sistema cardiocircolatorio-sangue

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Il sistema
cardiocircolatorio
Il sangue, il cuore, la circolazione
Il sangue
Liquido opaco, color rosso, che scorre nell’apparato circolatorio.
Esso è costituito da una parte liquida, il plasma, e da una
parte corpuscolata che, a sua volta , consta di globuli rossi
(eritrociti o emazie ), globuli bianchi (leucociti), e piastrine.
I globuli rossi sono forniti di un pigmento, la emoglobina, cui si
deve
il
rosso
del
sangue.
Il suo peso specifico oscilla tra i 1050 e i 1060 e la sua viscosità è
5 volte quella dell’acqua. Il sangue esercita una pressione
osmotica di 7,6 atmosfere a 38°C pari a 285 mOsm.
Quando il sangue fuoriesce dai vasi va incontro al fenomeno
della coagulazione , assumendo una consistenza dapprima
gelatinosa e poi solida.
Funzioni del sangue
1 Funzione respiratoria : consiste nel trasporto dell’ossigeno ai
tessuti operato essenzalmente dai globuli rossi e nell’asportazione da
questi dell’anidride carbonica effettuata dagli eritrociti e dal plasma;
2 Funzione nutritiva: i principi alimentari vengono assorbiti dalla
mucosa intesinale, entrano in circolo tramite il plasma sanguigno ,
raggiungono così tutte le cellule e possono essere utilizzati;
3 Funzione depuratrice: il sangue ed in particolare il plasma ,
rimuovono dai tessuti i prodotti di rifiuto del metabolismo
convogliandoli negli organi emuntori che provvedono ad eliminarli.
Sono tali i reni, i polmoni, il fegato, l’intestino e la cute;
4 Funzione di correlazione chimica ed in paricolare ormonica:
nel sangue si riversano gli ormoni elaborati dalle ghiandole a
secrezione interna, i quali esercitano la loro funzione a distanza
dell’organo che li produce;
5_ Funzione di difesa: i globuli bianchi ed alcuni protidi del
plasma come le gammaglobuline svolgono un ruolo fondamentale
nelle reazioni di difesa ed immunitarie. Alcuni dei leucociti hanno la
capacità di fagocitare i germi, mentre le gammaglobuline
costituiscono gli anticorpi, cioè sostanze di difesa che si producono
quando agenti estranei entrano nell’organismo;
6_ Funzione di conservazione dell’equilibrio idro-salino
nell’organismo: sia l’assunzione, come l’eliminazione di acqua e di
sali è mediata dal sangue;
7_ mantenimento della temperatura corporea al giusto livello
in tutte le parti dell’organismo: l’uniformità della temperatura
corporea è garantita dalla circolazione del sangue ed è resa possibile
dall’elevato calore specifico e dall’alta conduttività termica
dell’acqua;
8_ regolazione del pH di tessuti: grazie alle sostanze tamponi che
esso contiene;
9_ Regolazione della pressione osmotica;
10_ Regolazione della pressione arteriosa in virtù delle
modificazioni del suo volume.
Dove scorre?
Il sangue scorre nell’albero circolatorio, nelle arterie , nelle
vene e nei capillari, tuttavia è solo a livello di questi ultimi
che entra in rapporto con i tessuti; non si deve credere che il
sangue bagni direttamente le cellule , queste ultime infatti
entrano in contatto solo con il liquido interstiziale che è un
prodotto di trasudazione del sangue. E’ il liquido
interstiziale dunque che fa da intermediario tra sangue e le
cellule.
D’altra parte un eccesso di liquido interstiziale viene
drenato dalla linfa nel sistema vascolare linfatico:
quest’ultimo a sua volta è tributario nel orrente circolatorio.
Omeostasi
nonostante i costituenti ematici si rinnovano
costantemente, la composizione del sangue è
rigorosamente costante. Ciò è determinante
ai fini della conservazione della vita perché
assicura omeostasi, cioè una stabilità e una
costanza fisica e chimica degli organi.
Come è composto il sangue?
E’ formato da una parte liquida il plasma (
circa il 55% del volume ematico) e da una
parte corpuscolata cellulare (circa il 45% del
volume) che comprende globuli rossi, globuli
bianchi e piastrine.
Il Plasma: composizione
rappresenta la componente liquida del sangue (all’incirca il 55% del
volume).
Il principale costituente del plasma è rappresentato dall’acqua , circa il
90%.
Nel plasma circa l’8% è rappresentato dai protidi plasmatici. Essi sono
l’albumina , le globuline ed il fibrinogeno.
Nel plasma vi sono anche lipidi, colesterolo, trigliceridi, fosfolipidi ed
acidi grassi liberi.
Sono presenti anche enzimi: esterasi, colinesterasi, creatinfosfochinasi,
transaminasi.
Da ultimi, ma non per importanza, sono contenuti elettroliti
principalmete sodio, calcio, potassio, cloro, bicarbonati.
Albumina
molecola ellitica lunga circa 1 nm e di elevato peso
molecolare. Essa è responsabile al 70-80% della pressione
colloido-osmotica delle proteine plasmatiche. La diminuzione
dell’albumina plasmatica può provocare diminuzione della
pressione oncotica e gravi alterazioni degli scambi idrici fra
sangue e tessuti: si manifesta così un abnorme passaggio di
liquido nei tessuti con formazione di edemi.
In queste circostanze il rapporto albumina –globuline, che è
normalmente a favore della prima si può invertire.
