Apparati e sistemi del corpo umano Nell’ ultimo anno della scuola primaria è possibile immaginare di guardare dentro il corpo umano e scoprirne i segreti. Un buon lavoro con i vertebrati ha sicuramente introdotto il concetto di apparato circolatorio, di sistema nervoso, di muscoli, di scheletro. Ora in questo anno ci si trova di fronte alla possibilità di far scoprire la perfezione e la delicatezza del nostro corpo. Questo concetto porta necessariamente ad una consapevolezza del proprio corpo e della necessità di averne cura in un’età in cui avvengono grandi cambiamenti. L’igiene personale, una corretta alimentazione e una cura del corpo sono concetti che devono essere trasmessi senza assolutismi, permettendo ai ragazzi di sperimentare le funzioni e i processi che sono alla base del funzionamento del loro corpo. Maggiori apparati o sistemi apparato tegumentario: pelle ed anche peli, capelli e unghie sistema scheletrico: supporto strutturale e protezione con le ossa, le cartilagini e i legamenti apparato muscolare: movimento con i muscoli e i tendini sistema nervoso: acquisisce, trasferisce e processa l'informazione tramite l'encefalo, il midollo spinale e i nervi sistema linfatico sistema immunitario: che difende dagli agenti che causano malattie apparato cardiovascolare: con il cuore, sangue, e vasi sanguigni apparato respiratorio: organi usati per la respirazione apparato digerente: assorbimento e digestione delle sostanze nutritive apparato urinario: strutture coinvolte nel bilanciamento elettrolitico e nell'escrezione dell'urina apparato genitale: organi coinvolti nella riproduzione sistema endocrino: comunicazione all'interno del corpo attraverso l'uso degli ormoni prodotti dalle ghiandole endocrine "sistema" un'unità morfofunzionale che è costituita da tessuti omogenei (uno, due tipi al massimo), ma soprattutto con la stessa origine embriologica e con stessa funzione "apparato” insieme di organi che possono avere origine embriologica e struttura istologica differente ma che cooperano per lo stesso gruppo di funzioni il sistema scheletrico è formato da ossa unica origine embrionale (e unico tipo di tessuto) l'apparato locomotore è fatto da ossa, legamenti e muscoli. il sistema nervoso è formato dal tessuto omonimo l'apparato neuroendocrino accomuna anche quelle strutture anatomiche ghiandolari comprese nella stessa zona topografica dell'encefalo Il sistema scheletrico IL TESSUTO OSSEO L’osso rappresenta per i ragazzi un universo di cui hanno coscienza, ma che allo stesso tempo conoscono poco. Ognuno toccandosi ha la cognizione di avere delle ossa che sono dentro il corpo, ma per fortuna raramente le vediamo. Potremo iniziare in classe chiedendo se qualcuno ha avuto fratture o ha avuto familiari che si sono fratturati un osso. Facciamoci raccontare cosa anno visto o sentito in proposito. Lo scopo di questa chiacchierata è quello di iniziare a elencare nomenclatura, funzioni ed aggettivi che possono essere usati per descrivere le ossa. E’ facile che i racconti si incentrino sulle ossa degli arti e che si racconti di gessi o tutori. Un elemento che potremmo introdurre è la radiografia di un tronco, di un braccio, di un piede. Senza dire di cosa si tratti, chiediamo loro di indovinare cosa è sulla lastra radiografica. Spieghiamo che la radiografia si fa utilizzando dei raggi che si chiamano raggi X che possono penetrare tutte le parti molli del nostro corpo, ma non le ossa. Dove vediamo bianco i raggi non hanno colorato di blu o grigio la lastra e quindi possiamo avere un “negativo” delle ossa. In tempi attuali in cui il concetto di fotografia e di negativo non sono più frequenti, può essere difficile intuire questo concetto, ma potremmo utilizzare una torcia