guida per il catechista - Diocesi di Concordia

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DIOCESI
DI
CONCORDIA-PORDENONE
AVVENTO 2011
- Guida per il catechista -
DIOCESI
DI
CONCORDIA-PORDENONE
AVVENTO 2011
- Guida per il catechista -
Introduzione
Introduzione
Pubblicità, riviste, strade e piazze:
difficile non trovare un albero decorato e addobbato
in questo tempo che precede il Natale...
perché non provare allora a farne uno speciale?
Un albero da decorare di giorno in giorno con la preghiera.
Un albero importante che racconta il dialogo con Gesù.
Un albero maestoso che guarda in alto perché guarda a Lui
e che ha radici ben salde
perché si interessa di tutta la terra.
Pubblicità, riviste, strade e piazze:
difficile non trovare un albero decorato e addobbato
in questo tempo che precede il Natale...
perché non provare allora a farne uno speciale?
Un albero da decorare di giorno in giorno con la preghiera.
Un albero importante che racconta il dialogo con Gesù.
Un albero maestoso che guarda in alto perché guarda a Lui
e che ha radici ben salde
perché si interessa di tutta la terra.
Parole e fatti... attorno allÊalbero diventa allora la risposta dei
Parole e fatti... attorno allÊalbero diventa allora la risposta dei
bambini, delle famiglie e delle comunità alla realizzazione di quest’albero
speciale. In sintonia con il Piano Pastorale Diocesano “Ascoltare per
educarci alla corresponsabilità”, proponiamo ai bambini e alla famiglie
l’ascolto e l’attenzione del mondo attorno a loro, anche attraverso il
racconto; l’educazione all’incontro e alla preghiera personale e in famiglia;
la corresponsabilità, come prendersi cura, da esercitare all’interno e
all’esterno della famiglia, del gruppo di catechismo, della comunità
cristiana. Le diverse dimensioni si intrecciano nella proposta presentata
dall’Ufficio Catechistico e dalla Caritas, che prevede diversi elementi e
momenti:
•
GUIDA PER
IL CATECHISTA:
è composta da più parti:
Attorno all’albero...
IN ASCOLTO: una storia
che via via si arricchisce di personaggi e
significati per concludersi il giorno di Natale.
Attorno all’albero...
IN GIOCO: un’attività che crea il
ponte tra la storia proposta, la vita del bambino e il
Vangelo. I riferimenti biblici riportati non sono gli
stessi della liturgia domenicale, ma sono in preparazione
a questa: il bambino vive l’incontro di catechesi,
partecipa alla Santa Messa domenicale insieme alla sua famiglia in
comunità e poi traduce nella settimana gli insegnamenti proposti.
Attorno all’albero... CANTANDO A TE: un canto che
diventa preghiera perché ai bambini piace molto
cantare, specie se insieme agli altri.
bambini, delle famiglie e delle comunità alla realizzazione di quest’albero
speciale. In sintonia con il Piano Pastorale Diocesano “Ascoltare per
educarci alla corresponsabilità”, proponiamo ai bambini e alla famiglie
l’ascolto e l’attenzione del mondo attorno a loro, anche attraverso il
racconto; l’educazione all’incontro e alla preghiera personale e in famiglia;
la corresponsabilità, come prendersi cura, da esercitare all’interno e
all’esterno della famiglia, del gruppo di catechismo, della comunità
cristiana. Le diverse dimensioni si intrecciano nella proposta presentata
dall’Ufficio Catechistico e dalla Caritas, che prevede diversi elementi e
momenti:
•
GUIDA PER
IL CATECHISTA:
è composta da più parti:
Attorno all’albero...
IN ASCOLTO: una storia
che via via si arricchisce di personaggi e
significati per concludersi il giorno di Natale.
Attorno all’albero...
IN GIOCO: un’attività che crea il
ponte tra la storia proposta, la vita del bambino e il
Vangelo. I riferimenti biblici riportati non sono gli
stessi della liturgia domenicale, ma sono in preparazione
a questa: il bambino vive l’incontro di catechesi,
partecipa alla Santa Messa domenicale insieme alla sua famiglia in
comunità e poi traduce nella settimana gli insegnamenti proposti.
Attorno all’albero... CANTANDO A TE: un canto che
diventa preghiera perché ai bambini piace molto
cantare, specie se insieme agli altri.
Attorno
all’albero...
una proposta
concreta per uscire dalla realtà della parrocchia ed porsi
in ascolto ed incontrare altre realtà in cui ci sono
persone che chiedono e cercano un aiuto, un sorriso, uno
sguardo d’amore e amicizia.
Attorno all’albero...
INCONTRIAMOCI:
Attorno
all’albero... INCONTRIAMOCI: una proposta
concreta per uscire dalla realtà della parrocchia ed porsi
in ascolto ed incontrare altre realtà in cui ci sono
persone che chiedono e cercano un aiuto, un sorriso, uno
sguardo d’amore e amicizia.
INSIEME ALLA COMUNITÀ:
Attorno all’albero...
INSIEME ALLA COMUNITÀ:
una proposta da fare a tutta la comunità
perché il bambino capisca che tutti, grandi e
piccoli, si preparano al Natale.
una proposta da fare a tutta la comunità
perché il bambino capisca che tutti, grandi e
piccoli, si preparano al Natale.
•
DIARIO DI VIAGGIO PER OGNI BAMBINO
È un piccolo libretto da consegnare a ciascun bambino con l’invito a
scegliere, partendo dal vangelo della domenica, un impegno da
vivere con i fatti durante la settimana e a pregare Gesù
quotidianamente.
L’albero in copertina al DIARIO DI VIAGGIO è volutamente spoglio: si
arricchirà di decori disegnati dal bambino ogni volta che gli impegni
e le parole scritti saranno tradotti in vita vissuta e pregati.
•
ALBERO DA DECORARE
Ad ogni parrocchia viene consegnato un albero di cartone (che
volendo ciascuno può realizzare in proprio).
Si propone di metterlo in chiesa o in oratorio e addobbarlo ogni
domenica attaccandoci un decoro diverso. Potrebbe essere
interessante anche appenderci una preghiera (magari al momento
della lettura delle preghiere dei fedeli) scritta dai gruppi
parrocchiali di catechesi.
•
−
Suggerimenti:
al termine delle festività natalizie si possono raccogliere tutti i DIARI
DI VIAGGIO. Durante una Santa Messa si possono leggere anonimamente
alcune preghiere tratte da questi libretti al momento della lettura delle
preghiere dei fedeli e portare tutti i libretti raccolti in una cesta ai piedi
dell’altare.
− con i disegni realizzati durante il momento “Attorno all’albero… in
gioco” si può realizzare una mostra in parrocchia. In alternativa la Caritas
e l’Ufficio Catechistico saranno ben lieti di ricevere il materiale prodotto
per poi allestire una mostra in occasioni particolari che saranno
comunicate e presentate.
•
DIARIO DI VIAGGIO PER OGNI BAMBINO
È un piccolo libretto da consegnare a ciascun bambino con l’invito a
scegliere, partendo dal vangelo della domenica, un impegno da
vivere con i fatti durante la settimana e a pregare Gesù
quotidianamente.
L’albero in copertina al DIARIO DI VIAGGIO è volutamente spoglio: si
arricchirà di decori disegnati dal bambino ogni volta che gli impegni
e le parole scritti saranno tradotti in vita vissuta e pregati.
•
ALBERO DA DECORARE
Ad ogni parrocchia viene consegnato un albero di cartone (che
volendo ciascuno può realizzare in proprio).
Si propone di metterlo in chiesa o in oratorio e addobbarlo ogni
domenica attaccandoci un decoro diverso. Potrebbe essere
interessante anche appenderci una preghiera (magari al momento
della lettura delle preghiere dei fedeli) scritta dai gruppi
parrocchiali di catechesi.
Suggerimenti:
al termine delle festività natalizie si possono raccogliere tutti i DIARI
DI VIAGGIO. Durante una Santa Messa si possono leggere anonimamente
alcune preghiere tratte da questi libretti al momento della lettura delle
preghiere dei fedeli e portare tutti i libretti raccolti in una cesta ai piedi
dell’altare.
− con i disegni realizzati durante il momento “Attorno all’albero… in
gioco” si può realizzare una mostra in parrocchia. In alternativa la Caritas
e l’Ufficio Catechistico saranno ben lieti di ricevere il materiale prodotto
per poi allestire una mostra in occasioni particolari che saranno
comunicate e presentate.
