picoSQL - Picosoft

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picoSQL
Guida di riferimento del linguaggio di
interrogazione
Release 2.0.2
Copyright © 2003 Picosoft s.r.l. - Corso Italia 178 - Pisa Italy
Permission is granted to copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free
Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the Free Software Foundation.
The GNU Free Documentation License is available from www.gnu.org.
picoSQL - linguaggio SQL 1/28
picoSQL - Guida di riferimento al linguaggio SQL
Questo manuale illustra tutti i comandi SQL supportati da picoSQL con la relativa sintassi e una
descrizione.
Lo SQL supportato da picoSQL si rifà allo standard ANSI-92 e in particolare alla CAE (Common
Application Environment) Specification "Structured Query Language" X/open del 1992. Rispetto
agli standard suddetti ci sono alcune limitazioni e alcune estensioni che saranno evidenziate nel
testo.
1) Convenzioni sintattiche
In questo manuale sono adottate le seguenti convenzioni per la descrizione della sintassi SQL.






Tutte le parole riservate sono scritte in lettere maiuscole, mentre gli elementi che l'utente deve
rimpiazzare con identificatori o espressioni sono scritti in lettere minuscole. Questa è solo una
convenzione per distinguere meglio i vari elementi che compongono un comando. picoSQL non
fa distinzione tra maiuscoli e minuscoli, sia nelle parole riservate che nei nomi utente, per cui il
comando "SELECT PIPPO ..." è equivalente a "Select Pippo ..." e a "select pippo ...".
Porzioni di comando opzionali vengono racchiuse tra parentesi quadre [].
Le barre verticali separano opzioni mutuamente esclusive.
Le parentesi graffe {} racchiudono opzioni diverse, separate da una barra verticale, tra le quali
una deve essere scelta. N.B. Le parentesi graffe vengono usate nel linguaggio come sequenze di
escape (vedi nel seguito) per cui in tal caso debbono essere riportate come appaiono. Nel seguito
è sempre rimarcato l'uso delle graffe come sequenza di escape in modo da evitare ambiguità.
I puntini (...) indicano che la sintassi racchiusa nelle parentesi quadre o graffe precedenti può
essere ripetuta un numero indefinito di volte.
Tutti gli altri caratteri, come le parentesi tonde, sono elementi sintattici dell'SQL e debbono
essere riportati come appaiono.
2) Elementi del linguaggio
Riportiamo in questo paragrafo una lista degli elementi basilari del linguaggio SQL.
numeri
Un numero è una sequenza di cifre seguita opzionalmente da una parte
decimale e opzionalmente preceduto da un segno negativo. Sono ammessi
numeri in notazione esponenziale a base 10 posponendo la lettera E seguita dal
valore dell'esponente. Sono numeri validi, per esempio:
523
­43.001
7.8E5
3.4E­3
picoSQL - linguaggio SQL 2/28
stringhe
Una stringa è una qualsiasi sequenza di caratteri racchiusa tra apici singoli o
doppi (SQL standard prevede solo apici singoli). Per inserire il carattere usato
per racchiudere la stringa nella stringa stessa è sufficiente ripeterlo due volte.
Le seguenti stringhe sono, per esempio, equivalenti:
"L'opera"
'L''opera'
sequenze di escape Nel caso si voglia indicare dei valori non ascrivibili direttamente al gruppo dei
numeri o delle stringhe, come per esempio le date, si può utilizzare una
sequenza di escape che identifica il tipo in modo univoco. picoSQL usa le
parentesi graffe per racchiudere questi valori. Le sequenze di escape
riconosciute da picoSQL sono le seguenti:
{d 'AAAA­MM­GG'} per indicare una data;
{t 'oo:mm:ss.uuu'} per indicare un'ora del giorno;
{ts 'AAAA­MM­GG oo:mm:ss.uuu'} per indicare un'ora di un
determinato giorno (timestamp);
valori letterali
Un qualsiasi valore stringa, numerico o definito con una sequenza di escape è
detto valore letterale (literal).
parametri dinamici Se si usa picoSQL da un linguaggio di programmazione, può accadere che
certi valori di una query siano variabili e dipendenti dal contesto. Per questo
motivo si può preparare una query al database usando il carattere punto
interrogativo (?) al posto di un valore letterale. Ovviamente in questi casi è
necessario fornire al database il valore voluto prima di eseguire la query
tramite un'apposita funzione (SQLBindParameter).
identificatori
Un identificatore è un nome che identifica un elemento del database, come una
tabella o un attributo di una tabella. Il nome deve iniziare con una lettera e può
contenere lettere, numeri e caratteri di sottolineatura (_). Per picoSQL negli
indentificatori le lettere minuscole sono equivalenti alle relative lettere
maiuscole. Un identificatore non può coincidere col nome di una parola
riservata.
separatori
Un comando SQL è formato da un certo numero di parole separate da caratteri
particolari detti separatori. Un separatore può avere l'unico scopo di separare le
parole oppure avere associato anche un altro significato. Fanno parte del primo
tipo i caratteri spazio (ASCII 32), tabulazione (ASCII 9), ritorno carrello
(ASCII 13) e nuova linea (ASCII 10). Fanno parte del secondo tipo i caratteri:
, ( ) < > . = * + ­ / ?
e le coppie di caratteri:
<> != >= <=
3) Tipi dato
In picoSQL esistono i seguenti tipi di dato.
picoSQL - linguaggio SQL 3/28
CHAR(dimensione)
VARCHAR( dimensione )
Definisce un attributo stringa di caratteri lunga al massimo
dimensione caratteri. Nella release attuale di picoSQL non c'è
differenza tra i due tipi in quanto entrambi sono a lunghezza
fissa e quindi corrispondenti al tipo CHAR nello standard
SQL. La lunghezza può arrivare fino 32767 caratteri, che é
anche la massima dimensione di una riga di tabella, mentre lo
standard SQL prevede una lunghezza massima di 255
caratteri.
NUMERIC(precisione[, decimali]) Definisce un attributo numerico a virgola fissa che può
contenere fino a precisione cifre, di cui decimali per la parte
decimale. Nella versione attuale la massima precisione
ammessa è 18. Lo spazio occupato da ciascun attributo di
questo tipo si calcola con la seguente formula
spazio-occupato = precisione / 2 + 1
SERIAL
SMALLINT
INTEGER
INT
REAL
DOUBLE
dove la divisione si considera intera.
