21/05/2014 Pseudorabbia Malattia di Aujeszky Definizione Malattia infettiva e contagiosa a decorso acuto, subacuto o cronico, che colpisce il suino con sintomi variabili per gravità e localizzazione in funzione di età e sesso e altri mammiferi con sintomi nervosi. E’ sostenuta da un virus appartenente alla fam. Herpesviridae 2 Storia • 1813: prima segnalazione clinica U S A • 1902: riconoscimento della natura v irale comune nel cane, gatto e bov ino (A ujeszky , U ngheria) • 1914: ev idenziazione della malattia nel suino (v on Ratz) • anni ‘30: riconoscimento del ruolo epidemiologico del suino (Kov es, H irt, S hope, Ray ) • 1933: isolamento del v irus su cellule (Traub) • 1934: classificazione del v irus come H erpesv irus (S abin e Wright) • 1941: adattamento all'embrione di pollo, v accino av ianizzato (M orrell e G raham) • anni ‘60: produzione v ari ceppi attenuati (Bartha, Zuffa, S koda...) • 1968: attenuazione per mutagenesi indotta (Tatarov ) • 1984: delezione nel genoma v irale (Lomniczi) • 1985: produzione v accini deleti TK- (Kit); gE - (M ettenleiter) • 1986: messa a punto di test per discriminare animali v accinati con deleti da infezione naturale (v an O irschot) 3 1 21/05/2014 Eziologia • Fam. Herpesviridae, sottofam. -Herpesvirinae • Suid Herpesvirus-1 (SHV-1) • virus litici in vitro • latenza nei neuroni dei gangli nervosi • sierotipo unico con diversi ceppi diversi per virulenza e patogenicità 4 Eziologia DNA ds lineare di 140 Kb costituito da circa 70 geni che codificano per altrettante glicoproteine strutturali e non Il virus entra, si replica nelle cellule epiteliali che vanno incontro a citolisi Successivamente il virus entra in latenza nei gangli nervosi tributari. La risposta anticorpale non impedisce la latenza virale In seguito a fattori stressanti, il virus può essere riattivato, raggiunge le cellule epiteliali, si replica e viene eliminato La quantità di virus ed il tempo di escrezione dipendono dallo stato immunitario del soggetto 5 Vi ri one sferi co, 150-180 nm di di ametro, costi tui to da un core nucleoprotei co, contenente DNA/2, ci rcondato da un capsi de a si mmetri a i cosaedri ca (162 capsomeri ) e da un envelope a doppi o strato li pi di co, di deri vazi one cellulare, contenente gli coprotei ne codi fi cate dal vi rus Eziologia Repli cazi one colture primarie di rene di suino vitello, agnello, coniglio, cane, gatto, pollo linee cellulari continue: PK15, BHK21, VERO CPE: rapido, aspetto globoso e aumento di volume delle cellule, sincizi, CI intranucleari Ani mali da laboratori o: coni gli o e topi no 6 2 21/05/2014 Proteine Identificazione di geni che codificano diverse proteine (Lomiczi, 1988): ▪g B (II) indispensabile alla replicazione (recettore) ▪g C (III) replicazione/v irulenza, Ab neutralizzanti ▪g E (I) rilascio del virus e patogenicità per SNC ▪g D (50) importante per immunogenicità ▪gene TK essenziale per virulenza; l’assenza impedisce la replicazione in SNC (comune ad altri herpes) ▪g G (X) non importante per la virulenza e la replicazione; escreta nel terreno 8 Resistenza •7 gg nell’ambiente •6-8 h alla luce solare diretta •rimane infettante a pH 5–9 •sensibile al calore: • fino a 30 gg. a 25°C • 46 gg. a -8°C rapidamente inattivato a - 13°C • nel muscolo da 10 a 35 gg. a seconda della temperatura •sensibile ai comuni disinfettanti 7 Recettività Suino ospite primario e serbatoio del virus Cinghiali Ruminanti e carnivori Cane animale sentinella 9 3 21/05/2014 Trasmissione » contatto diretto » per aerosol (a breve