DIOCESI DI CONCORDIA-PORDENONE AVVENTO 2011 - Guida per il catechista - DIOCESI DI CONCORDIA-PORDENONE AVVENTO 2011 - Guida per il catechista - Introduzione Introduzione Pubblicità, riviste, strade e piazze: difficile non trovare un albero decorato e addobbato in questo tempo che precede il Natale... perché non provare allora a farne uno speciale? Un albero da decorare di giorno in giorno con la preghiera. Un albero importante che racconta il dialogo con Gesù. Un albero maestoso che guarda in alto perché guarda a Lui e che ha radici ben salde perché si interessa di tutta la terra. Pubblicità, riviste, strade e piazze: difficile non trovare un albero decorato e addobbato in questo tempo che precede il Natale... perché non provare allora a farne uno speciale? Un albero da decorare di giorno in giorno con la preghiera. Un albero importante che racconta il dialogo con Gesù. Un albero maestoso che guarda in alto perché guarda a Lui e che ha radici ben salde perché si interessa di tutta la terra. Parole e fatti... attorno allÊalbero diventa allora la risposta dei Parole e fatti... attorno allÊalbero diventa allora la risposta dei bambini, delle famiglie e delle comunità alla realizzazione di quest’albero speciale. In sintonia con il Piano Pastorale Diocesano “Ascoltare per educarci alla corresponsabilità”, proponiamo ai bambini e alla famiglie l’ascolto e l’attenzione del mondo attorno a loro, anche attraverso il racconto; l’educazione all’incontro e alla preghiera personale e in famiglia; la corresponsabilità, come prendersi cura, da esercitare all’interno e all’esterno della famiglia, del gruppo di catechismo, della comunità cristiana. Le diverse dimensioni si intrecciano nella proposta presentata dall’Ufficio Catechistico e dalla Caritas, che prevede diversi elementi e momenti: • GUIDA PER IL CATECHISTA: è composta da più parti: Attorno all’albero... IN ASCOLTO: una storia che via via si arricchisce di personaggi e significati per concludersi il giorno di Natale. Attorno all’albero... IN GIOCO: un’attività che crea il ponte tra la storia proposta, la vita del bambino e il Vangelo. I riferimenti biblici riportati non sono gli stessi della liturgia domenicale, ma sono in preparazione a questa: il bambino vive l’incontro di catechesi, partecipa alla Santa Messa domenicale insieme alla sua famiglia in comunità e poi traduce nella settimana gli insegnamenti proposti. Attorno all’albero... CANTANDO A TE: un canto che diventa preghiera perché ai bambini piace molto cantare, specie se insieme agli altri. bambini, delle famiglie e delle comunità alla realizzazione di quest’albero speciale. In sintonia con il Piano Pastorale Diocesano “Ascoltare per educarci alla corresponsabilità”, proponiamo ai bambini e alla famiglie l’ascolto e l’attenzione del mondo attorno a loro, anche attraverso il racconto; l’educazione all’incontro e alla preghiera personale e in famiglia; la corresponsabilità, come prendersi cura, da esercitare all’interno e all’esterno della famiglia, del gruppo di catechismo, della comunità cristiana. Le diverse dimensioni si intrecciano nella proposta presentata dall’Ufficio Catechistico e dalla Caritas, che prevede diversi elementi e momenti: • GUIDA PER IL CATECHISTA: è composta da più parti: Attorno all’albero... IN ASCOLTO: una storia che via via si arricchisce di personaggi e significati per concludersi il giorno di Natale. Attorno all’albero... IN GIOCO: un’attività che crea il ponte tra la storia proposta, la vita del bambino e il Vangelo. I riferimenti biblici riportati non sono gli stessi della liturgia domenicale, ma sono in preparazione a questa: il bambino vive l’incontro di catechesi, partecipa alla Santa Messa domenicale insieme alla sua famiglia in comunità e poi traduce nella settimana gli insegnamenti proposti. Attorno all’albero... CANTANDO A TE: un canto che diventa preghiera perché ai bambini piace molto cantare, specie se insieme agli altri. Attorno all’albero... una proposta concreta per uscire dalla realtà della parrocchia ed porsi in ascolto ed incontrare altre realtà in cui ci sono persone che chiedono e cercano un aiuto, un sorriso, uno sguardo d’amore e amicizia. Attorno all’albero... INCONTRIAMOCI: Attorno all’albero... INCONTRIAMOCI: una proposta concreta per uscire dalla realtà della parrocchia ed porsi in ascolto ed incontrare altre realtà in cui ci sono persone che chiedono e cercano un aiuto, un sorriso, uno sguardo d’amore e amicizia. INSIEME ALLA COMUNITÀ: Attorno all’albero... INSIEME ALLA COMUNITÀ: una proposta da fare a tutta la comunità perché il bambino capisca che tutti, grandi e piccoli, si preparano al Natale. una proposta da fare a tutta la comunità perché il bambino capisca che tutti, grandi e piccoli, si preparano al Natale. • DIARIO DI VIAGGIO PER OGNI BAMBINO È un piccolo libretto da consegnare a ciascun bambino con l’invito a scegliere, partendo dal vangelo della domenica, un impegno da vivere con i fatti durante la settimana e a pregare Gesù quotidianamente. L’albero in copertina al DIARIO DI VIAGGIO è volutamente spoglio: si arricchirà di decori disegnati dal bambino ogni volta che gli impegni e le parole scritti saranno tradotti in vita vissuta e pregati. • ALBERO DA DECORARE Ad ogni parrocchia viene consegnato un albero di cartone (che volendo ciascuno può realizzare in proprio). Si propone di metterlo in chiesa o in oratorio e addobbarlo ogni domenica attaccandoci un decoro diverso. Potrebbe essere interessante anche appenderci una preghiera (magari al momento della lettura delle preghiere dei fedeli) scritta dai gruppi parrocchiali di catechesi. • − Suggerimenti: al termine delle festività natalizie si possono raccogliere tutti i DIARI DI VIAGGIO. Durante una Santa Messa si possono leggere anonimamente alcune preghiere tratte da questi libretti al momento della lettura delle preghiere dei fedeli e portare tutti i libretti raccolti in una cesta ai piedi dell’altare. − con i disegni realizzati durante il momento “Attorno all’albero… in gioco” si può realizzare una mostra in parrocchia. In alternativa la Caritas e l’Ufficio Catechistico saranno ben lieti di ricevere il materiale prodotto per poi allestire una mostra in occasioni particolari che saranno comunicate e presentate. • DIARIO DI VIAGGIO PER OGNI BAMBINO È un piccolo libretto da consegnare a ciascun bambino con l’invito a scegliere, partendo dal vangelo della domenica, un impegno da vivere con i fatti durante la settimana e a pregare Gesù quotidianamente. L’albero in copertina al DIARIO DI VIAGGIO è volutamente spoglio: si arricchirà di decori disegnati dal bambino ogni volta che gli impegni e le parole scritti saranno tradotti in vita vissuta e pregati. • ALBERO DA DECORARE Ad ogni parrocchia viene consegnato un albero di cartone (che volendo ciascuno può realizzare in proprio). Si propone di metterlo in chiesa o in oratorio e addobbarlo ogni domenica attaccandoci un decoro diverso. Potrebbe essere interessante anche appenderci una preghiera (magari al momento della lettura delle preghiere dei fedeli) scritta dai gruppi parrocchiali di catechesi. Suggerimenti: al termine delle festività natalizie si possono raccogliere tutti i DIARI DI VIAGGIO. Durante una Santa Messa si possono leggere anonimamente alcune preghiere tratte da questi libretti al momento della lettura delle preghiere dei fedeli e portare tutti i libretti raccolti in una cesta ai piedi dell’altare. − con i disegni realizzati durante il momento “Attorno all’albero… in gioco” si può realizzare una mostra in parrocchia. In alternativa la Caritas e l’Ufficio Catechistico saranno ben lieti di ricevere il materiale prodotto per poi allestire una mostra in occasioni particolari che saranno comunicate e presentate. • − Gesù, aiutami in questo Natale a fare un bell’albero dentro il mio cuore, e ad attaccarci non dei regali, ma i nomi di tutti i miei amici: gli amici lontani e gli amici