Definisce un attributo numerico intero di 11 cifre,
memorizzato nello stesso formato di un NUMERIC, che si
incrementa di 1 automaticamente a ogni inserimento, partendo
dal valore 1. In inserimento è concesso assegnare a colonne di
questo tipo un valore predeterminato; nel caso che tale valore
sia maggiore di quelli già esistenti, esso diventa il riferimento
per i successivi inserimenti.
Una colonna SERIAL può però venir modificata a piacere con
un'operazione di aggiornamento (UPDATE) .
Definisce un attributo numerico intero di 2 byte il cui valore è
compreso tra -32767 e 32767. Il valore -32768 viene
considerato come NULL.
N.B. i dati di questo tipo sono memorizzati nel formato nativo
del computer ospite.
Definisce un attributo numerico intero di 4 byte il cui valore è
compreso tra -2147483647 e 2147483647. Il valore
-2147483648 viene considerato come NULL. INTEGER e
INT sono sinonimi.
N.B. i dati di questo tipo sono memorizzati nel formato nativo
del computer ospite.
Definisce un attributo numerico in floating point di 4 byte.
N.B. i dati di questo tipo sono memorizzati nel formato nativo
(float) del computer ospite per cui i valori minimo e massimo
dipendono da quest'ultimo. Il valore più piccolo (FLT_MIN)
viene considerato come NULL.
Definisce un attributo numerico in floating point di 8 byte.
N.B. i dati di questo tipo sono memorizzati nel formato nativo
(double) del computer ospite per cui i valori minimo e
massimo dipendono da quest'ultimo. Il valore più piccolo
(DBL_MIN) viene considerato come NULL.
picoSQL - linguaggio SQL 4/28
DATE
Definisce un attributo che contiene una data. Occupa 5 byte.
Per inviare un dato di questo tipo al database, è necessaria una
stringa col seguente formato:
'AAAA-MM-GG'
oppure la corretta sequenza di escape.
Definisce un attributo che contiene un'ora con
approssimazione al millesimo di secondo. Occupa 5 byte. Per
inviare un dato di questo tipo al database, è necessaria una
stringa col seguente formato:
TIME
'oo:mm:ss.uuu'
TIMESTAMP
oppure una adeguata sequenza di escape.
Definisce un attributo che contiene una data e un'ora con
approssimazione al millesimo di secondo. Occupa 9 byte. Per
inviare un dato di questo tipo al database, è necessaria una
stringa col seguente formato:
'AAAA-MM-GG oo:mm:ss.uuu'
oppure una adeguata sequenza di escape.
Definisce un insieme di byte che occupa uno spazio variabile
compreso tra 0 e 2147483648 byte. L'allocazione viene fatta
in blocchi di 1024 byte. Quando picoSQL legge un attributo di
questo tipo, lo carica in memoria centrale, per cui bisogna
essere sicuri di averne a sufficienza.
Come il BLOB ma è destinato a contenere testi.
BLOB
CLOB
Ciascuno di questi tipi può contenere un valore convenzionale, chiamato NULL, che indica che il
valore è sconosciuto o non applicabile al contesto. Per esempio, quando si inserisce una riga non
specificando il valore di alcuni attributi, in questi viene posto il valore NULL.
4) Espressioni
Un'espressione rappresenta un singolo valore che può essere ottenuto anche tramite un'operazione.
Un'espressione viene definita numerica se il valore che restituisce è un numero. Possono far parte
dell'espressione numerica i valori letterali numerici, i parametri dinamici, gli identifiatori di colonna
e i risultati delle funzioni (vedi nel seguito) che restituiscono valori numerici. Un'espressione
numerica può essere ottenuta combinando questi elementi tramite i 4 operatori aritmetici.
Gli operatori consentiti sono, in ordine di precedenza dalla massima alla minima, i seguenti:
­
* /
+ ­
meno unario;
moltiplicazione e divisione;
addizione e sottrazione.
Le operazioni con uguale precedenza sono eseguite da sinistra a destra. L'ordine di precedenza
dell'esecuzione delle operazioni può essere alterato tramite l'utilizzo di parentesi tonde ().
Un'espressione viene definita di tipo stringa se il valore che restituisce è una stringa. Un'espressione
stringa è formata o da un valore letterale stringa, o da un parametro dinamico, o da un identificatore
picoSQL - linguaggio SQL 5/28
di colonna, o infine dal risultato di una funzione stringa (vedi nel seguito).
Un'espressione viene definita temporale se restituisce una data, un tempo o un timestamp.
Un'espressione temporale è formata o da una sequenza di escape, o da un parametro dinamico, o da
un identificatore di colonna. Nella release attuale sono permesse addizioni e sottrazioni tra un
numero e un'espressione temporale e il risultato è un'espressione temporale pari a quella di partenza
più/meno i secondi specificati dal numero.
5) Funzioni
picoSQL ha predefinito una serie di funzioni al proprio interno per rendere più significativi i
risultati delle ricerche sul database. Queste funzioni sono principalmente di due tipi: funzioni
semplici e funzioni aggreganti.
Le funzioni aggreganti vengono applicate sull'insieme dei risultati di una colonna in una ricerca e
restituiscono un valore che può essere numerico o stringa.
Le funzioni semplici eseguono dei calcoli su uno o più argomenti e restituiscono il risultato che può
essere numerico o stringa. Le funzioni semplici possono essere a propria volta distinte in funzioni
numeriche, funzioni stringa e funzioni temporali a seconda del tipo di argomento su cui operano.
5.1)Funzioni aggreganti
COUNT ([DISTINCT ]nome-colonna)
COUNT(*)
MIN(nome-colonna)
MAX(nome-colonna)
SUM(nome-colonna)
AVG(nome-colonna)
Restituisce il numero di righe che hanno soddisfatto la
ricerca. Nel caso sia specificato anche DISTINCT nomecolonna viene restituito il numero di righe che hanno
soddisfatto la ricerca senza che il valore contenuto nella
colonna specificata sia ripetuto.
Restituisce il valore minimo della colonna specificata tra
le righe che soddisfano la ricerca.
Restituisce il valore massimo della colonna specificata tra
le righe che soddisfano la ricerca.
Restituisce la somma dei valori della colonna specificata
tra le righe che soddisfano la ricerca. La colonna
specificata deve essere di tipo numerico.
Restituisce la media dei valori della colonna specificata
tra le righe che soddisfano la ricerca. La colonna
specificata deve essere di tipo numerico.
