Disposizioni e particolari costruttivi

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ORDINE DEGLI INGEGNERI
DELLA PROVINCIA DI BERGAMO
Corso di aggiornamento professionale Dott. Ing. Giulio Pandini
IX Corso
Università degli Studi di Bergamo - Facoltà di Ingegneria – Dalmine
28 novembre 2003
Disposizioni costruttive per edifici in c.a.
Prof. Ing. Paolo Riva
Dipartimento di Ingegneria Civile
Università degli Studi di Brescia
Corso Pandini
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INDICE
pag.
1. INTRODUZIONE – EFFETTI DEL CONFINAMENTO SUL CALCESTRUZZO ...........................................3
1.1
Comportamento del calcestruzzo confinato con staffe..............................................................................................4
1.2
Calcestruzzo confinato secondo EC2........................................................................................................................7
2. TRAVI .........................................................................................................................................................................9
3. PILASTRI .................................................................................................................................................................16
4. NODI TRAVI-PILASTRO ......................................................................................................................................22
5. PARETI .....................................................................................................................................................................34
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1. INTRODUZIONE – EFFETTI DEL CONFINAMENTO SUL CALCESTRUZZO
• Non ammesso calcestruzzo di classe inferiore a C20/25;
• La resistenza e la duttilità del calcestruzzo aumentano notevolmente in presenza di stati di compressione tri-assiale
(Fig. 1.1).
Fig. 1.1 – Legame σ-ε al variare della pressione di confinamento in prove tri-assiali.
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1.1
Comportamento del calcestruzzo confinato con staffe
• Dato il comportamento tri-assiale, l’aggiunta di staffe può comportare un sensibile miglioramento del calcestruzzo
sotto stati “mono-assiali” sia in termini di resistenza, sia, soprattutto, in termini di duttilità (Fig. 9.2 e 9.3);
Fig. 1.2 – Legame σ-ε su cilindri confinato con spirali in
acciaio.
Fig. 1.3 – Legame Forza Normale - deformazione su
prismi a base quadrata con diverso contenuto di armatura
di confinamento (staffe).
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• Per bassi valori di compressione nel calcestruzzo confinato, le staffe risultano solo marginalmente soggette a
trazione (dilatazione trasversale del calcestruzzo trascurabile), e quindi non forniscono alcun contributo
apprezzabile, ed il comportamento del calcestruzzo è simile a quello del materiale non confinato;
• Perché il confinamento sia efficace le staffe devono essere ravvicinate (vd. Meccanismi di confinamento in Figg.
1.4, 1.5). Staffe vicine limitano inoltre la tendenza all’instabilità delle armature compresse, migliorando
sensibilmente le caratteristiche di duttilità della sezione, soprattutto in presenza di azioni cicliche;
Fig. 1.4 – Effetto del confinamento in presenza di azione
assiale.
Fig. 1.5 – Calcestruzzo confinato e non confinato nelle
sezioni armate con staffe.
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• Il calcestruzzo all’esterno delle staffe (copriferro) è caratterizzato da comportamento non-confinato, e non può
essere considerato come resistente qualora si raggiungano valori di deformazione che superino la deformazione
limite per il calcestruzzo non-confinato (tipicamente in zona sismica, quando si fa riferimento al comportamento
duttile degli elementi in c.a. inflessi o presso-inflessi);
• Dato il considerevole aumento della duttilità del calcestruzzo confinato, si osserva un notevole incremento della
duttilità delle sezioni inflesse e (soprattutto) presso-inflesse;
• Sono disponibili in letteratura legami costitutivi da utilizzare per l’analisi non-lineare o per le verifiche di duttilità
delle sezioni in c.a. confinate (es. Fig. 1.6). Dal punto di vista della resistenza sezionale, la presenza di confinamento
ha un effetto solamente marginale (se sfrutto il confinamento non posso considerare il copriferro, quindi il braccio
della coppia interna non cambia apprezzabilmente, malgrado migliori la resistenza a compressione del materiale).
Fig. 1.6 – Esempio di legame costitutivo per calcestruzzi confinati (Park et al.).
