suolo & sottosuolo suolo & sottosuolo La Linea 6 della Metropolitana di Napoli Antonio De Risi* Pensata originariamente come linea tranviaria, la tratta Mergellina-Municipio della Linea 6 della Metropolitana di Napoli si è trasformata in linea metropolitana, recependo gli standard architettonicofunzionali sperimentati con successo per la Linea 1. Si sviluppa per oltre 3 km con quattro stazioni: Mirelli, S. Pasquale, Chiaia (costruita su più livelli, mette in rete i quartieri Chiaia e Monte di Dio) e Municipio, interconnessa con l’omonima stazione della Linea 1 e importante nodo di interscambio ferroviario con la stazione Marittima e il Molo Beverello *Ingegnere - Metropolitana di Napoli S.p.A. Direttore tecnico delle opere civili, Progettazione I l progetto della Linea 6 della Metropolitana di Napoli è il risultato di un susseguirsi di episodi che ne hanno condizionato lo sviluppo definendo di fatto due diverse tratte che si distinguono formalmente tra di loro, anche perché concepite e realizzate in tempi diversi e secondo diverse strategie. La prima tratta, già in esercizio dal 2007, è costituita da 2,2 km con quattro stazioni. La stazione Mostra, situata davanti al Politecnico, costituisce nodo di interscambio con la linea 2 e la linea 7. Le stazioni Augusto e Lala che servono il quartiere di Fuorigrotta e la stazione Mergellina che a sua volta interscambia con la linea 2. Questa prima tratta che riutilizza e completa le opere realizzate per la ex Linea tramviaria Rapida, che avrebbe dovuto aprire l’esercizio per i mondiali di calcio Italia ’90, ha un’impostazione unitaria che ricalca le linee metropolitane realizzate fino agli anni ’80. Le stazioni sono infatti progettate come un unicum ovvero omologhe sia morfologicamente che nell’uso di materiali e colori. Il tracciato di questa prima parte si è sviluppato lungo l’asse di Viale Augusto e Tracciato Mergellina-Municipio Ottobre 2014 quarry & construction 43 pertanto è stato possibile mantenere il piano del ferro molto superficiale, in terreni pozzolanici e senza interessare la falda freatica. La realizzazione è stata eseguita completamente a “cielo aperto” sia per la galleria di linea che per le stazioni, con tecniche molto tradizionali, ovvero paratie di contenimento a pali accostati e successivo scavo in avanzamento a cut and cover. La svolta nella progettazione e nella realizzazione si è avuta a partire dal 2003, quando la Concessionaria Ansaldo STS ha deciso di rivedere l’intera progettazione delle opere civili, affidandola alla M.N. Metropolitana di Napoli S.p.a., per trasformare l’infrastruttura, originariamente pensata come linea tramviaria, in una linea metropolitana che potesse recepire gli standard architettonico-funzionali già sperimentati con successo per la Linea 1. La tratta Mergellina-Municipio, di cui vogliamo approfondire, in questo articolo, l’iter progettuale e realizzativo, è stata così ripensata a partire dal tracciato planoaltimetrico ampliandone il bacino di utenza con l’introduzione della stazione Chiaia che, sviluppata su più livelli, mette in rete contemporaneamente due quartieri: Chiaia e Monte di Dio. Il nuovo tracciato, che sviluppa circa 3,3 km, consente la realizzazione di quattro Montaggio TBM 44 Oquarry ttobre 2014 & construction stazioni che a partire da Mergellina sono: Mirelli, S. Pasquale, Chiaia e Municipio, quest’ultima, interconnessa con l’omonima stazione della linea 1, costituisce con essa un unico importante nodo di interscambio non solo ferroviario ma anche con la stazione Marittima e il Molo Beverello. L’ingegneria La galleria di linea L’esecuzione della galleria di linea non poteva che essere affidata ad una macchina TBM-EPB, ovvero ad uno scudo meccanizzato con testa fresante a tutta sezione e capace di bilanciare la pressione idrostatica che poteva oscillare tra le 2 e le 3 atmosfere. Per la realizzazione della ex linea tramviaria rapida, dal pozzo d’attacco adiacente alla stazione Mergellina, erano stati realizzati circa 300 ml di galleria finita e rivestita con conci in c.a. utilizzando un hydroPartenza TBM shield della Voest-Alpine che a seguito di uno sfornellamento ed alla interruzione dei lavori restava abbandonato sul fronte di scavo e non più riutilizzabile. Il diametro interno della galleria eseguita (8240 mm) aveva un margine di riduzione ai fini dell’esercizio