187
Capitolo 6
Il modello IS - LM
Fino ad ora abbiamo considerato separatamente il mercato
delle merci e il mercato della moneta, a questo punto
dobbiamo prendere in considerazione i collegamenti esistenti
fra i due mercati e quelli con il mercato dei titoli. Gli operatori,
infatti, fanno delle scelte di portafoglio destinando il loro
reddito all’acquisto di beni e servizi, all’acquisto di titoli ed
altre attività finanziarie, ovvero, tengono moneta. Poiché la
domanda di titoli equivale all’offerta di moneta, e viceversa
l’offerta di titoli equivale alla domanda di moneta, se il
mercato della moneta è in equilibrio anche quello dei titoli
deve esserlo. Prendiamo, perciò, in considerazione solo i due
mercati delle merci e della moneta e analizziamo i rapporti fra
di essi.
6.1 Equilibrio sul mercato delle merci
Consideriamo il mercato delle merci. Ricordiamo che il livello
del reddito, in un sistema chiuso senza rapporti con il resto del
mondo, dipende dalla domanda aggregata, formata dalla
domanda per consumi delle famiglie, dalla spesa per
investimenti effettuata dalle imprese e dalla spesa effettuata dal
settore pubblico al netto delle imposte.
Y = AD = C + I + G
188
Mario Oteri
Il consumo è dato da una componente autonoma più una
componente che dipende dal reddito disponibile, cioè dal
reddito meno le imposte. L’investimento è la spesa che le
imprese fanno per accrescere la capacità produttiva, questa
spesa dipende dalle aspettative delle imprese, dal reddito che
stimano di poter guadagnare, e
dal costo finanziario
dell’investimento, cioè dal tasso di interesse. Infatti per
effettuare un investimento occorre liquidità che può essere
data da mezzi propri o presa a prestito, in ogni caso bisogna
tenere conto del costo della moneta, cioè del tasso di interesse
che, se si prende a prestito rappresenta un costo vivo, se si
hanno mezzi propri è un costo opportunità, piuttosto che fare
un investimento reale conviene dare la liquidità a prestito per
ottenere l’interesse di mercato. Quindi il tasso d’interesse
rappresenta per chi fa investimenti un costo vivo, il costo
finanziario dell’investimento; il rendimento atteso di un
investimento deve coprire sia il costo reale che il costo
finanziario dello stesso: tanto maggiore il tasso di interesse
tanto minore la quantità di investimenti che possono essere
effettuati. Poiché l’impresa confronta il rendimento col costo
finanziario, se il costo finanziario è inferiore al tasso di
rendimento l’impresa ha convenienza a effettuare
l’investimento, se il costo finanziario supera il tasso di
rendimento l’impresa non fa investimenti.
In particolare consideriamo una componente della spesa per
investimenti indipendente dal livello del reddito (investimento
autonomo), ad esempio spesa per ammortamenti necessari a
ricostituire il capitale obsoleto nel processo produttivo, e una
componente della spesa per investimenti che dipende, in
relazione inversa, dal tasso di interesse. Se il tasso d’interesse
Il modello IS / LM
aumenta la spesa per investimenti diminuisce, quindi possiamo
scrivere una relazione funzionale del tipo (-di) dove il
parametro d indica la reattività della spesa per investimenti al
tasso di interesse. La reattività può essere diversa secondo la
congiuntura economica; in un periodo di grande espansione,
anche con tassi d’interesse relativamente elevati le prospettive
di profitto sono enormi e si fanno investimenti, mentre in una
situazione di crisi, di depressione, con aspettative negative,
anche se i tassi di interessi sono bassi non si fanno
investimenti. Date queste definizioni delle componenti della
domanda aggregata andiamo a sostituire nella prima e
otteniamo,
Y= ā +bY -bT + Ī -di + G
questa è l’equazione della domanda aggregata. L’incognita è
costituita da Y che rappresenta il livello del reddito
d’equilibrio, cioè il livello del reddito che dà l’eguaglianza sul
mercato dei beni. Abbiamo un’altra incognita rappresentata
dal tasso d'interesse i , ma la consideriamo al momento come
data e quindi risolviamo per Y, avremo
Y- bY= ā +Ī + G -bT -di
evidenzio alla fine la relazione funzionale fra spesa per
investimenti e tasso di interesse, metto in evidenzia b e avrò
(1-b)Y= ā+Ī+G-bT -di,
che si risolve
Y = (ā+Ī+G-bT –di) / (1-b)
da cui
189
190
Mario Oteri
Y=__1__ (ā+Ī+G-bT –di)
(1-b)
Il livello del reddito dipende dalla domanda aggregata, cioè
dipende dal valore del moltiplicatore legato alla propensione
marginale al consumo, tanto maggiore il parametro b tanto più
ampio l’effetto del moltiplicatore e viceversa, poi dipende
dalle componenti autonome della spesa, consumo autonomo e
investimento autonomo del settore privato, spesa del settore
pubblico che consideriamo come autonoma, che hanno un
effetto positivo sul livello del reddito. Le imposte, cioè le
entrate del settore pubblico che rappresentano un prelievo dal
flusso circolare del reddito, hanno invece un effetto negativo
sul livello del reddito, il segno è meno, tanto maggiore è il
livello di imposta tanto minore sarà il livello del reddito;
l’effetto dell’imposta tuttavia non è pari all’intero ammontare
dell’imposta ma alla parte d’imposta che colpisce il consumo,
quindi dato un ammontare di imposta pari a T l’effetto
negativo sarà pari a bT, la parte di imposta che colpisce il
consumo,
per il moltiplicatore. L’elemento nuovo che
abbiamo inserito è la spesa per investimenti legata in relazione
inversa al tasso d’interesse (-di)
6.1.1 Tasso d’interesse e domanda aggregata
Il livello del reddito dipende dal valore del moltiplicatore,
dalle componenti autonome private e dalla spesa pubblica, e
varia in relazione al tasso di interesse di mercato, infatti se il
tasso di interesse aumenta la spesa per investimenti
191
Il modello IS / LM
Figura 6.1.1 Costruzione della curva IS
D
45°
E1
Y1
= α ( Ā – d i 1)
E
Y=α(Ā–d
Y1
Y
i)
Y
i
i
A
i1
B
IS
Y
Y1
Y
192
Mario Oteri
diminuisce, diminuisce una componente della domanda
aggregata, e quindi diminuisce il livello del reddito.
