PROGETTO PER UN CENTRO POLIVALENTE PER LO SVILUPPO DELLE ARTI SCENICHE (teatro, danza, arti visuali) E DELLA MUSICA Referente Silvia De March tel. 328 0835210 email: [email protected] LA PROPOSTA IN CONCRETO INDICATORI DI SUCCESSO - ACCORDI E CONVENZIONI - ENTRATE AUTONOME PERCHÉ SOSTENERE UNO SPAZIO CULTURALE PRESENTAZIONE GENERALE L'offerta culturale di Treviso risulta allineata su alcune direttrici tradizionali e affidata a pochi operatori. Altre iniziative sorgono in modo disseminato e irrelato, soprattutto in provincia, perdendo in visibilità. Le proposte formative sono insufficienti rispetto alla domanda, come conferma il trasferimento dei soggetti interessati in città più attrezzate. La sensibilità per alcuni linguaggi, dunque, appare ancor oggi, più che elitaria, sottorappresentata. Il progetto qui elaborato propone di attivare un centro polivalente in cui sia possibile integrare tre processi fondamentali, tra loro interdipendenti: 1. formazione: corsi di carattere pratico e teorico; 2. produzione: oltre agli esiti dei laboratori, le realtà artistiche già affermate o in divenire usufruiranno dello spazio per mettere a punto le loro creazioni; 3. visione di espressioni aggiornate. La concentrazione di attività artistiche diverse ma affini in un unico centro risulta remunerativa sotto molti aspetti: 1. finanziario, secondo un rapporto indirettamente proporzionale tra numero di attività e spese di mantenimento della struttura, in un'ottica di massimizzazione dei costi e delle risorse; 2. creativo: l'incontro, lo scambio, la sinergia tra i vari soggetti non può che essere feconda ed innescare processi di innovazione e promozione; 3. identitario: un punto forte di riferimento culturale attiva automaticamente meccanismi di fidelizzazione dei fruitori. Si propongono i seguenti punti di valorizzazione di un'ipotetica sede: 1. un'offerta culturale e formativa capace di soddisfare interessi molteplici: la sala si presta ad accogliere teatro, danza, musica, arti visuali; ed all'interno di ciascuno di questi ambiti esigenze ulteriormente diversificate; 2. un utilizzo continuativo che preveda attività diurne e serali: un teatro non vive di eventi episodici ma nella continuità che ne fonda o rinnova la rilevanza culturale e sociale per la collettività; 3. una comunicazione efficace, mirata e creativa, che si avvalga di forme di coinvolgimento non soltanto a stampa ma anche tramite animazione, interazione col pubblico potenziale ed in particolare locale, soprattutto occasioni di avvicinamento empirico all'arte scenica. Il target sia dell'organizzazione delle attività che della programmazione degli spettacoli ruoterà attorno al concetto di giovane, intendendo con ciò : una categoria generazionale che ha modalità comunicative e ricettive in evoluzione coi tempi e che manifesta esigenze di riconoscimento; un attributo dei linguaggi sperimentali e innovativi, manipolabili da soggetti non preselezionati anagraficamente; la novità temporale e la generatività per il futuro degli oggetti di rappresentazione. OSSERVAZIONI SUI BISOGNI DEL TERRITORIO La città di Treviso fortunatamente non è priva di palcoscenici, quasi esclusivamente in gestione a Teatri Spa; vari auditorium pubblici e privati, più o meno flessibili, sono sparsi e concessi episodicamente ad iniziative esterne. Decisamente peggiore è la situazione cinematografica che ha assistito alla chiusura di tre importanti e capienti sale, equivalenti al 50% dell'offerta urbana. Per quanto riguarda la musica, netta e drastica è l'assenza di contesti adeguati sia per esecuzioni, che per prove e registrazioni. E' piuttosto diffuso il disagio rispetto alla carenza di spazi per creare, elaborare, condividere un pensiero creativo; ne consegue che un certo tipo di cultura risulta sottorappresentata. L'offerta scenica attuale si rivolge ad un pubblico uniforme ed assestato su linguaggi tradizionali; essa esclude tanto quei settori più attenti alla ricerca, al rinnovamento e alla sperimentazione artistiche, quanto le generazioni geneticamente sintonizzate su modalità di comunicazione più aggiornate; inoltre, non è connessa a processi di alfabetizzazione artistica. I 400 posti del Teatro Sociale ex Cinema Ariston, pur essendo nel cuore della città, stanno per sfumare, messi all'asta in vista di una riconversione ad uso abitativo o commerciale. In centro si procede a smantellare le ultime storiche sale, mentre i due cinema d'essai, il multisala Edera e il cineforum Aurora, sono anch'essi fuori dalle mura, appartati rispetto ai luoghi del consumo e dell'intrattenimento e con appuntamenti infrasettimanali non per tutti in sintonia con la quotidianità lavorativa. Spazi musicali sono ritagliati nella programmazione grandeuse del Teatro Comunale o più modernamente in quella di Palazzo Bomben oppure al Museo di Santa Caterina – ma in tutti i casi senza aperture nei confronti di proposte non già istituzionalizzate e senza sensibilità, né sensibilizzazione nei