Gli sviluppi della crisi e la posizione internazionale dell’Italia Prof. Carluccio Bianchi Università di Pavia Lezioni Lincee di Economia – Milano -15 febbraio 2012 1/49 I prodromi della crisi attuale: il dissesto subprime USA 2007-2008 La crisi che stiamo vivendo è una conseguenza diretta dei provvedimenti di politica economica presi per affrontare la crisi dei mutui subprime del 2007-2008. Come è noto, tale crisi è stata causata dalla combinazione dei seguenti fattori: bolla immobiliare; bassi tassi di interesse iniziali (teasing rates); cartolarizzazioni spregiudicate; diffusione di un sistema bancario ombra con crescita abnorme della leva finanziaria; sottovalutazione del rischio sistemico; assenza di regolamentazione istituzionale; Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 2/37 conflitti diLezioni interesse interni alle agenzie di rating. I prodromi della crisi attuale: il dissesto subprime USA 2007-2008 Tali fattori hanno portato ad una esplosione dei mutui subprime concessi dalle banche. Quando però la bolla immobiliare è alfine esplosa, si è verificato il dissesto delle attività subprime (2,5% delle attività finanziarie totali), estesosi poi all’intero sistema bancario- finanziario, a causa delle interrelazioni tra IF. Il valore dei titoli cartolarizzati si è pressoché annullato, le banche sono entrate in crisi di liquidità, il mercato interbancario si è vaporizzato, le Borse sono crollate, alcune banche o istituzioni finanziarie sono fallite (LB) o sono state nazionalizzate o salvate con interventi ad hoc delle autorità di Governo. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 3/49 La diffusione della crisi La crisi, inizialmente solo finanziaria, si è estesa all’economia reale in seguito all’operare dei classici meccanismi di trasmissione: -credit crunch, effetti ricchezza, effetti sulle aspettative di famiglie e imprese, maggiore avversione al rischio e preferenza per la liquidità (con rialzi dei tassi di interesse), moltiplicatore del reddito, commercio internazionale Nel 2009 il PIL mondiale è caduto per la prima volta dal II dopoguerra, paradossalmente di più in paesi diversi dagli USA, che la crisi avevano generato. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 4/49 Il contagio reale: variazione del PIL in alcuni paesi OCSE: 2008-2010 6,0 4,0 2,0 0,0 -2,0 -4,0 -6,0 -8,0 l da ark and nce any ece ary and and taly pan rea ico nds and ga ain den and om ates rea CD a x E a u Sp g l I l l e a n e erl m nl gd St Ko Me erla Po ort Ja w n Fr erm Gr Hun Ice Ire ro al O i z Ca Den Fi d t S u P i h K t G t E te To Sw ited ni Ne U Un Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 2008 2009 2010 5/49 Gli interventi di Governi e Banche Centrali In questa difficilissima situazione, tendenzialmente peggiore di quella del 1929, le autorità di governo sono intervenute prontamente per evitare che la crisi di liquidità sperimentata portasse al fallimento delle banche e delle istituzioni finanziarie. L’obiettivo primario è stato quindi quello di salvaguardare l’esistenza del sistema finanziario stesso, condizione fondamentale per evitare il collasso dell’intero sistema economico. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 6/49 Gli interventi di Governi e Banche Centrali In particolare i primi interventi a sostegno dei mercati finanziari sono stati effettuati dalle Banche Centrali, con riduzioni dei tassi d’interesse … 7 6 Tasso USA 5 4 3 2 Tasso UME 1 0 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 10 11 7/37 Gli interventi di Governi e Banche Centrali … ed espansioni monetarie (anche non convenzionali) senza precedenti, soprattutto negli USA. USA UME Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 8/49 Gli interventi di Governi e Banche Centrali La politica monetaria ha contribuito a stabilizzare il sistema finanziario e creditizio. Essa però non è stata sufficiente, perché le banche hanno trattenuto presso di sé tutta la liquidità immessa nel sistema. La politica monetaria, inoltre, come è ampiamente noto, nelle recessioni non è in grado di stimolare la domanda di beni (essa opera infatti in maniera asimmetrica). Così, soprattutto quando il livello della crisi si è aggravato nel settembre 2008, è stato necessario anche un forte intervento da parte dei Governi. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 9/49 Gli interventi di Governi e Banche Centrali L’intervento dei Governi è stato di dimensioni senza precedenti per l’ammontare dei fondi stanziati. Di conseguenza i deficit e i debiti pubblici si sono fortemente ampliati, per l’operare sia (soprattutto) degli stabilizzatori automatici, sia anche (laddove la situazione iniziale delle finanze pubbliche lo permetteva) di interventi discrezionali. I grafici successivi mostrano l’impatto della crisi sui conti pubblici e sulla crescita negli USA, in Giappone e nell’Eurozona. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 10/49 Gli interventi di Governi e Banche Centrali Stati Uniti … Deficit Debito 120,0 0,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 ‐2,0 100,0 ‐4,0 80,0 ‐6,0 60,0 ‐8,0 40,0 ‐10,0 20,0 ‐12,0 0,0 2007 ‐14,0 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Crescita 4,0 3,0 2,0 Rating: AA+ 1,0 0,0 ‐1,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 ‐2,0 ‐3,0 Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 ‐4,0 11/49 Gli interventi di Governi e Banche Centrali in Giappone … Deficit Debito 0,0 ‐1,0 250,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 200,0 ‐2,0 ‐3,0 150,0 ‐4,0 ‐5,0 100,0 ‐6,0 ‐7,0 50,0 ‐8,0 ‐9,0 0,0 ‐10,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Crescita 6,0 4,0 2,0 0,0 Rating: AA- 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 ‐2,0 ‐4,0 ‐6,0 Lezioni‐8,0Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 12/49 Gli interventi di Governi e Banche Centrali nell’Eurozona … Deficit Debito 120,0 0,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 ‐1,0 100,0 ‐2,0 80,0 ‐3,0 60,0 ‐4,0 40,0 ‐5,0 20,0 ‐6,0 0,0 2007 ‐7,0 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Crescita 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0 ‐1,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 ‐2,0 ‐3,0 ‐4,0 Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 ‐5,0 13/49 La crisi dei debiti sovrani in Europa La situazione all’interno dell’eurozona è tuttavia piuttosto variegata, con una netta divaricazione tra la Germania, il cui debito pubblico è stabilizzato dal 2010 (all’84%), pur in presenza di un lieve deficit (circa 1% del Pil), e gli altri paesi, soprattutto periferici (ma anche la Francia), dove la dinamica del debito pubblico rimane piuttosto elevata. Critica appare soprattutto la situazione dei cosiddetti PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) dove la situazione dei conti pubblici è problematica. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 14/49 La crisi dei debiti sovrani in Europa La crisi dei debiti sovrani nei PIIGS può essere fatta risalire all’inizio del 2010, quando si scoprì che il Governo Greco aveva mentito sistematicamente sullo stato dei conti pubblici per soddisfare i parametri europei e che aveva effettuato con GS e JP Morgan operazioni finanziarie spregiudicate e illegittime per nascondere l’entità dell’indebitamento (swap in valuta non contabilizzati come prestiti). Il suo deficit effettivo passava dal 6% al 15% del Pil. Il suo debito 2009 veniva rivalutato al 127% del Pil, con una percentuale del 70% detenuta all’estero. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 15/49 La crisi dei debiti sovrani in Europa: il caso Grecia Si determinava quindi una crisi di fiducia rispetto alla possibilità del Governo greco di rimanere solvente. Ad aprile le agenzie di rating abbassavano il merito di credito dei titoli pubblici greci al livello di titoli spazzatura. I tassi di interesse e lo spread rispetto ai Bund tedeschi schizzavano verso l’alto. Il Governo iniziava a prendere misure di austerità e chiedeva sostegno alla Commissione Europea e al FMI per evitare il default. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 16/49 La crisi dei debiti sovrani in Europa: il caso Grecia Il totale dei finanziamenti concordati ammontava a 110 miliardi di euro (oggi diventati 130), divisi in varie tranche temporali, per avere le quali, tuttavia, la Grecia si impegnava a drastiche misure di risanamento fiscale, le quali tuttavia facevano entrare il paese in un circolo vizioso di recessione, aumento deficit, aumento tassi di interesse, necessità di nuove misure di risanamento. La situazione della Grecia può essere facilmente illustrata con l’aiuto dei soliti grafici. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 17/49 La crisi della Grecia Debito Deficit 0,0 ‐2,0 200 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 180 160 ‐4,0 140 ‐6,0 120 ‐8,0 100 ‐10,0 80 ‐12,0 60 40 ‐14,0 20 ‐16,0 0 ‐18,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Crescita 4,0 2,0 Rating: CC 0,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 ‐2,0 ‐4,0 ‐6,0 Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 ‐8,0 18/49 Il contagio greco e l’estendersi della crisi dei debiti sovrani in Europa La crisi fiscale e la possibilità di default della Grecia (2,5% del Pil UME) determinavano quindi immediati effetti di contagio nei paesi dell’Eurozona con la situazione delle finanze e del debito pubblico peggiori e le prospettive di crescita più basse. Entravano in crisi nell’ordine Irlanda (1,7%), Portogallo (1,9%), Spagna (11,5%) e Italia (17%). I premi per il rischio di insolvenza salivano ovunque nei cosiddetti PIIGS (o GIPSI) e tutti i paesi erano costretti ad adottare misure di risanamento fiscale per rassicurare i mercati. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 19/49 20 07 20 M0 07 1 20 M0 07 3 20 M0 07 5 20 M0 07 7 20 M0 07 9 20 M1 08 1 20 M0 08 1 20 M0 08 3 20 M0 08 5 20 M0 08 7 20 M0 08 9 20 M1 09 1 20 M0 09 1 20 M0 09 3 20 M0 09 5 20 M0 09 7 20 M0 09 9 20 M1 10 1 20 M0 10 1 20 M0 10 3 20 M0 10 5 20 M0 10 7 20 M0 10 9 20 M1 11 1 20 M0 11 1 20 M0 11 3 20 M0 11 5 20 M0 11 7 20 M0 11 9 20 M1 12 1 M 01 La dinamica degli spread dei GIPSI rispetto alla Germania 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 Irlanda Grecia Spagna Italia Portogallo 20/49 La crisi dei debiti sovrani Nei paesi a maggior rischio di default, oltre ai tassi di interesse, sono saliti di molto i premi pagati dai detentori di titoli di Stato per assicurarsi contro la possibile insolvenza tramite lo strumento dei CDS (Credit Default Swap). Sulla base di tali premi è possibile ricavare implicitamente la probabilità che i mercati finanziari assegnano all’insolvenza di ciascuno Stato sovrano. Nel grafico seguente non è riportata la Grecia, per la quale il default, concordato o meno, è ormai inevitabile. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 21/49 Probabilità di default implicite nei CDS 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 SA U ez ia Sv ni to o U ia an R eg n er m ne G G ia pp o as ile Br Co re a Tu rc hi a R us si a Fr an ci a ag na Sp It al ia ne zu el a Ar ge nt in a U cr ai na Ir la nd a U ng he ri a Ve Po rt o ga llo 0,0 Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 Ottobre Gennaio Oggi 22/49 Rating S&P dei debiti sovrani europei Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 23/49 Crisi dei debiti sovrani e delle banche L’innalzamento dei tassi di interesse ha determinato una caduta del valore dei titoli di Stato. Gran parte di questi titoli sono detenuti da banche, il cui attivo perde valore; di conseguenza anche il loro rischio di insolvenza sale; le loro quotazioni di Borsa scendono. La crisi, nata dalle banche, è passata agli Stati sovrani, ed ora ritorna anche alle banche, le quali hanno bisogno di ricapitalizzare, ma hanno difficoltà a trovare finanziamenti, dato che anche gli Stati stanno riducendo i loro deficit. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 24/49 Crisi dei debiti sovrani e delle banche Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 25/49 Crisi dei debiti sovrani e recessione Vi sono tutti gli elementi per innescare una nuova recessione (double dip), determinata dalla combinazione di: politiche fiscali restrittive ovunque, volte a ridurre rischio di insolvenza restrizioni del credito bancario, determinate da innalzamento dei tassi di interesse e crisi di liquidità delle banche, a seguito della caduta del valore dei titoli di Stato posseduti riduzione delle quotazioni di Borsa, soprattutto delle azioni bancarie, e della ricchezza finanziaria delle famiglie (azioni più titoli di Stato), per cui si devono ricostituire i risparmi riducendo i consumi crisi di fiducia e maggiore avversione al rischio interdipendenze finanziarie e reali a livello mondiale Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 26/49 Il problema italiano In Europa vi è ora un serio rischio di dissoluzione dell’Unione Monetaria. Dall’estate 2011, dopo i problemi manifestati dai paesi periferici (nell’ordine Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna), ora al centro dell’interesse è l’evoluzione dell’economia italiana. La situazione attuale dell’economia italiana è opposta a quella del 1995-97 (ingresso nell’UME): allora vi fu un circolo virtuoso di riduzione del deficit, dei tassi di interesse, e quindi dei deficit. Oggi è in atto un circolo vizioso opposto: il deficit non è sotto controllo, ciò mantiene alti i tassi di interesse, che a loro volta spingono il deficit verso l’alto. Ogni aumento di un punto dei tassi di interesse, a regime (circa 7 anni), determina un incremento del deficit dell’1,2% del Pil, pari a circa 20 miliardi di euro. Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 27/49 Il problema italiano Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 28/49 Il problema italiano Ma perché l’Italia è ora l’epicentro della crisi? Contagio Grecia: una volta messa in dubbia la solvibilità di uno Stato sovrano, tutti i paesi con finanze pubbliche disordinate costituiscono un pericolo per gli investitori Paese “grande” (17% UME) con rapporto debito pubblico–reddito elevato e in crescita Misure di risanamento fiscale (sino al Governo MM) tardive, insufficienti, poco credibili, con conseguente mancanza di fiducia da parte dei mercati e fonte di speculazione unidirezionale (profezia che si autorealizza) Debole posizione internazionale dell’Italia nell’analisi dei mercati sulle prospettive di crescita e risanamento Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 29/49 La posizione internazionale dell’Italia Punti di debolezza dell’Italia: Elevato debito pubblico in assoluto (3° al mondo dopo Giappone e Usa) e rapporto debito pubblico – reddito (3° al mondo dopo Giappone e Grecia), di cui il 50% in mano a residenti esteri Bassa crescita da 15 anni ca. (la più bassa tra i paesi industrializzati: 1 punto percentuale in meno della media UME e due punti in meno degli USA). Deficit strutturale di bilancia dei pagamenti (3% ca. del PIL), con conseguente crescita debito estero (20% circa del PIL) Perdita progressiva di competitività, in termini sia di costi relativi sia di sistema Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 30/49 La posizione internazionale dell’Italia Punti di debolezza dell’Italia: Scarsa dinamica della produttività (o addirittura sua diminuzione negli anni più recenti) Scarsa capacità di attrarre investimenti esteri (eccessiva regolamentazione dei mercati dei beni e del lavoro; eccesso di tassazione e burocrazia; sistema giudiziario lento ) Scarsa innovazione imprese, troppo piccole, a controllo familiare, con difficile accesso al credito Inefficienza PA e classe politica Scarso capitale umano e sociale Inserimento nell’UME, che inibisce politiche monetarie, valutarie e fiscali autonome Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 31/49 La posizione internazionale dell’Italia Tassi di crescita del PIL 6 4 USA 2 UME 0 -2 Italia -4 -6 96 98 00 02 04 06 08 10 Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 12 32/49 La posizione internazionale dell’Italia Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 33/49 La posizione internazionale dell’Italia 5 Quota del commercio mondiale 4,5 4 3,5 3 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 2007 2008 2009 2010 34/49 La posizione internazionale dell’Italia Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 35/49 La posizione internazionale dell’Italia Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 36/49 La posizione internazionale dell’Italia Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 37/49 Il risanamento fiscale italiano Per evitare il default i Governi SB e MM hanno dovuto adottare severe misure di risanamento fiscale, miranti ad ottenere il pareggio di bilancio nel 2013 Il totale delle misure ammonta a circa 80 miliardi di euro, pari al 5% circa del PIL (solo la manovra Amato del 1992 era relativamente più intensa come impatto) Tali misure, benché necessarie, hanno effetti inevitabilmente restrittivi, determinando quest’anno una caduta del PIL dell’ordine del 2% e l’anno prossimo di circa lo 0,5%. Il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe aumentare di poco quest’anno e cominciare a scendere nel 2013 Il rapporto deficit/PIL si dimezzerebbe quest’anno (2%) e tenderebbe a zero nel 2013 (vedi grafici seguenti) Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 38/49 Il problema italiano Debito Deficit 125 0,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 ‐1,0 120 115 ‐2,0 110 ‐3,0 105 ‐4,0 100 95 ‐5,0 90 2007 ‐6,0 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Crescita 3,0 2,0 1,0 0,0 ‐1,0 Rating: BB+ 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 ‐2,0 ‐3,0 ‐4,0 ‐5,0 ‐6,0 Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 39/49 Il risanamento fiscale italiano Grazie alle misure intraprese, lo spread rispetto ai Bund tedeschi sta cominciando lentamente a scendere (dagli oltre 550 punti base di novembre sino agli attuali 360-370) L’Italia non è più considerata un fattore di instabilità, ma un esempio da imitare 9 febbraio 2012 21 novembre 2011 Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 40/49 I rischi di un avvitamento della crisi Lo spread è tuttavia ancora fortemente condizionato dalla crisi greca e dall’ortodossia europea nel campo della politica economica, per cui la politica monetaria deve solo mirare alla stabilità dei prezzi e la politica fiscale all’azzeramento dei deficit Le misure adottate hanno un impatto negativo sulla crescita reale; l’aumento della disoccupazione e la recessione fanno aumentare la spesa pubblica, diminuire