☞
Rispetto allo standard SQL, picoSQL non permette di usare una funzione aggregata in
un'espressione aritmetica.
5.2 Funzioni numeriche
Nella descrizione di queste funzioni quando viene riportata la parola espr-num (o espr-num-1,
espr-num-2 etc.) si intende un'espressione numerica.
picoSQL - linguaggio SQL 6/28
ABS(espr-num)
ACOS(espr-num)
ASIN(espr-num)
ATAN(espr-num)
CEILING(espr-num)
Restituisce il valore assoluto dell'espressione data.
Restituisce l'arcocoseno dell'espressione data.
Restituisce l'arcoseno dell'espressione data.
Restituisce l'arcotangente dell'espressione data.
Restituisce il minimo intero superiore o uguale
all'espressione data.
COS(espr-num)
Restituisce il coseno dell'espressione data.
COT(espr-num)
Restituisce la cotangente dell'espressione data.
EXP(espr-num)
Restituisce il numero e, la base dei logaritmi naturali,
elevata alla potenza definita dall'espressione data.
FLOOR(espr-num)
Restituisce il massimo intero inferiore o uguale
all'espressione data.
LOG(espr-num)
Restituisce il logaritmo naturale dell'espressione data.
LOG10(espr-num)
Restituisce il logaritmo in base 10 dell'espressione data.
ROUND( espr-num-1, espr-num-2)
Restituisce il valore di espr-num-1 arrotondato al numero
di decimali specificato in espr-num-2.
SIGN(espr-num)
Restituisce -1 se l'espressione data vale un numero
negativo, 1 se l'espressione data vale un numero positivo
e 0 se l'espressione vale 0.
SIN(espr-num)
Restituisce il seno dell'espressione data.
SQRT(espr-num)
Restituisce la radice quadrata dell'espressione data.
TAN(espr-num)
Restituisce la tangente dell'espressione data.
TRUNCATE( espr-num-1, espr-num-2) Restituisce il valore di espr-num-1 troncato al numero di
decimali specificato in espr-num-2.
5.3)Funzioni stringa
Nella descrizione di queste funzioni quando viene riportata la parola stringa (o stringa-1, stringa-2
etc.) si intende un'espressione stringa.
ASCII(stringa)
CHAR(espr-num)
CONCAT(stringa-1, stringa-2)
CONVERT(espr-num,SQL_CHAR)
CONVERT(stringa,SQL_DOUBLE)
Restituisce un valore numerico corrispondente al
valore ASCII del primo carattere di stringa.
Restituisce una stringa di un carattere il cui valore
ASCII corrisponde al valore di espr-num.
Restituisce
una
stringa
formata
dalla
concatenazione delle due stringhe fornite come
argomento.
Restituisce
una
stringa
contenente
la
rappresentazione del numero espresso da espr-num.
Restituisce un numero corrispondente al valore
rappresentato in stringa. Se il valore contenuto in
stringa non può essere trasformato in un numero,
allora questa funzione restituisce 0.
picoSQL - linguaggio SQL 7/28
CURRENT_TIMESTAMP(stringa)
Restituisce una stringa contenente il timestamp
corrispondente al momento in cui è stato eseguito il
comando, formattato secondo il contenuto di
stringa. La formattazione prevede l'uso dei seguenti
caratteri speciali:
Y cifra dell'anno;
M cifra del mese;
D cifra del giorno;
H cifra dell'ora;
N cifra del minuto;
S cifra del secondo;
T cifra del millesimo di secondo (sempre 0).
I caratteri diversi da questi, vengono riportati
letteralmente. Per ottenere il formato standard del
timestamp è necessario dunque fornire la seguente
stringa formato:
LCASE(stringa)
LOWER(stringa)
LENGTH(stringa)
LOCATE(stringa-1, stringa-2, espr-num)
LTRIM(stringa)
RTRIM(stringa)
SPACE(espr-num)
SUBSTRING(stringa,
espr-num-1, espr-num-2)
UCASE(stringa)
UPPER(stringa)
'YYYY­MM­DD HH:NN:SS.TTT'
Restituisce una stringa come quella passata come
argomento ma formata da tutte lettere minuscole.
LCASE e LOWER sono sinonimi.
Restituisce la lunghezza della stringa fornita come
argomento.
Cerca la prima occorrenza di stringa-1 all'interno di
stringa-2 iniziando dal carattere nella posizione
specificata in espr-num. Se viene individuata una
tale occorrenza, la funzione restituisce un numero
che indica la posizione del primo carattere di tale
occorrenza, altrimenti restituisce 0. Le posizioni dei
caratteri sono calcolate a partire da 1.
Restituisce una stringa corrispondente a quella
passata come argomento ma priva dei caratteri
spazio presenti prima del primo carattere non
spazio.
Restituisce una stringa corrispondente a quella
passata come argomento ma priva dei caratteri
spazio presenti dopo l'ultimo carattere non spazio.
Restituisce una stringa formata da tanti caratteri
spazio quanti ne sono specificati nell'argomento.
Restituisce la sottostringa della stringa data come
argomento partendo dalla posizione specificata da
espr-num-1 e lunga tanti caratteri quanti specificati
in espr-num-2. La posizione dei caratteri sono
calcolate partendo da 1.
Restituisce una stringa come quella passata come
argomento ma formata da tutte lettere maiuscole.
UCASE e UPPER sono sinonimi.
picoSQL - linguaggio SQL 8/28
5.4)Funzioni temporali
Queste funzioni debbono avere come argomento un oggetto di tipo DATE, TIME o TIMESTAMP.
Argomenti stringa non sono accettati mentre sono valide le sequenze di escape per date, tempi e
date con il tempo.
DAYOFMONTH(timestamp)
HOUR(timestamp)
MILLISECOND(timestamp)
MINUTE(timestamp)
MONTH(timestamp)
NOW()
SECOND(timestamp)
YEAR(timestamp)
Restituisce un numero, compreso tra 1 e 31, corrispondente al
giorno del mese presente nell'argomento.
Restituisce un numero, compreso tra 0 e 23, corrispondente all'ora
presente nell'argomento.
Restituisce un numero, compreso tra 0 e 999, corrispondente ai
millisecondi presenti nell'argomento.
Restituisce un numero, compreso tra 0 e 59, corrispondente ai
minuti presenti nell'argomento.
Restituisce un numero, compreso tra 1 e 12, corrispondente al
mese presente nell'argomento.
