VOCE009 - SFRM1/01 - 03/03/2014 monodia Partendo dal presupposto che non si hanno scritti di musica in senso stretto come partiture che ne descrivono altezze e durata prima del IX - X sec. d.c., le prime cose che sono state scritte riguardanti la musica sono in ambito sacro. Anche se per la monodia sempre sacra possiamo trovare qualcosa già prima nel IV e V sec. d.c., per quella profana non si trova niente prima del 1200, 1300. Per la polifonia che nasce sempre in ambito sacro, la troviamo solo dopo 1300 legato alla Ars Nova. Via via si arriva all'inizio del 1800 al melodramma partendo dalla fine del 1500 dove nascono le forme musicali strumentali dal barocco, partendo dalla sonata con tutte le sue svariate tipologie, sonate solistiche, concerto, sinfonia, fino alle forme così dette libere svincolate da forme ben precise. Indice MONODIA Cantus planus Canzone trobadorica Lauda Teatro religioso SdFRM1 Monodia sacra e profana: per sacra non si intende solo canto gregoriano; si può definire canto planus. Canzone trobadorica: ovverosia monodia profana, ma che probabilmente era accompagnata, anche se non ci sono documenti degli accompagnamenti. Lauda: intesa come teatro religioso, rappresentazione religiosa, che fanno forza e potenza del canto, del suono strumenti per meglio infondere e trasmettere con più la storia, il fatto religioso(funzione didattica). Monodia, intesa come linea melodica sia unica sia se per una voce, o strumento o più voci(coro) è sempre e comunque unica e non accompagnata. Questo per il repertorio religioso era tassativo, mentre per la musica trobadorica anche se non troviamo documentazione probabilmente lo era. CONCETTO DI MONODIA • Unica linea prevalente • Esecuzione: • Solistica • Corale • Accompagnata • Non accompagnata • Vocale • Strumentale SdFRM1 La monodia è accompagnata solo se effettivamente è scritta cioè linea melodica e linea dell'accompagnamento o comunque qualche traccia che la specifica. Condizionamento culturale Nostro condizionamento da contesto armonico del linguaggio tonale Alterità di un‟esperienza musicale esclusivamente monodica. SdFRM1 Due elementi che caratterizzano queste monodie antiche sono l'elemento ritmico che è quasi assente, censurato, e l'atonalità a cui noi ora siamo abituati: tutto questo ci fa sentire tale composizioni molto lontane, antiche, passate. Noi abbiamo l'orecchio formato alla tonalità, mentre la grammatica del tempo era costruito una struttura modale, di 5 note, pentafonica. Logogensi e patogenesi: logos razionalità dato alla voce, testo, e pathos emozione dato dal suono sono l'insieme dell‟opere musicale con prevalenza variabile di uno o dell'altra. Nel canto gregoriano, cristiano, trobadorico, inni e laude che sono prevalentemente monodiche, il rapporto testo musica può essere di tipo sillabico: ad ogni nota una sillaba del testo(intonazione del testo), che molte volte è sempre la stessa con sillabe diverse(cantillazione, accentus), o semisillabico (Concetus, melisma moderato) ad ogni sillaba corrispondeva una, due, tre, quattro o più note e infine melismatico: stessa sillaba con molte più note, vocalizzi, (Jubilus). Modi di intonazione del testo • CANTILLAZIONE (accentus, sillabismo) • CONCENTUS (melisma moderato) • CANTO MELISMATICO (“Jubilus”) SdFRM1 Modi esecuzione salmodica • DIRETTO • RESPONSORIALE • ANTIFONICO SdFRM1 Modalità di esecuzione: antifonica: coro diviso in due si spartisce le parti del testo cantato, quasi come una botta e risposta oppure tra un solista e il coro. responsoriale: dove la collettività risponde sempre con lo stessa una parte uguale ad un testo eseguito dal solista. Questo modo di cantare nel repertorio religioso dove il significato del testo era principale e la musica ne era al servizio esclusivo per sottolineare e amplificare il testo che doveva comunque rimanere integro, perfettamente riconoscibile. Tale concetto viene dal pensiero filosofico ben espresso da S. Agostino che dichiarava che chi cantava pregando, pregava due volte. SdFRM1 Esempio canto sillabico Esempio di canto melismatico SdFRM1 VOCE010 - SFRM1/01 - 03/03/2014 canto gregoriano(o anche detto canto piano o planus), monodia sviluppata nella chiesa cristiana dei primi secoli, doveva mettere il corpo in stato di quiete e svegliare l'attenzione spirituale interiore, la religiosità che doveva fare corpo comune a tutta la comunità. Caratteristiche principali: testo latino, mancanza di strumenti (lo strumento era inteso profano), monodico per rendere il testo più comprensibile e per mantenere il testo non confuso con altre parole. Caratteri “cantus planus” • • • • • • • Solo vocale Nessun accompagnamento strumentale Monodico Contenuti sacri, liturgico-spirituali Su testo latino Limitata escursione melodica Ritmo legato al testo (nel canto sillabico) Questioni di ritmo “Dulcis cantilena quae non corpus effeminat sed animum confirmat” Landolfo Seniore 1085 - Historia mediolanensis, libro 1 cap.13 SdFRM1 SdFRM1 Di polifonia non si parla fino al IX secolo e questo per scelta anche politica, visto che Carlo Magno unito al Papa nel Sacro Romano Impero, per unire meglio la vastità dei territori, impone l'unificazione dei riti religiosi. In questo trova Papa Gregorio Magno, che tempo addietro, manda in tutto il territorio i predicatori per uniformare i vari riti religiosi, musicati, che si erano formati: c'erano il rito e canto ambrosiano, gallicano, celtico, bizantino con lingue e modalità diverse. Tutto questo viene scritto e documentato nel canto gregoriano, da uno storico di Gregorio Magno del sec IX che crea una leggenda, questo per aumentarne il peso e l'importanza, in cui l'autore Papa Gregorio Magno del V sec. riceve dalla colomba dello spirito santo la musica e testo dei canti gregoriani che fino a quel tempo erano stati tramandati oralmente e che ora vengono, in modo primitivo, trascritti e divulgati. A tal proposito si cita la famosa leggenda di san Gregorio Magno, tramandata da un intellettuale longobardo della corte di Carlo Magno (Paul Warnefried, detto Paolo Diacono) e da un gruppo di illustrazioni di vari manoscritti che vanno dal IX al XIII secolo: Gregorio avrebbe dettato i suoi canti ad un monaco, alternando tale dettatura a lunghe pause; il monaco, incuriosito, avrebbe scostato un lembo del paravento di stoffa che lo separava dal pontefice, per vedere cosa egli facesse durante i lunghi silenzi, assistendo così al miracolo: una colomba (che rappresenta naturalmente lo Spirito Santo), posata su una spalla del papa, gli stava a sua volta dettando i canti all'orecchio) Inno ambrosiano SdFRM1 VOCE011 - SFRM1/01 - 03/03/2014 altre caratteristiche canto gregoriano Si usano le 7 note diatoniche, non esistono note alterate (oppure si trova il siB al posto del si naturale) e l‟andamento melodico va per intervalli congiunti. Si cerca di ridurre al minimo l'impatto ritmico anche perché non era segnato. Esistono due scuole di pensiero: chi pensa che il ritmo era composto da sistemi preconfezionati fissi e chi indica che il ritmo si appoggia sugli accenti sillabici. La mancanza di ritmo fa staccare il corpo dalle movenze inducibili dal ritmo per unirlo in un unica anima comune. Un esempio un' po' fuori da questo "modo" lo troviamo negli inni ambrosiani che in molti casi utilizzava il metodo del contrafactus: l‟uso di melodie popolari a cui poi univano i testi sacri. Queste musiche venendo dal popolare avevano ritmo e questo si rifletteva nei nuovi inni con una cadenza ritmica costante che si sentiva a differenza della mancanza di ritmo nei canti gregoriani. Servizio delle Ore FORME della LITURGIA Salmi, letture e altre formule: ufficio distribuito durante tutta la giornata: • MESSA • LITURGIA DELLE ORE MATTUTINO (notte) LAUDI (mattino) ORA PRIMA ORA TERZA ORA SESTA ORA NONA VESPRI (sera) COMPIETA (sera) SdFRM1 SdFRM1 Nelle pratiche religiose del medioevo vi sono due liturgie principali, quella che si svolge all'interno dei monasteri: la liturgia delle ore e la messa. Liturgia delle ore è l'organizzazione delle giornata in 8 appuntamenti di 3 ore in 3 ore per la preghiere e canti(mattutino, laudi, ore prima, terza, sesta nona, vespri, compieta). Ordinarium Riti di Introduzione KYRIE Proprium Introitus GLORIA Riti della Parola CREDO Epistola Graduale Alleluia (o Tractus) Vangelo Riti del Sacrificio SANCTUS e BENEDICTUS Offertorio Communio Postcommunio AGNUS DEI SdFRM1 La messa è la ritualità più importante e seguiva uno schema ben determinato con una sua forma che si delinea nel campo musicale nel periodo polifonico, la suddivisione principale dell'ordinarium è: riti di intonazione: Kirie e Gloria riti della parola: Credo riti del sacrificio: Sanctus e Benedictus, Agnus Dei e che sono i testi delle parti sono sempre uguali e sempre presenti in tutte le messe. Esistono poi delle parti del Prorprium Missae che variavano in base alle periodi dell'anno, Quaresima Pasqua, Pentecoste, Avvento, Natale ecc. Sequenze e tropi Nel IX sec. di fronte a questo repertorio del canto Gregoriano, dato e intoccabile, si comincia a provare a cambiare qualcosa, anche per motivi didattici per facilitare l'acquisizione del repertorio che difficilmente era scritto o comunque leggibile dai cantori, per cui tutto veniva tramandato oralmente. Quindi per imparare meglio lunghi melismi di 30 o 40 note dell' alleluja, sopra questi si scrivevano dei testi che servivano per ricordare meglio queste lunghe variazioni d'altezza che si articolavano su una sola parola, poche sillabe, o lettera: questa pratica si chiama sequenza. Questi via via diventarono interessanti e belli, ritmati, narrativi che quasi piacevano di più del brano stesso che li contenevano tanto da essere poi invece creati ex novo, sia in musica che testo, e inseriti prima, dentro o alla fine del canto gregoriano: quasi una manipolazione del canto, dando così inizio alla pratica della tropatura (derivata dalla sequenza). TROPATURA Sequenza Sec. IX (origine attribuita a Notker Balbulus, convento di San Gallo) Esempio di TROPATURA testuale: aggiunta di un testo in prosa su melismi del canto originale. Successivamente: Forma metrica (ritmo trocaico) Schema di rime (es. aab, aab) SdFRM1 = modificazione (ampliamento) materiale preesistente: • inserimento di melismi in alcuni punti di melodie tradizionali (tropi musicali) • inserimento nuovo testo in un brano su melisma esistente (nuovo canto: sillabico) • inserimento in un brano di nuovo testo con una nuova musica. • Collocazione: SdFRM1 inizio, sezione intermedia, fine Tutto questo venne però poi visto come qualcosa che deviava il senso del testo originario come dire "sporcato", tanto che con il Concilio di Trento i tropi vennero bocciati e bruciati tranne cinque collegati a festività ed eventi liturgici particolari come: Dies Ire(messa da requiem), Victime pascali(Pasqua), Vieni santo spirito(pentecoste), Lauda Sion(corpus domini), Stabat Mater(venerdi santo), quindi monodie sacre cristiane. Sequenze “sopravvissute” dopo il Concilio di Trento (1565) Dies Irae Victimae paschali laudes (Wipone, corte di Corrado II, m. 1050) - per la Pasqua Stabat mater dolorosa juxta Crucem lacrimosa, dum pendebat Filius. Veni, sancte Spiritus (Stephen Langdon, m. 1216) - per la Pentecoste Lauda Sion (Tommaso d‟Aquino, m. 1274) - per il Corpus Domini Dies Irae (Tommaso da Celano, m. ca.1260) - per il rito dei defunti Stabat mater dolorosa (Jacopone da Todi, m. 1306) SdFRM1 Santo - per l‟Addolorata/Venerdì Stabat Mater Dies irae, dies illa, dies tribulationis et angustiae, dies calamitatis et miseriae, dies tenebrarum et caliginis, dies nebulae et turbinis, dies tubae et clangoris super civitates munitas SdFRM1angulos excelsos. et super Cuius animam gementem, contristatam et dolentem pertransivit gladius. O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta, mater Unigeniti! SdFRM1 Quae moerebat et dolebat, pia Mater, dum videbat nati poenas inclyti. Quis est homo, qui non fleret, Christi Matrem si vidéret in tanto supplício? ... VOCE012 - SFRM1/01 - 03/03/2014 ascolto canto alleiuatico “PROFANA” προ φανóς [pro fanòs] : “ davanti/fuori del tempio” MONODIA PROFANA TROVATORI TROVIERI MINNESAENGER SdFRM1 Opposto a “sacra”: tutta la musica non destinata alla liturgia o alla devozione. (in particolare per la musica vocale fino al XVI sec.) SdFRM1 Monodia profana: testo e contenuto non sacro, anche se non scritto si sa per certo che comunque c'è un accompagnamento anche solo che seguiva la stessa melodia. A partire dall'inizio 12° secolo si trovano tracce scritte testi di poesie che riportano in modo molto embrionale, accennata, delle melodie da associare; risultato culturale che ha sviluppo nella Francia meridionale esplicitati da personaggi di cultura elevata come