Si lega reversibilmente a cationi o ad anioni o farmaci ( come
antibiotici e barbiturici). Rappresenta una riserva proteica
per l’organismo.
Globuline
Si distinguono alfa 1; alfa2 ; beta 1; beta 2 e gamma-globuline.
Sono costituite da protidi, glicoprotidi e lipoproteine.
I glicoprotidi sono caratterizzati dalla presenza nella loro molecola di
glicidi come esosi, esosamina e acido ossialico ; sono chiamati anche
mucoproteine.
La transferrina (esiste in 13 varietà trasmesse ereditariamente) ha il
compito di trasferire il ferro dall’intestino al midollo delle ossa e agli
organi di deposito.
La ceruloplasmina è una alfa 2 globulina di colore blu, di qui il suo
nome. Il suo compito è il trasporto del rame nell’organismo.
Aptoglobine Sono alfa2-globuline che hanno la funzione di fissare
l’emoglobina quando fuoriesce dal globulo rosso.
Le gamma-globuline vengono denominate immunoglobuline e distinte
in 5 classi: IgG, IgM; IgA; IgD; IgE che hanno un ruolo fondamentale
nel sistema immunatario.
Il fibrinogeno
E’ un precursore della fibrina.
E’ essenziale nella coagulazione del sangue, poiché
esso viene trasformato in fibrina necessaria alla
formazione del trombo.
I lipidi plasmatici
Sono principalmente colesterolo, triglieridi, fosfolipidi e
acidi grassi liberi.
Grande attenzione viene rivolta oggigiorno a queste
sostanze ed in modo particolare al colesterolo, avendo un
ruolo fondamentale nella patogenesi dell’arteriosclerosi.
I costituenti dei lipoprotidi possono essere separati fra loro
per mezzo della ultracentrifugazione in chilomicroni,
lipoprotidi a bassissima densità VLDL (Very Low density
lipoproteins), quelli a densità intermedia (Intermediate
Density Lipoproteins) IDL, quelli ad alta ed altissima
densità (High Density Lipoproteins) HDL e VHDL.
I chilomicroni sono molecole molto piccole.
Sono sintetizzate dalla mucosa intestinale e servono al
trasporto dei trigliceridi alimentari dall’apparato digerente
ai tessuti e al fegato.
Elettroliti nel plasma
Sodio
nel plasma si trovano circa 300mg % di sodio, corrispondenti a
140mEq/L. Questo elettrolita abbonda nel sangue ma è scarso negli
eritrociti.
Riveste un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio idrico e
dell’equilibrio acido-base dell’organismo, nonché della pressione
osmotica dei liquidi organici. Esplica una funzione di primo piano anche
per quanto concerne l’insorgenza del potenziale d’azione delle cellule e
delle fibre nervose e muscolari.
La sorgente del sodio è rappresentata dal sale da cucina, nonché dal
sodio presente negli alimenti e nell’acqua. Viene eliminato attraverso le
urine e la sudorazione. Il suo metabolismo è controllato dai mineral
corticoidi del surrene ed in particolare dall’aldosterone; sotto la loro
influenza aumenta il riassorbimento tubulare del sodio e quindi
aumenta la natriemia. Nell’insufficienza cortico-surrenale si accresce
l’eliminazione urinaria del sodio.
Potassio
E’ un elettrolita che si trova soprattutto all’interno delle cellule.
Anch’esso svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento
dell’equilibrio acido-base all’interno dell’organismo, di quello
idrico, nonché del mantenimento della pressione osmotica. La
maggior concentrazione di potassio all’interno delle cellule ha
grande significato nella genesi del potenziale di riposo o di
membrana. Il rene è l’organo principale attraverso cui viene
eliminato: esso è infatti escreto nel tubulo distale.
Cloro
anch’esso interviene nel mantenimento dell’equilibrio idro-salino,
acido-base e della pressione osmotica. Importante è lo scambio dei
cloruri nella membrana eritrocitaria durante la respirazione.
Anche nella formazione dell’acido cloridrico del succo gastrico il
ruolo del cloro è notevole; le sue quantità ematiche diminuiscono
in caso di diarrea, con la sudorazione, nel vomito protratto.
Calcio
ha un ruolo fondamentale nel processo della coagulazione del
sangue e nel mantenimanto della giusta eccitabilità del muscolo e
del nervo. Principale costituente delle ossa. Proviene
dall’alimentazione.
Fosforo
Ha un metabolismo in rapporto con quello del calcio.
Magnesio
Di fondamentale importanza nella stabilizzazione del potenziale
di membrana.
Bicarbonati
Sono elementi fondamentali per l’equilibrio acido-base e la sua
omeostasi.
Eritrociti
Gli eritrociti o emazie o globuli rossi rappresentano
l’elemento figurato più cospicuo del sangue. In massa
appaiono di color rosso, di qui il loro nome; al microscopio
ottico sono di color arancione. Responsabile del colore è la
emoglobina, un cromopeptide che essi contengono e che
svolge una funzione respiratoria di capitale importanza
caricandosi di ossigeno e in parte di anidride carbonica.
Il peso specifico delle emazie umane oscilla fra 1080 e 1102.
Hanno una forma di lente biconcava : sono rotondi e
depressi al centro. Probabilmente le due opposte superfici
del globulo rosso sono attratte fra loro da una forza elettrica.
Tale forma favorisce una più rapida diffusione dei gas
Eritrocita:emoglobina




