Lo STILISTA di successo? Frutto di una formula MATEMATICA

talent scouting
per individuare un giovane designer che possa emergere (e resistere)
sul mercato, più che il supporto di un agente o la sponsorizzazione di
un famoso direttore, serve uno scouting scentifico, che si focalizzi su
parametri come creatività, lavoro in azienda, capacità di networking
Lo STILISTA di successo?
Frutto di una formula MATEMATICA
di Roberto D’Incau*
so il loro astro dura l’espace d’un matin. Il
sistema utilizzato da un designer per mettersi
in luce finora è stato questo: trovarsi un mentore, spesso il direttore o il fashion director
di una testata che fa opinione, e saltare sul
treno che passa, vivendo della valorizzazione che ne viene fatta, ma anche subendone il
mood, e risentendo del fatto che quello che è
massimamente hot oggi lo sarà per uno, due
anni al massimo, per poi essere sostituito da
un altro talento, più giovane, più “nuovo”.
Un altro sistema, old style, è invece quello
di trovarsi un agente, ma un agente, si sa,
guadagna bene solo coi nomi più spendibili, quelli che fanno contratti con vari zeri, ed
è verosimile che si occupi meno degli altri,
in una logica puramente commerciale. E in
altri Paesi? Altrove, in Francia tanto per fare
un esempio, il sistema è più professionale.
Certo l’endorsemment del famoso direttore è
importante, ma i gruppi della moda sono più
concentrati, diretti da manager, meno soggetti a un sistema emotivo e “relazionale” come
quello italiano, e la scelta dei talenti creativi
da portare avanti la si fa più freddamente, più
sulla base del vero fit che il designer ha con
la strategia aziendale, e col supporto strategico di consulenti dedicati. Recenti, clamorosi
allontanamenti di direttori creativi in Francia
sono da leggere, semplicemente, come la fine
della sintonia tra strategia e creatività.
In evidenza
Al lavoro per rendere l’Italia
un paese per giovani
Sono alcuni dei giovani stilisti italiani più acclamati del momento,
protagonisti alle sfilate di Milano e Parigi e degli eventi speciali al Pitti
di Firezne. A tutti e sei, oltre alla creatività, viene riconosciuta anche una
visione strategica, che li ha aiutati ad emergere sul mercato, andando oltre
all’etichetta di «fenomeno del momento»
a cura di Andrea Bigozzi
andrea pompilio
Prima di lanciare il suo marchio tre anni
fa, Andrea Pompilio (40 anni) ha lavorato
per oltre un decennio per importanti
griffe come Prada, Calvin Klein, YSL, Bally
dimostrando capacità di operare in azienda
e all’interno di team numerosi.
Massimo giorgetti-msgm
La sua esperienza nel mondo della moda è
iniziata in ambito commerciale (come addetto
alla vendita) ed è proseguita col design: questa
carriera ha favorito una visione più strategica del
prodotto di moda che include oltre alla parte di
progettazione, gli aspetti commerciali e strategici.
Federico Curradi&Co.
“Faccio un passo indietro e mi dedico a
scovare talenti”: Paolo Gerani ha capito
l’importanza di dar credito agli emergenti e
ha annunciato che lascerà la guida creativa
di Iceberg. Per l’uomo arriva Federico
Curradi, per la donna nomina a settembre.
andrea incontri
Formazione a tutto campo per Andrea Incontri,
che nella moda - da architetto - ha debuttato
con la pelletteria, collaborando con il Consorzio
Centopercento italiano. Un’esperienza nella
filiera, utile quando si è trattato di lanciare il
suo marchio e diventare imprenditore.
stella Jean
Prima modella e poi designer: questo iter
anticonvenzionale ha consentito a Stella
Jean di “rubare” ai molteplici stilisti con cui
ha lavorato molteplici punti di vista che la
giovane promessa (mantenuta) della moda
italiana ha rielaborato in un’estetica propria.
Fausto Puglisi
Uno dei segreti del successo di
Fausto Puglisi è di certo l’intelligenza
relazionale: è riuscito a diventare
famoso ancora prima di sfilare su di
una passerella, grazie al rapporto con le
celebrities, prima tra tutti Beyoncé.
Grandi aziende: è l’ora di dare supporto.
