FRIULI VENEZIA GIULIA

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FRIULI VENEZIA GIULIA
POSIZIONE
E
CONFINI
Italia settentrionale
orientale
Nord: Austria
Sud: mar Adriatico
Est: Slovenia
Ovest: Veneto
Prevalentemente montuoso (43%), collinare (19%),
pianeggiante(38%).
PAESAGGIO
CLIMA
E
VEGETAZIONE
Catene montuose: Alpi Carniche,Alpi Giulie.
Vette più elevate: Cima dei Preti(2706mt.), m. Pramaggiore(2478mt.),
m. Coglians(2780mt.), m. Canin(2571mt.).
Passi: pso. Predili, pso. Pramollo, pso di Mite.
Golfi: golfo di Trieste ed il golfo di Venezia.
Fiumi: Livenza, Taglia mento, Isonzo. Il Timavo è un fiume sotterraneo
che percorre circa 40 km.
Coste: principalmente basse e sabbiose formano insenature cioè i golfi di
Panzano e di Trieste nonché le lagune di Grado e di Marano.
Fasce climatiche: pur essendo una regione settentrionale , grazie alla
mitigazione del mare, le coste e la pianura hanno inverni non molto freddi
ed estati non afose. Sulla fascia montana il clima è continentale con
inverni freddi ed estati calde. Tuttavia la regione sfida il Trentino per
essere la regione più piovosa d’Italia.
Flora: questa regione ha avuto a che fare con il fenomeno del
disboscamento, che ha colpito soprattutto le zone alpine e costiere. La
regione a livello di vegetazione è suddivisa in quattro parti:
• Nella zona delle lagune la vegetazione predominante è di tipo arbustivo o
erbaceo (cespugli, cespi, giunchi ecc.). Ci sono anche pinete, alcune volte
anche molto grandi. In questa parte di regione è presente anche una
rarissima specie vegetale: l'apocino veneto.
• Nella zona costiera e pianeggiante troviamo più che altro le coltivazioni,
tra i pochi boschi sono presenti soprattutto pioppi, carpini e frassini.
Lungo la fascia delle risorgive vegeta la famosa Erucastrum palustre,
pianta endemica e a forte rischio di estinzione insieme ad una specie
mediterranea cioè il leccio.
• Nella zona collinare e delle Prealpi c’è una grande varietà di fiori tipici
della pianura padana e dell’Europa occidentale; non sono presenti molti
boschi, ma quelli che ricoprono la zona sono soprattutto di querce,
betullacee(carpini in particolare), ma anche di tigli, di olmi e di aceri.
• La zona alpina è contraddistinta, alle quote più basse, da boschi di larici e
da abetaie. A partire da una certa altezza (1.700 - 1.800 metri circa)
crescono invece gli ontani e le boscaglie di montagna. Fra le specie
vegetali tipiche di tali boscaglie troviamo i rododendri, originari delle
Alpi Orientali, e i mirtilli. Nel Tarvisiano è presente anche la rarissima
•
•
•
Wulfenia.
Fauna: a livello faunistico, questa regione può essere divisa in tre zone.
L'area alpina, caratterizzata dalla presenza di orsi, linci europee (queste
due prime specie sono ricomparse alla fine del XX secolo, provenienti
dalla vicina Slovenia), stambecchi (reintrodotti nel XX secolo), cervi,
caprioli, camosci. Sono inoltre presenti falconiformi come la poiana, il
falco e l'aquila. Numerose sono infine le specie ittiche d'acqua dolce
presenti nei ruscelli di montagna e nella zona pedemontana: fra queste
predominano le trote, le tinche ed i barbi.
L'area della collina e della pianura, fortemente
antropizzata, spicca la presenza di lepri, volpi,
fagiani e cinghiali.
La zona della laguna si caratterizza per essere
tappa di numerose specie di uccelli in
migrazione: vi sostano l'airone cenerino,
l'airone rosso e la garzetta.
Parchi:parchi regionali delle Prealpi Giulie e
delle Dolomiti Friulane. Inoltre troviamo
l’area marina protetta del golfo di Trieste.
Il Friuli essendo una regione all’incrocio di diverse strade naturali, fu
conquistato da vari popoli fino a che non arrivarono i Romani. Essi
fondarono città fortificate, un articolato sistema stradale la cui via più
importante era la via Postumia(dal nome del console Postumio), e
fondarono Aquileia. Alla caduta dell’Impero, giunsero i Barbari ed in
seguito i Franchi, che nell’800 crearono la Marca del Friuli. Furono
conquistati poi da Venezia finché la regione fu divisa: il Friuli ed una
parte dell’Istria sotto Venezia mentre la Venezia – Giulia e Trieste sotto
gli Austriaci. La regione venne annessa al Regno d’Italia nel 1866 e
Trieste divenne territorio italiano solo dopo la seconda guerra mondiale.
