Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Università degli Studi di Roma Tor Vergata Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza FACOLTA’ DI INGEGNERIA Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Superficie dei Metalli La superficie esterna di un metallo, quella che costituisce la separazione tra il metallo ed il vuoto che lo circonda, si può immaginare essere costituita da due strati a distanza infinitesima, che si formano proprio a causa di questa discontinuità metallo_aria, ovvero: • da una parte, uno strato sottilissimo di elettroni di conduzione e • dall’altra parte, uno strato di cariche positive, che rappresentano i nuclei degli atomi che generano gli elettroni di conduzione del metallo. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Emissione Termica: il Diodo a Vuoto Riscaldando una estremità del metallo, è possibile verificare che elettroni si allontanano dal metallo. La spiegazione fisica a questo fenomeno è data dall’aumento dell’energia cinetica degli elettroni a seguito dell’aumento della temperatura: infatti, gli elettroni possono raggiungere un’energia tale da compiere il lavoro di estrazione e quindi possono allontanarsi dal metallo. Questi risultati hanno spinto la ricerca verso dispositivi in grado di controllare il flusso di elettroni, ed il primo dispositivo ad essere creato a questo fine è stato il diodo a vuoto o semplicemente diodo. K=catodo, A=anodo, F1,F2=riscaldatore. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Le Motivazioni del Vuoto Le ragioni di realizzare il vuoto nei dispositivi termoelettronici sono molteplici, riassunti come esposto in seguito: •la temperatura a cui viene portato il catodo è di molte centinaia di gradi: impurità presenti nell’aria potrebbero prendere fuoco sul catodo, rovinando la sua efficienza •l’aria potrebbe ionizzarsi col fascio elettronico emesso dal catodo, peggiorando le prestazioni del tubo •contaminazioni varie degli elementi necessari al dispositivo a seguito di particelle indesiderate nell’aria lo porterebbero in breve tempo a perdere le caratteristiche per le quali è stato progettato •l’umidità nell’aria potrebbe favorire scariche elettriche indesiderate. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Emissione Termica: il Diodo a Vuoto Esperimenti sul diodo Applichiamo una d.d.p. al filamento riscaldatore ed una d.d.p. tra catodo ed anodo detta tensione anodica. Inseriamo quindi nel circuito anodico, ossia il circuito catodo_anodo, un misuratore di corrente. Variando la tensione anodica Va, anche invertendone la polarità, e variando la temperatura del catodo possiamo ricavare le seguenti curve per la corrente anodica Ia. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Emissione Termica: il Diodo a Vuoto Osservazioni sugli esperimenti sul diodo La regione dove Va ed Ia crescono proporzionalmente è detta regione ohmica, mentre la regione dove Ia si mantiene praticamente costante è detta regione di saturazione o regione a corrente costante. La saturazione corrisponde al fatto che tutti gli elettroni emessi nell’unità di tempo dal catodo, ossia la corrente catodica, sono raccolti dall’anodo. La piccola corrente che si vede dai grafici per tensioni anodiche negative, che nella maggior parte dei casi si può trascurare, dipende dal fatto che il riscaldamento del catodo può dare ad alcuni elettroni energia sufficiente per superare la barriera di potenziale del metallo ed a raggiungere in ogni caso l’anodo, nonostante Va sia leggermente negativa. Il fatto che il diodo faccia passare corrente al suo interno solo quando l’anodo è positivo rispetto al catodo ha fatto associare loro il nome convenzionale di valvola: a tutt’oggi questo termine è assai usato, ed anche associato a tubi più complessi, come triodi, tetrodi o pentodi. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Emissione Termica: il Diodo a Vuoto Regione di Carica Spaziale Esiste un campo elettrico, non trascurabile, che ostacola gli elettroni ad allontanarsi dal catodo: questo campo è causato dagli elettroni che sono tra catodo ed anodo, che creano una regione di carica spaziale con polarità tale da contrastare nuovi elettroni ad allontanarsi dal catodo. E’ proprio questa nuvola di carica spaziale ad avere un ruolo importante nell’andamento della corrente nella regione ohmica. Per rendersi conto di ciò, è necessario calcolare la distribuzione di potenziale nella regione di carica spaziale, ossia la regione tra catodo ed anodo. Per semplificare l’analisi, mettiamoci nella condizione di aver un problema monodimensionale: ciò si ottiene se pensiamo di concentrare il nostro studio nel segmento centrale tra i conduttori circolari piani di catodo ed anodo. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Emissione Termica: il Diodo a Vuoto Regione di Carica Spaziale Indichiamo con x la coordinata l’ungo l’asse virtuale che unisce il centro del catodo col centro dell’anodo, e come ipotesi semplificativa trascuriamo le variazioni trasversali delle grandezze fisiche, e quindi poniamo per ogni variabile d d = =0 dy dz La densità volumetrica ρ degli elettroni tra catodo ed anodo è data da ρ = -ne, dove n è la densità elettronica. Indicando con v la velocità puntuale di questi elettroni, la densità superficiale di corrente J sarà, in modulo, J = nev Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Emissione Termica: il Diodo a Vuoto Regione di Carica Spaziale Con l’ipotesi di considerare nulla la velocità iniziale con cui gli elettroni lasciano il catodo, la velocità di essi può facilmente calcolarsi dall’eguaglianza dell’energia elettrica posseduta dall’elettrone nella posizione con potenziale V e l’energia cinetica in questo stesso punto. Così facendo si ha v= 2e V m La distribuzione del potenziale in questa regione è determinata dall’equazione di Poisson che, tenendo conto delle ipotesi semplificative si scrive d 2V ne d 2V C J = ovvero, usando la densità di corrente J: con = C = ε0 dx 2 ε 0 dx 2 V Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” m 2e Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Emissione Termica: il Diodo a Vuoto Regione di Carica Spaziale Con la condizione iniziale V=0 per x=0, l’equazione differenziale precedente ammette la seguente soluzione V 3 2 = 9 2 Cx 4 Valutando la precedente equazione sull’anodo, ove x=d e V=Va, ed esplicitando la costante C otteniamo Va 3 2 9 d2 =J 4 ε0 m 2e Notiamo quindi che nella regione tra catodo ed anodo ed in regime di carica spaziale, la densità di corrente anodica J, e quindi anche la 3 corrente anodica, ha una dipendenza con la tensione anodica pari a Va 2 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Emissione Termica: il Diodo a Vuoto Regione di Carica Spaziale La regione di carica spaziale è più concentrata nelle immediate vicinanze del catodo, dato che in questa zona ci sono gli elettroni che hanno maggior effetto di ostacolo agli elettroni provenienti dal catodo, e nello stesso tempo il catodo è quello che emette elettroni. In ogni caso, la regione di carica spaziale diventa sempre più piccola al crescere del potenziale positivo sull’anodo, fino al punto di annullarsi, e quindi non si ha più l’effetto ostacolante al flusso elettronico: si entra allora nella regione di corrente costante, e tutti gli elettroni emessi dal catodo raggiungono l’anodo. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Emissione Secondaria Il diodo a vuoto, ha la caratteristica di far passare una corrente tra catodo ed anodo quando l’anodo ha potenziale maggiore del catodo. Gli elettroni emessi dal catodo sono accelerati dall’anodo e vanno ad urtare quest’ultimo con una certa velocità. Per valori di tensioni anodiche elevate, gli elettroni possono urtare l’anodo con un’energia sufficiente a causare l’emissione di elettroni dall’anodo, perchè gli elettroni che urtano l’anodo possono fornire a quelli dentro l’anodo una energia superiore a quella del lavoro d’estrazione. Nel caso di tubi amplificatori, come i triodi, questo fenomeno è maggiormente indesiderato rispetto al caso del diodo, dato che gli elettroni generati per emissione secondaria possono ritornare sulla griglia del tubo causando effetti indesiderati come oscillazioni. Esistono altri tubi, come il tetrodo ed il pentodo, che risolvono il problema aggiungendo altre griglie al dispositivo. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Triodo Il Triodo è il più semplice dei tubi a vuoto con uso da amplificatore, ed è impiegato principalmente come stadio finale di amplificatori di potenza. Esso è costituito da un catodo, una griglia, un anodo ed un riscaldatore, se presente: spesso è lo stesso catodo a funzionare anche da riscaldatore. Quando ciò accade, è facile trovare sul data sheet della valvola i riferimenti del filamento al posto di quelli del catodo. Esistono Triodi per diverse applicazioni, da classificarsi secondo la frequenza operativa e della potenza RF richiesta in uscita. La corrente Ik emessa dal catodo è in relazione con i potenziali Vgk, tra griglia e catodo, e Vak, tra anodo e catodo, dalla seguente equazione Vak ⎞ ⎛ ⎟⎟ I k = K ⎜⎜V gk + µ ⎠ ⎝ 3 2 dove K è una costante che dipende dalle caratteristiche del tubo e µ è il coefficiente di amplificazione; questo è un parametro molto importante per i tubi a vuoto. Per un Triodo, i valori di µ sono compresi nell’intervallo [20;300]. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Triodo K=catodo, A=anodo, G=griglia, F1,F2=collegamenti del riscaldatore. Figura a destra. Triodo Eimac YC179, caratterizzato per frequenze inferiori a 110MHz. Si tratta di un tubo in grado di dissipare 5KW sull’anodo e 35 watt sulla griglia: la tensione anodica tipica è di 5KV. Le dimensioni sono circa di 21cm in altezza e 13cm in larghezza, ed il peso si aggira sui 4.5Kg. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Triodo Effettuando esperimenti con un Triodo, in un circuito indicato nella figura a lato, otterremmo delle curve riportate nella seguente figura in basso, dette Caratteristiche d’Uscita Caratteristiche d’uscita statiche per un Triodo. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Triodo Le curve delle Caratteristiche d’Uscita tendono tutte a saturare al crescere di Vg, come indicato nella seguente figura per una generica curva di esse Saturazione della corrente anodica in un Triodo, al variare della Vg. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Triodo Caratteristiche d’uscita per il Triodo 3-400Z della Eimac Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Triodo Un altro grafico che possiamo tracciare con l’esperimento descritto sono le curve Ia,Ig costanti, riportate nella successiva figura: Si tratta di curve assai usate dai costruttori di tubi a vuoto, e possono essere trovate nei data sheets. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Triodo Curve Ia,Ig costanti per il Triodo 3CW40000A3 della Eimac Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Triodo Circuiti equivalenti ad un Triodo in regime quasi statico. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Triodo Circuito equivalente di un Triodo in alta frequenza, in regime di piccolo segnale. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Triodo Nel precedente circuito equivalente, Lg, La e Lk sono gli induttori parassiti corrispondenti alle connessioni che collegano la parte interna con l’esterno; Ge, Ke ed Ae individuano le connessioni esterne verso G, K ed A. A volte, vengono date anche le capacità di G, K ed A verso il riscaldatore, con valori più bassi di Cga, Cgk e Cak. Gli effetti di questi elementi reattivi, oltre a causare una limitazione di banda operativa, possono essere quelli di generare indesiderati accoppiamenti, causando possibili oscillazioni. Questi elementi parassiti ovviamente non possono essere ridotti oltre un certo valore, e quindi durante la fase di sintesi dell’amplificatore dovremmo tenerne conto. La valutazione di questi elementi parassiti in fase di progetto e tutte le tecniche necessarie per diminuirne gli effetti indesiderati, è nota col nome neutralizzazione. Spesso, la neutralizzazione del tubo non è una procedura semplice, e diventa più critica al crescere della frequenza. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Effetti dell’Aumento di Frequenza Operativa Facendo esperimenti su un amplificatore a tubi, la prima cosa che si nota è che al crescere della frequenza in ingresso oltre un certo valore, che dipende dal tipo di amplificatore, il segnale di uscita diminuisce sempre di più in ampiezza. Entro certi limiti, questo calo può essere recuperato aumentando il livello del segnale sulla griglia, con conseguente aumento di potenza di griglia; oltre un certo valore di frequenza, tuttavia, questo rimedio non è più efficace ed il calo di segnale diventa definitivo. Similmente, se si usa un tubo per costruire un oscillatore variabile, si nota che l’ampiezza delle oscillazioni decresce all’aumentare della frequenza scelta per l’oscillatore: oltre un certo valore, poi, non si riesce più ad avere oscillazioni dal tubo. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione d’Intensità Elettronica Effetti dell’Aumento di Frequenza Operativa Le cause del decadimento delle prestazioni di un dispositivo a tubo con modulazione d’intensità elettronica al crescere della frequenza possono riassumersi in tre, ovvero: • • • reattanze parassite aumento delle perdite inerzia degli elettroni L’ultimo effetto diventa preponderante al crescere della frequenza. Per superare questa limitazione, si deve usare un nuovo metodo d’interazione col fascio elettronico: questo metodo è la modulazione di velocità del fascio elettronico. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Klystron Il Klystron è uno dei primi tubi a vuoto espressamente dedicato all’amplificazione dei segnali a microonde, che non fa uso di modulazione d’intensità di corrente come invece fanno i tubi a vuoto per frequenze fino a circa 3 GHz. Questo tubo usa la modulazione di velocità di un fascio elettronico, che causa un raggruppamento nel fascio di elettroni in moto in uno spazio equipotenziale. Il raggruppamento è causato da un segnale RF posto in ingresso al tubo, che eccita due griglie connesse ad una cavità risonante. Questi elettroni raggruppati passano in altre due griglie, disposte in una seconda cavità ad una certa distanza dalla prima: gli elettroni raggruppati in transito eccitano delle oscillazioni in questa cavità, amplificando il segnale in ingresso se alcune relazioni sono soddisfatte. Infine, un connettore preleva il segnale da questa seconda cavità e lo fornisce in uscita. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Klystron F1 e F2 =filamenti del riscaldatore, K = catodo, G = griglia, L = lente elettrostatica, G1…G4 = griglie dove passa il fascio elettronico Cr1, Cr2 = cavità risonanti, C =collettore. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Alimentazione del Klystron Nella versione più semplice, ossia quella a doppia cavità, il Klystron è alimentato applicando una tensione positiva, rispetto al catodo, al blocco delle due cavità tra loro connesse da una guida metallica detta “tubo di scorrimento”. Per ragioni di sicurezza, il blocco cavità è posto a potenziale di massa. Alla griglia è applicata una tensione di poco diversa da quella del catodo, con funzione di controllo del flusso elettronico; il catodo ed i filamenti hanno la stessa funzione di quella che hanno nel diodo. La lente elettrostatica possiede un potenziale negativo, per convogliare gli elettroni lungo la zona di scorrimento. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Klystron Klystron VKP-7952A prodotto dalla CPI. Esso fornisce una potenza in uscita di 1MW in CW alla frequenza di 700MHz, con un guadagno di 40dB. Il dispositivo è lungo 4,72m e pesa 2360Kg, ed è usato in esperimenti di Fisica sulle particelle sub-atomiche. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Klystron Klystron VKA-7934. Esso sviluppa 1500W in banda Ka, ed il peso è di circa 25 Kg. Klystron VKP-8291 prodotto dalla CPI. Questo tubo sviluppa una potenza di circa 560KW pulsati ad 805MHz, è in grado di fornire una potenza CW di 50KW ed utilizza 6 cavità; è lungo 2.7m e pesa circa 1100 Kg. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Klystron Diagramma di Applegate per un Klystron. Permette di vedere semplicemente l’effetto di raggruppamento causato dal segnale in ingresso sul fascio elettronico. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Diagramma di Dispersione Per le linee di trasmissione esiste un diagramma cartesiano molto importante, detto diagramma di dispersione, o diagramma di Brillouin, che fornisce il grafico di ω in funzione di β: dati gli assi cartesiani ω e β, questo diagramma di dispersione si chiama anche diagramma ω,β. Per una guida d’onda, il grafico è riportato nelle seguenti figure. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Strutture ad Onda Lenta Tutte le strutture guidanti costituite da un numero comunque grande di ripetizione di una struttura base sono strutture guidanti ad onta lenta. Strutture così fatte sono anche dette strutture periodiche. Per le strutture periodiche, il diagramma ω/β viene da solito graficato con assi dati da |k|p e βp, dove p è il passo di periodicità: in questo caso gli assi sono suddivisi in radianti. Avere quindi una struttura guidante che supporti velocità di fase minore di quella della luce equivale al fatto che questa struttura deve avere un diagramma di dispersione che giace, almeno in parte, al disotto della linea retta passante per l’origine, con pendenza 1, della figura precedente: un esempio è rappresentato nella seguente figura. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Strutture ad Onda Lenta Esempi Guida d’onda circolare, caricata periodicamente da setti. Struttura ad elica. Tutte le strutture ad onda lenta supportano modi di propagazione con velocità di fase minori di quella della luce. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Strutture ad Onda Lenta Armoniche spaziali Nelle strutture periodiche ogni componente del campo in propagazione nello spazio può essere scomposto in armoniche spaziali, dove il termine spaziale serve ad evidenziare la differenza tra il caso attuale con quello della corrispondente allo sviluppo in frequenza di un segnale periodico nel tempo. Esistono infinite costanti di fase, che differiscono da una fondamentale β0 per multipli della periodicità spaziale p. Si ha βs=β0+s2π/p con s = -∞..+∞ Le velocità di fase saranno quindi: v fs = ω ω = β s β + s 2π 0 p Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Strutture ad Onda Lenta Nel piano |k|p/βp le costanti di fase βs=β0+s2π/p con s = -∞..+∞ hanno il seguente andamento: Diagramma di dispersione per strutture periodiche. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Strutture ad Onda Lenta Esisteranno quindi onde veloci e lente, come indicato nelle due seguenti figure, le cui zone di definizione prescindono dall’essere relative ad onde iso o contro. Zona delle onde veloci nel diagramma di dispersione per strutture periodiche. Zone delle onde lente nel diagramma di dispersione per strutture periodiche. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Strutture ad Onda Lenta Si nota quindi che le onde lente sono ai lati delle due rette relative all’onda fondamentale: nella figura abbiamo terminato, ai fini pratici di rappresentazione, la zona di esistenza delle onde lente, ma ovviamente essa si estende in teoria indefinitamente a sinistra ed a destra. In ognuna delle regioni appena individuate, esisteranno delle onde iso e contro, ma queste regioni cambiano a seconda del verso della βz;0, ossia a seconda se stiamo considerando l’apice positivo o negativo. Ad esempio se consideriamo gli apici positivi, ossia consideriamo la costante di fase positiva dell’armonica fondamentale, le onde iso e contro sono individuate nelle regioni rappresentate nella seguente figura Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Strutture ad Onda Lenta E’ evidente, poi, che quando le armoniche avranno velocità di fase simili, esse scambieranno una forte interazione tra loro; viceversa, dove esse saranno molto diverse il campo risultante sarà molto simile a quello relativo all’armonica fondamentale. Di conseguenza, il diagramma di dispersione precedente si modifica in pratica in quello della seguente figura indicato con tratto continuo. