Il sistema cardiocircolatorio Il sangue, il cuore, la circolazione Il sangue Liquido opaco, color rosso, che scorre nell’apparato circolatorio. Esso è costituito da una parte liquida, il plasma, e da una parte corpuscolata che, a sua volta , consta di globuli rossi (eritrociti o emazie ), globuli bianchi (leucociti), e piastrine. I globuli rossi sono forniti di un pigmento, la emoglobina, cui si deve il rosso del sangue. Il suo peso specifico oscilla tra i 1050 e i 1060 e la sua viscosità è 5 volte quella dell’acqua. Il sangue esercita una pressione osmotica di 7,6 atmosfere a 38°C pari a 285 mOsm. Quando il sangue fuoriesce dai vasi va incontro al fenomeno della coagulazione , assumendo una consistenza dapprima gelatinosa e poi solida. Funzioni del sangue 1 Funzione respiratoria : consiste nel trasporto dell’ossigeno ai tessuti operato essenzalmente dai globuli rossi e nell’asportazione da questi dell’anidride carbonica effettuata dagli eritrociti e dal plasma; 2 Funzione nutritiva: i principi alimentari vengono assorbiti dalla mucosa intesinale, entrano in circolo tramite il plasma sanguigno , raggiungono così tutte le cellule e possono essere utilizzati; 3 Funzione depuratrice: il sangue ed in particolare il plasma , rimuovono dai tessuti i prodotti di rifiuto del metabolismo convogliandoli negli organi emuntori che provvedono ad eliminarli. Sono tali i reni, i polmoni, il fegato, l’intestino e la cute; 4 Funzione di correlazione chimica ed in paricolare ormonica: nel sangue si riversano gli ormoni elaborati dalle ghiandole a secrezione interna, i quali esercitano la loro funzione a distanza dell’organo che li produce; 5_ Funzione di difesa: i globuli bianchi ed alcuni protidi del plasma come le gammaglobuline svolgono un ruolo fondamentale nelle reazioni di difesa ed immunitarie. Alcuni dei leucociti hanno la capacità di fagocitare i germi, mentre le gammaglobuline costituiscono gli anticorpi, cioè sostanze di difesa che si producono quando agenti estranei entrano nell’organismo; 6_ Funzione di conservazione dell’equilibrio idro-salino nell’organismo: sia l’assunzione, come l’eliminazione di acqua e di sali è mediata dal sangue; 7_ mantenimento della temperatura corporea al giusto livello in tutte le parti dell’organismo: l’uniformità della temperatura corporea è garantita dalla circolazione del sangue ed è resa possibile dall’elevato calore specifico e dall’alta conduttività termica dell’acqua; 8_ regolazione del pH di tessuti: grazie alle sostanze tamponi che esso contiene; 9_ Regolazione della pressione osmotica; 10_ Regolazione della pressione arteriosa in virtù delle modificazioni del suo volume. Dove scorre? Il sangue scorre nell’albero circolatorio, nelle arterie , nelle vene e nei capillari, tuttavia è solo a livello di questi ultimi che entra in rapporto con i tessuti; non si deve credere che il sangue bagni direttamente le cellule , queste ultime infatti entrano in contatto solo con il liquido interstiziale che è un prodotto di trasudazione del sangue. E’ il liquido interstiziale dunque che fa da intermediario tra sangue e le cellule. D’altra parte un eccesso di liquido interstiziale viene drenato dalla linfa nel sistema vascolare linfatico: quest’ultimo a sua volta è tributario nel orrente circolatorio. Omeostasi nonostante i costituenti ematici si rinnovano costantemente, la composizione del sangue è rigorosamente costante. Ciò è determinante ai fini della conservazione della vita perché assicura omeostasi, cioè una stabilità e una costanza fisica e chimica degli organi. Come è composto il sangue? E’ formato da una parte liquida il plasma ( circa il 55% del volume ematico) e da una parte corpuscolata cellulare (circa il 45% del volume) che comprende globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Il Plasma: composizione rappresenta la componente liquida del sangue (all’incirca il 55% del volume). Il principale costituente del plasma è rappresentato dall’acqua , circa il 90%. Nel plasma circa l’8% è rappresentato dai protidi plasmatici. Essi sono l’albumina , le globuline ed il fibrinogeno. Nel plasma vi sono anche lipidi, colesterolo, trigliceridi, fosfolipidi ed acidi grassi liberi. Sono presenti anche enzimi: esterasi, colinesterasi, creatinfosfochinasi, transaminasi. Da ultimi, ma non per importanza, sono contenuti elettroliti principalmete sodio, calcio, potassio, cloro, bicarbonati. Albumina molecola ellitica lunga circa 1 nm e di elevato peso molecolare. Essa è responsabile al 70-80% della pressione colloido-osmotica delle proteine