un incontro con un collega italiano in USA, il Prof. Meco Bernoco

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12-03-2007
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Veterinari oltre confine: un incontro con
un collega italiano in USA, il Prof. Meco
Bernoco
Giovanni Comino
Vuoi presentarti ai veterinari italiani che
non ti conoscono?
Il mio nome è Domenico (Meco) Bernoco,
nato a Cherasco (Cuneo) 71 anni fa, e da
circa 28 anni residente in Davis, California,
USA. Attualmente posseggo la doppia cittadinanza. Sono Professore Emerito al Dipartimento di Population Health and Reproduction, Scuola di Medicina Veterinaria,
Università di California, Davis.
La Scuola è riconosciuta come la numero
uno del mondo.
Quali sono stati i primi passi della tua
carriera?
Mi sono laureato Summa cum Laude alla
Facoltà di Medicina Veterinaria, Università
degli Studi di Torino nell’autunno del 1959.
Dopo la laurea frequentai con il Dr. Giuseppe Sartore l’Osservatorio di Genetica Animale di Torino, diretto dal Dr. Pietro Dassat.
Nel 1967 con una borsa di studio della NATO per l’estero frequentai per un anno il
Serology Laboratory, Scuola di Medicina
Veterinaria, Università di California, Davis,
diretto dal Dr. Clyde J. Stormont.
Qui mi specializzai nell’immunogenetica animale. Di ritorno in Italia, all’Istituto di Genetica Medica, Facolta` di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Torino, diretto dal Dr. Ruggero Ceppellini, completai
la mia specializzazione nell’immunogenetica umana.
Quale attività hai svolto a Basilea?
Nel 1969 fui invitato a far parte del Basel
Institute for Immunology in Basilea, Svizzera. Ho ancora un vivido ricordo del mio
primo incontro con il direttore Dr. Niels K.
Jerne.
Dopo Basilea quale attività hai svolto?
Dopo la mia introduzione, la sua prima domanda fu se tra le vacche super-immunizzate per la produzione di reagenti per la
tipizzazione notammo mai un animale svilluppare una forma di leucemia.
Sbalordito dalla domanda, la mia risposta
fu decisamente negativa. Il suo commento
immediato fu: è chiaro che deve esistere
un meccanismo capace di controllare l’espansione del sistema immunitario.
Nel 1974 Niels pubblicò il suo famoso articolo: “Towards a network theory of the immune system”, e nel 1984 ricevette con i
Dottori César Milstein e Georges J.F. Köhler
il premio Nobel in Fisiologia Medica.
Quali sono stati i tuoi interessi a
Basilea?
Lo studio genetico del Sistema Maggiore
dell’Istocompatibilità (MHC) e la sua influenza sullo sviluppo di malattie nell’uomo.
Tra i diversi lavori publicati è stata l’identificazione del terzo MHC locus (HLA-D) e
l’aggregazione delle molecule HLA alla
superfice dei linfociti indotta da un antisiero contro le β2 microglobuline, nonché il
primo studio famigliare su individui affetti
da Ankylosing Spondylitis arrivando alla
conclusione che oltre la presenza del HLAB27, un secondo gene indipendente e con
una frequenza nella popolazione svizzera
di circa 0.5% era necessario per lo sviluppo della malattia.
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Nel 1977, mi trasferii al Tissue Typing Laboratory, Dipartimento di Chirurgia, Facoltà di
Medicina, Università di California, Los Angeles, diretto dal Dr. Paul I. Terasaki.
Qui continuai lo studio del MHC umano e
la sua importanza nel trapianto di organi e
tessuti nonché la sua applicazione nel risolvere casi di paternita`.
Tra i casi più interessanti c’è stato quello di
una coppia di gemelli con due padri diversi. Un chiaro episodio di superfecondazione avvenuto in un breve spazio di tempo.
Infatti, la madre ammise che dopo una lite
a letto con il marito, raggiunse un bar vicino. Il mattino sequente si svegliò nel letto
di un estraneo che divenne poi il suo secondo marito.
Quando ti sei trasferito a Davis?
Nel 1979. Il mio interesse era di sviluppare
i Sistemi Maggiori dell’Istocompatibilità dei
bovini (BoLA) ed equini (ELA) ed il loro
uso in medicina preventiva in sostituzione
della medicina d’intervento più comunemente usata nei grandi allevamenti bovini.
Sulla base della mia precedente esperienza
nell’uomo, il nostro laboratorio è stato orientato al rapido sviluppo dei due sistemi
e per diversi anni fui responsabile del centro produttore dei dati dell’International
BoLA ed ELA Workshops.
Quale è stata la loro
applicazione nei bovini?
L’intento era di selezionare animali con una
maggiore resistenza genetica a malattie, riducendo così l’uso di medicine e conseguentemente i loro residui nei prodotti di
consumo umano.
Personaggi in primo piano
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Personaggi in primo piano
A questo proposito, abbiamo pubblicato
una serie di articoli sulla resistenza e suscettibilità alla progressione subclinica
della Bovine Leukemia Virus Infection associata al sistema BoLA nelle vacche produtrici di latte.
Le vacche ad alta produzione risultarono
anche le più soggette ad un rapido sviluppo della malattia spiegando così la sua più
alta prevalenza tra gli allevamenti più produttivi.
E per gli equini?
Nel 1992 in collaborazione con l’Università
di Pittsburgh, Pennsylvania pubblicammo il
primo test genetico per l’identificazione
della malattia ereditara a carattere dominante Hyperkalaemic Periodic Paralysis (HYPP)
nei Quarter Horses.
Dovuta all’ipertrofia muscolare, gli animali
affetti erano altamente apprezzati e premiati alle mostre “when shown in halter
classes”, spiegando così la grande diffusione di questo gene.
Durante i primi mesi di applicazione prati-
ca del test ricevevamo in media una decina di telefonate al giorno critiche sull’uso
del test. Infatti, nel giro di sei mesi un cavallo risultato positivo è stato venduto per
ben tre volte, partendo da un valore di circa un milione e mezzo ad una somma finale di trecentocinquantamila dollari.
Quale è il tuo impegno attuale?
Sono responsabile dell’analisi centrale del
International Equine Gene Mapping Workshop. Circa cinquanta laboratori da tutto il
mondo collaborano nella costruzione della mappa genetica del cavallo attraverso
l’uso di microsatelliti.
Che cosa significa Geep?
Geep è il nome assegnato a chimere tra caprini ed ovini.
In collaborazione con il Dipartimento di Animal Science, producemmo artificialmente diverse chimere sia attraverso l’aggregazione di embrioni allo stadio di 4-8 cellule
di entrambe le speci o attraverso l’iniezione di inner cell masses di una specie in blastociti dell’altra specie.
Queste chimere permetterono studi di base sull’importanza del MHC ed altre molecole espresse alla superficie delle cellule
sull’interazione feto-materna durante l’impianto e nella formazione della placenta,
nonché la risposta umorale generata durante la gravidanza.
Alla 30th International Conference on
Animal Genetics, che ha avuto luogo in
Porto Seguro, Brasile dal 20 al 25 di
agosto del 2006, ho presentato i risultati di 1581 loci tipizzati su 921 discendenti da 24 stalloni diversi.
I risultati sono accessibili al seguente indirizzo internet:
www.uky.edu/Ag/Horsemap/Maps/.
È importante sottolineare che alcune sequenze geniche del cavallo sono gia state
publicate (aprile 2006) dal Broad Institute,
Cambridge, Massachusetts, USA e sono accessibili al seguente indirizzo:
www.ncbi.nlm.nih.gov/Traces/trace.cgi/.
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