Scoprimento epigrafe Angelo Masini

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Il Sindaco di Forlì
SCOPRIMENTO EPIGRAFE
A RICORDO DELLA NASCITA DEL TENORE ANGELO MASINI
Forlì, via Carlo Cattaneo, 2, sabato 11 dicembre 2004, ore 12
Qui nacque Angelo Masini.
Viene da pensare ad un’infanzia felice, giocata tra queste mura e in questi viottoli. Ma
non fu così.
Angelo Masini nacque effettivamente in questa casa nel 1844, ma vi rimase solo poche
settimane, fu affidato ad altra famiglia e non tornò a Schiavonia che dopo sei anni quando, nel
1850, i genitori si unirono in matrimonio ed ebbero modo di riconoscerlo come figlio.
Non sono forse particolari importanti alla luce del ruolo che poi Masini avrebbe ricoperto
nel mondo della musica, portando con sè il nome di Forlì nel suo brillante cammino.
Ma servono ad umanizzare un po’ questa figura che nella vita conobbe successi e gloria,
ma anche, e fin dall’inizio, momenti difficili.
In ogni caso il nome di Angelo Masini è indissolubilmente legato a questa città e a questo
quartiere.
Vi è legato non soltanto per coincidenza di nascita, ma anche per quell’insieme
impercettibile di stimoli che in qualche modo contribuisce sempre alla formazione di una
grande individualità artistica.
Questo quartiere, Schiavonia, nel quale Masini visse la sua seconda infanzia, era
nell’Ottocento una sorta di culla plebea della musica.
Culla plebea, perché era un quartiere sostanzialmente povero, ma ricco di genio e di
sensibilità; ricco di artigiani analfabeti che conoscevano a memoria e sapevano cantare intere
opere liriche, ricco di lavandaie dalla voce cristallina che non temevano di inondare le stradine
con le arie delle più celebri romanze.
E da Schiavonia veniva quel pubblico che affollava il loggione del Teatro, che elevava
cantanti ed attori alle stelle oppure ne decretava spietatamente la rovina, inondando il palco di
fischi e lattuga proprio come faceva dai tetti del borgo all’arrivo delle personalità politiche e
religiose meno amate.
I cantanti, nell’Ottocento, temevano il pubblico forlivese e non perché fosse
particolarmente rumoroso, ma perché era competente.
La musica, a Forlì come in molte altre città della nostra regione, aveva un seguito enorme
anche quando le condizioni sociali ed economiche non permettevano l’approfondimento della
teoria.
Masini, che curò il canto in modo ben più approfondito, beneficiò comunque sicuramente
di questa atmosfera e non dimenticò mai Forlì, anche quando gli impegni lo portavano in terre
lontane, a calcare i teatri del mondo.
Per questo Forlì non deve dimenticare Angelo Masini e non deve dimenticare la sua
provenienza, le sue radici, che fanno parte della nostra storia comune.
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