuo padrone», fortunatamente, resiste. Maturata, con meno riferimenti alla realtà locale (con cui
nel 2006 si scontrarono quando cantarono di «un politico, un amministratore. . . che abusò della sua posizione,
lo confermò pure la cassazione») ma con la stessa pretesa «di farsi ascoltare, di avere giustizia e di trovare
la nostra verità». Il motore creativo rimane il «poeta cantautore» Alberto Zanin che ha composto nove degli
11 pezzi (e la bonus track «Cani di Pavlov 2.0», riarrangiamento di un pezzo del primo cd), ma decisiva è la
capacità di «trasformare i sogni in suoni» deglia ltri componenti del gruppo: Andrea Minieri (basso), Luca
Carrel (fisarmonica), Luca Debernardi (flauto), Matteo Cosentino (batteria, percussioni), Umberto Debernardi
(clarinetti). Il risultato è un’estrema varietà di climi sonori che esaltano testi indignati verso la diffusa aria di
resa alla «merda lanciata dall’alto». Quella dei falsi alternativi dall’aspetto «trasandato, però, al tempo stesso,
ogni cosa è al suo posto» (da «Paella e libertà»), di chi butta «nel cesso il suo tempo e a sera tira la catena»
(da «Spara»), di chi ha «l’inutile illusione di decidere per sé» (da «La Confezione»), di «quelli che ci giran
sempre intorno. . . che hanno voglia di osservare le cose da lontano». «Indignados» anche perché loro «non
sono mai stati capaci di allontanarsi dalla linea gialla», simbolo di un viaggio non solo fisico, loro credono
ancora che le «parole hanno il potere di tagliare a fondo le idee dentro al cuore». La musica, poi, è perfetta
nel sottolineare «i sogni stretti in mano» dei brani più riflessivi, ma, anche, esaltare il lato ironico e festoso
dei testi più militanti, passando dallo swing di «Butta male» alle atmosfere sudamericane di «Paella e libertà»,
raggiungendo la perfezione nel rock psichedelico di «La Confezione». A conferma del progetto collettivo che è
alla base di un album autoprodotto ci sono le collaborazioni musicali (con Barbara Peretti, Ivan Piovano, Luca
Minieri e Trouveur Valdotèn) e grafiche (con Michele Cornetto e Daniele Morelli). Il concerto sarà trasmesso da
«Radio Proposta in blu» e registrato dalla Rai per la trasmissione «Bleu Musique».
I UBAL K OLLETTIVO M USICALE
L’arte del “combat folk” che contesta verità ufficiali 2
La voce e le note di chi lotta contro il muro di gomma del potere
«Qualunque cantautore cerchi di descrivere onestamente la realtà di questo mondo deve per forza scrivere canzoni di protesta». Parola di Bob Dylan, uno che facendolo, ha, per qualche tempo, dato l’illusione che
qualcosa potesse cambiare. La stessa appassionata onestà intellettuale da sette anni spinge i valdostani dello
«Iubal Kollettivo Musicale» a cercare di dare voce musicale a quella parte di società che non crede alle verità
ufficiali, che non si rassegna al muro di gomma del potere e del perbenismo, che spera in un cambiamento. Lo
fanno coltivando la canzone sociale, un genere démodé, ma che ha prodotto alcuni momenti alti della musica
popolare valdostana. «Io la definirei canzone d’autore – precisa Umberto Debernardi – perché è sì sociale, ma
non solo. La mamma di uno di noi ci ha detto: siete così antistorici che fate tenerezza. In compenso, Beppe
Barbera si è complimentato dicendoci: anche se non lo sapete, avete dei “nonni” illustri, come il mio “Gruppo
Gramsci”. Siamo orgogliosi di queste ascendenze, anche se i nostri riferimenti sono più vicini: siamo cresciuti
a pane e Modena City Ramblers». «Affascinati da vecchie utopie» i «Iubal» (il nome è preso da un personaggio
biblico, nipote di Caino, considerato il padre di tutti i musicisti) hanno composto le 13 canzoni che nel 2009 sono
confluite nel Cd «Parte da qui». «In questi anni – continua Debernardi – abbiamo percorso tanta strada dicendo
sempre quello che pensavamo, il che ci ha portato a scontrarci con la realtà locale. Ma la strada continua sotto
i nostri piedi. Da qui non si può tornare indietro. Si può solo partire». Lo «scontro» con la realtà locale cui si
1
Lo Presti Gaetano, “Lo Iubal occupa la piazza”, La Stampa (Valle d’Aosta), 14 aprile
2012, p. 61.