STORIA
POPOLAZIONE
CITTA’
PRINCIPALI
Densità: 153 ab. /kmq.
Distribuzione: concentrata nella pianura o nel capoluogo. Si parlano,
oltre all’italiano la lingua slovena e tedesca. Diffuso il dialetto friulano,
che deriva dal ladino.
Capoluogo: Trieste.
Province:
Trieste: piazza dell’unità d’Italia.
Gorizia: la fortezza.
Pordenone: palazzo del comune.
Udine: basilica di Aquileia.
VIE DI
COMUNICAZIONE
Autostrade/strade/ ferrovie: buona è la rete stradale ed autostradale di
questa regione, di cui Trieste ne è il nodo. Le autostrade di questa regione
sono utili per collegare l’Italia con l’est dell’Europa, specialmente con
l’Austria a la ex Jugoslavia.
Porti: il principale è quello di Trieste in cui arrivano soprattutto petroliere
e perciò si sono sviluppate raffinerie ed industrie petrolchimiche in tutto il
golfo. Inoltre, da qui partono molte navi che hanno rotta verso il nord
Europa e perciò verso oriente.
In altri porti più piccoli(soprattutto quelli sulle lagune) arrivano piccole
barche turistiche e/o piccoli pescherecci.
Aeroporti: nella provincia di Trieste c’è una città che si chiama
Monfalcone qui c’è il principale aeroporto della regione che si chiama
Ronchi dei Legionari.
RISORSE E
ATTIVITA’
ECONOMICHE
ARTE
TRADIZIONI
CUCINA TIPICA
Settore primario
Agricoltura: ostacolata per via delle piante selvatiche e del terreno poco
fertile, comunque si coltivano cereali, tabacco, barbabietole da zucchero,
soia, tutto nella bassa pianura. Le coltivazioni locali sono: gli asparagi di
Trigesimo, i peperoni rossi per la produzione della paprica e le piante per
la produzione di oli vegetali(girasoli).
Allevamento: bovino per i pascoli sulle alpi, ma anche suino per la
produzione del gustosissimo prosciutto di S. Daniele.
Settore secondario
Industria: dopo la seconda guerra mondiale , il Friuli – Venezia Giulia
vide risvegliarsi le industrie, oltre a quelle di piccole e medie dimensioni,
grandi complessi concentrati in varie zone: gli stabilimenti aeronautici a
Monfalcone, della seta di Udine e Pordenone, di elettrodomestici a
Pordenone, di mobili a Udine ed a Manzano. Vicino al capoluogo si
trovano cantieri navali con industrie siderurgiche e meccaniche.
Artigianato: usato molto il legno dei boschi per questa attività, inoltre
sono famosi i coltelli di Maniago ed i caratteristici vestiti di canapa.
Settore terziario
Turismo: in via di sviluppo nei tipi: balneare, montano e culturale.
Centri storici / monumenti/musei: castello di Trieste, S. Giusto.
Feste/tradizioni: messa dello sdpadone a Cividale del Friuli.
Piatti tipici: fritole, polenta cuinzade.
Alessio e Miriam ci hanno preparato le
fritole.
LA BORA
leggenda
Secondo un antico racconto Bora è una strega che abita nelle caverne del Carso per nascondersi alla
vista degli uomini. Durante l'inverno, ahimè, esce furiosamente dal suo rifugio e, in compagnia del
figlio Borino ,devasta ogni cosa con i suoi refoli violenti e gelidi. Invano gli uomini hanno tentato
d'imprigionarla nel suo antro con muri di grosse pietre, ma ogni volta, e con impeto maggiore,
prorompe fino al mare. Legata ad altre tradizioni è la leggenda secondo la quale Bora era una dolce
ninfa abitante dei boschi carsici. Soffiava durante l'estate per portare refrigerio agli uomini che
lavoravano questa dura terra. Un giorno arrivarono da lontano degli uomini bellicosi che quivi
costruirono le loro dimore. Accadde che uno di essi uccise il Dio tanto amato da Bora, e la ninfa ,
per vendetta , si mise a soffiare gelida e con violenza inaudita. Così divenne nemica degli uomini e
da allora ogni inverno ci fa sentire la sua fredda rabbia.
ORIGINE DEL NOME
FRIULI VENEZIA GIULIA
Il nome Friuli deriva dal latino forum Iulii, ossia "foro di Giulio" (o gens Iulia). La seconda parte
del nome, ossia Venezia Giulia fu introdotta per volontà di Graziadio Ascoli, un linguista che
propose di sostituire il nome con cui gli austriaci chiamavano la zona (Küstenland da cui deriva
Litorale) con il nome attuale, richiamandosi alla tradizione romana della Venetia et Histria e delle
Alpes Iuliae.