vicini, quelli vecchi e i nuovi, quelli che vedo ogni giorno e quelli che vedo di rado, quelli che ricordo sempre e quelli a volte dimenticati, quelli costanti e quelli alterni, quelli che, senza volerlo, ho fatto soffrire e quelli che, senza volerlo, mi hanno fatto soffrire, quelli che conosco profondamente e quelli che conosco appena, quelli che mi devono poco e quelli ai quali devo molto, i miei amici semplici ed i miei amici importanti, i nomi di tutti gli amici che ho avuto nella mia vita. Aiutami affinché quest’albero abbia radici forti e molto profonde, perché i loro nomi non escano mai dal mio cuore; Gesù, aiutami in questo Natale a fare un bell’albero dentro il mio cuore, e ad attaccarci non dei regali, ma i nomi di tutti i miei amici: gli amici lontani e gli amici vicini, quelli vecchi e i nuovi, quelli che vedo ogni giorno e quelli che vedo di rado, quelli che ricordo sempre e quelli a volte dimenticati, quelli costanti e quelli alterni, quelli che, senza volerlo, ho fatto soffrire e quelli che, senza volerlo, mi hanno fatto soffrire, quelli che conosco profondamente e quelli che conosco appena, quelli che mi devono poco e quelli ai quali devo molto, i miei amici semplici ed i miei amici importanti, i nomi di tutti gli amici che ho avuto nella mia vita. Aiutami affinché quest’albero abbia radici forti e molto profonde, perché i loro nomi non escano mai dal mio cuore; affinché sia un albero dai rami molto grandi, perché i nuovi nomi venuti da tutto il mondo si uniscano ai già esistenti; affinché sia un albero con un’ombra molto gradevole così la nostra amicizia, sarà un momento di riposo in tutti i momenti della vita affinché sia un albero dai rami molto grandi, perché i nuovi nomi venuti da tutto il mondo si uniscano ai già esistenti; affinché sia un albero con un’ombra molto gradevole così la nostra amicizia, sarà un momento di riposo in tutti i momenti della vita Custodisci quest’albero facendogli trovare in Te e nella Tua amicizia l’acqua, il sole e il nutrimento che gli servono per crescere forte e rigoglioso! Custodisci quest’albero facendogli trovare in Te e nella Tua amicizia l’acqua, il sole e il nutrimento che gli servono per crescere forte e rigoglioso! In preparazione alla Prima Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO Fu'ad e Jamila si allontanano dal villaggio per cercare un luogo tranquillo dove ascoltarsi, devono prendere una decisione: non possono più aspettare! Mano nella mano, si dirigono al loro posto preferito: la grande quercia. Sotto quell’albero si erano conosciuti cercando riparo dal sole mentre il bestiame pascolava nei dintorni; avevano giocato con gli amici a chi si arrampicava più in alto e tra i suoi rami avevano costruito una piccola casetta. E anche questa volta avevano bisogno di lei, della grande quercia: toccava a lei con la sua maestosità calmarli e aiutarli a scegliere verso dove andare. Arrivati ai piedi dell’albero Fu'ad accarezza la pancia tonda di Jamila e la bacia pensando che lei e il bambino che aspettano sono importanti come il respiro e come il battito del suo cuore. “Finalmente niente più fame, né miseria, né guerra!”, dice Fu’ad. Jamila non risponde, intenta a guardare un meraviglioso cielo stellato. Si ricordava che qualcuno le aveva raccontato che ogni stella cadente raccoglie il desiderio di chi la vede e si chiedeva se il suo desiderio era partire o restare. Fu’ad ascolta il silenzio della sua amata con pazienza e amore. Jamila gli stringe la mano e con l’altra si accarezza la pancia tonda; guarda ancora una volta il cielo e si lascia abbagliare dalla luce di una stella: ora è pronta per andare! Attraversano gli stretti vicoli della città fino a raggiungere la spiaggia. Le onde si infrangono sulla riva in una piccola schiuma biancastra e il profumo salmastro dell’aria si infilava nelle narici solleticando il naso. Davanti a loro l’immensità del mare azzurro e calmo invita a partire. Si guardano intorno e vedono molta gente che aspetta, pronta ad andarsene con le poche cose che possiede. Continuano a pensare che al di là del mare troveranno finalmente una nuova vita. La partenza è fissata di lì a poche ore e poi via verso il continente europeo alla ricerca di fortuna. Non aspettano altro che il segnale. In preparazione alla Prima Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO Fu'ad e Jamila si allontanano dal villaggio per cercare un luogo tranquillo dove ascoltarsi, devono prendere una decisione: non possono più aspettare! Mano nella mano, si dirigono al loro posto preferito: la grande quercia. Sotto quell’albero si erano conosciuti cercando riparo dal sole mentre il bestiame pascolava nei dintorni; avevano giocato con gli amici a chi si arrampicava più in alto e tra i suoi rami avevano costruito una piccola casetta. E anche questa volta avevano bisogno di lei, della grande quercia: toccava a lei con la sua maestosità calmarli e aiutarli a scegliere verso dove andare. Arrivati ai piedi dell’albero Fu'ad accarezza la pancia tonda di Jamila e la bacia pensando che lei e il bambino che aspettano sono importanti come il respiro e come il battito del suo cuore. “Finalmente niente più fame, né miseria, né guerra!”, dice Fu’ad. Jamila non risponde, intenta a guardare un meraviglioso cielo stellato. Si ricordava che qualcuno le aveva raccontato che ogni stella cadente raccoglie il desiderio di chi la vede e si chiedeva se il suo desiderio era partire o restare. Fu’ad ascolta il silenzio della sua amata con pazienza e amore. Jamila gli stringe la mano e con l’altra si accarezza la pancia tonda; guarda ancora una volta il cielo e si lascia abbagliare dalla luce di una stella: ora è pronta per andare! Attraversano gli stretti vicoli della città fino a raggiungere la spiaggia. Le onde si infrangono sulla riva in una piccola schiuma biancastra e il profumo salmastro dell’aria si infilava nelle narici solleticando il naso. Davanti a loro l’immensità del mare azzurro e calmo invita a partire. Si guardano intorno e vedono molta gente che aspetta, pronta ad andarsene con le poche cose che possiede. Continuano a pensare che al di là del mare troveranno finalmente una nuova vita. La partenza è fissata di lì a poche ore e poi via verso il continente europeo alla ricerca di fortuna. Non aspettano altro che il segnale. ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO Un albero grande ha enormi rami che fanno ombra, un grosso tronco che serve da casa per qualche uccellino, lunghe radici che lo nutrono. Invitare i bambini a disegnare il proprio albero preferito e raccontare agli amici la sua storia. Un albero grande ha enormi rami che fanno ombra, un grosso tronco che serve da casa per qualche uccellino, lunghe radici che lo nutrono. Invitare i bambini a disegnare il proprio albero preferito e raccontare agli amici la sua storia. Ci sono dei bambini che - proprio come quelli che sono nella barca insieme a Fu’ad e Jamila e come ogni bambino - hanno un loro albero preferito. È La Grande Quercia di Portogruaro: più che un albero per loro è una casa dove vivono per un po’ di tempo perché la loro famiglia ha delle difficoltà. Nel tempo che trascorrono tra i suoi rami, questo bell’albero cerca di offrire un abbraccio che sia il più caloroso possibile e tante risate. Anche questi bambini — proprio come Fu’ad e come Jamila e come ogni bambino — hanno sogni da realizzare e una strada da percorrere: passo dopo passo si lasciano guidare da una stella. Ci sono dei bambini che - proprio come quelli che sono nella barca insieme a Fu’ad e Jamila e come ogni bambino - hanno un loro albero preferito. È La Grande Quercia di Portogruaro: più che un albero per loro è una casa dove vivono per un po’ di tempo perché la loro famiglia ha delle difficoltà. Nel tempo che trascorrono tra i suoi rami, questo bell’albero cerca di offrire un abbraccio che sia il più caloroso possibile e tante risate. Anche questi bambini — proprio come Fu’ad e come Jamila e come ogni bambino — hanno sogni da realizzare e una strada da percorrere: passo dopo passo si lasciano guidare da una stella. ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI! ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI! Se con il gruppo volete conoscere Alessandro e Maria Elena Tagliapietra che vivono con i bambini a La Grande Quercia, loro sono felici di incontrare e di trascorrere del tempo a giocare nelle parrocchie. Inoltre sono disponibili a fornire copie del libro “Storia di una Stella” o materiale informativo da distribuire nelle varie parrocchie. Potete contattarli qui: Via C. Colombo 8, 30026 — Portogruaro (VE) [email protected] tel.0421-74574 Se con il gruppo volete conoscere Alessandro e Maria Elena Tagliapietra che vivono con i bambini a La Grande Quercia, loro sono felici di incontrare e di trascorrere del tempo a giocare nelle parrocchie. Inoltre sono disponibili a fornire copie del libro “Storia di una Stella” o materiale informativo da distribuire nelle varie parrocchie. Potete contattarli qui: Via C. Colombo 8, 30026 — Portogruaro (VE) [email protected] tel.0421-74574 ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE! Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Matteo in cui i Magi arrivano a Betlemme per aver visto e seguito la stella (Mt 2, 1-2) si può cantare insieme: Ascolterò la tua Parola, nel profondo del mio cuore io l’ascolterò, e nel buio della notte la parola come luce risplenderà. ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE! Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Matteo in cui i Magi arrivano a Betlemme per aver visto e seguito la stella (Mt 2, 1-2) si può cantare insieme: Ascolterò la tua Parola, nel profondo del mio cuore io l’ascolterò, e nel buio della notte la parola come luce risplenderà. Prima Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO… INSIEME ALLA COMUNITÀ Proporre ai ragazzi di realizzare (possibilmente tutti i gruppi di catechesi insieme) una stella cometa da consegnare la Prima Domenica al termine della Messa. Potrebbe venire appesa in casa all’albero di Natale o alla grotta del presepe. Sarà il modo in cui la comunità inizia a prepararsi al Natale: camminando lungo quest’Avvento guardando alla Stella che porta alla Luce Vera. Su un lato la stella cometa potrebbe riportare questa frase (tratta dal libro “Storia di una stella” scritto da Alessandro Tagliapietra): “… quello che conta, nel desiderio, è il desiderio stesso: è quello che sprigiona l’energia…Il fatto che si realizzi dipende solo da quanto la persona combatte perché questo accada...”. Ogni bambino può raccontare in famiglia la storia di Fu’ad, di Jamila e dei bambini che vivono a La Grande Quercia. Sull’altro lato invece può esserci questa frase tratta dal brano evangelico giovanneo del giorno di Natale: “e venne ad abitare in mezzo a noi”. Per tutto l’Avvento la stella mostrerà la prima frase per ricordare a tutti di vivere con energia e coraggio il cammino verso Gesù. A Natale invece la stella mostrerà a tutti l’altra frase: la nascita di Gesù è il regalo più bello per tutti! Prima Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO… INSIEME ALLA COMUNITÀ Proporre ai ragazzi di realizzare (possibilmente tutti i gruppi di catechesi insieme) una stella cometa da consegnare la Prima Domenica al termine della Messa. Potrebbe venire appesa in casa all’albero di Natale o alla grotta del presepe. Sarà il modo in cui la comunità inizia a prepararsi al Natale: camminando lungo quest’Avvento guardando alla Stella che porta alla Luce Vera. Su un lato la stella cometa potrebbe riportare questa frase (tratta dal libro “Storia di una stella” scritto da Alessandro Tagliapietra): “… quello che conta, nel desiderio, è il desiderio stesso: è quello che sprigiona l’energia…Il fatto che si realizzi dipende solo da quanto la persona combatte perché questo accada...”. Ogni bambino può raccontare in famiglia la storia di Fu’ad, di Jamila e dei bambini che vivono a La Grande Quercia. Sull’altro lato invece può esserci questa frase tratta dal brano evangelico giovanneo del giorno di Natale: “e venne ad abitare in mezzo a noi”. Per tutto l’Avvento la stella mostrerà la prima frase per ricordare a tutti di vivere con energia e coraggio il cammino verso Gesù. A Natale invece la stella mostrerà a tutti l’altra frase: la nascita di Gesù è il regalo più bello per tutti! In preparazione alla Seconda Domenica di Avvento In preparazione alla Seconda Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO L’uomo sulla vecchia barca arrugginita urla che è il momento di salpare: avverte che saranno in tanti, molti più del numero previsto. Dice di mettere le donne e i bambini a sedere per primi e, se avanzano posti, gli uomini. Jamila si accoccola in un angolo, in attesa di Fu'ad. Guarda la città in lontananza, la spiaggia e la gente che si accalca. Se potesse gridare al mare, urlerebbe quanto è buia la guerra, quanto è nera la fame e come in quel momento il blu fondo della nostalgia le stringe il cuore. Pensa che sta lasciando per sempre la sua terra rosso-ocra, i profumi e gli aromi della cucina di casa, per andare in un posto dalle tinte e dagli odori sconosciuti. Ha paura! Fu'ad finalmente la raggiunge e si siede accanto a lei. La barca dondola incerta tra le onde enormi e nere. La notte fredda e umida avvolge ogni cosa nel suo scuro mantello. Fu'ad stringe Jamila. Si sentono bambini e madri che chiacchierano; voci gravi di uomini ammassati sul ponte che discutono di quanto sia costato quel viaggio, dei debiti accumulati, della speranza di incontrare un parente dall’altra parte del mare. La barca scricchiola e dà l’impressione di non reggere il peso di tutte quelle persone accalcate una sopra l’altra, ma ancor più sembra non reggere il peso dei loro pensieri. Quanti sogni, quante speranze, quante paure e rabbie e dolori stanno galleggiando su quella vecchia imbarcazione dalla vernice scrostata! Un fulmine squarcia il cielo e, per un attimo, i contorni della barca si fanno nitidi nella notte. Si vede anche qualcos’altro in mare, forse un’altra imbarcazione, ma in realtà ci si accorge ben presto che è un cumulo di corpi: sono aggrappati a un salvagente come formiche prima di annegare! Molti di quelli che erano sulla barca sono caduti in mare! Quando il secondo fulmine illumina nuovamente la scena e la pioggia comincia scendere battente, le voci degli uomini si fanno più violente e quelle delle donne più acute. La gente grida impaurita e chiede aiuto al cielo, a Dio, alla sorte. Le onde ingrossano e i sogni svaniscono uno ad uno nella tempesta o si lasciano inghiottire dal mare. Lasciare un sogno significa morire. E nessuno voleva morire. Fu'ad sente la mano di Jamila scivolare via. “Mio respiro, mio abbraccio, mio sogno, mio cuore”, le dice. E il buio della notte avvolge tutti. L’uomo sulla vecchia barca arrugginita urla che è il momento di salpare: avverte che saranno in tanti, molti più del numero previsto. Dice di mettere le donne e i bambini a sedere per primi e, se avanzano posti, gli uomini. Jamila si accoccola in un angolo, in attesa di Fu'ad. Guarda la città in lontananza, la spiaggia e la gente che si accalca. Se potesse gridare al mare, urlerebbe quanto è buia la guerra, quanto è nera la fame e come in quel momento il blu fondo della nostalgia le stringe il cuore. Pensa che sta lasciando per sempre la sua terra rosso-ocra, i profumi e gli aromi della cucina di casa, per andare in un posto dalle tinte e dagli odori sconosciuti. Ha paura! Fu'ad finalmente la raggiunge e si siede accanto a lei. La barca dondola incerta tra le onde enormi e nere. La notte fredda e umida avvolge ogni cosa nel suo scuro mantello. Fu'ad stringe Jamila. Si sentono bambini e madri che chiacchierano; voci gravi di uomini ammassati sul ponte che discutono di quanto sia costato quel viaggio, dei debiti accumulati, della