Nella figura 6.1.1 la bisettrice indica tutti i punti in cui offerta
e domanda sono uguali, tutto il reddito trova una domanda
uguale e corrispondente, mentre la spesa complessiva è
rappresentata da una funzione crescente, con l’intercetta
sull’asse delle ordinate che dipende dalle componenti
autonome della spesa, cioè consumo, investimento, spesa
pubblica e imposte almeno per la parte che grava sul consumo,
l’inclinazione della funzione invece dipende da b, dalla
propensione marginale al consumo, tanto maggiore è il valore
di b tanto maggiore la pendenza della funzione. Nel punto E,
dove la funzione di domanda incontra la bisettrice, si
determina il livello del reddito di equilibrio Y.
Questa funzione di domanda
Y = α ( Ā – di )
dipende dal valore del moltiplicatore, indicato con la lettera α ,
dalle componenti autonome della spesa, indicate dalla lettera Ā
e dalla spesa per investimenti a sua volta determinata dal tasso
di interesse, indicata da (– di) ; quando il tasso d’interesse è i il
livello di equilibrio del reddito sarà Y. Questi valori, di tasso
d’interesse i e reddito Y, sono individuati nel grafico
sottostante rispettivamente in ordinata e in ascissa, in
corrispondenza al punto A. Questo punto A indica una coppia
di valori, interesse e reddito, che da l’equilibrio sul mercato
delle merci. Ipotizziamo che il tasso d’interesse diminuisca, se
Il modello IS / LM
il tasso d’interesse diminuisce la spesa per investimenti
aumenta, quindi la domanda aggregata aumenta, la nuova
funzione diventa
Y1 = α ( Ā – d i 1 )
e la curva si sposta verso l’alto in corrispondenza alla nuova
spesa per Investimenti determinata dalla riduzione del tasso di
interesse, mentre sono rimasti invariati sia il valore del
moltiplicatore α che le componenti autonome della spesa Ā.
Dato il livello della maggiore domanda si ha un nuovo punto di
equilibrio in corrispondenza dell’incontro fra la funzione di
domanda e la bisettrice, cioè nel punto E1, il nuovo livello del
reddito di equilibrio diventa Y1 . Se si individuano nel grafico
sottostante le coordinate del livello del reddito Y1 e del tasso di
interesse i1 si ottiene sul piano il punto B, che indica una
coppia di valori che rende uguali domanda e offerta. Unendo i
due punti A e B si ottiene una funzione che indica coppie di
valori d’interesse e di reddito che portano in equilibrio il
mercato delle merci, questa funzione è denominata curva IS
(Investimento e Risparmio).
6.1.2 La curva IS
La curva IS si presenta decrescente da sinistra verso destra
ad indicare che se il tasso di interesse diminuisce, per aversi
equilibrio sul mercato delle merci, deve aumentare il livello del
reddito. Le due variabili si muovono in relazione inversa: se il
tasso d’interesse diminuisce la spesa per investimenti aumenta,
la domanda aggregata aumenta, il livello del reddito aumenta.
193
194
Mario Oteri
Il livello della curva IS dipende dal livello della domanda
aggregata che, a sua volta, è data dalle componenti autonome
della spesa, Ā , il consumo autonomo, gli investimenti
autonomi, la spesa pubblica, le imposte (se le imposte
aumentano si riduce e viceversa). A seconda del livello delle
componenti autonome della spesa sarà diversa la posizione
della curva IS sul piano. Variazioni delle componenti
autonome della spesa determinano spostamenti della IS, cioè a
parità di interesse avremo un livello del reddito diverso, più
elevato se aumentano, minore se diminuiscono, la funzione IS
si sposta verso l’alto e verso destra nel primo caso, verso il
basso e verso sinistra nel secondo. In particolare se aumenta la
spesa pubblica, aumenta una componente autonoma, e quindi
aumenta la domanda aggregata e il livello del reddito, a parità
di tasso di interesse il livello del reddito sarà maggiore, quindi
la funzione IS si sposta parallelamente a se stessa verso destra
e verso l’alto ad indicare che, a parità d’interesse, vi è un
livello del reddito più elevato. Nel caso delle imposte, invece,
una riduzione delle imposte determina un aumento della
domanda e, quindi, uno spostamento della IS verso l’alto e
verso destra.
IS ↑ quando G↑ ā↑ I↑ bT↓
L’inclinazione della curva IS ci indica invece l’ampiezza
della variazione del reddito in riposta ad una variazione del
tasso d’interesse. Nella figura 6.1.3 rappresentiamo due curve
IS sullo stesso grafico, una meno inclinata (IS2) e l’altra più
inclinata (IS1) ; le due curve hanno un punto in comune E in
corrispondenza ai valori d’interesse (i) e del reddito (Y). Una
diminuzione del tasso d’interesse dal valore (i) al valore (i 1)
Il modello IS / LM
avrà effetti diversi sul livello del reddito a seconda
dell’inclinazione della curva IS. Lungo la curva più inclinata
(IS1) la variazione del reddito è pari a Y – Y1 , mentre su
quella meno inclinata (IS2) la variazione del reddito è molto
più ampia e pari a Y – Y2 .
Figura 6.1.2 Reattività della IS al tasso d’interesse
i
i
E
i1
E1
E2
IS1
IS2
Y
Y1
Y2
Date le componenti autonome della spesa , l’effetto di una
variazione del tasso d’interesse sul livello del reddito dipende:
a) dalla reattività della spesa per Investimenti al tasso
d’interesse , il parametro d, e
b) dal valore del moltiplicatore ovvero dalla propensione
marginale al consumo.
195
196
Mario Oteri
La prima variabile che influenza l’inclinazione della IS è la
reattività della spesa per investimenti al tasso d’interesse , il
parametro d, perché questo modello si basa sul fatto che la
spesa per investimenti sia reattiva alla variazione del tasso di
interesse. In base al valore di d si ha un diverso effetto sul
reddito: se la spesa per investimenti è molto reattiva al tasso
d’interesse avremo una variazione molto elevata del reddito,
perché l’investimento cresce di molto, e quindi il reddito
aumenta di molto, cresce la domanda e aumenta il reddito. Se
invece l’investimento è poco reattivo al tasso d’interesse il
livello del reddito aumenta in misura minore o addirittura non
aumenta. Se, infatti, la spesa per investimenti non reagisce alle
variazioni del tasso d’interesse la curva IS si presenta rigida,
verticale.
Negli ultimi anni abbiamo avuto tassi d’interesse molto bassi,
ma vi sono stati pochi investimenti perché le prospettive erano
negative, anche se il tasso d’interesse diminuiva gli
imprenditori non investivano perché non vedevano opportunità
di profitto: questa situazione può essere rappresentata da una
curva IS verticale.
Data la reattività della spesa per investimenti al tasso
d’interesse, l’ampiezza della variazione del reddito dipende
anche dal valore del moltiplicatore, ovvero dalla propensione
marginale al consumo. Abbiamo visto che la propensione
marginale al consumo, cioè il parametro b, determina
l’inclinazione della funzione di domanda, Y = α ( Ā – di ), nel
senso che tanto maggiore la parte d'incremento di reddito spesa
in consumi , tanto più ampio l’effetto moltiplicativo, tanto più
inclinata la funzione di domanda .