Guglielmo IX d'Acquitania, Duca, Principe e vassallo del re di Francia, che si dilettava nell'arte della musica e della poesia, cosa innovativa per un cavaliere nobile che di solito comandava, amministrava e combatteva. Nuova coscienza di un nuovo gusto per adornarsi la vita come la caccia, il banchettare, la musica, la poesia. Ecco la nascita dalla Francia del sud i cosiddetti trovatori dal "trovare" e "tropare" che cantano in lingua popolare volgare, lingua d'oc e d'oil e con altri temi tra cui l'amor profano. VOCE019 - SFRM1/02 - 10/03/2014 monodia profana TROVATORI Periodo: fine XI – metà XIII Francia del Sud (a sud della Loira) Lingua: d‟oc Posizione sociale: nobiltà feudale Temi: amor cortese, ideale aristocratico Melodie: vicine a formule del gregoriano prestiti da musica popolare SdFRM1 Canzone trobadorica [cantio canso (trovatori); chanson (trovieri)] Cinque, sei, sette stanze con stesse rime (v. struttura degli inni); LIRICHE (d‟amore, sirventese, ennui, planh) NARRATIVE o DRAMMATICHE (pastorella, …) A BALLO “A FORMA FISSA” SdFRM1 Le tre tipologie della monodia seguivano le lingue della area geografica di appartenenza ed erano a) per la sacra il latino, b) per la profana il volgare in area francese trovadorica trobadorica molto distante dalla ufficiale, suddivisa in lingua d'oc nella Francia del sud, e che non è la ufficiale del nord della Francia dei trovieri, la lingua d'oil che sarà la base della lingua francese d'oggi, c) la tedesca dei minnesenger e che si trovano anche nel sud dell'Italia Puglia e Sicilia. Queste tipologie di monodia profana si inseguono temporalmente a partire dal sud al nord della Francia per poi anche interessare l'area tedesca. La novità culturale interessante da notare è il fatto che si cominci a trovare personaggi importanti come nobili, cavalieri che ci lasciano scritte poesie e musica è un cambiamento di orizzonte culturale. Teniamo conto che fin prima questi personaggi erano dediti ad amministrazione e guerre: questo segna un vero cambiamento culturale. E importante è il fatto che si cominci a scrivere e lasciar traccia documenti di musica profana. Tutto questo in un periodo in cui si sta sviluppando le nuove tecniche di scrittura sia nel senso di altezze che del tempo, ritmo. I temi profani dei trovatori e minnesnger riguardava l'amore, ma da principi cavallereschi di fedeltà, fedeltà feudale della gerarchia dei vassallaggio che da chi stava sotto e che lo legava ai gradini superiori fino al vertice. NARRATIVE LIRICHE • • • • CANSO (canto d‟amore) • “DE TOILE/DI TELA”: narrazione al femminile SIRVENTESE: satira politica o morale • AUBE: il distacco di due amanti all‟alba ENNUI: satira PLANH: lamento funebre (per amata/o, un re o • PASTOURELLE: corteggiamento cavaliere/ eroe) pastorella • LAI (origine bretone, in ottonari) SdFRM1 SdFRM1 I concetti di senso di dedizione fedeltà al servizio di autorità e delle loro cause, come le crociate, si trasferisce nell'ambito della relazione fra i sessi il cosiddetto "amor cortese": il fatto di consegnarsi all'innamorato/ta nella tensione infinita, nella passione dell'oggetto d'amore, la sua divinizzazione lo rende irraggiungibile, dando il valore della crescita morale, che mi migliora mi innalza quasi a una spiritualità cristiana. Alcune di queste forme non erano solo votate alla descrizione della sofferenza e passione per l'irraggiungibile e idealizzazione paradisiaca, ma anche esaltazione della passione dei sensi con un alto valore erotico che non si trovava scritto ormai da parecchi secoli (I e II sec. d.c latini). Altri temi il ricordo del compianto del caro, dell'amato, o del grande personaggio scomparso(lamento funebre), la chiamata alla crociata, il ritorno, la prigionia, l'esilio, oppure i piaceri dei sensi, andare a caccia, bere vino, il buon cibo, le feste ecc. Le forme musicali seguono per ora le forme poetiche: canzone, chanson per la Francia e Lied per la Germania. Queste erano composte da stanze, strofe con strutture regolari che alternano numeri di sillabe per stanza, e che ben presto cominciano a utilizzare le rime. Se dalle lingue antiche si costruivano le strutture dalla misura delle sillabe, lunghe o brevi, si passa alla versificazione accentuativa regolare(pratica degli inni ambrosiani) con accenti forti e deboli in modo regolare, che addirittura si attendono e prevedono, con l'aggiunta della rima per aiutare la memorizzazione e aumentarne il piacere estetico. Queste canzoni possono essere molto lunghe con stanze a versi differenti. Possono avere varie forme e contenuto di storie d'amore, storie di guerra con modalità fissate con strofe musicali che si ripetono e che cambiano il testo raccontate in prima o terza persona. Alcune sono drammatiche dove ci sono due soggetti che agiscono su una scena con alternanza di strofa prima uno poi l'altro. DIALOGICHE • JEU PARTI (TENSO): “discussione” poetica su amore, politica, morale, …; • AUBE • PASTOURELLE SdFRM1 A BALLO • • • • • • DUCTIA ESTAMPIDA VIRELAI CAROLE BALLADE ... SdFRM1 Poi ci sono le canzoni a ballo cioè cantate e danzate dove non si tratta di danze di coppia, ma bensì a gruppo con qualcuno che conduce e gli altri che imitano come antifoniche e responsoriale, oppure le due file uomini e donne nelle danze popolare con movimenti che descrivono la canzone e la rendono partecipativa. Poi ci sono le canzoni satiriche che prendono in giro i potenti regnanti, il clero, o semplicemente l'oste. Poi ci sono "l'alba" , e la "pastourelle" sono due tipologie dove l'una sono il lamento di divisione all'alba di due amanti clandestini dopo una notte d'amore, sopratutto da parte di lei; l'altra invece c‟è un gioco sociale esplicito di un cavaliere che cerca di assicurarsi le grazie della pastorella di grado sociale sicuramente inferiore dove lui comincia a lodare le sue grazie e lei lo respinge. Viene anche chiamata tenson, per la tensione di botta e risposta che si instaura tra i due personaggi. Il Lai, tipico dei trovieri, è la classica narrazione lunga di racconti, leggende dei cavalieri di Carlo Magno, Re Artù, degli amori di Lancilotto e Ginevra, Tristano e Isotta, la ricerca del Santo Graal, e derivano dalle storie che non si inventano i trovieri, ma arrivano dalla cultura orale Celtica del nord che percorreranno l'Europa per arrivare fino a noi. VOCE020 - SFRM1/02 - 10/03/2014 descrizione testo e ascolto canzone di Gugliemo IX d'Acquitania dove melodia e testo sono documentati Prima concetto di espressione di voglia di cantare di esprimere i propri sentimenti, di esternare il proprio dolore, in periodo, il medioevo, dove la visione e tutta dominante e quella ecclesiastica dove l'individualità è repressa, controllata. La forma del brano aveva una melodia sillabica con curvatura che si appoggiavano alla fine dei versi, quindi identificando un arco melodico con l'idea e l'estensione del verso, che dopo veniva ripetuta alle varie strofe. Pos de chantar (Guglielmo IX d‟Aquitania, inizio XII) Pos de chantar m'es pres talentz, Farai un vers don sui dolenz: Mais non serai obedienz, En Peitau ni en Lemozi. Qu'era m'en irai en eisil: En gran paor, en grand peril, En guerra laissarai mon fil, E faran li mal siei vezi. Lo departirs m'es aitan grieus Del senhoratge de Peitieus! En garda lais Folcon d'Angieus Tota la terra e sonSdFRM1 cozi. (…) ... TROVIERI Periodo: ca. 1160 - 1280 Francia del nord Lingua: d‟oil Posizione sociale: nobiltà, borghesia Temi: amore, cicli cavallereschi, “attualità”, autobiografia Generi: v.s. Melodie: libertà e naturalezza del canto SdFRM1 VOCE021 - SFRM1/02 trovatori e trovieri Con Bernard de Ventador(1130-1200), di una due generazione più avanti di Gugliemo XI, per prima cosa vediamo che non è un nobile e/o cavaliere, e i temi hanno sempre a che fare con l'amore ma immerso nella natura, gli alberi, l'allodola, il canto degli uccelli, quasi un pre romanticismo, con metafore, l'allegorie, paragoni con il piacere di godere della natura e i piaceri dell'amore, e versificati in poesie musicate: tutto questo in un periodo il medioevo non certo a favore di questo. I nomi dei trovatori loro vita e condizioni dove sono andati le troviamo nella "vidas", vite romanzate di questi personaggi: da qui si evince che molti di questi vennero in Italia in particolare nel nord dando probabilmente vita a quella che sarà la nostra letteratura. Comunque anche senza vidas si riesce a capire chi è l'autore di un brano anche se non firmato, perché lo troviamo direttamente nel testo della poesia, vedi il lamento in ricordo di Gugliemo IX, di Marcabu che lo dichiara proprio all'inizio(verificare da slide). Bernart de Ventadorn Can vei la lauzeta mover Quando l'allodola vedo tenere gioiosa in fremito l'ali alla luce che poi s'oblia si fa cadere per la dolcezza che il cuor produce, ahi, grande invidia allor mi coglie di chi dimostri felicità che ho meraviglia se non si scioglie subito il cuore che in brama sta. Credevo, misero l'amor sapere, e a scienza piccola mi si riduce: amar di forza debbo e volere chi a nessun bene mai mi conduce! Toglie al mio cuore se stessa e toglie a me del mondo ogni bontà e allor che fugge il cuore accoglie sol desiderio ed ansietà. […] Tristano, amore si ridiscioglie, gramo men vado, dove, chi sa. Il canto ha perso e frutti e foglie, gioia nè amore più non sarà. Marcabru, Pax in nomine Domini SdFRM1 Lamento in morte di Gugliemo d‟Aquitania SdFRM1 Lo stesso Marcabru che scrive prima in latino ora scrive anche in lingua d'oc le pastoruelle. Altro argomento è la descrizione di uno proprio stato d'animo, personale. Descrizione pergamena testo e musica e disposizione. Marcabru - Pastorela L'autrier jost' una sebissa trobei pastora mestissa, de joi e de sen massissa, si cum filla de vilana, ap' e gonel' e pelissa vest e camiza treslissa, sotlars e caussas de lana. SdFRM1 L‟altro giorno, dietro una siepe Ho trovato una pastorella di bassa estrazione Piena di gioia e buon senso. E, come la figlia di una donna dei campi, Indossava cappuccio e mantello di pelliccia, Una veste e una camicia E scarpe e calze di lana. Ves lieis vinc per la planissa: Mi sono avvicinato a lei e le ho detto: "Toza, fi m ieu, res faitissa, “Ragazza bella, dol ai car lo freitz fos fissa." Sono infelice perché ti stai congelando. "Seigner, so m dis la vilana, “Signore”, mi rispose quella figlia di contadino, merce Dieu e ma noirissa, “grazie a Dio e alla donna che mi ha allevato, pauc m'o pretz si l vens m'erissa, Non mi fa niente il vento che mi arruffa i capelli qu'alegreta sui e sana.“ perché sto bene e sono in salute. … SdFRM1 … Importante fu Eleonora d'Acquitania, nipote di Gugliemo, che va in sposa al re di Francia(Luigi), andando a implementare la valenza culturale della sua corte del sud in Francia a nord nella lingua d'oil, ma con stessi temi, facendo così nascere i trovieri figure analoghe dei trovatori del sud. Altro terreno fertile per la nascita di questa nuova cultura era la nuova classe borghese dei luoghi della Francia nord nordest: Fiandre, che più propensi a questa nuova arte della musicazione delle poesie. Il modo di melodizzare dei trovatori era più legato al popolare del canto religioso e di influssi arabi, semplice, sillabico con intervalli tenui, mentre nei trovieri del nord, venendo dopo risentono anche degli influssi inglesi con un melodizzare più ardito e anche il tutto più documentato. Attenzione note sovrapposte non sono da eseguirsi insieme come armonia, ma melismi su una stessa sillaba. Altro nobile troviere, importante, è figlio di Eleonora, Riccardo Cuor di Leone (in seconda nozze), avuto con il Re d'Inghilterra contagiando anche qui la cultura inglese con la trovadorica. Riccardo nella sua prigionia in Germania compone un lamento verso i suoi baroni e conti che facevano un po‟ manina corta per tirar fuori i soldi e pagare il riscatto di prigionia. Compone una canzone, in francese, sui sentimenti di abbandono che prova, in modo strofico dove la melodia si ripete per stanze/strofe. Si accompagna con un a ghironda che fa il basso bordone Riccardo Cuor di Leone (1157 – 1199) Prima generazione di trovieri Uno dei primi esempi di “rotrouenge”, composizione poetica e musicale in lingua d‟oil forse destinata alla danza. Forma: variante della “chanson” strofica con refrain interno e refrain conclusivo Derivazione da “canso” trobadorica. Contenuto politico e autobiografico SdFRM1 Ja nuns hons pris ne dira sa raison A droitement, se dolantement non: Mais par esfort puet il faire chançon. Mout ai amis, mais povre sunt li don. Honte i avront, se por ma reançon Sui ça deus yvers pris. Ce sevent bien mi home e mi baron, Ynglois, Normanz, Poitevin et Gascon Que je n'ai nul si povre compaignon Que je lessaisse, por avoir, en