Abbronzarsi con la lampada Volume 1, Numero 1 Data 25/12/2008 Ultimo aggiornamento: 23/11/2012 Cosa dicono le Istituzioni Sommario: Lampade e apparecchiature per l’abbronzatura 2 I fototipi 2 Proteggere sempre gli occhi 3 Conclusioni 3 Raccomandazioni 4 I rischi e i danni indotti dall'eccessiva esposizione alla radiazione UV, in particolare quella solare, è stata oggetto di attenta valutazione e considerazione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), soprattutto nel corso degli ultimi dieci anni. L'OMS, anche in collaborazione con altre Istituzioni Internazionali, ha promosso la pubblicazione di documenti che affrontano la riduzione dei rischi di danno all'occhio e di tumori cutanei dovuti alla Radiazione Ultra Violetta (RUV). Il notevole aumento dell'incidenza dei tumori cutanei nella popolazione mondiale di pelle chiara è fortemente associato all'eccessiva esposizione al sole; esso può dipendere anche dall'uso di fonti artificiali di raggi UV, quali lampade e lettini solari. I dati attuali indicano che le abitudini personali nell'esposizione al sole costituiscono il fattore di rischio individuale più importante per il danno associato alla RUV. Già dal 1992 la IARC(International Agency for Research on Cancer) ha classificato le RUV solari come cancerogene. Dal 2009 anche le RUV artificiali sono state classificate come cancerogene. piaceri del tempo libero e il culto del proprio corpo, che è strettamente intrecciata con lo straordinario e parallelo sviluppo dell'economia in generale e del turismo in particolare, costituisce il presupposto da cui hanno tratto origine e si sono affermate quell'insieme di attività che costituiscono la cosiddetta industria dell'abbronzatura. L'affermarsi di una cultura edonistica che riscopre i Abbronzati è bello. E quando è troppo? L’esposizione alla RUV può avere effetti immediati (esposizione acuta) che si manifestano con l'arrossamento della pelle (eritema) e l'infiammazione della cornea e della congiuntiva (la fastidiosissima sensazione di sabbia negli occhi). Effetti ritardati (tumori cutanei, fotoinvecchiamento), possono manifestarsi dopo molto tempo e possono sommarsi al rischio accumulato con tutte le altre esposizioni precedenti, incluse quelle al sole. Mentre i danni da esposizione acuta possono essere prevenuti mantenendo la dose entro determinati valori, il rischio a lungo termine per sua natura non può essere eliminato, può essere solamente ridotto attraverso comportamenti e misure appropriate. Nell'uso estetico della RUV, i fattori che sono maggiormente coinvolti nel determinare la qualità del trattamento e dai quali complessivamente dipende anche la possibilità di danno e il livello di rischio, sono: 1- le caratteristiche tecniche e il grado di efficienza delle apparecchiature radianti, 2- la fotosensibilità individuale, 3- il livello di conoscenza e la professionalità degli operatori che offrono il servizio (estetisti/e) Abbronzarsi con la lampada Pagina 2 Lampade e apparecchiature per l’abbronzatura Lampade, lettini e docce abbronzanti I primi dispositivi per abbronzare artificialmente la pelle, erano destinati all'impiego in ambiente domestico. Il mercato delle lampade e delle apparecchiature abbronzanti si è evoluto velocemente soprattutto nell'ultimo quarto di secolo. Lo spettro della radiazione emessa dalle apparecchiature abbronzanti comprende le radiazioni UVA, UV-B e UV-C, visibile e infrarossa (IR): le radiazioni vengono opportunamente filtrate per eliminare sia le componenti ultraviolette indesiderate sia l'intensa IR. Nelle "apparecchiature UVA ad alta pressione" l'abbronzatura dovrebbe essere prodotta dalla sola componente UV-A. Nella fattispecie, i filtri hanno la funzione di eliminare le componenti UVC, UV-B e IR. In definitiva, sono le caratteristiche del filtro/filtri che determinano lo spettro effettivo di questo tipo di sorgente nelle applicazioni cosmetiche. La rottura del filtro, il suo deteriora- mento o la sua sostituzione con un altro avente diverse caratteristiche di trasmissione spettrale comporta un cambiamento delle caratteristiche effettive della sorgente radiante