ferroviario e pertanto si è proposto di utilizzare una nuova macchina (EPB) il cui diametro esterno potesse consentire di spingere lo scudo all’interno del tunnel esistente fino al fronte di scavo. La nuova TBM della WIRTH con diametro esterno 8165 mm ha consentito l’operazione di traslazione fino al fronte previa fresatura del copri ferro dei conci esistenti in corrispondenza di alcuni anelli che costituivano criticità per l’avanzamento dello scudo. Il copri ferro è stato poi ripristinato mediante idonee malte chimico-cementizie. Ma prima di affrontare la predetta delicata operazione per il passaggio millimetrico del nuovo scudo, si è dovuto provvedere alla rimozione del vecchio Hydroschield. Dopo aver rimosso tutto il BACKUP ed i pistoni di spinta, il solo mantello dello scudo è rimasto in opera e successivamente inglobato nel getto di completamento e a tergo dei nuovi conci. Il trattamento di consolidamento ed impermeabilizzazione, propedeutico alla rimozione completa della vecchia TBM si è reso necessario al fine di garantire la stabilità del fronte ed evitare venute d’acqua ed i conseguenti effetti negativi sulla statica dei fabbricati sovrastanti. Il consolidamento si è effettuato in parte dal piano campagna con l’esecuzione di colonne jet-grouting compenetrate (Ø 900 mm) ed in parte dal fronte di scavo con iniezioni di miscela cementizia espansiva a forte penetrazione e successivamente con miscela acrilica ad elevatissima penetrazione in modo da garantire la perfetta impermeabilità dell’ammasso trattato. La nuova macchina scudata ha eseguito circa tre chilometri di galleria passando suolo & sottosuolo Calaggio gabbie di armatura pannelli a T a pieno nelle “scatole” delle stazioni Mirelli-S.Pasquale e Chiaia ed è stata estratta da un apposito “pozzo” realizzato in via Vittorio Emanuele a circa 40 ml dalla stazione Municipio. Le stazioni A seguito di un’approfondita campagna di sondaggi e di indagini geognostiche è stato possibile individuare le diverse tec- niche e tecnologie da adottare. Nel primo tratto, fino a Piazza Vittoria, le stazioni Mirelli e S. Pasquale restano sotto falda con un battente, al piano ferro, di circa 20÷25 ml, e completamente in terreni sciolti a matrice pozzolanico-sabbiosa, mentre il tufo resta a circa 35÷40 ml dal piano campagna. Il corpo centrale delle due stazioni è costituito da un unico volume a forma di parallelepipedo di dimensioni interne 80 x 20 ml di base e 18 ml di altezza con il solaio di copertura appena al di sotto della strada. Per la realizzazione si è quindi proceduto come segue: - Esecuzione di paratie a T, con l’utilizzo di Idrofresa, spinte fino a 40 ml di profondità per garantire i necessari emungimenti della falda senza rischi di sifonamento. - Scavo e getto del solettone di copertura, successivo scavo, da apposita asola nella copertura; getto in sottomurazione delle contropareti definitive preceduto dalla conclusiva impermeabilizzazione assicurata da teli in pvc interposti tra le contropareti e le paratie; realizzazione dei solai intermedi per garantire la tenuta delle spinte idrostatiche. - Lo scavo ed il getto del solettone di fondo, dopo aver demolito il rivestimento a conci in c.a. prefabbricato messo in opera dalla TBM per la realizzazione della galleria di linea, costituisce l’ultima fase prima della disattivazione dei pozzi di emungimento. Per la stazione Municipio, più superficiale e scavata completamente nel banco tufaceo, si è proceduto allo stesso modo Realizzazione livello intermedio di stazione Ottobre 2014 quarry & construction 45 Per la stazione Chiaia, non disponendo in superficie di un’area sufficientemente estesa per realizzarla completamente a “cielo aperto”, si è proceduto all’esecuzione di un pozzo centrale a pianta quadrata circa 30 x 40 ml in Piazza S. Maria degli Angeli, limitato a quanto strettamente sufficiente a contenere il sistema di scale mobili e fisse progettate imitando il famoso pozzo di S. Patrizio. Lo scavo di questo imponente pozzo è stato dapprima rallentato da esigenze archeologiche che hanno portato alla luce dei resti funebri di una necropoli romana, una successione di paleo suoli con tracce risalenti sino al 7500 A.C. e un tronco Esecuzione solettone di fondo e piano banchina ma utilizzando paratie e pannelli rettangolari lunghi solo 15÷20 ml. Lo scavo procede in tempi non facilmente