•
−
Gesù,
aiutami
in questo Natale
a fare un bell’albero
dentro il mio cuore, e ad
attaccarci non dei regali,
ma i nomi di tutti i miei amici:
gli amici lontani e gli amici vicini, quelli
vecchi e i nuovi, quelli che vedo ogni giorno e quelli che vedo di rado, quelli che ricordo
sempre e quelli a volte dimenticati, quelli costanti
e quelli alterni, quelli che, senza volerlo, ho fatto soffrire
e quelli che, senza volerlo, mi hanno fatto soffrire, quelli che
conosco profondamente e quelli che conosco appena, quelli che mi
devono poco e quelli ai quali devo molto, i miei amici semplici ed i miei
amici importanti, i nomi di tutti gli amici che ho avuto nella mia vita.
Aiutami affinché quest’albero abbia radici forti e molto profonde, perché
i loro nomi non escano mai dal mio cuore;
Gesù,
aiutami
in questo Natale
a fare un bell’albero
dentro il mio cuore, e ad
attaccarci non dei regali,
ma i nomi di tutti i miei amici:
gli amici lontani e gli amici vicini, quelli
vecchi e i nuovi, quelli che vedo ogni giorno e quelli che vedo di rado, quelli che ricordo
sempre e quelli a volte dimenticati, quelli costanti
e quelli alterni, quelli che, senza volerlo, ho fatto soffrire
e quelli che, senza volerlo, mi hanno fatto soffrire, quelli che
conosco profondamente e quelli che conosco appena, quelli che mi
devono poco e quelli ai quali devo molto, i miei amici semplici ed i miei
amici importanti, i nomi di tutti gli amici che ho avuto nella mia vita.
Aiutami affinché quest’albero abbia radici forti e molto profonde, perché
i loro nomi non escano mai dal mio cuore;
affinché sia un
albero dai rami molto
grandi, perché i nuovi
nomi venuti da tutto il
mondo si uniscano ai già
esistenti;
affinché sia un albero con
un’ombra molto gradevole
così la nostra amicizia,
sarà un momento di riposo
in tutti i momenti della vita
affinché sia un
albero dai rami molto
grandi, perché i nuovi
nomi venuti da tutto il
mondo si uniscano ai già
esistenti;
affinché sia un albero con
un’ombra molto gradevole
così la nostra amicizia,
sarà un momento di riposo
in tutti i momenti della vita
Custodisci quest’albero facendogli trovare in Te e nella Tua amicizia l’acqua, il
sole e il nutrimento che gli servono per crescere forte e rigoglioso!
Custodisci quest’albero facendogli trovare in Te e nella Tua amicizia l’acqua, il
sole e il nutrimento che gli servono per crescere forte e rigoglioso!
In preparazione
alla Prima Domenica di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO
Fu'ad e Jamila si allontanano dal villaggio per cercare un luogo
tranquillo dove ascoltarsi, devono prendere una decisione: non
possono più aspettare! Mano nella mano, si dirigono al loro posto
preferito: la grande quercia. Sotto quell’albero si erano conosciuti
cercando riparo dal sole mentre il bestiame pascolava nei
dintorni; avevano giocato con gli amici a chi si arrampicava più in
alto e tra i suoi rami avevano costruito una piccola casetta. E
anche questa volta avevano bisogno di lei, della grande quercia:
toccava a lei con la sua maestosità calmarli e aiutarli a scegliere
verso dove andare. Arrivati ai piedi dell’albero Fu'ad accarezza la
pancia tonda di Jamila e la bacia pensando che lei e il bambino
che aspettano sono importanti come il respiro e come il battito del
suo cuore. “Finalmente niente più fame, né miseria, né guerra!”,
dice Fu’ad. Jamila non risponde, intenta a guardare un
meraviglioso cielo stellato. Si ricordava che qualcuno le aveva
raccontato che ogni stella cadente raccoglie il desiderio di chi la
vede e si chiedeva se il suo desiderio era partire o restare. Fu’ad
ascolta il silenzio della sua amata con pazienza e amore. Jamila
gli stringe la mano e con l’altra si accarezza la pancia tonda;
guarda ancora una volta il cielo e si lascia abbagliare dalla luce di
una stella: ora è pronta per andare! Attraversano gli stretti vicoli
della città fino a raggiungere la spiaggia. Le onde si infrangono
sulla riva in una piccola schiuma biancastra e il profumo
salmastro dell’aria si infilava nelle narici solleticando il naso.
Davanti a loro l’immensità del mare azzurro e calmo invita a
partire. Si guardano intorno e vedono molta
gente che aspetta, pronta ad andarsene con le
poche cose che possiede. Continuano a pensare
che al di là del mare troveranno finalmente una
nuova vita. La partenza è fissata di lì a poche ore
e poi via verso il continente europeo alla ricerca
di fortuna. Non aspettano altro che il segnale.
In preparazione alla
Prima Domenica di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO
Fu'ad e Jamila si allontanano dal villaggio per cercare un luogo
tranquillo dove ascoltarsi, devono prendere una decisione: non
possono più aspettare! Mano nella mano, si dirigono al loro posto
preferito: la grande quercia. Sotto quell’albero si erano conosciuti
cercando riparo dal sole mentre il bestiame pascolava nei
dintorni; avevano giocato con gli amici a chi si arrampicava più in
alto e tra i suoi rami avevano costruito una piccola casetta. E
anche questa volta avevano bisogno di lei, della grande quercia:
toccava a lei con la sua maestosità calmarli e aiutarli a scegliere
verso dove andare. Arrivati ai piedi dell’albero Fu'ad accarezza la
pancia tonda di Jamila e la bacia pensando che lei e il bambino
che aspettano sono importanti come il respiro e come il battito del
suo cuore. “Finalmente niente più fame, né miseria, né guerra!”,
dice Fu’ad. Jamila non risponde, intenta a guardare un
meraviglioso cielo stellato. Si ricordava che qualcuno le aveva
raccontato che ogni stella cadente raccoglie il desiderio di chi la
vede e si chiedeva se il suo desiderio era partire o restare. Fu’ad
ascolta il silenzio della sua amata con pazienza e amore. Jamila
gli stringe la mano e con l’altra si accarezza la pancia tonda;
guarda ancora una volta il cielo e si lascia abbagliare dalla luce di
una stella: ora è pronta per andare! Attraversano gli stretti vicoli
della città fino a raggiungere la spiaggia. Le onde si infrangono
sulla riva in una piccola schiuma biancastra e il profumo
salmastro dell’aria si infilava nelle narici solleticando il naso.
Davanti a loro l’immensità del mare azzurro e calmo invita a
partire. Si guardano intorno e vedono molta
gente che aspetta, pronta ad andarsene con le
poche cose che possiede. Continuano a pensare
che al di là del mare troveranno finalmente una
nuova vita. La partenza è fissata di lì a poche ore
e poi via verso il continente europeo alla ricerca
di fortuna. Non aspettano altro che il segnale.
ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO
ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO
Un albero grande ha enormi rami che
fanno ombra, un grosso tronco che serve da casa per qualche uccellino, lunghe radici che lo nutrono. Invitare i
bambini a disegnare il proprio albero
preferito e raccontare agli amici la sua
storia.
Un albero grande ha enormi rami che
fanno ombra, un grosso tronco che serve da casa per qualche uccellino, lunghe radici che lo nutrono. Invitare i
bambini a disegnare il proprio albero
preferito e raccontare agli amici la sua
storia.
Ci sono dei bambini che - proprio come quelli che sono nella barca insieme
a Fu’ad e Jamila e come ogni bambino
- hanno un loro albero preferito. È La
Grande Quercia di Portogruaro: più
che un albero per loro è una casa dove
vivono per un po’ di tempo perché la
loro famiglia ha delle difficoltà. Nel
tempo che trascorrono tra i suoi rami,
questo bell’albero cerca di offrire un
abbraccio che sia il più caloroso possibile e tante risate. Anche questi bambini — proprio come Fu’ad e come Jamila e come ogni bambino —
hanno sogni da realizzare e una strada da percorrere: passo dopo
passo si lasciano guidare da una stella.