Restituisce un oggetto di tipo timestamp con la data e l'ora
corrente.
Restituisce un numero, compreso tra 0 e 59, corrispondente ai
secondi presenti nell'argomento.
Restituisce un numero, compreso tra 1 e 9999, corrispondente
all'anno presente nell'argomento.
6) Condizioni di ricerca
Le condizioni di ricerca sono formate da uno o più predicati, combinati tra loro tramite gli operatori
logici AND, OR e NOT. Esse sono usate per scegliere un sottoinsieme di righe da una tabella o da
un insieme di più tabelle.
I predicati di una condizione di ricerca vengono valutati ogni volta che viene letta una riga dal
database e se il risultato della valutazione risulta soddisfatto allora la riga viene restituita come
valida, altrimenti viene ignorata.
☞ SQL standard usa una logica a tre stati, VERO, FALSO e SCONOSCIUTO dove quest'ultimo
valore viene assegnato ogni volta si esegue un confronto dove compare un valore NULL. Le tabelle
di verità di questo tipo di logica per gli operatori logici menzionati sono le seguenti:
AND
VERO
FALSO
SCON.
VERO
VERO
FALSO
SCON.
FALSO FALSO
FALSO
FALSO
SCON.
SCON.
FALSO
SCON.
OR
VERO
FALSO
SCON.
VERO
VERO
VERO
VERO
FALSO VERO
SCON.
VERO
FALSO SCON.
SCON.
SCON.
picoSQL - linguaggio SQL 9/28
NOT
VERO
FALSO
FALSO VERO
SCON.
SCON.
picoSQL usa una più semplice logica booleana a due valori, VERO e FALSO. Questo comporta
un'unica differenza di comportamento tra lo standard SQL e picoSQL e cioè che il primo non
ritiene soddisfatto un predicato che controlla se due valori NULL sono uguali mentre il secondo si.
PicoSQL permette in particolare di fare join su campi a NULL, aggirando in tal modo la necessità
delle outer-join, che comunque sono implementate.
Due operandi confrontati in un predicato, direttamente o indirettamente, debbono essere di tipi
comparabili.
6.1)Predicato di confronto
Un predicato di confronto è formato da due espressioni confrontate da un'operatore, nella forma
seguente:
espressione-1 operatore-di-confronto espressione-2
Gli operatori di confronto ammessi sono i seguenti:
=
<> (oppure !=)
>
>=
<
<=
uguale a
diverso da
maggiore di
maggiore o uguale a
minore di
minore o uguale a
6.2)Predicato BETWEEN
Un predicato BETWEEN controlla se un valore è contenuto tra due valori e ha la forma:
espressione-1 [NOT] BETWEEN espressione-2 AND espressione-3
Questo predicato, senza il NOT, è equivalente a:
espressione-1 >= espressione-2 AND espressione-1 <= espressione-3
Il NOT nega il risultato del confronto in modo analogo a quanto fa l'operatore logico omonimo.
6.3)Predicato IN
Il predicato IN confronta il valore di un'espressione con una serie di valori e ha la forma:
picoSQL - linguaggio SQL 10/28
espressione [NOT] IN (valore-1[ ,valore-2] ...)
Questo predicato, senza il NOT è equivalente a:
espressione = valore-1 [ OR espressione = valore-2] ...
Il NOT nega il risultato del confronto in modo analogo a quanto fa l'operatore logico omonimo.
6.4)Predicato LIKE
Il predicato LIKE consente di effettuare delle ricerche su stringhe utilizzando dei caratteri jolly. La
forma del predicato è la seguente:
espressione-stringa [NOT] LIKE stringa-ricerca
All'interno della stringa di ricerca, i caratteri sono interpretati nel modo seguente:




il carattere di sottolineatura (_) indica un qualsiasi carattere;
il carattere di percentuale (%) indica una qualsiasi sequenza di 0 o più caratteri;
il carattere barra rovesciata (\) indica che il carattere successivo deve essere considerato
letteralmente anche se è un carattere jolly;
ogni altro carattere viene considerato letteralmente.
Per esempio la stringa di ricerca 'B%' restituisce vero per ogni valore di colonna che inizia con la
lettera B, mentre la stringa di ricerca 'B__' restituisce vero per ogni valore di colonna che inizia
con la lettera B ed è lungo 3 caratteri.
Il NOT nega il risultato del confronto in modo analogo a quanto fa l'operatore logico omonimo.
6.5)Predicato NULL
Questo predicato permette di controllare se un'espressione è uguale a NULL e ha la forma:
espressione IS [NOT] NULL
Il NOT nega il risultato del confronto in modo analogo a quanto fa l'operatore logico omonimo.
Questo in SQL standard è l'unico modo per controllare l'esistenza di un valore NULL in una
colonna. In picoSQL confrontando due valori di colonna uguali a NULL si ottiene il valore VERO.
6.6)Predicato EXISTS
Questo predicato permette di controllare l'esistenza di almeno una riga in una qualsiasi tabella che
soddisfi determinate condizioni e ha la forma:
EXISTS (sotto-interrogazione)
Il risultato del predicato è VERO se sotto-interrogazione, che è una interrogazione indipendente
ottenuta tramite il comando SELECT, restituisce almeno una riga, FALSO altrimenti.
picoSQL - linguaggio SQL 11/28
7) Elenco dei comandi
Questo capitolo riporta in ordine alfabetico tutti i comandi SQL supportati nella release attuale da
picoSQL.
picoSQL - linguaggio SQL 12/28
ALTER TABLE
Sintassi:
Formato 1:
ALTER TABLE nome-tabella RENAME nuovo-nome-tabella
Formato 2:
ALTER TABLE nome-tabella ADD [COLUMN] nome-colonna definizione-dato
Formato 3:
ALTER TABLE nome-tabella DROP [COLUMN] nome-colonna
Scopo:
Permette modificare una tabella modificandone il nome oppure aggiungendo una
colonna o infine eliminando una colonna.
Vedi anche: CREATE TABLE, DROP INDEX
Descrizione: Questo statement modifica la struttura di una tabella esistente senza alterarne il
contenuto.
Il formato 1 consente di modificare il nome di una tabella.
Il formato 2 consente di aggiungere una nuova colonna a una tabella, che viene posta
in fondo alle colonne esistenti. Se la tabella contiene già delle righe, la nuova colonna
conterrà tutti valori NULL. Il nome della nuova colonna deve essere univoco
all'interno dei nomi di colonna della tabella. La clausola COLUMN è solo
documentativa e non altera il comportamento del comando.