distanza) » via orale » verticale: intrauterina o coito » l'introduzione della malattia in un allevamento indenne avviene con l‘entrata di soggetti infetti 10 Patogenesi Penetrazione per via oro-nasale attraverso aerosol Gli eventi successivi dipendono dalla virulenza del ceppo virale e dallo stato della mucosa che, attraverso l’attività muco-ciliare, (ne condiziona l’adsorbimento sulle cellule recettive) 1°sito di replicazione: cellule epiteliali del naso-faringe. In seguito si ha la penetrazione nel tessuto connettivo della lamina propria. A questo livello i fibroblasti sono circondati da vasi sanguigni, fibre nervose e vasi linfatici che possono essere invasi dal virus All’interno del circolo linfo-ematogeno: viremia cellulo-mediata, con infezione dei macrofagi e dei linfociti, che permette la disseminazione del virus in altri tessuti ed organi: tonsille, milza, reni, fegato, ovaio, utero e linfonodi (replicazione secondaria) 11 PATOGENESI AUJESZKY Penetrazione per via oro-nasale epitelio del nasofaringe (ceppo virale) linfonodi regionali macrofagi viremia diff. a tutto l’organismo sistema nervoso nervo trigemino nervo olfattorio e glossofaringeo midollo allungato midollo allungato cervello cervello DECESSO DECESSO 4 21/05/2014 Eliminazione tamponi nasali per 8-17 gg da tamponi oro-faringei per 18-25 gg secrezioni vaginali e nell’eiaculato fino a 12 gg nel latte per 2-3 gg Feci feti abortiti e placente occasionalmente anche dalle urine 13 Patogenesi L’invasione del SNC determina la comparsa di sintomi neurologici evidenti nei soggetti molto giovani La comparsa della sintomatologia nervosa dipende dall’entità dell’immunità passiva colostrale protezione proporzionale alla quantità di Ac assunti col colostro La presenza di Ac materni blocca la replicazione virale immediatamente a livello di muco ed epitelio della mucosa nasale Vi è un’infezione limitata delle terminazioni nervose e quindi anche dei gangli trigeminali e del SNC La localizzazione genitale non si esaurisce nella sola trasmissione al feto ma può anche determinare problemi riproduttivi e di fertilità turbe del complesso SMEDIA (Stillbirth – Mummification – Embrionic Death – Infertility – Abortion) 14 Patogenesi Il virus, in seguito a viremia, si localizza ai polmoni, infettando i macrofagi alveolari e determinando la sintomatologia respiratoria particolarmente evidente nei soggetti adulti, con tosse, dispnea e starnuti Indipendentemente dal decorso e dalle localizzazioni, le infezioni da SHV-1 evolvono nella latenza che si può rilevare, in particolare a livello di ganglio trigeminale, bulbo olfattorio, tonsille La latenza permane per tutta la vita dell’animale e la sua riattivazione determina una nuova viremia con una nuova escrezione virale, anche in assenza di sintomatologia clinica 15 5 21/05/2014 Patogenesi I ceppi a bassa virulenza sono strettamente neurotropi Ceppi a virulenza più elevata generano infezioni più generalizzate (attraverso il sangue e il sistema linfatico), con affinità spiccate anche per l’apparato respiratorio e riproduttivo 16 Patogenesi »Suinetto neonato – replicazione primaria nella mucosa oro-nasale e successiva invasione del SNC attraverso i nervi olfattorio, trigemino, glossofaringeo – In genere si ha viremia, con possibili lesioni a livello splenico e epatico – Morte in 36 h in conseguenza delle lesioni al SNC »Suino adulto – la replicazione primaria può portare a necrosi tonsillare e polmonite (Porcine Respiratory Disease Complex PRDC) – Il SNC è raggiunto per via nervosa