Ci sono dei bambini che - proprio come quelli che sono nella barca insieme
a Fu’ad e Jamila e come ogni bambino
- hanno un loro albero preferito. È La
Grande Quercia di Portogruaro: più
che un albero per loro è una casa dove
vivono per un po’ di tempo perché la
loro famiglia ha delle difficoltà. Nel
tempo che trascorrono tra i suoi rami,
questo bell’albero cerca di offrire un
abbraccio che sia il più caloroso possibile e tante risate. Anche questi bambini — proprio come Fu’ad e come Jamila e come ogni bambino —
hanno sogni da realizzare e una strada da percorrere: passo dopo
passo si lasciano guidare da una stella.
ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI!
ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI!
Se con il gruppo volete conoscere Alessandro e
Maria Elena Tagliapietra che vivono con i bambini a La Grande Quercia, loro sono felici di incontrare e di trascorrere del tempo a giocare nelle
parrocchie. Inoltre sono disponibili a fornire copie del libro
“Storia di una Stella” o materiale informativo da distribuire nelle
varie parrocchie. Potete contattarli qui:
Via C. Colombo 8, 30026 — Portogruaro (VE)
[email protected]
tel.0421-74574
Se con il gruppo volete conoscere Alessandro e
Maria Elena Tagliapietra che vivono con i bambini a La Grande Quercia, loro sono felici di incontrare e di trascorrere del tempo a giocare nelle
parrocchie. Inoltre sono disponibili a fornire copie del libro
“Storia di una Stella” o materiale informativo da distribuire nelle
varie parrocchie. Potete contattarli qui:
Via C. Colombo 8, 30026 — Portogruaro (VE)
[email protected]
tel.0421-74574
ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE!
Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Matteo in cui i
Magi arrivano a Betlemme per aver visto e seguito la stella (Mt 2,
1-2) si può cantare insieme:
Ascolterò la tua Parola,
nel profondo del mio cuore
io l’ascolterò,
e nel buio della notte
la parola come luce risplenderà.
ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE!
Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Matteo in cui i
Magi arrivano a Betlemme per aver visto e seguito la stella (Mt 2,
1-2) si può cantare insieme:
Ascolterò la tua Parola,
nel profondo del mio cuore
io l’ascolterò,
e nel buio della notte
la parola come luce risplenderà.
Prima Domenica di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…
INSIEME ALLA
COMUNITÀ
Proporre ai ragazzi di realizzare (possibilmente tutti i gruppi di
catechesi insieme) una stella cometa da consegnare la Prima Domenica al termine della Messa. Potrebbe venire appesa in casa
all’albero di Natale o alla grotta del presepe. Sarà il modo in cui
la comunità inizia a prepararsi al Natale: camminando lungo quest’Avvento guardando alla Stella che porta alla Luce Vera. Su un
lato la stella cometa potrebbe riportare questa frase (tratta dal libro “Storia di una stella” scritto da Alessandro Tagliapietra): “…
quello che conta, nel desiderio, è il desiderio stesso: è quello che
sprigiona l’energia…Il fatto che si realizzi dipende solo da quanto
la persona combatte perché questo accada...”. Ogni bambino può
raccontare in famiglia la storia di Fu’ad, di Jamila e dei bambini
che vivono a La Grande Quercia. Sull’altro lato invece può esserci questa frase tratta dal brano evangelico giovanneo del giorno di
Natale: “e venne ad abitare in mezzo a noi”. Per tutto l’Avvento la
stella mostrerà la prima frase per ricordare a tutti di
vivere con energia e coraggio il
cammino verso Gesù. A Natale invece la stella mostrerà a tutti l’altra frase: la nascita di Gesù è il regalo più
bello per tutti!
Prima Domenica di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…
INSIEME ALLA
COMUNITÀ
Proporre ai ragazzi di realizzare (possibilmente tutti i gruppi di
catechesi insieme) una stella cometa da consegnare la Prima Domenica al termine della Messa. Potrebbe venire appesa in casa
all’albero di Natale o alla grotta del presepe. Sarà il modo in cui
la comunità inizia a prepararsi al Natale: camminando lungo quest’Avvento guardando alla Stella che porta alla Luce Vera. Su un
lato la stella cometa potrebbe riportare questa frase (tratta dal libro “Storia di una stella” scritto da Alessandro Tagliapietra): “…
quello che conta, nel desiderio, è il desiderio stesso: è quello che
sprigiona l’energia…Il fatto che si realizzi dipende solo da quanto
la persona combatte perché questo accada...”. Ogni bambino può
raccontare in famiglia la storia di Fu’ad, di Jamila e dei bambini
che vivono a La Grande Quercia. Sull’altro lato invece può esserci questa frase tratta dal brano evangelico giovanneo del giorno di
Natale: “e venne ad abitare in mezzo a noi”. Per tutto l’Avvento la
stella mostrerà la prima frase per ricordare a tutti di
vivere con energia e coraggio il
cammino verso Gesù. A Natale invece la stella mostrerà a tutti l’altra frase: la nascita di Gesù è il regalo più
bello per tutti!
In preparazione alla
Seconda Domenica di Avvento
In preparazione alla
Seconda Domenica di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO
ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO
L’uomo sulla vecchia barca arrugginita urla che è il momento di salpare:
avverte che saranno in tanti, molti più del numero previsto. Dice di
mettere le donne e i bambini a sedere per primi e, se avanzano posti, gli
uomini.
Jamila si accoccola in un angolo, in attesa di Fu'ad. Guarda la città in
lontananza, la spiaggia e la gente che si accalca. Se potesse gridare al
mare, urlerebbe quanto è buia la guerra, quanto è nera la fame e come
in quel momento il blu fondo della nostalgia le stringe il cuore.
Pensa che sta lasciando per sempre la sua terra rosso-ocra, i profumi e
gli aromi della cucina di casa, per andare in un posto dalle tinte e dagli
odori sconosciuti. Ha paura! Fu'ad finalmente la raggiunge e si siede
accanto a lei.
La barca dondola incerta tra le onde enormi e nere. La notte fredda e
umida avvolge ogni cosa nel suo scuro mantello. Fu'ad stringe Jamila.
Si sentono bambini e madri che chiacchierano; voci gravi di uomini
ammassati sul ponte che discutono di quanto sia costato quel viaggio,
dei debiti accumulati, della speranza di incontrare un parente dall’altra
parte del mare.
La barca scricchiola e dà l’impressione di non reggere il peso di tutte
quelle persone accalcate una sopra l’altra, ma ancor più sembra non
reggere il peso dei loro pensieri. Quanti sogni, quante speranze, quante
paure e rabbie e dolori stanno galleggiando su quella vecchia
imbarcazione dalla vernice scrostata!
Un fulmine squarcia il cielo e, per un attimo, i contorni della barca si
fanno nitidi nella notte. Si vede anche qualcos’altro in mare, forse
un’altra imbarcazione, ma in realtà ci si accorge ben presto che è un
cumulo di corpi: sono aggrappati a un salvagente come formiche prima
di annegare! Molti di quelli che erano sulla barca sono caduti in mare!
Quando il secondo fulmine illumina nuovamente la scena e la pioggia
comincia scendere battente, le voci degli uomini si fanno più violente e
quelle delle donne più acute.
La gente grida impaurita e chiede aiuto al cielo, a Dio,
alla sorte. Le onde ingrossano e i sogni svaniscono uno
ad uno nella tempesta o si lasciano inghiottire dal mare.
Lasciare un sogno significa morire. E nessuno voleva
morire.
Fu'ad sente la mano di Jamila scivolare via. “Mio respiro,
mio abbraccio, mio sogno, mio cuore”, le dice.
E il buio della notte avvolge tutti.
L’uomo sulla vecchia barca arrugginita urla che è il momento di salpare:
avverte che saranno in tanti, molti più del numero previsto. Dice di
mettere le donne e i bambini a sedere per primi e, se avanzano posti, gli
uomini.
Jamila si accoccola in un angolo, in attesa di Fu'ad. Guarda la città in
lontananza, la spiaggia e la gente che si accalca. Se potesse gridare al
mare, urlerebbe quanto è buia la guerra, quanto è nera la fame e come
in quel momento il blu fondo della nostalgia le stringe il cuore.
Pensa che sta lasciando per sempre la sua terra rosso-ocra, i profumi e
gli aromi della cucina di casa, per andare in un posto dalle tinte e dagli
odori sconosciuti. Ha paura! Fu'ad finalmente la raggiunge e si siede
accanto a lei.
La barca dondola incerta tra le onde enormi e nere. La notte fredda e
umida avvolge ogni cosa nel suo scuro mantello. Fu'ad stringe Jamila.
Si sentono bambini e madri che chiacchierano; voci gravi di uomini
ammassati sul ponte che discutono di quanto sia costato quel viaggio,
dei debiti accumulati, della speranza di incontrare un parente dall’altra
parte del mare.
