Corso di Geomorfologia: Lezione 5 La morfologia vulcanica Marco Materazzi Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica TIPOLOGIA DELLE ERUZIONI VULCANICHE •Eruzioni centrali o fissurali •Eruzioni laviche o effusive ed eruzioni esplosive (stratovulcani e vulcani a scudo) •Vulcanismo di tipo hawaiano, stromboliano, vulcaniano, pliniano, ultrapliniano •Interazione fra acqua e magma: eruzioni surtseyane, surtseyane eruzioni freatopliniane (seamounts) PRODOTTI DELL’ATTIVITA’ VULCANICA ESPLOSIVA Prodotti piroclastici o piroclastiti o tefra (ceneri, lapilli, bombe) •Prodotti •Meccanismi di trasporto e deposizione (caduta piroclastica, colatapiroclastica, surge piroclastico) MORFOTIPI VULCANICI •Duomi vulcanici •Coni di scorie •Anelli di tufo, coni di tufo, maar •Tavolati o plateau vulcanici •Barrancos •Lahars •Caldere PRODOTTI DELL’ATTIVITA’ VULCANICA EFFUSIVA •Colate laviche (lave a corde, aa) •Basalti colonnari Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Comportamento eruttivo dei magmi in funzione della loro composizione chimica e del contenuto in gas. I magmi basici e acidi ricchi di gas danno luogo rispettivamente a colate e fontane di lava, e a grandi eruzioni esplosive (A, C). Gli stessi magmi degassati generano rispettivamente i i effusioni laviche tranquille e messa in posto di corpi lavici viscosi di modesto volume e forte spessore p ((B,, D)) ((da Accordi e Lupia Palmieri, 1991, modificato). Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica SKJALDBREIDUR FERNANDINA (Galapagos) (Islanda) MAUNA LOA (Hawaii) 0 20 km Forme e dimensioni dei vulcani scudo di tipo islandese, Galapagos e hawaiano. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Sezione schematica di uno stratovulcano costituito da alternanza di livelli piroclastici (puntinato), colate laviche (L) e sill (S) tagliati dal condotto e da dicchi (D) di alimentazione di coni laterali (C). Da McDonald (1972), ridisegnato. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Eruzione surtseyana di un magma basico. L’interazione tra magma e acqua in prossimità della superficie marina genera esplosioni di notevole energia con conseguente g forte frammentazione del magma e formazione di coni di tufo. Lo stesso magma eruttato in ambiente subacqueo profondo forma sequenze di prodotti lavici spesso con tipiche strutture a pillow e materiale vetroso frammentato (ialoclastiti) (figura piccola). Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica A B F (indice di frammenta azione) (% in peso di cenerii fini) FREATOPLINIANA 100 SURTSEYANA FREATOPLINIANA 80 ULTRA PLINIANA SURTSEYANA ULTRA PLINIANA 60 VULCANIANA VULCANIANA PLINIANA SUBPLINIANA 40 PLINIANA HAWAIIANA HAWAIANA 20 STROMBOLIANA SUBPLINIANA STROMBOLIANA 0 0 0.1 1 10 100 1000 10000 D (= indice di dispersione) in km2 100000 altezza della colonna eruttiva Classificazione delle eruzioni esplosive in funzione del grado di frammentazione e della dispersione areale dei prodotti piroclastici di caduta (Walker, 1973). Il parametro D indica l’area ricoperta da depositi con uno spessore superiore a 1/100 di quello massimo. Il parametro F rappresenta la percentuale di componenti con diametro < 1 mm misurata in una posizione definita del deposito. B. Illustrazione delle dimensioni delle colonne eruttive per i vari tipi di eruzione definiti nel diagramma di Walker. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Schema evolutivo semplificato dell dell’apparato apparato di Stromboli. Stromboli L L’attività attività mista effusiva ed esplosiva costruisce uno stratovulcano (1) (grigio chiaro) che, in seguito a una o più eruzioni, collassa per dare una caldera (2). Le fasi successive sono caratterizzate da: eruzioni che colmano la caldera (3) (rigato verticale), collasso della parte occidentale dell’isola (4), completa ricostruzione del fianco attraverso nuove eruzioni effusive (5) (rigato orizzontale), collasso della Sciara del Fuoco e attività stromboliana attuale (6) (grigio scuro). Lo studio dell’evoluzione di una struttura vulcanica complessa come quella di Stromboli si basa sul rilevamento di terreno finalizzato al riconoscimento i i t dei d i litotipi lit ti i affioranti ffi ti e dei d i loro l rapporti ti stratigrafici, t ti fi i alla ll individuazione i di id i d i periodi dei i di di stasi t i dell’attività d ll’ tti ità testimoniati, t ti i ti add esempio, da paleosuoli, e alla identificazione delle strutture vulcaniche e tettoniche. A causa della discontinuità dei depositi lavici e piroclastici, che può essere primaria oppure conseguente a erosione, è spesso difficile riconoscere con esattezza i rapporti stratigrafici tra unità eruttive. Pertanto nello studio dei vulcani complessi si fa uso esteso di datazioni radiometriche per le ricostruzioni stratigrafiche. Tali datazioni, tuttavia, forniscono dati poco attendibili nel caso di rocce molto giovani. 