e spiegare con le ombre cinesi cosa vuol dire che i raggi luminosi (al pari dei raggiX) sono bloccati dalla mano (e nell’altro caso dall’osso). Funzioni delle ossa: strutturale, protettiva e ematopoietica Per spiegare la funzione strutturale, diremo che i vertebrati, ossia gli animali che hanno una colonna vertebrale, possono muoversi e stare eretti perché hanno uno scheletro interno. portiamo in classe del DIDO’ (o equivalente) e del fil di ferro. Dividiamo i ragazzi in gruppetti da 4 o 5 e chiediamo loro di realizzare una giraffa abbastanza grande (in modo che senza fil di ferro non possa mantenere zampe e collo in posizione) ed una stella marina. Mettiamo sul tavolo il fil di ferro arrotolato senza dire a cosa serva. Non potendo sostenere il collo né le lunghe zampe, i ragazzi dovranno costruire per la giraffa un’intelaiatura di ferro che aiuti a sostenere la struttura nel suo complesso, mentre la stella marina, molto più piccola, non avrà problemi. Le ossa sono quindi importanti per sostenere corpi di una certa dimensione. L’OSSO DURO ed ELASTICO Le ossa sono dure ed elastiche allo stesso tempo. Queste due proprietà sono dovute ai due componenti principali: una componente organica, l’osseina (conferisce elasticità)e una componente inorganica, i sali minerali (rendono l’osso duro e rigido). Se non ci fossero i sali minerali, come sarebbe l’osso? Proviamo a vederlo sciogliendo i sali con un acido. Occorrente: l’osso della coscia del pollo, aceto (l’acido), un barattolo • prendi l’osso e prova a piegarlo • mettilo in un barattolo e coprilo completamente con dell’aceto • chiudi il barattolo ed aspetta qualche giorno • prova ora a piegare l’osso L’osso sarà super elastico e si piegherà Se non ci fosse l’osseina, come sarebbe l’osso? Eliminiamo l’osseina bruciandola con il fuoco. Occorrente: un osso di pollo, un accendino • prendi l’osso e prova a piegarlo • brucialo con la fiamma dell’accendino nella parte centrale e • prova a piegare l’osso. L’osso si romperà in quanto non sarà più elastico Funzioni delle ossa: strutturale, protettiva e ematopoietica Per spiegare la funzione protettiva prendiamo una palla di plastica dura di quelle che si usano per fare le palline dell’albero di natale e vi mettiamo all’interno un’arancia sbucciata. Riempiamo con un po’ di acqua e facciamo uscire alcuni fili di lana e chiudiamo con del nastro adesivo. Infiliamo i fili di lana nel tubetto di plastica che ricopre le penne Bic (che è trasparente). Spieghiamo che la pallina ed il tubo rappresentano il cranio e la colonna vertebrale mentre l’arancia rappresenta il cervello e i fili di lana i nervi che escono dal cervello e passano nella colonna. Questo piccolo modello rende perfettamente l’idea della protezione esercitata dalle ossa sulle strutture interne del nostro corpo. Se siamo riusciti a mettere abbastanza acqua, vedremo che l’arancia può fluttuare e che, se sbattiamo la pallina, il movimento dell’arancia è attutito (analogamente a quanto avviene nel nostro cranio dove il cervello "galleggia" sospeso nel liquido compreso tra le due meningi più interne per attutire eventuali urti o traumi). Chiediamo loro se conoscono altre strutture ossee che proteggono organi interni per parlare anche della cassa toracica e delle ossa pelviche. Funzioni delle ossa: strutturale, protettiva e ematopoietica Infine affronteremo la funzione ematopoietica e per fissare visivamente l’informazione riguardo alla presenza del midollo osseo realizzeremo un osso lungo con la plastilina bianca al centro del quale metteremo un rotolo fatto con la plastilina rossa. Una volta solidificato, romperemo l’osso e osserveremo come il midollo al centro appaia rosso (oltre le cellule bianche del sangue, nel