Gli eritrociti sono ricchi di una
proteina tetramerica detta
emoglobina dal p.m. 68.000 Da
La proteina consiste di quattro
catene uguali a due a due, due
catene α e due catene β
Ogni catena è legata ad un
gruppo eme contenente ferro
L’emoglobina rappresenta il
trasportatore dei gas respiratori
Emoglobina
Di fondamentale importanza è la presenza di emoglobina nei globuli
rossi. E’ un protide coniugato costituito dalla globina e ferroeme.
L’emoglobina serve al trasporto dell’ossigeno che viene fissato in
maniera reversibile dal gruppo prostetico e dal ferro bivalente. Se
questo diventa trivalente, cioè viene ossidato, la funzione
respiratoria dell’emoglobina viene perduta.
Essa consta di 4 unità molecolari, è quindi un tetramero.
Ogni unità del tetramero è composta da un gruppo eme e dal Ferro
bivalente. Quando l’emoglobina si ossigena, l’ossigeno si insinua tra
il ferro dell’eme e le catene alfa e beta che compongono la globina.
L’eme ha la forma di una piramide appiattita con la base formata da
4 atomi di azoto. Quando viene legata la molecola dell’ossigeno,
l’atomo ferroso mette in comune un elettrone e il suo volume si
riduce del 13%.
L'emoglobina è una proteina globulare la cui struttura
quaternaria conta di 4 sub-unità, è solubile, di colore
rosso (è una cromoproteina), ed è presente nei
globuli rossi del sangue dei vertebrati, responsabile
del trasporto dell'ossigeno molecolare da un
compartimento ad alta concentrazione di O2 ai
tessuti che ne hanno bisogno. Ognuno dei suoi 4
globuli proteici, detto globina, ha al suo interno una
molecola di protoporfirina che coordina uno ione
ferro Fe (II), posto leggermente al di fuori del piano
della molecola, nell'insieme chiamata Gruppo Eme.
L'emoglobina è inoltre una proteina allosterica.
I globuli bianchi
Detti anche leucociti sono cellule rotondeggianti nucleate più grandi dei globuli
rossi. In condizioni normali il loro numero varia tra 4.000 e 10.000 per
millimetro cubo di sangue. Essi sono soltanto una parte del complesso sistema
di difesa del nostro organismo che coinvolge diverse strutture attivate da
complicati meccanismi.
Una parte dei globuli bianchi contiene strutture granulari mentre l'altra parte
ne è priva: si distinguono così i leucociti granulociti e non granulari. I globuli
bianchi granulociti sono noti anche come leucociti polimorfonucleati perché i
loro nuclei presentano numerosi lobi.
In base alla loro affinità per i coloranti sono distinguibili in tre tipi: neutrofili
(circa il 65% del totale) importanti per la difesa dell'organismo contro le
infezioni perché esercitano la funzione fagocitaria ossia assaltano e ingeriscono
batteri e corpi estranei; eosinofili (1-2% del totale) che aumentano in genere in
presenza di affezioni allergiche; basofili (0,5-1% del totale) intervengono nel
processo infiammatorio.
I globuli bianchi non granulocitici sono: monociti (5-8% del totale), le più
grosse cellule del sangue circolante che costituiscono insieme ai neutrofili la
prima linea di difesa dell'organismo; linfociti (35% del totale) prodotti nei
linfonodi, nella milza ed in altre strutture linfatiche, sono importanti per la
difesa immunitaria del nostro organismo.
Se abbiamo carenza di globuli bianchi, ossia meno di 4000 per millimetro cubo
di sangue, si parla di leucopenia; se in eccesso di leucocitosi.
Le cellule del sangue: leucociti
Il numero dei leucociti nel sangue è inferiore
a quello degli eritrociti.
 Nell’adulto il numero oscilla da 6500 a 10.000
cellule per mm3
 Svolgono la loro funzione al di fuori del
torrente sanguigno, infatti attraversano gli
endoteli (diapedesi) ed entrano nel
connettivo
 La funzione principale è quella di difendere
l’organismo da sostanze estranee