2 Lo Presti Gaetano, “L’arte del «combact folk» che contesta verità ufficiali”, La Stampa
(Valle d’Aosta), 3 novembre 2010, p. 67.
12
riferisce risale al 2006, quando, durante il «Concert du 26 Février», sul palco del Palais Saint-Vincent cantarono
«Il candidato sul dirigibile» che parlava di «un politico, un amministratore. . . che abusò della sua posizione, lo
confermò pure la Cassazione». Le conseguenze le hanno descritte nella canzone «Più in là» che parla di «lapidazioni» e «mediatici attacchi». Il confronto tra le due canzoni mostra il cammino fatto dal gruppo: se la prima,
infatti, è ironicamente rabbiosa, nella seconda spira un sentimento che «dà cuore» all’ideologia. Partendo dalla
matrice etnica, il loro «combact-folk» si è, inoltre, aperto ad atmosfere psichedeliche e, addirittura, rock. Non
poteva essere diversamente visto le tante strade (musicali e umane) percorse dai membri del gruppo che attualmente sono Luca Carrel, Giovanni Buschino, Matteo Cosentino, Alberto Zanin, Andrea Minieri ed i fratelli Luca
e Umberto Debernardi. In Valle le mille copie del Cd sono andate a ruba, ma i riconoscimenti sono venuti da
fuori, con la vittoria del brano «La ballata di Roberto» (dedicato alla lotta contro la TAV) al concorso «Note per
la notte» promosso dal «Meeting delle Etichette Indipendenti» di Faenza per le band che rielaborano la musica
popolare. Il premio è stato suonare alla celebre «Notte della Taranta», nel concerto finale che il 22 agosto 2009
ha radunato a Melpignano centomila spettatori. I nuovi mondi che hanno incrociato li hanno incoraggiati a
«continuare a camminare. . . nella speranza che qualcosa possa cambiare».
Iubal Kollettivo Musicale e L’Orage in concerto con 200 fans a Torino 3
G RANDE FESTA . Le adesioni alla serata al Caffè Basaglia arrivate su Facebook
Un pezzo di Valle d’Aosta si trasferirà questa sera, a Torino per il concerto che «Iubal Kollettivo Musicale»
e «L’Orage» terranno al Caffè Basaglia di via Mantova 34. Se già sono complessivamente quindici i musicisti
dei due gruppi, grazie a Facebook sono preannunciate dalla Valle duecento adesioni per quella che si prospetta
una grande festa che s’inizierà alle 19,30 con un aperitivo per proseguire con tanta musica fino a tarda notte.