Il modello IS / LM
Tanto maggiore è l’inclinazione della funzione di domanda
tanto minore è l’inclinazione della curva IS. Infatti a parità di
variazione del tasso di interesse e della spesa per investimenti,
se il moltiplicatore è più ampio, sarà maggiore l’aumento del
reddito.
6.2 Equilibrio sul mercato della moneta
Con la funzione IS si determina l’equilibrio sul mercato delle
merci che dipende dalla propensione marginale al consumo e
dal moltiplicatore, dalle componenti autonome della spesa,
consumo, investimento, spesa pubblica, imposte, tutte variabili
che sono date o si determinano sul mercato delle merci.
Dipende poi dall’andamento della spesa per investimenti che, a
sua volta, è determinata dal tasso di interesse di mercato. Il
tasso di interesse, come sappiamo, si determina sul mercato
della moneta, e precisamente dall’equilibrio fra la domanda e
l’offerta di moneta.
i = (kY –M/P) / h
Il tasso d’interesse di mercato, che si è definito come il
compenso per la perdita della liquidità, dipende innanzitutto
dal livello del reddito corrente in quanto gli operatori
domandano moneta, come mezzo di pagamento, in relazione al
livello di spesa che effettuano e il livello di spesa dipende, in
genere, dal livello del reddito; questa relazione è abbastanza
stabile ed è espressa da kY . Dipende poi dalla domanda di
moneta speculativa, come riserva di valore, in particolare il
parametro h ci indica la reattività della domanda di moneta al
tasso di interesse, cioè come varia la domanda di moneta al
197
198
Mario Oteri
variare del tasso di interesse. Dipende infine dall’offerta di
moneta in termini reali (cioè la quantità nominale della moneta
diviso il livello generale dei prezzi ad indicare il potere di
acquisto ), in genere si considera l’offerta nominale di moneta
esogena cioè sotto il controllo della Banca Centrale; la
relazione fra offerta di moneta e tasso d’interesse è inversa.
6.2.1 La curva LM
Per conoscere il tasso d’interesse occorre, quindi, il livello
del reddito necessario per determinare la domanda di moneta
come mezzo di pagamento. Anche in questo caso,
evidenziando gli stretti legami fra i due mercati, possiamo
individuare coppie di valori d’interesse e di reddito che
garantiscono l’equilibrio sul mercato della moneta .
L’analisi si può sviluppare considerando due grafici uno
accanto all’altro: nel grafico di sinistra, che rappresenta il
mercato della moneta, si indica in ordinata il tasso d’interesse
e in ascissa la quantità di moneta. Si è detto che l’offerta di
moneta M/P può essere considerata esogena, cioè controllata
dalla Banca Centrale, in questo caso si presenta
perpendicolare all’asse delle ascisse, ovvero può essere
inclinata positivamente ad indicare che il sistema bancario ha
convenienza ad accrescere l’offerta di moneta all’aumentare
del tasso di interesse. Per semplicità di analisi consideriamo il
caso di perfetto controllo da parte della Banca Centrale.
La domanda di moneta dipende dal livello del reddito e dal
tasso di interesse, è data da
MD = KY – hi
Il modello IS / LM
cioè dalla domanda di moneta per transazione e precauzionale
e da quella speculativa, nel grafico è rappresentata da una
funzione decrescente dove la pendenza indica la reattività della
199
Figura 6.2 Costruzione della curva LM
i
i
MS
LM
i1
i1
B
MD1 = kY1– hi
i
i
A
MD =kY -hi
M
M
Y
Y1
domanda speculativa al tasso d’interesse mentre la posizione
della funzione dipende dal livello del reddito Y. Data l’offerta
di moneta M, il tasso di interesse sarà pari a i determinato
dall’incontro fra domanda e offerta Nel grafico a destra
possiamo individuare le coppie di valori di interesse e di
reddito che danno l’equilibrio sul mercato della moneta, in
questo caso avremo il valore Y e il valore i, che ci permettono
200
Mario Oteri
di individuare il punto A che ha come coordinate quei valori di
equilibrio.
Se il livello del reddito aumenta da Y a Y1, la domanda di
moneta per transazione tende ad aumentare, perché gli
operatori effettueranno maggiori spese e, quindi, avranno
bisogno di una quantità di moneta più elevata che cercano di
procurarsi convincendo gli operatori che hanno moneta
speculativa, oziosa, a darla a prestito. Per convincere gli
operatori a disfarsi della moneta che detengono è necessario
pagare interessi più elevati. In termini grafici un aumento del
reddito si evidenzia con uno spostamento della funzione di
domanda di moneta verso l’alto e verso destra, in MD1 = kY1.
Si nota che a parità di interesse i la domanda di moneta eccede
l’offerta, quindi il tasso di interesse comincia ad aumentare, la
domanda di moneta speculativa si riduce e si arriva ad un
nuovo equilibrio con un tasso di interesse i1 superiore ad i.
Ovviamente il nuovo livello del tasso d’interesse i1 è elevato
perché l’offerta di moneta è assolutamente rigida, cioè non
varia la quantità di moneta; se non si fosse ipotizzata un’offerta
di moneta sotto il completo controllo della Banca Centrale, si
sarebbe dovuta considerare la possibilità che le Banche, attratte
dalla prospettiva di ottenere un
maggiore rendimento,
avrebbero potuto accrescere l’intermediazione finanziaria e,
quindi, l’offerta di moneta. Di conseguenza il tasso di interesse
sarebbe cresciuto in misura minore rispetto al livello i1, ma
comunque si sarebbe spostato verso l’alto.
Individuiamo nel grafico di destra le nuove coppie di valori di
interesse e di reddito, al tasso di interesse di i1 > i corrisponde
un livello del reddito Y1 più elevato di Y; individuiamo un
nuovo punto B che ha come coordinate Y1 e i1 e che si trova a
destra in alto rispetto al punto A, unendo questi due punti con
Il modello IS / LM
un segmento si ottiene la curva LM, dove L sta per liquidità
ed M per offerta di moneta.
La curva LM indica tutte le coppie di valori d’interesse e di
reddito che danno l’equilibrio sul mercato della moneta. Ha un
andamento crescente, di norma, perché quando il livello del
reddito aumenta, aumenta la domanda di moneta, per
procurarsi maggiore liquidità visto che l’offerta è data, gli
operatori pagheranno un tasso d’interesse maggiore. Quindi se
il reddito aumenta, il tasso di interesse deve aumentare per
mantenere l’equilibrio sul mercato della moneta.