La barca scricchiola e dà l’impressione di non reggere il peso di tutte
quelle persone accalcate una sopra l’altra, ma ancor più sembra non
reggere il peso dei loro pensieri. Quanti sogni, quante speranze, quante
paure e rabbie e dolori stanno galleggiando su quella vecchia
imbarcazione dalla vernice scrostata!
Un fulmine squarcia il cielo e, per un attimo, i contorni della barca si
fanno nitidi nella notte. Si vede anche qualcos’altro in mare, forse
un’altra imbarcazione, ma in realtà ci si accorge ben presto che è un
cumulo di corpi: sono aggrappati a un salvagente come formiche prima
di annegare! Molti di quelli che erano sulla barca sono caduti in mare!
Quando il secondo fulmine illumina nuovamente la scena e la pioggia
comincia scendere battente, le voci degli uomini si fanno più violente e
quelle delle donne più acute.
La gente grida impaurita e chiede aiuto al cielo, a Dio,
alla sorte. Le onde ingrossano e i sogni svaniscono uno
ad uno nella tempesta o si lasciano inghiottire dal mare.
Lasciare un sogno significa morire. E nessuno voleva
morire.
Fu'ad sente la mano di Jamila scivolare via. “Mio respiro,
mio abbraccio, mio sogno, mio cuore”, le dice.
E il buio della notte avvolge tutti.
ATTORNO ALL’ALBERO…
ATTORNO ALL’ALBERO…
IN GIOCO
IN GIOCO
Fu'ad significa Cuore. Jamila
significa Bella. Mentre Jamila
aspetta che Fu’ad la raggiunga
per sedersi accanto a lei pensa
a quello che sta lasciando e
alla nostalgia che proverà. I
profughi che lasciano il proprio paese in guerra, lasciano anche le persone care con il rischio di non rivederle mai più.
Invitare i bambini a disegnare il luogo dove abitano aiutandoli con domande guida, ad esempio: quali sono i colori del tuo paese? Quali sono
i profumi e gli odori che ti ricordano la tua casa?
In alternativa al disegno, si possono invitare i bambini a scegliere un
luogo della parrocchia a cui dedicare un po’ del loro tempo per sistemarlo, pulirlo e abbellirlo: dopo aver dato un aspetto decoroso al luogo
scelto e che abitualmente frequentano si può dialogare con loro su che
cosa rende un posto familiare e su dove si sentono a loro agio.
Fu'ad significa Cuore. Jamila
significa Bella. Mentre Jamila
aspetta che Fu’ad la raggiunga
per sedersi accanto a lei pensa
a quello che sta lasciando e
alla nostalgia che proverà. I
profughi che lasciano il proprio paese in guerra, lasciano anche le persone care con il rischio di non rivederle mai più.
Invitare i bambini a disegnare il luogo dove abitano aiutandoli con domande guida, ad esempio: quali sono i colori del tuo paese? Quali sono
i profumi e gli odori che ti ricordano la tua casa?
In alternativa al disegno, si possono invitare i bambini a scegliere un
luogo della parrocchia a cui dedicare un po’ del loro tempo per sistemarlo, pulirlo e abbellirlo: dopo aver dato un aspetto decoroso al luogo
scelto e che abitualmente frequentano si può dialogare con loro su che
cosa rende un posto familiare e su dove si sentono a loro agio.
Anche Gesù nella sua vita si è spesso spostato da un luogo all’altro: invitare i bambini a ricordare episodi evangelici legati ai viaggi di Gesù.
Fare memoria del brano della tempesta calmata in cui Gesù era nella
barca con i suoi amici: il mare si è agitato e Lui l’ha calmato stupito della paura che avevano gli altri.
Dopo aver letto il brano del vangelo di Marco (4,35-39) proporre ai
bambini di raccontare cosa avrebbero provato loro al posto degli amici
che erano nella barca con Gesù.
Anche Gesù nella sua vita si è spesso spostato da un luogo all’altro: invitare i bambini a ricordare episodi evangelici legati ai viaggi di Gesù.
Fare memoria del brano della tempesta calmata in cui Gesù era nella
barca con i suoi amici: il mare si è agitato e Lui l’ha calmato stupito della paura che avevano gli altri.
Dopo aver letto il brano del vangelo di Marco (4,35-39) proporre ai
bambini di raccontare cosa avrebbero provato loro al posto degli amici
che erano nella barca con Gesù.
ATTORNO ALL’ALBERO…
ATTORNO ALL’ALBERO…
INCONTRIAMOCI!
Tramite la propria Caritas Parrocchiale si può
far incontrare ai bambini delle persone che
hanno fatto questa esperienza di immigrazione ed ora vivono in paese (o in luoghi limitrofi). È un modo per conoscere e capire le ragioni e le difficoltà di chi parte direttamente e
per dare un volto all’immigrazione di cui tanto si sente parlare.
INCONTRIAMOCI!
Tramite la propria Caritas Parrocchiale si può
far incontrare ai bambini delle persone che
hanno fatto questa esperienza di immigrazione ed ora vivono in paese (o in luoghi limitrofi). È un modo per conoscere e capire le ragioni e le difficoltà di chi parte direttamente e
per dare un volto all’immigrazione di cui tanto si sente parlare.
ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE!
ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE!
Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Marco si può cantare
insieme:
Tu sei la prima stella del mattino,
tu sei la nostra grande nostalgia,
tu sei il cielo chiaro dopo la paura,
dopo la paura di esserci perduti,
e tornerà la vita in questo mare. (2v.)
Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Marco si può cantare
insieme:
Tu sei la prima stella del mattino,
tu sei la nostra grande nostalgia,
tu sei il cielo chiaro dopo la paura,
dopo la paura di esserci perduti,
e tornerà la vita in questo mare. (2v.)
Soffierà, soffierà
il vento forte della vita,
soffierà sulle vele
e le gonfierà di te!
Soffierà, soffierà
il vento forte della vita,
soffierà sulle vele
e le gonfierà di te. (2v.)
Soffierà, soffierà
il vento forte della vita,
soffierà sulle vele
e le gonfierà di te!
Soffierà, soffierà
il vento forte della vita,
soffierà sulle vele
e le gonfierà di te. (2v.)
Seconda Domenica
di Avvento
Seconda Domenica
di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…INSIEME ALLA COMUNITÀ
ATTORNO ALL’ALBERO…INSIEME ALLA COMUNITÀ
La crisi nel Corno D’Africa, colpito da mesi da una terribile siccità e dalla conseguente carestia che coinvolge 13 milioni di persone, continua
ad aggravarsi e necessita di interventi destinati a protrarsi nel tempo.
Sono previsti sia aiuti d’emergenza nell’ambito dell’assistenza alimentare, sia azioni di medio periodo per favorire la ripresa di un’autonoma
capacità di reddito delle persone e renderle meno vulnerabili a future
condizioni climatiche avverse. Dopo essersi confrontati su come si può
vivere una giornata senza acqua (che cosa si beve? con cosa ci si lava?
come si fa a cucinare una pastasciutta?), si possono invitare i bambini a
costruire un foglietto informativo (oppure un cartellone con una preghiera da leggere nel momento delle preghiere dei fedeli) sull’emergenza del
Corno d’Africa da consegnare alla comunità.
Per reperire notizie ci si può rivolgere alla
Biblioteca Tematica
“Pace, immigrazione e povertà”
della Caritas Diocesana:
martedì e giovedì dalle 15 alle 18,
[email protected].
La crisi nel Corno D’Africa, colpito da mesi da una terribile siccità e dalla conseguente carestia che coinvolge 13 milioni di persone, continua
ad aggravarsi e necessita di interventi destinati a protrarsi nel tempo.
Sono previsti sia aiuti d’emergenza nell’ambito dell’assistenza alimentare, sia azioni di medio periodo per favorire la ripresa di un’autonoma
capacità di reddito delle persone e renderle meno vulnerabili a future
condizioni climatiche avverse. Dopo essersi confrontati su come si può
vivere una giornata senza acqua (che cosa si beve? con cosa ci si lava?
come si fa a cucinare una pastasciutta?), si possono invitare i bambini a
costruire un foglietto informativo (oppure un cartellone con una preghiera da leggere nel momento delle preghiere dei fedeli) sull’emergenza del
Corno d’Africa da consegnare alla comunità.