Le cellule del sangue: leucociti

Vengono classificati in
granulociti e
agranulociti
Granulocita: basofilo
Agranulociti: monocita
Leucociti: granulociti




Presentano granuli specifici nel citoplasma e sono divisi in:
Neutrofili
Basofili
Eosinofili
x1325
neutrofilo
basofilo
eosinofilo
Leucociti: agranulociti
Si distinguono altri due tipi:
 Linfociti
 monociti

linfocita
monocita
granulociti neutrofili
Costituiscono la maggior parte dei leucociti (6070%) e la loro funzione e quella di distruggere i
batteri nel connettivo grazie alla loro capacità
fagocitaria
 Vengono anche detti leucociti polimorfonucleati a
causa della forma varia del nucleo
 Nelle donne il nucleo può presentare un piccolo
addensamento di cromatina corrispondente al
cromosoma X e detto corpo di Barr

Corpo di Barr
granulociti neutrofili: le granulazioni
Granuli specifici contengono enzimi necessari per
la loro funzione antimicrobica. Proteasi,
fosfolipasi e alti enzimi litici
 Granuli azzurrofili sono dei lisosomi contenenti
idrolasi acide, lisozima e un fattore che aumenta la
permeabilità (BPI)
 Granuli terziari contengono gelatinasi che
idrolizza la membrana basale permettendo alle
cellule di penetrare nel connettivo

granulociti neutrofili: le funzioni
I neutrofili migrano nel connettivo nelle zone invase dai
microorganismi
 Penetrano nella regione infiammata aderendo
inizialmente agli endoteli per mezzo di recettori
specifici.
 Tale adesione stimola la produzione di interleuchina-1
e del fattore di necrosi tumorale che inducono le cellule
endoteliali ad esprimere una molecola di adesione detta
ICAM-1 ,alla quale si legano le integrine dei neutrofili
 I neutrofili si bloccano, smettendo di migrare e
attraversano l’endotelio invadendo il connettivo e
fagocitando i batteri.
 Innescano inoltre il processo infiammatorio rilasciando
molecole denominate leucotrieni.

Granuli specifici
rilascio di lisozima e
fosfolipasi
granulociti eosinofili

Rappresentano meno del 4% dei leucociti totali
granulociti eosinofili: i granuli
Contengono granuli specifici e granuli azzurrofili
 Al ME i granuli specifici presentano una parte interna
più densa e da una parte esterna meno densa
 L’interno contiene agenti proteici antiparassitari e una
neurotossina
 I granuli azzurrofili sono lisosomi atti ad idrolizzare i
complessi antigene-anticorpo e i parassiti fagocitati.

granulociti basofili
Rappresentano meno dell’1% dei leucociti totali
 Possiedono un nucleo ad S mascherato da numerosi
granuli
 Sulla membrana plasmatica presentano i recettori
per le Immunoglobuline E (IgE)

granulociti basofili: i granuli
Contengono granuli specifici e azzurofili
 I granuli specifici si colorano in blu scuro con il
Giemsa
 Sono disposti alla periferia cellulare
 Contengono eparina, istamina, dal punto di
vista funzionale i basofili sono simili ai
mastociti
 I granuli azzurrofili sono lisosomi

granulociti basofili: funzioni
Agiscono come iniziatori dei processi infiammatori
 Alcuni particolari antigeni inducono la produzione
da parte delle plasmacellule di immunoglobuline E
(IgE)
 Un frammento (Fc) di queste immunoglobuline si
attacca ai recettori presenti sulla membrana dei
basofili e dei mastociti senza alcun effetto apparente.
 Quando lo stesso antigene penetra nell’organismo
trova gli anticorpi pronti e si lega ad essi inducendo
il rilascio del contenute dei granuli specifici
 Il rilascio di istamina provoca una reazione
anafilattica, che può condurre allo shock anafilattico

Agranulociti:monociti
Rappresentano il 3-8% dei leucociti totali
 Sono le cellule più voluminose e sono note come
macrofagi
 Il nucleo è grande eccentrico e “tarlato”
 Presenta numerosi granuli azzurrofili
 Permangono in circolo per pochi
 giorni attraversando gli endoteli e
 trasformandosi in macrofagi

Monociti:funzioni
La loro funzione si svolge essenzialmente come
macrofagi
 I macrofagi fagocitano qualunque materiale estraneo
 Producono citochine coinvolte nei processi
infiammatori e immunitari
 Alcuni macrofagi noti come cellule che presentano
l’antigene, fagocitano gli antigeni e ne presentano le
porzioni maggiormente antigeniche, dette epitopi,
alle cellule immunocompetenti (linfociti T)
 In presenza di antigeni corpuscolati i macrofagi si
associano formando le cellule giganti da corpo
estraneo

Agranulociti:linfociti
I linfociti rappresentano la seconda popolazione
cellulare della serie bianca del sangue. Infatti sono il
20-25% dei leucociti totali
 Sono leggermente più grandi dei globuli rossi, con un
nucleo eccentrico che occupa buona parte del volume
cellulare
 Presenta alcuni granuli azzurrofili
 Al ME si nota poco citoplasma,
alcuni mitocondri e molti ribosomi
liberi

