Intel Broadwell: processori a 14nm con chipset

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Intel Broadwell: processori a 14nm con chipset integrati - Notebook Italia
Scritto da Alessandro Crea
Sabato 21 Aprile 2012 09:01 -
Un interessante articolo pubblicato da Computerbase.de fa luce sulle future evoluzioni dei
processori Intel, lungo la strada di un'
i
ntegrazione
sempre maggiore. Sappiamo infatti che un System on a Chip, come ad esempio Intel Atom, è
una soluzione che integra in un unico die oltre alla CPU, anche la GPU, il controller di I/O e il
chipset e magari altri moduli ancora, come ad esempio quelli delle connessioni wireless e
3G/4G. L'integrazione sempre maggiore, unita ovviamente a un
processo produttivo sempre più miniaturizzato
, permette di abbattere anzitutto i consumi, offrendo al contempo prestazioni più elevate per
quanto riguarda la CPU, e prezzi minori, dato che molta componentistica non è più necessaria,
essendo già integrata nel chip principale.
Questa evoluzione, che in ambito RISC ha già raggiunto un livello elevato (basti vedere ad
esempio le ultime soluzioni
ARM o Qualcomm ) è
molto più lenta in ambito x86, almeno per quanto riguarda i prodotti Intel, mentre è addirittura
più avanzata per quelli AMD le cui APU (Accelerated Processing Units) non si limitano a
integrare sul die moduli differenti, ma unificano proprio a livello micro architetturale
CPU, GPU e controller vari
, andando nella direzione del cosiddetto
Heterogeneous Computing
.
Tornando a Intel e alla sua evoluzione in direzione di una sempre maggior integrazione, essa è
iniziata nel 2008 con Bloomfield, il core Intel a 45 nm, che integrò per la prima volta il
controller della memoria, spostandolo dal North Bridge. In seguito la sua evoluzione,
Lynnfield
, che debuttò nel 2009, integrò il resto del North Bridge, dando vita anche a una seconda
evoluzione, ossia quella dei chip esterni. Il cosiddetto South Bridge infatti, che si occupa delle
funzioni di I/O rimase fuori dalla CPU, cambiando nome, prima in ICH (I/O Controller Hub) e poi,
con l'aggiunta della logica di controllo dell'output video, in PCH (Platform Controller Hub).
Clarkdale, l'evoluzione del 2010 di Lynnfeld, iniziò anche a integrare il processore grafico,
sebbene esso e quello logico fossero integrati solo a livello di package, essendo su due die
separati. Infine nel 2011
Sandy Bridge portò avanti questa fusione, posizionando la
GPU sullo stesso die della CPU. La situazione attuale in casa Intel dunque, che non cambierà
con l'avvento di Ivy Bridge, che è fondamentalmente solo un die shrinking a 32 nm di Sandy
Bridge, vede la presenza di un chip che integra CPU, GPU e controller di memoria, unito a un
PCH per le unità di Input Output.
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Intel Broadwell: processori a 14nm con chipset integrati - Notebook Italia
Scritto da Alessandro Crea
Sabato 21 Aprile 2012 09:01 -
Un sistema del genere non è quindi considerabile come un vero e proprio SoC. Tuttavia nel
2013 arriverà Haswell , evoluzione architetturale di Ivy Bridge, con litografia a 22 nm e poi, nel
2014,
Broadwell, che sarà un ulteriore die shrinking a 14 nm
dell'architettura introdotta da Haswell. In questo lasso di tempo l'azienda di Santa Clara
dovrebbe compiere un ulteriore passaggio, decisivo, verso il System on a Chip perfetto.
Broadwell infatti dovrebbe trasferire definitivamente le funzioni del PCH all'interno del package
principale
, seppure PCH e CPU+North Bridge+GPU resteranno su due die separati, in una soluzione
cosiddetta
MCP (Multi Chip Package)
, usata per la prima volta proprio all'epoca di Bloomfield. Tale soluzione potrebbe in realtà
essere adottata già a partire da Haswell, ma soltanto per le versioni dual core meno potenti
destinate ai notebook entry level e mainstream.
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