Musica dell'antica Grecia ! Nella storia della cultura occidentale, l'antichità greca ha rappresentato un concreto modello di classicità, specialmente per l'architettura, la scultura e la letteratura. Diverso è stato per la musica, arte altrettanto importante e praticata nel mondo classico, della quale, a differenza delle discipline precedentemente dette, ci sono rimasti solo pochi frammenti e di difficile interpretazione. L'elemento di continuità tra il mondo della civiltà musicale ellenica e quella dell'Occidente europeo è costituito principalmente dal sistema teorico greco, che fu assorbito dai romani e da essi trasmesso al medioevo cristiano. Il sistema diatonico, con le scale di sette suoni e gli intervalli di tono e di semitono, che sono tutt’ora base del nostro linguaggio musicale e della nostra teoria, è l'erede e il continuatore del sistema musicale greco. In linea di massima, è possibile distinguere tre grandi periodi all'interno della storia della musica greca: 1. Periodo arcaico: dalle origini al VI secolo a.C. 2. Periodo classico: dal VI secolo al IV secolo a.C. Fu il periodo delle grandi città di Atene, Sparta e della grande fioritura dell'arte e del pensiero filosofico greco; 3. Periodo ellenistico-romano: dal IV secolo fino al 146 a.C. (conquista della Grecia da parte dei Romani). 1. Periodo arcaico Nel periodo arcaico domina, in Grecia, una concezione della musica che è di tipo magicoincantatorio. Ricordiamo che, per i Greci, la magia era un estremo tentativo di controllare le forze naturali che si presentavano, con violenza, all'uomo primitivo. Fu in questo periodo che nacquero racconti mitologici che fanno riferimento al potere della musica. La forte presenza della componente sonora nella Grecia arcaica viene testimoniata dal fatto che quasi tutti i miti greci hanno una dimensione sonora. Gli strumenti Lo strumento associato a questa dimensione magico-incantatoria fu l'aulos. Era uno strumento a fiato simile al nostro oboe, Un altro strumento utilizzato in Grecia fu la cetra, strumento utilizzato, generalmente, per accompagnare i racconti delle leggende degli dei e degli eroi. Si suonava pizzicando le corde con un plettro solitamente d'avorio. La poesia era spesso accompagnata dalla cetra. Altri strumenti erano la siringa, simile al flauto dolce; il flauto di Pan, formato da 7 canne disposte una vicina all'altra e di altezza degradante; la tromba. Tra gli strumenti a percussione si ricordano i tamburi. La Teoria La musica adottava gli stessi principi metrici della poesia. La breve corrispondeva alla durata di una croma, mentre la lunga corrispondeva alla durata di due sillabe brevi, ossia di una semiminima. Il ritmo si produce solo quando ci sono due o più note o sillabe, cioè più brevi e lunghe. Il canto Verso la fine del periodo arcaico cominciò a svilupparsi una lirica monodica, affidata ad una voce sola. Monodiche furono, ad esempio, le intonazioni con cui si declamavano i poemi omerici e la lirica delle epoche alessandrina e romana. In alcune città come Sparta, invece, ove si sviluppò un forte senso civile e si diede importanza alla dimensione collettiva della vita, si sviluppò una produzione di musica corale, affidata ad eventi celebrativi pubblici sia religiosi che laici.Il ritmo di questi canti era lo stesso della poesia. Il coro greco cantava all'unisono: veniva cantata un'unica melodia, ma ad altezze diverse. 2. Periodo Classico La tragedia Nel periodo classico, la prima grande novità fu la nascita della tragedia. Il coro Dapprima il coro greco era organizzato in maniera circolare. Successivamente, dal coro si distaccò un corifeo (capo del coro) che raccontava le gesta degli dei. Il racconto del corifeo si alternava agli interventi del coro. Com’è avvenuto di norma nella storia della musica, le innovazioni tecniche, cioè i sistemi musicali, precedono la loro teorizzazione. I Greci utilizzavano i sistemi musicali in maniera pratica. Teoria Alla base del sistema musicale greco vi era il tetracordo Musica e emozioni I Greci credevano nella relazione tra la musica e l'animo umano, tra alcuni aspetti del linguaggio musicale e determinati stati d'animo. Le differenti potenzialità emotive della musica riguardavano principalmente le melodie, ma potevano anche riferirsi ai ritmi e agli strumenti. Ogni tipo di musica imita un certo carattere. Addirittura la musica divenne una medicina per l'animo proprio in quanto può imitare tutte le passioni o emozioni che ci tormentano e di cui siamo affetti e dalle quali vogliamo liberarci 3. Periodo Ellenistico Bisogna premettere che dal IV secolo a.c., cioè dall'epoca alessandrina, anche la tradizione musicale prettamente greca subì non pochi cambiamenti, a favore di un teatro meno musicale, una musica meno poetica e una danza meno teatrale. Questo non solo per un'evoluzione interna dei generi, ma anche per quel progressivo interscambio culturale che durante il periodo ellenistico diventerà la vera caratteristica di questo periodo storico. L’ universalizzazione delle culture e dei popoli (tanto discussa ai giorni nostri), nasce proprio nel periodo ellenistico. Gli uomini, gli intellettuali, gli artisti ed i commercianti viaggiano in lungo ed in largo C'è scambio di merci, usi e costumi, ma anche di cultura, di idee, di arte. La musica diviene una sorta di lingua universale, si modella per accogliere le diverse tradizioni musicali, mantenendo alcuni tratti caratteristici autonomi ma uniformandosi per altri tratti. Pare che questa esigenza di "esportare" il proprio patrimonio musicale spinse alcuni musicisti ad escogitare sistemi di notazione, ma nulla ci è rimasto e così, ancora una volta, possiamo solo immaginare come fosse la musica di quel periodo. Inoltre accade che la storia non ci tramandi alcuna figura particolarmente emergente, nessun musicista famoso. E' il segno che in questo periodo non è il "nuovo" che fa la storia della musica, ma lo scambio, la conoscenza dei diversi modi di far musica e di usare la musica stessa. Anche in ambito prettamente "romano" cioè laddove l'impero di Roma diventa protagonista della scena storica, la musica ebbe sicuramente un ruolo importante, ma senza che davvero si possano identificare nuove caratteristiche. Nel periodo romano la musica torna prepotentemente a teatro ma siccome il teatro romano era in definitiva una eredità ottenuta dal teatro greco, la musica vi svolgeva un ruolo pressoché uguale, con meno cori e con una maggior presenza di strumenti a fiato. Allorché nel 146 a.c. Roma conquistò l'intera Grecia, il baricentro culturale divenne indiscutibilmente Roma stessa, è lì confluirono musicisti ed artisti di ogni genere. La musica era eterogenea, inquinata dalle molteplici culture, e priva di una sua propria personalità, nonostante gli sforzi di alcuni teorici. Non era da lì che si sarebbe evoluta la cultura musicale medievale, ma in Palestina, in Siria, laddove insomma il Cristianesimo stava ampliando la sua portata. La cristianità, che bussò alla porta dell'impero romano attorno I-II secolo d.c. portandosi dietro la Bibbia con tutto il repertorio musicale annesso, costituirà un muro divisorio fra la cultura antica e quella medievale. Dall'editto di Costantino nel 313 che concesse libertà di culto ai cristiani la musica divenne elemento centrale della liturgia cristiana. Con la successiva caduta dell'Impero romano d'Occidente, tutta la tradizione musicale classica scomparve con l'eccezione della musica liturgica che si conservò fra le mura delle chiese.