prison. Je nou di mie por nule rentrançon, Car encor sui pris. SdFRM1 Mai nessun prigioniero potrà esprimere Bene quel che sente, senza lamentarsi: Ma sforzandosi puo' comporre una canzone. Ho molti amici, ma poveri sono i loro doni. Saranno biasimati, se per non darmi riscatto, Son già due inverni che sono qui prigioniero. Ma i miei uomini e i miei baroni, Inglesi, Normanni, Pittavini e Guasconi, Sanno bene che non lascerei marcire in prigione Per denaro neanche l'ultimo dei miei compagni. E non lo dico certo per rimproverarvi, Ma perché sono ancora qui prigioniero. Ora so bene, con certezza, Che un prigioniero non ha più parenti nè amici, Poiché mi si tradisce per oro o per argento. Soffro molto per me, ma più per la mia gente, Poiché, dopo, la mia morte sarà biasimata Se a lungo resterò prigioniero. Lo sanno bene gli Angioini e i Turennesi, Quei baccellieri che son sani e ricchim ora, Che io sono lontano da loro, in mano ad altri. Mi aiuterebbero molto, ma non ci sentono. Di belle armi e di scudi sono privi, Perché io sono qui prigioniero. Non c'è da meravigliarsi se ho il cuore dolente, Dato che il mio Signore tormenta la mia terra. Se si ricordasse del nostro giuramento Che entrambi facemmo di comune accordo, So con certezza che mai, adesso, Da così tanto sarei prigioniero. Sorella Contessa, che conservi e protegga Il vostro alto pregio Colui cui mi appello E per cui sono prigioniero. E non lo dico certo a quella di Chartres, La madre di Luigi. SdFRM1 Adam de la Halle si può dire l'ultimo troviere del periodo, che scrisse e rappresentò una pastourelle drammatica, come teatro, in completa antitesi con, la filosofia della chiesa, che ammetteva la sola rappresentazione eventualmente sacra. Questa pastourelle Jeu de Robin et Marion due popolani che si amano dove arriva terzo incomodo, il Cavaliere, che importuna Lei, ma che viene allontanato dagli amici di lui Robin. Probabilmente visto che Halle è stato al servizio di Carlo d'Angio alla corte di Napoli, questa fu la sede della prima rappresentazione. Quindi troviere francese, storia inglese, rappresentata in Italia per di più nel meridione Adam de la Halle, Le jeu de Robin et Marion 1° esempio di teatro profano (tema pastorale, registro comico). Rappresentato prob. a Napoli intorno al 1260 (corte Carlo d‟Angiò). Vasta fortuna successiva. Presenza di varie forme (mottetti, rondeau, brani strumentali, …). Adam de la Halle Le jeu de Robin et Marion SdFRM1 SdFRM1 VOCE022 - SFRM1/02 Minnesanger Dopo i trovatori, poeti musicisti che cominciano la storia moderna di musica per poesia al sud della Francia usando la lingua d'oc del sud si passa ai trovieri stessa figura sorta a nord della Francia un po‟ più tardi in lingua d'oil con temi cavallereschi poemi di storia di guerra, alleanze tradimenti e d'amore per finire ai minnesaenger, poeti d'amore tedeschi che prendono dai trovieri i temi e le forme e le trasferiscono nei lied(fine XII sec), ma in modo più rigoroso. Dalla Borgogna la cultura dei trovatori e trovieri vengono portati da Beatrice di Borgogna andata in sposa a Federico Barbarossa in Germania: questo fa nascere i minnesaenger, poeti musicisti d'amore in area tedesca. Questi furono i genitori di Enrico VI, governante dell'Italia meridionale(morì a Messina) padre di Federico II patrocinatore delle arti, della musica, della pittura e architettura, mente eccelsa dell'inizio del XII sec. Enrico VI, Federico II e altri personaggi più o meno importanti, pur sempre colti, che furono Minnesenger fanno parte di un Codex Manesse, raccolta commissionata da un nobile famiglia tedesca. Tagelid, Aube,alba tema dell' abbandono dopo un note di passione è ripresa anche in tedesco dai minnesenger Codex Manesse MINNESAENGER Beatrice di Borgogna Große Heidelberger Liederhandschrift (1143 – 1184) MS miniato (ca. 1304 – 1340) di proprietà della famiglia Manesse di Zurigo. Federico Barbarossa La fonte più estesa del periodo: 140 poeti, molti dei quali famosi governanti. Heinrich VI 137 miniature (ritratti di singoli poeti) Incoraggiamento letteratura e musica alla corte degli Hohenstaufen. Compilato un secolo dopo la vita dei poeti descritti. SdFRM1 SdFRM1 --- TAGELIED « Slâfest du, friedel ziere? man wecket uns leider schiere; ein vogellîn so wol getân daz ist der linden an daz zwî gegân. Ich was vil sanfte entslâfen, nu rüefestû, kint: "wâfen!" liep âne léit mác niht sîn. swaz dû gebiutest, daz leiste ich, mîn friundîn. Diu frouwe begunde weinen: du rîtest hínnen und lâst mich eine. wenne wîlt du wider her zuo mir? owê, du vüerest mîne fröide samt dir! » SdFRM1 Dormi, mio bell‟Amore? Purtroppo tra poco ci dovremo svegliare. Un uccellino davvero grazioso è volato via dal ramo del tiglio. Io mi ero addormentato tranquillo, ora mi richiami, piccola, “su sveglia!” Amore senza dolore non si è mai visto. Quello che tu ordini, io lo faccio amica mia. Sotto il tiglio (Walther von der Vogelweide) Under der linden an der heide, dâ unser zweier bette was, dâ muget ir vinden schône beide gebrochen bluomen unde gras. Sotto il tiglio/ Sull‟erica Dove noi due abbiamo condiviso un luogo di riposo, Potete ancora trovare lì, Amabilmente insieme, Fiori schiacciati e erba calpestata. Vor dem walde in einem tal, tandaradei, schône sanc diu nahtegal. Vicino alla foresta nella valle, Tándaradéi, Dolcemente canta l‟usignolo. La donna cominciò a piangere. Tu vai a cavallo e mi lasci sola. Quando tornerai da me? Ahimé! tu porti via con te la mia felicità! Dietmar von Aist (metà XII sec.) SdFRM1 VOCE031 - SFRM1/03 - 17/03/2014 il canto gregoriano è stato per secoli il serbatoio da dove attingere il materiale di costruzione di base di tutta la lettura sacra europea dell'occidente in cui si dispiega la capacità architettonica da cui evolveva anche il linguaggio armonico, diventando lo specchio della musica occidentale. Le tecniche costruttive del utilizzate vengono poi utilizzate e raffinate nella musica profana per secoli fino ad autori del 1800 come Haydn, Mozart. Useranno materiali e stili diversi, ma molto della capacità elaborativa musicale tecnica nasce in questo ambito. L'organum, organo al plurale, è il primo esempio di forma polifonica che troviamo scritta, ma sarà la forma che subirà parecchie trasformazioni per 4-5 secoli dal X al XV. Mottetto è un' altro esempio polifonico dal 1200 in poi, sacro, profano, a tre o 4 voci ed il campo d'azione con forme sempre più sofisticate. Messa è la rivisitazione, in senso di rivivere, il sacrificio di Cristo ed è il primo rito complesso delle comunità cristiane, con la suddivisione del ordinarium in: Kirie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei e Benedictus, e quella variabile del Proprium molto più numerose, in forma monodica. Nella polifonia sacra la messa, come la sinfonia nella musica orchestrale diventerà l'impegno più grande più vasto, che i musicisti prenderanno in carico per la produzione di opere di largo respiro. Organum inteso come strumento che accompagna il canto gregoriano, non accompagnabile, sarà probabilmente avvenuto, ma non abbiamo traccia. Stessa cosa sarà probabile in solo a più voci. Il primo documento, trattato forse dell'inizio del X sec che presenta il primo esempio di Organum, dove si vede la melodia gregoriana con accompagnata un'altra voce che la segue, parallela e questa sarà utilizzata per circa un secolo, un secolo e mezzo: organum parallelum. ORGANUM • • • • [spontaneo] Parallelo Discantus Melismatico ? IX - X sec. XI - XII sec. XII - XIII sec. Nell'undicesimo secolo in un trattato di Milano viene ammesso, segnato, che la voce inventata possa avere il moto contrario, facendo qualcosa di diverso dalla vox principale, per arrivare ancora più avanti l'organum melismatico cosicché al vecchio canto originale gregoriano sarà affiancato un nuovo canto articolato tutto inventato: grande novità che sarà il nuovo interesse d'ascolto. Organum potrebbe essere lo strumento e in latino significa anche macchinario. La modalità di esecuzione ci viene descritta nei vari trattati come il Musica Enchiriadis che uno dei grandi trattati di musica del medioevo inteso come manuale. Terminologia Machina Primi esempi Organum • Trattati = macchinario = piccolo strumento Pratica musicale: • Uso di strumenti? • Modalità esecutiva (con regole via via codificate) • Musica Enchiriadis (X sec.) • Micrologus de Musica (Guido d'Arezzo, XI sec., 1° metà) • Ad organum faciendum (XI sec., 2° metà) • Tropario di Winchester Nella prima parte del XI secolo abbiamo diverse opere teoriche di Guido d' Arezzo tra cui Micrologus (piccolo discorso), sunto di tutta la teoria musicale del tempo tra cui le indicazioni su cui deve costruire un organum. da Musica Enchiriadis ORGANUM PARALLELUM 01_SdNM1 Un po' più tardi troviamo(qualche decennio) nel trattato di Milano, Ad organum facendium, come fare un oragnum e qui troviamo come fare il moto contrario, quindi prima dichiarazione di non imitare rigidamente la vecchia teoria. Altro documento importante è il tropario di Winchestrer, inglese, dove troviamo alcuni esempi di polifonia. Da “Ad organum faciendum” (o “Trattato di Milano”, XI secolo) Ad organum faciendum (XI secolo) Da qui si evince quindi anche la necessità di rappresentazioni precise per documentazione e lettura a più voci; finché si parla di monodia la cosa poteva anche essere tramandata oralmente, ma a più linee bisogna dare una rappresentazione grafica. Le prime due voci della prima polifonia legata alla tradizione cristiana, quindi la vox principalis era il canto gregoriano originali messo in alto per essere più riconoscibile, la nuova voce organalis veniva messa sotto, tra l'altro nemmeno a volte scritta ma semplicemente specificato l'intervallo parallelo. Ricordiamo che l'intervallo consentito poteva essere di 4 o 5 costruita anticamente da Pitagora e questo per la musica monodica a differenza delle 3 e 6 che apparivano dissonanti. Ad un certo punto avviene un cambiamento importante: l'inversione tra le voci: l'interesse sempre più alto verso la nuova voce inventata organalis per cui viene messa sopra per sentirla meglio. Rimane però la scansione nel tempo di nota contro nota tra oragnalis e principalis, definendo così la pratica del contrappunto. Raramente in alcuni passaggi la voce inventata passa velocemente per gradi cosiddetti dissonanti dando nuovi spunti all'insieme. Il rapporto tra melodia e il testo rimane sillabico tranne alcune momenti melismatico, sempre sulla nuova voce organalis. Si trovano anche composizioni con tre voci dove la voce principalis veniva accompagnata da due voci organalis parallele che a volte si per piccolissime frazioni divergevano. VOCE032 - SFRM1/03 - 17/03/2014 Ars antiqua - Ars nova 1150-1200 - Stesso periodo della nascita della musica trovadorica. Scuola di NotreDame, Abbazzia San Marziale a Limoges (geograficamente punto nodale), Santiago de Compostela, sono i tre luoghi determinanti per la raccolta dei primi codici e canti del periodo medievale. XII secolo “secolo d‟oro” Prime raccolte musica polifonica CODEX CALIXTINUS (Santiago de Compostela) Abbazia di Saint-Martial (Limoges) Scuola di Notre-Dame (Paris) Nel cammino per SdC il tracciato era seminato da centri di culto dove si promuovevano le ritualità che venivano raccolti e custoditi come i canti della cristianità. In questi codici la notazione diastematica (che indica gli intervalli tra le note) precisa, con le chiavi in forma contrappuntistica o melismatica. ORGANUM MELISMATICUM Scuola di NotreDame, vi sono gli organi melismatici, dove la parte originaria, viene talmente stirata, in modo da far fiorire sopra degli organi melismatici nuovi. Dall'Abbazia di San Marziale, si notano le chiavi, la parte inferiore originale più o meno sillabica melismatica con un parte sopra molto fiorita. Organum melismaticum Viderunt omnes fines terrae (Limoges) Scuola di NotreDame intesa come generazioni successive, di monaci, maestri, cantori che sviluppano una loro tradizione musicale in questo caso della organum melismatico. La scuola (nata intorno a 1150) è il coro della cattedrale, con i suoi cantori, musici, maestri, immersa in un'architettura gotica fatta di spazi ampi alti e luminosi. SCUOLA DI NOTRE-DAME metà XII – fine XIII NOTRE-DAME (Paris) Prima delle grandi cattedrali gotiche di Francia. Eretta sull‟Île de la Cité. Dedicata alla Madonna. Posa prima pietra: 1163 (papa Alessandro III) Trasformata nel XIV secolo. Il primo importante magister della scuola fu Leoninus che scrisse un grande numero di organa. Sua caratteristica era quella di una vox principalis molto estesa larga con note molto lunghe chiamata tenor, proprio per il fatto di tenere il suono, dove sopra le organum fa dei vocalizzi senza testo. Scrisse l'importante