confronti dei giovani. Complessivamente, in ciascun caso le operazioni di coinvolgimento di un pubblico non habitué sono assai limitate e poco attente a cooptare la presenza giovanile. Si è affermato il teatro per bambini e ragazzi, grazie alla Compagnia Gli Alcuni e alla programmazione mattutina dell'Eden, ma spesso non è seguito con continuità, si inserisce nella cornice costrittiva dell'istruzione, non è accompagnato da processi di apprendimento preliminari o di rielaborazione successiva. Molti istituti scolastici ospitano laboratori teatrali interni che restano poco valorizzati, autoreferenziali e spesso non sono sostenuti da consulenze professionali esterne; inoltre, la marcata identità scolastica può rappresentare un ostacolo per quanti non hanno un rapporto sereno con lo studio o con i compagni. La danza sopravvive di vita propria: il registro della Giovane Danza d'Autore Veneta e la Rete Veneta Arti Performative può contare su un buon 50% di esponenti di origine trevigiana. Sono coreografi e performer variamente affermati, spesso riconosciuti prima altrove, che allo stato attuale reclamano spazi di esibizione e visibilità nella propria città. Il numero di scuole di danza è elevato ma l'iscrizione ad esse tende ad assestarsi alla funzione sportiva. Sono queste tuttavia l'alveo di una cultura coreografica che viene alimentata poi da altri palcoscenici. L'interesse cinefilo risulta più radicato e dinamico sia in ambito scolastico che in un panorama più complessivo. Anch'esso, tuttavia, rischia di essere disatteso: la programmazione di qualità è minacciata dalla concorrenza dei Cinecity, vere e proprie cittadelle dell'intrattenimento più superficiale, mentre iniziative autonome non trovano sedi appropriate per un'attività continuativa. Potrebbe pertanto risultare vincente innestare cineforum d'essai in una struttura per l'intrattenimento qualificato e diversificato, per di più in pieno centro storico. Treviso: un potenziale avamposto del distretto culturale delle arti sceniche A confronto con altre cittadine venete, Treviso non si è distinta per una sensibilità sfumata alle arti sceniche; ha dominato il teatro amatoriale, quello dialettale e l'opera lirica. Per aggiornarsi rispetto al teatro contemporaneo occorre spostarsi in altri capoluoghi (Venezia, Padova, Vicenza, Verona), in cittadine specificatamente animate come Bassano del Grappa (OperaEstateFestival), Castelfranco Veneto (InForma di Festival), Schio (Azioni Inclementi), nell'area metropolitana che scorre lungo il Brenta fino a Marghera; oppure in altre regioni. Si può parlare di vero e proprio pendolarismo culturale che vede in Treviso un punto di partenza e non di arrivo: le cifre dei trevigiani disposti a spostarsi per spettacoli di qualità sono in ascesa, a detta degli operatori culturali; in casi ricorrenti si verificano scelte più radicali di trasferimento in contesti più disponibili a soddisfare le proprie esigenze espressive e culturali. Le due città universitarie per eccellenza, in particolare, oltre ad offrire molteplici e più fresche visioni, sono già da decenni veri e propri laboratori di formazione e produzione artistica, capaci quindi di attirare stabilmente talenti inconsci o in fuga. Proprio inserendosi nella rete interprovinciale, Treviso potrebbe diventare una delle estremità del distretto culturale che accoglie e sviluppa le arti sceniche in Veneto e che attualmente è circoscritto tra Venezia, Padova, Vicenza e Bassano del Grappa. Attraverso una linea che congiunge quest'ultima cittadina a Mestre-Marghera passando per Castelfranco Veneto, si può affermare che il settore nordorientale della regione (ad eccezione della realtà isolata del TibTeatro di Belluno) resta escluso dalle partecipazione all'innovazione artistica. Treviso potrebbe dunque candidarsi ad avamposto della scena, assumendo una posizione doppiamente strategica: faro culturale per il nord della provincia e appendice indipendente in osmosi con il tessuto più compatto a sud. Le scene alternative nella Regione I teatri urbani e il Teatro delle Voci La virtù della passione Occorre ricordare che nel territorio si sono sviluppate esperienze indipendenti degne di stima. Tra queste si ricordano: la compagnia teatrale Anagoor di Castelfranco V.to nel 2009: si è classificata al Premio Scenario e al Premio Extra ed è ora sotto i riflettori nazionali; ha rilevato un'ex-conigliera dando vita ad un centro per le arti performative; annualmente organizza una rassegna di teatro e danza contemporanei con ospiti di rilievo internazionale; la formazione Plumes dans la tête di Treviso è stata selezionata per la residenza artistica di Es.Terni nel 2007; la danzautrice Silvia Gribaudi, di origine torinese ma residente a Mogliano V.to, ha vinto il premio Giovane Danza d'Autore del Veneto danzatori come Silvia Bugno e Domenico Santonicola proseguono da anni il loro impegno creativo ed educativo; il capostipite del teatro civile d'attore è il trevigiano Marco