6.2.2 Domanda di moneta e politica monetaria
L’inclinazione della curva LM dipende dall’inclinazione
della domanda di moneta, che sappiamo è data dalla domanda
di moneta speculativa, cioè dalla reattività della domanda di
moneta al tasso di interesse. Tanto più elevato è il valore di h,
tanto meno inclinata si presenta la domanda di moneta e tanto
più piatta si presenta la curva LM.
Il valore estremo si ha quando h è uguale a infinito, la
domanda di moneta è infinitamente elastica, è piatta, e quindi
la curva LM si presenta orizzontale, ad indicare che gli
operatori fanno un domanda di moneta teoricamente infinita: è
il caso della trappola della liquidità. La LM orizzontale ci
indica che, al tasso di interesse ritenuto minimo, la domanda di
moneta diventa teoricamente infinita: tutti vogliono vendere
titoli e domandano moneta, siamo in una situazione di crisi
finanziaria. La LM è verticale quando il valore di h è zero, non
esiste reattività della moneta al tasso di interesse, l’unico
motivo per il quale si domanda moneta è per le transazioni,
non vi è domanda di moneta speculativa. La moneta è
201
202
Mario Oteri
domandata solo come mezzo di pagamento non è tenuta come
riserva di valore.
Figura 6.2.1 Pendenza della curva LM
Trappola della liquidità
Domanda speculativa nulla
i
i
LM
LM
i
Y
Y
Y
Una LM verticale si verifica nell’ipotesi in cui i tassi
d’interesse siano particolarmente elevati, la maggior parte
degli operatori si aspetta che debbano diminuire, quindi hanno
convenienza a tenere titoli e non moneta, ad acquistare oggi
titoli per vendere domani.
L’impostazione liberista può essere evidenziata da una curva
LM verticale, secondo la teoria quantitativa della moneta,
infatti, l’unico motivo per il quale si domanda moneta è quello
delle transazioni, non esiste domanda di moneta speculativa.
Il modello IS / LM
Mentre la LM orizzontale si può presentare nell’impostazione
Keynesiana quando siamo nella situazione di depressione, di
crisi, e quindi la domanda di moneta diventa teoricamente
infinita.
203
Fig. 6.2.2 Aumento dell’offerta di moneta e curva LM
i
i
MS1
MS
LM
LM1
i
E
i
E1
i1
A
A1
MD
M
M1
Y
Di norma la curva LM è inclinata positivamente,
l’inclinazione è tanto minore, e quindi la funzione sarà tanto
più piatta, quanto maggiore è la reattività della domanda di
moneta al tasso di interesse, cioè quanto maggiore è il valore di
h, viceversa la funzione sarà tanto più inclinata quanto minore
è il valore di h, quindi quanto minore è la reattività della
domanda speculativa al tasso di interesse. Se aumenta l’offerta
di moneta il tasso di interesse di mercato tende a diminuire,
204
Mario Oteri
perché c’è maggiore circolazione di moneta e quindi il valore
della moneta diminuisce.
Quale conseguenze avremo in termini di modello LM? In
termini di analisi avremo che a parità di reddito il tasso
d’interesse sarà minore, visto che c’è una maggiore offerta di
moneta. Sul grafico un aumento dell’offerta di moneta è
rappresentato con uno spostamento della funzione LM verso
destra e verso il basso a indicare che a parità di reddito il tasso
di interesse è ora minore.
Considerando il mercato della moneta siamo partiti da una
certa offerta di moneta MS, e da una domanda di moneta MD,
che dipende da un certo livello del reddito Y e, quindi, da una
certa domanda per transazioni; individuiamo il tasso di
interesse i in corrispondenza al livello del reddito Y, nel
grafico a destra tracciamo la funzione LM, che ci dà questa
coppia di valori i-Y. Se aumenta l’offerta di moneta, siamo nel
grafico di sinistra, ci sarà una maggiore quantità di moneta in
circolazione MS1, al tasso d’interesse di equilibrio ci sarà un
eccesso di offerta sulla domanda di moneta, la domanda di
moneta è rimasta al livello iniziale OM, l’offerta di moneta è
OM1, cioè una quantità maggiore. L’eccesso di offerta di
moneta fa diminuire il tasso di interesse, per convincere gli
operatori a detenere moneta i tassi di interessi diminuiscono,
quindi mano a mano che si abbassa il tasso di interesse
aumenta la domanda di moneta e si raggiunge una nuova
situazione di equilibrio con un tasso di interesse minore i1,
mentre il livello del reddito è rimasto Y. Abbiamo un nuovo
punto che ha per coordinate i1 e Y , siamo passati dal punto A
al punto A1, e questo in termini grafici vuol dire che la LM si
sposta verso il basso e verso destra in LM1, ad indicare che a
Il modello IS / LM
parità di reddito vi sarà ora, con un’offerta di moneta
maggiore, un tasso d’interesse minore.
Abbiamo considerato l’esempio di aumento di offerta di
moneta, se vi fosse stata una riduzione, il meccanismo sarebbe
stato opposto: si riduce l’offerta di moneta, viene a mancare la
liquidità nel sistema, la domanda eccede l’offerta, gli operatori
cercano di procurarsi la liquidità necessaria per le loro
transazioni pagando interessi maggiori. Quindi, a parità di
reddito il tasso di interesse aumenta, la curva LM si sposta da
LM1 verso l’alto e verso sinistra in LM.
Le variazioni dell’offerta di moneta permettono di analizzare,
nell’ambito del modello IS-LM, la politica monetaria, cioè
l’intervento dell’autorità monetaria sul mercato della moneta.
Come abbiamo visto la Banca Centrale può accrescere l’offerta
di moneta, ad esempio, acquistando titoli sul mercato, ovvero
riducendo il tasso ufficiale di sconto, cioè il prezzo del denaro
all’ingrosso, il prezzo che fa pagare alle altre banche per dare
anticipazioni di liquidità. Una politica monetaria espansiva
consiste in un aumento dell’offerta di moneta e in una
riduzione del tasso d’interesse di mercato, e si evidenzia sul
grafico in uno spostamento della curva LM verso destra, una
politica monetaria restrittiva al contrario consiste in una
riduzione dell’offerta di moneta e in un aumento del tasso
d’interesse di mercato, e si evidenza con uno spostamento della
curva LM verso sinistra e verso l’alto.
Se siamo nella situazione di trappola della liquidità, la
politica monetaria non può avere alcuna efficacia perché gli
operatori non sanno che farsene della moneta, ne hanno in
abbondanza, tutti cercano di vendere titoli, quindi un aumento
della liquidità nel sistema non cambia nulla, il tasso d’interesse
è già a livello minimo. La politica monetaria espansiva può
205
206
Mario Oteri
avere effetti sul mercato quando non c’è liquidità, c’è scarsa
liquidità nel sistema e, quindi, aumentare l’offerta di moneta,
ridurre il tasso di interesse, può spingere gli operatori ad
accrescere le loro spese.