Magnus Librus Organi a due parti, organi melismatici. LEONINUS Di una generazione successiva arriva il Perotinus che scrive organi a tre voci: abbiamo sempre la voce principalis sotto e due voci organa sopra spesso parallele ulteriormente melismatici, ma con le indicazioni del tempo visto che non sempre andavano paralleli e a tempo fra loro. PEROTINUS Viderunt omnes fines terrae Salutare Dei nostri. Jubilate Deo, omnis terra. Notum fecit Dominus Salutare suum; Ante conspectum gentium Revelavit justitiam suam. Perotinus da Alleluja Nativitas Graduale per il Natale dal Salmo 97, vv. 3,4,2 Tra l'altro scrisse, almeno ci sono arrivati a noi, il Viderun omnes, e Sederunt principes e che sono a 4 voci e con ritmi diversi tra principalis e organa. Sempre linea melodica base con sopra il duplum, triplum, quadruplum. Dall‟Organum al Mottetto MOTTETTO Da CLAUSULAE dell‟ organum MOTTETTO La più importante forma polifonica in ambito sacro (lingua latina) ca. 1250 Caratteri XIII sec.: POLITESTUALE 3-4 voci: tenor, motetus, triplum (quadruplum) Composizione autonoma (su tenor dato). Tenor: anche eseguito da strumenti. Uso contrafacta francesi. Verso area profana. [XIX – XX sec.] Usata anche con testo francese, in ambito profano (Francia, XIII-XIV) e per occasioni cerimoniali (Francia, XVII) • • • • • XIII secolo (metà) XIV secolo - Isoritmia XV secolo - Polifonia fiamminga XVI secolo – Scuola romana (Palestrina) ... A questo punto arriva il mottetto che prende posto dell'organum, dove anche la parte bassa del vox principalis si muoveva di più anche per fa sentir meglio il testo principale: clausola. Altra particolarità del mottetto ormai in divenire è di avere più di un testo. Mottetto deriva da motet=parola, quindi piccolo testo, cioè aggiunta al testo originario di più voci con testo differente, addirittura la seconda voce il duplum si chiama proprio motetus. Altro significato di mottetto viene da movimento, come qualcosa che si muove (da notare similitudine con i tropi e sequenze di 2 secoli prima). La nascita del mottetto viene identificato dalla sua politestualità e dal polinguismo, ma questo solo all'inizio. Questa forma mantiene sempre la voce principale sotto in latino, ma sopra per situazione non prettamente religioso in altra lingua, fino anche con tre testi in tre lingue diverse, oppure addirittura il canto base espresso solo musicale con strumento e voci superiori duplum e triplum con voci e testi con lingue diverse. Cantus: O Maria virgo Davidica Virginum flos vitae spes unica Via veniae Lux gratiae mater clementia Sola jubes in arce coelico Obediunt tibi militiae Sola sedes in throno gloriae Gratia plena fulgens deica Stellae stupent de tua facie Sol luna de tua potentia Quae luminaria in meridie Tua facie vincis omnia Prece pia mitiga filium Miro modo cujus es filia Ne judicemur in contrarium Sed dat aeterna vitae premia Duplum: O Maria maris stella Plena gratiae Mater simul et puella vas munditiae Templum nostri redemptoris sol justitiae Porta coeli spes reorum throno gloriae Sublevatrix miserorum vena veniae Audi servos te rogantes mater gratiae Ut peccata sint ablata per te hodie Qui te puro laudant corde in veritatem Tenor: Veritatem Pucelete bele/Je languis/Domino (Codice di Montpellier, XIII sec.) Pucelete, bele et avenant Joliete, polie et pleisant La sadete que je desir tant Mi fait lies, joli, Envoisies et amant, N'est en Mai einsi gai rousignolet chantant S'amerai de cuer entierement M'amiete la brunete jolietement. Bele amie qui ma vie en vo baillie aves tenuetant, Je vos cri merci en soupirant. Giovinette belle e graziose Così belle, cortesi e gentili Quella affascinante che io desidero Mi rende felice e amante. Perfino in Maggio, nessun usignolo sa cantare così gioiosamente. Io amerò con tutto il mio cuore La mia bella bruna, gentile compagna. La mia dolce amica, che da tempo tiene la mia vita nelle sue mani, Mi mostri compassione, Io chiedo pietà, piango e sospiro. Nel 400 e 500 il mottetto diventerà area di sperimentazione vocale fino ai giorni nostri come nella dodecafonia. Motetto isoritmico: prendo la melodia del canto gregoriano originale (color), le riorganizzo le ridispongo con pause inframmezzate come desidero(talea), e le ripeto finché mi serve, per scrivere poi sopra gli organa. Riorganizzo la base ritmica con la melodia del tenor, per riscrivere sopra le voci superiori. Tutto questo dapprima da e per il sacro, poi trasferito al profano. MOTTETTO ISORITMICO (XIV secolo) MOTTETTO ISORITMICO Autonomia FORMA musicale rispetto al TESTO Esempio di COLOR ISORITMIA Color e talea Base: canto gregoriano (color), suddiviso in gruppi di note a cui viene applicato un modello ritmico (talea) via via ripetuto. Il color poteva essere ripetuto. color: viene dalla figura retorica della repetitio talea: dal fr. taille (=strofa) Il principio della ripetizione strofica viene applicato alla ritmica. Esempio di TALEA VOCEO043 - SFRM01/04 - 24032014 oragnum: prima forma polifonica sacra che troviamo a partire dal nono secolo e che durerà fino all'inizio del XIII, con aspetti differenziati nel tempo: organo parallelo tutto nasce dall'utilizzo da un canto gregoriano monodico che diventa voce principale e che viene raddoppiato, voce organale, secondo solo alcuni intervalli di 4°, 5° e ottava. Solo nel corso del tempo la voce che sta sopra verrà portato al basso, questo indica l'interesse per la nuova voce. Ci vorranno qualche secolo per trovare la voce inventata diversa dalla voce principale disegnando una nuova melodia. Il tempo sillabico rimane anche per la voce nuova dando forma al contrappunto nota contro nota. Ancora più avanti troviamo che rimanendo la nota lunga alla voce bassa principale sopra la voce inventata potrà avere più note disegnando il nuovo canto chiamato organum melismatico: questo è il periodo della nascita della musica colta dei trovatori. Centri di sviluppo di queste forme, Santiago di Compostela, Abbazia San Marziale a Limoges, e in particolare a Parigi nella scuola di Notredame. Qui troviamo due importanti Magister, Leonino, che sforna organo a due voci, e poi il Perotino che ne fa a tre e qualche volta quattro voci. Questo indica il grande interesse per l'evoluzione della del canto nuovo melismatico sia la sovrapposizione di ulteriori voci, che influirà sulle esigenze della scrittura della musica. Ricordiamo che questi organum erano sacri. Dal seconda parte del 1200 dalla clausola dell'organum nasce il mottetto. La principale differenza con l'organum sta nella politestualità anche linguistica. E' la forma musicale più evoluta e la troviamo per utilizzi diversi celebrativi, aulici, regali con testo aggiunto francese. Siamo alla fine del 1200, siamo alla fine della parabola dei trovieri. Abbiamo così la congiunzione dell' evoluzione tra il mottetto sacro e la musica profana che con il testo nuovo da vita al mottetto profano. Il mottetto isoritmico ne è l'esempio più chiaro: partiamo sempre un canto gregoriano ne prendiamo i valori melodici, mantenendoli (color), ma viene applicato ad una talea nuova scardinandone il ritmo preesistente che ne disegnano un base nuova su cui costruire un nuovo progetto, l'importante era mantenere la base originale fedele della linea melodica gregoriana chiamata tenor(che molte volte era affidata allo strumento). Isoritmico = un certo ritmo continua a ripetersi uguale nel tempo. Fin prima si parla della Ars Antiqua, ora dall'inizio del 300 si parla di Ars Nova, e dal punto di vista tecnico nelle documenti musicali del tempo si comincia a segnare il tempo. Una rappresentazione grafica di un mottetto è quella a libro con le parti separate, dove non c'è alcun riferimento temporale, si nota la densità delle note maggiore nella parte alta e minore al tenor. Da evidenziare l'attenzione alla individualità, alla autonomia, all' importanza di una delle voci. A differenza della degli intervalli fin qui ammessi nelle isole inglesi gli intervalli utilizzati erano di 3° e 6°. Nella culture settentrionali le terze e le seste sono consonanti, a differenza che nel continente dove consonanti erano le 4° e 5° e questo probabilmente dovuta dalla scala Pitagorica per cui la divisione delle sette note non consonassero bene per 3° e 6°, cosa invece diversa in Inghilterra. Questo passò anche da noi e le nuove scale cominciarono ad adattarsi a questi nuovi intervalli più consoni, portando tutto quel nuovo sistema equabile per la costruzione degli strumenti a intonazione fissa. Novità tecniche XV secolo • Centralità della triade • sviluppo verticale della polifonia • Nuove regole: • Divieto quinte e ottave parallele (si evita il senso arcaico legato al loro uso nei secoli precedenti); • Uso di triadi consonanti; • Dissonanze: solo come note di passaggio (tempi deboli) e come ritardi (tempi forti). • Imitazione: VOCEO044 - SFRM01/04 - 24032014 altra forma antica di polifonia stesso periodo X, XI XII sec. ma delle isole inglesi sono i gymel, gemello, una sorta di organum paralleli ma con intervalli di terze. Falso bordone ulteriore linea con intervallo di sesta, ma tutto rivolto. Mottetto nel 300, la storia del mottetto continua, prevalentemente sacro, si lascia il testo si tiene le note del vecchio canto, si tralasciano i secondi terzi testi, e si tiene solo il testo nuovo tutti cantano uguale. L'evoluzione più importante avviene nel campo profano, con una formalizzazione canonica delle forme del mottetto e che sono la balade, il rondò, il virlae. Come dai trovieri si parte dalla poesia musicata, ed è dalla struttura della poesia che ne da la forma. Il personaggio principe di questo periodo, ambasciatore, poeta, diplomatico, e canonico, compositori un Petrarca francese: Guillame de Machault n.1300, m.1377, lavora a corte ed tra i primi a catalogarsi le proprie opere. (descrizione rondo numerico), per essere un rondò deve avere 8 versi, di cui primi due sono anche gli ultimi due e il primo è il quarto: costruzione poetica ben precisa se no non è un rondò. Il rondò è una forma specifica prettamente strumentale nel 700, 800 dove una sezione musicale A dopo un cambiamento in B, ritorna A, poi che so C, ma poi torna A, qualcosa che torna. descrizione retrogrado, gioco geometrico palindromo con parti che si combinano con schemi precisi, ma che suonano bene: tecniche poi usate da Bach BALLADE RONDEAU Poesia Una strofa di 8 versi: 4° uguale al 1° ultimi due = primi due. Guillaume de Machaut Dix et sept, cinq, trese, quatorse et quinse Rondeau a 3 voci Musica A per 1°, 3°, 4°, 5°, 7° verso B per 2°, 6°, 8° A B C A D E A B A B A A A B A B Dix et sept, cinq, trese, quatorse et quinse M'a doucement de bien amer espris. Pris ha en moy une amoureuse emprise Dix et sept, cinq, trese, quatorse et quinse – Mon cuer vous lais et met en vo commant, Et l'ame à Dieu devotement presente, Et voist où doit aler le remamant: La char aus vers, car c'est leur droite rente; Et l'avoir soit departi Aux povres gens. Helas! en ce parti En lit de mort sui à desconfiture, Se Dieus et vous ne me prenez en cure. A (ouvert) A‟ (clos) B (fine B=fine A‟) VIRELAIS VIRELAIS Ballade a 3 voci Poesia A aab A ecc. Douce dame jolie (Guillaume de Machaut) Musica (gen. 3 strofe) Mais certeins sui qu'en vous de bien a tant Que dou peril, où je sui sans attente, Me geterez, se de cuer en plourant Priez à Dieu qu'à moy garir s'assente. Et pour ce je vous depri Qu'à dieu vueilliés pour moy faire depri, Ou paier crien le treü de Nature, Se Dieus et vous ne me prenez en cure. Musica (= per ogni strofa) Pour sa bonté que chascuns loe et prise Et sa biauté qui sur toutes ont pris. Dis et sept, cinq, trese, quatorse et quinse M'a doucement de bien amer espris. Guillaume de Machaut Plourez dames Plourez, dames, plourez vostre servant, Qui ay toudis ay mis mon cuer et m'entente, Corps et desirs et penser en servant L'onneur de vous que Diex gart et augmente. Vestez vous de noir pour my, Car j'ay cuer teint et viaire pali, Et si me voy de mort en aventure, Se Dieus et vous ne me prenez en cure. Poesia 3 strofe (gen.) stesso numero di versi, stesse rime, stesso verso finale A bba A ecc. Douce dame jolie, Pour dieu ne pensés mie Que nulle ait signorie Seur moy fors vous seulement. Qu'adès sans tricherie Chierie vous ay et humblement Tous les jours de ma vie Servie sans villain pensement. Helas! et je mendie D'esperance et d'aïe; Dont ma joie est fenie, Se pité ne vous en prent. Douce dame jolie, Pour dieu ne pensés mie Que nulle ait signorie Seur moy fors vous seulement. VOCEO045 - SFRM01/04 - 24032014 - 9 min. ascolto Machault: Ma fin est mon commencement (rondò) La balade, e molto più lunga ed è composta da almeno tre strofe composta da stesso numero di versi e stesse rime e l'ultimo verso sempre uguale ripetuto ad ogni strofa. Nell'uso del trecento al tenor per dagli un po' di peso bilanciamento il canto principale, si mette il contratenor, che può essere superior, ma sopratutto bassus, da cui così la nascita dell'odierno basso. La musica è sempre la stessa per tutte le strofe. Virlai, danza, giro; ricorrenza di rime tra versi e strofe. VOCEO046 - SFRM01/04 - 24032014 Ars Nova francese monopolizzata da Machault, in Italia l'Ars Nova è rappresentata più autori e le tre forme base sono la ballata, il madrigale e la caccia. Il madrigale è una forma di poesia per esempio due terzine (due strofe) da tre versi endecasillabi con schema di rime uguali - una strofa di tre versi, un altra strofa tre versi con un sistema di rime uguali e un distico, due versi con rima baciata, dove la melodia A viene usata dalle strofe e la melodia B(ritornello) per il distico. L'inizio della strofa a ha un carattere melismatico.