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Prendiamo in esame un’elica come esempio di struttura ad onda lenta, sede di un campo RF, e supponiamo che all’interno dell’elica passi un fascetto elettronico. Poniamo come asse longitudinale l’asse z. La situazione che si viene a creare lungo il percorso d’interazione è schematizzata nella seguente figura: Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Se tutto rimanesse come indicato nella precedente figura, escludendo un fenomeno transitorio, non ci sarebbe nessuna amplificazione, dato che l’energia ceduta dal fascio elettronico al campo RF sarebbe pari a quella che esso cede al fascio. Ciò che serve, quindi, è avere un moto relativo tra il raggruppamento elettronico ed il campo RF: questa situazione che vorremmo ottenere è quindi indicata nella figura seguente. La curva a tratto pieno si trova in una relazione di fase tale da ostacolare gli elettroni raggruppati nell’avanzamento, e quindi sottrae energia da essi, amplificandosi. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF La differente fase tra il pacchetto elettronico ed il campo RF non può rimanere sempre nel caso ideale mostrato in figura, ossia nel tempo tale relazione di fase muterà fino al punto da non essere più utile per l’incremento del campo RF. Di conseguenza, non tutto il percorso a disposizione per l’interazione è vantaggioso al campo RF, e quindi non si può estendere tale lunghezza finchè si vuole, fermo restando ovvie limitazioni fisiche. In generale, parte della lunghezza della zona d’interazione si utilizza per il raggruppamento, parte per l’amplificazione e parte perduta. Al crescere dell’amplificazione del campo cresce il fenomeno del raggruppamento: di conseguenza, la carica spaziale ρ, la velocità elettronica e l’ampiezza del campo RF sono tutte quantità funzione del tempo e dello spazio. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Per mantenere gli elettroni in un fascio occorre dedicare energia, dato che essi tenderebbero a respingersi essendo cariche di stesso segno. Questa energia è data da un campo magnetico statico H0, assiale alla struttura: se un elettrone diverge dal moto rettilineo, compare la forza di Lorentz che costringe l’elettrone a viaggiare in moto rettilineo. In pratica, il moto degli elettroni non è uguale per tutti gli elettroni del fascio, ed accanto a quelli in moto rettilineo ce ne sono altri che si muovono con moto ad elica che si innesca dopo che è intervenuta la forza di Lorentz. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Lo studio dell’interazione di un fascetto elettronico con un campo RF è complesso, Le complicazioni, come è facile dedurre, sono essenzialmente dovute al fatto che la struttura che guida il campo RF, che come detto è una struttura ad onda lenta, richiede condizioni al contorno di difficile formulazione; inoltre, il campo RF viaggia in un mezzo denso di elettroni in movimento e raggruppati. Tuttavia, inserendo delle approssimazioni allo studio è possibile ricavare delle equazioni che sono in grado di spiegare bene il funzionamento del TWT in ogni applicazione. Lo studio semplificato prevede di dividere il problema in due; 1. nel primo problema si suppone noto il campo RF e si studia il fenomeno del raggruppamento 2. nel secondo problema, si suppongono note le caratteristiche del fascetto e si studia il campo RF Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Effetto di un Campo RF su un Fascio Elettronico: Campo RF Noto Le equazioni del problema sono J = ρv Equazione della corrente Equazione di continuità ∇⋅J = − Equazione della meccanica m ∂ρ ∂t dv = −e( E tot + v × µ 0 H tot ) dt I vettori Etot ed Htot sono la somma dei valori statici, E0 ed H0, e dinamici, E ed H , e v è la velocità del gruppo di elettroni, m è la massa dell’elettrone ed e la sua carica. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Effetto di un Campo RF su un Fascio Elettronico: Campo RF Noto Per risolvere il problema facciamo le seguenti ipotesi v = vz z 0 ∂ / ∂x = 0 ∂ / ∂y = 0 H tot = H 0 z 0 E tot = Etot z 0 e cerchiamo delle soluzioni s(z,t) che sono date dalla somma di un termine funzione solo dello spazio s0(z) e di un termine funzione di spazio e tempo s1(z,t). Poniamo quindi, per la generica soluzione s(z,t) s(z,t) = s0(z) + s1(z,t) uguaglianza che sarà applicata a ρ, v, J ad E. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Effetto di un Campo RF su un Fascio Elettronico: Campo RF Noto Si giunge ad un’equazione differenziale J 0z d 2 J 1z dJ 1z 2 + j β − β J = − j β e E1z 2 e e 1z 2 dz 2Va dz dove J0z = ρ0v0z e βe=ω/v0z Moltiplicando per S l’equazione precedente, con S la sezione del fascio elettronico, essa può essere riscritta I 0z d 2 i1z di1z 2 + 2 jβ e − β e i1z = − j β e E1z 2 2 dz V dz a Si noti che esiste una componente assiale del campo elettrico ad RF: quindi non si propaga un’onda TE ne TEM. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Effetto di un Campo RF su un Fascio Elettronico: Fascio Elettronico Noto Le equazioni del problema sono le due equazioni di Maxwell per il vuoto: ∂H ∇ × E = −µ 0 ∂t ∇× H = ε0 ∂E +J ∂t Per risolvere il problema facciamo le seguenti ipotesi 1) ∂H z =0 ∂z 2) consideriamo solo l’armonica spaziale fondamentale che significa studiare un modo TM. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Effetto di un Campo RF su un Fascio Elettronico: Fascio Elettronico Noto Consideriamo allora il circuito equivalente al modo TM in propagazione dove aggiungiamo l’effetto del fascio considerato come un generatore di corrente Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Effetto di un Campo RF su un Fascio Elettronico: Fascio Elettronico Noto Dalla teoria delle linee è possibile scrivere d 2V di 2 = k V − ηk 2 dz dz dove k = ZY e η2=Z/Y. Dalla nota relazione E=-dV/dz in definitiva si ha: d 2 Ez d 2i 2 + k E z = ηk 2 2 dz dz Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Effetto di un Campo RF su un Fascio Elettronico: Soluzione Dobbiamo quindi risolvere il sistema di equazioni: I0z d 2i di 2 2 + j β − β i = − j βe Ez e e 2 2Va dz dz d 2 Ez d 2i 2 + k E z = ηk 2 2 dz dz dove abbiamo posto le ovvie relazioni E1z=Ez, i1z=i e I0z=I0. Per questo sistema vogliamo cercare soluzioni del tipo esponenziale. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Effetto di un Campo RF su un Fascio Elettronico: Soluzione Poniamo quindi: ⎧⎪i ( z ) = i (0)e − ke z ⎨ ⎪⎩ E z ( z ) = E z (0)e − ke z dove ke è la costante di propagazione relativa alla soluzione combinata, ossia il caso di propagazione nella struttura con il fascio elettronico presente. Inserendo queste soluzioni nel sistema precedente si ottiene un sistema algebrico omogeneo, che quindi ammette soluzioni quando si annulla il determinante dei coefficienti. Così procedendo, deve quindi essere soddisfatta la seguente equazione del IV ordine in ke: ηI 0 3 2 2 2 2 3 C = = Parametro di Pierce (k e − jβ e ) (k e − k ) + 2 jC β e kk e = 0 dove 4Va Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Effetto di un Campo RF su un Fascio Elettronico: Soluzione Imponiamo tre ipotesi, semplificative ma che si verificano in pratica. 1) Il modo TM in propagazione senza interazione elettronica non subisce perdite. Ciò significa imporre k=jβ 2) ke è diverso da k per una quantità infinitesima: quindi ke=jβ-ξ 3) La costante di fase associata al fascio elettronico, ossia la βe, è uguale a quella dell’onda nella struttura priva di fascio; imponiamo quindi βe=β Inserendo queste ipotesi nell’equazione precedente si nota che essa diventa di III grado: la soluzione che è andata persa non soddisfa le ipotesi 1)…3). Si hanno quindi tre valori di Ke: 3 3 ⎛ C⎞ ⎛ C⎞ ke 2 = jβ e (1 − C ) k e 3 = jβ e ⎜ 1 + ⎟ + β e C k e1 = jβ e ⎜1 + ⎟ − β e C 2⎠ 2 2⎠ 2 ⎝ ⎝ Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Effetto di un Campo RF su un Fascio Elettronico: Soluzione Notiamo adesso che ke1 ha parte reale negativa e quindi corrisponde ad un’onda che viaggiando si amplifica; ke2 è puramente immaginario e quindi corrisponde ad un’onda che viaggia senza attenuazione ma ovviamente varia la sua fase; infine, ke3 corrisponde ad un’onda che viaggia con attenuazione. E’ quindi l’onda corrispondente a ke1 quella che ci interessa. La costante di fase vale βe1=βe(1+C/2) che è quindi maggiore di quella che si avrebbe nella struttura imperturbata dal fascio a cui competerebbe β, dove β=βe per l’ipotesi precedente. La velocità di fase di quest’onda è quindi v fe1 = ω = β e1 ω ⎛ ⎝ β e ⎜1 + C⎞ ⎟ 2⎠ ed è minore di ω/β=ω/βe a seguito della posizioni descritte. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Interazione tra un Fascio Elettronico ed un Campo RF Effetto di un Campo RF su un Fascio Elettronico: Conclusione Quindi, con lo studio fatto, anche se contiene semplificazioni, siamo in grado di giustificare sia le ipotesi qualitative sia ciò che accade in pratica. Infatti, effettivamente il guadagno dei TWT cresce con la lunghezza della zona d’interazione, ma entro certi limiti come detto. Infatti, oltre una certa lunghezza, il guadagno non cresce più, dato che termina la condizione di ottima relazione di fase. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Traveling Wave Tube - TWT Il TWT, acronimo delle parole anglosassoni, Traveling Wave Tube, traducendo Tubo ad Onda Viaggiante, è il tubo a vuoto per microonde più usato attualmente. Il funzionamento si basa sull’interazione tra un fascetto elettronico ed un’onda isodirezionale che si propaga in una struttura ad onda lenta: l’energia cinetica posseduta dagli elettroni viene in parte trasferita all’onda elettromagnetica, causando l'amplificazione del segnale RF inviato all’ingresso del tubo. Sono disponibili TWT per molte applicazioni: dalle trasmissioni di bassa potenza, tipicamente qualche decina di watt, alle trasmissioni d’alta potenza come i sistemi radar, dove sono richieste molte decine di KW, ad applicazioni scientifiche dove le potenze possono arrivare a 100KW. In generale, il TWT è usato per potenze inferiori ai 100KW, dato che per potenze superiori si usano altri tubi, come il Gyrotron. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Traveling Wave Tube - TWT Le frequenze raggiungibili sono elevate, ma sotto ai 100GHz, in quanto per frequenze maggiori si usano altri tubi. Tuttavia, interessanti applicazioni della tecnologia MEMS al settore dei TWT hanno permesso il raggiungimento di centinaia di GHz, fino alla banda dei THz, con potenze di circa 200mW. Con questa tecnologia, la struttura ad onda lenta è realizzata con dimensioni di µmetri, permettendo quindi il raggiungimento di frequenze elevate: comunque, escludendo questi esperimenti, i prodotti attualmente disponibili sono relativi a frequenze inferiori ai 100GHz. In generale, il TWT è caratterizzato da elevati guadagni, almeno 40 dB, con la caratteristica che il guadagno cresce all’aumentare della lunghezza della zona d’interazione tra fascio ed onda. Tuttavia, esiste un limite superiore a questa lunghezza, oltre la quale il guadagno non cresce più. Valori massimi di guadagno sono di circa 65dB. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Traveling Wave Tube - TWT F1 ed F2 sono i filamenti del riscaldatore del catodo, K è il collegamento del catodo, G il collegamento della griglia, A il collegamento dell’anodo, C il collegamento del collettore ed E1, E2 quelli per l’elettromagnete. Si noti come l’elica è posta al potenziale di anodo. Sono presenti poi i connettori per il segnale d’uscita e d’ingresso. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Traveling Wave Tube - TWT Nella precedente figura abbiamo mostrato l’elica come struttura ad onda lenta. Di fatto, i primi TWT usavano questa struttura, e molti ancora oggi la usano. Tuttavia, a frequenze superiori ai 50 GHz la struttura ad elica diventa complicata a realizzarsi dato che la lunghezza equivalente di una spira deve essere molto inferiore ad una lunghezza d’onda, ed anche il diametro dell’elica lo deve essere. Inoltre, l’angolo d’avvolgimento non può essere ampio, inferiore ai 10 gradi tipicamente, e la larghezza del nastro che realizza l’elica deve essere vicina al valore del passo dell’elica. Tutto ciò ha come conseguenza che a frequenze superiori ai 50 GHz si usano altre strutture ad onda lenta, come quelle interdigitate. Inoltre, non è sempre presente l’elettromagnete, ed al suo posto può esserci un magnete permanente, coassiale con la struttura ad onda lenta. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Alimentazione del TWT Nella versione più semplice, ossia quella ad elica, il TWT è alimentato applicando una tensione positiva, rispetto al catodo, all’elica che è connessa all’anodo. Per ragioni di sicurezza, l’elica è posta a potenziale di massa. Alla griglia è applicata una tensione di poco diversa da quella del catodo, con funzione di controllo del flusso elettronico; il catodo ed i filamenti hanno la stessa funzione di quella che hanno nel diodo. Il collettore, se non sono presenti accorgimenti di miglioramento d’efficienza, non ha nessun potenziale applicato, ed è posto a massa. Infine, all’elettromagnete è applicata una corrente necessaria a generare il giusto campo d’induzione magnetica. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Traveling Wave Tube - TWT TWT modello VTX-6379E1 prodotto dalla CPI. 1KW in banda C, peso 11Kg. Mini-TWT prodotto dalla L3 Communications. 50 W in banda Ku. Peso 280gr. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Traveling Wave Tube - TWT Relazioni Fondamentali Come dimostrato, si hanno 3 onde in propagazione nella struttura, ma solo una prevale sulle altre allontanandoci dall’ingresso. Concentrandoci su questa, possiamo scrivere la seguente espressione per il campo Ez(z) longitudinale: E β eC Ez ( z) = i e 3 3 C z − jβ e (1+ ) z 2 2 e Definiamo poi il guadagno Gi in dB del TWT come Gi = 20 log10 E z ( z = L) Ei Combinando le due equazioni di ottiene ⎛ ⎞ ⎛ 1 ⎞ 3 β e L log 10 e ⎟⎟ Gi = 20⎜⎜ log 10 ⎜⎜ ⎟⎟ + C 2 ⎝ 3⎠ ⎝ ⎠ Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Traveling Wave Tube - TWT Relazioni Fondamentali E’ d’uso comune porre βeL=N2π, dove N indica il numero di lunghezze d’onda che entrano nella lunghezza L della zona d’interazione. Con questa posizione, la formula de guadagno diventa: ⎛ ⎞ ⎛ 1 ⎞ 3 Gi = 20⎜⎜ log 10 ⎜⎜ ⎟⎟ + C N 2π log 10 e ⎟⎟ = A + BCN 2 ⎝ 3⎠ ⎝ ⎠ Osserviamo quindi che il guadagno, come anticipato, dipende dalla lunghezza della zona d’interazione, in pratica determinata dalla lunghezza del tubo, e dal parametro C di Pierce. Il limite a questa lunghezza è dato dal fatto che la necessaria diversa velocità di fase tra gli elettroni raggruppati ed il campo RF all’aumentare del percorso porta il gruppo di elettroni ad interessare zone dove il campo RF accelera gli elettroni, e quindi cede energia a loro, invece che acquisire energia da essi. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Traveling Wave Tube - TWT Relazioni Fondamentali Ci interessa ora fare una analisi del comportamento in frequenza del TWT. Iniziamo col ricordare che abbiamo studiato questo tubo nell’ipotesi βe=β, ossia nell’ipotesi che la velocità di fase equivalente agli elettroni raggruppati, in viaggio nella zona d’interazione, fosse uguale alla velocità di fase dell’onda elettromagnetica in propagazione nella struttura ad onda lenta priva di fascio elettronico. Purtroppo, la βe è data da βe=ω/v0z ed è quindi lineare con ω, mentre β è dispersiva, con diagramma di dispersione del tipo indicato nella seguente figura: Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Traveling Wave Tube - TWT Relazioni Fondamentali Come si vede, la relazione β(ω) è una curva; quindi, la relazione βe=β non può essere soddisfatta che ad un solo punto. Tuttavia, la regione iniziale della curva è approssimabile ad una retta, e la relazione βe=β può considerarsi ragionevolmente