plasmatiche. La diminuzione dell’albumina plasmatica può provocare diminuzione della pressione oncotica e gravi alterazioni degli scambi idrici fra sangue e tessuti: si manifesta così un abnorme passaggio di liquido nei tessuti con formazione di edemi. In queste circostanze il rapporto albumina –globuline, che è normalmente a favore della prima si può invertire. Si lega reversibilmente a cationi o ad anioni o farmaci ( come antibiotici e barbiturici). Rappresenta una riserva proteica per l’organismo. Globuline Si distinguono alfa 1; alfa2 ; beta 1; beta 2 e gamma-globuline. Sono costituite da protidi, glicoprotidi e lipoproteine. I glicoprotidi sono caratterizzati dalla presenza nella loro molecola di glicidi come esosi, esosamina e acido ossialico ; sono chiamati anche mucoproteine. La transferrina (esiste in 13 varietà trasmesse ereditariamente) ha il compito di trasferire il ferro dall’intestino al midollo delle ossa e agli organi di deposito. La ceruloplasmina è una alfa 2 globulina di colore blu, di qui il suo nome. Il suo compito è il trasporto del rame nell’organismo. Aptoglobine Sono alfa2-globuline che hanno la funzione di fissare l’emoglobina quando fuoriesce dal globulo rosso. Le gamma-globuline vengono denominate immunoglobuline e distinte in 5 classi: IgG, IgM; IgA; IgD; IgE che hanno un ruolo fondamentale nel sistema immunatario. Il fibrinogeno E’ un precursore della fibrina. E’ essenziale nella coagulazione del sangue, poiché esso viene trasformato in fibrina necessaria alla formazione del trombo. I lipidi plasmatici Sono principalmente colesterolo, triglieridi, fosfolipidi e acidi grassi liberi. Grande attenzione viene rivolta oggigiorno a queste sostanze ed in modo particolare al colesterolo, avendo un ruolo fondamentale nella patogenesi dell’arteriosclerosi. I costituenti dei lipoprotidi possono essere separati fra loro per mezzo della ultracentrifugazione in chilomicroni, lipoprotidi a bassissima densità VLDL (Very Low density lipoproteins), quelli a densità intermedia (Intermediate Density Lipoproteins) IDL, quelli ad alta ed altissima densità (High Density Lipoproteins) HDL e VHDL. I chilomicroni sono molecole molto piccole. Sono sintetizzate dalla mucosa intestinale e servono al trasporto dei trigliceridi alimentari dall’apparato digerente ai tessuti e al fegato. Elettroliti nel plasma Sodio nel plasma si trovano circa 300mg % di sodio, corrispondenti a 140mEq/L. Questo elettrolita abbonda nel sangue ma è scarso negli eritrociti. Riveste un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio idrico e dell’equilibrio acido-base dell’organismo, nonché della pressione osmotica dei liquidi organici. Esplica una funzione di primo piano anche per quanto concerne l’insorgenza del potenziale d’azione delle cellule e delle fibre nervose e muscolari. La sorgente del sodio è rappresentata dal sale da cucina, nonché dal sodio presente negli alimenti e nell’acqua. Viene eliminato attraverso le urine e la sudorazione. Il suo metabolismo è controllato dai mineral corticoidi del surrene ed in particolare dall’aldosterone; sotto la loro influenza aumenta il riassorbimento tubulare del sodio e quindi aumenta la natriemia. Nell’insufficienza cortico-surrenale si accresce l’eliminazione urinaria del sodio. Potassio E’ un elettrolita che si trova soprattutto all’interno delle cellule. Anch’esso svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio acido-base all’interno dell’organismo, di quello idrico, nonché del mantenimento della pressione osmotica. La maggior concentrazione di potassio all’interno delle cellule ha grande significato nella genesi del potenziale di riposo o di membrana. Il rene è l’organo principale attraverso cui viene eliminato: esso è infatti escreto nel tubulo distale. Cloro anch’esso interviene nel mantenimento dell’equilibrio idro-salino, acido-base e della pressione osmotica. Importante è lo scambio dei cloruri nella membrana eritrocitaria durante la respirazione. Anche nella formazione dell’acido cloridrico del succo gastrico il ruolo del cloro è notevole; le sue quantità ematiche diminuiscono in caso di diarrea, con la sudorazione, nel vomito protratto. Calcio ha un ruolo fondamentale nel processo della coagulazione del sangue e nel mantenimanto della giusta eccitabilità del muscolo e del nervo. Principale costituente delle ossa. Proviene dall’alimentazione. Fosforo Ha un metabolismo in rapporto con quello del calcio. Magnesio Di fondamentale importanza nella stabilizzazione del potenziale di membrana. Bicarbonati Sono elementi