ELETTRODOTTO “REDIPUGLIA-UDINE OVEST”: PIU’ SICUREZZA E MINORI COSTI PER IMPRESE E FAMIGLIE La soluzione in aereo è necessaria per evitare i black out • • Maggiore affidabilità e semplicità di gestione anche in caso di guasto Circa 520 milioni di euro il costo del cavo interrato, 14 volte superiore all’aereo Roma, 11 settembre 2009 – In merito al dibattito in corso sul nuovo elettrodotto a 380 kV “Redipuglia – Udine Ovest”, Terna intende fornire alcuni elementi conoscitivi utili per inquadrare correttamente i termini della questione. Innanzitutto, Terna ribadisce che la nuova linea elettrica risulta di fondamentale importanza ed urgenza per evitare i rischi di black out che gravano sul sistema elettrico dell’area, una delle zone del Paese che in più occasioni ha subito interruzioni dell’alimentazione delle utenze. Il Friuli, che nel 2008 è entrato a far parte delle 12 regioni in deficit di produzione, ha le centrali elettriche e i flussi di importazione concentrati nell'area di Monfalcone e Torviscosa; inoltre, l’alimentazione è affidata ad una sola linea ad altissima tensione, la Redipuglia-Planais. Ciò comporta la difficoltà di garantire adeguati margini di sicurezza: in caso di fuori servizio della suddetta linea si verificano pericolosi sovraccarichi sulla dorsale a 220 kV e sulle arterie a 132 kV dell’area, con conseguenti black out. La “Redipuglia-Udine Ovest” garantirà alle imprese e alle famiglie del Friuli più sicurezza, qualità ed economicità del servizio elettrico. Tra i benefici, la “disponibilità aggiuntiva” di 600 MW di potenza più efficiente il cui utilizzo comporterà maggiore sicurezza e anche un risparmio di circa 40 milioni di euro l’anno. Il nuovo elettrodotto (38 km) consentirà, inoltre, di demolire oltre 100 Km di linee esistenti, a beneficio dell’ambiente. Nel suo complesso l’opera si configura come una vera razionalizzazione delle rete elettrica: una nuova linea moderna e più efficiente e la demolizione di oltre il doppio di linee obsolete. La necessità di costruire l’elettrodotto adottando la soluzione aerea deriva dalle caratteristiche intrinseche costruttive e di funzionamento, che consentono una gestione ottimale dei flussi di energia elettrica in totale sicurezza e sostenibilità. Cosa che, al contrario, non garantisce la soluzione in cavo interrato. Quattro le motivazioni principali: a) esigenze di sicurezza: l’elevata capacità di trasporto di un elettrodotto aereo consente di avere un’adeguata riserva in caso di guasto di un altro elettrodotto in zona, evitando in tal modo il verificarsi di black-out. Inoltre è possibile ripartire al meglio i flussi di energia sulle linee in modo da ottenere minori perdite e migliore sicurezza di fornitura. Per contro, un collegamento in cavo interrato , avendo una capacità di trasporto di molto inferiore a quella di una linea aerea, comporta la necessità di costruire due cavi per ogni linea aerea, creando così squilibri e sovraccarichi tali da rischiare di dover mettere fuori servizio i cavi per evitare situazioni potenzialmente critiche. b) semplicità impiantistica: un elettrodotto aereo non necessita di ulteriori apparecchiature e macchinari per poter funzionare. Per contro, un collegamento in cavo interrato necessiterebbe di macchinari di compensazione (reattori) costosi ed ingombranti da installare in tutte le stazioni con una occupazione di suolo piuttosto significativa; oltretutto, l’installazione di molte altre apparecchiature aumenta la vulnerabilità dell’intero sistema. c) affidabilità e manutenzione: l’elettrodotto aereo, costruito sostanzialmente con acciaio ed alluminio, è intrinsecamente robusto e quindi affidabile; in caso di guasto (raro), questo verrebbe localizzato e riparato in tempi brevi – dell’ordine di ore – e costi contenuti (qualche migliaio di euro). Inoltre, le ispezioni ed i controlli su elettrodotti aerei sono molto semplici ed efficaci, hanno una frequenza annuale con costi contenuti. Per contro, i cavi interrati sono costruiti con rame e soprattutto materiali e componenti molto delicati che di per sé possono guastarsi o essere facilmente danneggiati da terzi; in caso di guasto occorrono molti giorni per la localizzazione e molte settimane per la riparazione, con costi dell’ordine del milione di euro. d) sicurezza di gestione: l’elettrodotto aereo consente una gestione del sistema elettrico in sicurezza e quindi una gestione dei parametri di funzionamento entro i limiti di progetto. Per contro, nel caso di un collegamento in cavo di tale lunghezza (38 km) la rete sarebbe sottoposta a sollecitazioni elettriche anomale e difficili da prevedere. Per questi motivi l’interramento di elettrodotti a 380 kV è una soluzione applicabile solo a brevi tratti e in presenza di reali vincoli esterni (ad es. aree altamente urbanizzate, attraversamenti di tratti di mare, ecc.) e comunque quando la rete esistente è nelle condizioni di sopportare un collegamento in cavo, tale cioè da rendere non praticabile la soluzione aerea. Quando si sono presentate queste condizioni, Terna non ha esitato a realizzare tratti di elettrodotto in cavo (Turbigo-Rho, Sorgente-Rizziconi ). Ma non è questo il caso della Redipuglia – Udine Ovest, che corre per la quasi la sua interezza (95% del tracciato) in aree agricole. C’è anche un altro aspetto da considerare. Terna non produce né tralicci né cavi interrati, quindi non ha alcuna preferenza sulle modalità costruttive dei collegamenti elettrici. Le risorse per effettuare gli investimenti, però, provengono dalle bollette delle imprese e delle famiglie, per cui a Terna, dalle normative vigenti, sono imposti limiti sui costi dello sviluppo della rete. L’investimento complessivo di Terna, pari a 100 milioni di euro, è costituito da: - 35 Milioni di euro per l’elettrodotto aereo in doppia terna 380 kV di 38 km - 25 Milioni di euro per la nuova stazione elettrica 380 /220 kV a Pavia di Udine - 40 Milioni di euro per la demolizione di oltre 100 km di vecchie linee esistenti Si tratta di un costo decisamente inferiore a quello che la collettività dovrebbe sopportare nel caso l’opera fosse realizzata in cavo interrato. Per avere infatti la stessa capacità di trasporto di una doppia terna a 380 kV in aereo, è necessario avere 4 linee in cavo interrato; considerato che il costo medio di 1 km di una linea in cavo interrato a 380kV è stimato in 3,25 mln di euro, si ha una cifra complessiva pari a 494 mln di euro. Oltre a ciò occorre installare altri macchinari elettrici (reattanze di compensazione del reattivo prodotto), con un costo aggiuntivo di 24 mln di euro. In totale, l’intera linea in cavo interrato costerebbe circa 520 milioni di euro, una cifra molto lontana dai 114 milioni di cui si è letto, e superiore di 14 volte rispetto ai 35 milioni del cavo aereo, valore per altro in linea con le stime dei gestori di rete europei (l’inglese National Grid dichiara sul suo sito internet che l’interramento di linee ad altissima tensione è pari a 12-17 volte il costo della linea aerea). Sia gli aspetti inerenti la sicurezza, sia gli aspetti economici confermano che la soluzione in aereo resta la più vantaggiosa.