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1.2
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Calcestruzzo confinato secondo EC2
• Il confinamento del calcestruzzo comporta una modifica del legame sforzo-deformazione efficace: si ottengono
resistenze maggiori e deformazioni critiche superiori;
• In assenza di dati più precisi, si può utilizzare il legame σc-εc illustrato in figura 1.7, nella quale le diverse quantità
hanno il seguente significato:
per σ2 ≤ 0.05fck
fck,c= fck(1.000 + 5.0 σ2/fck)
fck,c= fck(1.125 + 2.5 σ2/fck)
per σ2 > 0.05fck
2
εc2,c = εc2(fck,c/fck)
εcu2,c = εcu2 + 0.2 σ2/fck
dove σ2 (= σ3) è la tensione di confinamento efficace allo Stato Limite Ultimo, mentre εc2 e εcu2 sono il valori della
deformazione in corrispondenza della tensione massima e della deformazione ultima del calcestruzzo,
rispettivamente. Il confinamento può essere generato da staffe adeguatamente chiuse (uncini a 135°), che arrivano a
snervamento a causa della dilatazione trasversale del calcestruzzo compresso.
Fig. 1.7 – Legame σc-εc per il calcestruzzo confinato.
• Il confinamento efficace può essere valutato, con riferimento alle formule riportate in Fig. 1.8, come:
σ2/fck = 0.5αωwd = 0.5αnαs(Volstaffe/Volcls,confinato)(fydw/fcd)
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Fig. 1.8 – Calcolo del confinamento efficace da EC 2.
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2. TRAVI
Sollecitazioni
I momenti flettenti di calcolo, da utilizzare per il dimensionamento o verifica delle travi, sono quelli ottenuti dall'analisi
globale della struttura per le combinazione di carico previste.
Per le strutture in CD “B” gli sforzi di taglio, da utilizzare per il relativo dimensionamento o verifica, si ottengono
sommando il contributo dovuto ai carichi gravitazionali agenti sulla trave allo sforzo di taglio prodotto dai momenti
flettenti di calcolo delle sezioni di estremità (Taglio da Analisi).
Per le strutture in CD “A”, al fine di escludere la formazione di meccanismi inelastici dovuti ai taglio, gli sforzi di taglio
di calcolo si ottengono sommando il contributo dovuto ai carichi gravitazionali agenti sulla trave allo sforzo di taglio
prodotto dai momenti resistenti delle sezioni di estremità, amplificati del fattore: γRd = 1,20 (Capacity Design).
I momenti resistenti di estremità sono da calcolare sulla base delle armature flessionali effettivamente disposte, con gli
stessi coefficienti parziali di sicurezza γm applicabili per le situazioni non sismiche.
Si considereranno due valori dello sforzo di taglio, massimo e minimo, assumendo rispettivamente la presenza e l’assenza
dei carichi variabili e momenti di estremità con i due possibili segni, da assumere in ogni caso concordi.
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Verifiche di resistenza
a) Flessione
In ogni sezione, il momento resistente, calcolato con gli stessi coefficienti parziali di sicurezza γm applicabili per le
situazioni non sismiche, deve risultare superiore o uguale al momento flettente di calcolo.
b) Taglio
Per le strutture in CD"B", le verifiche a taglio ed il calcolo delle armature si eseguono come per le situazioni non
sismiche.
Per le strutture in CD “A”, vale quanto segue:
- il contributo del calcestruzzo alla resistenza a taglio viene considerato nullo e si considera esclusivamente il contributo
dell'acciaio;
- se il più grande dei valori assoluti di Vmax e Vmin supera il valore:
VR1 = 10τRd⋅bw⋅d
dove i τRd = Rck2/3/28, in MPa, b, è la larghezza dell'anima della trave, d è l'altezza utile della sezione, allora la resistenza
deve venire affidata esclusivamente ad apposita armatura diagonale nei due sensi, con inclinazione di 45° rispetto l'asse
della trave (armatura bi-diagonale, con ferri piegati o staffe inclinate);
in ogni caso il più grande dei valori assoluti non può superare il valore: VR2 = 15τRd⋅bw⋅d.
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Disposizioni Costruttive
La larghezza della trave, b, non deve essere minore di 20 cm e, per le travi basse comunemente denominate "a spessore",
non maggiore della larghezza del pilastro, aumentata da ogni lato di metà dell'altezza della sezione trasversale del
pilastro stesso. I1 rapporto b/h non deve essere minore di 0,25.
Armature longitudinali
In ogni sezione della trave, il rapporto d'armatura al bordo superiore e quello al bordo inferiore devono essere compresi
tra i seguenti limiti:
1.4
7
1.4
7
per fyk = 430MPa si ottiene
= 0,33% < ρ <
= 1,63%
<ρ<
f yk
f yk
430
430
dove:
ρ è il rapporto geometrico di armatura = As/(bh) oppure Ai/(bh)
As e Ai rappresentano l'area dell'armatura longitudinale, rispettivamente superiore e inferiore;
fyk è la tensione caratteristica di snervamento dell'acciaio (in N/mm2).