speranza di incontrare un parente dall’altra parte del mare. La barca scricchiola e dà l’impressione di non reggere il peso di tutte quelle persone accalcate una sopra l’altra, ma ancor più sembra non reggere il peso dei loro pensieri. Quanti sogni, quante speranze, quante paure e rabbie e dolori stanno galleggiando su quella vecchia imbarcazione dalla vernice scrostata! Un fulmine squarcia il cielo e, per un attimo, i contorni della barca si fanno nitidi nella notte. Si vede anche qualcos’altro in mare, forse un’altra imbarcazione, ma in realtà ci si accorge ben presto che è un cumulo di corpi: sono aggrappati a un salvagente come formiche prima di annegare! Molti di quelli che erano sulla barca sono caduti in mare! Quando il secondo fulmine illumina nuovamente la scena e la pioggia comincia scendere battente, le voci degli uomini si fanno più violente e quelle delle donne più acute. La gente grida impaurita e chiede aiuto al cielo, a Dio, alla sorte. Le onde ingrossano e i sogni svaniscono uno ad uno nella tempesta o si lasciano inghiottire dal mare. Lasciare un sogno significa morire. E nessuno voleva morire. Fu'ad sente la mano di Jamila scivolare via. “Mio respiro, mio abbraccio, mio sogno, mio cuore”, le dice. E il buio della notte avvolge tutti. ATTORNO ALL’ALBERO… ATTORNO ALL’ALBERO… IN GIOCO IN GIOCO Fu'ad significa Cuore. Jamila significa Bella. Mentre Jamila aspetta che Fu’ad la raggiunga per sedersi accanto a lei pensa a quello che sta lasciando e alla nostalgia che proverà. I profughi che lasciano il proprio paese in guerra, lasciano anche le persone care con il rischio di non rivederle mai più. Invitare i bambini a disegnare il luogo dove abitano aiutandoli con domande guida, ad esempio: quali sono i colori del tuo paese? Quali sono i profumi e gli odori che ti ricordano la tua casa? In alternativa al disegno, si possono invitare i bambini a scegliere un luogo della parrocchia a cui dedicare un po’ del loro tempo per sistemarlo, pulirlo e abbellirlo: dopo aver dato un aspetto decoroso al luogo scelto e che abitualmente frequentano si può dialogare con loro su che cosa rende un posto familiare e su dove si sentono a loro agio. Fu'ad significa Cuore. Jamila significa Bella. Mentre Jamila aspetta che Fu’ad la raggiunga per sedersi accanto a lei pensa a quello che sta lasciando e alla nostalgia che proverà. I profughi che lasciano il proprio paese in guerra, lasciano anche le persone care con il rischio di non rivederle mai più. Invitare i bambini a disegnare il luogo dove abitano aiutandoli con domande guida, ad esempio: quali sono i colori del tuo paese? Quali sono i profumi e gli odori che ti ricordano la tua casa? In alternativa al disegno, si possono invitare i bambini a scegliere un luogo della parrocchia a cui dedicare un po’ del loro tempo per sistemarlo, pulirlo e abbellirlo: dopo aver dato un aspetto decoroso al luogo scelto e che abitualmente frequentano si può dialogare con loro su che cosa rende un posto familiare e su dove si sentono a loro agio. Anche Gesù nella sua vita si è spesso spostato da un luogo all’altro: invitare i bambini a ricordare episodi evangelici legati ai viaggi di Gesù. Fare memoria del brano della tempesta calmata in cui Gesù era nella barca con i suoi amici: il mare si è agitato e Lui l’ha calmato stupito della paura che avevano gli altri. Dopo aver letto il brano del vangelo di Marco (4,35-39) proporre ai bambini di raccontare cosa avrebbero provato loro al posto degli amici che erano nella barca con Gesù. Anche Gesù nella sua vita si è spesso spostato da un luogo all’altro: invitare i bambini a ricordare episodi evangelici legati ai viaggi di Gesù. Fare memoria del brano della tempesta calmata in cui Gesù era nella barca con i suoi amici: il mare si è agitato e Lui l’ha calmato stupito della paura che avevano gli altri. Dopo aver letto il brano del vangelo di Marco (4,35-39) proporre ai bambini di raccontare cosa avrebbero provato loro al posto degli amici che erano nella barca con Gesù. ATTORNO ALL’ALBERO… ATTORNO ALL’ALBERO… INCONTRIAMOCI! Tramite la propria Caritas Parrocchiale si può far incontrare ai bambini delle persone che hanno fatto questa esperienza di immigrazione ed ora vivono in paese (o in luoghi limitrofi). È un modo per conoscere e capire le ragioni e le difficoltà di chi parte direttamente e per dare un volto all’immigrazione di cui tanto si sente parlare. INCONTRIAMOCI! Tramite la propria Caritas Parrocchiale si può far incontrare ai bambini delle persone che hanno fatto questa esperienza di immigrazione ed ora vivono in paese (o in luoghi limitrofi). È un modo per conoscere e capire le ragioni e le difficoltà di chi parte direttamente e per dare un volto all’immigrazione di cui tanto si sente parlare. ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE! ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE! Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Marco si può cantare insieme: Tu sei la prima stella del mattino, tu sei la nostra grande nostalgia, tu sei il cielo chiaro dopo la paura, dopo la paura di esserci perduti, e tornerà la vita in questo mare. (2v.) Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Marco si può cantare insieme: Tu sei la prima stella del mattino, tu sei la nostra grande nostalgia, tu sei il cielo chiaro dopo la paura, dopo la paura di esserci perduti, e tornerà la vita in questo mare. (2v.) Soffierà, soffierà il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te! Soffierà, soffierà il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te. (2v.) Soffierà, soffierà il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te! Soffierà, soffierà il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te. (2v.) Seconda Domenica di Avvento Seconda Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO…INSIEME ALLA COMUNITÀ ATTORNO ALL’ALBERO…INSIEME ALLA COMUNITÀ La crisi nel Corno D’Africa, colpito da mesi da una terribile siccità e dalla conseguente carestia che coinvolge 13 milioni di persone, continua ad aggravarsi e necessita di interventi destinati a protrarsi nel tempo. Sono previsti sia aiuti d’emergenza nell’ambito dell’assistenza alimentare, sia azioni di medio periodo per favorire la ripresa di un’autonoma capacità di reddito delle persone e renderle meno vulnerabili a future condizioni climatiche avverse. Dopo essersi confrontati su come si può vivere una giornata senza acqua (che cosa si beve? con cosa ci si lava? come si fa a cucinare una pastasciutta?), si possono invitare i bambini a costruire un foglietto informativo (oppure un cartellone con una preghiera da leggere nel momento delle preghiere dei fedeli) sull’emergenza del Corno d’Africa da consegnare alla comunità. Per reperire notizie ci si può rivolgere alla Biblioteca Tematica “Pace, immigrazione e povertà” della Caritas Diocesana: martedì e giovedì dalle 15 alle 18, [email protected]. La crisi nel Corno D’Africa, colpito da mesi da una terribile siccità e dalla conseguente carestia che coinvolge 13 milioni di persone, continua ad aggravarsi e necessita di interventi destinati a protrarsi nel tempo. Sono previsti sia aiuti d’emergenza nell’ambito dell’assistenza alimentare, sia azioni di medio periodo per favorire la ripresa di un’autonoma capacità di reddito delle persone e renderle meno vulnerabili a future condizioni climatiche avverse. Dopo essersi confrontati su come si può vivere una giornata senza acqua (che cosa si beve? con cosa ci si lava? come si fa a cucinare una pastasciutta?), si possono invitare i bambini a costruire un foglietto informativo (oppure un cartellone con una preghiera da leggere nel momento delle preghiere dei fedeli) sull’emergenza del Corno d’Africa da consegnare alla comunità. Per reperire notizie ci si può rivolgere alla Biblioteca Tematica “Pace, immigrazione e povertà” della Caritas Diocesana: martedì e giovedì dalle 15 alle 18, [email