6.3 Equilibrio simultaneo sul mercato delle merci e della
moneta
Abbiamo visto che l’equilibrio sul mercato della moneta
dipende dal tasso di interesse, ma per determinare il tasso di
interesse si deve conoscere il livello del reddito, che influenza
la domanda per transazioni. Si ricorda che il livello del reddito
si determina sul mercato delle merci, dato il valore del
moltiplicatore, delle componenti autonome della spesa e la
spesa per investimenti che, a sua volta, dipende dal tasso
d’interesse. Se il livello del reddito dipende dal tasso di
interesse e il tasso di interesse dipende dal livello del reddito,
non si può determinare l’equilibrio su un mercato
indipendentemente dall’equilibrio sull’altro mercato, occorre
determinarlo simultaneamente. Infatti la funzione LM ci indica
tutte le coppie di valori d’interesse e reddito che portano in
equilibrio il mercato della moneta, cosi come la funzione IS ci
determina tutte le coppie di valore d’interesse e reddito che
portano in equilibrio il mercato delle merci, ma fra tutte queste
coppie, una sola permette di determinare contemporaneamente
l’equilibrio su entrambi i mercati, in tutti gli altri casi abbiamo
equilibrio su un mercato ma non sull’altro.
Consideriamo insieme le funzioni IS-LM, la funzione IS è
decrescente, la LM è crescente, ciascun punto su ciascuna
Il modello IS / LM
curva indica una coppia di valori d’interesse e di reddito che dà
l’equilibrio su quel mercato, ma non sull’altro. Ad esempio il
punto A, sul mercato della moneta, individua un tasso
d’interesse i e un livello del reddito Y, che consentono
l’equilibrio sul mercato della moneta, ma ovviamente il punto
non si trova sulla curva IS e non rappresenta un equilibrio per
il mercato delle merci.
Figura 6.3 Equilibrio simultaneo nel modello IS-LM
i
LM
i
B
A
i*
i1
A1
Y1
Y*
Y
Y
Non si possono conciliare il tasso di interesse i e il livello del
reddito Y sul mercato delle merci. Per avere il livello di
reddito Y occorre che il tasso d’interesse sia minore, e sia
esattamente i1, in corrispondenza al punto A1.
207
208
Mario Oteri
Infatti se il tasso d’interesse si mantiene al livello i la spesa
per investimenti è relativamente bassa e, quindi, il reddito sarà
minore, in corrispondenza a questo tasso d’interesse il reddito
di equilibrio è Y1 (punto B).
Nel secondo caso, punto B, a parità di interesse i, se il tasso
d’interesse rimane i, si può avere equilibrio sul mercato delle
merci solo se il livello del reddito è inferiore, cioè Y1. Perché,
maggiore il tasso di interesse, minore è la spesa per
investimenti, minore è il livello del reddito. Quindi il livello
dell’interesse i e il livello del reddito Y possono darci
l’equilibrio sul mercato della moneta ma non possono darci
l’equilibrio sul mercato delle merci, o si riduce il tasso di
interesse a parità di reddito, o a parità di interesse si riduce il
livello del reddito per avere equilibrio sul mercato delle merci.
L’unico punto che ci permette di avere equilibrio simultaneo
su i due mercati è quello che individua gli stessi valori di Y* e
di i* su entrambe le funzioni, cioè il punto in cui LM e IS si
incrociano. Consideriamo un livello di reddito più elevato, a
destra di Y*, si vede che questo livello di reddito richiede tassi
d’interesse diversi sul mercato della moneta e sul mercato delle
merci; sulla IS richiede un tasso d’interesse minore, perché se
diminuisce il tasso d’interesse aumenta la spesa per
investimenti e, quindi, aumenta il livello del reddito. Per aversi
equilibrio sul mercato della moneta occorre, con un reddito
maggiore, che il tasso di interesse aumenti, perché aumentando
il livello del reddito aumenta la domanda di moneta , occorre
quindi indurre gli operatori a ridurre le scorte di moneta e a
dare liquidità a prestito.
Il modello IS-LM permette di analizzare le relazioni esistenti
nel sistema economico fra i due mercati: se aumenta il reddito
Il modello IS / LM
si avranno effetti sul mercato monetario, infatti aumentando il
livello del reddito la domanda di moneta aumenta, aumentando
la domanda di moneta, partendo sempre da una situazione di
equilibrio, si avrà un eccesso di domanda di moneta
sull’offerta e di conseguenza ci sarà un aumento del tasso
d’interesse. Si nota che il reddito risente delle variazioni o
degli interventi sul mercato delle merci però ha effetti sul
mercato della moneta influenzando il tasso di interesse, in
questo caso aumenta la domanda di moneta e, quindi, cresce il
tasso d’interesse. Ma non finisce qui, perché il tasso
d’interesse a sua volta ha effetti sul mercato delle merci,
infatti aumentando il tasso d’interesse la spesa per investimenti
diminuisce, quindi diminuisce la domanda aggregata, e il
livello del reddito.
Mettendo assieme i due mercati ci sono “meccanismi di
trasmissione fra un settore e l’altro”, che rendono meno certi
gli effetti degli stessi interventi, e si possono determinare
conseguenze imprevedibili o, perlomeno, meno efficaci degli
interventi del settore pubblico e della politica monetaria.
6.3.1 Politica fiscale nel modello IS-LM e l'effetto di
spiazzamento
. Consideriamo una politica fiscale espansiva effettuata
mediante l'aumento della spesa pubblica in deficit, cioè non
finanziata da un eguale ammontare di imposte. Se aumenta la
spesa pubblica in deficit si determina un aumento della
domanda aggregata e quindi un aumento del reddito.
Questo aumento del reddito è determinato dalla variazione
della spesa pubblica in deficit per il valore del moltiplicatore,
209
210
Mario Oteri
quindi data una variazione dG, il valore del moltiplicatore α, si
avrà una variazione del reddito dY pari a
dY = α (dG)
Tracciamo sul grafico 6.3.1.1 le funzioni IS e LM e
consideriamo una situazione di equilibrio che individua il tasso
d'interesse i, e il livello del reddito Y.