midollo sono prodotti anche i globuli rossi). Arti superiori includono la spalla, il braccio, il gomito, il polso, la mano Arti inferiori tutto ciò che sta sotto al legamento inguinale, includono l'anca, la coscia, il ginocchio, la gamba e il piede L’apparato muscolare MUSCOLI ANTAGONISTI Per imparare il funzionamento degli apparati, è necessario semplificare notevolmente la complessità del nostro corpo. Per i ragazzi è un continuo esercizio di astrazione: non possono vedere dentro il loro corpo, ma hanno imparato a riconoscere alcune regole fisiologiche. Hanno bisogno di provare quel che imparano e di “vederlo” per capirlo e memorizzarlo. Ogni esperimento che compiamo, ci permette di illustrare loro il meraviglioso equilibrio che regola ogni nostra azione, volontaria o involontaria. Attraverso queste nozioni, possiamo insegnare loro che il nostro corpo deve essere rispettato e mantenuto in uno stato ottimale in modo che tutte le funzioni che dobbiamo svolgere continuamente possano “filare lisce come l’olio”. Tutto il programma di quinta permette di porre l’accento sul rispetto. Tra i vari argomenti, abbiamo il sistema muscolare, formato da muscoli, tendini e legamenti. Tutti gli arti del nostro corpo si muovono attraverso muscoli attaccati alle ossa mediante i legamenti e i tendini. I legamenti hanno la funzione di tenere fra loro unite due o più strutture anatomiche (per esempio, due ossa) o di mantenere nella posizione un organo, mentre i tendini sono una struttura per mezzo della quale l’estremità di un muscolo si inserisce su di un osso o sulla pelle. Il tendine è resistente e inelastico e appare come una fascia o un cordone. Nel braccio, ci sono il bicipite e il tricipite: sono detti antagonisti, perché lavorano insieme per fare il movimento desiderato. Quando uno si accorcia (si contrae), l’altro si allunga (si rilassa) e viceversa. Vediamo con i ragazzi come funzionano questi due muscoli. Occorrente: 3 strisce di cartone rigido lunghe 25 cm, una più larga (sarà l’omero) e due più strette (l’ulna e il radio), due elastici della stessa lunghezza (i muscoli), fermacampioni (l’articolazione). Un foglio di carta. 1.Disegniamo il contorno della mano su un foglio e ritagliamone la sagoma. 2.Prendiamo le 3 strisce di cartone. Buchiamo (è molto facile farlo con il fermacampione chiuso) ulna e radio alle estremità in posizione centrale, mentre l’omero andrà bucato al centro per il gomito e ai due bordi esterni alla spalla per attaccare bicipite (internamente) e tricipite (esternamente). 3.Mettiamo le “ossa” l’una sull’altra (lasciando sotto l’omero) e fissiamole con i fermacampioni in un punto che sarà il gomito: devono essere una in verticale (l’omero) e due in orizzontale (ulna e radio) ad angolo retto fra di loro. 4.Buchiamo con il fermacampione l’ulna, che è l’osso più in alto sul quale si attacca il bicipite, come nella figura. Buchiamo anche il radio come in figura per legare il tricipite. 5.Fissiamo 2 elastici tagliati e lunghi 25 cm, prima in alto (come se fosse la spalla) e poi negli altri buchi. Gli elastici devono essere tesi, ma non tirati. 6. Attacchiamo la mano mediante due altri fermacampioni all’ulna e al radio. 