Agranulociti:linfociti
Sono stati identificati tre tipi di linfociti:
 Linfociti T (80%)
 Linfociti B (15%)
 Null cells o Natural Killer (5%)


Questi tre tipi di linfociti non sono distinguibili
dal punto di vista funzionale, ma solamente
mediante tecniche di immunoistochimica che
evidenziano marker di superficie diversi
Linfociti: funzioni
In generale i linfociti B sono responsabili del sistema
immunitario in generale, mentre le cellule T sono
responsabili del sistema immunitario mediato da
cellule
 Per divenire competenti i linfociti migrano in organi
specifici dove maturano sviluppando proteine di
superficie altamente specifiche
 Le cellule B diventano immunocompetenti
nel
midollo osseo
 Le cellule T prodotte nel midollo osseo, maturano
nella corticale del timo

Linfociti:funzioni
Una volta maturati i linfociti migrano nel
sistema linfoide e formano cloni cellulari
capaci di rispondere allo stesso antigene
 Dopo stimolazione con l’antigene sia i B che i
T si differenziano in due sottogruppi:
 Cellule con memoria
 Cellule effettrici

linfociti
Cellule con memoria:
 Non partecipano alla risposta immunitaria, ma
rimangono come componenti di quel clone di
memoria immunitaria pronte a rispondere se si
ripresentasse lo stesso antigene
 Cellule effettrici:
 Sono linfociti immunocompetenti che possono
portare a termine la loro funzione immunitaria
(l’eliminazione dell’antigene)

Linfociti: cellule effettrici
I linfociti B sono responsabili della risposta
immunitaria umorale
 Si possono differenziare in plasmacellule,
capaci di produrre anticorpi contro l’antigene

Linfociti: cellule effettrici
I linfociti T sono responsabili della risposta
immunitaria mediata da cellule
 Alcuni si differenziano in linfociti T citotossici
responsabili del contatto diretto e dell’uccisione
di cellule estranee o trasformate da virus
 Altre cellule T sono coinvolte nell ’ inizio e
sviluppo (ma anche nella soppressione) delle
risposte immunitarie sia umorale che mediata
da cellule per mezzo della produzione di
molecole segnale dette linfochine

Linfociti: null cells
Sono composte da due distinte popolazioni
cellulari:
 Cellule staminali capaci di dare origine a tutti gli
elementi figurati del sangue
 Cellule Natural Killer che sono in grado di
uccidere cellule estranee o trasformate, senza
l’intervento del timo o dei linfociti T

Le
piastrine
o
trombociti
(dal greco ϑρόμβος, thròmbos, «grumo» e κύτος,
cytos, «cellula», alcuni autori preferiscono però
indicare il corrispettivo delle piastrine nelle specie
animali in cui esse sono provviste di nucleo) sono
elementi figurati (corpuscolati) del sangue. Sono
specializzate nei fenomeni di emostasi, cioè
impediscono la perdita di sangue a seguito di una
lesione. Inoltre hanno un ruolo fondamentale
nella
coagulazione
del
sangue.
La scoperta delle piastrine si deve al patologo e
istologo italiano Giulio Bizzozero, i cui studi in
merito furono pubblicati tra il 1883 e il 1884.[1]
Quand l’endotelio dei vasi sanguigni subisce una lesione, solitamente a seguito
di un trauma, le piastrine aderiscono fra di loro sul punto di rottura, formando
il cosiddetto "trombo bianco", e cominciano a produrre sostanze vasocostrittrici
come la serotonina, che induce la contrazione del vaso sanguigno danneggiato
spremendo al di fuori il siero (plasma senza fattori della coagulazione) e
rallentando il flusso sanguigno. Viene prodotta anche la tromboplastina, che
attiva a cascata i fattori della coagulazione; in questo modo si innesca una
cascata di reazioni che permetteranno di attivare la protrombina in trombina.
Questa, a sua volta, attiverà il fibrinogeno (proteina lunga e lineare) in fibrina
(proteina filamentosa e insolubile). L'intreccio dei filamenti di fibrina trattiene
le piastrine, i globuli rossi e i leucociti, formando il trombo definitivo (detto
anche "trombo rosso").
Successivamente interverrà nella lisi del coagulo la plasmina, attivata a sua
volta dal plasminogeno. Una deficienza di plasmina può provocare una
tendenza alle trombosi e aumentare il rischio di infarto.
Alcune malattie emorragiche sono causate da difetti piastrinici qualitativi
(piastrinopatie) o quantitativi (piastrinopenie). Stati causanti una
trombocitopenia (diminuzione di numero):
Eritropoiesi
L’eritropoiesi è la formazione dei globuli rossi
 Il numero di cellule formato giornalmente è molto
elevato
 Tale produzione è resa possibile dalla presenza di
due cellule progenitrici unipotenti derivanti dal
tipo CFU-S
 Queste sono le BFU-E e le CFU-E dette unità
eritrocitarie
 Il differenziamento delle CFU-S in BFU-E è indotto
dalla eritropoietina prodotta dai reni in carenza di
globuli rossi

