Chemioterapia e medicina naturale: attenzione
alle interazioni
Chemioterapia e medicina naturaleChemioterapia e medicina naturale è un
connubio sempre più frequente.
Molte persone che si trovano nella necessità di fare una chemioterapia
spesso si rivolgono anche alla medicina naturale. Questa ricerca nasce
dall’esigenza di attenuare gli effetti collaterali di certe terapie. Altri invece
cercano soluzione del problema oncologico con le terapie non convenzionali.
Esistono in letteratura scientifica molti studi che dimostrano che in alcuni
casi chemioterapia e fitoterapia insieme possono migliorare la guarigione.
Nel mondo scientifico è in aumento la terapia oncologica integrata. Ci sono
associazioni di medici che si occupano proprio di questo. Una di queste è
ARTOI. http://www.artoi.it/ Ed ogni anno vengono fatti su tutto il territorio
nazionale convegni che promuovono questa pratica medica integrata.
Vengono utilizzate varie forme di medicina naturale: omeopatia, medicina
antroposofica, agopuntura, fitoterapia, nutraceutica ecc. in
accompagnamento alla chemioterapia. Lo scopo è quello di renderla più
efficace e con meno effetti dannosi.
Le piante comunque non sono prive di effetti collaterali. Inoltre alcune
sostanze hanno interferenza con i farmaci chemioterapici. Quindi, quando si
fa chemioterapia, è assolutamente necessario rivolgersi ad un medico
esperto prima di assumere qualunque fitoterapico o integratore.
Chemioterapia e medicina naturale, come
avvengono le interazioni?
Come avvengono le interazioni tra chemioterapia, fitoterapia e cibo? Tutte
le sostanze che entrano nel nostro corpo per poter essere eliminate devono
passare dal fegato. Qui vengono modificate da enzimi (laboratori chimici)
che le preparano per l’espulsione. I farmaci chemioterapici hanno molti
effetti collaterali quindi per ognuno di essi viene calcolata esattamente la
dose da somministrare. Infatti in questi casi deve essere assunta la più
piccola dose che dia però il massimo effetto.
Alcune sostanze sono dette induttori enzimatici. Queste sostanze
stimolano questi enzimi a lavorare più velocemente. Facciamo un esempio.
Somministro un farmaco che per essere efficace deve stare nel corpo sei ore.
Ma se contemporaneamente assumo una sostanza che fa da induttore
enzimatico lo eliminerò molto più velocemente. Quindi potrei avere una cura
non efficace ma con quasi tutti gli effetti collaterali.
Altre invece sono degli inibitori enzimatici. queste sostanze invece
diminuiscono la velocità di lavoro degli enzimi del fegato. Quindi un sistema
di eliminazione meno efficiente lascia a spasso nell’organismo per più tempo
la chemioterapia e quindi diventa molto più tossica.
Altre sostanze vegetali invece hanno un’azione che contrasta con quella
del farmaco somministrato. Quindi abbiamo l’effetto “tela di Penelope”. Un
farmaco costruisce una cosa e l’altro la disfa.
Sostanze vegetali rischiose
Sostanze vegetali rischiose quando si fa chemioterapia sono quelle che
interferiscono con l’effetto o con l’eliminazione del farmaco.
Echinacea
L’echinacea è una pianta erbacea che ha una grandissima azione per
aumentare le difese immunitarie dell’organismo. se viene presa insieme alla
maggior parte dei chemioterapici può diminuirne gli effetti. Attenzione
all’uso di echinacea come fitoterapico anche quando si fanno cure con
immunosoppressori. Queste terapie vengono fatte per malattie autoimmuni
tipo artrite reumatoide. infatti l’echinacea interferisce con farmaci come il
metotressato.
Iperico
Iperico o erba di San Giovanni come fitoterapico viene usato per i disturbi
dell’umore. Ed è facile aver bisogno di un supporto quando si affrontano certi
percorsi come la chemioterapia!
L’iperico è un induttore enzimatico, quindi la chemioterapia potrebbe non
avere il tempo di fare effetto. Anche alcuni farmaci di sintesi per la
depressione possono dare questo problema ma in questo caso è competenza
del medico che li prescrive aggiustare il dosaggio.
Ginseng
Ginseng è una pianta orientale di cui viene utilizzata la radice. Viene usata
da moltissime persone come energizzante. Naturalmente durante la
chemioterapia è facile sentirsi stanchi e quindi può sembrare utile assumere
questo fitoterapico. Però questo può interagire con i farmaci poichè è un
inibitore enzimatico. Quindi alcuni farmaci chemioterapici possono restare
più a lungo nell’organismo e provocare danni.
Aloe
Aloe è una pianta con foglie grandi e grosse dalle quali si ricava il gel che
viene poi utilizzato. Non è bene utilizzarla con alcuni tipi di chemioterapici
che contengono platino. Infatti una sostanza presente nel succo di aloe,
aloemodina, potrebbe rendere i farmaci meno efficaci.
Succo di pompelmo
Il succo di pompelmo è una bevanda dissetante gradita a molte persone.
Però è un forte inibitore enzimatico.Quindi aumenta la concentrazione del
farmaco nel corpo quindi anche gli effetti tossici. Un bicchiere da 250ml
mostra questa azione per 24 ore. Questo succo andrebbe evitato anche
quando si fa la terapia con la compressa per 5 anni dopo l’intervento di
tumore al seno.
Soia
La soia è un legume che viene usato anche a scopo alimentare. Sarebbe
bene non assumerla se si fa una chemioterapia che utilizza una classe di
farmaci chiamati taxoli. In questo caso la soia fa inibitore enzimatico e quindi
aumenta la concentrazione di farmaco nel sangue.
Camomilla e olio essenziale di menta
Camomilla e olio essenziale di menta assunto per bocca possono interferire
con il farmaco anastrazolo. Questo farmaco viene prescritto come compressa
da assumere tutti i giorni per 5 anni dopo alcune forme di tumore al seno. In
questo caso la camomilla riduce la concentrazione del farmaco. Mentre l’olio
essenziale di menta assunto per bocca aumenta la concentrazione del
farmaco.
Bibliografia
http://www.farmacovigilanza.eu/node/915
Opuscolo Informativo realizzato dal gruppo di lavoro Farmacia Oncologica
IRST e
Farmacia Ospedaliera AUSL Romagna sede Forlì