Se varia la spesa pubblica in deficit, per una politica fiscale
espansiva, nel grafico si evidenzia uno spostamento della
funzione IS verso l’alto e verso destra in IS1., a parità di tasso
d'interesse la variazione del reddito è la massima possibile ed è
pari ad Y-Y2, , dal punto E si passa al punto A . Questa
variazione massima del reddito è determinata dalla variazione
della spesa pubblica per il valore del moltiplicatore; tuttavia il
punto A non è un punto di equilibrio, perché siamo in
equilibrio sul mercato delle merci ma non sul mercato della
moneta. In altri termini, aumentando il livello del reddito
cresce la domanda di moneta, che eccede l’offerta, e quindi il
tasso di interesse aumenta, la spesa per investimenti si riduce,
la domanda aggregata si riduce. Poiché mano a mano che il
tasso d'interesse aumenta la spesa per investimenti si riduce, si
determina la nuova situazione di equilibrio su entrambi i
mercati in corrispondenza al punto E1, con un tasso
d'interesse i1 più elevato e un livello di equilibrio del reddito Y1
, che è maggiore di Y ma minore di Y2. In altri termini
l’incremento del reddito non sarà il massimo incremento
possibile, cioè quello ottenibile dalla variazione di G per il
moltiplicatore, ma sarà minore perché aumentando il tasso
d'interesse si riduce la spesa per investimenti e, quindi,
l’incremento del reddito. L'incremento della spesa pubblica
Il modello IS / LM
determina una riduzione della spesa privata, una conseguenza
che è nota come effetto di spiazzamento, la spesa pubblica
spiazza la spesa privata. Sul grafico si individua il grado di
spiazzamento , cioè l’incremento di reddito che non si è
realizzato per la riduzione della spesa per investimenti ,
considerando la differenza fra Y2, il livello massimo di reddito
che si sarebbe avuto se il tasso d'interesse fosse rimasto
invariato, e Y1 , il livello di reddito finale.
Fig. 6.3.1.1 Politica fiscale espansiva e spiazzamento.
i
LM
E1
i1
E
A
i
IS1
IS
Y
Y1
Y2
Y
211
212
Mario Oteri
L'effetto di spiazzamento, e quindi la sua ampiezza, dipende
dal fatto che nel sistema economico manca la liquidità
necessaria a sostenere tutte le spese che si desidera effettuare.
Infatti si è partiti da un aumento della spesa pubblica in deficit
che deve essere finanziato, deve essere coperto, la domanda di
moneta supera quindi l’offerta e, di conseguenza, si ha un
aumento del tasso di interesse che, a sua volta, si riflette sul
mercato delle merci, cioè riduce la spesa per investimenti. In
altri termini per finanziare la spesa pubblica si toglie liquidità
alla spesa privata. Quindi l’effetto di spiazzamento dipende dal
fatto che si considera un ammontare di liquidità costante nel
sistema e manca, perciò, la liquidità necessaria a soddisfare la
nuova spesa. Se vi fosse liquidità sufficiente il tasso d'interesse
rimarrebbe invariato e la spesa per investimenti non si
ridurrebbe. Se, invece non vi fosse per nulla liquidità
disponibile, cioè fosse già utilizzata interamente per le spese,
la spesa pubblica si dovrebbe finanziare a totale sostituzione
della spesa privata: lo spiazzamento sarebbe totale. Lo
spiazzamento totale si verifica quando la curva LM si
presenta verticale ad indicare che tutta la moneta è utilizzata
per transazioni, non c’è domanda di moneta speculativa, non ci
sono riserve di moneta. Se aumenta la spesa pubblica in deficit,
aumenta la domanda globale, e teoricamente dovrebbe
aumentare il livello del reddito, per effettuare questa maggiore
spesa si domanda una maggiore quantità di moneta ma
l’offerta è data ed è interamente impegnata, quindi il tasso di
interesse cresce sino a quando tutta la moneta destinata a
finanziare la spesa pubblica non è reperita sottraendola ad altri
impieghi.
Il modello IS / LM
Ipotizziamo che nella fig. 6.3.1.2 la IS si sposti in IS 1, a parità
di tasso di interesse il livello del reddito di equilibrio sarebbe
pari a Y2, determinato dalla variazione di G per il
moltiplicatore. Si nota che a questo livello di reddito siamo in
equilibrio sul mercato delle merci ma non su quello della
moneta, non c’è moneta sufficiente per sostenere le spese ,
quindi il tasso di interesse va mano a mano crescendo in modo
da convincere gli operatori a rinunciare ad alcune spese e a
prestare la moneta ad altri; il risultato finale sarà che il livello
del tasso di interesse aumenta da i a i1, e il livello del reddito è
alla fine esattamente uguale al livello Y , si
verifica il
cosiddetto spiazzamento totale. La spesa pubblica si
sostituisce completamente alla spesa privata.
Quando c’è grande disponibilità di liquidità, siamo nella
cosiddetta trappola della liquidità, cioè mancano le prospettive
di fare profitto e non si effettuano investimenti privati, lo
spiazzamento è nullo: la spesa pubblica in deficit non incide
sul finanziamento della spesa privata, anzi si presenta sul
mercato come una domanda aggiuntiva che può mettere in
moto il sistema economico, in questo caso l’intervento del
settore pubblico è pienamente efficace.
Nella fig. 6.3.1.2 si ha una LM orizzontale, e la IS decrescente
da sinistra verso destra, si nota che un aumento della spesa
pubblica che sposta la curva IS in IS1 determina un incremento
del reddito che è esattamente pari al massimo possibile da Y a
Y2, cioè determinato dalla variazione della spesa pubblica per
il moltiplicatore, questo perché il tasso di interesse rimane
assolutamente invariato.
In conclusione nell'ambito del modello IS-LM, prendendo in
considerazione le interazioni fra mercati,
è possibile
evidenziare i limiti della politica fiscale.
213
214
Mario Oteri
Considerando soltanto il mercato delle merci, un aumento della
spesa pubblica determina un aumento del reddito che è pari
alla variazione della spesa pubblica per il moltiplicatore;
quando invece consideriamo i due settori assieme, settore reale
Fig. 6.3.1.2 a) Spiazzamento totale b)
i
LM
i1
A1
i
A
Spiazzamento nullo
i
B
A
A1
IS1
IS
IS1
IS
Y
Y2
LM
Y
Y2
e monetario , il risultato non è cosi scontato perché se aumenta
la spesa pubblica si ha un aumento della domanda ma occorre
finanziare questa spesa, occorre la liquidità necessaria, quindi
la domanda di moneta eccede l’offerta e il tasso d'interesse
tende ad aumentare; aumentando il tasso di interesse si hanno
effetti negativi sulla spesa per investimenti, si riduce la
Il modello IS / LM
domanda aggregata e l’incremento del livello del reddito, si
avrà perciò il fenomeno dello spiazzamento.
Di norma lo spiazzamento è parziale. Quando non c’è
domanda speculativa e tutta la moneta e usata per transazioni,
la curva LM è verticale, lo spiazzamento diventa totale, la
spesa pubblica si sostituisce interamente alla spesa privata.