Paolini; Michela Cescon, attrice teatrale e cinematografica, ha ricevuto ben due Premi Ubu e Mirko Artuso il premio ETI. L'elenco manifesta dunque la presenza di personalità che stanno già fondando una tradizione del nuovo articolata su più fronti. Carismi che si sono affermati perseverando nella propria passione artistica, valorizzando la propria vocazione con opportunità formative non provinciali, inserendosi autonomamente in network appropriati. Altri soggetti stanno emergendo come animatori territoriali itineranti tra i contesti comunali più aperti alle politiche giovanili: Farmacia Zooé di Mogliano Veneto e la castellana Barbara Riebolge hanno ricevuto patrocini di alto livello come il premio regionale Giovani Produttori di Significati. Dall'interazione dei loro allievi, talvolta possono nascere nuove formazioni, come la Compagnia Ailuros della Riebolge. Un esempio virtuoso d'altro tipo è il Cineforum Labirinto, costituito nel 2009 grazie a un gruppo di universitari. Ha proposto la prima rassegna al venerdì sera, presso lo Spazio Antonino Paraggi, e una serata conclusiva al Cine-Teatro Aurora. Il taglio documentaristico, la presenza degli autori, la collocazione centrale e una formula comunicativa vincente hanno fatto registrare un'affluenza superlativa rispetto ad ogni aspettativa, a prevalenza giovanile, variegata, registrando un bilancio finanziario in attivo. Evidentemente l'associazione ha saputo elaborare una valida alternativa per la condivisione del tempo libero ed è essa stessa un emblema dei cambiamenti culturali in atto nella popolazione giovanile trevigiana: una popolazione che comincia a riconoscersi, a mobilitarsi, a cercare spazi di realizzazione. Al di fuori della città, altri due poli di aggregazione musicale sono sorti in totale autonomia, senza clamori ma con un successo di pubblico stupefacente: il capannone Antiruggine fondato da Mario Brunello, che palesa la richiesta di uno specifico approccio alla musica classica – meno accademico, informale e affabulatorio –, oltre che di ulteriori occasioni di confronto con intellettuali e artisti di varia natura, da parte di un pubblico variegato; il cenacolo della cohouse RioServa di Preganziol, dove si è insediata l'etichetta Macaco Records e coniugando musica, convivialità e rispetto ambientale, sta condividendo una nuova dimensione di socializzazione delle proprie esperienze. La partecipazione di massa ad altre occasioni culturali attesta una sempre più spiccata vivacità intellettuale in città: gli incontri letterari organizzati da Lello Voce al Liceo Artistico, il Premio Mediterraneo di Poesia e il Premio Comisso, le variegate attività promosse o ospitate da Palazzo Bomben e dallo Spazio Antonino Paraggi, l'apertura dello Spazio XYZ, il rinnovamento interattivo della Libreria Lovat e Ubik-Marton. Performance, rassegne, laboratori (il cineforum sul paesaggio e il teatro civile negli spazi di Benetton; il laboratorio di Barbara Riebolge, le esibizione dei danzautori veneti e i documentari di Labirinto nella galleria fotografica) hanno registrato notevole successo, fino al tutto esaurito; anche l'educazione permanente dell'Arci ha integrato tra le proposte corsi di teatro, dizione, scrittura creativa. Si può dunque concludere che negli ultimi tre anni l'attività culturale a Treviso stia riprendendo nuovo respiro e che, sebbene con difficoltà pratiche, lo stia orientando con una significativa apertura verso la scena. La popolazione giovanile della Marca Le dinamiche culturali in atto nella città sono dovute anche ad un mutamento storico nella composizione della popolazione giovanile negli ultimi cinque anni. Determinante sono stati la costituzione dell'ateneo cittadino, più in generale la riforma delle lauree brevi ed il complessivo innalzamento del grado di scolarizzazione oltre le soglie della maturità. Un maggior numero di giovani con un'istruzione elevata tende a convergere e ad accorparsi in città, richiamando anche i coetanei pendolari. L'apertura di una nuova sede bibliotecaria, più spaziosa e meglio attrezzata, è stata una risposta e al tempo un ulteriore stimolo all'affioramento di cittadini più giovani, aggregati al di fuori delle distinzioni scolastiche e dei loro vincoli orari. In passato, infatti, prevalevano piuttosto forme di aggregazione interne alle scuole, soggiogate dunque alla logica di identificazione con l'istituto stesso, di subordinazione al giudizio dei docenti implicati, di distinzione anagrafica. Mentre altrove l'Informagiovani o il Progetto Giovani hanno agito sia da coordinamento tra multiformi opportunità che da vero e proprio volano di attività di coinvolgimento, espressione e promozione dell'iniziativa giovanile, a Treviso essi si sono ridotti a sportelli informativi, specializzati sullo smistamento dell'offerta di formazione, stage e lavoro. Vera animatrice della vita sociale trevigiana, a più livelli, è rimasta finora la singola parrocchia. A Treviso, dunque, la popolazione giovanile è stata