Il formato 3 permette di eliminare una colonna da una tabella. La colonna da eliminare
può contenere dati, e in tal caso questi vengono perduti, ma non può fare parte di un
indice: in questo caso è necessario prima cancellare l'indice e quindi rimuovere la
colonna.
picoSQL - linguaggio SQL 13/28
CALL
Sintassi:
CALL nome-procedura ([argomento[, argomento]...])
Scopo:
Permette di invocare una stored procedure.
Vedi anche: SELECT
Descrizione: Questo statement permette di eseguire una stored procedure precedentemente creata. Il
numero di argomenti può essere fisso o variabile in dipendenza di come viene
dichiarata la procedura. Gli argomenti sono espressioni analoghe a quelle che è
possibile specificare nell SELECT.
Come qualsiasi altro comando SQL, una CALL restituisce solo se ha avuto successo o
meno; essa può generare un set di risultati, in modo analogo al comando SELECT,
oppure non generare alcunché, come un comando INSERT, UPDATE o DELETE.
Introdotta a partire dalla release 2.0.
picoSQL - linguaggio SQL 14/28
CREATE INDEX
Sintassi:
CREATE [UNIQUE] INDEX nome-indice
ON nome-tabella
(nome-colonna [ASC|DESC] [, nome-colonna [ASC|DESC]] ...)
Scopo:
Permette la creazione di un indice su una tabella specificata. Gli indici sono
importanti per migliorare le performance sul database.
Vedi anche: DROP
Descrizione: Questo statement crea un indice sulle colonne specificate della tabella specificata. Gli
indici sono utilizzati automaticamente da picoSQL per migliorare le performance del
database per quanto riguarda la ricerca di righe e per l'ordinamento delle stesse in
presenza della clausola ORDER BY sia crescenti che decrescenti.
Un indice può essere creato su una tabella in qualsiasi momento, tanto se contiene dei
dati quanto se è vuota.
La clausola UNIQUE assicura che nella tabella specificata non esistano due righe con
valori uguali nelle colonne specificate come indice.
Il nome-indice in picoSQL non viene usato, ma deve essere fornito per compatibilità
con lo standard SQL. Agli indici viene assegnato un nome convenzionale formato nel
modo seguente:
nome-tabella_numero-progressivo
Il numero progressivo parte da 02 perché il numero 01 è riservato alla chiave primaria.
Il nome convenzionale degli indici deve essere usato nella DROP INDEX per
eliminare un indice esistente. Non rimangono mai buchi nei numeri progressivi, per
cui se si cancella l'ennesimo indice, quelli successivi assumono un nuovo nome con il
numero progressivo diminuito di 1.
Un indice può essere formato al massimo da 8 parti, dove con parte si intende un
insieme di colonne adiacenti di tipo non nativo (CHAR, VARCHAR, NUMERIC,
DATE, TIMESTAMP), e la sua occupazione può essere al massimo di 255 caratteri.
La clausola DESC, che permette di creare un indice con ordinamento decrescente, non
è supportata nella release attuale.
picoSQL - linguaggio SQL 15/28
CREATE TABLE
Sintassi:
CREATE TABLE nome-tabella
(nome-colonna definizione-dato [PRIMARY KEY]
[, nome-colonna definizione-dato [PRIMARY KEY]] ... )
[, PRIMARY KEY (nome-colonna [ ,nome-colonna]...) ]
Scopo:
Permette la creazione di una tabella sul database.
Vedi anche: DROP
Descrizione: Questo statement crea una nuova tabella sul database, formata dalle colonne
specificate.
La clausola PRIMARY KEY specificata dopo la dichiarazione di una colonna fa in
modo che questa faccia parte di un indice univoco creato sulla tabella. A differenza
dello standard SQL, questa clausola può apparire in più definizioni di colonne,
creando in tal modo un indice primario formato da più colonne.
La clausola PRIMARY KEY specificata dopo la dichiarazione di tutte le colonne
permette di specificare un indice primario su un numero qualsiasi di colonne in un
qualsiasi ordine. Non è permesso dichiarare entrambi i tipi di clausole.
picoSQL - linguaggio SQL 16/28
CREATE VIEW
Sintassi:
CREATE VIEW nome-vista [(nome-colonna [, nome-colonna] ... )]
AS interrogazione-semplice [ WITH CHECK OPTION ]
Scopo:
Permette la creazione di una vista sul database.
Vedi anche: DROP, SELECT
Descrizione: Questo statement crea una nuova vista sul database. Una vista serve per dare una
visione particolare del database anche se i dati sono memorizzati in modo diverso. In
pratica si tratta di una interrogazione, fatta usando lo statement SELECT senza le
clausole ORDER BY e GROUP BY né alcuna funzione aggregata, che viene
memorizzata e che può venire usata per nuove interrogazioni come una qualsiasi
tabella. Le viste però non esistono fisicamente sul database e vengono derivate
ciascuna volta che vengono usate.
Una vista può ereditare i nomi delle colonne dall'interrogazione che la crea oppure è
possibile definirne di nuovi all'atto della creazione; in quest'ultimo caso il numero dei
nomi specificati deve corrispondere a quello delle colonne restituite
dall'interrogazione.
Quando si crea una vista che mette in join più tabelle, picoSQL richiede che la
condizione di join sia espressa con una clausola-join (vedi il comando SELECT).
Le viste che riguardano una sola tabella possono essere aggiornate come una qualsiasi
tabella. Se viene specificata la clausola WITH CHECK OPTION, ogni volta che si
modifica una riga della vista, viene eseguita una verifica che la nuova riga o la
modifica sulla riga esistente sia congruente con le condizioni specificate nella clausola
WHERE della SELECT usata per creare la vista stessa. Se la verifica fallisce, la
tabella non viene aggiornata e viene restituito un errore.
picoSQL - linguaggio SQL 17/28
DELETE
Sintassi:
DELETE FROM nome-tabella
[WHERE {condizione-di-ricerca|CURRENT OF nome-cursore}]
Scopo:
Permette l'eliminazione di un numero qualsiasi di righe da una tabella.