prevedibili perché condizionato dai ritrovamenti archeologici e comunque sarà realizzato in prima ed unica fase fino alla quota di fondo per poi risalire con il rivestimento definitivo ed il solaio di copertura. Il corpo stazione è alto circa 10 ml, perché vengono utilizzati gli impianti di risalita della adiacente stazione della Linea 1 e costituisce con essa un’unica infrastruttura collegata con la parte monumentale della città e con il Porto. Fondo pozzo st. Chiaia St. Municipio ritrovamento banchina porto romano dell’acquedotto del Serino; successivamente si è dovuto fare i conti con la presenza di più cavità, alcune non censite, che hanno richiesto una preventiva bonifica. Dal punto di vista prettamente ingegneristico, lo scavo del pozzo è stato preceduto dalla realizzazione di paratie a pali accostati con più file di tiranti, fino al raggiungimento, a circa 20 ml, del tetto del tufo per poi proseguire fino a circa 50 ml, previa chiodatura delle superfici verticali ed all’emungimento della falda per gli ultimi 10 ml circa. Dal fondo del pozzo sono stati eseguiti due tronchi di gallerie contrapposti in modo tale da formare un unico piano banchina lungo 80 ml e largo 15. 46 Oquarry ttobre 2014 & construction suolo & sottosuolo Lo scavo delle gallerie di stazione e dell’ultima parte del pozzo ha richiesto la necessità di demolire la galleria TBM già realizzata. L’allargo delle gallerie è stato eseguito in tradizionale con preventivo rivestimento in centine e spritz-beton. I problemi principali sono stati imputabili al sottoattraversamento di una grossa cavità esistente da parte di una delle due gallerie da allargare. L’esiguo spessore residuo del tufo ha richiesto un preventivo consolidamento con perforazioni suborizzontali inclinate armate con tubi metallici lungo tutta la calotta oltre che il riempimento della cavità con una miscela cementizia tipo geomix. L’Architettura In tutta analogia a quanto avvenuto per la linea 1 anche per la linea 6 le nuove architetture ipogee sono state affidate alla mano esperta di Architetti di provato valore internazionale. La strategia portata avanti nella progettazione è stata finalizzata a rompere la monotonia e l’omologazione delle stazioni cercando di realizzare un collegamento diretto tra gli spazi sotterranei, in cui il viaggiatore arriva, e le caratteristiche urbane ed architettoniche di superficie, particolarmente complesse per Napoli, città eterogenea e molto articolata nella sua geografia e nella sua storia che, a partire dalla Partenope Greca e passando per la Neapolis Romana, arriva fino ai giorni d’oggi portando con sé i segni e le testimonianze dei passaggi di innumerevoli altre civiltà. Si è pertanto deciso che ogni stazione dovesse avere, nel proprio sviluppo progettuale, caratteristiche architettoniche studiate appositamente per ogni sito e comparto urbano di appartenenza. In particolar modo nel proprio emergere in superficie le stazioni avranno peculiarità diverse e particolarmente riconoscibili in relazione ai luoghi sovrastanti e/o alla storia che quei luoghi hanno avuto. Gli architetti chiamati a svolgere questa “missione” sono stati appositamente scelti in base al proprio curriculum ed in base alla propria sensibilità ritenuta più adatta al tema assegnato. Nei vari affidamenti progettuali è stato quindi compreso non solo lo studio architettonico funzionale delle stazioni, ma anche il ridisegno del sistema stradale, l’arredo urbano di piazze, strade, verde pubblico ed illuminazione. Ogni stazione diventa così occasione di riqualificazione urbana estetica e sociale e nel contempo aggiunge agli spazi superficiali quelli ipogei che diventano anche contenitori di opere d’arte contemporanea ed insieme all’architettura di qualità ed alle numerose rinvenienze archeologiche, sapientemente integrate nel linguaggio architettonico, contribuiranno alla crescita culturale della città. Da questa nuova strategia di realizzazione infrastrutturale è lecito aspettarsi un “effetto domino” che possa nel tempo determinare una vera e propria trasformazione urbana di interi quartieri. La stazione Mirelli Il progetto della stazione affidato all’arch. berlinese Hans Kolhoff è partito con l’intenzione di poter costituire in superficie una nuova definizione della testata ovest della Villa Comunale. Esso prevedeva infatti due padiglioni in vetro e