trascurata, affidata esclusivamente alle cure della scuola e della chiesa locale. Non stupisce che i fenomeni di dispersione scolastica, di consumo di droghe e di alcool, di stragi del sabato sera abbiano registrato punte notevoli, nella misura in cui all'alienazione, ad intrattenimenti consumistici, alle urgenze espressive e socializzanti non sono state offerte alternative. Gli studenti universitari, finora gravitanti prevalentemente su Venezia e Padova, hanno eventualmente trovato in queste sedi il ricettacolo e l'incubatore delle proprie esigenze di crescita culturale, dissociandosi dalla propria provenienza fino a maturare tendenze centrifughe. Spazi alternativi in città Pur nella fertilità culturale ora delineata, l'assenza di spazi emerge come una carenza endemica e cronica. Qualsiasi iniziativa, sia di ritrovo associazionistico privato che di coinvolgimento del pubblico, deve fare i conti con la concessione dello spazio, spesso in cambio di un affitto e in stretto antagonismo con altre identità culturali. Trovano precaria accoglienza eventi estemporanei, avulsi da un progetto organico; restano invece disattese le ipotesi che richiedono un impegno creativo prolungato. E' una difficoltà condivisa anche da promotori culturali maturi ma risulta più marcata, ai limiti dell'ostracismo, nei confronti dei giovani. In particolare, per il loro bisogno di scoperta e sperimentazione non è stato riservato alcuno spazio ad hoc, se non salette spesso poco accoglienti e poco funzionali nei quartieri periferici. Molte associazioni, perciò, si attivano e si estinguono rapidamente proprio a causa di un nomadismo spesso frustrato. Negli ultimi anni sono sorti nuovi luoghi culturali: Palazzo Bomben, Spazio Antonino Paraggi, Spazio XYZ. La disponibilità in termini di capienza e di concessione ad iniziative esterne è tra loro diversa. Tuttavia, i primi due sono ormai assurti a solidi riferimenti culturali in virtù di un'attività continuativa e diversificata, di una comunicazione tempestiva e capillare, di una collocazione strategica. Lo Spazio Antonino Paraggi e Palazzo Bomben esemplificano esattamente come la concentrazione delle attività in una sede riconoscibile e centrale aumenti la visibilità stessa degli eventi, la partecipazione, lo scambio trasversale di pubblici tra un appuntamento e l'altro; la continuità della occasioni di frequentazione stabilisce la vitalità del luogo stesso e della comunità che in esso si coagula. LA PROPOSTA IN CONCRETO OBIETTIVI, TARGET, ATTIVITÀ Ci si propone di dare un forte impulso culturale alla città di Treviso, introducendo linguaggi artistici più aggiornati rispetto all'offerta culturale consolidata. La strategia prescelta prevede di riattivare uno spazio desueto costituendolo come centro polivalente per lo sviluppo delle arti sceniche (teatro, danza, arti visuali) e della musica, attivo sia in momenti diurni che serali, nei tre processi di formazione, produzione, visione. Precondizione imprescindibile è il conseguimento di uno spazio stabile in concessione d'uso gratuito dall'amministrazione pubblica o tramite mediazione di questa per la contrattazione con privati a prezzi non di mercato. Il gruppo destinatario comprende due fasce privilegiate: 1. gli spettatori già sensibilizzati, che attualmente sono costretti a recarsi altrove per intercettare forme espressive che li soddisfino; 2. i giovani che, non coinvolti dalle proposte in circolazione, definitivamente datate, non hanno l'occasione di conoscere realtà culturali alternative e più attraenti. Nell'orizzonte del progetto, è inscritta l'attenzione a coinvolgere frequentatori di scene più tradizionali, tramite scelte programmatiche e comunicative che li tengano in considerazione. Si propone di creare un coordinamento delle associazioni e degli artisti interessati per pianificare una gestione partecipata delle scelte organizzative e artistiche della struttura, che consenta non solo di esaudire bisogni condivisi ma anche di abbattere i costi evitando di esternalizzare alcune mansioni. A tal fine, in esso si integreranno degli “spettatori di qualità” che esprimano più direttamente i bisogni culturali del territorio ed eventualmente controbilancino le istanze specificatamente artistiche, all'interno di un Laboratorio di Progettazione organizzativa, comunicativa ed artistica. Le realtà coinvolte potranno perciò dar vita a laboratori, rassegne, creazioni maturate grazie alla disponibilità di spazio e alla sinergia artistica con altri soggetti. La varietà e continuità di iniziative rivolte a utenti diversificati potrà assegnare alla struttura una forte identità culturale, di riferimento all'interno e all'esterno della città. Non si esclude l'apertura ad altre proposte culturali, quali incontri letterari, filosofici, di vario interesse civico. ATTIVITÀ PROPOSTE Iniziative teatrali, coreografiche: breve rassegna invernale di teatro contemporaneo (3 spettacoli su 3 mesi) rassegna stagionale di talenti locali esordienti