Particolare è anche il locale dove il concerto si svolgerà: aperto nel gennaio 2008, fin dal nome indica la collaborazione col Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di zona per favorire la riabilitazione e il reinserimento
lavorativo di malati psichici. Per non rischiare di diventare un ghetto il circolo Arci ha, poi, coinvolto nella
gestione altre associazioni. Un progetto, quindi, dalla chiara connotazione sociopolitica, come lo è del resto, la
musica degli «Iubal Kollettivo Musicale» che ad un anno esatto dalla pubblicazione del Cd «Si parte da qui»
possono vantare l’esaurimento della prima tiratura di 1000 copie (senza aiuti regionali). Oltre ai suoi storici
componenti Alberto Zanin, Giovanni Buschino, Luca Carrel, Matteo Cosentino e i fratelli Ivana, Luca e Umberto Debernardi ci sarà nell’occasione il debutto di Andrea Minieri al basso. Da un’intrigante commistione
di canzone d’autore ed etno-pop nasce, invece, la musica degli «Orage» formati da Alberto Visconti, Rémy e
Vincent Boniface, Stefano Trieste, Ricky Murray, Memo Crestani e Florian Bua. Il gruppo è in procinto di pubblicare il Cd “Come una festa” che gli è già valso l’invito al Concerto del 1o maggio al Parco della Musica di
Roma con Vinicio Capossela e Nada. Per assistere al concerto torinese, che sarà registrato dalla Rai regionale
per il programma «Bleu Musique», è necessaria la prenotazione allo 011/19708848.
Lo Iubal Kollettivo Musicale star della Notte della Taranta 4
A M ELPIGNANO . Il gruppo valdostano scelto per aprire il concertone finale
Sarà il gruppo valdostano Iubal Kollettivo Musicale ad aprire, sabato, il concertone finale della Notte della
Taranta, a Melpignano, in provincia di Lecce. I sette ragazzi si sono classificati primi al concorso Note per la
Notte, dedicato alle giovani band che rielaborano la musica popolare. «Siamo venuti a conoscenza del concorso
spiega Umberto Debernardi (basso) e, in primavera, abbiamo mandato un nostro Cd. A giugno ci hanno detto
che eravamo stati scelti per aprire il concerto finale, ci esibiremo alle 19,30». Ma i riconoscimenti non si fermano
qui, e i primi 10 gruppi selezionati vedranno tre loro brani finire in una raccolta collettiva pubblicata dal Mei,
il Meeting delle etichette indipendenti. «La canzone che ci ha fatto scegliere è “La ballata di Roberto”, un testo
scritto da Alberto Zanin, il cantante, che affronta temi come la lotta alle grandi opere e, in particolare alla Tav».
Dopo di loro saliranno sul palco cantanti del calibro di Eugenio Finardi, Simone Cristicchi, Noà e molti altri. I
ragazzi valdostani sono partiti per la provincia di Lecce lunedì. Il gruppo composto da Alberto Zanin (voce),
Giovanni Buschino (chitarra), Luca Carrel (fisarmonica), Matteo Cosentino (batteria e percussioni) e dai fratelli
Umberto, Luca e Ivana Debernardi (basso, flauti e violino) è nato nel 2003. Comune era la voglia di fare musica
3
Lo Presti Gaetano, “Iubal Kollettivo Musicale e L’Orage in concerto con 200 fans a
Torino”, La Stampa (Valle d’Aosta), 9 marzo 2010, p. 55.
4 Pellissier Cristian, “Lo Iubal Kollettivo Musicale star della Notte della Taranta”, La
Stampa (Valle d’Aosta), 20 agosto 2009, p. 63.
13
e di mettersi in gioco. Iubal è il nome biblico del nipote di Caino, nella tradizione il padre di tutti i musicisti. A
dirigere l’Orchestra della Taranta nel concerto finale di sabato sarà il maestro Mauro Pagani. La manifestazione,
alla 12a edizione, è diventata un appuntamento dal richiamo internazionale. Nasce con lo scopo di recuperare e
salvaguardare la tradizione della pizzica salentina. «È un festival molto importante, con eventi per quasi tutto il
mese di agosto – prosegue Umberto Debernardi – noi siamo stati coinvolti proprio per la serata più importante,
quella finale, con i grandi nomi della musica». Il giovane gruppo supera in grande stile i confini valdostani. In
Valle sono già molto conosciuti, si sono esibiti in più di sessanta concerti, dalla Fiera di Sant’Orso all’Etétrad. Il
loro repertorio è folk-rock, hanno cominciato con le cover alle quali, con successo, affiancano brani loro.