o viremica, ma può non dare sintomatologia, specie nei soggetti più adulti 17 Patogenesi • Scrofa gravida • la viremia può portare a infezione transplacentare, con aborto o, se l’infezione avviene a gravidanza avanzata, parto di suinetti morti o mummificati insieme ad altri vivi • L’aborto avviene a 10 gg dall’infezione (foci necrotici nel fegato, milza, polmoni) • Verro • l’infezione può interessare gli organi genitali, con orchite, calo della fertilità o infertilità permanente 18 6 21/05/2014 Sintomi - suinetti neonati Periodo di incubazione 36–48 ore Suinetti sotto scrofa: prevalenza >90% in funzione degli Ac materni Durata immunità 2-3 mesi Febbre, vomito, diarrea, anoressia, ipersalivazione, dispnea Interessamento SNC tremori, depressione, spasmi agli arti, difficoltà di deambulazione, paralisi posteriore, movimenti circolari, convulsioni, opistotono Morte in 2–4 gg 19 Sintomi - suini svezzati » Suinetti 3 - 4 settimane – sintomatologia nervosa come i neonati ma con decorso più lento, morbilità 100%, mortalità 50 - 70% » Suinetti 4 - 12 settimane – sintomatologia meno grave, respiratoria con febbre, starnuti, tosse, scolo nasale, dispnea – In genere segue guarigione, ma si possono osservare decessi in seguito a sintomatologia nervosa » Prevalenza 100%, letalità 5% (fino al 30% con ceppi ad alta virulenza) Sintomi - suini ingrasso » Sintomi prevalentemente respiratori (si attenuano quelli nervosi) » Febbre, anoressia, tosse, starnuti, scolo nasale, dispnea, costipazione intestinale, tremori, depressione » Talvolta presentano convulsioni, incoordinazione motoria, spasmi dei masseteri, digrignamento dei denti » Ritardo di crescita di 3–4 settimane » Riduzione degli indici di conversione » Prevalenza 100%, letalità < 3%, più alta in caso di infezioni concomitanti (influenza, infezioni batteriche) 20 21 7 21/05/2014 Sintomi - scrofa » entro 30 gg riassorbimento embrionale » fino a 60 gg morte fetale, aborto » ultimo terzo di gravidanza mummificazione, macerazione, natimortalità 22 Suinetti Ingrasso Scrofa Verro Letalità Sintomi respiratori Problemi riproduttivi Problemi riproduttivi Infezioni secondarie Aborto Bassi incrementi ponderali Bassi indici riproduttivi Sorgente virale Sorgente virale Sorgente virale 23 Sintomi - mammiferi » via di infezione: inalazione, ingestione, ferite cutanee » replicazione primaria: tonsille, faringe, mucosa olfattoria nasale, sottocute, linfonodi tributari » attraverso i nervi periferici il virus invade il bulbo olfattorio, il ganglio trigemino, l’encefalo, il midollo allungato e spinale » encefalite a rapida evoluzione » mancata escrezione del virus (fondi ciechi epidemiologici) 24 8 21/05/2014 Sintomi - mammiferi » La malattia decorre senza febbre (tranne che negli ovicaprini) » Dopo breve incubazione compaiono, anoressia, manifestazioni pruriginose (l’animale, specie se carnivoro, arriva ad automutilarsi) nel punto di ingresso » Paralisi flaccida (muscoli laringei) con perdita di saliva e alterazioni della fonesi » Alternanza di fasi eccitative e depressive » Morte rapida (24 h in cane e gatto) » diagnosi differenziale con la rabbia 25 Immunità »Dopo infezione naturale si sviluppa una risposta immunitaria che non è in grado di prevenire la reinfezione »Le glicoproteine gB, gC e gD dell’envelope sono i targets della risposta immunitaria »Le cellule che esprimono queste glicoproteine vengono riconosciute e distrutte da vari meccanismi immunitari (lisi mediata da Ac e complemento, citotossicità cellulo- mediata anticorpo dipendente