Reticolocita (5)
Eritrocita (6)
Eritroblasto basofilo (2)
Proeritroblasto (1)
Eritroblasto ortocromatico (4)
Eritroblasto policromatofilo (3)
Il sistema cardiovascolare
FISIOLOGIA
CARDIACA
70 battiti al minuto
4200 battiti in un ora
100800 battiti al giorno
Più di 3.000.000 di battiti
nell’arco di una vita!!!!!!!!!
7500 litri di sangue
al giorno
Cuore
Nei mammiferi il cuore è diviso in due metà (sinistra e destra) non
comunicanti tra loro, ognuna costituita da un atrio e da un ventricolo.
L’atrio sinistro riceve il sangue
dalla circolazione polmonare
e lo passa al ventricolo
sinistro che lo spinge nel
circolo sistemico
L’atrio destro riceve il sangue venoso
proveniente dai tessuti e lo passa al
ventricolo destro il quale, a sua volta,
lo spinge, attraverso l ’ arteria
polmonare, nel polmone.
Tessuti cardiaci
3 diversi tessuti (compiti
funzionali diversi nello
svolgimento dell ’ attività
cardiaca):
tessuto muscolare
tessuto nodale
tessuto di conduzione
t. muscolare:
- scheletrico
- cardiaco
- liscio
Il tessuto muscolare contraendosi ritmicamente permette l ’ azione
meccanica di pompa, il tessuto nodale e quello di conduzione sono
responsabili dell’insorgere (nodo seno-atriale) periodico dell’eccitamento
e della sua propagazione (fascio di His che si origina dal n. a-v)
coordinata tra atri e ventricoli e della propagazione dell’eccitamento a
tutta la muscolatura ventricolare, che può così svolgere efficacemente
l’azione di pompa.
Potenziale d’azione
è un evento di breve durata in cui il
potenziale elettrico di membrana di una
cellula aumenta rapidamente e scende ,
seguendo una traiettoria coerente.
POTENZIALE D’AZIONE della
cellula miocardica
POTENZIALE D’AZIONE delle
cellule del nodo S-A
Innerva il cuore con le sue due branche:
- sistema parasimpatico, attraverso le
terminazioni del nervo vago a livello
degli atri innerva il nodo SA e il nodo
AV controllando la frequenza con effetto
inibitorio osservabile già a riposo
(azione cronotropa negativa)
- sistema simpatico, innerva atri e
ventricoli garantendo un aumento sia
della frequenza (azione cronotropa
positiva) sia della forza di contrazione
(azione isotropa)
Durante la fase di sistole, lo svuotamento
ventricolare determina una diminuzione del
volume di circa 70 ml. Tale quantità è
definita gittata sistolica, la parte del
volume telediastolico che viene eiettata è
definita frazione di eiezione e di norma
ammonta a circa il 60%.
Il rimanente volume di sangue presente in
ciascun ventricolo, cioè circa 40-50ml, è
definito telesistolico (volume residuo).
Proprietà funzionali del tessuto cardiaco
La presenza di diversi tipi di tessuto conferisce al cuore 4
proprietà funzionali:
-Eccitabilità (refrattarietà)
-Ritmicità
-Conducibilità
-Contrattilità
L’eccitabilità è la proprietà
di rispondere ad uno
stimolo, adeguato per
qualità ed intensità, con
un cambiamento di stato.
Le
cellule
cardiache
rispondono
ad
un
adeguato stimolo con una
modificazione del loro
potenziale di riposo, detta
potenziale d ’ azione cui
segue una contrazione.
Eccitabilità
Può essere definita come la proprietà di un tessuto di
rispondere ad uno stimolo, adeguato per qualità ed
intensità, con un cambiamento di stato.
Le cellule cardiache rispondono ad un adeguato
stimolo con una modificazione del loro potenziale di
riposo, detta potenziale d’azione, cui segue una
contrazione.
In altre parole la contrazione è controllata dal
potenziale d’azione che è la risposta immediata allo
stimolo ed è espressione dell’eccitabilità della cellula.
Ritmicità
è la proprietà che ha il cuore di eccitarsi e quindi
contrarsi, spontaneamente e ritmicamente.
L’attività ritmica dei pacemakers è dovuta ad una
caratteristica intrinseca delle cellule e non dipende
da influenze esterne, le quali possono però
modificarla. La membrana delle loro cellule ,
durante la diastole , ha la tendenza ad una lenta
depolarizzazione spontanea , fino a raggiungere il
potenziale soglia. Si genera così un potenziale
d’azione che, sorto spontaneamente, si propaga alle
cellule circostanti, portando infine l’eccitamento a
tutto il tessuto cardiaco.
Conducibilità
E’ la proprietà che il tessuto cardiaco ha di
condurre l’eccitamento insorto nelle cellule del
nodo seno-atriale propagandolo a tutto il
miocardio: la propagazione è agevolata dall’essere il
tessuto cardiaco un sincizio funzionale . Le
caratteristiche della conduzione dell’impulso sono
diverse nelle diverse parti del cuore.
Contrattilità
In termini generali la contrattilità di un tessuto
può essere definita come la capacità di rispondere