protected]. In preparazione alla Terza Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO Una luce violenta illumina i corpi nell’acqua e uno dopo l’altro vengono issati a bordo. Le voci concitate dei soccorritori parlano una lingua sconosciuta. Fu'ad accucciato accanto agli altri sopravvissuti stremati pensa che non rivedrà più Jamila e che quel viaggio alla ricerca di una vita migliore gliel’ha portata via. Ricorda benissimo il momento in cui la forza del mare ha vinto e lui ha dovuto smettere di stringere la mano di Jamila: dov’è ora? Bambini piangono, mamme urlano e imprecano, papà cercano di ritrovare i volti amati facendosi spazio tra le tante persone spaventate e i soccorritori che parlano senza poter essere capite. Sono ancora su una barca: questa però è più grande, più sicura, più attrezzata. Il mare si è calmato, ma non vedono l’ora di scendere a terra… alcuni si sono già pentiti di essere partiti: pensano ai profumi di casa che hanno lasciato, agli amici e ai parenti che là sono rimasti e che forse non rivedranno più…pensano a chi non ha avuto la fortuna di essere issato a bordo dai soccorritori… Fu’ad pensa a Jamila: perdere lei e il loro bambino non era certo il sogno che avevano in mente quando hanno deciso di partire! Finalmente la barca tocca terra e quei volti sconosciuti che parlano una lingua incomprensibile scambiano le lacrime e l’agitazione di Fu’ad per la gioia e l’entusiasmo di essere salvo. Come far capire loro che non vuole vestiti asciutti o bere o mangiare, ma solo ritrovare il suo amore e rassicurarsi che lei e il loro bambino stiano bene? I soccorritori si muovono veloci e sicuri: distribuiscono coperte per dare un primo riparo dal freddo e dalla paura che fanno tremare quei corpi sopravvissuti; danno qualcosa di caldo da bere per nutrire quei corpi in mare da giorni; poi dividono gli uomini dalle donne e dai bambini per poter più facilmente predisporre gli alloggi che li ospitino. Fu’ad era stato diviso in mare da Jamila, le altre famiglie sono state divise sulla terra. In preparazione alla Terza Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO Una luce violenta illumina i corpi nell’acqua e uno dopo l’altro vengono issati a bordo. Le voci concitate dei soccorritori parlano una lingua sconosciuta. Fu'ad accucciato accanto agli altri sopravvissuti stremati pensa che non rivedrà più Jamila e che quel viaggio alla ricerca di una vita migliore gliel’ha portata via. Ricorda benissimo il momento in cui la forza del mare ha vinto e lui ha dovuto smettere di stringere la mano di Jamila: dov’è ora? Bambini piangono, mamme urlano e imprecano, papà cercano di ritrovare i volti amati facendosi spazio tra le tante persone spaventate e i soccorritori che parlano senza poter essere capite. Sono ancora su una barca: questa però è più grande, più sicura, più attrezzata. Il mare si è calmato, ma non vedono l’ora di scendere a terra… alcuni si sono già pentiti di essere partiti: pensano ai profumi di casa che hanno lasciato, agli amici e ai parenti che là sono rimasti e che forse non rivedranno più…pensano a chi non ha avuto la fortuna di essere issato a bordo dai soccorritori… Fu’ad pensa a Jamila: perdere lei e il loro bambino non era certo il sogno che avevano in mente quando hanno deciso di partire! Finalmente la barca tocca terra e quei volti sconosciuti che parlano una lingua incomprensibile scambiano le lacrime e l’agitazione di Fu’ad per la gioia e l’entusiasmo di essere salvo. Come far capire loro che non vuole vestiti asciutti o bere o mangiare, ma solo ritrovare il suo amore e rassicurarsi che lei e il loro bambino stiano bene? I soccorritori si muovono veloci e sicuri: distribuiscono coperte per dare un primo riparo dal freddo e dalla paura che fanno tremare quei corpi sopravvissuti; danno qualcosa di caldo da bere per nutrire quei corpi in mare da giorni; poi dividono gli uomini dalle donne e dai bambini per poter più facilmente predisporre gli alloggi che li ospitino. Fu’ad era stato diviso in mare da Jamila, le altre famiglie sono state divise sulla terra. ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO Fu'ad e gli altri che sono con lui quando vengono ritrovati in mare dai soccorritori diventano dei profughi, dei rifugiati: così si chiamano le persone che scappano dalla guerra e dalla fame. La fuga dal loro Paese è spesso l’unica possibilità di sopravvivenza. Migliaia di persone negli ultimi anni si trovano nella stessa situazione di Fu’ad e Jamila: non avendo altra scelta, si sono imbarcate dall’Africa per Lampedusa o da altri luoghi verso altri approdi. Si può avviare un dialogo con i bambini per capire se hanno mai sentito parlare (a casa, a scuola, alla televisione) di profughi o rifugiati e che cosa ne pensano. Anche la famiglia di Gesù dovette fuggire in Egitto. Dopo aver letto il brano del Vangelo di Matteo (2,13-15), invitare i bambini ad immaginare Gesù, Maria e Giuseppe che giungono in Italia come immigrati. Si può dialogare in gruppo e poi raccogliere in un disegno le impressioni dei bambini: come ciascuno di loro si comporterebbe verso questa famiglia? Come li tratterebbe? Che cosa farebbe per loro? Si può continuare il confronto immaginando di incontrare Fu’ad o Jamila in Italia dopo il viaggio iniziato in Africa fino ad arrivare a descrivere quale comportamento hanno nei riguardi dei rifugiati che conoscono. Fu'ad e gli altri che sono con lui quando vengono ritrovati in mare dai soccorritori diventano dei profughi, dei rifugiati: così si chiamano le persone che scappano dalla guerra e dalla fame. La fuga dal loro Paese è spesso l’unica possibilità di sopravvivenza. Migliaia di persone negli ultimi anni si trovano nella stessa situazione di Fu’ad e Jamila: non avendo altra scelta, si sono imbarcate dall’Africa per Lampedusa o da altri luoghi verso altri approdi. Si può avviare un dialogo con i bambini per capire se hanno mai sentito parlare (a casa, a scuola, alla televisione) di profughi o rifugiati e che cosa ne pensano. Anche la famiglia di Gesù dovette fuggire in Egitto. Dopo aver letto il brano del Vangelo di Matteo (2,13-15), invitare i bambini ad immaginare Gesù, Maria e Giuseppe che giungono in Italia come immigrati. Si può dialogare in gruppo e poi raccogliere in un disegno le impressioni dei bambini: come ciascuno di loro si comporterebbe verso questa famiglia? Come li tratterebbe? Che cosa farebbe per loro? Si può continuare il confronto immaginando di incontrare Fu’ad o Jamila in Italia dopo il viaggio iniziato in Africa fino ad arrivare a descrivere quale comportamento hanno nei riguardi dei rifugiati che conoscono. ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI! ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI! Ascoltare direttamente che cosa fanno i volontari per creare un percorso di inserimento nel nuovo contesto (attività di accoglienza, integrazione e orientamento legale) per chi arriva nella nostra diocesi può essere un modo per coinvolgere i bambini nel fare la loro parte: Andrea Barachino (Caritas Diocesana, tel. 0434-221222) è disponibile a incontrare i gruppi che desiderano fare questo passo in più verso un’integrazione reale. Ascoltare direttamente che cosa fanno i volontari per creare un percorso di inserimento nel nuovo contesto (attività di accoglienza, integrazione e orientamento legale) per chi arriva nella nostra diocesi può essere un modo per coinvolgere i bambini nel fare la loro parte: Andrea Barachino (Caritas Diocesana, tel. 0434-221222) è disponibile a incontrare i gruppi che desiderano fare questo passo in più verso un’integrazione reale. ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE! ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE! Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Matteo in cui si racconta la migrazione della famiglia di Gesù in Egitto si può cantare insieme: Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e inabissarti nell'amore è il tuo destino, è quello che Dio vuole da te. Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui, correre con i fratelli tuoi. Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Matteo in cui si racconta la migrazione della famiglia di Gesù in Egitto si può cantare insieme: Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e inabissarti nell'amore è il tuo destino, è quello che Dio vuole da te. Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui, correre con i fratelli tuoi. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai. Terza Domenica di Avvento Terza Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO… INSIEME ALLA ATTORNO ALL’ALBERO… COMUNITÀ Nel territorio della nostra diocesi hanno trovato accoglienza più di 100 persone provenienti dalla Libia. Sono di nazionalità diverse perché erano a loro volta immigrate in Libia in cerca di una nuova vita che erano riusciti a costruirsi trovando un lavoro e una casa per se e per la propria famiglia. Partire per l’Italia non è stata una loro scelta e il loro arrivo interroga la nostra comunità. In molti casi l’impegno delle Caritas Parrocchiali e dei centri di distribuzione è stato fondamentale per garantire la prima accoglienza e soprattutto per dare a queste persone un minimo di prossimità. Per cogliere tutto questo come un’opportunità di conoscere e quindi come una reciproca ricchezza si può proporre ai bambini di trovare le bandiere delle nazionalità delle persone che vivono nel nostro territorio con lo status di rifugiato o profugo, per vedere e rendersi conto di quanti popoli, culture e modi diversi convivono nel nostro territorio. Le bandiere possono poi venir simbolicamente appese in oratorio o nel campanile o ancora usate per creare un festone per addobbare un momento di festa in Parrocchia come segno della volontà di cogliere quest’occasione al volo! INSIEME ALLA COMUNITÀ Nel territorio della nostra diocesi hanno trovato accoglienza più di 100 persone provenienti dalla Libia. Sono di nazionalità diverse perché erano a loro volta immigrate in Libia in cerca di una nuova vita che erano riusciti a costruirsi trovando un lavoro e una casa per se e per la propria famiglia. Partire per l’Italia non è stata una loro scelta e il loro arrivo interroga la nostra comunità. In molti casi l’impegno delle Caritas Parrocchiali e dei centri di distribuzione è stato fondamentale per garantire la prima accoglienza e soprattutto per dare a queste persone un minimo di prossimità. Per cogliere tutto questo come un’opportunità di conoscere e quindi come una reciproca ricchezza si può proporre ai bambini di trovare le bandiere delle nazionalità delle persone che vivono nel nostro territorio con lo status di rifugiato o profugo, per vedere e rendersi conto di quanti popoli, culture e modi diversi convivono nel nostro territorio. Le bandiere possono poi venir simbolicamente appese in oratorio o nel campanile o ancora usate per creare un festone per addobbare un momento di festa in Parrocchia come segno della volontà di cogliere quest’occasione al volo! In preparazione alla Quarta Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO Fu’ad sale senza forze e senza sorriso nel pullman che lo porterà in una nuova città, ha gli occhi gonfi per tutte le lacrime che ha pianto. Nel cuore è ancora viva la speranza di non essere riuscito a trovare Jamila per la confusione creata appena approdati a terra: forse anche lei è riuscita a salvarsi, forse non è nel pullman con lui ma magari è in quello dietro o in quello davanti; forse lei e il loro bambino stanno bene… Questa speranza è tutto quello che ha, tutto quello che gli serve, tutto quello di cui in questo momento ha bisogno per ritrovare un po’ di forza. Fu’ad guarda fuori dal finestrino: tutto per lui è nuovo. Mai viste tante strade, mai visti tanti palazzi, mai visti così pochi alberi e così poco verde… Finalmente il pullman si ferma. La casa che li accoglie è bellissima ai suoi occhi perché è il punto da cui ora può iniziare a darsi da fare per trovare Jamila. Passano i giorni tra visite mediche, accertamenti e primi “dialoghi” con i volontari. Capirsi non è sempre facile; per fortuna alcune volte viene da loro Aisha: lei è in Italia da diversi anni e li aiuta a imparare questa nuova lingua. Fu’ad è uno dei più volenterosi: se c’è da andare a lavorare da un contadino è il primo ad offrirsi, se c’è da lavare i piatti è il primo a rimboccarsi le maniche, se c’è da iscriversi ad un corso di italiano lui partecipa ed è il più studioso di tutti… Dopo qualche mese Fu’ad conosce tutte le vie del paesino dove vive, parla l’italiano abbastanza bene e lo comprende altrettanto bene, lavora da un contadino nei campi: è “quasi” felice perché si trova bene sia nella casa dove vive con gli altri sia nel lavorare in mezzo al verde. È “quasi” felice perché senza Jamila non riesce proprio a vedersi felice completamente. Tra i tanti volontari che ha conosciuto in questo periodo con due si trova particolarmente a suo agio: sono Fabio e Giulia. A loro ha confidato tutta la sua storia e il grande desiderio di ritrovare Jamila; li ha visti commuoversi per il suo racconto; gli hanno anche detto di stare tranquillo perché se ne sarebbero occupati loro. Fidarsi di loro, affidare a loro il suo sogno, desiderare che Jamila sia da qualche parte e abbia trovato persone dal cuore d’oro com’è successo a lui è tutto quello che può sperare. In preparazione alla Quarta Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO Fu’ad sale senza forze e senza sorriso nel pullman che lo porterà in una nuova città, ha gli occhi gonfi per tutte le lacrime che ha pianto. Nel cuore è ancora viva la speranza di non essere riuscito a trovare Jamila per la confusione creata appena approdati a terra: forse anche lei è riuscita a salvarsi, forse non è nel pullman con lui ma magari è in quello dietro o in quello davanti; forse lei e il loro bambino stanno bene… Questa speranza è tutto quello che ha, tutto quello che gli serve, tutto quello di cui in questo momento ha bisogno per ritrovare un po’ di forza. Fu’ad guarda fuori dal finestrino: tutto per lui è nuovo. Mai viste tante strade, mai visti tanti palazzi, mai visti così pochi alberi e così poco verde… Finalmente il pullman si ferma. La casa che li accoglie è bellissima ai suoi occhi perché è il punto da cui ora può iniziare a darsi da fare per trovare Jamila. Passano i giorni tra visite mediche, accertamenti e primi “dialoghi” con i volontari. Capirsi non è sempre facile; per fortuna alcune volte viene da loro Aisha: lei è in Italia da diversi anni e li aiuta a imparare questa nuova lingua. Fu’ad è uno dei più volenterosi: se c’è da andare a lavorare da un contadino è il primo ad offrirsi, se c’è da lavare i piatti è il primo a rimboccarsi le maniche, se c’è da iscriversi ad un corso di italiano lui partecipa ed è il più studioso di tutti… Dopo qualche mese Fu’ad conosce tutte le vie del paesino dove vive, parla l’italiano abbastanza bene e lo comprende altrettanto bene, lavora da un contadino nei campi: è “quasi” felice perché si trova bene sia nella casa dove vive con gli altri sia nel lavorare in mezzo al verde. È “quasi” felice perché senza Jamila non riesce proprio a vedersi felice completamente. Tra i tanti volontari che ha conosciuto in questo periodo con due si trova particolarmente a suo agio: sono Fabio e Giulia. A loro ha confidato tutta la sua storia e il grande desiderio di ritrovare Jamila; li ha visti commuoversi per il suo racconto; gli hanno anche detto di stare tranquillo perché se ne sarebbero occupati loro. Fidarsi di loro, affidare a loro il suo sogno, desiderare che Jamila sia da qualche parte e abbia trovato persone dal cuore d’oro com’è successo a lui è tutto quello che può sperare. ATTORNO ALL’ALBERO… ATTORNO ALL’ALBERO… IN GIOCO IN GIOCO Fu’ad quando parte dall’Africa ha un grande sogno: dirigersi verso un paese nuovo in