Per reperire notizie ci si può rivolgere alla
Biblioteca Tematica
“Pace, immigrazione e povertà”
della Caritas Diocesana:
martedì e giovedì dalle 15 alle 18,
[email protected].
In preparazione alla
Terza Domenica di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO
Una luce violenta illumina i corpi nell’acqua e uno dopo l’altro vengono issati a bordo. Le voci concitate dei soccorritori parlano una lingua
sconosciuta. Fu'ad accucciato accanto agli altri sopravvissuti stremati
pensa che non rivedrà più Jamila e che quel viaggio alla ricerca di una
vita migliore gliel’ha portata via. Ricorda benissimo il momento in cui la
forza del mare ha vinto e lui ha dovuto smettere di stringere la mano di
Jamila: dov’è ora?
Bambini piangono, mamme urlano e imprecano, papà cercano di ritrovare i volti amati facendosi spazio tra le tante persone spaventate e i
soccorritori che parlano senza poter essere capite.
Sono ancora su una barca: questa però è più grande, più sicura, più attrezzata. Il mare si è calmato, ma non vedono l’ora di scendere a terra…
alcuni si sono già pentiti di essere partiti: pensano ai profumi di casa che
hanno lasciato, agli amici e ai parenti che là sono rimasti e che forse
non rivedranno più…pensano a chi non ha avuto la fortuna di essere
issato a bordo dai soccorritori…
Fu’ad pensa a Jamila: perdere lei e il loro bambino non era certo il sogno che avevano in mente quando hanno deciso di partire!
Finalmente la barca tocca terra e quei volti sconosciuti che parlano una
lingua incomprensibile scambiano le lacrime e l’agitazione di Fu’ad per
la gioia e l’entusiasmo di essere salvo. Come far capire loro che non
vuole vestiti asciutti o bere o mangiare, ma solo ritrovare il suo amore e
rassicurarsi che lei e il loro bambino stiano bene?
I soccorritori si muovono veloci e sicuri: distribuiscono coperte per dare
un primo riparo dal freddo e dalla paura che fanno tremare quei corpi
sopravvissuti; danno qualcosa di caldo da bere per nutrire
quei corpi in mare da giorni; poi dividono gli uomini dalle
donne e dai bambini per poter più facilmente predisporre
gli alloggi che li ospitino.
Fu’ad era stato diviso in mare da Jamila, le altre famiglie
sono state divise sulla terra.
In preparazione alla
Terza Domenica di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO
Una luce violenta illumina i corpi nell’acqua e uno dopo l’altro vengono issati a bordo. Le voci concitate dei soccorritori parlano una lingua
sconosciuta. Fu'ad accucciato accanto agli altri sopravvissuti stremati
pensa che non rivedrà più Jamila e che quel viaggio alla ricerca di una
vita migliore gliel’ha portata via. Ricorda benissimo il momento in cui la
forza del mare ha vinto e lui ha dovuto smettere di stringere la mano di
Jamila: dov’è ora?
Bambini piangono, mamme urlano e imprecano, papà cercano di ritrovare i volti amati facendosi spazio tra le tante persone spaventate e i
soccorritori che parlano senza poter essere capite.
Sono ancora su una barca: questa però è più grande, più sicura, più attrezzata. Il mare si è calmato, ma non vedono l’ora di scendere a terra…
alcuni si sono già pentiti di essere partiti: pensano ai profumi di casa che
hanno lasciato, agli amici e ai parenti che là sono rimasti e che forse
non rivedranno più…pensano a chi non ha avuto la fortuna di essere
issato a bordo dai soccorritori…
Fu’ad pensa a Jamila: perdere lei e il loro bambino non era certo il sogno che avevano in mente quando hanno deciso di partire!
Finalmente la barca tocca terra e quei volti sconosciuti che parlano una
lingua incomprensibile scambiano le lacrime e l’agitazione di Fu’ad per
la gioia e l’entusiasmo di essere salvo. Come far capire loro che non
vuole vestiti asciutti o bere o mangiare, ma solo ritrovare il suo amore e
rassicurarsi che lei e il loro bambino stiano bene?
I soccorritori si muovono veloci e sicuri: distribuiscono coperte per dare
un primo riparo dal freddo e dalla paura che fanno tremare quei corpi
sopravvissuti; danno qualcosa di caldo da bere per nutrire
quei corpi in mare da giorni; poi dividono gli uomini dalle
donne e dai bambini per poter più facilmente predisporre
gli alloggi che li ospitino.
Fu’ad era stato diviso in mare da Jamila, le altre famiglie
sono state divise sulla terra.
ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO
ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO
Fu'ad e gli altri che sono con lui quando vengono ritrovati in mare dai soccorritori diventano dei profughi, dei
rifugiati: così si chiamano le persone che scappano
dalla guerra e dalla fame. La fuga dal loro Paese è spesso l’unica possibilità di sopravvivenza. Migliaia di persone negli ultimi
anni si trovano nella stessa situazione di Fu’ad e Jamila: non avendo altra scelta, si sono imbarcate dall’Africa per Lampedusa o da altri luoghi
verso altri approdi. Si può avviare un dialogo con i bambini per capire
se hanno mai sentito parlare (a casa, a scuola, alla televisione) di profughi o rifugiati e che cosa ne pensano.
Anche la famiglia di Gesù dovette fuggire in Egitto. Dopo aver letto il
brano del Vangelo di Matteo (2,13-15), invitare i bambini ad immaginare Gesù, Maria e Giuseppe che giungono in Italia come immigrati. Si
può dialogare in gruppo e poi raccogliere in un disegno le impressioni
dei bambini: come ciascuno di loro si comporterebbe verso questa famiglia? Come li tratterebbe? Che cosa farebbe per loro? Si può continuare il
confronto immaginando di incontrare Fu’ad o Jamila in Italia dopo il
viaggio iniziato in Africa fino ad arrivare a descrivere quale comportamento hanno nei riguardi dei rifugiati che conoscono.
Fu'ad e gli altri che sono con lui quando vengono ritrovati in mare dai soccorritori diventano dei profughi, dei
rifugiati: così si chiamano le persone che scappano
dalla guerra e dalla fame. La fuga dal loro Paese è spesso l’unica possibilità di sopravvivenza. Migliaia di persone negli ultimi
anni si trovano nella stessa situazione di Fu’ad e Jamila: non avendo altra scelta, si sono imbarcate dall’Africa per Lampedusa o da altri luoghi
verso altri approdi. Si può avviare un dialogo con i bambini per capire
se hanno mai sentito parlare (a casa, a scuola, alla televisione) di profughi o rifugiati e che cosa ne pensano.
Anche la famiglia di Gesù dovette fuggire in Egitto. Dopo aver letto il
brano del Vangelo di Matteo (2,13-15), invitare i bambini ad immaginare Gesù, Maria e Giuseppe che giungono in Italia come immigrati. Si
può dialogare in gruppo e poi raccogliere in un disegno le impressioni
dei bambini: come ciascuno di loro si comporterebbe verso questa famiglia? Come li tratterebbe? Che cosa farebbe per loro? Si può continuare il
confronto immaginando di incontrare Fu’ad o Jamila in Italia dopo il
viaggio iniziato in Africa fino ad arrivare a descrivere quale comportamento hanno nei riguardi dei rifugiati che conoscono.
ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI!
ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI!
Ascoltare direttamente che cosa fanno i volontari per
creare un percorso di inserimento nel nuovo contesto
(attività di accoglienza, integrazione e orientamento
legale) per chi arriva nella nostra diocesi può essere
un modo per coinvolgere i bambini nel fare la loro
parte: Andrea Barachino (Caritas Diocesana, tel. 0434-221222) è disponibile a incontrare i gruppi che desiderano fare questo passo in più verso
un’integrazione reale.
Ascoltare direttamente che cosa fanno i volontari per
creare un percorso di inserimento nel nuovo contesto
(attività di accoglienza, integrazione e orientamento
legale) per chi arriva nella nostra diocesi può essere
un modo per coinvolgere i bambini nel fare la loro
parte: Andrea Barachino (Caritas Diocesana, tel. 0434-221222) è disponibile a incontrare i gruppi che desiderano fare questo passo in più verso
un’integrazione reale.
ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE!
ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE!
Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Matteo in cui si racconta la migrazione della famiglia di Gesù in Egitto si può cantare insieme:
Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno,
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita e inabissarti nell'amore è il tuo destino,
è quello che Dio vuole da te.
Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui,
correre con i fratelli tuoi.
Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Matteo in cui si racconta la migrazione della famiglia di Gesù in Egitto si può cantare insieme:
Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno,
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita e inabissarti nell'amore è il tuo destino,
è quello che Dio vuole da te.
Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui,
correre con i fratelli tuoi.
Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai.
Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai.
Terza Domenica di Avvento
Terza Domenica di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…
INSIEME ALLA
ATTORNO ALL’ALBERO…
COMUNITÀ
Nel territorio della nostra diocesi hanno
trovato accoglienza più di 100 persone
provenienti dalla Libia. Sono di nazionalità
diverse perché erano a loro volta immigrate in Libia in cerca di una nuova vita che
erano riusciti a costruirsi trovando un lavoro e una casa per se e per la
propria famiglia. Partire per l’Italia non è stata una loro scelta e il loro
arrivo interroga la nostra comunità.
In molti casi l’impegno delle Caritas Parrocchiali e dei centri di distribuzione è stato fondamentale per garantire la prima accoglienza e soprattutto per dare a queste persone un minimo di prossimità. Per cogliere
tutto questo come un’opportunità di conoscere e quindi come una reciproca ricchezza si può proporre ai bambini di trovare le bandiere delle
nazionalità delle persone che vivono nel nostro territorio con lo status di
rifugiato o profugo, per vedere e rendersi conto di quanti popoli, culture
e modi diversi convivono nel nostro territorio.
Le bandiere possono poi venir simbolicamente appese in oratorio o nel
campanile o ancora usate per creare un festone per addobbare un momento di festa in Parrocchia come segno della volontà di cogliere quest’occasione al volo!
INSIEME ALLA
COMUNITÀ
Nel territorio della nostra diocesi hanno
trovato accoglienza più di 100 persone
provenienti dalla Libia. Sono di nazionalità
diverse perché erano a loro volta immigrate in Libia in cerca di una nuova vita che
erano riusciti a costruirsi trovando un lavoro e una casa per se e per la
propria famiglia. Partire per l’Italia non è stata una loro scelta e il loro
arrivo interroga la nostra comunità.
In molti casi l’impegno delle Caritas Parrocchiali e dei centri di distribuzione è stato fondamentale per garantire la prima accoglienza e soprattutto per dare a queste persone un minimo di prossimità. Per cogliere
tutto questo come un’opportunità di conoscere e quindi come una reciproca ricchezza si può proporre ai bambini di trovare le bandiere delle
nazionalità delle persone che vivono nel nostro territorio con lo status di
rifugiato o profugo, per vedere e rendersi conto di quanti popoli, culture
e modi diversi convivono nel nostro territorio.
Le bandiere possono poi venir simbolicamente appese in oratorio o nel
campanile o ancora usate per creare un festone per addobbare un momento di festa in Parrocchia come segno della volontà di cogliere quest’occasione al volo!
In preparazione alla
Quarta Domenica di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO
Fu’ad sale senza forze e senza sorriso nel pullman che lo porterà in una
nuova città, ha gli occhi gonfi per tutte le lacrime che ha pianto. Nel
cuore è ancora viva la speranza di non essere riuscito a trovare Jamila
per la confusione creata appena approdati a terra: forse anche lei è
riuscita a salvarsi, forse non è nel pullman con lui ma magari è in quello
dietro o in quello davanti; forse lei e il loro bambino stanno bene…
Questa speranza è tutto quello che ha, tutto quello che gli serve, tutto
quello di cui in questo momento ha bisogno per ritrovare un po’ di
forza.
Fu’ad guarda fuori dal finestrino: tutto per lui è nuovo. Mai viste tante
strade, mai visti tanti palazzi, mai visti così pochi alberi e così poco
verde… Finalmente il pullman si ferma. La casa che li accoglie è
bellissima ai suoi occhi perché è il punto da cui ora può iniziare a darsi
da fare per trovare Jamila.
Passano i giorni tra visite mediche, accertamenti e primi “dialoghi” con i
volontari. Capirsi non è sempre facile; per fortuna alcune volte viene da
loro Aisha: lei è in Italia da diversi anni e li aiuta a imparare questa
nuova lingua.
Fu’ad è uno dei più volenterosi: se c’è da andare a lavorare da un
contadino è il primo ad offrirsi, se c’è da lavare i piatti è il primo a
rimboccarsi le maniche, se c’è da iscriversi ad un corso di italiano lui
partecipa ed è il più studioso di tutti…
Dopo qualche mese Fu’ad conosce tutte le vie del paesino dove vive,
parla l’italiano abbastanza bene e lo comprende altrettanto bene, lavora
da un contadino nei campi: è “quasi” felice perché si trova bene sia
nella casa dove vive con gli altri sia nel lavorare in mezzo al verde. È
“quasi” felice perché senza Jamila non riesce proprio a vedersi felice
completamente.
Tra i tanti volontari che ha conosciuto in questo periodo con due si
trova particolarmente a suo agio: sono Fabio e Giulia. A loro ha
confidato tutta la sua storia e il grande desiderio di
ritrovare Jamila; li ha visti commuoversi per il suo
racconto; gli hanno anche detto di stare tranquillo
perché se ne sarebbero occupati loro. Fidarsi di loro,
affidare a loro il suo sogno, desiderare che Jamila sia da
qualche parte e abbia trovato persone dal cuore d’oro
com’è successo a lui è tutto quello che può sperare.
In preparazione alla
Quarta Domenica di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO
Fu’ad sale senza forze e senza sorriso nel pullman che lo porterà in una
nuova città, ha gli occhi gonfi per tutte le lacrime che ha pianto. Nel
cuore è ancora viva la speranza di non essere riuscito a trovare Jamila
per la confusione creata appena approdati a terra: forse anche lei è
riuscita a salvarsi, forse non è nel pullman con lui ma magari è in quello
dietro o in quello davanti; forse lei e il loro bambino stanno bene…
Questa speranza è tutto quello che ha, tutto quello che gli serve, tutto
quello di cui in questo momento ha bisogno per ritrovare un po’ di
forza.
Fu’ad guarda fuori dal finestrino: tutto per lui è nuovo. Mai viste tante
strade, mai visti tanti palazzi, mai visti così pochi alberi e così poco
verde… Finalmente il pullman si ferma. La casa che li accoglie è
bellissima ai suoi occhi perché è il punto da cui ora può iniziare a darsi
da fare per trovare Jamila.
Passano i giorni tra visite mediche, accertamenti e primi “dialoghi” con i
volontari. Capirsi non è sempre facile; per fortuna alcune volte viene da
loro Aisha: lei è in Italia da diversi anni e li aiuta a imparare questa
nuova lingua.
Fu’ad è uno dei più volenterosi: se c’è da andare a lavorare da un
contadino è il primo ad offrirsi, se c’è da lavare i piatti è il primo a
rimboccarsi le maniche, se c’è da iscriversi ad un corso di italiano lui
partecipa ed è il più studioso di tutti…
Dopo qualche mese Fu’ad conosce tutte le vie del paesino dove vive,
parla l’italiano abbastanza bene e lo comprende altrettanto bene, lavora
da un contadino nei campi: è “quasi” felice perché si trova bene sia
nella casa dove vive con gli altri sia nel lavorare in mezzo al verde. È
“quasi” felice perché senza Jamila non riesce proprio a vedersi felice
completamente.
Tra i tanti volontari che ha conosciuto in questo periodo con due si
trova particolarmente a suo agio: sono Fabio e Giulia. A loro ha
confidato tutta la sua storia e il grande desiderio di
ritrovare Jamila; li ha visti commuoversi per il suo
racconto; gli hanno anche detto di stare tranquillo
perché se ne sarebbero occupati loro. Fidarsi di loro,
affidare a loro il suo sogno, desiderare che Jamila sia da
qualche parte e abbia trovato persone dal cuore d’oro
com’è successo a lui è tutto quello che può sperare.
ATTORNO ALL’ALBERO…
ATTORNO ALL’ALBERO…
IN GIOCO
IN GIOCO
Fu’ad quando parte dall’Africa ha
un grande sogno: dirigersi verso un
paese nuovo in cerca di una vita
diversa tutta da costruire insieme a
Jamila e di un posto dove crescere
il loro bambino.
Anche i bambini che sono nella
barca con lui e Jamila hanno grandi
sogni: giocare in un prato senza
paura delle bombe, andare a scuola e imparare tante cose, avere un po’
di tempo per stare seduto in braccio a mamma o papà…
Si possono dunque invitare i bambini a disegnare oppure a raccontare il
proprio sogno.