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L'armatura superiore per il momento negativo alle estremità delle travi deve essere contenuta per almeno il 75% entro la
larghezza dell'anima e comunque entro una fascia di soletta pari rispettivamente alla larghezza del pilastro, od alla
larghezza del pilastro aumentata di 2 volte lo spessore della soletta da ciascun lato del pilastro, a seconda che nel nodo
manchi o sia presente una trave ortogonale.
Almeno due barre di diametro non inferiore a 12 mm devono essere presenti superiormente e inferiormente per tutta la
lunghezza della trave.
A ciascuna estremità collegata con pilastri, per un tratto pari a due volte l'altezza utile della sezione trasversale, la
percentuale di armatura compressa non deve essere minore della metà di quella tesa nella stessa sezione.
Almeno un quarto dell'armatura superiore necessaria alle estremità della trave deve essere mantenuta per tutto il bordo
superiore della trave.
Armature trasversali
Nelle zone di attacco con i pilastri, per un tratto pari a due volte l'altezza utile della sezione trasversale per il CD"A" e
pari a una volta tale altezza per il CD"B", devono essere previste staffe di contenimento. La prima staffa di contenimento
deve distare non più di 5 cm dalla sezione a filo pilastro; le successive devono essere disposte ad un passo non maggiore
della più piccola della grandezze seguenti:
- un quarto dell'altezza utile della sezione trasversale (DC"A" e "B");
- 15 cm (CD"A" e "B");
- sei volte il diametro minimo delle barre longitudinali considerate ai fini delle verifiche (solo per DC"A").
Per staffa di contenimento si intende una staffa rettangolare, circolare o a spirale, di diametro minimo 6 mm, con ganci a
135° prolungati per almeno 10 diametri alle due estremità. I ganci devono essere assicurati alle barre longitudinali.
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RIEPILOGO DISPOSIZIONI COSTRUTTIVE TRAVI
Larghezza delle Travi:
b ≥ 20cm
Travi in spessore: Vedi Figura
b/h ≥ 0,25
Disposizioni costruttive per le armature delle travi
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ESEMPIO DI ARMATURA BI-DIAGONALE (ESEMPIO CON EC 8)
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Confronto: prescrizioni costrutttive normativa ACI 318-02
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3. PILASTRI
Sollecitazioni
Per le strutture in CD “B”, le sollecitazioni di calcolo da utilizzare per il dimensionamento o verifica dei pilastri sia a
pressoflessione che a taglio, sono date dalla più sfavorevole situazione ottenuta dall'analisi globale della struttura per le
combinazioni di carico di progetto.
Per le strutture in CD “A”, i momenti flettenti di calcolo nei pilastri si ottengono moltiplicando i momenti derivanti
dall'analisi per il fattore di amplificazione α.
Il fattore di amplificazione, il cui scopo è quello di proteggere i pilastri dalla plasticizzazione, è dato dall'espressione:
α = γ Rd
∑ M Rt
∑M p
nella quale γRd = 1,20, ∑MRt è la somma dei momenti resistenti delle travi convergenti in un nodo, aventi verso concorde,
e ∑Mp è la somma dei momenti nei pilastri al di sopra ed al di sotto del medesimo nodo, ottenuti dall'analisi.
Nel caso in cui i momenti nei pilastri siano di verso discorde, il solo valore maggiore va posto al denominatore della
formula, mentre il minore va sommato ai momenti resistenti delle travi.
Il fattore di amplificazione α deve essere calcolato per entrambi i versi della azione sismica, applicando il fattore di
amplificazione calcolato per ciascun verso ai momenti calcolati nei pilastri con l'azione agente nella medesima direzione.
Per la sezione di base dei pilastri del piano terreno si applica il maggiore tra il momento risultante dall'analisi ed il
momento utilizzato per la sezione di sommità del pilastro.
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Non si applicano fattori di amplificazione alle sezioni di sommità dei pilastri dell'ultimo piano.
Al valore del momento di calcolo ottenuto applicando la procedura suddetta deve essere associato il più sfavorevole
valore dello sforzo normale ottenuto dall'analisi, per ciascun verso dell'azione sismica.