”I ragazzi che reinventano il folk” 5
Trionfo per Iubal Kollettivo Musicale
C ONCORSO . Il gruppo valdostano ha vinto il 1o premio di «Note per la notte»
Lo Iubal Kollettivo Musicale ha vinto il primo premio di «Note per la Notte», concorso organizzato dal
Comune di Melpignano in collaborazione con il Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza e aperto ai
giovani che reinterpretano la musica di tradizione. I musicisti aostani, che da anni producono un folk-rock
ricco di influenze diverse, si sono guadagnati la possibilità di salire sul palco della Notte della Taranta durante
il Concertone del 22 agosto. La giuria della gara ha deciso di premiare il brano «La ballata di Roberto», una
delle tracce del primo disco della band «Parte da qui». I giudici hanno scelto il Kollettivo per la sua capacità di
«conciliare stilemi tipici della musica popolare con una visione moderna delle strutture ritmiche e melodiche.
(. . . ) Interessante è la ricerca nei contenuti dei testi che attualizzano le tematiche sociali (o meglio di lettura
della realtà) tipiche della musica popolare, che nelle loro canzoni diventano specchio della contemporaneità».
Sul sito della band (myspace.com/iubalfolk) sono disponibili le date dei concerti di luglio in Valle.
La piccola orchestra dello Iubal presenta il Cd nato in un fienile 6
E SPACE P OPULAIRE . «Parte da qui» sarà presentato domani sera
L’estate scorsa, i musicisti dello Iubal Kollettivo Musicale si sono rifugiati in un fienile, in una frazione di
Brissogne. Hanno preso i loro (tanti) strumenti e portato mixer, microfoni e cavi in un sottotetto. Poi, per due
settimane, hanno suonato le canzoni costruite in cinque anni di musica insieme: tredici pezzi che raccontano la
loro storia, da quando erano dei liceali invaghiti per i Modena City Ramblers fino ad oggi, quando si dividono
tra l’università e il lavoro. Il frutto di quel laboratorio, dopo mesi di attesa, è maturo: il disco si chiama «Parte
da qui» e sarà presentato domani sera all’Espace Populaire di Aosta, sul cui palco salirà il gruppo al completo.
Se gli strumentisti sono sette (Alberto Zanin, Giovannni Buschino, Luca Carrel, Matteo Cosentino e i tre fratelli
Debernardi, Ivana, Luca e Umberto), gli strumenti sono ancora di più: ciascuno ne imbraccia almeno due,
in una piccola orchestra che accanto alle chitarre impegna violini, flauti, fisarmoniche e percussioni etniche.
Il risultato è un incontro di stili e di ispirazioni, che nel disco si mischiano attraversando suoni che dal folk
sconfinano nel rock’n’roll, nella canzone d’autore, fino ad arrivare a sonorità che non sembravano appartenere
al loro repertorio. Ma è proprio la scoperta di territori nuovi quella che ha dato la rotta agli ex Iubal Folk,
che hanno cambiato nome proprio per raccontare delle tante radici che danno vita alla loro musica. È così che
quello che poteva sembrare un punto di arrivo, dopo cinque anni passati a trovare se stessi, diventa un punto
di partenza: la sfida è adesso quella di rinnovarsi, di affrontare una nuova stagione della vita con l’entusiasmo
della condivisione. La condivisione, intanto, è quella che sta dietro alla decisione di distribuire il disco sotto
la licenza «Creative Commons», che reinventa il diritto d’autore e lascia libera la musica. La serata di domani
comincerà alle 19, con la presentazione ufficiale del disco (in vendita ai concerti o da Spazio Musica di Aosta)
e la proiezione di un video realizzato durante le registrazioni. Alle 21 la scena sarà per l’Orage, il progetto
musicale di Alberto Visconti e Remy Boniface, che apriranno la festa di questo «nuovo debutto»: un altro po’
di strada per un gruppo di amici che insieme canta che «non si può tornare indietro: sguardo in avanti, passo
incalzante, per poter spingerci più in là».