(anche il B). Landino, ecclesiastico, organista cieco autore in assoluto di madrigali italiani profani MADRIGALE Poesia: Testo poetico breve, poche immagini ben elaborate, carattere agreste. Terzine (2 o 3) di endecasillabi con stessa rima + distico finale a rima baciata. BALLATA MADRIGALE Agnel son bianco e vo belando be e, per ingiuria di capra superba, belar convegno e perdo un boccon d‟erba. Ballata monodica Ballata monodica Nasce come come “canzone “canzone a a ballo” ballo” Nasce Caratteristico: Ripresa Ripresa ((intonata solista, poi Caratteristico: intonata da da solista, ripetuta dal coro) poi ripetuta dal coro) Dolce stil novo: forma definitiva, descritta in molti trattati descritta (v. Antonio da Tempo) in molti trattati (v. Antonio da Tempo) Musica: 2, poi 3 voci. Cantus e tenor cantati con possibili raddoppi strumentali. Intonazione uguale nelle terzine, diversa in distico finale (ritornello). Inizio e fine ogni verso in stile melismatico. Cantus: fioriture melodiche (ampi melismi) (“ire melodiando”) Tenor: note tenute El danno è di colui, io dico in fé, che grasso mi de‟aver con lana bionda, se capra turba che non m‟abbi tonda. Or non so bene che di me sarà, ma pur giusto signor men mal vorrà. Ballata polifonica Ballata polifonica Dalla metà del XIV secolo: Dalla metà del XIV secolo: Forma preferita dai compositori del „300 (ca. Forma compositori „300 metàpreferita delle operedai dell‟Ars Nova italianadel sono B.) (ca.affinità metà delle opere dell‟Ars Nova italiana sono B.) Musica: con Madrigale Musica: affinità con Madrigale F. Landini: 141 ballate F. Landini: 141 ballate 1o o2 2 delle delle voci voci sono sono strumentali strumentali 1 Non avrà mai pietà questa mia donna Se tu non fai Amore ripresa Ch‟ella sia certa del mio grand‟ardore. S‟ella sapesse quanta pena porto Per onestà celata nella mente Sol per la sua bellezza, che conforto D‟altro non prende l‟anima dolente Forse da lei sarebbono in me spente Le fiamme che nel core volta Di giorno in giorno crescono il dolore. A piede I piede II B B A Non avrà mai pietà questa mia donna … ripresa A Francesco Landini (Giovanni da Cascia) Ballata = vedere slide struttura compatta con richiami per la danza: ripresa di 2 versi endecasillabi; 2 piedi (o mutazioni) di 2 versi endecasillabi ciascuno, con identiche rime; un volta uguale alla ripresa, di 2 versi; il primo di essi rima con l‟ultimo verso del secondo piede; il secondo rima con il primo della ripresa. Si ripete la ripresa da capo. Gli episodi sono due su A si eseguono le riprese e la volta, su B i piedi. Le ballate erano a 2 o 3 voci: cantus, tenor e contratenor tutte eseguite localmente o a volte con strumenti al posto delle voci inferiori. CACCIA Tosto che ll‟alba del bel giorno appare isveglia gli cacciator: – Su su su su ch‟egli è ‟l tenpo. Alletta gli can: – Te te te te, Viola. – Te, primerante. – Sus‟alto al monte con buon cani a mano e gli brachett‟ al piano. E nella piaggia ad ordine ciascuno. – – Io vegio sentir uno de‟ nostri miglior brachi: star avisato! – – Bussate d‟ogni lato ciascun le machie, che Quaglina suona. – – Ayo, ayo, a tte le cerbia vene. – – Carbon la prese, in bocca la tene. – Del monte que‟ che v‟era su gridava: – All‟altra, all‟altra! – suo corno sonava. Gherardello da Firenze Caccia, vuol dire inseguimento, natura, richiami onomatopeici degli animali a mo di sceneggiatura e usa molto il canone(inseguimento) a due o tre voci fondata su la parte bassa che va per conto suo se a due voci la seconda la segue a canone, se a tre la bassa sta per conto suo e le due voci superiori si inseguono a canone. VOCEO050 - SFRM01/05 - 31032014 le strategie delle forme della musica polifonica sacra nel periodo della ars nova si trasferiscono nella composizione della polifonia profana con contenuti amoroso, affettivo, naturalistico, civile. Due fra i maggiori autori che operano in tal senso sono in Francia G. de Machault e in Italia Landino. Il mottetto isoritmico ci dimostra la presenza di un progetto compositivo sopratutto nell'ambito sacro, ma anche profano, dove la base deve essere presa dal canto gregoriano, e questa viene inquadrata in un cellula ritmica, che viene ripetuta: il ritmo del mottetto in fondo continua a ripetersi fornendo la base ritmica, al tenor, e sopra le altre voci sono libere di muoversi(questo nel 300) Prime messe polifoniche: XIV secolo Messa di Tournai (ca.1320 - 1340, a 3 voci) (scritta da più autori) Messa di Notre Dame (1° messa “d‟autore”) Guillaume de Machaut (ca.1360 a 4 voci) Incoronazione Carlo V di Fiandra? Machault è il primo autore attestato che nel 1360 circa scrive da solo la prima messa: La Messa di Notre Dame. Ne esiste un'altra di circa 20 prima, Messa di Tourneè a tre voci, ma è di autori diversi tra cui lo stesso Machault. La MdND è scritta a 4 voci, in forma mottettistica con tutte le voci nuove, e la struttura del conductus, cioè queste si muovono in omoritmia, tutte con lo stesso ritmo, anche se ogni tanto queste stesse si slegano e seguono tempo diversi, ma per brevissimi momenti. Pur di sapore antico e antiquato, si sente il gran senso spirituale e profondo, ma altamente raffinato. Questa MdND ci dimostra il nuovo senso della concezione ed evoluzione della composizione unitaria. In questo secolo numerose sono le composizioni, sopratutto mottetti, con una complicazione via via più ricercata quasi intellettualisticamente perseguita a dimostrazione quanto comporre musica fosse diventa una complessa costruzione di architettura sonora, arrivando così al '400. In contropartita di questo nuovo modo quasi celebrale, scarsamente godibile, arriva dall'Inghilterra con le loro forme del gymel con sonorità meno astruse fondate su intervalli di terze e seste, che fanno cambiare le modalità fondate sugli intervalli di 4° e 5° usate per secoli. Le nuove tecniche del „400 ora utilizzate andavano per imitazione, già sperimentate, dalla fine del „300, e gli autori che la sviluppano sono i fiamminghi che nati e creati nelle cattedrali del nord Europa del Olanda, Belgio nord ovest Francia, poi andarono a lavorare in tutta Europa. A sua volta in Italia nel '500 gli autori prenderanno le base e le tecniche dei fiamminghi sviluppando le loro forme che a sua volta riverseranno ancor di più in tutta Europa. Scuola franco-fiamminga Sviluppo POLIFONIA FIAMMINGA Uso di contrappunto rigoroso con uso di - Tecniche dell‟imitazione (canone = regola) - Calcolo delle proporzioni numeriche Le tecniche imitative dei fiamminghi, base per tutti gli autori della musica fino ai nostri giorni come nella dodecafonia, passando prima per Bach, Mozart, Beethoven, Brahms, si fondano sulla imitazione di una voce che può essere semplicemente raddoppiata ad altra altezza e che si chiama "diretta"; oppure fa la melodia partendo dalla fine all'indietro detto "retrogrado", oppure ancora a specchio, simmetrico, cosiddetto "inverso". IMITAZIONE CANONE Dux: voce “antecedente” Comes: voce imitativa Imitazione: - contemporanea o in successione - stessa altezza o su altro intervallo Canone semplice (unico soggetto) Canone composto (più soggetti) • Procedimento alla base di tutta la composizione polifonica • Codificazione del CANONE e delle sue varianti: • • • • diretto, retrogrado o cancrizzante inverso, inverso-retrogrado, • mensurale, • alla mente, • enigmatico. Si può fare anche l'insieme delle due il "retrogrado inverso" o "Inverso retrogrado". Tutte queste potevano essere spostate a livelli diversi sul pentagramma, l'importante era il profilo. Altra tecnica era passare da un ritmo ternario al binaro e viceversa, cambiandone il ritmo, chiamato "canone mensurale"(mensura=misura), oppure aumentando o diminuendo tutta la voce per passi relativi quindi lavorando per diminuzione o aumentazione, sento la stessa cosa, ma con velocità diverse. Altro è canone "enigmatico"(rebus) e "alla mente"(invento sulla base della melodia). Canone: voce che parte con una idea e le altre cercano di restare dentro a questa idea con tutti questi giochi sopra descritti, cambiandoli via via all' interno della composizione, non è che una volta partita l'imitazione la mantengo per tutto il brano stesso. Naturalmente tutte queste tecniche non erano codifiche fisse e immutabili, ma proprio l'insieme di queste con le loro possibili variazioni, sopratutto nei passaggi dall'uno all'altro, creano l‟idea musicale. VOCEO051 - SFRM01/05 - 31032014 autori del 400 fiammingo GUILLAUME DUFAY (ca. 1397 – 1474) Cambrai Italia (Rimini, Bologna, Roma, Firenze, “Savoia”, Padova, ...) Cambrai Guillame Dufay nato nel 1400, cantore canonico e sacerdote nella cattedrale di Cambrai fu il più eminente e celebrato musicista del suo tempo. Scrisse l'assai celebrato mottetto Nuper rosarum flores composto per l'inaugurazione della cattedrale si Santa Maria del Fiore di Firenze 1436. Nuper rosarum flores Guillaume Dufay Nuper rosarum flores Mottetto isoritmico mensurale 1436 Ex dono pontificis Hieme licet horrida « Si udirono cantare voci così numerose e così varie, e tali Tibi, virgo coelica, sinfonie s'elevarono verso il Pie et sancte deditum cielo, che si sarebbe creduto Grandis templum machinae di sentire un concerto d'angeli [ ... ] Quando il canto Condecorarunt perpetim. cessava [ ... ] si sentivano Hodie vicarius suonare gli strumenti in maniera [ ... ] allegra e soave Jesu Christe et Petri [ ... ] Al momento Successor Eugenius dell'elevazione la basilica Hoc idem amplissimum tutta intera risuonò di sinfonie così armoniose, Sacris templum manibus accompagnate dal suono di Sanctisque liquoribus diversi strumenti, che si sarebbe detto che il suono e Consecrare dignatus est. il canto del paradiso fossero Igitur, alma parens scesi dal cielo sulla terra. » Nati tui et filia Virgo decus virginum, Tuus te Florentiae Devotus erat populus, Ut qui mente et corpore Mundo quicquam exorarit. Oratione tua Cruciatus et meritis Tui secundum carnem Nati Domini sui Grata beneficia Veniamque reatum Accipere meraeatur. Amen. Architetture musicali Nuper rosarum flores 4 voci 4 sezioni: (ognuna 28+28 battute) 3/2 2/2 2/4 6/8 (Cantus firmus) Terribilis est locus iste. Nella costruzione del questo testo musicale è stato visto un nesso con le proporzioni architettoniche delle costruzioni dove nelle quattro voci, 2 superiori canto e alto e le due tenor suddivise in tenor e contratenor hanno tutte velocità diverse e con un calcolo di proporzioni ben preciso con le entrate sfasate fra loro, ma che ben si combinano con la tecnica imitativa e struttura isoritmica. Probabile che il tenor e contratenor siano state eseguite da strumenti. XV secolo Mottetto come “forma di sperimentazione” • • • • • • Musica sacra (testo latino) Unico testo Abbandono isoritmia Inserimento stabile di contratenor Modo sempre più vario di trattare il tenor Scomparsa del tenor Il mottetto diventa terreno di sperimentazione per la immissione di cose nuove con l'aumento delle voci ed il tenor non sarà l'idea che sempre sotto, ma che passerà su diverse voci, anzi il tenor visto che deriva da modelli passati scomparirà e si cominceranno a costruire delle melodie caratterizzanti e che potranno essere esposti subito alla prima battuta alla voce alta e che poi gireranno per tutta la tessitura polifonica. Josquin des Pres “Primo musicista del Rinascimento” (ca. 1450 – 1521) Milano (Sforza) Roma (Cappella Sistina) Francia (Luigi XII) Ferrara (Ercole I d‟Este) • • • • • • Espressività Cura rapporto testo – musica Piena coscienza del valore del testo Cadenze chiare Attenta distribuzione delle voci Verso abbandono dei modi Paragonato a Virgilio o Michelangelo. Musica espressiva più che speculativa Josquin Desprez n.1440 può considerarsi il primo musicista del Rinascimento, e in lui troviamo tutte le tecniche fin qui viste e la mette al servizio del testo armonizzate in modo