Ma non tutte sono pronte
C
ome ben sappiamo, la storia di successo
della moda italiana negli ultimi decenni
è tutta dovuta all’energia di un gruppo
di creativi geniali, supportati da soci e finanziatori altrettanto geniali; quei creativi hanno trovato un facile humus nell’economia
e nella società italiana degli anni 70/80/90,
riuscendo a creare dal niente dei veri e propri
imperi del gusto e della finanza, conosciuti
in tutto il mondo e che hanno ulteriormente
rafforzato il già alto prestigio del “made in
Italy”. E oggi? Mi ha molto colpito l’articolo di Gian Antonio Stella uscito in aprile
sul supplemento Sette de Il Corriere della
Sera, il cui succo è:“Il nostro non è un Paese per giovani stilisti. Anche chi non segue
il settore resta colpito dalle difficoltà che
incontrano i ragazzi a emergere nel mondo
della moda. Il motivo? Il solito: non è, il nostro, un Paese per giovani…”. È impossibile non accorgesene: i designer di successo,
che hanno creato aziende che funzionano,
in Italia hanno almeno 50 anni; gli altri sono
ancora considerati giovani promesse e spes38
03_07_2013
A sinistra, Roberto D’Incau. Sopra, un momento della sfilata di Msgm all’ultima edizione di Pitti Uomo.
L’evento faceva parte di Pitti Italics, il programma lanciato dal salone per supportare e promuovere le
nuove generazioni di fashion designer
Who’s On Next? Uomo
SuperDuper e Casamadre: ecco i talenti del FUTURO
A
nche quest’anno per la quinta volta è stato
assegnato a Pitti il premio Who’s On Next?
Uomo, il progetto destinato alla ricerca di nuovi
talenti made in Italy. I vincitori - ex aequo dell’edizione 2013 del contest promosso da Pitti
Immagine Uomo, L’Uomo Vogue e AltaRoma
sono SuperDuper e Casamadre. Si tratta della
prima volta che a trionfare a Firenze (nella foto,
la premiazione) sono due marchi di accessori e
che l’abbigliamewnto resta escluso dall’alloro.
La passione per la produzione artigianale che
caratterizza i cappelli di SuperDuper Hats e le
scarpe di Casamadre sono le motivazioni che hanno spinto la giuria a premiare i due marchi emergenti,
“accomunati -si legge nelle motivazioni - dalla capacità di saper combinare memoria e tradizione con la
ricerca di dettagli nuovi e contemporanei, in sintonia con le richieste più sofisticate del mercato”. I vincitori
ex-aequo saranno protagonisti con un evento all’edizione invernale di Pitti Uomo 2014. La vittoria a Who’s
On Next?Uomo garantisce loro anche la collaborazione con yoox.com e la possibilità di essere ospitati
nella showroom parigina di Tomorrow Ltd di Stefano Martinetto, che li supporterà nelle vendite. an.bi.
Fin qui l’analisi, ma cosa si deve fare? Bisogna pensare in modo più internazionale e
seguire i talenti nel tempo, senza portarli alle
stelle un anno per poi farli cadere l’anno successivo, in un continuo spreco di talento creativo. C’è bisogno di quello che io definisco
strategic talent sourcing, un modo “scientifico” di fare scouting e coaching dei talenti,
che tenga conto del mix di creatività, della capacità di stare in azienda, di lavorare in team,
di essere imprenditoriali. La capacità di salire
sul treno relazionale giusto è importante, perché dimostra che il creativo sa fare networking e ha intelligenza relazionale, ma davvero
non è sufficiente a farne un cavallo di razza
che duri nel tempo. Alcune aziende italiane
l’hanno già capito; altre, più deboli dal punto di vista strategico, non ancora. Non è un
caso che quando si va in una qualsiasi capitale
dello shopping di lusso, e si entra in un concept store che presenta i marchi dei giovani
emergenti, i nomi italiani sono troppo pochi,
mentre ci sono molti che vengono dagli Usa,
o usciti da Central Saint Martin’s e da altre
scuole internazionali: un dato davvero preoccupante, a mio avviso. Dobbiamo dare più
spazio e supporto ai giovani talenti formatisi
in Italia, altrimenti ci facciamo del male con
n
le stesse nostre mani.
*Headhunter, coach, www.langpartners.it
03_07_2013
39