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Jaccod Davide, “I ragazzi che reinventano il folk”, La Stampa (Valle d’Aosta), 25
giugno 2009, p. 67.
6 Jaccod Davide, “La piccola orchestra dello Iubal presenta il Cd nato in un fienile”, La
Stampa (Valle d’Aosta), 13 marzo 2009, p. 67.
14
Iubal, i 7 menestrelli hanno cambiato rotta 7
A LBUM . Il nome della band perde il “folk” e diventa Kollettivo Musicale
Il primo Cd, registrato in un fienile, sarà distribuito senza diritti d’autore
«Ada partorì Iabal, padre dei nomadi allevatori di bestiame. Suo fratello, di nome Iubal, fu il padre dei
suonatori di cetra e di flauto». Così dice la Genesi, parlando degli ultimi discendenti della stirpe di Caino. Un
antenato poco rassicurante, che non può che avere eredi di dubbia fiducia: errabondi e musicisti. Ma è per
sovvertire il luogo comune che il nome del padre dei menestrelli identifica un’anomala formazione valdostana,
lo Iubal Kollettivo Musicale: 7 polistrumentisti che dal 2003 intrecciano armonie a metà strada tra canzone
d’autore e musica popolare, lasciandosi affascinare da suoni che non gli appartengono, ma che infilano con
leggerezza nel proprio bagaglio. Proprio questa sensibilità agli stimoli ha fatto cambiare nome all’ensemble, che
si era fatto conoscere con il nome di Iubal Folk. Adesso la band è pronta al salto di qualità e le etichette si fanno
troppo strette. A raccontare il passaggio è Umberto Debernardi, che suona basso acustico e clarinetto basso:
«Abbiamo discusso a lungo, prima di rinominare il gruppo. Alla fine, però, abbiamo deciso che il termine “folk”
era in qualche modo limitante. Buona parte della nostra musica conserva la propria radice “trad”, ma alcuni dei
brani degli ultimi tempi assomigliano più ai Subsonica che non ai Modena City Ramblers». La formazione è una
piccola orchestra di strumenti: Alberto Zanin (voce, chitarra acustica, bouzouki e banjo), Giovanni Buschino
(chitarra elettrica e ghironda), Luca Carrel (fisarmonica), Matteo Cosentino (batteria e percussioni) e i fratelli
Debernardi, Luca (flauti), Ivana (violino e mandolino) e Umberto (basso acustico e clarinetto basso). Una pausa
di riflessione, tra 2007 e 2008, è servita per preparare nuove sfide: la fine dell’estate coincide con un nuovo
ciclo di concerti e, soprattutto, con il completamento del primo disco. Buona parte del materiale è pronto,
frutto di una settimana di presa diretta in un fienile dove si è trasferito il Dissonant Studio di Luca Minieri.
Un’altra scelta fuori dalle righe, come quella per la distribuzione del Cd: «Stiamo cercando di capire – continua
Debernardi – come diffondere il nostro lavoro senza diritto d’autore, ma con la licenza Creative Commons, che
permette un libero utilizzo del materiale».
7
Jaccod Davide, “Iubal, i 7 menestrelli hanno cambiato rotta”, La Stampa (Valle
d’Aosta), 31 agosto 2008, p. 59.
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Scheda tecnica
no
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NAME
MIC
KICK
BETA52
SNARE TOP
SM57
SNARE BOTTOM
SM57
HI HAT
AKG451
TOM 1
MD421
FL TOM
MD421
OH L
AKG414
OH R
AKG414
BASSO
XLR
CHITARRA EL.
SM57
VIOLINO
XLR
TASTIERA L
D.I. BOX
TASTIERA R
D.I. BOX
CLARINETTO
XLR
FLAUTO
XLR
CHITARRA AC.
D.I. BOX
MAIN VOX
SM58
VOX CLARINETTO
SM58
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+48V
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