e quella dei linfociti T) »Importanza di questo tipo di immunità nella protezione degli animali »La protezione nei confronti della malattia è correlata alla presenza di una forte risposta immunitaria cellulo-mediata e non ad un elevato titolo di Ac neutralizzanti »Lo sviluppo di Ac neutralizzanti culmina entro 2-3 settimane p.i. 31 Immunità »Le scrofe immuni trasferiscono Ac specifici ai suinetti attraverso il colostro »L’immunità di origine materna è in grado di proteggere i suinetti neonati esposti all’infezione con un ceppo virulento, limitando la replicazione virale nel SNC »Gli Ac materni riducono la replicazione del virus a livello di mucosa nasale e di conseguenza limitano la diffusione nelle terminazioni nervose e a livello trigeminale »Dopo l’esposizione a ceppi virulenti, gli Ac materni non sono in grado di evitare lo stabilirsi di un’infezione locale nella mucosa nasale e l’instaurarsi di una infezione latente che rende il suinetto un reservoir della malattia 34 9 21/05/2014 Immunità » L’immunità passiva può variare in funzione della quantità di colostro assunto e dallo stato immunitario della scrofa » Scrofe immuni dopo infezione forniscono una protezione maggiore e più duratura rispetto a quelle vaccinate » La presenza di Ac materni può essere rilevata anche fino a 16 settimana di vita » La presenza di Ac materni interferisce con la formazione dell’immunità attiva indotta con la vaccinazione » La varietà di titoli anticorpali di origine materna che possono presentare i suinetti in un allevamento, rende impossibile determinare l’età ottimale in cui somministrare il vaccino senza che venga neutralizzato dagli anticorpi presenti » Con una singola vaccinazione, si rischia di non fornire un’adeguata immunizzazione a tutti i suinetti e per evitare ciò si ricorre ad una doppia vaccinazione, con un intervallo di 4 settimane. In questo modo si assicura un’induzione di una immunità attiva anche ai soggetti che presentano alti titoli anticorpali materni 35 Diagnosi » Suini – – – feti, suinetti tamponi nasali encefalo, amigdale, polmoni » altre specie – midollo spinale del metamero della zona pruriginosa 36 Diagnosi diretta »Immunofluorescenza diretta »Coltivazione su PK15 –ECP in 24 - 48 h »conferma con IFD e SN »PCR »Inoculazione su coniglio: morte 2–5 gg con prurito 37 10 21/05/2014 Diagnosi indiretta » nei piani di controllo/eradicazione (verifica andamento prevalenza) » per l'acquisto di animali » per verificare l’efficacia dei vaccini » differenziazione vaccinazione/infezione naturale » SN su PK15 » ELISA con il virione in toto » ELISA con antigene gE 38 Vaccinazione » Vivi attenuati per passaggi seriali – – – cellule di embrione di pollo: ceppo Buk (240 passaggi) cellule di bovino: ceppo NIA-4 Coltivazione a bassa T°: (Bartha K–61 ed Alfort 16) • risultano patogeni non per i suini • – – diffusione da suino a suino MK–25 Tatarov: ottenuto con timidina • Buona stimolazione antigenica In Italia impiegato sino al 1984 (per 15 anni) • ceppo Zuffa (Buk) 39 Vaccinazione » Deleti gE– Vaccini spenti • vaccinazione delle scrofe, prima vaccinazione dei suinetti – Vivi attenuati (solo animali all’ingrasso) distinguibili sierologicamente tramite ELISA (ceppo Bartha e Norden) • Rischio di ricombinazione? • » Dal 1995 sono vietati i vaccini non gE» I vaccini non impediscono l’infezione, la replicazione e la latenza ma evitano la comparsa di malattia 40 11 21/05/2014 Ulteriori informazioni » Centro di referenza nazionale per la Malattia di Aujeszky » www.izsler.it 12