e la conseguente possibilità che si verifichino effetti indesiderati e/o danni (eritema, ustioni cutanee). L'esposizione alla radiazione ultravioletta produce due distinti fenomeni che la maggior parte delle persone ha avuto modo di sperimentare, anche più volte, "sulla propria pelle": l'arrossamento o eritema e l'abbronzatura. Si può notare anche un terzo fenomeno assai comune. Si tratta del distacco dalla pelle del suo strato più esterno, che è costituito da cellule morte ed è denominato strato corneo. E' il cosiddetto fenomeno della spellatura ed è tanto più marcato ed evidente quanto più sono state intense (cioè non graduali) le prime esposizioni alla RUV. Nell'esposizione al sole esso si manifesta a distanza di alcuni giorni dalle prime esposizioni, solitamente nelle parti del corpo maggiormente fotoesposte (fronte, naso, spalle). Ci sono inoltre delle sostanziali diversità di risposta al trattamento con radiazione UV fra coloro che si sottopongono ai trattamenti. Nelle popolazioni di pelle bianca, gli individui non hanno tutti lo stesso tipo di pelle (intesa come tonalità di colore della carnagione). Nei soggetti nord - europei prevale la pelle di color chiaro, che in alcuni individui è persino bianco - lattea; nei soggetti mediterranei, invece, prevale la pelle scura (fino al bruno). In sintesi, sono differenti sia lo spettro della radiazione emessa dalle varie sorgenti utilizzate per abbronzare, sia il bersaglio, cioè la pelle di chi si espone volontariamente al trattamento estetico. I Fototipi FOTOTIPO 1 Si scotta sempre facilmente, non si abbronza mai FOTOTIPO 2 Si scotta con facilità e si abbronza poco FOTOTIPO 3 Si scotta moderatamente, si abbronza con gradualità assumendo un colorito nocciola chiaro FOTOTIPO 4 Si scotta poco, si abbronza sempre molto fino ad assumere un colorito nocciola scuro La radiazione UV-A è meno efficace nel produrre l'abbronzatura ed arrossa meno la pelle. Le lampade RUVA, pur aumentando la quantità di melanina (il pigmento responsabile della colorazione / abbronzatura della pelle), forniscono alla pelle un grado di fotoprotezione piuttosto modesto. Chi si abbronza con la radiazione UV-A prima dell’esposizione a RUV naturale, convinto così facendo di acquisire un grado di protezione sufficiente per stare al sole a lungo sin dal primo giorno, potrebbe andare incontro a spiacevoli scottature. Per evitare simili effetti, bisogna esporsi alla radiazione UV solare con la gradualità necessaria in rapporto alla propria fotosensibilità (fototipo). Nella popolazione di razza caucasica si possono schematicamente individuare quattro classi in ordine decrescente di fotosensibilità, a cui corrispondono i fototipi 1, 2, 3 e 4. La gradualità dell'esposizione deve essere seguita anche nei trattamenti fotoestetici. I trattamenti eseguiti presso gli esercizi commerciali sono in genere di breve durata e per ottenere l'effetto abbronzante in un intervallo di tempo così breve con la radiazione UV-A è neces- sario che l'intensità della radiazione sia elevata. Nelle apparecchiature (lettini, applicatori facciali) che utilizzano lampade UV-A ad alta pressione l'intensità della radiazione può essere anche da 5 a 10 volte superiore al valore massimo della UV-A solare alla nostra latitudine. Evidentemente, una tale modalità di esposizione è innaturale ed è oggetto di attenzione da parte degli esperti perché non si può escludere che intensità così elevate comportino conseguenze negative non ancora interamente esplorate e comprese. Volume 1, Numero 1 Pagina 3 Proteggere sempre gli occhi I trattamenti estetici con sorgenti artificiali di radiazione UV possono essere causa di seri danni all'occhio, se quest'ultimo non viene adeguatamente protetto. Le strutture oculari a rischio sono: la congiuntiva, la cornea, il cristallino e la retina. Sulla congiuntiva e la cornea la radiazione UV può produrre irritazione e infiammazione, fenomeni acuti molto fastidiosi che di solito regrediscono in qualche giorno. Il danno al cristallino e alla retina è più subdolo, perché non si manifesta con reazioni acute. Gli effetti negativi si sommano a quelli