soddisfatta. Un’altra considerazione sull’andamento in frequenza si ottiene osservando che al diminuire della frequenza diminuisce anche N, e quindi diminuisce anche il guadagno. Viceversa, al crescere della frequenza anche N aumenta ma il campo è più difficile da contenere nell’elica, e quindi sempre meno campo elettromagnetico partecipa allo scambio d’energia con gli elettroni: di conseguenza, anche al crescere della frequenza il guadagno diminuisce. Questo fenomeno è meno pronunciato di quello che causa la riduzione del guadagno a bassa frequenza. In conclusione, l’andamento tipico del guadagno in funzione della frequenza di un TWT è simile a quello riportato nella seguente figura: Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Traveling Wave Tube - TWT Relazioni Fondamentali Andamento in frequenza di un TWT tipico. In pratica, la frequenza superiore a –3dB si estende in alto, rispetto il punto di massimo, maggiormente rispetto all’estensione in basso della frequenza inferiore a -3dB. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Tecnica per Aumento d’Efficienza Una notevole quantità d’energia è spesa per il raffreddamento del collettore, che riceve l’impatto del fascio di elettroni utilizzato per l’amplificazione del segnale RF. Per mitigare questo effetto esiste una tecnica, nota come Depressed Collector, che permette un rallentamento degli elettroni prima di raggiungere il catodo. Così facendo, parte dell’energia cinetica degli elettroni è quindi trasformata in energia elettrica. Più celle di rallentamento possono essere usate, ed a questo caso si fa riferimento come Multi Stage Depressed Collector. I rendimenti raggiungibili con il MSDC, sia per TWT che Klystron, raggiungono il 65%, contro valori tipici compresi tra il 30% ed il 40%. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Tecnica per Aumento d’Efficienza Esempio di MSDC, con fascio elettronico. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Tecnica per Aumento d’Efficienza V1<V2<V3<V4 sono valori positivi che rappresentano le tensioni applicate. Valori tipici di V1, per Klystron di alta potenza, sono dell’ordine di 5…10KV. L’ultimo terminale, che rappresenta il collettore, viene posto al potenziale più basso a disposizione, minore di -V4, misurato rispetto al potenziale di massa delle griglie, caso del Klystron, o dell’elica, per il caso del TWT. Una versione più semplice dell’MSDC è il Single Stage Depressed Collector, dove solo il collettore è a potenziale negativo. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Tecnica per Aumento d’Efficienza Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Specifiche dei TWT I TWT sono specificati definendo i seguenti parametri Potenza di Picco Potenza in CW Guadagno Conversione AM/PM Input Back Off (IBO) in funzione dell’Output Back Off (OBO) 1dB Compression Point Ingombri Metodo di Montaggio Metodo di Raffredamento Peso Tipi di Porte RF Condizioni Ambientali Operative Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Specifiche dei TWT Le caratteristiche Pout/Pin sono quelle tipiche di amplificatori di potenza. Di seguito, riportiamo un diagramma di Pout/Pin di un TWTA in banda Ka. Il punto dove tipicamente il TWT lavora si specifica in termini di dB di back-off sotto alla saturazione: questo back-off si può riferire all’ingresso, IBO, ad all’uscita, OBO. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Specifiche dei TWT Spesso, invece della caratteristica Pout/Pin è rappresentata graficamente la curva OBO/IBO. Di seguito, ne riportiamo una ad esempio. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Specifiche dei TWT Tipici grafici IBO, OBO, 1dBc, TOIP per un TWT in due modi operativi: singola carrier o doppia carrier Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Specifiche dei TWT Il livello dei prodotti di intermodulazione del III ordine cala all’aumentare dell’IBO. Di seguito, riportiamo un grafico del rapporto C/IMD3 come esempio. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Specifiche dei TWT Nel caso di trasmissione multicarrier, il TWT deve essere specificato anche in termine di Noise Power Ratio – NPR. L’NPR si calcola misurando il livello del rumore nella banda del canale desiderato, ma lasciato privo di traffico, quando tutti gli altri canali adiacenti sono occupati. Rumore aggiunto dal TWT Noise Source Filtro Notch TWT NPR= Input Noise Power Level/Noise Power nel Notch Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Specifiche dei TWT Un tipico grafico dell’NPR in funzione dell’IBO per un TWT per comunicazione satellitare in multicarrier, con e senza ottimizzazione per la riduzione delle non linearità. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Specifiche dei TWT La conversione AM/PM è spesso rappresentata graficamente in funzione dell’IBO più che in funzione della Pin. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Prof. E. Limiti Corso di Elettronica per lo Spazio Seminario Tubi a Vuoto per Alta Potenza Tubi a Vuoto a Modulazione di Velocità Elettronica Per approfondimenti e discussioni sugli argomenti potete contattarmi all’email [email protected] Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”