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Donne nel “nido di Dam”… Deborah che lotta coi mulini a
vento e Stella fuggita dall’orco
Martedì 7 marzo 2017
“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia, che ama definirsi “una truccatrice struccata”.
Uno spazio al femminile dal taglio volutamente “leggero” in cui parlare a 360 gradi di tutto
ciò che ruota intorno alle donne. In salsa savonese, naturalmente.
Deborah non ha mai desiderato essere una principessa. Quando l’ho conosciuta, Deborah
era una ventenne bellissima, indipendente, coraggiosa, una di quelle con lo sguardo
sempre erto e sicuro, la spada sguainata a difendere i propri ideali. Deborah sbatteva la
faccia contro i mulini a vento e sembrava non farsi mai male. Un sorriso enorme e
contagioso, Deborah cambiava colore di capelli ogni due mesi, mangiava come un
camionista e non ingrassava mai.
Stella voleva la favola. Al suo paese non c’erano principi azzurri, né cerulei, né grigetti.
Non parliamo poi di cavalli bianchi. Niente cavalli. Al massimo muli e forse un asino. Se sei
una principessa e ti chiami Stella e vieni da un paese straniero puoi anche sposare un orco
credendolo un principe.
Deborah ha studiato per fare l’infermiera, e nel suo lavoro è bravissima: pragmatica,
sorridente, decisionale… i pazienti la amano e lei ama loro. Ha qualche fidanzato, gli
uomini la temono e la ammirano, continua a sbattere contro i mulini a vento, mette
qualche cerotto e va avanti col suo solito sorriso aperto.
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Stella ha sposato un orco, sì, ma quando guarda negli occhi delle due creature che ha
messo al mondo pensa che, tutto sommato, non fa così male. Qualche attacco di
nervosismo, in fondo, lo abbiamo tutti, lei è sempre stanca e lui quando beve non è piu lo
stesso e lei a volte non riesce a star buona, parla troppo, lui fa bene a rimetterla al proprio
posto.
Deborah non fa più l’infermiera.
Stella voleva la favola e ora vive in un incubo. Gabriele e Riccardo non meritano questo e
ora lei ne è consapevole.
Deborah ha 40 anni, la ritrovo in una casa grande, piena di luce. In un nido. Il nido di Dam.
I muri sono colorati e carichi di disegni, scritte significative, murales. Qualcuno suona una
pianola, qualcuno canta, qualcuno porta i dolcetti, c’è chi vorrebbe giocare ai videogiochi
ma forse non è l’ora giusta.
Ci sono delle regole e Deborah è severa. È sempre bellissima e scommetto che mangia
ancora come un lupo. Le ragazze si fanno belle per uscire, Deborah le controlla da lontano.
Mi racconta con gli occhi scuri e tristi delle donne che ha perso e di quelle che ha
recuperato, tra le mani mi sembra di vedere passare le anime lacerate di cui parla, parla di
toppe, di cerotti, di autostima e di abitudine all’abuso.
Stella torna da lavoro e si siede con noi a bere il caffè, ogni tanto lo sguardo si posa su
Gabriele che suona la pianola con gli occhi socchiusi e su Riccardo che è riuscito a eludere
le regole e a fare una partita a Super Mario.
Deborah ha aperto una casa famiglia a Savona. Gli uomini hanno ancora paura di lei ma
non importa granché. Stella, Riccardo e Gabriele vivono con lei. Riccardo nell’ultima
pagella ha avuto 9 in condotta.
Deborah ha smesso di cambiare colore di capelli ogni mese, ma non credo che abbia mai
smesso di combattere contro i mulini a vento.
Buon 8 marzo.
Nota di redazione: il nome di Deborah è reale, mentre quelli di Stella, Riccardo e
Gabriele sono di fantasia. Stella aveva chiesto di usare il suo vero nome, ma farlo avrebbe
significato rendere potenzialmente identificabili i due bambini: per questo abbiamo
cercato un altro nome che evocasse, per quanto possibile, sensazioni simili a quello
originale.
“Rosso Pistacchio” è la rubrica al femminile di IVG, ogni martedì a cura di Marzia
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