Per le strutture in CD "A", al fine di escludere la formazione di meccanismi inelastici dovuti al taglio, gli sforzi di taglio
nei pilastri da utilizzare per le verifiche ed il dimensionamento delle armature si ottengono dalla condizione di equilibrio
del pilastro soggetto all'azione dei momenti resistenti nelle sezioni di estremità superiore MRdpS ed inferiore MRdpi secondo
l’espressione (Capacity Design):
VSd = γ Rd
s
i
M Rdp
+ M Rdp
lp
nella quale γRd = 1,20, lp è la lunghezza del pilastro (luce netta).
Verifiche di resistenza
La resistenza delle sezioni dei pilastri a pressoflessione ed a taglio, da confrontare con le rispettive azioni esterne
determinate secondo quanto precedentemente indicato, si valuta secondo le espressioni applicabili alle situazioni non
sismiche.
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Disposizioni Costruttive
La dimensione minima della sezione trasversale non deve essere inferiore a 30 cm. Il rapporto tra i lati minimo e
massimo della sezione trasversale non deve essere inferiore a 0.3. In caso contrario l'elemento sarà assimilato alle pareti
portanti.
Armature longitudinali
Nella sezione corrente del pilastro la percentuale di armatura longitudinale deve essere compresa tra i seguenti limiti:
1% ≤
As
≤ 4%
Ac
con As area totale dell'armatura longitudinale e Ac area della sezione lorda del pilastro.
Per tutta la lunghezza del pilastro l'interasse tra le barre non deve essere superiore a 25 cm
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Armature trasversali
Per entrambi i livelli CD“A” e CD“B”, alle due estremità del pilastro si devono disporre staffe di contenimento e
legature per una lunghezza, misurata a partire dalla sezione di estremità, pari alla maggiore delle seguenti quantità:
- il lato maggiore della sezione trasversale;
- 1/6 dell’altezza netta del pilastro;
- 45cm.
in ciascuna delle due zone di estremità del pilastro devono essere rispettate le condizioni seguenti: le barre disposte sugli
spigoli della sezione devono essere contenute dalle staffe; almeno una barra ogni due, di quelle disposte sui lati, dovrà
essere contenuta da staffe interne o da legature; le barre non fissate devono trovarsi a meno di 15 cm da una barra
fissata. Il diametro delle staffe di contenimento e legature non deve essere inferiore a 8 mm. Esse saranno disposte ad un
passo pari alla più piccola delle quantità seguenti:
- un quarto del lato minore della sezione trasversale (DC"A" e "B);
- 15 cm (DC"A" e "B");
- 6 volte il diametro delle barre longitudinali che collegano (solo per DC"A").
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RIEPILOGO DISPOSIZIONI COSTRUTTIVE PILASTRI
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Confronto: prescrizioni costrutttive normativa ACI 318-02
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4. NODI TRAVI-PILASTRO
Definizioni
Si definisce nodo la zona del pilastro che si incrocia con le travi ad esso concorrenti
Si distinguono due tipi di nodo:
- nodi interamente confinati, così definiti quando in ognuna delle quattro facce verticali si innesta una trave. Il
confinamento si considera realizzato quando su ogni faccia la sezione della trave si sovrappone per almeno i 3/4 della
larghezza del pilastro, e su entrambe le coppie di facce opposte del nodo le sezioni delle travi si ricoprono per almeno i
3/4 dell'altezza;
- nodi non interamente confinati: tutti i nodi non appartenenti alla categoria precedente.
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Verifiche di resistenza
La verifica di resistenza del nodo si assume automaticamente soddisfatta nel caso che esso sia interamente confinato. Per
nodi non confinati, appartenenti a strutture di DC “A” e “B” deve essere verificata la seguente condizione:
n st ⋅ Ast
R
≥ 0.15 ck
i ⋅b
f sy
nella quale nst è il numero di braccia delle staffe orizzontali presenti lungo l'altezza del nodo, Ast è l'area di ciascuna
barra, i è l'interasse delle staffe, e b è la larghezza utile del nodo (larghezza confinata).
Determinazione delle azioni nei nodi.
Meccanismi di trasferimento
delle azioni nei nodi.
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Meccanismi resistenti nelle verifiche
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Disposizioni Costruttive
Sono da evitare per quanto possibile eccentricità tra l'asse della trave e l'asse del pilastro concorrenti in un nodo. Nel
caso che tale eccentricità superi 1/4 della larghezza del pilastro la trasmissione degli sforzi deve essere assicurata da
armature adeguatamente dimensionate allo scopo.
Armature
Le armature longitudinali delle travi, sia superiori che inferiori, devono attraversare, di regola, il nodo senza giunzioni.