o in collaborazione con i circuiti di teatro off delle province limitrofe (con richiamo di critici) esibizioni di danza d'autore giugno: festival del teatro scolastico con premiazione finale estate: collaborazione con RetEventi corsi e laboratori di: organizzatori e promotori teatrali (con possibilità di impiego nell'organizzazione del programma sopra indicato) formazione tecnica al teatro e alla danza (con saggio finale e successiva sua promozione) alfabetizzazione ai linguaggi scenici scrittura drammaturgica critica teatrale (con pubblicazione su un proprio magazine on line o SceneANordEst) tecnico della scena: macchinista, luminotecnico, allestimento scenografico, etc. (con possibilità di pratica e impiego nel corso delle stagioni) teatro d'impresa corsi speciali: di teatro per i detenuti del carcere, in particolare per i minori teatroterapia e danzaterapia in collaborazione con le Uls, distinte per gruppi di disagio, tra cui handicap e disturbi del comportamento alimentare (operazioni già condotte da Mirko Artuso e Anagoor) residenze creative per i soggetti già attivi nel territorio e per finalisti di premi nazionali Iniziative cinematografiche: cineforum proiezione dai 13 film festival del Veneto associati a Veneto Film Festival collegamenti in digitale con grandi eventi come rappresentazioni di opere liriche o concerti in mondovisione rassegne di videoart, performing art, linguaggi multimediali Iniziative di arti visuali: corsi di arte contemporanea esplorazione di mezzi visivi per la libera espressione Corsi in collaborazione con il circolo Cinit – Cineforum Italiano: di sceneggiatura di semiologia del cinema di storia del cinema di critica del cinema (con possibilità di pubblicazione su NonSoloCinema.com, Filmagazine.it, Ciemme o una testata on line propria) Iniziative musicali: rassegne di musica classica rassegne di musica alternativa festival e concorsi corsi e laboratori di: storia della musica classica musica e cinema musica novecentesca musicoterapia masterclass di musica classica Iniziative collaterali: incontri letterari, filosofici o legati ai nuovi media (graphic novel, computer art, recycling design, etc.) concerti nel rispetto della quiete pubblica e dell'ordine della struttura interna Percorsi di approfondimento delle proposte sia teatrali, cinematografiche, musicali: pomeriggi avanspettacolo dedicati ad un'analisi più approfondita del percorso dell'autore, della sua opera, del genere in cui si inserisce; possibilità di assistere al montaggio, nel caso teatrale; lo spritz con l'autore: h 19 ritrovo anticipato per conoscere dal vivo l'autore e la sua opera e condividere l'aperitivo in un luogo non meramente consumistico; tiratardi con l'autore di seguito allo spettacolo o all'indomani la colazione con l'autore per approfondirne la conoscenza e la comprensione sulla scorta della visione. Forme, temi e preferenze programmatiche Il progetto si prefigge di perseguire il monitoraggio, la produzione e la promozione delle espressioni di contemporaneità, con attenzione specifica ma non esclusiva a quelle territoriali. Per contemporaneo si indicano due livelli: quello sincronico della simultaneità e dell'attualità; e quello diacronico, di respiro epocale, che riconosce nel Novecento la configurazione specifica della nostra società. In particolare il secondo dopoguerra ha già fondato una propria tradizione, che si innesta e distingue da quella cosiddetta classica. Per “artisti contemporanei” si intendono sia le punte più avanzate ed aggiornate della sperimentazione, sia quanti coltivano e approfondiscono il gusto novecentesco, che, a dispetto di quanto si possa supporre, non è affatto dominante. Su questo duplice binario poggeranno le scelte artistiche: l'interesse per la ricerca e l'innovazione convivrà con il confronto dialettico e consapevole con la tradizione della sperimentazione. Si ritiene infatti che la contemporaneità possa mobilitare un pubblico maggiore, includendo quello ordinariamente escluso dall'offerta ordinaria. La pertinenza delle tematiche e la prossimità dei linguaggi potranno familiarizzare al teatro, alla danza, alle arti visuali e alla musica anche spettatori non abituali, persino “inesperti”, magari curiosi o semplicemente immersi nel proprio presente – indipendentemente dall'età. I cittadini in prima linea su questo fronte sono inequivocabilmente i giovani, figli di una nuova civiltà della comunicazione e orfani di un assetto comunitario codificato. A questi ultimi si cercherà di corrispondere proponendo tematiche inerenti l'attualità, le problematiche e le passioni giovanili, i media e le forme di socializzazione odierne; e si promuoveranno le elaborazioni di impegno civile, documentaristiche o critiche, capaci di coinvolgere anche la più ampia cittadinanza. Attraverso le arti sceniche e le proposte musicali troveranno dunque attivazione il pensiero critico, riflessioni etiche, percezioni emotive che riqualifichino i significati di tempo