acciaio, uno a nord e l’altro a sud del Viale Dohrn, rievo- cando quelli realizzati per la mostra ottocentesca e la ricucitura della parte sud e della parte nord della villa con la chiusura al traffico del viale ed il suo ridisegno a verde pubblico. Questa prima soluzione non è stata portata più avanti sia per la mancanza di risorse finanziarie e sia perché l’Amministrazione Comunale non ha ancora definito la necessità o meno dell’asse viario di Viale Dohrn. La stazione pertanto resta pensata con l’aggiunta di un pozzo laterale, sul lato villa, per la discesa fino al secondo livello sotterraneo con ascensore e scale mobili coperto in superficie dal padiglione nord che funge da “lanterna” convogliando la luce naturale ai livelli più bassi della stazione. Il primo livello sotterraneo è costituito da un largo corridoio, con la possibilità di essere servito da esercizi commerciali, che consente il collegamento pedonale dai St. Mirelli primo livello ipogeo Spaccato assonometrico st. Mirelli Ottobre 2014 quarry & construction 47 fabbricati della Riviera di Chiaia al padiglione e quindi o direttamente alla Villa comunale o ai treni, continuando la discesa fino al piano banchina. La parte del padiglione fronte mare è arredata per consentire l’esercizio di un bar con annesso spazio per la sosta all’aperto. L’architettura e le finiture della stazione, molto razionali e sobrie utilizzano materiali classici come il travertino, la pietrarsa ed un elegante pavimentazione terrazzata. Il progetto urbano originario, se si vorrà, potrà comunque trovare in futuro il suo completamento senza modificare quanto si andrà a realizzare per la messa in esercizio della stazione. La stazione S. Pasquale Questa stazione affidata all’arch. viennese Boris Podrecca che attraverso un “ideogramma” originale, coglie in pieno lo spirito della Metropolitana di Napoli ovvero porre in relazione due mondi contrapposti: la superficie della città, reale e quotidiana, ed il sottosuolo spazio sconosciuto fino a quel momento. Sommersa dal mare fino all’ottocento, l’area di progetto è un luogo rubato al mare dall’uomo attraverso successivi interramenti. La nuova piazza, a forma trapezoidale, posta al di sopra della “scatola” di stazione, evoca la memoria della spiaggia, St. S.Pasquale sistemazione superficiale 48 Oquarry ttobre 2014 & construction la materia in movimento che l’acqua, avanzando e ritirandosi, plasma in modo sempre diverso. La pavimentazione dell’ampia zona pedonale è costituita da pietra lavica a diverse gradazioni di grigio e disegnata a guisa di onde. La superficie è sormontata da una lunga pergola in metallo, luogo del sostare accentuato dalla presenza di piccoli “atolli” di verde, confinati da sedute in acciaio corten, progettati con la collaborazione del paesaggista Andreas Kipar Il tema dell’acqua lega le due realtà verticalmente contrapposte. I passeggeri entrando in stazione si “immergono” in uno spazio “subacqueo” e sostano su di una piattaforma, superficie superiore di un grande scrigno “affondato” che contiene tutti gli impianti di stazione, sormontata da un grande guscio a forma di rete che costituisce una sorta di pergola svincolata dalla struttura e sulla St. S.Pasquale spaccato assonometrico quale scorrono le notizie su grandi schemi video. Il passeggero si trova poi avvolto da due grandi pareti (80x18 ml) a pannelli sublimati, opera dell’artista viennese Peter Kogler, che raffigurano ed evocano il moto vorticoso dell’acqua creando uno scenario complessivo alla Giulio Verne. La stazione Chiaia La stazione Chiaia è caratterizzata da un piano banchina a oltre 40 metri sotto il livello della piazza in superficie. Il problema progettuale affrontato, in uno con il disegno della stazione, è stato quindi quello di progettare un edificio ipogeo alto circa dieci piani. L’articolazione planimetrica di tale edificio, differenziandosi alle diverse quote, individua differenti “sezioni” le cui articolazioni morfologiche derivano dalle varie condizioni di fruizione dello spazio nonché dal carattere maggiormente pubblico che esso assume nella parte alta. Qui l’edificio è connotato da un percorso centrale costituito da una gradonata elicoidale all’interno di una struttura cilindrica: una sorta di dilatazione dello spazio pubblico della piazza, non filtrato dagli ingressi controllati, una interessante passeggiata