7.Ora pieghiamo il “braccio” e poi distendiamolo. Cosa succede? Proponiamo ai ragazzi la costruzione individuale del modello e poi facciamoli giocare a piegare e distendere. Gli elastici si tenderanno e accorceranno alternativamente come accade realmente nel braccio quando lo usiamo per prendere un bicchiere dal tavolo e lo portiamo alla bocca per bere. omero ulna radio Il sistema nervoso La trasmissione dell’impulso nervoso La trasmissione degli impulsi nervosi, è un argomento affascinante, ma anche molto complicato. In questa esperienza, parleremo di trasmissione nervosa, intendendo il percorso dal sistema nervoso centrale (il cervello e il midollo spinale, fig1) al sistema nervoso periferico (fig2) che, nel caso dell’esperimento che stiamo per effettuare, comprende i moto-neuroni. Queste fibre, che come dice il nome hanno a che fare con il movimento, innervano i muscoli e ne inducono la contrazione o il rilassamento. Fig 1 Fig 2 L’esperienza che stiamo per realizzare richiede delle tessere di domino, una superficie liscia e una pallina. Cercheremo qui di rappresentare praticamente la trasmissione dell’impulso attraverso le fibre nervose fino al compimento di un movimento (rappresentato dal rotolare della pallina). Chiediamo ai bambini se hanno delle tessere di domino a casa o portiamone noi alcune a scuola. Prima di tutto, posizioniamo le tessere di taglio, una di seguito all’altra con una distanza di circa due terzi della tessera tra una e l’altra. Alla fine di questo “serpente” mettiamo una pallina leggera. Le tessere del domino rappresentano le cellule nervose (neuroni) attraverso le quali viene trasmesso l’impulso nervoso. Facciamo una prima prova della trasmissione del segnale: sfioriamo leggermente la prima tessera, senza farla cadere. Questo ci permette di dare una prima informazione: perché il segnale venga trasmesso, è necessario che l’impulso che ne causa la propagazione sia abbastanza forte da superare una soglia minima. •I neuroni reagiscono solo se lo stimolo supera una soglia minima. Se ci limitiamo a sfiorare la prima tessera, questa non cade e non accade nulla. Successivamente, facciamo colpire la prima tessera da un ragazzo ed osserviamo tutti insieme la “trasmissione” del segnale: la spinta fa cadere la prima tessera che, a catena, fa cadere tutte le altre. Al termine, la pallina verrà spinta in avanti: dalla prima all’ultima tessera osserveremo la propagazione di un segnale. Risolleviamo le tessere e facciamole ripetere l’esperimento più volte da altri ragazzi osservando attentamente il modo con cui le tessere reagiscono. Facciamo notare come il movimento debba avvenire in un’unica direzione (altrimenti la pallina non si muoverebbe) e che le tessere cadono tutte alla stessa velocità. •La pallina è solo ad uno dei due estremi del “serpente”, quindi il segnale è unidirezionale. Inoltre la trasmissione dell’impulso nervoso è costante durante tutto il percorso, senza perdita di energia, proprio come accade alle tessere del domino che cadono alla stessa velocità. Se si toglie una tessera al centro del “serpente”, le tessere poste oltre al vuoto non cadono. Questa è un’altra considerazione importante da fare: il sistema di conduzione del segnale deve essere integro, non ci devono essere punti di discontinuità, altrimenti la trasmissione si interrompe. •Se alcune cellule nervose vengono danneggiate (ad esempio a causa di un incidente) la trasmissione dell’impulso nervoso si interrompe e non può essere ripristinata. L’ apparato cardiovascolare 1 arteria carotide 2 arteria succlavia 3 arteria brachiale 4 arteria femorale 5 arteria tibiale 6 arteria aorta 7 arteria radiale 8 arteria ulnare 1 vena cava superiore 2 vena succlavia 3 vena safena 4 vena giugulare 5 vena cefalica 6 vena cava inferiore 7 vena femorale IL CUORE il cuore lavora come una pompa caratterizzata da una fase di contrazione e da una di rilasciamento. Le valvole atrio-ventricolari, che separano gli atri dai ventricoli, si aprono nella fase di rilasciamento ventricolare, diastole, e permettono ai ventricoli di riempirsi del sangue accumulato negli atri, successivamente queste valvole si chiudono, ciò coincide con la fase di contrazione dei ventricoli, la sistole, cosicché il sangue non possa refluire negli