ad uno stimolo con un cambiamento di dimensioni
geometriche (accorciamento) o di caratteristiche
meccaniche (forza sviluppata).Questa risposta, che
richiede la partecipazione di strutture poste
all’interno delle cellule (miofilamenti e miofibrille)
si svolge in parallelo alla risposta a livello della
membrana, il potenziale d’azione.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
SI STEM A LI NFATI CO
Linfa: liquido interstiziale (simile al
plasma, ma con meno proteine), ricco di
linfociti e macrofagi (per la risposta
immunitaria).
Sistema linfatico: è un sistema
accessorio per il drenaggio di liquido dagli
spazi tessutali in circolo.
I vasi linfatici incominciano in periferia e
convogliano la linfa nella circolazione venosa.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Linfonodi: piccole strutture
rotondeggianti od ovoidali a forma di
fagiolo distribuiti lungo il percorso dei
vasi linfatici.
- Risposta alle stimolazioni antigeniche
mediante linfopoiesi
- Filtrazione di infezioni e antigeni
- Attivazione macrofagi
- Esposizione antigeni
- Differenziamento plasmacellule
- Secrezione anticorpi
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Vasi linfatici
Periferia
trasportano linfa
linfa
1. liquido interstiziale
2. linfociti
3. macrofagi
circolazione venosa
1. Capillari linfatici o terminali linfatici
Rispetto a quelli sanguigni: diametro maggiore, parete più sottile, no lamina basale,
profilo irregolare, le cellule epiteliali hanno
filamenti collagene di ancoraggio (dalla lamina basale al connettivo mantenere aperti
i vasi) le cellule endoteliali si sovrappongono, la sovrapposizione agisce
come valvola, favorisce l’entrata del fluido, ma non la fuoriuscita.
Cellule endoteliali spesso fenestrate, con pori e giunzioni fra le cellule, che facilitano
il passaggio di fluido e soluti, ma anche virus, detriti e batteri.
Si trovano in quasi tutti i tessuti ed organi.
Mancano nei tessuti non vascolarizzati (cartilagine, cornea, midollo osseo, SNC).
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
La linfa dai capillari viene raccolta in due gruppi di vasi:
- Superficiali decorrono parallelamente alle vene superficiali,
- nel tessuto sottocutaneo,
- nel connettivo lasso della mucosa degli apparati digerente, respiratorio,
urinario e riproduttivo,
- nel connettivo lasso sottosieroso di pleure, pericardio e peritoneo.
- Profondi grossi vasi, accompagnano arterie e vene profonde,
raccolgono linfa dalla muscolatura scheletrica, collo, arti, tronco,
visceri della cavità addominale e addominopelvica.
Funzioni del sistema
linfatico
1 Ritorno delle proteine in circolo
2 Filtrazione della linfa da parte dei
linfonodi e dei tessuti linfoidi (milza e
timo)
3 Mantenimento della pressione
colloidosmotica del liquido interstiziale.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Vasi linfatici associati a quelli sanguigni, riconoscibili per calibro e aspetto:
Arterie rosso brillante, vene rosso scuro, vasi linfatici colore oro pallido.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Linfedema
Prodotto dal blocco del drenaggio linfatico in un arto.
Si verifica un accumulo di liquido interstiziale e gli arti diventano più grandi e
distesi. Se persiste questa situazione il connettivo perde elasticità e la dilatazione
diventa permanente.
Non è dolorosa e non compromette
a
la sl ut e dell’individuo.
Si può verificare un’infezione incontrollata, il
i l quido interstiziale stagnante può portare ad accumularsi tossine e patogeni.
Ostruzione di un vaso della coscia o stazione eretta prolungata linfedema
temporaneo piedi e caviglie.
Possono essere causati da traumi, infezioni o interventi chirurgici.
Linfedema cronico terapia antibiotica o utilizzo di fasce elastiche che spremono il
tessuto.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Linfatici superficiali e profondi convergono in vasi di maggior calibro:
TRONCHI LI NFATI CI
3. Tronchi linfatici (lombari, intestinali, broncomediastinici, succlavi e giugulari).
A loro volta terminano in 2 grossi vasi collettori: DOTTI LI NFATI CI , che
convogliano la linfa nel circolo venoso.
4. Dotto toracico raccoglie la linfa da tutta la porzione sottodiaframmatica del corpo e dalla
metà sinistra sopradiaframmatica.
Inizia da L2 con una porzione espansa CISTERNA DEL CHILO che riceve linfa dalla
regione inferiore dell’addome, dalla pelvi, daglin arti if e riori attraverso tronchi
o lm bari destro e sinistro e quello intestinale.
Dotto linfatico destro diametro ridotto raccoglie linfa dalla metà destra del corpo superiore