cerca di una vita diversa tutta da costruire insieme a Jamila e di un posto dove crescere il loro bambino. Anche i bambini che sono nella barca con lui e Jamila hanno grandi sogni: giocare in un prato senza paura delle bombe, andare a scuola e imparare tante cose, avere un po’ di tempo per stare seduto in braccio a mamma o papà… Si possono dunque invitare i bambini a disegnare oppure a raccontare il proprio sogno. Fu’ad quando parte dall’Africa ha un grande sogno: dirigersi verso un paese nuovo in cerca di una vita diversa tutta da costruire insieme a Jamila e di un posto dove crescere il loro bambino. Anche i bambini che sono nella barca con lui e Jamila hanno grandi sogni: giocare in un prato senza paura delle bombe, andare a scuola e imparare tante cose, avere un po’ di tempo per stare seduto in braccio a mamma o papà… Si possono dunque invitare i bambini a disegnare oppure a raccontare il proprio sogno. Persino nella Bibbia sono raccolti tanti sogni: ne sono stati contati 35 nell’Antico Testamento e 9 nel Nuovo! Sono sogni particolari perché sono stati interpretati come un modo di affrontare la realtà o addirittura ricevere un’illuminazione divina: Matteo nel suo Vangelo ne ha raccontati diversi avuti da Giuseppe (1,20-21; 2,13-23). Anche alcuni Santi hanno cambiato vita o compreso qual era il progetto di Dio su di loro dopo un sogno: è successo così ad esempio a Don Bosco, patrono dei giovani. Invitare i bambini a raccontare come pensano che il loro sogno possa cambiare la loro vita, cosa possono fare per realizzarlo e quale pensano sia il sogno di Dio su di ciascuno di loro. Persino nella Bibbia sono raccolti tanti sogni: ne sono stati contati 35 nell’Antico Testamento e 9 nel Nuovo! Sono sogni particolari perché sono stati interpretati come un modo di affrontare la realtà o addirittura ricevere un’illuminazione divina: Matteo nel suo Vangelo ne ha raccontati diversi avuti da Giuseppe (1,20-21; 2,13-23). Anche alcuni Santi hanno cambiato vita o compreso qual era il progetto di Dio su di loro dopo un sogno: è successo così ad esempio a Don Bosco, patrono dei giovani. Invitare i bambini a raccontare come pensano che il loro sogno possa cambiare la loro vita, cosa possono fare per realizzarlo e quale pensano sia il sogno di Dio su di ciascuno di loro. ATTORNO ALL’ALBERO… INCONTRIAMOCI! ATTORNO ALL’ALBERO… INCONTRIAMOCI! C’è chi canta che “il mondo è di tutti”: l’attività del commercio equo e solidale è un modo per garantire un lavoro dignitoso a tutti. Per conoscere i progetti che le “Botteghe del mondo” sostengono si può accompagnare i bambini a visitarne una e farsi raccontare la storia di un prodotto. C’è chi canta che “il mondo è di tutti”: l’attività del commercio equo e solidale è un modo per garantire un lavoro dignitoso a tutti. Per conoscere i progetti che le “Botteghe del mondo” sostengono si può accompagnare i bambini a visitarne una e farsi raccontare la storia di un prodotto. ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE! ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE! Prima e dopo la lettura di uno dei brani proposti del Vangelo di Matteo o di un altro brano biblico che racconti un sogno si può cantare insieme: Era un giorno come tanti altri, e quel giorno Lui passò. Era un uomo come tutti gli altri, e passando mi chiamò. Come lo sapesse che il mio nome era proprio quello come mai volesse proprio me nella sua vita non lo so. Era un giorno come tanti altri e quel giorno mi chiamò. Prima e dopo la lettura di uno dei brani proposti del Vangelo di Matteo o di un altro brano biblico che racconti un sogno si può cantare insieme: Era un giorno come tanti altri, e quel giorno Lui passò. Era un uomo come tutti gli altri, e passando mi chiamò. Come lo sapesse che il mio nome era proprio quello come mai volesse proprio me nella sua vita non lo so. Era un giorno come tanti altri e quel giorno mi chiamò. Tu Dio, che conosci il nome mio fa che ascoltando la tua voce io ricordi dove porta la mia strada nella vita, all'incontro con Te. Tu Dio, che conosci il nome mio fa che ascoltando la tua voce io ricordi dove porta la mia strada nella vita, all'incontro con Te. Quarta Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO… INSIEME ALLA Quarta Domenica di Avvento ATTORNO ALL’ALBERO… COMUNITÀ La Caritas Diocesana sta sostenendo l’avvio di percorsi sperimentali di inserimento lavorativo a favore di persone disoccupate, attivando la propria rete di contatti per raccogliere i fondi necessari, per individuare i possibili beneficiari e le aziende che potrebbero essere interessate a collaborare. Ampliare questa rete facendo conoscere la proposta alle famiglie della comunità è una strada percorribile: è possibile ritirare il materiale informativo contattando la segreteria della Caritas Diocesana (tel. 0434221260). INSIEME ALLA COMUNITÀ La Caritas Diocesana sta sostenendo l’avvio di percorsi sperimentali di inserimento lavorativo a favore di persone disoccupate, attivando la propria rete di contatti per raccogliere i fondi necessari, per individuare i possibili beneficiari e le aziende che potrebbero essere interessate a collaborare. Ampliare questa rete facendo conoscere la proposta alle famiglie della comunità è una strada percorribile: è possibile ritirare il materiale informativo contattando la segreteria della Caritas Diocesana (tel. 0434221260). In preparazione al Natale In preparazione al Natale ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO ATTORNO ALL’ALBERO…IN ASCOLTO I giorni trascorrono lenti e il freddo inizia a farsi pungente. Fabio e Giulia arrivano con scatoloni pieni di maglioni, giubbotti e abiti pesanti puliti: “C’è un regalo per voi da parte della parrocchia!”, gridano raggianti. Fu’ad prende lo stretto necessario, per lasciare le cose più pesanti ai più anziani e a chi soffre il freddo più di lui. Non ha più avuto il coraggio di chiedere nulla a Fabio e Giulia di Jamila: sa che di certo stanno facendo il possibile per aiutarlo. Con loro e gli altri volontari trascorre gran parte del tempo libero, apprezza che rispondano alle sue tante domande: ricorda il loro stupore quando ha chiesto come mai le strade del paese fossero improvvisamente piene di luci e decorazioni, cosa fossero quegli alberi pieni di luci colorate fuori delle case e cosa ci facessero tutti quei pacchi regalo nelle vetrine dei negozi. Gli avevano risposto che si stava avvicinando il Natale e tutto si addobbava a festa. Lui si è stupito più di loro: il dolore per la lontananza di Jamila gli aveva fatto perdere il conto dei giorni ed era già arrivato dicembre! In Africa però il tempo di Avvento non ha tutte queste decorazioni, tutto questo sbarluccichio! Il tempo passa e il 25 dicembre si avvicina: i volontari decidono di organizzare un pranzo con tutti i rifugiati presenti anche nei paesi limitrofi. L’idea è stata accolta con gioia da tutti: è un’occasione per rivedere volti conosciuti, per stare di nuovo un po’ insieme, per parlare la propria lingua, per condividere una giornata così importante…per vivere il Natale davvero! Il 25 dicembre arriva e la stanza predisposta per il pranzo inizia a riempirsi di gente. Fu’ad si guarda attorno salutando tutti, ma il suo sguardo continua a cercare di intravedere Jamila. Ad un certo punto arrivano anche Fabio e Giulia, Fu’ad non li vede entrare ma sente un vagito che interrompe ogni azione e lascia in sospeso i respiri e gli sguardi di tutti. Una piccola luce di speranza brilla tra quelle vite piegate dal dolore della fame e della guerra. È l’ultimo nato! Ed è già stato cullato da tante braccia perché quella creatura, né africana, né italiana, solamente… nata chiede di essere amata. “Di che colore è l’amore?” chiede Fabio a Giulia guardando commosso Jamila e Fu'ad che abbracciano il loro bambino. “Non lo so di preciso!” — risponde Giulia — “forse è come l’arcobaleno!!”