libero, partecipazione, comunità. Pur difendendo la convinzione che la creazione artistica in sé sappia trasmettere una tensione costruttiva, si darà maggior rilievo alle opere capaci di guardare alla realtà con un'ottica problematizzante e di affrontarla con capacità risolutiva. La selezione privilegerà gli sguardi da un locale al un altro locale, alla sua evoluzione storica, alle dinamiche e problematiche che lo investono. Il palcoscenico guarderà, dunque, non solo ad appassionati o a compartimenti anagrafici stagni, ma a tutti quei cittadini che intendano partecipare alla comunità culturale, senza discriminazione anagrafica. Si cercherà di mediare tra le esigenze più avanzate e la sensibilità media, perseguendo una formula di alternanza della programmazione e scelte di transizione rispetto ai codici tradizionali. Si esprimono sin d'ora le preferenze per produzioni autoriali e per un rinnovato teatro di compagnia (o d'attore ma non alla vecchia maniera), per la danza contemporanea, per il documentarismo filmico e la cinematografia giovanile, per la musica indipendente e sperimentale. Saranno attivate collaborazioni con i network del Veneto Film Festival, dei teatri off, della Rete Veneta Arti Performative e dei circuiti musicali indipendenti; oltre alla cooperazione le reti dei vari ambiti e di vario livello, si insisterà a stabilire intese con i vari premi regionali e nazionali per la circuitazione delle opere selezionate, col fine di sprovincializzare il panorama culturale cittadino. Puntando sull'incubazione di espressioni della creatività giovanile e sulla connessione con le selezioni più qualificate di opere di nicchia si intende qualificare la proposta specificatamente trevigiana in senso non speculare rispetto alle province confinanti, bensì caratterizzandola di una propria originalità complementare. La centralità della formazione Il progetto Arteteca Corsi e laboratori occuperanno una parte significativa dell'attività del centro. Questi sono momenti imprescindibili di incubazione e riconoscimento della vocazione artistica e possono dunque generare formazioni e produzioni creative; in seconda istanza, l'esperienza pratica indica una via di scoperta euristica (non teorica) della cultura, realizza un avvicinamento diretto alla conoscenza che automaticamente aumenta la fruizione dei beni e dei servizi culturali nel loro complesso. Esemplare è il caso dell'attività promossa da Fondazione Venezia nella laguna e in terraferma. Da anni l'istituzione si è resa disponibile a ridurre il biglietto per i tesserati di Giovani a teatro – under 30 e gli insegnanti di ogni grado, ai quali è riconosciuto il ruolo fondamentale di mediatori. Da quando ha congiunto e via via articolato Esperienze, un contenitore variegato ma organico di seminari e laboratori, la frequentazione dei teatri è incrementata ben del 30%: a dimostrazione che il fare produce sapere, suscita curiosità e che ogni partecipante, una volta sensibilizzato, è un mediatore capace di trascinare altri compagni di sguardi. Si diffonde così una cultura assimilata serenamente al di fuori delle istituzioni scolastiche e condivisa con piacere come alternativa qualificata e riqualificante del tempo libero, come ragione distinta di aggregazione, come opportunità di integrazione sulla sintonia di sensibilità e valori culturali. Su quest'ultimo piano occorre aggiungere che il fare, e il fare insieme, produce benessere: la condivisione di seminari e laboratori gioca un ruolo determinante nella crescita intellettuale e nel rafforzamento della persuasione progettuale. Accordi e convenzioni Oltre alle prevedibili intese con enti, circuiti, festival e premi di ciascuna categoria, per rendere quanto più autosufficiente la struttura dal punto di vista funzionale, si intende verificare la possibilità delle seguenti convenzioni con: 1. il servizio civile nazionale, per l'impiego di personale remunerato nella gestione dello stabile, nella cura del sito, nelle mansioni di ufficio stampa, segreteria e varia promozione; 2. il servizio volontario europeo per impieghi analoghi a quelli sopra, favorendo l'interscambio con esperienze estere; 3. le università per il riconoscimento di crediti formativi per i corsi ed eventuali stage; 4. le scuole superiori e la Provincia per il riconoscimento di crediti formativi e l'assegnazione di eventuali voucher nell'alternanza scuola-lavoro; 5. il carcere comunale per il reinserimento dei detenuti o la costituzione di essi in una cooperativa ad hoc per i servizi di caffetteria, pulizia, sorveglianza, etc. 6. l'Università di Padova per il sostegno ad un eventuale spin off; 7. la comunità di cohousing Rio Serva di Preganziol (Tv), ristoratori ed albergatori della città per l'ospitalità ad artisti in residenza e a critici invitati; 8. società energetiche per l'installazione di un impianto fotovoltaico in comodato d'uso che autonomizzi lo stabile in cambio della cessione dell'energia in surplus. Indicatori di Successo: 1. incremento e diversificazione dell'offerta culturale 2. andamento dell'affluenza 3. partecipazione della popolazione giovanile 4. entità delle produzioni interne 5. implicazione e sviluppo di industrie culturali 6. riflessi sull'indotto 7. collaborazione coi soggetti già attivi nel territorio Entrate autonome 1. Proventi delle attività di formazione e degli spettacoli. 