fondamentali per l’equilibrio acido-base e la sua omeostasi. Eritrociti Gli eritrociti o emazie o globuli rossi rappresentano l’elemento figurato più cospicuo del sangue. In massa appaiono di color rosso, di qui il loro nome; al microscopio ottico sono di color arancione. Responsabile del colore è la emoglobina, un cromopeptide che essi contengono e che svolge una funzione respiratoria di capitale importanza caricandosi di ossigeno e in parte di anidride carbonica. Il peso specifico delle emazie umane oscilla fra 1080 e 1102. Hanno una forma di lente biconcava : sono rotondi e depressi al centro. Probabilmente le due opposte superfici del globulo rosso sono attratte fra loro da una forza elettrica. Tale forma favorisce una più rapida diffusione dei gas Eritrocita:emoglobina Gli eritrociti sono ricchi di una proteina tetramerica detta emoglobina dal p.m. 68.000 Da La proteina consiste di quattro catene uguali a due a due, due catene α e due catene β Ogni catena è legata ad un gruppo eme contenente ferro L’emoglobina rappresenta il trasportatore dei gas respiratori Emoglobina Di fondamentale importanza è la presenza di emoglobina nei globuli rossi. E’ un protide coniugato costituito dalla globina e ferroeme. L’emoglobina serve al trasporto dell’ossigeno che viene fissato in maniera reversibile dal gruppo prostetico e dal ferro bivalente. Se questo diventa trivalente, cioè viene ossidato, la funzione respiratoria dell’emoglobina viene perduta. Essa consta di 4 unità molecolari, è quindi un tetramero. Ogni unità del tetramero è composta da un gruppo eme e dal Ferro bivalente. Quando l’emoglobina si ossigena, l’ossigeno si insinua tra il ferro dell’eme e le catene alfa e beta che compongono la globina. L’eme ha la forma di una piramide appiattita con la base formata da 4 atomi di azoto. Quando viene legata la molecola dell’ossigeno, l’atomo ferroso mette in comune un elettrone e il suo volume si riduce del 13%. L'emoglobina è una proteina globulare la cui struttura quaternaria conta di 4 sub-unità, è solubile, di colore rosso (è una cromoproteina), ed è presente nei globuli rossi del sangue dei vertebrati, responsabile del trasporto dell'ossigeno molecolare da un compartimento ad alta concentrazione di O2 ai tessuti che ne hanno bisogno. Ognuno dei suoi 4 globuli proteici, detto globina, ha al suo interno una molecola di protoporfirina che coordina uno ione ferro Fe (II), posto leggermente al di fuori del piano della molecola, nell'insieme chiamata Gruppo Eme. L'emoglobina è inoltre una proteina allosterica. I globuli bianchi Detti anche leucociti sono cellule rotondeggianti nucleate più grandi dei globuli rossi. In condizioni normali il loro numero varia tra 4.000 e 10.000 per millimetro cubo di sangue. Essi sono soltanto una parte del complesso sistema di difesa del nostro organismo che coinvolge diverse strutture attivate da complicati meccanismi. Una parte dei globuli bianchi contiene strutture granulari mentre l'altra parte ne è priva: si distinguono così i leucociti granulociti e non granulari. I globuli bianchi granulociti sono noti anche come leucociti polimorfonucleati perché i loro nuclei presentano numerosi lobi. In base alla loro affinità per i coloranti sono distinguibili in tre tipi: neutrofili (circa il 65% del totale) importanti per la difesa dell'organismo contro le infezioni perché esercitano la funzione fagocitaria ossia assaltano e ingeriscono batteri e corpi estranei; eosinofili (1-2% del totale) che aumentano in genere in presenza di affezioni allergiche; basofili (0,5-1% del totale) intervengono nel processo infiammatorio. I globuli bianchi non granulocitici sono: monociti (5-8% del totale), le più grosse cellule del sangue circolante che costituiscono insieme ai neutrofili la prima linea di difesa dell'organismo; linfociti (35% del totale) prodotti nei linfonodi, nella milza ed in altre strutture linfatiche, sono importanti per la difesa immunitaria del nostro organismo. Se abbiamo carenza di globuli bianchi, ossia meno di 4000 per millimetro cubo di sangue, si parla di leucopenia; se in eccesso di leucocitosi. Le cellule del sangue: leucociti Il numero dei leucociti nel sangue è inferiore a quello degli eritrociti. Nell’adulto il numero oscilla da 6500 a 10.000 cellule per mm3 Svolgono la loro funzione al di fuori del torrente sanguigno, infatti attraversano gli endoteli (diapedesi) ed entrano nel connettivo La funzione principale è quella di difendere l’organismo da sostanze estranee Le cellule del sangue: leucociti Vengono classificati in