derivanti dall'invecchiamento cronologico o da altre cause e possono perciò contribuire a determinare la comparsa precoce di patologie quali la cataratta e la retinite. La radiazione UV-B e la maggior parte della UV-A non raggiungono la retina perché sono interamente assorbite dalle altre strutture che attraversano. Soltanto nell'occhio nel quale il cristallino naturale è stato sostituito con un cristallino artificiale ( es. chirurgia della cataratta), le RUV possono raggiungere la retina a livelli significativi. Coloro ai quali è stato asportato il cristallino naturale, qualora decidano di sottoporsi a trattamenti estetici, devono assolutamente evitare che l'occhio venga raggiunto dalla RUV e dalla luce visibile di colore viola o blu. Si raccomanda l'uso di occhiali protettivi di forma avvolgente e capaci di filtrare completamente le componenti spettrali appena richiamate. Nell'uomo l'occhio è posizionato in modo da ridurre al minimo l'esposizione alla radiazione UV e visibile proveniente direttamente da una sorgente, come il sole, posta in alto sopra le nostre teste. Inoltre, la percentuale di radiazione UV riflessa dalla cornea aumenta in misura considerevole all'aumentare dell'angolo di incidenza. Nei trattamenti cosmetici, frequentemente la geometria dell'esposizione oculare è sfavorevole. In particolare, nelle apparecchiature per trattamenti al viso, le lampade abbronzanti sono posizionate di fronte, all'altezza degli occhi. Il rischio per l'occhio non protetto da occhiali adeguati è molto elevato. Non utilizzare gli occhiali, per evitare l'effetto "occhi a panda", confidando soltanto nella protezione assicurata dalla chiusura delle palpebre, è un comportamento a rischio elevato per i danni oculari. Quando la sorgente di radiazione UV è costituita da lampade UV-A ad alta pressione, vanno considerati anche gli effetti negativi sull'occhio dovuti alla possibile presenza di una intensa componente di radiazione infrarossa. Vari tipi di occhialini Conclusioni L'analisi della letteratura scientifica mostra che la RUV solare e artificiale sono un fattore causale per i carcinomi della pelle (carcinoma squamoso e basocellulare) e per il melanoma cutaneo, provoca l'invecchiamento precoce della pelle ed altri effetti nocivi per la salute. Considerata la forte evidenza statistica degli effetti nocivi alla salute prodotti dalla RUV, l’ OMS sconsiglia l’uso delle apparecchiature abbronzanti a chiunque esprime il parere che l'uso di apparecchiature abbronzanti comporti un maggiore rischio di tumori della pelle. Il rischio è particolarmente elevato per i soggetti di fototipo I e II e per i bambini e i ragazzi. Sono particolarmente sconsigliati dall'utilizzare apparec- chiature abbronzanti tutti coloro che appartengono alle seguenti categorie: • Soggetti con un elevato numero di nevi (nei); • Soggetti che tendono a produrre lentiggini; • Individui con una storia personale di frequenti ustioni solari in età infantile e nell'adolescenza; • Soggetti con lesioni cutanee premaligne o maligne; • Soggetti con la pelle danneggiata dal sole; • Coloro che utilizzano cosmetici. Questi prodotti possono aumentare la fotosensibilità individuale nell'esposizione alla RUV; • Persone che assumono farmaci. In questo caso, si dovrebbe chiedere il parere del medico curante per appurare se essi possano aumentare la propria fotosensibilità agli UV. Se, in contrasto con le predette raccomandazioni, una persona decide comunque di utilizzare le apparecchiature abbronzanti, allora bisogna che siano adottate le misure idonee a ridurre il rischio ai livelli più bassi possibili. L’OMS sconsiglia l'uso di apparecchiature per abbronzatura a chiunque. Divieti È vietato l’uso di apparecchiature abbronzanti a: Notiziario a cura di: Simonetta Chierici Anita Cappello Marina Rampinini Maurizio Tabiadon Dipartimento di Prevenzione Medico SSD Salute e Ambiente Via Statuto n. 5 • minori di anni 18 • donne in gravidanza • soggetti che soffrano o abbiano sofferto di tumori della cute • soggetti che non si abbronzano o che si scottano facilmente se esposti al sole Raccomandazioni • Il cliente deve essere