2. Affitto della sala per registrazioni audio e video. 3. Concessione dell'atrio ad attività commerciali di terzi (da definire in base ad una verifica degli spazi effettivamente disponibili) con specifica apertura a opere d'artisti affermati o in erba, nell'ambito del design, della recycling art, della moda, dell'oggettistica varia. 4. Bookshop e vendita gadget. 5. Lounge bar a gestione interna: oltre ai momenti preliminari ai singoli eventi, saranno previsti lo spritz con l'autore e la colazione con l'autore. PERCHÉ SOSTENERE UNO SPAZIO CULTURALE Mentre la crisi economica e finanziaria è in atto, appare difficile giustificare un investimento ideale in un progetto culturale che non risponde a logiche di immediato utilitarismo. Apparentemente. Vantaggi economici diretti possono essere subito registrati: dall'indotto commerciale in cui l'edificio si inserisce; dall'intensificarsi della vitalità del quartiere; dalle industrie culturali e dai servizi tecnici implicati. In quest'ultima direzione può essere propulsiva la produzione artistica. Come si è detto, Treviso può concretamente presentarsi come polo di innovazione all'estremo di un distretto culturale con essa allargato: nuove produzioni, germinate dal territorio o in esso ospitate fino alla maturazione, potranno dare impulso economico e lustro alla città di Treviso e invertire la direzione del turismo culturale, che oggi vede nella nostra città un punto di partenza e non di arrivo. I cosiddetti “nuovi linguaggi” risultano sempre più competitivi nel quadro dell'offerta culturale e sempre più appetibili nel sistema dell'economia dello spettacolo. Dare voce e spazio ad essi significa creare le premesse per sostenere quei settori d'industria culturale che hanno un futuro certo e duraturo; significa al tempo stesso educare ed alimentare la curiosità intellettuale dei destinatari geneticamente già sintonizzati e di quelli potenziali. La rapida e massiccia trasformazione da cui è scaturita la civiltà odierna ha generato nuovi bisogni culturali: non assecondandoli, si rischia di spegnere del tutto l'interesse spontaneo e di perdere l'occasione di schiuderlo al consumo di altri beni e servizi intellettuali. Non è infatti da sottovalutare il riverbero che l'incentivo a questi specifici codici può innescare sul resto dell'offerta culturale: un'adeguata acculturazione può gettare le basi per una domanda più allargata; viceversa, l'insoddisfazione di sempre più diffuse esigenze può precludere ogni richiesta. Ci si propone, dunque, di uscire dall'autoreferenzialità e di affrontare le sfide della complessità formale e tematica del contemporaneo: l'educazione all'arte contemporanea, attraverso una programmazione calibrata, può instillare quella flessibilità mentale necessaria per aggirare gli ostacoli anteposti dalla rigidità e dal conservatorismo, per captare i significati cifrati della realtà e partecipare ad essa nel ruolo di cittadini coscienti e attivi. Proprio queste corde alternative – curiosità, sensibilità, disponibilità ricettiva – potranno aggregare l'adunanza di spettatori secondo nuovi criteri di coesione e condivisione e istituire identità collettive fondate su esperienze e valori culturali. Le arti sceniche hanno una specifica valenza socializzante che distingue i loro riti culturali da altre forme individualiste: il loro accadimento si basa sulla condivisione hinc et nunc tra spettatori e sull'interazione tra palco e platea. L'adunanza del pubblico è il germe di una microcomunità. Un asse portante del progetto è la formazione alle arti sceniche. E' un aspetto su cui si è investito poco in questi anni, a differenza di altri enti come Fondazione Cariplo o Fondazione Venezia. Come già si è ricordato, l'esperienza di quest'ultima è esemplare della centralità dei processi formativi rispetto alla fruizione: da quando Fondazione Venezia ha attivato Esperienze, un contenitore variegato ma organico di seminari e laboratori, la frequentazione dei teatri nella laguna e in terraferma è incrementata ben del 30%. Ciò dimostra che il fare produce sapere, suscita curiosità e induce a coinvolgere altri compagni di visioni. Di una maggior diffusione del sapere teatrale, coreografico e cinematografico, ne beneficeranno tutti i distributori locali di servizi e beni culturali, compresi Teatri Spa, l'ateneo cittadino, RetEventi e gli altri agenti. Analogamente, si è più volte accennato al fatto che l'esistenza di più aggiornate e diversificate alternative culturali in città garantisce una maggior tenuta rispetto alla fuga di cervelli. E' urgente contrastare uno spopolamento che può solo