granulociti e agranulociti Granulocita: basofilo Agranulociti: monocita Leucociti: granulociti Presentano granuli specifici nel citoplasma e sono divisi in: Neutrofili Basofili Eosinofili x1325 neutrofilo basofilo eosinofilo Leucociti: agranulociti Si distinguono altri due tipi: Linfociti monociti linfocita monocita granulociti neutrofili Costituiscono la maggior parte dei leucociti (6070%) e la loro funzione e quella di distruggere i batteri nel connettivo grazie alla loro capacità fagocitaria Vengono anche detti leucociti polimorfonucleati a causa della forma varia del nucleo Nelle donne il nucleo può presentare un piccolo addensamento di cromatina corrispondente al cromosoma X e detto corpo di Barr Corpo di Barr granulociti neutrofili: le granulazioni Granuli specifici contengono enzimi necessari per la loro funzione antimicrobica. Proteasi, fosfolipasi e alti enzimi litici Granuli azzurrofili sono dei lisosomi contenenti idrolasi acide, lisozima e un fattore che aumenta la permeabilità (BPI) Granuli terziari contengono gelatinasi che idrolizza la membrana basale permettendo alle cellule di penetrare nel connettivo granulociti neutrofili: le funzioni I neutrofili migrano nel connettivo nelle zone invase dai microorganismi Penetrano nella regione infiammata aderendo inizialmente agli endoteli per mezzo di recettori specifici. Tale adesione stimola la produzione di interleuchina-1 e del fattore di necrosi tumorale che inducono le cellule endoteliali ad esprimere una molecola di adesione detta ICAM-1 ,alla quale si legano le integrine dei neutrofili I neutrofili si bloccano, smettendo di migrare e attraversano l’endotelio invadendo il connettivo e fagocitando i batteri. Innescano inoltre il processo infiammatorio rilasciando molecole denominate leucotrieni. Granuli specifici rilascio di lisozima e fosfolipasi granulociti eosinofili Rappresentano meno del 4% dei leucociti totali granulociti eosinofili: i granuli Contengono granuli specifici e granuli azzurrofili Al ME i granuli specifici presentano una parte interna più densa e da una parte esterna meno densa L’interno contiene agenti proteici antiparassitari e una neurotossina I granuli azzurrofili sono lisosomi atti ad idrolizzare i complessi antigene-anticorpo e i parassiti fagocitati. granulociti basofili Rappresentano meno dell’1% dei leucociti totali Possiedono un nucleo ad S mascherato da numerosi granuli Sulla membrana plasmatica presentano i recettori per le Immunoglobuline E (IgE) granulociti basofili: i granuli Contengono granuli specifici e azzurofili I granuli specifici si colorano in blu scuro con il Giemsa Sono disposti alla periferia cellulare Contengono eparina, istamina, dal punto di vista funzionale i basofili sono simili ai mastociti I granuli azzurrofili sono lisosomi granulociti basofili: funzioni Agiscono come iniziatori dei processi infiammatori Alcuni particolari antigeni inducono la produzione da parte delle plasmacellule di immunoglobuline E (IgE) Un frammento (Fc) di queste immunoglobuline si attacca ai recettori presenti sulla membrana dei basofili e dei mastociti senza alcun effetto apparente. Quando lo stesso antigene penetra nell’organismo trova gli anticorpi pronti e si lega ad essi inducendo il rilascio del contenute dei granuli specifici Il rilascio di istamina provoca una reazione anafilattica, che può condurre allo shock anafilattico Agranulociti:monociti Rappresentano il 3-8% dei leucociti totali Sono le cellule più voluminose e sono note come macrofagi Il nucleo è grande eccentrico e “tarlato” Presenta numerosi granuli azzurrofili Permangono in circolo per pochi giorni attraversando gli endoteli e trasformandosi in macrofagi Monociti:funzioni La loro funzione si svolge essenzialmente come macrofagi I macrofagi fagocitano qualunque materiale estraneo Producono citochine coinvolte nei processi infiammatori e immunitari Alcuni macrofagi noti come cellule che presentano l’antigene, fagocitano gli antigeni e ne presentano le porzioni maggiormente antigeniche, dette epitopi, alle cellule immunocompetenti (linfociti T) In presenza di antigeni corpuscolati i macrofagi si associano formando le cellule giganti da corpo estraneo Agranulociti:linfociti I linfociti rappresentano la seconda popolazione cellulare della serie bianca del sangue. Infatti sono il 20-25% dei leucociti totali Sono leggermente più grandi dei globuli rossi, con un nucleo eccentrico che occupa buona parte del volume cellulare Presenta alcuni granuli azzurrofili Al ME si nota poco citoplasma, alcuni mitocondri e molti ribosomi