. “E che faccia ha Dio?”, chiede ancora Fabio. “Oggi è quella di un bambino!”, risponde Giulia accarezzando Emanuele. I giorni trascorrono lenti e il freddo inizia a farsi pungente. Fabio e Giulia arrivano con scatoloni pieni di maglioni, giubbotti e abiti pesanti puliti: “C’è un regalo per voi da parte della parrocchia!”, gridano raggianti. Fu’ad prende lo stretto necessario, per lasciare le cose più pesanti ai più anziani e a chi soffre il freddo più di lui. Non ha più avuto il coraggio di chiedere nulla a Fabio e Giulia di Jamila: sa che di certo stanno facendo il possibile per aiutarlo. Con loro e gli altri volontari trascorre gran parte del tempo libero, apprezza che rispondano alle sue tante domande: ricorda il loro stupore quando ha chiesto come mai le strade del paese fossero improvvisamente piene di luci e decorazioni, cosa fossero quegli alberi pieni di luci colorate fuori delle case e cosa ci facessero tutti quei pacchi regalo nelle vetrine dei negozi. Gli avevano risposto che si stava avvicinando il Natale e tutto si addobbava a festa. Lui si è stupito più di loro: il dolore per la lontananza di Jamila gli aveva fatto perdere il conto dei giorni ed era già arrivato dicembre! In Africa però il tempo di Avvento non ha tutte queste decorazioni, tutto questo sbarluccichio! Il tempo passa e il 25 dicembre si avvicina: i volontari decidono di organizzare un pranzo con tutti i rifugiati presenti anche nei paesi limitrofi. L’idea è stata accolta con gioia da tutti: è un’occasione per rivedere volti conosciuti, per stare di nuovo un po’ insieme, per parlare la propria lingua, per condividere una giornata così importante…per vivere il Natale davvero! Il 25 dicembre arriva e la stanza predisposta per il pranzo inizia a riempirsi di gente. Fu’ad si guarda attorno salutando tutti, ma il suo sguardo continua a cercare di intravedere Jamila. Ad un certo punto arrivano anche Fabio e Giulia, Fu’ad non li vede entrare ma sente un vagito che interrompe ogni azione e lascia in sospeso i respiri e gli sguardi di tutti. Una piccola luce di speranza brilla tra quelle vite piegate dal dolore della fame e della guerra. È l’ultimo nato! Ed è già stato cullato da tante braccia perché quella creatura, né africana, né italiana, solamente… nata chiede di essere amata. “Di che colore è l’amore?” chiede Fabio a Giulia guardando commosso Jamila e Fu'ad che abbracciano il loro bambino. “Non lo so di preciso!” — risponde Giulia — “forse è come l’arcobaleno!!”. “E che faccia ha Dio?”, chiede ancora Fabio. “Oggi è quella di un bambino!”, risponde Giulia accarezzando Emanuele. ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO ATTORNO ALL’ALBERO…IN GIOCO Il piccolo Gesù arriva nella nostra storia come il bambino di Fu’ad e Jamila. Ci chiede una sola cosa: di abitare nella nostra casa e nel nostro cuore. Dopo la lettura del brano del Vangelo di Luca (2,1-14) invitare i bambini a disegnare il proprio presepe (quello che hanno fatto a casa, a scuola, in parrocchia, in qualche gita o semplicemente quello che hanno in mente). Proporre poi ai bambini di appendere il disegno (magari incollato su un cartoncino) a casa per dire a tutti che Gesù è venuto ad abitare in mezzo a noi. Il piccolo Gesù arriva nella nostra storia come il bambino di Fu’ad e Jamila. Ci chiede una sola cosa: di abitare nella nostra casa e nel nostro cuore. Dopo la lettura del brano del Vangelo di Luca (2,1-14) invitare i bambini a disegnare il proprio presepe (quello che hanno fatto a casa, a scuola, in parrocchia, in qualche gita o semplicemente quello che hanno in mente). Proporre poi ai bambini di appendere il disegno (magari incollato su un cartoncino) a casa per dire a tutti che Gesù è venuto ad abitare in mezzo a noi. ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI! ATTORNO ALL’ALBERO…INCONTRIAMOCI! La Casa Madonna Pellegrina organizza anche quest’anno Natalinsieme, un momento ormai atteso per trascorrere insieme ad amici il giorno che per eccellenza è dedicato a ritrovarsi con le persone care. Il programma è ricco e prevede: lo scambio degli auguri, il pranzo, la tradizionale tombola, la lotteria, giochi di prestigio, musica e danze. La partecipazione è libera: chi volesse partecipare può dare la propria adesione, entro le ore 12.00 di mercoledì 21 dicembre, chiamando direttamente la Casa della Madonna Pellegrina (tel. 0434546811) o la Caritas (tel. 0434221222). Chi vuole può contribuire alle spese attraverso un’offerta da far avere direttamente alla Casa della Madonna Pellegrina. E’ ben accetta inoltre ogni nuova collaborazione: se avete amici o amiche che possono dare un mano invitateli! La Casa Madonna Pellegrina organizza anche quest’anno Natalinsieme, un momento ormai atteso per trascorrere insieme ad amici il giorno che per eccellenza è dedicato a ritrovarsi con le persone care. Il programma è ricco e prevede: lo scambio degli auguri, il pranzo, la tradizionale tombola, la lotteria, giochi di prestigio, musica e danze. La partecipazione è libera: chi volesse partecipare può dare la propria adesione, entro le ore 12.00 di mercoledì 21 dicembre, chiamando direttamente la Casa della Madonna Pellegrina (tel. 0434546811) o la Caritas (tel. 0434221222). Chi vuole può contribuire alle spese attraverso un’offerta da far avere direttamente alla Casa della Madonna Pellegrina. E’ ben accetta inoltre ogni nuova collaborazione: se avete amici o amiche che possono dare un mano invitateli! ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE! ATTORNO ALL’ALBERO…CANTIAMO A TE! Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Luca (2,1-14) si può cantare insieme: Noel, Noel, chiara luce nel ciel: Prima e dopo la lettura del brano del Vangelo di Luca (2,1-14) si può cantare insieme: Noel, Noel, chiara luce nel ciel: nella grotta divina è nato Gesù. Noel, Noel, le campane nel ciel suonano liete e festose: è nato Gesù. Noel, Noel, Noel, Noel. insieme adoriamo il bimbo Gesù. Noel, Noel, cantan gli angeli in ciel! sia pace in terra: è nato Gesù. Noel, Noel, adoriamo il Signor, sia pace tra noi è nato Gesù. Noel, Noel, Noel, Noel, insieme adoriamo il bimbo Gesù. nella grotta divina è nato Gesù. Noel, Noel, le campane nel ciel suonano liete e festose: è nato Gesù. Noel, Noel, Noel, Noel. insieme adoriamo il bimbo Gesù. Noel, Noel, cantan gli angeli in ciel! sia pace in terra: è nato Gesù. Noel, Noel, adoriamo il Signor, sia pace tra noi è nato Gesù. Noel, Noel, Noel, Noel, insieme adoriamo il bimbo Gesù. Natale del Signore ATTORNO ALL’ALBERO… INSIEME ALLA Natale del Signore ATTORNO ALL’ALBERO… COMUNITÀ Al termine della Santa Messa di Natale si può consegnare alla Comunità Parrocchiale una preghiera di lode e ringraziamento da recitare prima del pranzo in famiglia come segno che il festeggiato è Gesù venuto ad abitare in mezzo a noi. INSIEME ALLA COMUNITÀ Al termine della Santa Messa di Natale si può consegnare alla Comunità Parrocchiale una preghiera di lode e ringraziamento da recitare prima del pranzo in famiglia come segno che il festeggiato è Gesù venuto ad abitare in mezzo a noi. «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» Oggi su noi tutti splende la luce: è nato per noi il Signore! Nella Tua culla di bambino noi vediamo Dio che vuole abitare in mezzo a noi per entrare nel cuore di ogni uomo. La pace è dentro i nostri cuori e ci rende sereni e pieni di gioia di vivere. Grazie, Gesù, per essere venuto tra noi. Grazie, Gesù, per averci fatto incontrare attorno a questa tavola nella gioia del Natale. Amen! Oggi su noi tutti splende la luce: è nato per noi il Signore! Nella Tua culla di bambino noi vediamo Dio che vuole abitare in mezzo a noi per entrare nel cuore di ogni uomo. La pace è dentro i nostri cuori e ci rende sereni e pieni di gioia di vivere. Grazie, Gesù, per essere venuto tra noi. Grazie, Gesù, per averci fatto incontrare attorno a questa tavola nella gioia del Natale. Amen! CARITAS UFFICIO CATECHISTICO CARITAS UFFICIO CATECHISTICO