Tubercolosi (TB)
COSA È
La tubercolosi è una malattia infettiva e contagiosa causata dal Micobatterio tubercolare
(Mycobacterium tubercolosis), un batterio che può localizzarsi in qualsiasi parte del corpo, ma che
nella maggior parte dei casi colpisce i polmoni (TB polmonare).
La disponibilità di farmaci antitubercolari, il primo dei quali fu realizzato nel 1940, e il miglioramento
delle condizioni socio-economiche ha ridotto la diffusione e la pericolosità della malattia in tutti i paesi
industrializzati. Attualmente in Italia i casi di malattia si verificano principalmente tra le persone
anziane, immunodepresse, HIV positive o immigrate da paesi ad alta endemia.
CHE COSA CAUSA
Quando i micobatteri penetrano nel corpo umano per infettarlo, l'organismo mette in atto meccanismi
di difesa in grado di inattivare i batteri e di impedirne la moltiplicazione. Così il primo contatto con
questo batterio viene superato nella maggioranza dei casi senza alcun sintomo particolare. Tuttavia
una parte di questi batteri rimangono vitali all’interno dell’organismo e, se si instaurano condizioni
che causano un indebolimento dell’organismo e delle sue difese immunitarie, possono riprendere a
moltiplicarsi fino a causare la malattia.
Dal momento del primo contatto al momento in cui i batteri si riattivano e provocano la malattia
possono trascorrere pochi mesi o molti anni, la malattia può anche non svilupparsi mai.
L’INFEZIONE NON E’ SINONIMO DI MALATTIA
Le persone con infezione tubercolare
• Non hanno sintomi
• Non si sentono male
• Non sono contagiosi, quindi non possono trasmettere la tubercolosi
• Hanno reazione positiva al test cutaneo di Mantoux
• In molti casi non svilupperanno mai la malattia, poiché i batteri tubercolari rimarranno inattivi
nel corso della vita
In alcuni soggetti però i batteri si possono riattivare e, moltiplicandosi, causare malattia.
Presentano il rischio di sviluppare la malattia tubercolare soprattutto le persone che hanno un
sistema immunitario più debole, nelle quali i batteri, che hanno causato la prima infezione e sono in
una fase inattiva, possono trovare le condizioni adatte per moltiplicarsi.
Particolarmente a rischio sono:
•
Le persone infette da HIV (il virus che causa l’AIDS).
•
Chi fa uso di droghe per via endovenosa.
•
Le persone che soffrono di alcune patologie come il diabete, la silicosi (una malattia
polmonare), la leucemia o i linfomi, le gravi malattie renali
•
Le persone gravemente debilitate e coloro che vivono in precarie condizioni igienicosanitarie (alcuni immigrati che provengono da paesi in cui la tubercolosi è endemica).
•
Chi è in cura con i farmaci immunodepressivi, come coloro che hanno subito un trapianto .
I sintomi di TB dipendono dall'organo in cui i batteri si moltiplicano e, poiché essi si localizzano più
frequentemente nei polmoni, la malattia si manifesta con tosse persistente per almeno due
settimane, dolori al torace, presenza di sangue nell'espettorato; altri sintomi di malattia tubercolare
sono debolezza e affaticamento, perdita di peso, mancanza di appetito, brividi, febbre non elevata e
sudorazione durante le ore notturne.
Quando si avvertono i sintomi sopra descritti bisogna parlarne immediatamente con il medico curante
che valuterà la necessità di eseguire alcuni semplici esami.
Se dai risultati degli esami il medico diagnosticasse la TB, sarà necessario iniziare immediatamente
un trattamento con le medicine specifiche. La TB è, infatti, una malattia curabile, purché si seguano
scrupolosamente le indicazioni del medico curante su "per quante volte e per quanto tempo" si
debbono prendere medicine. Se la TB è localizzata ai polmoni, allora il medico disporrà del
necessario allontanamento del soggetto malato dalla scuola, dal luogo di lavoro o dalla comunità
frequentata, finché la terapia abbia fatto effetto.