liberi Agranulociti:linfociti Sono stati identificati tre tipi di linfociti: Linfociti T (80%) Linfociti B (15%) Null cells o Natural Killer (5%) Questi tre tipi di linfociti non sono distinguibili dal punto di vista funzionale, ma solamente mediante tecniche di immunoistochimica che evidenziano marker di superficie diversi Linfociti: funzioni In generale i linfociti B sono responsabili del sistema immunitario in generale, mentre le cellule T sono responsabili del sistema immunitario mediato da cellule Per divenire competenti i linfociti migrano in organi specifici dove maturano sviluppando proteine di superficie altamente specifiche Le cellule B diventano immunocompetenti nel midollo osseo Le cellule T prodotte nel midollo osseo, maturano nella corticale del timo Linfociti:funzioni Una volta maturati i linfociti migrano nel sistema linfoide e formano cloni cellulari capaci di rispondere allo stesso antigene Dopo stimolazione con l’antigene sia i B che i T si differenziano in due sottogruppi: Cellule con memoria Cellule effettrici linfociti Cellule con memoria: Non partecipano alla risposta immunitaria, ma rimangono come componenti di quel clone di memoria immunitaria pronte a rispondere se si ripresentasse lo stesso antigene Cellule effettrici: Sono linfociti immunocompetenti che possono portare a termine la loro funzione immunitaria (l’eliminazione dell’antigene) Linfociti: cellule effettrici I linfociti B sono responsabili della risposta immunitaria umorale Si possono differenziare in plasmacellule, capaci di produrre anticorpi contro l’antigene Linfociti: cellule effettrici I linfociti T sono responsabili della risposta immunitaria mediata da cellule Alcuni si differenziano in linfociti T citotossici responsabili del contatto diretto e dell’uccisione di cellule estranee o trasformate da virus Altre cellule T sono coinvolte nell ’ inizio e sviluppo (ma anche nella soppressione) delle risposte immunitarie sia umorale che mediata da cellule per mezzo della produzione di molecole segnale dette linfochine Linfociti: null cells Sono composte da due distinte popolazioni cellulari: Cellule staminali capaci di dare origine a tutti gli elementi figurati del sangue Cellule Natural Killer che sono in grado di uccidere cellule estranee o trasformate, senza l’intervento del timo o dei linfociti T Le piastrine o trombociti (dal greco ϑρόμβος, thròmbos, «grumo» e κύτος, cytos, «cellula», alcuni autori preferiscono però indicare il corrispettivo delle piastrine nelle specie animali in cui esse sono provviste di nucleo) sono elementi figurati (corpuscolati) del sangue. Sono specializzate nei fenomeni di emostasi, cioè impediscono la perdita di sangue a seguito di una lesione. Inoltre hanno un ruolo fondamentale nella coagulazione del sangue. La scoperta delle piastrine si deve al patologo e istologo italiano Giulio Bizzozero, i cui studi in merito furono pubblicati tra il 1883 e il 1884.[1] Quand l’endotelio dei vasi sanguigni subisce una lesione, solitamente a seguito di un trauma, le piastrine aderiscono fra di loro sul punto di rottura, formando il cosiddetto "trombo bianco", e cominciano a produrre sostanze vasocostrittrici come la serotonina, che induce la contrazione del vaso sanguigno danneggiato spremendo al di fuori il siero (plasma senza fattori della coagulazione) e rallentando il flusso sanguigno. Viene prodotta anche la tromboplastina, che attiva a cascata i fattori della coagulazione; in questo modo si innesca una cascata di reazioni che permetteranno di attivare la protrombina in trombina. Questa, a sua volta, attiverà il fibrinogeno (proteina lunga e lineare) in fibrina (proteina filamentosa e insolubile). L'intreccio dei filamenti di fibrina trattiene le piastrine, i globuli rossi e i leucociti, formando il trombo definitivo (detto anche "trombo rosso"). Successivamente interverrà nella lisi del coagulo la plasmina, attivata a sua volta dal plasminogeno. Una deficienza di plasmina può provocare una tendenza alle trombosi e aumentare il rischio di infarto. Alcune malattie emorragiche sono causate da difetti piastrinici qualitativi (piastrinopatie) o quantitativi (piastrinopenie). Stati causanti una trombocitopenia (diminuzione di numero): Eritropoiesi L’eritropoiesi è la formazione dei globuli rossi Il numero di cellule formato giornalmente è molto elevato Tale produzione è resa possibile dalla presenza di due cellule progenitrici unipotenti derivanti dal tipo CFU-S Queste sono le BFU-E e le CFU-E dette unità eritrocitarie Il differenziamento delle CFU-S in