al diaframma, riceve la linfa da piccoli vasi.
Insieme dei noduli linfatici
dell’apparato
Martini,
Timmons – Anatomia
Umana – Capitolo 23
digerente MALT (mucose-associated
lymphatic tissue).
Noduli linfatici della faringe TONSILLE
linfociti per rimuovere agenti patogeni
dell’aria e del cibo.
5 tonsille:
Faringea 1, adenoide parete del
rinofaringe.
Palatine 2 confine tra faringe e palato
molle.
Linguali 2 alla base della lingua.
Placche di Peyer: aggregati di noduli
linfatici localizzati nell’ultimo tratto dell’intestino tenue e nell’appendice, ammasso di tessuto linfoide.
I linfociti presenti non sono sempre in
grado di debellare virus e batteri quindi si
sviluppano infezioni.
Martini,
Timmons
– Anatomia
Umana
– Capitolo
23
Organi linfoidi separati dai
tessuti
circostanti
da una
capsula
fibrosa
connettivale:
linfonodi, milza, timo.
LI NFONODI piccole masserelle ovali con un diametro tra 1 e 25 mm. Rivestiti da una capsula
connettivale che invia all’organo dei setti fibrosi: TRABECOLE. Nell’ILO penetrano i vasi sanguigni e i nervi. Ad ogni linfonodo sono collegati vasi linfatici afferenti (dal lato opposto
dell’ilo) a e vsi ef ferenti (escono dall’ilo).
n
La linfa circola lentamente in u traliccio di seni:
Seno sottocapsulare (contiene reticolo di fibre reticolari, macrofagi e cellule dendritiche)
Corticale esterna (linfociti B e centri germinativi)
Corticale profonda (linfociti T)
Midollare (linfociti B e plasmacellule organizzate in CORDONI MIDOLLARI), poi prende la
via dei linfonodi efferenti.
Filtri che rimuovono
il 99% degli antigeni,
purificano la linfa prima
che arrivi al sangue.
Linfonodi di maggiori dimensioni:
LINFOGHIANDOLE si trovano
dove i linfatici periferici si connettono
con tronco, base del collo, ascelle e inguine.
Ingrossamento delle linfoghiandole:
Infezioni delle strutture periferiche.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
LI NFONODI CERVI CALI
: controllano la linfa che si forma nella testa e nel collo.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons
– Anatomia
Umana
Capitolo al
23 tronco dagli arti
LI NFONODI ASCELLARI
: filtrano
la linfa
che–giunge
superiori, nelle donne anche quella proveniente dalla ghiandola mammaria.
– Anatomia
Umana
Capitolo 23 da apparato urinario
LI NFONODI ADDOMMartini,
I NALITimmons
: filtrano
la linfa
che–proviene
e genitale.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
LI NFONODI POPLI TEALI
filtrano la linfa che giunge alla
coscia dalla gamba.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
I NGUI NALI filtrano la linfa proveniente dagli arti inferiori.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini,LI
Timmons
– Anatomia
Umana – NALI
Capitolo E
23 M ESENTERI ALI
PLACCHE DEL PEYER,
NFONODI
I NTESTI
ricevono la linfa dall’apparato digerente.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
M I LZA
Organo linfoide di
dimensioni maggiori,
lungo 12cm, pesa
180 gr ♂ e 140 gr ♂ .
Da
lla
I
X a
ll’
XI costa
di sinistra lungo il
margine laterale dello
stomaco.
Rimuove le cellule
anomale del sangue
per fagocitosi.
Accumula ferro
derivato dal riciclo dei
globuli rossi.
Avvia la risposta
immunitaria mediata
da linfociti B e T in
presenza di antigeni
circolanti nel sangue.
Delimitata da una capsula
connettivale
fibre
collagene
ed elastiche.
Martini,
Timmons – contenente
Anatomia Umana
– Capitolo
23
Parenchima splenico POLPA; polpa rossa aree ricche di eritrociti, polpa bianca aree
simili ai noduli linfatici.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
TI M O:
Posteriormente allo
sterno, consistenza
nodulare e colorito
rosaceo.
Nei neonati e nei
bambini relativamente
sviluppato, dalla base
del collo al cuore.
Raggiunge la grandezza
massima a 2 anni e
continua ad accrescersi
fino alla pubertà (3040g).
Dalla pubertà comincia
la sua involuzione (50
anni 12 g),
le cellule vengono
sostituite da connettivo
fibroso.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
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TI M O:
Rivestito da una capsula
fibrosa che lo divide in 2
lobi, da essa partono dei
setti che suddividono il
parenchima in lobuli.
All’interno di ogni lobulo corticale esterna e
midollare interna.
Le staminali della
corticale si dividono e
producono cellule figlie
che maturano in linfociti
T che migrano nella
midollare
Sparse troviamo le
cellule epiteliali che
producono gli ormoni
timici che promuovono il
differenziamento dei
linfociti T.
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
Martini, Timmons – Anatomia Umana – Capitolo 23
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