Siamo nel modello liberista. Lo spiazzamento è nullo, invece,
quando siamo in situazione di depressione, nella trappola della
liquidità. In questo caso il settore pubblico può effettuare una
spesa senza togliere liquidità al mercato, il tasso di interesse
rimane invariato,
aumenta
la domanda aggregata si
incrementa il livello del reddito, si ha un effetto pienamente
espansivo della politica fiscale.
Si può effettuare una politica fiscale espansiva anche
riducendo le imposte, si evidenzia anche con lo spostamento IS
verso l’alto e verso destra, lo spostamento è tuttavia inferiore
rispetto a quello che si potrebbe ottenere con un aumento della
spesa pubblica di eguale ammontare ma, l’effetto è , comunque
“incerto”. Il taglio delle imposte, infatti,
deve essere
accompagnato da un taglio della spesa pubblica o da un
aumento del deficit pubblico. Nel primo caso la riduzione della
spesa può avere effetti depressivi sulla domanda aggregata, nel
secondo l’aumento della spesa in deficit deve essere finanziato
con moneta e può dare luogo ad un effetto di spiazzamento.
In ogni caso se si riducono le imposte aumenta il reddito
disponibile e questo dovrebbe essere utilizzato per accrescere
le spese, ma non sempre avviene, può darsi che con
l’aumento del reddito disponibile aumentano i risparmi anziché
le spese.
215
216
6.3.2
Mario Oteri
La politica monetaria nel modello IS-LM
La Banca Centrale effettua interventi sui mercati monetari
per condizionare il tasso d'interesse e, in tal modo, influenzare
la spesa nel mercato delle merci. La Banca Centrale può
attuare un intervento espansivo o restrittivo, a seconda che
abbia l'obiettivo di accrescere il livello del reddito o di ridurlo,
facendo variare la liquidità disponibile per la spesa, quindi se
si vuole attivare una politica espansiva si tende ad aumentare
l’offerta di moneta riducendo il tasso di interesse per stimolare
la spesa per i privati. Se l’offerta di moneta aumenta eccede la
domanda di moneta e, quindi, il tasso di interesse di mercato
diminuisce.
MS ↑ >MD i ↓
Diminuendo il tasso di interesse, si riduce il costo finanziario
degli investimenti e cresce la spesa per investimenti, aumenta
la domanda aggregata, aumenta il reddito
I ↑ AD ↑ Y ↑
Il meccanismo di trasmissione ritorna dal settore monetario al
settore reale. Crescendo il reddito aumenta la domanda di
moneta e, quindi il tasso di interesse comincia a crescere,
abbiamo gli effetti di ritorno con la spesa per investimenti che
si riduce.
MD ↑ i ↑ I ↓ Y ↓
Una politica monetaria espansiva si può realizzare attraverso
operazioni di mercato aperto: la Banca Centrale acquista titoli
sul mercato ed immette liquidità, ovvero riduce il tasso
ufficiale di sconto, il costo del denaro per le banche che sono
Il modello IS / LM
così incoraggiate a ridurre i tassi d'interesse sui prestiti
accrescendo l' intermediazione finanziaria e l'offerta di
liquidità.
In termini grafici una politica monetaria espansiva può essere
rappresentata da uno spostamento della funzione LM in LM 1,
al livello del tasso d'interesse iniziale i1 c'è un eccesso di offerta
di moneta sulla domanda e il tasso d'interesse comincia a
diminuire; la riduzione del costo del denaro stimola la spesa
per investimenti accrescendo la domanda aggregata e il livello
del reddito.
Figura 6.3.2.1 Politica monetaria espansiva
i
LM
LM1
i
A
i1
A1
IS
Y
Y1
Y
Alla fine vi sarà un nuovo tasso d'interesse i 2 e un nuovo
livello del reddito Y 2 . Come si può osservare nella figura
6.3.2.1 il tasso d'interesse è diminuito e il livello del reddito è
217
218
Mario Oteri
cresciuto. Va tuttavia evidenziato che la politica monetaria
espansiva non è necessariamente efficace visto che si basa
sullo stimolo che la riduzione del costo del denaro può avere
sulla spesa per investimenti. e che non sempre i privati sono
invogliati a effettuare incrementi di spesa per il solo fatto che
la Banca Centrale rende disponibile maggiore liquidità.
La politica monetaria è efficace quando vi è grande attività
economica e scarsa liquidità in circolazione, ma in periodi di
crisi, quando le prospettive di profitto sono negative , non è
detto che una riduzione del costo del denaro stimoli la spesa
per investimenti.
La politica monetaria è più efficace in termini restrittivi,
perché riduce la liquidità del sistema e rende difficoltoso
realizzare le spese programmate .
Facendo riferimento alle due impostazioni teoriche che
abbiamo considerato, la politica monetaria è inefficace nel caso
keynesiano, poiché in situazione di depressione o di crisi,
come nella trappola della liquidità, è inutile aumentare
l’offerta di moneta visto che gli imprenditori non hanno
nessuna convenienza ad effettuare investimenti, il tasso
d'interesse è già a livelli minimi e vi è una elevata liquidità. La
curva LM si presenta piatta, l’unico intervento possibile è
quello fiscale.
Nel caso liberista la quantità di moneta è interamente utilizzata
come mezzo di scambio, per effettuare un aumento di spesa si
deve sottrarre liquidità ad altri impegni di spesa determinando
uno spiazzamento totale; in questa situazione un aumento
dell’offerta di moneta permette di finanziare nuove spese che
altrimenti non potrebbero essere effettuate. Su un grafico la
curva LM si presenta verticale ad indicare che il tasso
d'interesse non è legato al mercato della moneta. Si è visto
Il modello IS / LM
che, in questo caso, la politica fiscale espansiva, rappresentata
da uno spostamento della IS verso l’alto, è assolutamente
inefficace, perché non fa altro che sostituirsi interamente alla
spesa privata determinando uno spiazzamento totale. Mentre
se aumenta l’offerta di moneta, la LM si sposta verso destra in
LM1, il tasso d’interesse diminuisce aumenta la domanda
aggregata e il livello del reddito. Quindi l'unico modo per
consentire un aumento di spesa è quello di aumentare l' offerta
di moneta.
219
Fig. 6.3.2.2 La politica monetaria nell’impostazione liberista
i
LM
i
LM1
E
i1
E1
Y
Y'
Y
Tuttavia i liberisti sostengono che non bisogna intervenire nel
sistema economico e sono perciò contrari ad una politica
220
Mario Oteri
monetaria espansiva, perché ritengono che un aumento
dell’offerta di moneta avrà come unico effetto quello di fare
aumentare il livello dei prezzi.
Nel modello liberista,
infatti,l’offerta aggregata di beni è rigida al livello di pieno
impiego, quindi un aumento della domanda alla fine non fa
altro che determinare un aumento del livello generale dei
prezzi, un aumento dell’offerta di moneta determina un
aumento di domanda che si sostanzia in un aumento dei prezzi.