atri. http://www.youtube.com/watch?v =LOgDSy0mK8&NR=1&feature=endscreen http://www.youtube.com/watch?v =7-n9G7TzLjk&feature=related La progressione verso i grossi vasi è assicurata invece dall’apertura delle valvole semilunari aortica e polmonare che avviene nella fase di sistole: in questa fase i ventricoli che si contraggono raggiungono pressioni di circa 125 millimetri di mercurio. Le valvole semilunari dell’aorta e del tronco polmonare si chiuderanno, invece, nella fase di diastole per impedire il reflusso di sangue nei ventricoli. Piccola circolazione Il sangue esce dal ventricolo destro e viene spinto ai polmoni dove si libera dell’anidride carbonica e si carica di ossigeno. Quindi il sangue torna all’atrio sinistro Grande circolazione Dal ventricolo sinistro le arterie giungono ad ogni parte del corpo e portano sangue ossigenato ad ogni cellula. Qui avvengono gli scambi di ossigeno e sostanze nutritive con i prodotti di rifiuto della cellula. Il sangue passando lungo l’intestino si riempie di sostanze ricavate dagli alimenti, passa nel fegato che è il filtro del sangue e torna nell’atrio destro L’ apparato digerente La digestione degli alimenti La digestione dei carboidrati inizia nella bocca E’ vero che la saliva contiene sostanze che iniziano la digestione decomponendo gli zuccheri composti in zuccheri semplici? Proviamo a triturare del pane con e senza saliva occorrente: due pezzi di pane, due barattoli, acqua •prendi uno dei due pezzi di pane, masticalo per almeno 1 minuto; prendi l’altro, schiaccialo e rompilo il più possibile per renderlo simile a quello masticato •metti i pezzi in due diversi barattoli e aggiungi acqua •dopo un po' di tempo osserva il contenuto dei due barattoli • il pane masticato è molto modificato, è ridotto in poltiglia e l’acqua è biancastra il pane non masticato si è gonfiato, ma l’aspetto non è molto diverso; l’acqua è trasparente. •la saliva presente nella bocca, contiene una sostanza che modifica gli zuccheri complessi (come il pane) trasformandoli in zuccheri La digestione delle proteine inizia nello stomaco: I succhi gastrici presenti nello stomaco sono acidi: aiutano la digestione delle proteine? Se le proteine sono state masticate, la digestione è migliore? occorrente: due pezzi di carne (le proteine) da 20 grammi uno macinato (masticato) e uno intero (non masticato), aceto, due barattoli di vetro •prendi i due pezzi di carne e sistemali in due diversi barattoli che rappresentano lo stomaco •copri la carne con l'aceto (che simula i succhi gastrici) •chiudi i barattoli e lascia agire per due giorni. •L'aceto, come i succhi gastrici nello stomaco, ha trasformato la carne in entrambi i barattoli. La carne macinata (che rappresenta le proteine masticate), ha però una consistenza semi-liquida, mentre l’altra (le proteine non masticate) è stata trasformata solo in superficie. La masticazione aiuta la digestione delle proteine. La digestione dei grassi avviene nell’intestino: Nell’intestino, i sali biliari prodotti dalle cellule del fegato sono simili alle molecole di detersivo: aiutano a rendere solubili i grassi in acqua? Come agiscono? Occorrente: olio, acqua, sapone per i piatti, due barattoli, carta assorbente, un imbuto •prendi due barattoli e scrivendo con un pennarello, distinguili in A e B •versa in un ognuno 50 ml di acqua (i liquidi dell’intestino) e 50 ml di olio (i grassi) •Aggiungi in B alcune gocce di sapone (i sali biliari) •mescola entrambi con il tappo chiuso e lascia riposare per qualche minuto. •metti la carta assorbente (la parete dell’intestino) nell’imbuto e, mettendo un bicchierino sotto, raccogli il filtrato prima di A e poi di B e completa la tabella I grassi che arrivano all’intestino, possono essere assorbiti