BFU-E è indotto dalla eritropoietina prodotta dai reni in carenza di globuli rossi Reticolocita (5) Eritrocita (6) Eritroblasto basofilo (2) Proeritroblasto (1) Eritroblasto ortocromatico (4) Eritroblasto policromatofilo (3) Il sistema cardiovascolare FISIOLOGIA CARDIACA 70 battiti al minuto 4200 battiti in un ora 100800 battiti al giorno Più di 3.000.000 di battiti nell’arco di una vita!!!!!!!!! 7500 litri di sangue al giorno Cuore Nei mammiferi il cuore è diviso in due metà (sinistra e destra) non comunicanti tra loro, ognuna costituita da un atrio e da un ventricolo. L’atrio sinistro riceve il sangue dalla circolazione polmonare e lo passa al ventricolo sinistro che lo spinge nel circolo sistemico L’atrio destro riceve il sangue venoso proveniente dai tessuti e lo passa al ventricolo destro il quale, a sua volta, lo spinge, attraverso l ’ arteria polmonare, nel polmone. Tessuti cardiaci 3 diversi tessuti (compiti funzionali diversi nello svolgimento dell ’ attività cardiaca): tessuto muscolare tessuto nodale tessuto di conduzione t. muscolare: - scheletrico - cardiaco - liscio Il tessuto muscolare contraendosi ritmicamente permette l ’ azione meccanica di pompa, il tessuto nodale e quello di conduzione sono responsabili dell’insorgere (nodo seno-atriale) periodico dell’eccitamento e della sua propagazione (fascio di His che si origina dal n. a-v) coordinata tra atri e ventricoli e della propagazione dell’eccitamento a tutta la muscolatura ventricolare, che può così svolgere efficacemente l’azione di pompa. Potenziale d’azione è un evento di breve durata in cui il potenziale elettrico di membrana di una cellula aumenta rapidamente e scende , seguendo una traiettoria coerente. POTENZIALE D’AZIONE della cellula miocardica POTENZIALE D’AZIONE delle cellule del nodo S-A Innerva il cuore con le sue due branche: - sistema parasimpatico, attraverso le terminazioni del nervo vago a livello degli atri innerva il nodo SA e il nodo AV controllando la frequenza con effetto inibitorio osservabile già a riposo (azione cronotropa negativa) - sistema simpatico, innerva atri e ventricoli garantendo un aumento sia della frequenza (azione cronotropa positiva) sia della forza di contrazione (azione isotropa) Durante la fase di sistole, lo svuotamento ventricolare determina una diminuzione del volume di circa 70 ml. Tale quantità è definita gittata sistolica, la parte del volume telediastolico che viene eiettata è definita frazione di eiezione e di norma ammonta a circa il 60%. Il rimanente volume di sangue presente in ciascun ventricolo, cioè circa 40-50ml, è definito telesistolico (volume residuo). Proprietà funzionali del tessuto cardiaco La presenza di diversi tipi di tessuto conferisce al cuore 4 proprietà funzionali: -Eccitabilità (refrattarietà) -Ritmicità -Conducibilità -Contrattilità L’eccitabilità è la proprietà di rispondere ad uno stimolo, adeguato per qualità ed intensità, con un cambiamento di stato. Le cellule cardiache rispondono ad un adeguato stimolo con una modificazione del loro potenziale di riposo, detta potenziale d ’ azione cui segue una contrazione. Eccitabilità Può essere definita come la proprietà di un tessuto di rispondere ad uno stimolo, adeguato per qualità ed intensità, con un cambiamento di stato. Le cellule cardiache rispondono ad un adeguato stimolo con una modificazione del loro potenziale di riposo, detta potenziale d’azione, cui segue una contrazione. In altre parole la contrazione è controllata dal potenziale d’azione che è la risposta immediata allo stimolo ed è espressione dell’eccitabilità della cellula. Ritmicità è la proprietà che ha il cuore di eccitarsi e quindi contrarsi, spontaneamente e ritmicamente. L’attività ritmica dei pacemakers è dovuta ad una caratteristica intrinseca delle cellule e non dipende da influenze esterne, le quali possono però modificarla. La membrana delle loro cellule , durante la diastole , ha la tendenza ad una lenta depolarizzazione spontanea , fino a raggiungere il potenziale soglia. Si genera così un potenziale d’azione che, sorto spontaneamente, si propaga alle cellule circostanti, portando infine l’eccitamento a tutto il tessuto cardiaco. Conducibilità E’ la proprietà che il tessuto cardiaco ha di condurre l’eccitamento insorto nelle cellule del nodo seno-atriale propagandolo a tutto il miocardio: la propagazione è agevolata dall’essere il tessuto cardiaco un sincizio funzionale . Le caratteristiche della conduzione dell’impulso sono diverse nelle diverse parti del cuore. Contrattilità In termini generali la contrattilità di un tessuto può essere definita come la capacità di rispondere ad uno stimolo con un cambiamento di dimensioni geometriche (accorciamento) o di caratteristiche meccaniche (forza sviluppata).Questa risposta, che richiede la partecipazione di strutture poste all’interno delle cellule (miofilamenti e miofibrille) si svolge in parallelo alla risposta a livello della membrana, il potenziale d’azione. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 SI STEM A LI NFATI CO Linfa: liquido interstiziale (simile al plasma, ma con meno proteine), ricco di linfociti e macrofagi (per la risposta immunitaria). Sistema linfatico: è un sistema accessorio per il drenaggio di liquido dagli spazi tessutali in circolo. I vasi linfatici incominciano in periferia e convogliano la linfa nella circolazione venosa. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Linfonodi: piccole strutture rotondeggianti od ovoidali a forma di fagiolo distribuiti lungo il percorso dei vasi linfatici. - Risposta alle stimolazioni antigeniche mediante linfopoiesi - Filtrazione di infezioni e antigeni - Attivazione macrofagi - Esposizione antigeni - Differenziamento plasmacellule - Secrezione anticorpi Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Vasi linfatici Periferia trasportano linfa linfa 1. liquido interstiziale 2. linfociti 3. macrofagi circolazione venosa 1. Capillari linfatici o terminali linfatici Rispetto a quelli sanguigni: diametro maggiore, parete più sottile, no lamina basale, profilo irregolare, le cellule epiteliali hanno filamenti collagene di ancoraggio (dalla lamina basale al connettivo mantenere aperti i vasi) le cellule endoteliali si sovrappongono, la sovrapposizione agisce come valvola, favorisce l’entrata del fluido, ma non la fuoriuscita. Cellule endoteliali spesso fenestrate, con pori e giunzioni fra le cellule, che facilitano il passaggio di fluido e soluti, ma anche virus, detriti e batteri. Si trovano in quasi tutti i tessuti ed organi. Mancano nei tessuti non vascolarizzati (cartilagine, cornea, midollo osseo, SNC). Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 La linfa dai capillari viene raccolta in due gruppi di vasi: - Superficiali decorrono parallelamente alle vene superficiali, - nel tessuto sottocutaneo, - nel connettivo lasso della mucosa degli apparati digerente, respiratorio, urinario e riproduttivo, - nel connettivo lasso sottosieroso di pleure, pericardio e peritoneo. - Profondi grossi vasi, accompagnano arterie e vene profonde, raccolgono linfa dalla muscolatura scheletrica, collo, arti, tronco, visceri della cavità addominale e addominopelvica. Funzioni del sistema linfatico 1 Ritorno delle proteine in circolo 2 Filtrazione della linfa da parte dei linfonodi e dei tessuti linfoidi (milza e timo) 3 Mantenimento della pressione colloidosmotica del liquido interstiziale. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Vasi linfatici associati a quelli sanguigni, riconoscibili per calibro e aspetto: Arterie rosso brillante, vene rosso scuro, vasi linfatici colore oro pallido. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Linfedema Prodotto dal blocco del drenaggio linfatico in un arto. Si verifica un accumulo di liquido interstiziale e gli arti diventano più grandi e distesi. Se persiste questa situazione il connettivo perde elasticità e la dilatazione diventa permanente. Non è dolorosa e non compromette a la sl ut e dell’individuo. Si può verificare un’infezione incontrollata, il i l quido interstiziale stagnante può portare ad accumularsi tossine e patogeni. Ostruzione di un vaso della coscia o stazione eretta prolungata linfedema temporaneo piedi e caviglie. Possono essere causati da traumi, infezioni o interventi chirurgici. Linfedema cronico terapia antibiotica o utilizzo di fasce elastiche che spremono il tessuto. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Linfatici superficiali e profondi convergono in vasi di maggior calibro: TRONCHI LI NFATI CI 3. Tronchi linfatici (lombari, intestinali, broncomediastinici, succlavi e giugulari). A loro volta terminano in 2 grossi vasi collettori: DOTTI LI NFATI CI , che convogliano la linfa nel circolo venoso. 