tale non per vedere quanto è bravo, ma proprio a sentire e bello, armonico, piacevole, fresco, e far sentire il testo le parole e valorizzare l'affetto musicale per sentire il senso del testo. Precetti Concilio di Trento (1545 – 1563) Principi Contrasto degli eccessi del polifonismo Serietà artistica Separazione netta sacro – profano Precetti 1. Piena comprensibilità testo 2. Abolizione sequenze (tranne 4 + Stabat mater nel) 3. Divieto uso cantus firmi profani in musica liturgica MOTTETTO XVI secolo • Solo ambito sacro • Forma per eccellenza della musica sacra • Utilizzo di tutte le tecniche contrappuntistiche e “accordali” • Analogie con conquiste espressive del madrigale • Terreno di applicazione dettami Concilio di Trento Nel '500 diventano esemplari per tutta l'Europa due centri Italiani, Roma e Venezia, le cappelle papali di Roma e la Basilica di San Marco, diventano le scuole polifoniche per tutti i musicisti Europei che qui vengono a studiare. SCUOLA ROMANA Giovanni Pierluigi da PALESTRINA (ca. 1524 – 1594) Luoghi Cappelle papali: Sistina, Giulia, Laterano Molte altre importanti in varie chiese e presso case nobiliari. Caratteri - coralità “a cappella” - divieto canto donne (parti superiori: falsettisti, poi castrati) - sviluppo policoralità “Musicae Princeps” Modello per la polifonia sacra dell‟Europa cattolica. Fortuna costante nei secoli successivi (culto nel Romanticismo). Opere “A cappella”: - senza strumenti - pari importanza voci (cantus, altus, tenor, bassus) ca. 100 messe ca. 300 mottetti (4 – 12 vv.) ca. 100 madrigali 30 Madrigali spirituali ... Il grande musicista per la musica sacra del '500 è Giovanni Pierluigi da Palestrina rappresentante della scuola romana che mette anche in pratica i risultati dal concilio di Trento, dove concetto base sta nel bandire gli strumenti nella musica sacra e semplificazione: estrema chiarezza, equilibrio tra le parti, diatonismo non ci sono alterazioni, dissonanze, intervalli per gradi congiunti: mette in gioco bilanciamenti per l'ordine e l'armonia e che devono dare massima precedenza al testo e la sua comprensione, tutto in latino. Quindi si voci polifoniche, ma che alcune parti devono assolutamente andare in modo omoritmico per far sentire meglio il testo. Questo lo fa diventare l'esempio base per lo stile polifonico della scuola romana riferimento stabile per molti secoli. Palestrina Caratteri Perfezione e varietà formale - ampie architetture - contrappunto sapiente - cantabilità melodica (estensione limitata, intervalli brevi) - senso armonico chiaro Semplicità Equilibrio Espressività Sentimento religioso Varietà scrittura e espressione Cura del rapporto testo-musica: - rispetto dei valori ritmici e accentuativi, - corrispondenza con il significato) Tu es Petrus (pdf) FROTTOLA Generi popolari • • • • • (Ferrara, Mantova, Milano, ...) FROTTOLA VILLOTTA/VILLANELLA STRAMBOTTO CANTO CARNASCIALESCO CANZONETTA Caratteri: - melodico - strofico - 4 voci - stile omoritmico - voce superiore cantata, le altre spesso eseguite da strumenti (liuto) VOCEO052 - SFRM01/05 - 31032014 scuola veneziana Gli autori fiamminghi nel 500 vengono influenzati dalle correnti italiane e in particolar modo nelle corti e tra le più influenti quelle di Mantova e Ferrara, dove si utilizzano tante forme di derivazioni popolare come la frottola: canto a 3 o 4 parti, omoritmico, strofica, con una seconda strofa, non con la stessa musica, dove però la voce superiore era canto e le altre molto spesso strumenti(Tromboncino). Questo è l'antisegnano del Madrigale(1530 ca.) Il MADRIGALE Dalla frottola al madrigale Primi madrigali: 3 - 4 voci struttura semplice prevalenza scrittura omoritmica prevalenza voce superiore brevi passaggi imitativi Differenza sostanziale: No forma strofica Scelta di testi poetici significativi • • • • • • • • • testi di ricercato valore poetico (v. Petrarca e petrarchisti) 4 – 6 voci (5) varietà combinazioni tra voci forma aperta (no strofe) episodi concatenati (v. mottetto) stile contrappuntistico (con alternanza di passaggi omoritmici) voci soliste con raddoppio o sostituzione strumenti corrispondenza frasi musicali e versi poetici “rappresentazione” musicale di espressioni del testo o di singole parole (madrigalismi) 1530 (Roma) - Madrigali de diversi musici: libro primo Il madrigale cinquecentesco ha una forma musicale che si appoggia ad un testo di valore, e quindi la musica lo deve essere di conseguenza. Le voci non sono mai meno di 4, quella aurea sono a 5, ma possono anche essere 6. Molto importante è l'aderenza al testo e quindi la struttura strofica sta un po' stretta, una strofa ripetuta non può andare bene. Il madrigale viene costruito da un sonetto o da un pezzo di questo, scegliendo una parte di una poesia, e la musica segue il testo quindi non può ingabbiarsi in uno schema fisso. Nella ricerca spasmodica per rendere con la musica il significato del testo, i compositori selezionano singole parole significative e costruisco delle immagini musicali, con il sentimento che disegna, profila corso delle note, con l'aiuto della ritmo, delle pause: ascesa al monte, note che salgono, infelicità dolore note che scendono, spasimo, turbamento con dissonanze, cromatismi. Le voci hanno tutte la stessa importanza, non ci sono solismi, puntando molto in alto sull'espressività Nel cinquecento vediamo 3 stili, scuola romana Palestrina, scuola veneziana, Gabrieli e Madrigalismo. Madrigalisti Nel corso del XVI secolo Madrigali de diversi musici: libro primo, Roma 1530 • • • • • • approfondimento corrispondenza musica-versi interpretazione musicale della parola melodie complesse e articolate libertà e varietà di intervalli e ritmo arricchimento della struttura armonica ... Madrigalisti Periodo centrale XVI secolo fine XVI – inizio XVII secolo Cipriano DE RORE (Venezia) Andrea GABRIELI (Venezia) Giovanni Pierluigi da PALESTRINA (Roma) Orlando DI LASSO (Roland de Lassus) (Roma, Monaco) • • • • Luca MARENZIO (Roma) Carlo Gesualdo DA VENOSA Claudio MONTEVERDI (Mantova, Venezia) Forte ricerca interpretativa del testo Raffinatezza scrittura contrappuntistica Cromatismo espressivo Allontanamento da modalità (ambito sacro) Verso sensibilità armonica Evoluzione scrittura contrappuntistica Trattamento del testo a sezioni (vedi mottetto) Preferito modello a 5 voci Cromatismo VOCEO062 - SFRM01/06 - 07/04/2014 INDICE • Monodia accompagnata (da fine XVI secolo) • Basso Continuo GENERI VOCALI • Melodramma • Oratorio • Cantata Componenti fondamentali • Aria • Recitativo Indice degli esempi Madrigale monodico C. Monteverdi, Combattimento di Clorinda e Tancredi Melodramma C. Monteverdi, Possente Spirto (da Orfeo) G. F. Haendel, Venti, turbini, passioni (da Rinaldo) G.B. Pergolesi, Stizzoso mio stizzoso (da La Serva padrona) W.A. Mozart, Martern aller Arten (da Il ratto dal serraglio) XVI secolo XVII… Oltre la polifonia Ricerca nuova espressività Speculazioni su musica greca Emergere funzione “nobile” degli strumenti Sviluppo del teatro (forme narrative) Oratorio G.G. Carissimi, Jephte A. Vivaldi, Recitativo e Aria (da Juditha triumphans) Monodia accompagnata (Basso Continuo) Cantata sacra J. S. Bach, Cantata Unser Mund sei voll Lachens BWV 110 evoluzione delle forme vocali tra medioevo e rinascimento: canto accompagnato, monodia sacra, monodia profana: monodia pura e semplice una sola linea melodica perché così pensata dal compositore, anche se poi accompagnata diventa una scelta di performance. La monodia accompagnata sarà il risultato di un' evoluzione che si prepara dal 16° secolo e si stabilizza come modo di composizione nel 1600 caratterizzando tutto il periodo barocco. Da una parte continuerà la polifonia la cui forma estrema si compirà nella fuga, dall'altra ci sarà un cambiamento estetico con più direzioni, quella di una semplificazione della scrittura attribuita alla parola alla voce al canto singolo per il racconto di una storia, il dramma tutto cantato. L'accompagnamento che andrà a caratterizzare tutto il periodo barocco si chiama basso continuo: un binario di sostegno segnato da note singole sulla parte bassa, e che fa da scheletro, e che potrà essere sostenuto da un solo tipo di strumento, e il disegno che se ne costruisce dipende dalla abilità degli strumentisti: quindi una componente improvvisativa importante è una caratteristica del periodo barocco. Da una parte una grande rigorosità contrappuntistica che si mantiene sopratutto sacra, dall'altra parte il gusto per l'emergere della linea melodica. La radice è la stessa ma il vero motore è stata la volontà di rappresentare teatralmente, miti, storie, leggende, rivisitazioni sacre, secondo un modello classico, recuperando il teatro greco visto come esempio: unione di dramma, rappresentazione, l'azione, teatro, dialoghi e melos è l'attenzione dell' aspetto unitario individuale del canto solistico, perché così i personaggi si esprimono (poi c'è anche il coro). La CAMERATA FIORENTINA Dalla ricerca di una strada alternativa alla polifonia, dalle speculazioni sull’antica musica greca: XVI secolo: moltiplicazione circoli e accademie Firenze: Accademia Platonica per lo studio della civiltà greca Da 1580 ca.: CAMERATA de’ BARDI • • • • • • • • Primato della parola Giulio Caccini, cantante (Roma), considerato “inventore del bel canto” Jacopo Peri, cantante e organista (Firenze) Vincenzo Galilei, liutista e teorico (Firenze) Emilio de’ Cavalieri, nobile (Roma) e intendente generale delle arti a Firenze Ottavio Rinuccini, poeta Marco da Gagliano, musicista Giovanni de’ Bardi e Jacopo Corsi, nobili (Firenze) Girolamo Mei, umanista (Roma) Abbandono del contrappunto Semplicità melodica – recitazione intonata recitar cantando I temi sono l'antichità, gli dei, i poteri della musica, gli amori e questo avviene a Firenze con il "primo" melodramma l'Euridice del Peri e Caccini, e a Roma con una rappresentazione oratoriale senza scene, ma di tema sacro: oratorio. Terza forma è la cantata proposta da due cantanti che cantano strutturata con paio di elementi di scrittura recitativi e arie, e inteso come piccolo prodotto filiato dal melodramma. Qualcosa di simile esteticamente al melodramma nella seconda metà del „500 fu il madrigale che di base polifonica sopratutto con Monteverdi lo si vedrà cambiare in una forma di melodramma anche se solo cantato non rappresentato, con l'aumentare del peso degli strumenti soprattutto dal punto di vista espressivo, e ci fa mettere nella scena della mente i personaggi con la loro psicologia, dinamiche e contesti. Con gli inizi del nuovo secolo un paio di raccolte musicali una profana una sacra, dove viene chiaramente espressa questa nuova forma, melodia e accompagnamento con il basso continuo. Per il profano del Caccini si chiama Nuove Musiche: composizioni di testo amoroso dove sulla linea melodica inserisce tutte una serie di espansioni, trilli, vibrati, melismi, vocalizzi, stabilendo una specie di repertorio di quello che si chiama aria. Nello stesso periodo la raccolta sacra si chiama Concerti Ecclesiatici, del Viadana dove continua il contrappunto, a più voci non monodica, ma con il basso continuo: singola nota il basso scontato devi fare la terza e quinta, se non c'è scritto niente, ma se c'è si lascia la terza poi la 6° o la 7° VOCEO063 - SFRM01/06 - 07/04/2014 Monteverdi che domina la prima parte del '600 è l'autore de l'Orfeo, 1607, primo melodramma "ufficiale", nei madrigali opera una radicale trasformazione dal madrigale polifonico alla soluzione del m. con una sola voce, un' aria, come il melodramma. Nel primo 500' segue il madrigale è immerso nella forma contrappuntistica polifonica vocale senza strumenti, da cui proviene, ma nel 600' tende a invece alla nuova soluzione dove la voce è unica, e gli strumenti sottolineano e amplificano il senso emotivo del testo, come nel melodramma. Non a caso diventerà direttore della cappella di San Marco dove già l'uso degli strumenti era parecchio avanzato. ORFEO • abbandono stile recitativo rigido e poco espressivo dei fiorentini (musica “non sottomessa”) • Recitativi organizzati secondo logiche musicali • cura del fraseggio melodico • Arie solistiche, duetti, complessi madrigalistici, danze • armonia moderna, espressiva • forma unitaria (uso di Sinfonie, Ritornelli, con modello ternario) • creazione personalità lirica dei personaggi • espressione musicale del gioco delle passioni • uso espressivo dell’orchestra • 26 numeri strumentali: Toccata introduttiva e Ritornelli Nel 1608 produsse poi una mezza opera, più che altro un balletto: Il ballo delle Ingrate. Esempio: madrigale Combattimento Tancredi e Clorinda, stile concitato VOCEO064 - SFRM01/06 - 07/04/2014 Il teatro musicale nel 600' è il teatro delle meraviglie. Prima era un