Vedi anche: INSERT, UPDATE, SELECT
Descrizione: Questo statement elimina dalla tabella specificata tutte le righe che soddisfano la
condizione di ricerca. Se la clausola WHERE non viene specificata, vengono
cancellate tutte le righe della tabella. La clausola CURRENT OF può essere usata al
posto della condizione di ricerca per cancellare solo la riga correntemente letta da un
cursore. Questa clausola può però essere usata solo da un linguaggio di
programmazione in quanto è necessario usare una API per sapere il nome di un
cursore (SQLGetCursorName) o per assegnarlo (SQLSetCursorName).
picoSQL - linguaggio SQL 18/28
DROP
Sintassi:
DROP { INDEX nome-indice | TABLE nome-tabella | VIEW nome-view }
Scopo:
Permette l'eliminazione di un indice, di una tabella o di una vista.
Vedi anche: CREATE INDEX, CREATE TABLE, CREATE VIEW
Descrizione: Questo statement elimina definitivamente dal database un oggetto, che può essere un
indice, una tabella o una vista.
Nel caso di DROP INDEX lo spazio ricuperato rimane allocato e viene riusato per gli
indici rimasti o per la creazione di nuovi indici.
Nel caso di DROP TABLE, lo spazio su disco occupato dalla tabella con i relativi
indici viene immediatamente rilasciato e reso disponibile per qualsiasi applicazione.
Nel caso di DROP VIEW lo spazio rilasciato, che è sempre molto limitato perché
corrisponde solo alla lunghezza del comando usato nella creazione della vista, viene
riusato nella creazione di nuove viste.
picoSQL - linguaggio SQL 19/28
INSERT
Sintassi:
Formato 1:
INSERT INTO nome-tabella [(nome-colonna [, nome-colonna]...)]
VALUES (espressione |NULL [, espressione | NULL] ...)
Formato 2:
Scopo:
INSERT INTO nome-tabella [(nome-colonna [, nome-colonna]...)]
interrogazione
Permette l'inserimento di una o più righe in una tabella
Vedi anche: REPLACE, DELETE, SELECT
Descrizione: Questo comando è usato per aggiungere una o più righe a una tabella di database.
Il formato 1 permette l'inserimento di una singola riga con i valori specificati dopo la
clausola VALUES. Se viene fornita la lista opzionale di attributi, i valori dopo la
clausola VALUES finiscono in essi con una corrispondenza posizionale (il primo
valore nel primo attributo, il secondo nel secondo e così via). Se la lista degli attributi
non è completa, negli attributi mancanti viene inserito il valore NULL. Se invece la
lista opzionale di attributi non viene specificata, dopo la clausola VALUES devono
essere specificati tanti valori quanti attributi conta la tabella e anche in questo caso
viene fatta una corrispondenza posizionale. La riga viene inserita nel database in una
posizione arbitraria.
Il formato 2 permette di prelevare i valori da inserire da una qualsiasi tabella tramite
un'apposita operazione SELECT. Anche in questo caso la corrispondenza tra attributi
specificati, o della tabella se non viene specificata la lista opzionale degli attributi, e
quelli restituiti dalla SELECT viene fatta posizionalmente.
Se uno o più attributi nella tabella sono stati dichiarati di tipo SERIAL e contengono
il valore NULL, a essi viene assegnato un numero sequenziale. Il valori assegnati
possono essere ricuperati con il comando SELECT SERIAL (disponibile dalla release
2.0) a patto che esso venga eseguito sulla stessa statement handle usata per la
INSERT.
picoSQL - linguaggio SQL 20/28
REPLACE
Sintassi:
Formato 1:
REPLACE INTO nome-tabella [(nome-colonna [, nome-colonna]...)]
VALUES (espressione |NULL [, espressione | NULL] ...)
Formato 2:
Scopo:
REPLACE INTO nome-tabella [(nome-colonna [, nome-colonna]...)]
interrogazione
Permette l'inserimento o la sovrascrittura di una o più righe in una tabella
Vedi anche: INSERT, DELETE
Descrizione: Questo comando è analogo a INSERT, con la differenza che nel caso la riga non possa
essere inserita a causa di un indice univoco che verrebbe duplicato, REPLACE
sovrascrive l'intera riga che contiene il valore univoco. Da un punto di vista logico
quindi usare REPLACE equivale ad eseguire prima un DELETE sulla tabella in base
al primo indice univoco e successivamente una INSERT con i valori specificati. In
pratica però l'operazione viene fatta in modo atomico, vale a dire che sulla tabella non
esiste un momento in cui siano assenti sia la vecchia riga che la nuova, ed è molto più
efficiente dell'esecuzione di DELETE e INSERT. Un errore per indice duplicato
quindi si può avere solo se sulla tabella sono presenti più di un indice univoco e se la
sovrascrittura provocasse la duplicazione di un indice univoco successivo al primo.
picoSQL - linguaggio SQL 21/28
SELECT
Sintassi:
Formato 1:
SELECT [ ALL | DISTINCT ] lista-di-espressioni
FROM { nome-tabella [[AS] alias][, nome-tabella [[AS] alias]] ... |
clausola-join }
[ WHERE condizione-di-ricerca ]
[ GROUP BY nome-colonna [, nome-colonna] ...]
[ HAVING condizione-ricerca ]
[ UNION comando-select ]
[ ORDER BY {numero-intero [ASC|DESC]|espressione [ASC | DESC]}
[, {numero-intero [ASC|DESC]|espressione [ASC | DESC]}]...]
[ LIMIT numero-intero ]
[ OFFSET numero-intero ]
Formato 2:
SELECT lista-di-espressioni
FROM nome-tabella
[ WHERE condizione-di-ricerca ]
FOR UPDATE
Formato 3 (release >= 2.0):
SELECT SERIAL
Scopo:
Permette di interrogare il database e di ottenerne informazioni sulla base di condizioni
logiche di ricerca.
Vedi anche: CREATE VIEW, UNION, INSERT
Descrizione: Questo comando è il più complesso di tutto il linguaggio poiché fornisce i mezzi
necessari per interrogare il database e individuare un insieme di dati.
Per l’uso del formato 3, vedere INSERT.
Il formato 2 è un sottoinsieme del formato 1, con in più solo la clausola FOR
UPDATE, e viene usato nei programmi per fare in modo che la riga che si sta
leggendo non sia modificabile da un altro utente. La riga torna disponibile quando si
legge la riga successiva o quando viene chiuso il cursore.
Vediamo quindi tutte le clausole del formato 1.