adeguatamente informato sui rischi sanitari derivanti dall'esposizione. • Occhiali protettivi con caratteristiche idonee devono essere messi a disposizione dei clienti per la loro utilizzazione durante le sedute abbronzanti. • Ridurre al minimo il numero delle sedute. Ad esempio, il regolamento francese (J.O. République Française, Annexe 2, 1997) richiede normalmente che l'esposizione nei soggetti di fototipo III e IV, con pelle melano-competente, non debba eccedere due sedute la settimana, per un massimo di 30 sedute nel corso dell'anno (esposizione eritemigena efficace di 500 J m-2 per seduta). Si consiglia di interrompere saltuariamente il ciclo regolare delle esposizioni. • Poiché la fotosensibilità degli individui varia considerevolmente, è consigliabile limitare la durata della prima seduta a circa la metà di quella di una seduta regolare al fine di valutare la risposta della pelle. Se dopo la prima seduta si manifesta qualche reazione cutanea anomala, un ulteriore uso del lettino solare è sconsigliato. Tel.: 02 8578 9556-7 Fax: 02 8578 9649 E-mail: [email protected] Le raccomandazioni sono il risultato di studi e approfondimenti presentati da gruppi di studio, convegni e pubblicazioni sull'identificazione dei rischi da radiazione ottica • associati con lo sviluppo e la diffusione dell' “industria dell' abbronzatura” (Council on • Scientific Affairs 1989; ICNIRP/CIE Measurements of Optical Radiation Hazards 1998; Miller et al. 1998; Moseley et al. 1998; • USNIH 1998; Greinert et al. 2001). Per ulteriori approfondimenti consulta i siti: http://www.iss.it/ Rimuovere ogni tipo di prodotto cosmetico e non applicare creme protettive o prodotti che accelerano l'abbronzatura. Non sottoporsi ad esposizione mentre si assumono farmaci che accrescono la sensibilità alle radiazioni ultraviolette( antibiotici, antinfiammatori, antipertensivi, ecc.): in dubbio farsi consigliare dal medico Non si devono vantare effetti sanitari benefici. Qualsiasi impiego di apparecchiature abbronzanti con finalità terapeutiche deve avvenire unicamente in strutture sanitarie. • Le apparecchiature abbronzanti devono essere conformi ai requisiti dello standard della norma tecnica IEC (1995), e (devono appartenere soltanto ai tipi 1, 2, o 3 definiti in detta norma) e alle disposizioni e cautele d’uso del D.M . 110/2011. • Gli operatori addetti devono ricevere un'istruzione adeguata e certificata da un attestato. • E' responsabilità degli operatori professionali fornire al cliente informazioni e istruzioni su come usare in modo sicuro le apparecchiature abbronzanti. • Le ditte costruttrici e i rivenditori devono fornire le tabelle sui tempi di esposizione basate sulle caratteristiche delle lampade delle apparecchiature abbronzanti. http://www.who.int/uv/intersunprogramme/ • activities/uvartsunbeds/en/ Qualsiasi modifica tecnica, come, ad esempio, la sostituzione di lampade, filtri o riflettori non deve cambiare la classificazione IEC dell' apparecchio. Le apparecchiature abbronzanti devono essere munite di un interruttore programmabile a tempo. • Le apparecchiature abbronzanti collocate in alberghi o in centri ricreativi devono essere sottoposte agli stessi controlli (esattamente come per ogni esercizio commerciale). • Al fine di evitare possibili errori nel loro uso, non si devono utilizzare apparecchiature abbronzanti incustodite o con funzionamento a gettone. • Considerata la tipologia del loro impiego, le lampade solari utilizzate a domicilio non sono sottoposte allo stesso livello di controlli di quelle utilizzate con una adeguata supervisione negli esercizi commerciali; pertanto il venditore o il fornitore dell'attrezzatura deve fornire ulteriori informazioni sulla sicurezza. Nella fattispecie, devono essere utilizzate solo apparecchiature abbronzanti IEC di tipo 3. • Pur riconoscendo che le modalità per adempiere e conformarsi a queste raccomandazioni possono variare da Paese a Paese, le apparecchiature abbronzanti devono essere comunque conformi a queste raccomandazioni, e tale conformità, quando ciò sia possibile, deve essere verificata dalle autorità nazionali competenti