la tassazione e crescere i rapporti deficit/Pil e debito/Pil La riduzione simultanea dei deficit di tutti i paesi avanzati ha effetti amplificati su tutte le economie Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 41/49 Un’Europa a due velocità Si determina inoltre una netta divergenza tra l’evoluzione della Germania e quella dei paesi periferici. In Germania si verificano entrate di capitali alla ricerca di un “porto sicuro”, per cui i tassi di interesse si riducono, gli investimenti aumentano e così le esportazioni, grazie all’euro debole Altrove i tassi aumentano e gli investimenti si riducono; la forza delle esportazioni tedesche non indebolisce l’euro a sufficienza; inoltre la ridotta domanda interna tedesca implica basse esportazioni e bassa crescita nella periferia dell’UME Vi sono poi effetti sulla crescita potenziale: il reddito sale in Germania e stimola il progresso tecnico; ciò aumenta il reddito potenziale; altrove succede il contrario Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 42/49 I problemi dell’Italia L’effetti congiunto di restrizioni fiscali reiterate, tassi di interesse elevati, stretta creditizia e minore domanda estera potrebbe essere quello impedire il previsto annullamento del deficit nel 2013 (stima 0,5-0,8%) Ciò implicherebbe la necessità di adottare nuove misure (in parte già previste, come l’ulteriore aumento dell’IVA di 2 punti a settembre) Si potrebbe in tal modo generare un possibile circolo vizioso di deficit-recessione-deficit, simile a quello sperimentato su larga scala dalla Grecia Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 43/49 Cosa dovrebbe fare l’Europa? In questa situazione l’architettura istituzionale europea si è dimostrata clamorosamente inadeguata. L’UME non è un’area valutaria ottimale; tuttavia i paesi aderenti non hanno più sovranità né sul tasso di cambio, né sulla politica monetaria, né, in prospettiva (fiscal compact), su quella fiscale. In tale contesto sarebbero necessarie una politica fiscale federale (con possibilità di emettere eurobond) e una Banca centrale meno vincolata all’inflazione (come la Fed) Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 44/49 Cosa dovrebbe fare l’Europa? La Germania si oppone tuttavia a tali Debito totale innovazioni e ritiene Italia + Spagna che gli aiuti debbano essere subordinati a misure di risanamento fiscale in ogni paese Fondo per l’Euro Lo stesso Fondo Salva-Stati è del tutto Debiti Grecia + Portogallo + insufficiente rispetto Irlanda agli eventuali bisogni dei paesi mediograndi Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 45/49 Conclusioni Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 46/49 Una situazione rischiosa e incerta La situazione attuale è molto rischiosa, per cui la prosecuzione del processo di crescita in atto in Europa non è garantita, nonostante lo stimolo derivante dalla buona performance di crescita dei paesi emergenti. Il nodo della crisi è ora nei paesi avanzati ed in particolare nell’area dell’euro, a causa dei problemi di affidabilità dei paesi periferici. Tutti gli Stati hanno adottato misure fiscali restrittive, peggiorando le prospettive di crescita Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 47/49 Una situazione rischiosa e incerta Il rischio è che la combinazione di strette fiscali, restrizioni creditizie determinate dalle difficoltà delle banche, riduzione dei consumi da parte delle famiglie, in seguito alle perdite di ricchezza e all’incertezza sul futuro, generi una nuova recessione (double dip). Per l’Italia tale eventualità è pressoché scontata, con riduzioni del Pil nel 2012 e nel 2013. Perso il controllo della politica monetaria, valutaria e fiscale, l’unico strumento di aggiustamento sembra essere diventato la cosiddetta “svalutazione interna”, ovvero la riduzione di salari e prezzi Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 48/49 Le prospettive dell’Italia Ma una rincorsa al ribasso del costo del lavoro non può essere la soluzione nell’attuale divisione internazionale del lavoro, e rischia di peggiorare il sostegno della domanda interna Occorrono misure straordinarie (patrimoniale, liberalizzazioni vere, dismissioni, riforme strutturali giustizia e PA, ammortizzatori, infrastrutture) per rilanciare la crescita ed evitare il depauperamento del capitale fisico, umano e sociale. È necessario inoltre modificare l’architettura istituzionale europea, perché anch’essa sia posta al servizio della crescita europea e non solo delle paure dell’elettorato tedesco Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012 49/49 Per saperne di più Lezioni Lincee di economia – Milano -15 febbraio 2012