ALL | DISTINCT
Se viene specificata la clausola DISTINCT non vengono visualizzate le righe
duplicate. Questa è chiamata 'proiezione' del risultato del comando. Va comunque
notato che per poter eliminare le righe duplicate, picoSQL esegue un ordinamento dei
risultati, il che può portare a un incremento dei tempi di risposta, specialmente se il
numero di righe selezionate è molto ampio.
La clausola ALL viceversa lascia tutte le righe e rappresenta il comportamento di
default quando non viene specificato alcunché.
picoSQL - linguaggio SQL 22/28
lista-di-espressioni
La lista-di-espressioni indica quali sono i dati da visualizzare ogni volta che viene
trovata una riga con le caratteristiche richieste; la forma di lista-di-espressioni è la
seguente:
{ * | espressione [[ AS ] alias] [, espressione [[ AS ] alias]]... }
Se viene specificato un asterisco (*), esso rappresenta tutte le colonne di tutte le
tabelle che vengono menzionate nella successiva clausola FROM. È permesso usare
funzioni aggreganti come espressioni.
Alle espressioni possono essere assegnati dei nomi alias. Tali nomi vengono
visualizzati normalmente in testa alle colonne dei risultati nei programmi
d'interrogazione interattivi, ma possono servire anche per distinguere, nelle clausole
successive come ORDER BY e GROUP BY, colonne con nomi uguali ma
appartenenti a tabelle diverse.
FROM
Permette di specificare la lista delle tabelle da cui si vuole estrarre i dati. Nel caso in
cui l'estrazione avvenga da più di una tabella, normalmente è necessario indicare una
o più condizioni di join, altrimenti si ottiene come risultato la combinazione di
ciascuna riga di ciascuna tabella con tutte le altre (prodotto cartesiano). Una join è una
condizione che lega una colonna di una tabella a una condizione di un'altra tabella. In
picoSQL si possono specificare join in due modi:


mettendo la condizione insieme a tutte le altre nella WHERE (vedi seguito);
specificando le condizioni direttamente nella FROM con una sintassi opportuna;
Usando il primo modo, la clausola FROM si riduce a una semplice lista di nomi di
tabella. Si possono specificare dei nomi alias delle tabelle in modo da rendere
possibili le 'self-join', cioè join di una tabella con se stessa.
Il secondo modo è apparentemente più complesso ma ha il vantaggio di separare le
condizioni di join dalle condizioni di ricerca e di poter impostare le join esterne (outer
join). La sintassi della clausola-join è la seguente:
nome-tabella [[AS] alias] {INNER | LEFT OUTER| RIGHT OUTER}
JOIN {nome-tabella [[AS] alias] | clausola-join}
ON condizione-di-join
Come si vede è possibile impostare un numero qualsiasi di join, anche di tipo diverso
tra loro, annidando più clausole-join.
Mettere la condizione di join nella WHERE o usare la clausola INNER JOIN fa
ottenere gli stessi risultati ma può influenzare le performance: nel primo caso infatti è
picoSQL che sceglie l'ordine ottimale di scansione delle tabelle in modo da
minimizzare le letture mentre nel secondo caso l'ordine di scansione è fissato
nell'ordine con cui sono riportate le tabelle. Questo può risultare svantaggioso quando
si debbano fare delle query dinamiche nelle quali non si conosce a priori su quale
colonna di quale tabella verrà fatta la ricerca.
picoSQL - linguaggio SQL 23/28
WHERE
Permette di specificare una condizione-di-ricerca che limita il numero delle righe
ottenute. Anche le condizioni di join possono essere messe dopo questa clausola. Vedi
anche "Condizioni di ricerca".
GROUP BY
Permette di raggruppare più righe dal risultato della ricerca sul database. Quando si
usa questa clausola, in lista-di-espressioni possono essere messe solo funzioni
aggreganti o nomi di colonna riportate anche in GROUP BY. Il risultato ottenuto
contiene una riga per ciascun valore distinto delle colonne elencate, che viene definita
'gruppo'. Eventuali funzioni aggreganti specificate vengono applicate a ciascun
gruppo.
HAVING
Questa clausola può essere specificata solo dopo una GROUP BY e serve per limitare
il numero di gruppi selezionati. Essa infatti permette di definire una condizione-diricerca nella quale possono comparire anche le funzioni aggreganti definite nella
lista-di-espressioni.
ORDER BY
Ordina il risultato dell'interrogazione. Ciascun elemento nella lista specificata dopo
ORDER BY può avere la clausola ASC, che indica che è richiesto l'ordinamento
ascendente, oppure la clausola DESC che indica che è richiesto l'ordinamento
discendente. Nel caso che nessuna di queste due clausole venga specificata, viene
sottinteso l'ordinamento ascendente. Se la lista contiene un numero intero N,
l'ordinamento viene fatto sull'elemento N-esimo della lista-di-espressioni.
LIMIT
Limita il numero di righe restituite al numero specificato come argomento. Se il
numero totale di righe selezionate è inferiore al numero specificato come argomento,
la clausola non ha alcun effetto.
OFFSET
Restituisce le righe selezionate saltandone un numero pari al numero specificato come
argomento. Se il numero totale di righe selezionate è inferiore al numero specificato
come argomento, restituisce un messaggio di dati non trovati.
picoSQL - linguaggio SQL 24/28
UNION
Sintassi:
select-senza-order-by UNION [ALL] select-senza-order-by
[ UNION [ALL] select-senza-order-by] ...
[ORDER BY intero [ASC | DESC ][, intero [ASC | DESC ]] ...]
Scopo:
Permette di fare l'unione del risultato di due o più comandi SELECT
Vedi anche: SELECT
Descrizione: La UNION è un'operazione che permette di combinare il risultato di due o più
comandi SELECT, opzionalmente ordinati per le colonne specificate. Ciascuna
SELECT deve restituire un uguale numero di colonne, che debbono corrispondere
anche come tipo, e non può specificare una propria ORDER BY. La UNION
normalmente elimina le colonne duplicate a meno di non specificare la clausola ALL.
La clausola ORDER BY è analoga a quella usata nel comando SELECT con la
limitazione che si possono specificare solo numeri interi corrispondenti alle posizioni
delle colonne da ordinare.
picoSQL - linguaggio SQL 25/28
UPDATE
Sintassi:
UPDATE nome-tabella
SET nome-colonna = {espressione | NULL}
[, nome-colonna = {espressione | NULL}] ...