Fu’ad quando parte dall’Africa ha
un grande sogno: dirigersi verso un
paese nuovo in cerca di una vita
diversa tutta da costruire insieme a
Jamila e di un posto dove crescere
il loro bambino.
Anche i bambini che sono nella
barca con lui e Jamila hanno grandi
sogni: giocare in un prato senza
paura delle bombe, andare a scuola e imparare tante cose, avere un po’
di tempo per stare seduto in braccio a mamma o papà…
Si possono dunque invitare i bambini a disegnare oppure a raccontare il
proprio sogno.
Persino nella Bibbia sono raccolti tanti sogni: ne sono stati contati 35
nell’Antico Testamento e 9 nel Nuovo! Sono sogni particolari perché
sono stati interpretati come un modo di affrontare la realtà o addirittura
ricevere un’illuminazione divina: Matteo nel suo Vangelo ne ha raccontati diversi avuti da Giuseppe (1,20-21; 2,13-23).
Anche alcuni Santi hanno cambiato vita o compreso qual era il progetto
di Dio su di loro dopo un sogno: è successo così ad esempio a Don Bosco, patrono dei giovani.
Invitare i bambini a raccontare come pensano che il loro sogno possa
cambiare la loro vita, cosa possono fare per realizzarlo e quale pensano
sia il sogno di Dio su di ciascuno di loro.
Persino nella Bibbia sono raccolti tanti sogni: ne sono stati contati 35
nell’Antico Testamento e 9 nel Nuovo! Sono sogni particolari perché
sono stati interpretati come un modo di affrontare la realtà o addirittura
ricevere un’illuminazione divina: Matteo nel suo Vangelo ne ha raccontati diversi avuti da Giuseppe (1,20-21; 2,13-23).
Anche alcuni Santi hanno cambiato vita o compreso qual era il progetto
di Dio su di loro dopo un sogno: è successo così ad esempio a Don Bosco, patrono dei giovani.
Invitare i bambini a raccontare come pensano che il loro sogno possa
cambiare la loro vita, cosa possono fare per realizzarlo e quale pensano
sia il sogno di Dio su di ciascuno di loro.
ATTORNO ALL’ALBERO…
INCONTRIAMOCI!
ATTORNO ALL’ALBERO…
INCONTRIAMOCI!
C’è chi canta che “il mondo è di tutti”:
l’attività del commercio equo e solidale è
un modo per garantire un lavoro dignitoso a tutti. Per conoscere i progetti che le
“Botteghe del mondo” sostengono si può
accompagnare i bambini a visitarne una
e farsi raccontare la storia di un prodotto.
C’è chi canta che “il mondo è di tutti”:
l’attività del commercio equo e solidale è
un modo per garantire un lavoro dignitoso a tutti. Per conoscere i progetti che le
“Botteghe del mondo” sostengono si può
accompagnare i bambini a visitarne una
e farsi raccontare la storia di un prodotto.
ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE!
ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE!
Prima e dopo la lettura di uno dei brani proposti del Vangelo di Matteo
o di un altro brano biblico che racconti un sogno si può cantare insieme:
Era un giorno come tanti altri,
e quel giorno Lui passò.
Era un uomo come tutti gli altri,
e passando mi chiamò.
Come lo sapesse che il mio nome
era proprio quello
come mai volesse proprio me
nella sua vita non lo so.
Era un giorno come tanti altri
e quel giorno mi chiamò.
Prima e dopo la lettura di uno dei brani proposti del Vangelo di Matteo
o di un altro brano biblico che racconti un sogno si può cantare insieme:
Era un giorno come tanti altri,
e quel giorno Lui passò.
Era un uomo come tutti gli altri,
e passando mi chiamò.
Come lo sapesse che il mio nome
era proprio quello
come mai volesse proprio me
nella sua vita non lo so.
Era un giorno come tanti altri
e quel giorno mi chiamò.
Tu Dio, che conosci il nome mio
fa che ascoltando la tua voce
io ricordi dove porta la mia strada
nella vita, all'incontro con Te.
Tu Dio, che conosci il nome mio
fa che ascoltando la tua voce
io ricordi dove porta la mia strada
nella vita, all'incontro con Te.
Quarta Domenica
di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…
INSIEME ALLA
Quarta Domenica
di Avvento
ATTORNO ALL’ALBERO…
COMUNITÀ
La Caritas Diocesana sta sostenendo l’avvio di percorsi sperimentali di
inserimento lavorativo a favore di persone disoccupate, attivando la propria rete di contatti per raccogliere i fondi necessari, per individuare i
possibili beneficiari e le aziende che potrebbero essere interessate a collaborare.
Ampliare questa rete facendo
conoscere la proposta alle famiglie della comunità è una strada
percorribile: è possibile ritirare il
materiale informativo contattando la segreteria della Caritas
Diocesana (tel. 0434221260).
INSIEME ALLA
COMUNITÀ
La Caritas Diocesana sta sostenendo l’avvio di percorsi sperimentali di
inserimento lavorativo a favore di persone disoccupate, attivando la propria rete di contatti per raccogliere i fondi necessari, per individuare i
possibili beneficiari e le aziende che potrebbero essere interessate a collaborare.
Ampliare questa rete facendo
conoscere la proposta alle famiglie della comunità è una strada
percorribile: è possibile ritirare il
materiale informativo contattando la segreteria della Caritas
Diocesana (tel. 0434221260).
In preparazione
al Natale
In preparazione
al Natale
ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO
ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO
I giorni trascorrono lenti e il freddo inizia a farsi pungente. Fabio e Giulia arrivano con scatoloni pieni di maglioni, giubbotti e abiti pesanti puliti: “C’è un regalo per voi da parte della parrocchia!”, gridano raggianti.
Fu’ad prende lo stretto necessario, per lasciare le cose più pesanti ai più
anziani e a chi soffre il freddo più di lui.
Non ha più avuto il coraggio di chiedere nulla a Fabio e Giulia di Jamila:
sa che di certo stanno facendo il possibile per aiutarlo.
Con loro e gli altri volontari trascorre gran parte del tempo libero, apprezza che rispondano alle sue tante domande: ricorda il loro stupore
quando ha chiesto come mai le strade del paese fossero improvvisamente piene di luci e decorazioni, cosa fossero quegli alberi pieni di luci colorate fuori delle case e cosa ci facessero tutti quei pacchi regalo nelle
vetrine dei negozi. Gli avevano risposto che si stava avvicinando il Natale e tutto si addobbava a festa. Lui si è stupito più di loro: il dolore per la
lontananza di Jamila gli aveva fatto perdere il conto dei giorni ed era già
arrivato dicembre! In Africa però il tempo di Avvento non ha tutte queste
decorazioni, tutto questo sbarluccichio!
Il tempo passa e il 25 dicembre si avvicina: i volontari decidono di organizzare un pranzo con tutti i rifugiati presenti anche nei paesi limitrofi.
L’idea è stata accolta con gioia da tutti: è un’occasione per rivedere volti
conosciuti, per stare di nuovo un po’ insieme, per parlare la propria lingua, per condividere una giornata così importante…per vivere il Natale
davvero!
Il 25 dicembre arriva e la stanza predisposta per il pranzo inizia a riempirsi di gente. Fu’ad si guarda attorno salutando tutti, ma il suo sguardo
continua a cercare di intravedere Jamila. Ad un certo punto arrivano anche Fabio e Giulia, Fu’ad non li vede entrare ma sente un vagito che interrompe ogni azione e lascia in sospeso i respiri e gli sguardi di tutti.
Una piccola luce di speranza brilla tra quelle vite piegate dal dolore della fame e della guerra. È l’ultimo nato! Ed è già stato cullato da tante
braccia perché quella creatura, né africana, né italiana, solamente… nata chiede di essere amata.
“Di che colore è l’amore?” chiede Fabio a Giulia guardando commosso Jamila e Fu'ad che abbracciano il
loro bambino.
“Non lo so di preciso!” — risponde Giulia — “forse è come l’arcobaleno!!”.
“E che faccia ha Dio?”, chiede ancora Fabio.
“Oggi è quella di un bambino!”, risponde Giulia accarezzando Emanuele.
I giorni trascorrono lenti e il freddo inizia a farsi pungente. Fabio e Giulia arrivano con scatoloni pieni di maglioni, giubbotti e abiti pesanti puliti: “C’è un regalo per voi da parte della parrocchia!”, gridano raggianti.