urbana verticale. In corrispondenza della quota di via Chiaia, con l’atrio controllato dalla stazione, si passa alla seconda sezione dell’edificio. Qui il foro centrale diventa quadrato e va a configurare una vera e propria corte con quattro facciate disegnate come prospetti esterni in grado di conferire al grande spazio centrale ipogeo il carattere di piazza urbana. Questa struttura tipologica di grande forza ha un brusco cambiamento al piano banchina dove la galleria di stazione è interrotta al centro da una grande cupola ribassata che permette la filtrazione della luce naturale fino al livello più basso. suolo & sottosuolo St. Chiaia sistemazione superficiale St. Chiaia spaccato assonometrico La stazione Municipio La stazione Municipio della Linea 6 è un unico progetto con la stazione omonima della Linea 1. Il progetto affidato ai due premi prizke Alvaro Siza ed Edoardo Souto Moura ha comportato un’area d’intervento a cielo aperto, determinando il più esteso scavo archeologico urbano degli ultimi decenni. Le attività di scavo sono state un importante esempio di archeologia programmata all’interno di un’opera pubblica ed hanno preceduto, ed in parte suggerito, la normativa della cosiddetta “archeologia preventiva” del D.Lgs. 163/2006. L’idea progettuale dei due architetti portoghesi è stata, fin dall’inizio, quella di creare una “nuova” piazza sotterranea, pari per estensione a quella superiore, sfruttando i volumi di scavo comunque necessari alla realizzazione del pozzo di stazione della Linea 1 e della stazione della linea 6, compresa l’asta di retrocesFortificazione vicereale Torrione dell’incoronata sione dei treni che si estende al limite dell’area portuale. Questa “seconda piazza” ipogea diviene quindi funzionale al collegamento pedonale da un lato con il porto, dall’altro alla parte monumentale della città. Il concept del progetto si basa, quindi, sulla riproposizione storica dell’asse urbano tra il palazzo del Municipio e la Stazione Marittima, asse che determina, attraverso due filari di alberi con al centro una lunga asola ricavata nel calpestio della piazza, un suggestivo asse “visivo”, che dal porto viene indirizzato sulla sovrastante collina di San Martino dominata dalla Certosa e dal Castel Sant Elmo. Ad impreziosire tale suggestivo percorso, al centro del piazzale alberato antistante il palazzo del Municipio, si prevede la ricollocazione, previo restauro, della fontana del Nettuno, che rappresenta il gruppo marmoreo più antico della città ed a cui hanno lavorato artisti del calibro del Fanzago e del Bernini. Al detto asse visivo di superficie corrisponde, in sotterraneo, un corridoio, attrezzato da un lato con tapis-roulants, che prende la luce naturale e l’aria dalla predetta asola longitudinale, posta appunto al centro del corridoio. Entrando dalla grande rampa, che si sviluppa nell’area portuale di fronte alla Stazione Marittima, sulla sinistra, seguendo il torrione avanzato della fortificazione vicereale, si entra in un secondo corridoio di circa 10 ml di larghezza e 150 ml di lun- Ritrovamento porto e navi romane Ottobre 2014 quarry & construction 49 Vista notturna dalla stazione marittima ghezza, che segue la grande murazione di età vicereale e che, allestito ad area museale, conterrà i ritrovamenti più significa- tivi provenienti dagli scavi archeologici. Il risultato delle indagini archeologiche è stato a dir poco straordinario, avendo messo in luce ed in buona parte recuperato tutta la stratigrafia storica del sito. I progettisti hanno quindi “ricevuto” il compito di integrare tali resti con la stazione in un progetto complessivo che “insegue la storia”. Così quando saranno terminate tutte le lavorazioni si potrà rendere visibile, dalla piazza urbana superiore, l’intera successione dei periodi storici, a partire dall’epoca ellenistico-romana fino ai giorni d’oggi, costituendo un esempio unico, a livello mondiale, di rappresentazione stratigrafica. In conclusione si può senz’altro affermare che il progetto della stazione Municipio e di tutta l’area monumentale, strettamente interessata dai lavori, rappresenta un caso esemplare di come le preesistenze storiche, interagendo col progetto, possano divenire un reale arricchimento nella realizzazione di un’infrastruttura moderna e vitale per lo sviluppo della città. n 50 Oquarry ttobre 2014 & construction