evento di corte, legato ad avvenimenti, come ricorrenze, matrimoni, incoronazioni, feste di genere, e a ottobre del 1600 a Firenze alla corte dei Medici ebbe il battesimo ufficiale nel corso di un matrimonio regale. Di base come nella tragedia classica greca, l'opera veniva preceduta dal prologo, come presentazione, spiegazione dell'antefatto. Qualche mese prima a Roma, comunque, avvenne la prima rappresentazione diciamo melodrammatica, almeno dal punto di vista musicale, senza scene, e movimento drammatico: un oratorio di Cavalli, rappresentazione di Anima e Corpo. RECITATIVO ARIA Funzione: narrazione/esposizione dei fatti, svolgimento dialogato dell‟azione Oltre il recitar cantando. Recitativo secco: solo Basso Continuo Recitativo accompagnato: con orchestra Momento di maggiore effusione melodica. Formalizzazione musicale (quadratura, stroficità, riconoscibilità, ...) Funzione: espressione lirica (emozioni) Con l'evolversi della nuova forma melodrammatica, si sviluppano le due parti principali: il recitativo e l'aria, dove il primo non ha una forma specifico si va avanti intonando il testo, il secondo con l'aria ne descrivo il sentimento, l'emozione del canto recitato. L'aria di per se può avere due parti A e B con queste parti che descrivono emozioni diverse nella stessa aria, che poi si evolve in tripartita A B A: aria con il da capo che si trasforma in A B A1, dove A1 viene lasciato libero all'interpretazione virtuosistica del solista, questo nel 700'. Recitativo secco: solo accompagnamento del basso continuo. Aria: espressione delle emozioni. Overture e sinfonia: parte solamente strumentale prima dell'inizio dell' opera. Tappe evolutive opera in musica XVII secolo FIRENZE (1600) Mantova ROMA (1607-1608) VENEZIA (1637: teatro pubblico) NAPOLI (da metà XVII) „700 Dopo l'Euridice e qualche altra opera meno importante, il teatro musicale si sviluppa a Roma a Venezia, ma sopratutto a Napoli e quando si parla di melodramma nel 600, 700 in tutta Europa si parla Italiano, tranne in Francia, ma portato dagli italiani come Lully; ma si parla anche del melodramma napoletano, e lo scoglio della lingua all'estero veniva superato bel canto, musicalità del Italia e la particolarità dei castrati. VOCEO065 - SFRM01/06 - 07/04/2014 oratorio: uso del melodramma, voci, strumenti, forme, applicate al sacro, devozionale, avrà le arie, le cadenze, ma non ha la rappresentazione scenica. ORATORIO LATINO Oratorio musicale Espansione MOTTETTO DIALOGICO Forma: drammatico - narrativa Soggetto: episodio biblico, vita di santi, … Personaggi: biblici, storici ideali, allegorici Historicus: narratore (solo nell‟o. latino) Coro Esecuzione: ogni venerdì di quaresima Spirito penitenziale Drammaticità narrativa Committenti: mecenati (specialmente appartenenti all‟Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso in Roma) [1° testimonianza “oratorio” come genere: 1640] I tre musicisti nel 600' importanti sono Monteverdi per il melodramma, il Carissimi per l'oratorio sviluppatosi a Roma, ma poi diffuso in tutta Europa, in lingua latino o locale (Inghilterra, Germania e Francia), mentre in Austria resta italiano e per finire Frescobaldi. In Francia il melodramma, si chiama Tragedia lirica o Commedia balletto e principale rappresentate è Lully. In Germania il grande Bach fa da titolare con opere, come cantata e corali mai del tipo melodrammatico, non scrisse nessuna opera lirica. Per cantata, in Italia, s'intende piccola opera lirica, di solito un scena in forma recitativo poi aria. J. S. BACH Cantate sacre: cicli completi per intere annate (tutte le festività). Almeno 300 c. sacre nel periodo di Lipsia (ne rimangono 200). Cantate profane: carattere civile (“secolare”), per intrattenimento o occasioni ufficiali. Cantata BWV 110 “Unser Mund sei voll Lachens” [La nostra bocca sia tutta aperta al riso] Coro Aria (tenore) Recitativo (basso) Aria (contralto) Duetto (soprano, tenore) Corale Per Bach la cantata è spirituale ed costituita da diverse parti, dove c'è coro(polifonico), corale(omofonico), recitativo, aria, il tutto con orchestra. Le forme principali della musica strumentale, sono la sonata, la sinfonia e il concerto che vengono dal ricercare(pratica liutistica) e dalla toccata(intesa per strumento a tastiera), prima forma musicale per clavicembalo. Il ricercare è l'antenato della fuga: per esempio prendo 4 voci, linee melodiche, altezze diverse, faccio partire il soggetto che sarà il tema, poi ne faccio partire una seconda voce che imita la prima ad un'altra altezza (la tonica), poi la terza parte dalla tonica.... VOCE073 - SFRM01/07 - 14/04/2014 ripetizione madrigali, ballata caccia del 300' VOCE074 - SFRM01/07 - 14/04/2014 Nel 600 barocco si pongono le basi per la musica strumentale, anche se già nel 500'. I termini famigliari sono sonata, concerto, sinfonia, variazioni, suite(successioni di pezzi). Improvvisazione: Ricercare, Toccata INDICE Contrappunto imitativo: Ricercare, Canzone, Fuga XVII secolo Musica strumentale importanza a. in stile improvvisativo vocale. VARIAZIONI SUITE SONATA - da chiesa - da camera CONCERTO - grosso - solistico FORME autonomia e pari rispetto a musica b. derivazione da modelli vocali, con • Sviluppo forme nuove • Progresso tecnico strumenti (e stabilizzazione morfologica) a 2 / a 3 / solistica a 2 / a 3 / solistica • Sviluppo forme di virtuosismo compositivo-esecutivo contrappunto imitato c. variazioni su canto dato o basso dato • Basso Continuo: caratteristica di tutto il periodo barocco • Sviluppo modalità di scrittura tipiche per i diversi strumenti d. danze • Sviluppo “stili” nazionali (italiano, francese, tedesco) Ora le voci sono affidate agli strumenti. Gli autori erano abituati ad un testo scritto, con strofe, versi, terzine, distico da musicare, polifonicamente. Ora si afferma il basso continuo, cioè un supporto che ora chiamiamo armonico, con grande potenzialità improvvisativa degli esecutori; una linea monodica bassa con indicazione dei numeri degli intervalli da eseguire. La polifonia continua ancora sopratutto nella musica sacra cantata con l'uso dell'organo o complessi strumentali, che terranno l'imitazione il canone la struttura contrappuntistica come loro base. a. In stile improvvisativo Ricercare per liuto: Toccata: Liuto Organo-Clavicembalo G. Frescobaldi, Toccata da Libro II (1627) Le forme di tipo improvvisativo sono quelle che danno origine a brani brevi nate sotto le dita di quei strumenti come l'organo, il clavicembalo e il liuto. Le forme specifiche d'improvviso per il liuto sono il ricercare, e per le tastiere la toccata. Toccata come toccare i tasti e ricerca tra le corde, non ha struttura fissa. La toccata ha dei risvolti virtuosistici. Girolamo Frescobaldi è uno dei musicisti che stanno al fondamento della musica strumentale del 600' scrive sia musica sacra che profana, in particolare 2 raccolte di toccate che si fondano sull'idea di ripieni e accordi, e di passaggi a volte molte rapidi che vanno a esplorare le potenzialità tecniche delle tastiere, differenziando i generi tra organo e clavicembalo. Vuole sviluppare come Monteverdi sul piano vocale l'espressione attraverso lo strumento con dissonanze, alterazione non previste. Si sente nella sua musica la ricerca di come andare, dove andare e lui stesso dichiara di eseguire la sua musica senza rispetto della battuta, intesa come scansione del tempo quasi a indicare una ricerca sul momento, dando la libertà di espandersi su una traccia, ma senza ripetersi. Altra caratteristica era la possibilità di avere più punti di fermo per ben adattarsi al bisogno e ai tempi della funzione da seguire con cadenze possibili. VOCE075 - SFRM01/07 - 14/04/2014 canzona, fantasia, ricercare,capriccio: termini del primo 600 utilizzati per forme polifoniche a strumenti a forma imitativa. Ricercare può avere una doppia forma, quella libera improvvisativa di cui parlato prima, e un altra molto rigorosa contrappuntistica che i teorici fanno risalire al mottetto dal mottetto vocale al ricercare strumentale da cui deriverà la forma contrappuntistica per eccellenza: la fuga. RICERCARE b. Da modelli vocali Contrappunto imitativo Per LIUTO Canzona Ricercare Fantasia Fuga (XVII sec.) Per ORGANO FUGA Una dei primi ricercare è del 500' dove l'imitazione avviene ad altezza diversa, seguita poi da un'altra e così via, per arrivare a una conclusione per poi ricominciare di nuovo soggetto chiamato anche pannello e trattarlo allo stesso modo, come nel mottetto. Via via il numero delle idee dei soggetti diminuisce fino a diventare unico a questo punto si chiama fuga. Già nella fine del 500 troviamo questo termine in alcune raccolte con la dicitura della tonalità d'impianto. Per avere una fuga bisogna avere almeno due voci ma anche 3 o 4, 5. La struttura si divide in esposizione, parte libera che si chiama divertimenti (spezzoni del soggetto o nuove idea andando anche fuori dalla tonalità d'impianto), alla fine si deve fare uno stretto, una sintesi e riesporre le idee della esposizione senza lasciare che finiscano e che si accavallano fra loro visto che queste ci sono a nostra conoscenza, con l'aggiunta del pedale(sopratutto in Bach) inteso sopratutto nell'organo con il suono di una nota bassa con un lavorio nella parte alta e che da l'idea di andare alla fine. Nello specifico nella esposizione l'idea e che si chiama soggetto, parte da sola, una sola voce e quando entra la seconda la presenta alla dominate (chiamandosi risposta), magari cambiando qualcosa modulando il soggetto e l'ambito tonale diventa essenziale. Quando la prima voce ha esposta il soggetto e una seconda voce entra allo stesso modo la prima voce ne propone un'altra: controsoggetto quasi due caratteri che si contrappongono e cosi via le altri voci, poi vè la parte libera. FUGA (schema „classico‟) ESPOSIZIONE - DIVERTIMENTI - STRETTO - (PEDALE) ESPOSIZIONE RISPOSTA – CONTROSOGGETTO … SOGGETTO – CONTROSOGGETTO – PARTE LIBERA …… RISPOSTA – CONTROSOGGETTO – PARTE LIBERA …… SOGGETTO – CONTROSOGGETTO – PARTE LIBERA …… Nell'ultima opera incompiuta famosissima di Bach "l'arte della fuga", ci sono 19 pezzi tutti costruiti in forma di fuga e fa partire tutto da un unico soggetto ascolto e vista slide arrivato a Questi brani sono scritti a quattro parti in modo "aperto" quasi ad astrazione dove non è importante il timbro quindi eseguibili con le più possibili formazioni, strumenti: archi, fiati, legni, o voci. Queste forme sono ancora studiate e sono state studiate da autori famosi Mozart, Beethoven, Brahms, contemporanei. Altra possibilità di costruzione musicale è quello di scrivere brani lunghi con la tecnica della variazione di una o più idee purché ci sia coerenza o filo che lega la varie forme, il collegamento può essere il basso che si ripete con idee che cambiano, oppure fare variazioni su una melodia. I nomi sono vari per questo procedimento: in Bach si chiamano partita, e sono in forma di suite, serie di composizioni che continuano ad avere variazioni, (ciaccona o passacaglia), composizione molto lunga con al basso sempre la stessa cosa. c. Variazioni su canto dato o basso dato Partita Passacaglia Ciaccona Corale … (XVII sec.) d. per danza Poi: stilizzazione danze suite Pavana Saltarello Gagliarda Bassa danza … VOCE076 - SFRM01/07 - 14/04/2014 canone di Pachelbel, basso dato sempre uguale, o comunque piccole variazioni e il percorso non cambia: variazioni sul tema sempre uguale, canone perché i tre violini si rincorrono, ma anche variazioni su canto dato. Partita forma di variazione: senso di divisione, di continua invenzione che un suo carattere di armonia. Altro esempio emblematico sono le variazioni sopra la Follia di Corelli, attenzione sonata a 2, dove noto che il percorso del basso viene ripetuto, ma anche un po' variato, per la melodia utilizza un tema che girava nell'Europa e che proveniva dalla Spagna e che altri tanti autori famosi hanno utilizzato per far altre variazioni. Questo farà da base per tutte le variazioni di tipo virtuosistico e/o espressivo al massimo. A volte sembra che i protagonisti siano quelli che inventano il basso, improvvisano! Questa pubblicata nel 1700 è una delle opere esemplare per tutto il 700' nella scrittura violinistica, cameristica. La forma sonata a due è tipica del Corelli, formalizzata da questi, dove abbiamo una parte è vincolata il basso continuo, e l'altra sarà il solista. Posso avere anche una sonata a tre: basso continuo con 2 soliti che hanno un procedimento per imitazione o sono paralleli con intervallo di terza, che è la forma più barocca del 600' Basso ostinato non cambia mai, continuo un po' varia di più. Il passaggio dalla sonata a tre a due e per una evoluzione perché si punta molto sul solista per arrivare nel