[ WHERE {condizione-di-ricerca|CURRENT OF nome-cursore}]
Scopo:
Permette di modificare una o più righe sul database
Vedi anche: INSERT, DELETE, SELECT
Descrizione: Questo comando è usato per modificare una o più righe su una tabella. Ciascuna
colonna prende il valore dell'espressione o NULL corrispondente. Nell'espressione
può comparire anche il nome della colonna che si sta modificando, che avrà il valore
appena letto.
La clausola WHERE permette di specificare l'insieme di righe su cui viene effettuato
l'aggiornamento: nel caso tale clausola non venga specificata, vengono aggiornate
tutte le righe della tabella. La clausola CURRENT OF può essere usata al posto della
condizione di ricerca per modificare solo la riga correntemente letta da un cursore.
Questa clausola può però essere usata solo da un linguaggio di programmazione in
quanto è necessario usare una API per sapere il nome di un cursore
(SQLGetCursorName) o per assegnarlo (SQLSetCursorName).
picoSQL - linguaggio SQL 26/28
8) Ottimizzatore delle query
picoSQL ha al proprio interno un ottimizzatore che trova il modo migliore per soddisfare le
interrogazioni richieste. Sono previste solo due strategie di lettura, la scansione sequenziale di
un'intera tabella oppure l'utilizzo degli indici dichiarati.
picoSQL si ricava la possibilità di usare un indice analizzando la condizione di ricerca ed è per
questo motivo che è importante, specialmente su tabelle con molte righe, la definizione degli indici
e l'utilizzo di condizioni di ricerca che li sfruttino.
Per illustrare in modo semplice come deve essere strutturata una condizione, supponiamo intanto di
avere un indice di una sola colonna di nome I.
L'ottimizzatore di picoSQL ricava la propria strategia di ricerca analizzando l'interrogazione in
modo formale, non considerando cioè i valori effettivi con cui le colonne vengono confrontate né,
di conseguenza, i valori realmente presenti nella base dati. Per capire questo punto, bisogna
considerare che spesso vengono fatte delle query usando i parametri, come nel caso seguente:
I = ?
Questa query può essere eseguita più volte, sostituendo ogni volta un valore diverso al posto del
punto interrogativo. È evidente che in casi come questo il modo più efficiente di procedere è di
eseguire un'unica analisi del comando e stabilire una strategia di ricerca valida per qualsiasi
parametro.
Fare l'analisi conoscendo il valore del parametro costringerebbe a ripetere l'analisi ogni volta che
quest'ultimo viene modificato, non apportando, nella quasi totalità dei casi, informazioni utili a
migliorare la strategia di ricerca.
Su questi presupposti, picoSQL riesce sempre a individuare un indice di ricerca, purché ne esista
uno usabile.
Affinché un indice possa essere usato per una ricerca, una condizione deve individuare sulla
colonna dell'indice uno o più intervalli esaustivi di valori che contengano tutte le righe richieste,
come, per esempio, la seguente:
I < 5
Per il fatto che l'ottimizzazione non tiene conto dei dati può accadere che l'utilizzo di un indice non
porti alcun vantaggio: supponendo, per esempio, che nel database siano presenti solo righe in cui la
colonna I ha sempre un valore inferiore a 5, la condizione di ricerca precedente non limita in alcun
modo la lettura della tabella e sarebbe stata più efficiente una scansione sequenziale.
Condizioni in AND a una condizione che individua un intervallo esaustivo non influenzano la
valenza di un indice, per cui anche la seguente condizione permette l'utilizzo dell'indice:
I < 5 AND A > 10
Le cose cambiano se, al posto di una AND si usa una OR. Nella condizione seguente:
I < 5 OR A > 10
non è detto che le righe che ci interessano rientrino nell'intervallo definito dall'indice (I < 5) per cui
tale intervallo non è più esaustivo e l'uso dell'indice diventa inutile. La cosa non migliora neppure
se ci fosse un'indice definito sulla colonna A, in quanto neanche questo intervallo sarebbe esaustivo.
picoSQL - linguaggio SQL 27/28
L'analisi di entrambi gli intervalli, con eliminazione di eventuali sovrapposizioni, sarebbe pesante
da un punto di vista di calcolo e potrebbe portare anche a una doppia scansione completa della
tabella. In questi casi quindi viene eseguita una scansione sequenziale.
Quest'ultima osservazione ci induce a una prima semplice regola empirica: nelle ricerche è meglio
non usare l'operatore logico OR perché porta a scandire l'intera tabella. Questo però non è sempre
vero: ci sono infatti casi in cui anche in presenza di OR si riesce a individuare degli intervalli
esaustivi, come, per esempio:
I < 5 OR I > 10
In questo caso gli intervalli sono due, ma racchiudono tutte le righe richieste. picoSQL è in grado di
sfruttare gli indici in presenza di più intervalli esaustivi, anche nel caso che tali intervalli si
sovrappongono, come nel caso:
I > 5 OR I > 10
In presenza di indici composti da più colonne, la teoria non cambia, anche se può essere più
complicato capire se la ricerca impostata può essere fatta usando un indice o meno.
Per prima cosa l'elemento in posizione n di un indice composto può essere usato in una ricerca se è
n = 1 oppure se può essere usato l'elemento in posizione n - 1. Supponiamo di avere un indice
composto formato dalle colonne I, J e K e di avere le seguenti condizioni di ricerca:
I > 5 AND J < 10 AND K = 4
I > 5 AND K = 4
K = 4
Nella prima ricerca è possibile usare l'indice in tutte le sue parti, nella seconda si può usare solo la
prima parte dell'indice mentre nella terza l'indice non può essere usato.
Fatta questa considerazione, le regole di utilizzo di un indice sono le stesse già viste per indici
semplici. Analizzando le seguenti condizioni:
(I = 5 AND J = 10 AND K = 4) OR (I = 6 AND J = 11 AND K = 5)
(I = 5 AND J = 10 AND K > 4) OR (I = 5 AND J > 10) OR I > 5
si può notare che la prima usa completamente tutti e tre gli indici mentre la seconda utilizza solo la
componente sulla colonna I; in tal caso infatti J e K possono avere un valore qualsiasi e quindi non
possono essere usati come indice. In realtà, analizzando i valori attentamente si nota che sarebbe
possibile individuare un intervallo esaustivo più stretto, ma questo comporterebbe un analisi
contestuale che picoSQL non fa.
picoSQL - linguaggio SQL 28/28
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