4. Dotto toracico raccoglie la linfa da tutta la porzione sottodiaframmatica del corpo e dalla metà sinistra sopradiaframmatica. Inizia da L2 con una porzione espansa CISTERNA DEL CHILO che riceve linfa dalla regione inferiore dell’addome, dalla pelvi, daglin arti if e riori attraverso tronchi o lm bari destro e sinistro e quello intestinale. Dotto linfatico destro diametro ridotto raccoglie linfa dalla metà destra del corpo superiore al diaframma, riceve la linfa da piccoli vasi. Insieme dei noduli linfatici dell’apparato Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 digerente MALT (mucose-associated lymphatic tissue). Noduli linfatici della faringe TONSILLE linfociti per rimuovere agenti patogeni dell’aria e del cibo. 5 tonsille: Faringea 1, adenoide parete del rinofaringe. Palatine 2 confine tra faringe e palato molle. Linguali 2 alla base della lingua. Placche di Peyer: aggregati di noduli linfatici localizzati nell’ultimo tratto dell’intestino tenue e nell’appendice, ammasso di tessuto linfoide. I linfociti presenti non sono sempre in grado di debellare virus e batteri quindi si sviluppano infezioni. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Organi linfoidi separati dai tessuti circostanti da una capsula fibrosa connettivale: linfonodi, milza, timo. LI NFONODI piccole masserelle ovali con un diametro tra 1 e 25 mm. Rivestiti da una capsula connettivale che invia all’organo dei setti fibrosi: TRABECOLE. Nell’ILO penetrano i vasi sanguigni e i nervi. Ad ogni linfonodo sono collegati vasi linfatici afferenti (dal lato opposto dell’ilo) a e vsi ef ferenti (escono dall’ilo). n La linfa circola lentamente in u traliccio di seni: Seno sottocapsulare (contiene reticolo di fibre reticolari, macrofagi e cellule dendritiche) Corticale esterna (linfociti B e centri germinativi) Corticale profonda (linfociti T) Midollare (linfociti B e plasmacellule organizzate in CORDONI MIDOLLARI), poi prende la via dei linfonodi efferenti. Filtri che rimuovono il 99% degli antigeni, purificano la linfa prima che arrivi al sangue. Linfonodi di maggiori dimensioni: LINFOGHIANDOLE si trovano dove i linfatici periferici si connettono con tronco, base del collo, ascelle e inguine. Ingrossamento delle linfoghiandole: Infezioni delle strutture periferiche. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 LI NFONODI CERVI CALI : controllano la linfa che si forma nella testa e nel collo. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana Capitolo al 23 tronco dagli arti LI NFONODI ASCELLARI : filtrano la linfa che–giunge superiori, nelle donne anche quella proveniente dalla ghiandola mammaria. – Anatomia Umana Capitolo 23 da apparato urinario LI NFONODI ADDOMMartini, I NALITimmons : filtrano la linfa che–proviene e genitale. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 LI NFONODI POPLI TEALI filtrano la linfa che giunge alla coscia dalla gamba. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 I NGUI NALI filtrano la linfa proveniente dagli arti inferiori. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini,LI Timmons – Anatomia Umana – NALI Capitolo E 23 M ESENTERI ALI PLACCHE DEL PEYER, NFONODI I NTESTI ricevono la linfa dall’apparato digerente. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 M I LZA Organo linfoide di dimensioni maggiori, lungo 12cm, pesa 180 gr ♂ e 140 gr ♂ . Da lla I X a ll’ XI costa di sinistra lungo il margine laterale dello stomaco. Rimuove le cellule anomale del sangue per fagocitosi. Accumula ferro derivato dal riciclo dei globuli rossi. Avvia la risposta immunitaria mediata da linfociti B e T in presenza di antigeni circolanti nel sangue. Delimitata da una capsula connettivale fibre collagene ed elastiche. Martini, Timmons – contenente Anatomia Umana – Capitolo 23 Parenchima splenico POLPA; polpa rossa aree ricche di eritrociti, polpa bianca aree simili ai noduli linfatici. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 TI M O: Posteriormente allo sterno, consistenza nodulare e colorito rosaceo. Nei neonati e nei bambini relativamente sviluppato, dalla base del collo al cuore. Raggiunge la grandezza massima a 2 anni e continua ad accrescersi fino alla pubertà (3040g). Dalla pubertà comincia la sua involuzione (50 anni 12 g), le cellule vengono sostituite da connettivo fibroso. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 TI M O: Rivestito da una capsula fibrosa che lo divide in 2 lobi, da essa partono dei setti che suddividono il parenchima in lobuli. All’interno di ogni lobulo corticale esterna e midollare interna. Le staminali della corticale si dividono e producono cellule figlie che maturano in linfociti T che migrano nella midollare Sparse troviamo le cellule epiteliali che producono gli ormoni timici che promuovono il differenziamento dei linfociti T. Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23 Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23