L’inflazione è sempre un fenomeno monetario.
6.4 La politica monetaria senza curva LM
Il modello LM si basa sull’ipotesi che le Banca Centrale sia in
grado di controllare l’offerta di moneta attraverso gli aggregati
monetari, ma con l’innovazione finanziaria e la
liberalizzazione valutaria gli operatori sono riusciti a sfuggire
o, perlomeno, a rendere più problematico il controllo della
Banca Centrale sugli aggregati monetari; si ritiene , quindi,
che le Banche Centrali siano state costrette a utilizzare, in
maniera sempre più consistente il tasso d'interesse nominale
come strumento d'intervento. In altri termini si è passati da
quella che abbiamo indicato come offerta di moneta esogena,
dove la Banca Centrale era in grado di determinare , più o
meno esattamente, la quantità di moneta, lasciando al mercato
la possibilità di fissare il costo del denaro, ad un'offerta di
moneta endogena con l’autorità monetaria che fissa il tasso
d'interesse e gli operatori che determinano la quantità di
moneta. In quest'ottica si assume che la Banca Centrale si
adegui, in genere, ad una
regola di politica monetaria
Il modello IS / LM
incentrata sul tasso di interesse reale ( r ) piuttosto che sugli
aggregati monetari: la Banca Centrale cerca di fissare il tasso
d'interesse reale in funzione di altre variabili macroeconomiche
quali l’inflazione e il reddito. Poiché il tasso d'interesse reale,
come tutti i valori reali, è determinato dall’andamento del
tasso d'interesse nominale e del tasso d'inflazione, la Banca
Centrale utilizza il tasso di interesse nominale (i) come
strumento d'intervento di breve periodo. Questa impostazione
evidenzia la differenza fra tasso d’interesse nominale, che è
manovrato dall’autorità monetaria, e tasso d’interesse reale che
dipende invece dall’andamento del tasso d’inflazione e che,
tenendo conto del passare del tempo, influenza la spesa per
investimenti. Gli imprenditori infatti, dato il tasso d’interesse
nominale, potranno sostenere tassi d’interesse reali decrescenti
in periodi d’inflazione ed avranno perciò convenienza ad
effettuare nuovi investimenti.
Per semplicità si può assumere che la Banca Centrale utilizzi il
tasso d'interesse nominale per controllare l'andamento del tasso
d'inflazione: quando il tasso d'inflazione è considerato al di
sopra del livello desiderato la Banca Centrale cerca di attuare
una politica monetaria restrittiva per deflazionare l'economia.
In quest'ottica accresce il costo nominale del denaro e, quindi,
il tasso d'interesse reale che, altrimenti, potrebbe ridursi con
l'aumento dell'inflazione; per questa via influenza la spesa per
investimenti, la domanda aggregata e il livello del reddito che
tendono a ridursi. La contrazione dell'attività produttiva fa
aumentare la disoccupazione e influenza negativamente il
tasso d'inflazione che tende a diminuire.
Il comportamento della Banca Centrale può essere
rappresentato da una funzione di politica monetaria (PM) che
sostituisce la scheda LM: questa funzione si presenta
221
222
Mario Oteri
orizzontale dato che il tasso d'interesse (r) non dipende dal
livello del reddito ma è determinato dalla Banca Centrale in
relazione all'andamento del tasso d'inflazione (π).
Nella figura 6.4 (a) la funzione di Politica Monetaria (PM)
indica che, in relazione al tasso d'inflazione (π), la Banca
Centrale ha deciso di fissare il tasso d'interesse reale al livello
(r) che, data la funzione IS, determina un livello di equilibrio
del reddito Y. Un aumento del tasso d'inflazione spinge la
Banca Centrale ad attuare una politica monetaria restrittiva,
aumentando il tasso d'interesse nominale (i) e, quindi, il tasso
d'interesse reale al livello (r1) evidenziato da uno spostamento
della funzione di Politica Monetaria in PM1; dato il nuovo
tasso d'interesse la spesa per Investimenti si riduce e con essa
la domanda aggregata sino ad arrivare al nuovo reddito di
equilibrio Y1 .
Nel modello IS/PM il tasso di inflazione determina la scelta del
tasso di interesse reale da parte della Banca Centrale e la IS –
dato r – determina il reddito.
Il comportamento della Banca Centrale può essere illustrato
dalla funzione
r=r(π)
che evidenzia una relazione diretta fra tasso d'interesse reale e
tasso d'inflazione: quando il tasso di inflazione (π) è ritenuto
al di sopra dei livelli desiderati la Banca Centrale determina
un aumento del tasso d'interesse che produce una contrazione
del reddito Y e, quindi, del tasso d'inflazione π. Viceversa
quando il tasso di inflazione è basso la Banca Centrale fa
diminuire il tasso d'interesse reale in modo da accrescere la
domanda aggregata e sostenere il livello del reddito Y.
223
Il modello IS / LM
Figura 6.4 Modello PM/IS e curva AD
r
(a)
A1
r1
PM1
r
A
PM
IS
Y1
π
π1
π
Y
Y
(b)
B1
B
AD
Y1
Y
Y
224
Mario Oteri
(π) ↑
i ↑ r↑ I ↓ AD↓ Y↓
Questa semplice relazione implica che esiste un rapporto
inverso tra tasso di inflazione e reddito che determina la
domanda aggregata (AD). Nella parte (b) della figura vediamo
che in corrispondenza al tasso d'inflazione (π) il livello del
reddito, costruito sulla base delle funzioni PM e IS, è pari a
(Y); mentre al variare del tasso d'inflazione al livello (π1) la
funzione PM si sposta verso l'alto in PM 1 , in seguito alla
reazione della Banca Centrale, e il livello di equilibrio del
reddito si riduce a Y1.
Unendo i due punti B e B1 si ricava la curva AD che evidenzia
una reazione inversa fra tasso d'inflazione e livello del reddito.
Nonostante l'impostazione profondamente diversa del mercato
monetario e del comportamento della Banca Centrale alla fine
si arriva, comunque, a risultati analoghi a quelli altrimenti
ottenuti con il modello IS/LM . Qui alti tassi di inflazione
spingono la BC ad aumentare il tasso di interesse che riduce il
reddito mentre, nel modello IS-LM, un livello dei prezzi più
elevato riduce lo stock reale di moneta (M/P), il quale
determina un aumento del tasso di interesse di equilibrio per un
dato livello del reddito. Questo modello permette di spiegare
in modo più coerente il comportamento attuale delle Banche
Centrali che intervengono con grande enfasi sul tasso
d'interesse nominale per stabilizzare le aspettative degli
operatori e cercare di controllare il tasso d'inflazione del
sistema economico.