Quando ciò non risulti possibile, sono da rispettare le seguenti prescrizioni:
- le barre vanno ancorate oltre la faccia opposta a quella di intersezione, oppure rivoltate verticalmente in
corrispondenza di tale faccia, a contenimento del nodo;
- la lunghezza di ancoraggio va calcolata in modo da sviluppare una tensione nelle barre pari a 1,25 fyk, e misurata a
partire da una distanza pari a 6 diametri dalla faccia del pilastro verso l'interno.
Lungo le armature longitudinali del pilastro che attraversano i nodi non confinati devono essere disposte staffe di
contenimento in quantità almeno pari alla maggiore prevista nelle zone del pilastro inferiore e superiore adiacenti al
nodo. Questa regola può non essere osservata nel caso di nodi interamente confinati.
PER LE FIGURE SI VEDANO I DETTAGLI DELLE TRAVI E DEI PILASTRI
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ESEMPI DI DETTAGLI COSTRUTTIVI
Esempio di nodo di bordo
Esempio di nodo d’angolo
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Confronto: prescrizioni costrutttive normativa ACI 318-02 (ACI 352R-02)
Esempio 1 – Nodo Interno NON interamente confinato (solo i pilastri E-W coprono il 75% del pilastro)
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Esempio 2 – Nodo Esterno NON interamente confinato (solo tre travi)
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Esempio 3 – Nodo Interno interamente confinato con travi fuori spessore
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Esempio 4 – Nodo d’angolo
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Esempio 5 – Nodo d’angolo con pilastro che non prosegue.
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Esempio 6 – Nodo Interno con travi in spessore.
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Esempio 7 – Nodo perimetrale con trave di spina in spessore e travi di bordo ribassate.
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5. PARETI
Sollecitazioni
Per le strutture in DC"B", la distribuzione dei momenti flettenti e degli sforzi di taglio lungo l'altezza delle pareti è quella
derivante dall'analisi dell'edificio per le combinazioni di carico definite per lo SLU.
Per le pareti semplici delle strutture in DC"A" vale quanto segue
- Il diagramma dei momenti di calcolo si ottiene linearizzando dapprima il diagramma dei momenti ottenuti dall'analisi
(congiungendo i punti estremi), e poi traslando verticalmente il diagramma linearizzato per una distanza pari ad hcr
(altezza della zona inelastica di base).
L'altezza hcr è data dal più grande dei seguenti valori: altezza della sezione di base della parete (l), un sesto dell'altezza
dell'edificio (H), l'altezza del piano terra.
Il diagramma degli sforzi di taglio di calcolo si ottiene moltiplicando quello ottenuto dall'analisi per il fattore α dato da
(Capacity Design)
α = γ Rd
M Rd
M Sd
nella quale γRd = 1.20, MRd ed MSd sono rispettivamente il momento resistente della sezione di base della parete, alcolato
considerando le armature effettivamente disposte, ed il corrispondente momento ottenuto dall'analisi.
Il fattore di amplificazione α deve essere calcolato per entrambi i versi della azione sismica, applicando il fattore di
amplificazione calcolato per ciascun verso ai momenti calcolati con l'azione agente nella medesima direzione.
Nel caso di pareti tozze (H/l < 2) si applica solo l'amplificazione degli sforzi di taglio, mentre i momenti di calcolo
possono coincidere con quelli forniti dall'analisi.
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Determinazione delle sollecitazioni nelle pareti
Verifiche di resistenza
Meccanismi di rottura di pareti singole
Flessione
In ogni sezione il momento resistente, associato al più sfavorevole valore dello sforzo normale e calcolato come per le
situazioni non sismiche, deve risultare superiore od eguale al momento esterno di calcolo, determinato come
precedentemente indicato
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Comportamento di parete governata dalla flessione
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Taglio
Comportamento di una parete governata dal taglio
Verifica dell'anima a compressione
Deve essere verificata la condizione V<VRd2, nella quale:
VRd2 = 0,4 (0,7 - fck/200)⋅fcd⋅b0⋅z
con fck espresso in MPa e non superiore a 40 MPa, b0 = spessore dell'anima della parete, z = braccio delle forze interne,
valutabile come: 0,8l
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Verifica del meccanismo resistente a trazione
Deve essere verificata la condizione
V < VRd3 < Vcd + Vwd,
nella quale Vcd e Vwd rappresentano rispettivamente il contributo del conglomerato e dell'armatura, e sono da valutare
con le espressioni valide per le situazioni non sismiche nelle sezioni al di fuori dell'altezza hcr mentre nelle zone critiche
valgono le espressioni:
- sforzo normale di trazione: Vcd = 0
- sforzo normale di compressione: Vcd = τRd (1.2 + 0.4ρ)⋅b0⋅z
dove ρ è il rapporto geometrico dell'armatura longitudinale espresso in %.