attraverso le pareti dell’intestino grazie ai sali biliari che li rendono più solubili in acqua. filtra l’acqua? A B Filtra l’olio? Colore del filtrato Il torace la regione del petto dalla cassa toracica al diaframma Respirazione polmonare La respirazione polmonare è quel processo attraverso il quale il polmone effettua scambi gassosi tra l’atmosfera e il sangue. Vicino alle cellule, i globuli rossi presenti nel sangue cedono ossigeno si portano via l’anidride carbonica prodotta come scarto. Nei polmoni i globuli rossi si liberano dell’anidride carbonica e si caricano di ossigeno. Alveoli polmonari Vediamo come funzionano i polmoni e la respirazione. Occorrente: una spugna blu, tempera rossa molto intensa, una ciotola con acqua • Metti acqua nella ciotola e colorala di rosso intenso con la tempera. • Prima di tutto inizia a respirare regolarmente: espira buttando fuori l’aria ed inspira prendendo aria • Prendi in mano la spugna blu (è il nostro polmone nel quale è arrivato sangue sporco di anidride carbonica) e espira buttando fuori l’aria (strizza la spugna) • inspira, ovvero prendi aria (immergi la spugna tenendola strizzata nell’acqua rossa e la rilasciala). Quando espiri, il polmone cede anidride carbonica, quando inspiri, il polmone si riempie di ossigeno (quindi la spugna blu si colora di rosso). La frequenza respiratoria riflette l’attività dell’organismo: quando sei a riposo, le cellule producono poca anidride carbonica e necessitano di poco ossigeno, di conseguenza, gli atti respiratori sono pochi e la respirazione è poco profonda. Qual’è la tua frequenza respiratoria a riposo? Conta quanti respiri compi in un minuto ………………………………………………………………………… Quando sei in piena attività fisica, la respirazione aumenta. Corri sul posto per un minuto, poi misura la tua frequenza respiratoria ……………………………………………………………….…………. A riposo, riempiamo solo una piccola parte dei polmoni (quella inferiore), mentre in piena attività si riempiono anche la porzione intermedia e quella più alta. Capacità polmonare I vasi canopi Nell’Antico Egitto, alla morte del Faraone e di alcuni personaggi importanti, seguiva la mummificazione del corpo del defunto. I Vasi canopi erano usati per conservare alcuni organi interni estratti durante la mummificazione. Da un punto di vista medico, gli egiziani erano evoluti per i loro tempi. I visceri estratti dal corpo del defunto vennero inizialmente riposti in una cassetta a 4 scomparti, poi vennero creati dei veri e propri vasi con coperchio a forma di testa umana o di animali. Le teste dei quattro Figli di Horo venivano rappresentate sui coperchi dei vasi che contenevano rispettivamente: •il fegato; Hamset (uomo), •i polmoni; Hapi (scimmia), •gli intestini; Qebeshenuf (falco), •lo stomaco; Duamutef (sciacallo). Per imparare la disposizione di alcuni organi all’interno del corpo, taglia la figura umana e gli organi dei vai canopi. Plastificali usando il decofix o attaccandoci sopra il nastro adesivo trasparente. Ora, posiziona correttamente gli organi aiutandoti con le linee disegnate. Ricorda che il corpo è tridimensionale e che alcuni organi, in questa rappresentazione in due dimensioni, in parte si sovrapporranno. •Inizia con l’intestino: la posizione del retto e una linea tracciata, ti aiutano a posizionarlo correttamente. •Successivamente metti lo stomaco. Per semplificare il posizionamento, sono stati disegnati l’esofago ed il duodeno. Fai combaciare i due orifizi dello stomaco con esofago (in alto) e duodeno (in basso). •Ora posiziona il fegato, che deve rimanere sotto la linea che rappresenta il diaframma •Infine, sopra il diaframma, vanno i polmoni che terminano nella gola con la laringe. Addome va dal diaframma alla regione pelvica