Fu’ad prende lo stretto necessario, per lasciare le cose più pesanti ai più
anziani e a chi soffre il freddo più di lui.
Non ha più avuto il coraggio di chiedere nulla a Fabio e Giulia di Jamila:
sa che di certo stanno facendo il possibile per aiutarlo.
Con loro e gli altri volontari trascorre gran parte del tempo libero, apprezza che rispondano alle sue tante domande: ricorda il loro stupore
quando ha chiesto come mai le strade del paese fossero improvvisamente piene di luci e decorazioni, cosa fossero quegli alberi pieni di luci colorate fuori delle case e cosa ci facessero tutti quei pacchi regalo nelle
vetrine dei negozi. Gli avevano risposto che si stava avvicinando il Natale e tutto si addobbava a festa. Lui si è stupito più di loro: il dolore per la
lontananza di Jamila gli aveva fatto perdere il conto dei giorni ed era già
arrivato dicembre! In Africa però il tempo di Avvento non ha tutte queste
decorazioni, tutto questo sbarluccichio!
Il tempo passa e il 25 dicembre si avvicina: i volontari decidono di organizzare un pranzo con tutti i rifugiati presenti anche nei paesi limitrofi.
L’idea è stata accolta con gioia da tutti: è un’occasione per rivedere volti
conosciuti, per stare di nuovo un po’ insieme, per parlare la propria lingua, per condividere una giornata così importante…per vivere il Natale
davvero!
Il 25 dicembre arriva e la stanza predisposta per il pranzo inizia a riempirsi di gente. Fu’ad si guarda attorno salutando tutti, ma il suo sguardo
continua a cercare di intravedere Jamila. Ad un certo punto arrivano anche Fabio e Giulia, Fu’ad non li vede entrare ma sente un vagito che interrompe ogni azione e lascia in sospeso i respiri e gli sguardi di tutti.
Una piccola luce di speranza brilla tra quelle vite piegate dal dolore della fame e della guerra. È l’ultimo nato! Ed è già stato cullato da tante
braccia perché quella creatura, né africana, né italiana, solamente… nata chiede di essere amata.
“Di che colore è l’amore?” chiede Fabio a Giulia guardando commosso Jamila e Fu'ad che abbracciano il
loro bambino.
“Non lo so di preciso!” — risponde Giulia — “forse è come l’arcobaleno!!”.
“E che faccia ha Dio?”, chiede ancora Fabio.
“Oggi è quella di un bambino!”, risponde Giulia accarezzando Emanuele.
ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO
ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO
Il piccolo Gesù arriva nella nostra storia come il bambino di Fu’ad e Jamila. Ci chiede una sola cosa: di abitare
nella nostra casa e nel nostro cuore.
Dopo la lettura del brano del Vangelo di Luca (2,1-14)
invitare i bambini a disegnare il proprio presepe (quello che hanno fatto
a casa, a scuola, in parrocchia, in qualche gita o semplicemente quello
che hanno in mente). Proporre poi ai bambini di appendere il disegno
(magari incollato su un cartoncino) a casa per dire a tutti che Gesù è
venuto ad abitare in mezzo a noi.
Il piccolo Gesù arriva nella nostra storia come il bambino di Fu’ad e Jamila. Ci chiede una sola cosa: di abitare
nella nostra casa e nel nostro cuore.
Dopo la lettura del brano del Vangelo di Luca (2,1-14)
invitare i bambini a disegnare il proprio presepe (quello che hanno fatto
a casa, a scuola, in parrocchia, in qualche gita o semplicemente quello
che hanno in mente). Proporre poi ai bambini di appendere il disegno
(magari incollato su un cartoncino) a casa per dire a tutti che Gesù è
venuto ad abitare in mezzo a noi.
ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI!
ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI!
La Casa Madonna Pellegrina organizza anche quest’anno
Natalinsieme, un momento ormai atteso per trascorrere
insieme ad amici il giorno che per eccellenza è dedicato
a ritrovarsi con le persone care. Il programma è ricco e
prevede: lo scambio degli auguri, il pranzo, la tradizionale tombola, la
lotteria, giochi di prestigio, musica e danze. La partecipazione è libera:
chi volesse partecipare può dare la propria adesione, entro le ore 12.00
di mercoledì 21 dicembre, chiamando direttamente la Casa della Madonna Pellegrina (tel. 0434546811) o la Caritas (tel. 0434221222).
Chi vuole può contribuire alle spese attraverso un’offerta da far avere
direttamente alla Casa della Madonna Pellegrina. E’ ben accetta inoltre
ogni nuova collaborazione: se avete amici o amiche che possono dare
un mano invitateli!
La Casa Madonna Pellegrina organizza anche quest’anno
Natalinsieme, un momento ormai atteso per trascorrere
insieme ad amici il giorno che per eccellenza è dedicato
a ritrovarsi con le persone care. Il programma è ricco e
prevede: lo scambio degli auguri, il pranzo, la tradizionale tombola, la
lotteria, giochi di prestigio, musica e danze. La partecipazione è libera:
chi volesse partecipare può dare la propria adesione, entro le ore 12.00
di mercoledì 21 dicembre, chiamando direttamente la Casa della Madonna Pellegrina (tel. 0434546811) o la Caritas (tel. 0434221222).
Chi vuole può contribuire alle spese attraverso un’offerta da far avere
direttamente alla Casa della Madonna Pellegrina. E’ ben accetta inoltre
ogni nuova collaborazione: se avete amici o amiche che possono dare
un mano invitateli!
ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE!
ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE!
Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Luca (2,1-14) si può
cantare insieme:
Noel, Noel, chiara luce nel ciel:
Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Luca (2,1-14) si può
cantare insieme:
Noel, Noel, chiara luce nel ciel:
nella grotta divina è nato Gesù.
Noel, Noel, le campane nel ciel
suonano liete e festose: è nato Gesù.
Noel, Noel, Noel, Noel.
insieme adoriamo il bimbo Gesù.
Noel, Noel, cantan gli angeli in ciel!
sia pace in terra: è nato Gesù.
Noel, Noel, adoriamo il Signor,
sia pace tra noi è nato Gesù.
Noel, Noel, Noel, Noel,
insieme adoriamo il bimbo Gesù.
nella grotta divina è nato Gesù.
Noel, Noel, le campane nel ciel
suonano liete e festose: è nato Gesù.
Noel, Noel, Noel, Noel.
insieme adoriamo il bimbo Gesù.
Noel, Noel, cantan gli angeli in ciel!
sia pace in terra: è nato Gesù.
Noel, Noel, adoriamo il Signor,
sia pace tra noi è nato Gesù.
Noel, Noel, Noel, Noel,
insieme adoriamo il bimbo Gesù.
Natale del Signore
ATTORNO ALL’ALBERO…
INSIEME ALLA
Natale del Signore
ATTORNO ALL’ALBERO…
COMUNITÀ
Al termine della Santa Messa di Natale si può
consegnare alla Comunità Parrocchiale una preghiera di lode e ringraziamento da recitare prima del pranzo in famiglia come segno che il festeggiato è Gesù venuto ad abitare in mezzo a noi.
INSIEME ALLA
COMUNITÀ
Al termine della Santa Messa di Natale si può
consegnare alla Comunità Parrocchiale una preghiera di lode e ringraziamento da recitare prima del pranzo in famiglia come segno che il festeggiato è Gesù venuto ad abitare in mezzo a noi.
«Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi»
«Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi»
Oggi su noi tutti splende la luce:
è nato per noi il Signore!
Nella Tua culla di bambino
noi vediamo Dio
che vuole abitare in mezzo a noi
per entrare nel cuore di ogni uomo.
La pace è dentro i nostri cuori
e ci rende sereni e pieni di gioia di vivere.
Grazie, Gesù,
per essere venuto tra noi.
Grazie, Gesù,
per averci fatto incontrare
attorno a questa tavola
nella gioia del Natale.
Amen!
Oggi su noi tutti splende la luce:
è nato per noi il Signore!
Nella Tua culla di bambino
noi vediamo Dio
che vuole abitare in mezzo a noi
per entrare nel cuore di ogni uomo.
La pace è dentro i nostri cuori
e ci rende sereni e pieni di gioia di vivere.
Grazie, Gesù,
per essere venuto tra noi.
Grazie, Gesù,
per averci fatto incontrare
attorno a questa tavola
nella gioia del Natale.
Amen!
CARITAS
UFFICIO
CATECHISTICO
CARITAS
UFFICIO
CATECHISTICO
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