Il problema dell’essere 1 ELEA 2 Critica risoluta contro l’antropomorfismo religioso del mondo greco incoraggiate da Omero ed Esiodo. Esiste una sola divinità, un Dio-tutto, che è eterno e non ha niente in comune con gli uomini. 3 Di Elea, colonia greca sulla costa campana. Visse tra il 550 e il 450. Probabile appartenenza ad un ambiente aristocratico. La sua opera: Intorno alla natura, scritta in versi (rimasti 154 versi). Trasportato al cospetto di una dea che gli rivela “il solido cuore della ben rotonda verità”. 4 Due vie di fronte all’uomo: VERITA’ Alètheia Ragione Il vero Propria del filosofo OPINIONE Doxa Sensi L’apparente Propria dell’uomo comune La ragione ci dice fondamentalmente una cosa: L’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere. Solo l’essere esiste, il non essere non esiste e non può essere pensato. Mente e parole si riferiscono solo all’essere. 5 Intorno alla natura La riflessione filosofica passa dal piano fisico al piano metafisico: è il fondatore dell’ontologia, cioè la riflessione sull’essere in quanto nozione astratta e generale. Nella mentalità arcaica non è prevista la distinzione tra: Ontologia – sfera dell’essere (realtà) Logica – sfera del pensiero (pensiero) Linguistica – sfera del linguaggio (parola) Una cosa è vera ed è esprimibile (pensabile e dicibile) solo quando è reale; è reale solo quando è pensabile e dicibile. 6 Nel suo orizzonte culturale c’è non distinzione tra: REALTA’ – VERITA’ – PAROLA Ma è oggetto di analisi critica che solleva alcuni dubbi: Non a tutti i nomi corrispondono cose materiali e visibili … Il linguaggio formula affermazioni e negazioni, ma nella realtà vi sono solo cose che sono … La sua indagine verte intorno alle varie accezioni del verbo essere (estì). 7 Solo l’è esprime la realtà di qualcosa e non può essere mescolato con il non è. “… né infatti potresti mai pensare ciò che non è (non è infatti possibile), né potresti esprimerlo”. Due vie si aprono allora: L’essere è – l’essere non è 1 – l’essere è da interpretare come una realtà di cui si predica o non predica l’esistenza. 2 – l’essere è un elemento logico-verbale: è = affermazione della presenza di qualcosa nel pensiero (verità); non è = forma verbale che non si può dire o pensare (via dell’errore). L’unico logos (pensiero, parola, discorso) è quello che dice e pensa in modo non contraddittorio, cioè un è assolutamente indeterminato. 8 Dire è significa affermare la .realtà di un contenuto mentale. Opposizione linguistica: è - non è corrispondente Opposizione ontologica: essere - non essere Verità: riconosce la realtà che una parola indica. Il verbo essere diventa un sostantivo neutro che indica un concetto astratto. L’ontologia diviene lo studio dell’essere nelle sue caratteristiche generali. 9 Sul divieto di mescolare essere e non essere si fondano gli attributi dell’essere: oIngenerato e imperituro, dal nulla non può venire e nel nulla non può finire oEterno, solo presente, atemporale, senza passato e futuro oImmutabile e immobile, non si muove e non diviene oUnico, non molteplice poiché ogni cosa non sarebbe le altre oOmogeneo, ogni sua frattura o vuoto sarebbe non essere oFinito, ben rotonda sfera, finitezza sinonimo di compiutezza e perfezione Parmenide continua ad argomentare muovendosi in modo complesso tra il divieto linguistico di mescolare è e non è e il divieto ontologico di mescolare essere e nulla. 10 La sua ontologia rimanda alla gnoseologia: il discorso sull’essere rimanda alla conoscenza della verità. ESSERE NON ESSERE Pensiero razionale Sensi Verità Opinione Essere vero pensato secondo il Essere apparente , attestato principio del logos: la filosofia dai sensi che mescolano essere è discorso vero, scienza, e non essere. sull’essere che acquista il L’esperienza sensibile è carattere della necessità. apparenza ingannevole: Ontologia dell’Assoluto. parole vuote e fasulle 11 Sembra esserci una terza via: quella dell’opinione plausibile. Gli opposti devono pensarsi come inclusi in una superiore unità dell’essere: sono ambedue essere e dunque in essi non v’è posto per il non-essere. Comunque l’opinione rimane sempre un discorso sull’apparenza , privo di verità incontrovertibile. 12 Dimostrò l’assurdità delle teoria che ammettevano la molteplicità e il divenire per confermare e difendere la tesi di Parmenide. Usò la dialettica: ammettere in via ipotetica la tesi dell’avversario per ricavarne conseguenze che la confutino. Egli si scagliò contro le filosofia che ammettevano la molteplicità/pluralità del princiopio: pitagorici (numeri), Anassagora (omeomerie). 13 Contro la pluralità: Se le cose fossero molte, il loro numero sarebbe a un tempo finito e infinito. La stessa cosa accadrebbe se si ammettesse che ogni cosa è costituita da molte unità 14 Contro la realtà del movimento: “dello stadio”: non è possibile percorrere in un tempo finito infinite parti di spazio. “dell’Achille”: la distanza tra Achille e la tartaruga non si ridurrà mai a zero. Presupposto concettuale: posta l’infinita divisibilità dello spazio un corpo che si muove in esso non potrà mai raggiungere la propria meta poiché dovendo superare infiniti punti dovrà impiegare un tempo infinito. Aristotele: distinguerà tra realtà, dove esiste solo il finito, e pensiero, dove vi è la possibilità di aumentare o diminuire indefinitamente una quantità data. 15 Contro la realtà del movimento: “della freccia”: essa ci appare in movimento ma in realtà è immobile. “masse nello stadio”: un punto mobile va a una certa velocità e simultaneamente al doppio di essa. Per Zenone la relatività del movimento è un assurdo logico che testimonia la impensabilità razionale del nostro mondo che è illusorio apparente. 16 17 Discepolo di Parmenide. Esperto di arte nautica e comandante della flotta che sconfisse Pericle nel 442 ac. Importante per la deduzione rigorosa degli attributi dell’essere vero. “Nulla viene dal nulla”: evidente e incontrovertibile verità: il nulla è un “luogo” impensabile e dunque è impossibile che l’essere vi derivi: dunque l’essere è ingenerato. L’essere è anche infinito (novità rispetto a Parmenide!): poiché non ha né principio né fine. L’essere è sempre, non ha limiti nel passato e nel futuro: l’eternità è totale estensione nel tempo (in Parmenide eterno presente estraneo al tempo). L’essere è infinito (non definito – ben rotonda sfera – come 18 in Parmenide), è dotato di piena unità che è totalità. L’essere è totalità che non ammette nulla fuori di sé. L’essere, poichè è uno e infinito, è dunque indiveniente. Non incontra mai altro da sé (non essere), non è affetto da alcuna forma di divenire: •mutamento, movimento, •morte, nascita Il logos, il ragionamento filosofico, esclude categoricamente il mondo dei sensi (divenire), negando legittimità all’esperienza e all’apparenza ( il logos esclude tutto ciò che non si dispone secondo le sue leggi). Non esclude invece la molteplicità, cioè la diversità tra le cose. 19