Verifica a scorrimento lungo piani orizzontali
Deve essere verificata la condizione
V < VRds < Vdd + Vfd
nella quale Vdd e Vfd rappresentano rispettivamente il contributo dell'effetto "spinotto" delle armature verticali, e Vfd il
contributo della resistenza per attrito e sono dati dalle espressioni:
Vdd = 0,25⋅fyd⋅∑Asi
Vfd = 0,25⋅fcd⋅ξl⋅b0
essendo ∑Asi la somma delle aree delle barre verticali intersecanti il piano, e ξl l'altezza della parte compressa della
sezione.
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Travi di Collegamento
Meccanismi di comportamento nelle travi di collegamento
Travi aventi altezza pari allo spessore del solaio non sono da considerare efficaci ai fini del collegamento.
La verifica delle travi di collegamento è da eseguire con i procedimenti forniti per le travi se è soddisfatta almeno una
delle due condizioni seguenti:
- il rapporto luce netta e altezza è uguale o superiore a 3;
- lo sforzo di taglio di calcolo risulta: Vd < 4bd⋅τRd
Se le condizioni precedenti non sono soddisfatte lo sforzo di taglio deve venire assorbito da armature ad X, con sezione
pari ad As per ciascuna diagonale, che attraversano diagonalmente la trave e si ancorano nelle pareti adiacenti, in modo
da soddisfare la relazione:
Vd ≤ 2⋅As⋅fyd⋅sinα
essendo α l'angolo tra le diagonali e l'asse orizzontale.
In ogni caso deve risultare: Vd < 15bd⋅τRd
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Calcolo delle armature ad X
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Disposizioni Costruttive
Si definiscono pareti gli elementi portanti verticali quando il rapporto tra la minima e la massima dimensione della
sezione trasversale è inferiore a 0,3.
Lo spessore delle pareti deve essere generalmente non inferiore a 150 mm, oppure a 200 mm nel caso in cui siano da
prevedersi armature ad X nelle travi di collegamento.
Lo sforzo assiale normalizzato (υd) prodotto dai carichi di gravità non deve eccedere 0.4.
Armature
Le armature, sia orizzontali che verticali, devono essere disposte su entrambe le facce della parete. Le armature presenti
sulle due facce devono essere collegate con legature in ragione di almeno nove ogni metro quadrato.
Il passo tra le barre deve essere non maggiore di 30 cm. Il diametro delle barre deve essere non maggiore di un decimo
dello spessore della parete.
Il rapporto geometrico ρ dell'armatura totale verticale deve essere compreso tra i seguenti limiti:
0,25% < ρ < 4%
qualora il rapporto tra altezza e lunghezza della parete non sia maggiore di 4, altrimenti
1% < ρ < 4%
Uguali condizioni vanno rispettate per l'armatura orizzontale.
Un'armatura trasversale orizzontale più fitta va disposta alla base della parete per un'altezza pari alla lunghezza in
pianta (l) della parete stessa, in vicinanza dei due bordi per una lunghezza pari a 0,20l su ciascun lato.
In tali zone l'armatura trasversale deve essere costituita da tondini di diametro non inferiore a 8 mm, disposti in modo da
fermare tutte le barre verticali con un passo non superiore a 10 volte il diametro della barra o a 25 cm.
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Travi di Collegamento
Nel caso di armatura ad X, ciascuno dei due fasci di armatura deve essere racchiuso da armatura a spirale o da staffe di
contenimento con passo non superiore a 100 mm.
In questo caso, in aggiunta all'armatura diagonale sarà disposta su ciascuna faccia della trave una rete di diametro
10mm a maglia quadrata di lato 10 cm, ed armatura corrente di 2 barre da 16 mm ai bordi superiore ed inferiore.
Gli ancoraggi delle armature nelle pareti saranno del 50% più lunghi di quanto previsto per il dimensionamento non
sismico.
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RIEPILOGO DISPOSIZIONI COSTRUTTIVE PARETI
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ESEMPIO – PARETE VANO ASCENSORE
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RIEPILOGO DISPOSIZIONI COSTRUTTIVE TRAVI DI COLLEGAMENTO
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