accelerare l'invecchiamento della città e il rallentamento della sua economia. In generale, la corrispondenza dell'ambiente ai propri bisogni intellettuali e relazionali risulta sempre più determinante per la scelta della propria cornice esistenziale. Occorre dunque prestare maggiore attenzione alle richieste di crescita e realizzazione personali, in termini anche di espressione e socializzazione, e riconsiderare come non si possa prescindere dallo sviluppo armonico delle singole personalità per costituire società più robuste, attive e reattive. La perdita specifica di talenti artistici priva anche altri ambiti del loro diretto contributo innovativo e degli stimoli che possono sollecitare. La specificità pedagogica – a tutte le età – delle arti sceniche può fornire una risposta articolata alla crisi in corso. Da una recente indagine, tra le competenze più richieste dall'azienda si annoverano: creatività, curiosità, elasticità mentale, flessibilità , motivazione, passione, assertività, tensione al risultato; tutte skills che appartengono alla sfera del saper essere e che non si apprendono per vie nozionistiche. Le abilità personali – capacità dialettiche, relazionali, pragmatiche, di team working, di gestione ed espressione emotiva – sono sempre più la chiave non solo del successo personale ma anche dei destini aziendali. Non è dunque più tempo di confidare unicamente sull'istruzione dell'obbligo per la formazione di una robusta comunità di cittadini: altre esperienze – extrascolastiche, pratiche, di gruppo – possono affiancarsi per sviluppare, conservare, affinare competenze più sfaccettate rispetto al nozionismo o al contenutismo. Inoltre, il teatro, la danza e il cinema sono per definizione arti composite: si rivolgono alla molteplicità dei sensi, sintetizzano conoscenze e abilità attinenti a sfere distinte, richiedono una percezione sensibile alle sfumature. Sono linguaggi sincretici, che abituano alla complessità del sapere, a letture analitiche e al tempo stesso unitarie e migliorano complessivamente la capacità di apprendimento. Ciononostante, sono discipline spesso escluse dai curricoli o considerate marginali nella scuola. Per quanto invece la musica sia integrata, sconta ancora la banalizzazione nel quadro scolastico primario e l'estromissione dagli studi superiori. Risulta dunque paradossale che una civiltà nutrita di una tradizione musicale come quella europea non abbia ancora elaborato, perlomeno in Italia, un accesso allargato e democratico alla comprensione della musica classica, mentre chi si dedica a quella contemporanea ricade ancora nello stereotipo sociale dell'artistoide. Si tratta in realtà di trovare formule di mediazione più appropriate, che consentano una fruizione estesa, serena e competente. Infine, un progetto organicamente dedicato ai giovani, come quello qui presentato, si propone di contrastare i fenomeni di dispersione scolastica, analfabetismo di base e di ritorno, isolamento, consumismo compulsivo, assunzione gregaria di sostanze tossiche o alcoliche, isolamento, apatia, disagi psico-emotivi. La dimensione in cui troppo spesso il sentire comune proietta i giovani è un futuro remoto, astratto, distaccato dal presente, di cui invece sono una prosecuzione già in innesto; ad essi si guarda come futuri, possibili cittadini, sottovalutandone la presenza reale e tangibile. E' urgente dunque operare con e per loro, qui ed ora, affinchè non il domani ma già domani sia migliore. Uno spazio per una sana aggregazione, l'elaborazione e l'intrattenimento attivo può costituire una valida alternativa alle numerose forme di devianza e alienazione, giovanili e non solo. Sostenere dunque la cultura in questo momento significa investire sul benessere della propria cittadinanza e di quanti ad essa si aggregano. Il benessere spirituale e relazionale è elemento imprescindibile tanto della salute propriamente fisica, quanto di quella economica. Un clima effervescente, propositivo, costruttivo contamina sia i fruitori diretti che l'ambiente circostante: uno spazio in cui non solo si possa fare ma si faccia – si concretizzino cioè autenticamente l'ansia conoscitiva, espressiva, socializzante e si attuino confronti e sinergie fortificanti – non può che riverberare sollecitazioni imprevedibili, dinamiche e innovative, tanto all'interno quanto all'esterno del contesto specifico. Gli artisti e gli appassionati d'arte e di cultura sono in primis cittadini: cittadini attivi, integrati nel tessuto sociale, con un proprio ruolo e una propria dimensione relazionale. Il progetto delineato mira a prendersi cura di tali soggettività reimmettendole nel consesso civile accresciute di competenze spendibili anche al di fuori dell'ambito artistico: uno sbocco all'istinto di crescita personale e la condivisione della creatività individuale possono restituire o rafforzare quella progettualità e iniziativa sia esistenziali, sia imprenditoriali, che questi tristi anni hanno largamente defraudato. By