pieno settecento per arrivare alla sonata solistica con l'abbandono del b.c. Un altra formalità della musica strumentale è la suite ed è legata all'accompagnamento della danza, sopratutto al ritmo come il saltarello, la gagliarda, la pavana, la giga. SUITE SUITE „500: prime aggregazioni Forma principale in XVII sec., a partire da metà secolo. Pavana e Gagliarda (contrasto di metro e agogica unità di modo/tonalità) Chiamata anche: “ordre” (Francia) “partita” (Germania) “lesson” (Inghilterra) “divertimento” … „600: serie di danze Diverse danze stilizzate (4 fondamentali + una serie di altre possibili) legate da stessa tonalità. ca. metà „600: Serie di danze “ordinate”: Allemanda Corrente Sarabanda [eventuali altre danze] Giga „700: brano introduttivo libertà dei brani in successione La suite è il mettere insieme, legate dalla tonalità, danze diversi da ascoltare, non da ballare, riconoscendo dei caratteri che all'inizio erano associati a dei movimenti. Composizione a più parti, una successione di più, composizioni, collane di danze usate in tutta Europa, ma magari con un altro nome: in Inghilterra "lesson", in Francia "order", in Germania "partita" o comunque suite. Nel „500 nasce con l'unione di due danze, una lenta e una veloce: la pavana e una gagliarda e/o salterello e/o giga. Questo fino per tutto il barocco e metà settecento, no fine 700 e primi 800, ma poi ripreso, ma come suite per balletto, o suite dall'opera come parti scelte. Molte volte l'unione tra queste danze non c'era solo la tonalità, ma anche la stessa idea tematica, reinterpretata, tipo cambio di ritmo da ternario a binario o viceversa. Hanno delle strutture molto rigide derivate dai movimenti che l'accompagna per quarti, ottavi, sedicesimi. Un' po' alla volta dalla metà del 600' c'è una definizione di suite che diventa internazionale fondata sua 4 danze fondamentali: allemanda, corrente, sarbanda e giga: l'allemanda è in tempo quaternario o tempo tagliato con una scrittura più complessa, a volte contrappuntistica, e con inizio anacrusico, con tempo moderato; la corrente è più vivace in tempo ternario, anacrusico: la sarabanda è lenta, solenne, generalmente del tipo accordale, con ritmo puntato che da il senso dell'appoggiarsi; la giga è vivace, a tempo composto, 6/8, 9/8, 12/8, con andamento canonico le voci si imitano. Tutte queste danze almeno al tempo di Bach sono costruite in forma bipartita, l'inizio è nella tonica e arriva sulla dominante, la seconda parte dalla dominante e ritorna alla tonica(semplicemente). In aggiunta si mettono la bourreè, il minuetto, la gavotta, in posizione fissa tra la sarabanda e la giga. Bach usa questo schema nelle sue raccolte, e mette un pezzo all'inizio, libero dai pezzi successivi, che chiama overture, toccata, preludio e poi con arie, ... e un po‟ alla volta diventano solo un'insieme di brani musicali da ascoltare non da danzare. SONATA Canzone SONATA DA CHIESA Sonata Sonata a 3 SONATA DA CAMERA Sostituisce l‟organo solo in alcuni momenti del Proprium. 4 o più tempi, spesso con carattere di danza (v. Suite) Inizio: Grave Inizio: Allegro BC: strumento ad arco grave organo BC: strumento ad arco clavicembalo Sonata a 2 Sonata solista da chiesa [Adagio – Allegro fugato Adagio – Allegro] da camera [Allegro - Adagio - Allegro - Adagio - Allegro …] Le sonate a due o a tre, hanno un doppia destinazione, la sonata da chiesa eseguita nel proprium caratterizzata da un inizio lento seguita da parte più veloce, ma comunque severa, contrappuntistica il b.c. è l'organo: la seconda è la sonata da camera, conviviale, per piacere, con forme meno codificate, libere, non troppo complicate senza contrappunto, il b.c. è il clavicembalo. La forma del concerto a fine seicento e di più nel settecento si distingue in due tipologie: una più antico il concerto grosso, e il moderno concerto solistico. CONCERTO Inizio „600: sviluppo stile concertante Forme varie; vario rapporto tra voci e strumenti. Tardo „600 CONCERTO CONCERTO GROSSO Più legato alla tradizione Scrittura di tipo contrappuntistico CONCERTO SOLISTICO Più moderno Scrittura di tipo monodico influenzata da opera. Il concerto grosso si ha ugualmente il dialogo tra tutta l'orchestra dove tutti suonano e le parti da concertino dove troviamo un b.c. e due parti solistiche, quasi una sonata a 3, una contrapposizione tra tutti e solisti i due solisti vanno assieme. Si scopre il gusto del forte del tutti "grosso" o del concertino, il b.c. e due solisti. Anche questi possono essere per la chiesa o da camera con lo stesso principio d'inizio. ARCANGELO CORELLI Corelli – 6 raccolte (Fusignano, 1653 – Roma 1713) op. 1: 12 Sonate da chiesa a tre (2 violini, b.c.) op. 2: 12 Sonate da camera a tre op. 3: 12 Sonate da chiesa a tre op. 4: 12 Sonate da camera a tre op. 5: 12 Sonate per violino e cembalo (1700) (v. “La Follia”) op. 6: 12 Concerti grossi (1714) Fondatore scuola violinistica italiana. Sviluppo forme barocche SONATA e CONCERTO Scrittura a 3: contrappunto incardinato in struttura armonico-tonale VOCE084 - SFRM01/08 - 28/04/2014 Sonata e Forma sonata Alcune delle forme dell‟età barocca come la sonata a due a tre da chiesa e da camera, vanno a confluire in una sonata classica, solistica, che per prima fu la scarlattina, Domenico Scarlatti figlio di Alessandro. Nato nello stesso anno di Bach e Handel, pilastri dell‟ultima età barocca, scrisse molto per clavicembalo al servizio della corte spagnola fino alla morte. DOMENICO SCARLATTI (Napoli, 1685 – Madrid, 1757) Alla corte di Maria Barbara (Portogallo, poi regina di Spagna) 555 sonate per clavicembalo Le sonate scarlattiane fin ora catalogate sono 555. Hanno quasi tutte una forma molto simile, ma di carattere molto varie, sono state catalogate da altri musicisti, autori, studiosi che ne assegnano la catalogazione di solito in ordine cronologico, con una numerazione preceduta dalla sigla di questo. King Patrick(?) ha catalogato con ricerche bibliografiche della vita dell‟autore, oppure nelle liste d‟acquisto dei clavicembali di corte e quindi delle possibilità sonore che poi si riflettevano sulle composizioni e loro datazione. I PARTE D. Scarlatti - Sonate Caratteristiche - Impiego di diversi schemi costruttivi (prevalente quello monotematico bipartito) - Esplorazione di contrappunto e scrittura accordale - Grande fantasia melodica e strutturale - Modulazioni e dissonanze ardite - Sfruttamento di tutte le possibilità tecniche dello strumento (tessitura, virtuosismo) - Uso ritmi di danza e melodie di derivazione popolare spagnola Tonica Dominante (o relativo maggiore o relativo minore della Dominante) TONICA DI BASE Inizio, sezione centrale TONICA DI CONCLUSIONE Elementi cadenzanti II PARTE Tonalità arrivo I parte MODULAZIONE Episodio di diversione Tonalità di base. TONICA DI BASE Elementi cadenzanti Le sonate di Scarlatti sono monotematiche e bipartite: nella prima parte si comincia dalla tonalità di base e si arriva con un percorso semplice, e coerente, alla fine della prima parte alla dominante. Nella seconda parte si parte dalla dominante e si ritorna alla tonica, utilizzando la stessa idea tematica cambiando il colore. Altro passaggio prevedibile è quello del tema variato dal relativo maggiore al relativo minore o su altre linee sonore pìù basse o più alte un continuo ritornare su se stesso con il ritornello. Quindi continua esplorazione, armonica, contrappuntistica, virtuosistica anche colorata dalla musicalità iberica. Scarlatti - Sonata in Sol minore K 111 VOCE085 - SFRM01/08 - 28/04/2014 Dalla metà del settecento, senza attribuire la questione ad un solo autore, anche se Haydn definito padre della forma sonata, sinfonia, quartetto, ci sono una serie di artisti che intorno a Vienna e sud della Germania promuovono una forma sonata. Soprattutto diversa dalla sonata scarlattiana che è a blocco unico, sonata pre barocca. La nuova sonata, classica, viene strutturata in 3 o 4 parti, anche 5, e che diventerà il modello di base di una sonata per orchestra che sarà la sinfonia, o per il quartetto d‟archi e il concerto. Sonata classica ALLEGRO LENTO (Forma-sonata) (A-B-A) ALLEGRO MINUETTO SCHERZO (Rondò, Tema e Variazioni Forma-sonata) Struttura anche di Sinfonia, Quartetto, … Ogni parte avrà una sua forma diversa e la più importante e basilare è il primo tempo che ha il modello forma-sonata e che è la costruzione più ambiziosa di della sonata, sinfonia, quartetto, concerto. La “FORMA-SONATA” Forma - Sonata (2° metà XVIII secolo) Modello di riferimento generale Continua evoluzione Diversissime realizzazioni Principio “dinamico” “Modo di pensare la costruzione” più che struttura da applicare. 1° movimento di opere complesse (sinfonia, sonata, concerto, quartetto, ...) Bitematismo – Tripartizione [Introduzione] Esposizione 1° Tema (gruppo tematico) su Tonica Ponte modulante 2° Tema (gruppo tematico) su Dominante [o rel. Magg.] Sviluppo Ripresa 1° e 2° Tema su Tonica [Coda] Da questa forma-sonata si comincia a vedere il bitematismo strutturato in tre parti dove vengono esposti i due temi nella esposizione, ma sviluppati nello sviluppo, e fatti interagire fra essi come due personaggi teatrali che dialogano fra essi, e si fondono, soprattutto differenziandosi per il carattere che essi avranno diversi, e che alla fine si coniugano alla fine con la ripresa dove i due temi si ripresentano velocemente e dove il secondo si adatta si accumuna al primo soprattutto passando alla stessa tonalità del primo tema. Lo sviluppo diventerà poi la parte più importante, più lunga, la più interessante proprio per lo l‟elaborazione, l‟evoluzione, l‟espansione tra due idee diverse, che poi a volte sono anche 3, 4, 5, 6 temi. VOCE086 - SFRM01/08 - 28/04/2014 Nel primo movimento è possibile, prima dell‟esposizione, un‟introduzione e alla fine della ripresa una coda. La formule della sonata classica sono applicabili al quartetto, ottetto, trio, sinfonia. La seconda parte, è un tempo lento, strutturato A-B-A, e l‟ultimo tempo allegro può avare diverse forme: tema e variazioni: presento una bella idea e poi ti faccio varie riproposte, generalmente con il ritornello. Il terzo tempo, minuetto e scherzo, non è il minuetto alla Bach bipartito, ma Minuetto A :|| BA :|| Fine Trio (cambio tonalità, timbro, carattere) C :|| DC :|| da Capo al Fine A ritornello-BA ritornello, C ritornello-DC ritornello(chiamato trio), da capo fine (di BA ritornello) di solito in struttura ABA (ripresa). Il trio e di derivazione dal concerto grosso. Una sequenza di temi non svolti però solo presentati e ripresentati con questo schema. Nell‟800 il terzo tempo si tramuta in scherzo, inizialmente fatto a incastri come il minuetto, ma poi si evolve in un tempo più sferzante, duro, incisivo, in tempo ternario(come il minuetto), a volte messo in altra posizione, come secondo tempo. I due autori che un po‟ alla volta cambiano questo schema sono Haydn e Mozart, mentre Beethoven lo trova già così. Primo periodo Franz Joseph Haydn (Rohrau, 1732 – Wien, 1809) ca. 60 Sonate per pianoforte (numerate 52) Semplicità: • monotematismo • 2 movimenti CARATTERISTICHE Sviluppo del materiale da una semplice idea tematica. Primi e ultimi movimenti: spesso idea iniziale = forma ornata di accordo di base. ante 1766: prob. scopo didattico (allievi privati); progressivo sviluppo tecnico. organismi più complessi Ritmi puntati, terzine (spesso evolvono in 2° idea tematica o nello Sviluppo) 1770-1780: per allievi o mecenati aristocratici più impegnative: per amici o virtuosi. Minuetto: spesso movimento conclusivo “Evasione” da frase convenzionale di 4 o 8 battute. Pause: elemento essenziale. ‟90-95 (ultime 3 sonate, Londra): per nuovi pianoforti Periodo medio (anni ‟70) Sonata-Rondò (Sturm und Drang) - contrasti (tonalità, tessitura, carattere) - uso tonalità lontane o poco utilizzate Incrocio tra due forme Esp.: [A B] - Svil.: [A C] – Ripr.: [A B] Con possibili varianti Maggiore ampiezza Senso drammatico Impegno tecnico (v. XVI/20 in Do minore) Usata in „700 e „800: Mozart Beethoven (finale 6° sinfonia) Mendelssohn (finale concerto per violino) … Sonate gen. pubblicate a gruppi di 6 (ma anche di 2 o 3).. VOCE087 - SFRM01/08 - 28/04/2014 La struttura sonata è solo un riferimento, ma via via cambierà e avrà parecchie varianti, con costruzione formale aperta. Con Beethoven la musica assume un contenuto: una portata esistenziale, politico, filosofica e questo dovuto anche ai cambiamenti sociali, un nuovo pubblico, del concerto pubblico. Non più per la corte, con un pubblico educato, preparato, ma ora nell‟800 dopo quasi due secoli che è avvenuto nel teatro d‟opera. Da qui la connessione dello sviluppo di più temi poi fusi come in un dialogo, relazione, fra personaggi nel teatro musicale.