1 2 4 5 3 6 Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Mount Hood, Oregon, and Mount Adams and Mount St. Helens, Washington, September 1994. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Mount Saint Helens – Washington, USA Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Ampio cratere (diametro circa 2 km) del vulcano St. Helens formatosi in seguito all’eruzione del 18 maggio 1980 Il cratere contiene 1980. nella parte centrale un duomo lavico messo in posto durante le fasi finali dell’attività dell attività eruttiva. eruttiva Prima dell’eruzione esplosiva il vulcano presentava una forma conica molto regolare; la parte mancante del cono, per un’altezza di circa 500 m, fu rimossa nelle prime fasi dell eruzione dell’eruzione per effetto combinato di un rapido movimento franoso e di una forte esplosione laterale Queste depressioni laterale. vengono anche denominate caldere da frana (avalanche caldera). Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Stratovulcano di Alicudi, Alicudi Isole Eolie. Eolie L L’ampia ampia depressione sommitale, sommitale riconoscibile dalla rottura del pendio, pendio è occupata da duomi andesitici dalla tipica forma mammellonare. Le strutture allungate sul fianco SE (a sinistra nella foto) sono colate laviche andesitiche mediamente viscose emesse dall’area sommitale. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Struttura interna dello stratovulcano di Santorini, Grecia, visibile lungo le pareti dell’ampia caldera centrale. Notare l’alternanza di colate laviche e depositi piroclastici, e la presenza di dicchi che tagliano la sequenza vulcanica passando, in alcuni casi, ad una giacitura concordante (sill) (foto P. Manetti). Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica TIPOLOGIA DELLE ERUZIONI VULCANICHE •Eruzioni centrali o fissurali •Eruzioni laviche o effusive ed eruzioni esplosive (stratovulcani e vulcani a scudo) •Vulcanismo di tipo hawaiano, stromboliano, vulcaniano, pliniano, ultrapliniano •Interazione fra acqua e magma: eruzioni surtseyane, eruzioni freatopliniane (seamounts) PRODOTTI DELL’ATTIVITA’ VULCANICA ESPLOSIVA •Prodotti piroclastici o piroclastiti o tefra (ceneri, lapilli, bombe) •Meccanismi M i i di trasporto t t e deposizione d i i ( d t piroclastica, (caduta i l ti colata l t piroclastica, surge piroclastico) MORFOTIPI VULCANICI •Duomi vulcanici •Coni di scorie •Anelli di tufo, tufo coni di tufo, tufo maar •Tavolati o plateau vulcanici •Barrancos •Lahars •Caldere PRODOTTI DELL’ATTIVITA’ VULCANICA EFFUSIVA •Colate laviche ((lave a corde,, aa)) •Basalti colonnari Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica M Mount t Pinatubo Pi t b Il Monte Pinatubo è un vulcano attivo presso l'isola di Luzón nelle Filippine al confine tra le tre province di Zambales Bataan e Pampanga. Zambales, Pampanga L L'eruzione eruzione del giugno 1991, 1991 la prima dopo 5 secoli di inattività, inattività fu la seconda più grande e violenta eruzione del XX secolo. Le previsioni dell'inizio dell'attività eruttiva erano esatte e decine di migliaia di persone furono evacuate dall'area circostante il vulcano salvando molte vite, ma l'area subì numerosi danni a seguito delle colate piroclastiche, il deposito delle ceneri, e in seguito dei Lahar, frane di cenere causate dalle piogge che rimuovevano le ceneri depositatesi. depositatesi Migliaia di abitazioni furono distrutte. distrutte Gli effetti dell dell'eruzione eruzione furono avvertiti a livello planetario. Essa iniettò un'enorme quantità di gas nella stratosfera , superiore ad ogni eruzione successiva a quella del Krakatoa del 1883. Gli aerosol formarono uno strato oscurante di acido solforico, nei mesi successivi. La temperatura globale diminuì di mezzo grado Celsius e il buco dell'ozono crebbe sostanzialmente. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Distribuzione mondiale dei prodotti cineritici del vulcano Pinatubo Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica caduta piroclastica colata piroclastica surge piroclastico Rappresentazione schematica dei processi di messa in posto dei depositi piroclastici di caduta, colata e surge, e dei rispettivi i tti i rapporti ti con la l topografia t fi dei d i terreni t i sottostanti. tt t ti Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Caduta piroclastica, depositi e “bombe” Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Pyroclastic Surge: A more energetic and dilute mixture of searing gas and rock fragments is called a pyroclastic surge. Surges move easily up and over ridges; flows tend to follow valleys. Pyroclastic Flow: High-speed avalanches of hot ash, rock fragments, and gas move down the sides of a volcano during explosive eruptions or when the steep edge of a dome breaks apart and collapses. These pyroclastic flows, which can reach 1500 degrees F and move at 100-150 miles per hour, are capable of knocking down and burning everything in their paths. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Pyroclastic surge Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Surge deposit Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Pyroclastic flow from the S f iè Hills Soufrière Hill Volcano Vl (Antille) (A till ) Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Pyroclastic flow deposit Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica TIPOLOGIA DELLE ERUZIONI VULCANICHE •Eruzioni centrali o fissurali •Eruzioni laviche o effusive ed eruzioni esplosive (stratovulcani e vulcani a scudo) •Vulcanismo di tipo hawaiano, stromboliano, vulcaniano, pliniano, ultrapliniano •Interazione fra acqua e magma: eruzioni surtseyane, eruzioni freatopliniane (seamounts) PRODOTTI DELL’ATTIVITA’ VULCANICA ESPLOSIVA •Prodotti piroclastici o piroclastiti o tefra (ceneri, lapilli, bombe) •Meccanismi M i i di trasporto t t e deposizione d i i ( d t piroclastica, (caduta i l ti colatapiroclastica, surge piroclastico) MORFOTIPI VULCANICI •Duomi vulcanici •Coni di scorie •Anelli di tufo, tufo coni di tufo, tufo maar •Tavolati o plateau vulcanici •Barrancos •Lahars •Caldere PRODOTTI DELL’ATTIVITA’ VULCANICA EFFUSIVA •Colate laviche ((lave a corde,, aa)) •Basalti colonnari Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Strutture a corde di una colata basaltica del Kilawea, Hawaii. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Strutture aa di una colata basaltica recente della rift valley etiopica, nell’area del vulcano Fantallè. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Basalti colonnari del plateau lavico del Fiume Columbia, Oregon, USA. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica TIPOLOGIA DELLE ERUZIONI VULCANICHE •Eruzioni centrali o fissurali •Eruzioni laviche o effusive ed eruzioni esplosive (stratovulcani e vulcani a scudo) •Vulcanismo di tipo hawaiano, stromboliano, vulcaniano, pliniano, ultrapliniano •Interazione fra acqua e magma: eruzioni surtseyane, eruzioni freatopliniane (seamounts) PRODOTTI DELL’ATTIVITA’ VULCANICA ESPLOSIVA •Prodotti piroclastici o piroclastiti o tefra (ceneri, lapilli, bombe) •Meccanismi M i i di trasporto t t e deposizione d i i ( d t piroclastica, (caduta i l ti colatapiroclastica, surge piroclastico) MORFOTIPI VULCANICI •Duomi vulcanici •Coni di scorie •Anelli di tufo, tufo coni di tufo, tufo maar •Tavolati o plateau vulcanici •Barrancos •Lahars •Caldere PRODOTTI DELL’ATTIVITA’ VULCANICA EFFUSIVA •Colate laviche ((lave a corde,, aa)) •Basalti colonnari Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Geometria i e strutture interne i di duomi lavici endogeni con tipiche brecce esterne (zona puntinata), laminazioni concentriche i h legate l all particolare tipo di accrescimento dall’interno per successive iniezioni laviche (linee tratteggiate) i ) e fessurazione f i colonnare radiale più o meno regolare (linee spesse). A. Duomo simmetrico; B. Duomo simmetrico i i con depressione d i centrale causata dalla contrazione all’interno del condotto. C e D. Duomi asimmetrici i i i per scorrimento i della lava su superfici inclinate (da McDonald, 1972, ridisegnato). Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica St tt Struttura interna i t di un duomo d endogeno d parzialmente i l t eroso affiorante ffi t neii pressii dell’isola d ll’i l di Mylos, M l Grecia. G i Notare N t le strutture laminari concentriche e la fessurazione colonnare divergente (foto P. Manetti). Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Coni di scorie (o pomici) I co coni di d scorie sco e sono so o piccoli p cco edifici ed c vulcanici vu ca c monogenici, o oge c , formati o a nel e corso co so di d eruzioni e u o subaeree subae ee di d tipo po stromboliano, s o bo a o, della durata di pochi giorni o pochi anni. Essi sono formati dall’accumulo di frammenti messi in posto secondo traiettorie balistiche nelle immediate vicinanze del centro di emissione. La forma di questi edifici, in pianta, è approssimativamente circolare o, talora, allungata se l’attività che ne determina la formazione si protrae nel tempo, con il centro di emissione che migra g lungo g una frattura. Attività esplosiva stromboliana e coni di scorie nell’area craterica di Stromboli (Isole Eolie). Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Cono di scorie della rift valley etiopica, nell’area del vulcano Kone a nord della città di Nazareth. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Cono di scorie saldate del vulcano Kilawea, Hawaii. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Altro esempio di cono di scorie della rift valley etiopica, nell’area del vulcano Kone a nord della città di Nazareth. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica CONI E ANELLI DI TUFO ((tuff-cones e tuff-rings) g) Questi edifici si formano comunemente a seguito di eruzioni freato-magmatiche che determinano la messa in posto e l’accumulo per esplosioni successive di depositi da flusso e da surge piroclastico, con una componente ridotta di frammenti messi in posto per caduta, spesso secondo traiettorie balistiche. La durata di tali eruzioni può essere compresa p tra p pochi g giorni e p poche settimante, raramente q qualche mese. Coni ed anelli di tufo sono edifici monogenici, g caratterizzati da crateri il cui fondo è situato topograficamente al di sopra della superficie di base dell’edificio. Essi sono costituiti da strati di piroclastiti che immergono sia verso l’interno che verso l’esterno del cratere. Nei coni di tufo il rapporto tra altezza e diametro di base è maggiore rispetto agli anelli di tufo, tufo il cratere è generalmente più piccolo, il rapporto tra flussi e surges piroclastici è più alto, sono spesso presenti intercalazioni di depositi da caduta, e l’angolo di inclinazione degli strati è di circa 20-25° in prossimità della cresta del cratere. I coni di tufo si formano in aree in cui l’acqua superficiale (di un lago o del mare) si trova al disopra del centro eruttivo. Tuff cone di Monte Nuovo (Campi Flegrei) Tuff cone di Nisida (Campi Flegrei) Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Negli anelli di tufo sono prevalenti i depositi da base-surge, che conferiscono all’edificio una forma meno pronunciata, con angoli di inclinazione degli strati molto più bassi rispetto ai coni di tufo. Gli anelli di tufo si formano quando il magma interagisce esplosivamente con abbondante acqua in prossimità o in corrispondenza della superficie. superficie Essi sono caratterizzati da volumi di magma eruttati generalmente inferiori rispetto ai coni di tufo. Tuff ring – Arabia Saudita F t Rock Fort R k State St t Natural N t l Area A - Eastern E t Oregon O (USA) Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Fort Rock State Natural Area - Eastern Oregon (USA) Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Maar è un termine tedesco (al plurale Maare) utilizzato per indicare delle strutture poco rilevate, generalmente di forma circolare, il cui fondo depresso rispetto al piano di campagna è occupato da un lago. g Si tratta di caldere di origine idromagmatica, ossia di cavità originate da esplosioni scatenate dal contatto tra magma e acqua di falda. L'acqua della falda profonda (falda freatica), venendo a contatto con il magma in masse consistenti, provoca la formazione di grosse quantità di composti volatili con un ppotenziale esplosivo p di potenza p inimmaginabile g con conseguenze g catastrofiche paragonabili p g a qquelle degli impatti di meteoriti di grandi dimensioni. L'acqua della falda freatica riempie poi la caldera residua formando così il laghetto nel fondo della cavità. Maar della rift valley etiopica, nell’area del vulcano Kone a nord della città di Nazareth. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Isola di Surtsey, Islanda, formatasi nel 1963-66. La parte affiorante, costituita da un cono di scorie accresciutosi all’interno di un cono di tufo, rappresenta la porzione sommitale di un vulcano sottomarino formato da lave e ialoclastiti. Il passaggio da lave a cono di tufo e, infine, a cono di scorie riflette la netta diminuzione nel rapporto acqua/magma nel corso dell’eruzione che ha costruito l’isola. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Cratere di esplosione (maar) di Horaro (Green Lake) nei pressi di Debre Zeit, Zeit regione di Addis Abeba, Abeba Etiopia. Etiopia Il cratere, occupato da un lago, si è formato in seguito ad un’eruzione idrovulcanica ai piedi di un vecchio stratovulcano il cui bordo calderico, profondamente dissestato, è ancora parzialmente riconoscibile sullo sfondo della foto. Gli strati affioranti lungo le pareti del cratere rappresentano le colate del vecchio stratovulcano e, nella parte superiore, superiore i depositi di surge connessi all all’attività attività freatomagmatica responsabile della formazione del maar. maar Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Randecker maar - Germany Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Maar Cono di tufo Anello di tufo Sezione trasversale di un maar, di un cono di tufo e di un anello di tufo tufo. Da Cass e Wright (1988), modificato. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Rappresentazione schematica della formazione di un plateau lavico per ripetute eruzioni fissurali basaltiche. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica A B C Formazione di un tavolato lavico monogenico attraverso. A e B B. IInvasione i di una valle ll fluviale fl i l da parte di una colata lavica; C. Inversione di rilievo conseguente all’erosione delle rocce a minore competenza l lungo i bordi b di della d ll colata. l t Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Formazione di una caldera conseguente a: A. Eruzione esplosiva di tipo pliniano; B. Svuotamento parziale della camera mag-matica; C. Collasso della parte centrale dell’apparato dell apparato vulcanico (da Mac Donald, 1972, ridisegnato). Gentili B. – Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Carta topografica dell’isola di Vulcano, Isole Eolie. L L’isola isola è caratterizzata da due ampie caldere. La più meridionale è quasi completamente riempita da prodotti p odo ddi eeruzioni u o intracalderiche aca de c e mentre l’altra contiene al suo centro il Cono della Fossa. Questo è un centro piroclastico quiescente con un cratere centrale ben evidente e con una colata lavica linguoide di natura ossidianacea sul fianco settentrionale. Il punto di intersezione tra le due caldere è occupato dal vulcano del Monte Saraceno. La parte più settentrionale dell’isola è formata dall’apparato pp di Vulcanello che è costituito da uno scudo di tipo islandese di lave basiche tefritiche con sovrastanti piccoli coni piroclastici trachitici. Il contrasto p morfologico tra lo scudo lavico e i coni piroclastici evidenzia il cambiamento dallo stile effusivo dei magmi g fluidi tefritici a quello q moderatamente esplosivo dei magmi trachitici. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Flussi lavici attivi il 30 Dicembre 2002 alle 11.30 ora locale (rosso) e il 31 Dicembre 2002 (porpora). Tracciati a partire dalle mappe pubblicate a cura dell' INGV-Catania. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Corpi franosi distaccatisi dalla Sciara del Fuoco il 30 Dicembre 2002 alle 13:15 e 13:22. Tracciati a partire dalle mappe pubblicate a cura dell' INGV-Catania Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica L'illustrazione mostra l'onda di tsunami in espansione dopo l'entrata in mare della frana. Nota che non si tratta di una simulazione al computer ma solo di una rappresentazione di come le onde potrebbero essersi propagate Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Danni provocati dall'onda di tsunami lungo la costa di Scari, Stromboli. Flusso lavico che entra in mare sotto la Sciara del Fuoco. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Armero, Colombia, destroyed by lahar on November 13, 1985.More than 23,000 people were killed in Armero when lahars (volcanic debris flows) swept down from the erupting Nevado del Ruiz volcano Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica A pyroclastic flow from the August 7, 1980 eruption stretches from Mount St. Helens' crater to the valley floor below. Pyroclastic flows typically move at speeds of over 60 miles per hour (100 kilometers/hour) and reach temperatures of over 800 Degrees Fahrenheit (400 degrees Celsius). Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica 4 April 2009. An impressive lahar carrying glacial sediments continues to flow in Drift River Valley six hours after a Plinian eruption p of Redoubt Volcano (Alaska) ( ) has triggered gg it. Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Redoubt Volcano (Alaska). Steaming pyroclastic flow (right) and ash column erupted from the horseshoe horseshoeshaped crater (left). Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 5 – La morfologia vulcanica Unrestricted Ashfall and lahars can be significant hazards in all areas, and require appropriate precautions. Daytime access to Daytime transit some areas Access is permitted Areas will be defined Boats permitted to from 6:30 am until depending on state travel through the 5:30 pm. Access and location of the MEZ without gates will be locked volcanic activity. stopping from 6:30 at all other times. am until 5:30 pm. Daytime access Controlled access Essential workers No access without No access apart from approval from MVO and associated NDPRAC. Approval staff. Access for considered on a case- essential by-case basis. Gates maintenance only will be locked at all with approval from times. NDPRAC. Gates will be locked at all times.