E' importante che le indicazioni del medico siano seguite alla lettera, perché i batteri possono
diventare "resistenti" ai farmaci in uso se la terapia non viene seguita correttamente o è interrotta
prima del tempo. In tal caso non risponderanno alla terapia e quindi potranno dare forme di malattia
più gravi.
E' necessario eseguire i controlli periodici prescritti per evitare di contagiare le persone più vicine se
non si è perfettamente guariti.
Dipartimento di Sanità Pubblica
Servizio Igiene Pubblica
Profilassi delle Malattie Infettive
Contatti:
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P.le M.G. Deledda
Tel. 059-929700
Sede di Mirandola
Via L. Smerieri, 3
Tel. 0535-602873
Sede di Modena
Centro Servizi AUsl di Modena
Sda Martiniana, 21 (loc. Baggiovara)
Tel.: 059.3963100-155
Sede di Pavullo
V.le Martiri, 63
Tel. 0536-29461
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Via Alessandrini, 2
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Via Libertà, 799
Tel. 059-777044
Collana
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COME SI TRASMETTE
La persona malata di tubercolosi polmonare elimina i microrganismi con la tosse e gli starnuti in
minuscole goccioline, che viaggiando nell'aria, possono essere respirate dalle persone vicine. Se
una persona respira l'aria contaminata dai batteri tubercolari questi possono localizzarsi nei polmoni
e iniziare a moltiplicarsi provocando l'infezione.
Sono a rischio d’infezione le persone a stretto contatto con i soggetti malati di tubercolosi polmonare
e, in particolare, i familiari e coloro che lavorano a stretto contatto con il malato.
Tubercolosi
(TB)
Aggiornamento: gen-2012
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COME SCOPRIRE SE SI E’ INFETTATI
Il test di scelta per identificare i soggetti che sono venuti a contatto col bacillo tubercolare, è il test
intradermico secondo Mantoux, che si esegue iniettando una piccola quantità di tubercolina con una
siringa ad ago sottilissimo subito sotto lo strato superficiale della cute del braccio. È un esame
innocuo per tutti: bambini, donne in gravidanza ecc .
Dopo 48-72 ore bisogna far esaminare la sede del test da un operatore sanitario esperto per stabilire
se la reazione è positiva o negativa.
Qualora sia presente un infiltrato il test è considerato positivo. Questo indica che il soggetto è stato
infettato, ma non indica che vi sia la malattia. In caso di positività al test è prescritta comunque una
visita pneumologica ed eventuali successivi accertamenti.
In caso d’infezione lo specialista potrà prescrivere una terapia farmacologica preventiva
(chemioprofilassi), per ridurre il rischio che si sviluppi la malattia.
COME SI PREVIENE
La migliore prevenzione della tubercolosi è rappresentata dalla diagnosi precoce della malattia e un
corretto trattamento degli ammalati. In questo modo si limita la diffusione del contagio perché dopo
2-3 settimane di terapia il malato non può più trasmettere questi batteri
E’ importante anche l'aerazione periodica degli ambienti in particolare di quelli affollati, una buona
ventilazione infatti disperde le pericolose goccioline e riduce moltissimo il rischio di contagio.
IL RISCHIO PER I VIAGGIATORI
Il rischio di contrarre questa malattia in occasione di un viaggio è estremamente basso. Può
verificarsi in pratica per i viaggiatori che soggiornano per lunghi periodi in regioni del mondo dove vi
sono ancora molti casi di malattia, soprattutto se è previsto uno stretto contatto con la popolazione
locale, in particolare potenzialmente ammalata. Questa condizione può verificarsi ad esempio per
personale medico, operatori di volontariato; in questi casi è consigliata l’esecuzione di un test
tubercolinico prima e dopo il viaggio.
FONTI
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Epicentro, Istituto Superiore di Sanità.
Organizzazione Mondiale della Sanità.
Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, Atlanta (USA) – CDC.
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