Il trionfo in Gallia di Giulio Cesare

Il trionfo in
Giulio Cesare
Gallia
di
Il trionfo in Gallia espanse i domini di Roma e, soprattutto,
fece crescere il potere personale di Giulio Cesare, console e
dittatore romano, considerato uno dei personaggi più
importanti ed influenti della storia.
Avete sicuramente memoria, per averlo letto nei libri di
scuola, di un certo Vercingetorige (il nome è
indimenticabile!). Il periodo storico è il 52 a.C. e
Vercingetorige era un valoroso combattente gallico che si
ribellò al dominio di Roma, ma perse di fronte alla efficace
leadership ed alla migliore preparazione tecnica e tattica
delle legioni romane guidate da Giulio Cesare.
La Gallia e le sue
tribù agli inizi del 58
a.C.
La Gallia corrisponde alle attuali Francia e Belgio ed era un
territorio abitato da almeno quaranta popoli diversi e, per la
fortuna dei romani, anche divisi.
Busto
di
Giulio
Cesare
Giulio Cesare in Gallia non subì mai sconfitte clamorose, da
una parte perché non dovette mai combattere i Galli in blocco,
tanto erano divisi, dall’altra perché le truppe romane erano
più preparate tatticamente e tecnicamente.
Giulio Cesare seppe motivare il suo esercito e muoverlo con
grande rapidità, dandogli un vantaggio sugli avversari, ma
ebbe la fortuna di trovare sul suo cammino un popolo diviso,
pur valoroso, e dei soldati romani ben addestrati e
disciplinati. Anche la superiorità tecnologica ebbe un ruolo
determinante per la vittoria finale dei romani.
Schema delle fortificazioni
costruite da Cesare ad
Alesia
L’ultimo bastione della difesa gallica fu la cittadella
fortificata di Alesia, oggi identificata presso la località di
Alise-Sainte-Reine, in Borgogna, dove Vercingetorige ed il suo
esercito si erano rifugiati. Interessante la tattica di
accerchiamento utilizzata dai romani. La cittadella di Alesia
venne accerchiata con una circonvallazione di 16 chilometri
costituita da una muraglia con torri ogni 25 metri e protetta
da due fossati, uno dei quali colmo d’acqua; davanti ai
fossati erano state poste delle trappole, come pali appuntiti
conficcati in buchi del suolo e piccole punte metalliche
nascoste tra l’erba; a protezione della prima linea di
circonvallazione, ne fu costruita una seconda di 21
chilometri, che difese l’esercito romano dagli attacchi
esterni di un esercito gallico di soccorso. Alla fine, resosi
conto che era impossibile vincere, il condottiero gallo
Vercingetorige si arrese a Giulio Cesare.
La resa di Vercingetorige
secondo Lionel Noel Roynner
(1899)
Se volete essere ancora più ammirati per le imprese tattiche e
tecnologiche degli antichi romani, rispetto agli avversari, vi
racconto anche della manovra di assediamento di un’altra
cittadella gallica: Avaricum, oggi Bourges. Essendo Avaricum
costruita su uno sperone roccioso, i romani costruirono delle
rampe in legno per scalarlo, quindi superarono le mura
difensive con delle torri d’assedio, dotate di una specie di
scudi ricoperti di vimini, lana o cuoio, dietro i quali si
ripararono gli assalitori romani. I galli cercarono di fermare
l’avanzata dei romani, anche cercando di incendiare le torri
d’assalto, ma fu tutto inutile perché Cesare sferrò il suo
attacco decisivo durante un forte temporale.
I massacri. L’esercito romano ai tempi di Giulio Cesare era
formato da professionisti e, se pur fosse un vantaggio in
battaglia, la loro mancanza di scrupoli ed aggressività fu
tale che i loro attacchi vittoriosi si concludevano sempre con
eccessi di violenza: massacri, stupri, schiavizzazioni, ecc..
Il mondo romano nel 50 a.C.
dopo la
Gallia
conquista
della
Giulio Cesare fu anche scrittore delle sue imprese in Gallia:
il De bello gallico celebra, infatti, le conquiste in Gallia
con abbondanza di episodi di eroismo dei suoi centurioni.
Il trionfo in Gallia di Giulio Cesare cambiò per sempre la
storia di quelle regioni, corrispondenti all’attuale Francia e
Belgio, ma anche della stessa Roma.
Cinzia Malaguti
Bibliografia:
Storica NG nr. 85
A. Goldsworthy, Cesare. Una biografia, Roma, Castelvecchi,
2014
G.G. Cesare, La guerra gallica, Torino, Einaudi, 2006