DESCRIZIONE E ORIGINE DELLO STEMMA
DESCRIZIONE: Sopra lo sfondo azzurro vediamo l’aquila d’oro presa nel fare il suo magnifico
volo con una corona turrita tra gli artigli.
ORIGINE: La rappresentazione dell’aquila è stata presa da un bassorilievo risalente al III secolo
d.C. e rinvenuto nel sito archeologico di Aquileia.
Il Carso triestino e quello goriziano sono contrassegnati da una spiccata presenza di specie
mediterranee. Il substrato calcareo ed il clima condizionano in modo marcato l'evoluzione delle
formazioni vegetali.
Il paesaggio carsico è caratterizzato da fenomeni erosivi notevoli e dall'assenza di corsi d'acqua
superficiali. Il suolo è generalmente di limitato spessore ed è soggetto a notevole drenaggio. La
tipica copertura vegetale è rappresentata da una boscaglia di arbusti ed alberi di ridotte dimensioni
costituita da Carpino nero, Orniello e lo Scotano detto anche Sommacco.
Nelle doline di maggiore estensione e profondità si instaura un clima peculiare, diverso da quello
esterno, che favorisce la crescita di un bosco sostanzialmente distinto da quello circostante. Esso è
principalmente costituito da Carpino bianco con Rovere e Cerro.
L'altopiano carsico è stato interessato da vasti interventi d'imboschimento con Pino nero a partire
dalla metà dell'Ottocento. Oggi questa specie risulta essere ampiamente diffusa ed integrata nel
paesaggio.
Si ricordano alcune tra le specie erbacee tipiche dell'ambiente carsico quali la Knautia illyrica,
Drymeia ssp. tergestina, Tragopogon tommasinii, Crocus reticulatus, Helleborus istriacus, e
Gentiana tergestina.
La Landa carsica è un elemento del paesaggio peculiare e di singolare bellezza. Essa deve la sua
origine al pascolamento, che nel tempo ha determinato l'instaurarsi di associazioni vegetali
particolari. Le fioriture si susseguono dalla primavera all'estate inoltrata e sono caratterizzate
principalmente da specie endemiche di origine illirica.
Sul lato meridionale l'altopiano carsico incontra la fascia costiera rocciosa orientale. Essa è
caratterizzata da una vegetazione di tipo macchia mediterranea, in grado di superare periodi
prolungati di siccità.
Essa è costituita da specie tipicamente mediterranee, quali il Leccio, il Terebinto, la Smilax aspera,
Asparagus acutifolius e da specie aventi distribuzione geografica orientale, quali il Carpino nero,
l'Orniello, la Carpinella e lo Scotano.
Il Carso (Kras in sloveno e croato, Cjars in friulano, Karst in tedesco), noto anche come
Altopiano Carsico o Carsia, è un altopiano roccioso calcareo che si estende nel nord-est
dell'Italia dai piedi delle Alpi Giulie al mare Adriatico (in provincia di Gorizia e Trieste),
attraverso la Slovenia occidentale e l'Istria settentrionale prosegue fino al massiccio delle
Alpi Bebie (Velebit) all'estremo nord-ovest della Croazia, estendendosi così nell'Italia, nella
Slovenia e nella Croazia.
Le rocce calcaree sono solubili dagli agenti atmosferici, in particolare dall'acido carbonico
contenuto nella pioggia, e vengono quindi da questi modellate nel tempo in varie forme,
dando origine al fenomeno del carsismo, del quale uno degli aspetti più rilevanti sono le
doline.
Il Carso è ricco di migliaia di grotte di varie dimensioni, per cui nel territorio si sono
sviluppate un numero considerevole di società speleologiche. Alcune di queste grotte sono
aperte alla visita del pubblico, e le più famose sono la grotta Gigante, le grotte di San
Canziano e le grotte di Postumia.
Il Carso è attraversato da una ricchissima rete di sentieri, percorribili a piedi o in mountain
bike, che si diramano attraverso i vari aspetti del paesaggio: dai colli rimboschiti a pino
nero, ai prati, sino alla landa carsica pietrosa, passando per la caratteristica vegetazione
carsica, meglio mantenuta nelle le zone meno urbanizzate.
Il territorio comprende la riserva naturale delle falesie di Duino.
Altro elemento tipico del Carso è il sommaco, un arbusto il cui fogliame è di color rosso,
che ben contrasta con le bianche rocce calcaree.
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