L`effetto zeigarnik la legge della chiusura e la memoria

Capitolo 3 - I processi di apprendimento e i comportamenti di consumo
PER SAPERNE DI
L’EFFETTO ZEIGARNIK: LA LEGGE DELLA CHIUSURA E LA MEMORIA
L’effetto Zeigarnik è uno stato mentale di tensione causato da un compito non portato a termine.
Questo concetto è stato utilizzato per dimostrare la validità dei principi della psicologia della Gestalt
anche al di fuori dello studio dei processi percettivi. I fenomeni gestaltici sono infatti riscontrabili anche nei
processi mentali superiori (come la memoria). La leggenda narra che Bluma Zeigarnik, psicologa gestaltista
tedesca, seduta in un ristorante di Vienna negli anni ’20, osservava l’incredibile capacità del cameriere di
ricordare tutti i piatti ordinati dai suoi clienti. Notava inoltre che, una
volta serviti gli ordini ai commensali, egli non aveva più alcuna memoria
di quanto aveva loro appena servito. La psicologa teorizzò così che un
compito non portato a termine crea una “tensione psichica” dentro di noi.
Questa tensione agisce da fattore motivante nel ricordo e nell’azione atta
a completare la situazione inconclusa. Una volta completato il compito,
l’effetto motivante decade lasciando decadere anche il ricordo.
Nel 1927 Bluma Zeigarnik pubblicò le sue ricerche sui bisogni non
soddisfatti e sui compiti interrotti durante lo svolgimento. L’autrice
teorizzò che la pressione fisica causata da un lavoro interrotto comporta
una massiccia pregnanza della preoccupazione in corso; così il tasso di
memorizzazione è superiore di più del doppio rispetto a quello di un
lavoro portato a termine, che viene quindi rapidamente “classificato” e,
altrettanto rapidamente, dimenticato!
Le situazioni interrotte, invece, persistono fastidiosamente nella
memoria e quindi non vengono facilmente dimenticate. Vi è mai
capitato di non saper rispondere a una domanda e di essere rimasti in
uno stato di tensione fin quando non avete trovato la risposta? Questo
stato psicologico viene spesso utilizzato dagli sceneggiatori di soap opera
che sospendono la puntata sul più bello, senza una conclusione precisa;
lasciando gli spettatori nell’attesa, nel dubbio…Tale stato di tensione è
uno dei maggiori incentivi a non perdere, il giorno dopo, la puntata
successiva per sapere effettivamente che cosa succederà.
Oggi l’effetto Zeigarnik viene largamente utilizzato sia in pedagogia
che in pubblicità (Ginger, 1990). È presente in molti spot: dell’ormai
storico Carosello alle pubblicità, più recenti, di Telecom in cui Massimo
Lopez rischia la fucilazione, sempre rimandata, o la serie TIM, in cui tre
ragazze girano per l’Italia in barca a vela. Queste pubblicità, grazie all’effetto Zeigarnik, hanno tenuto viva
la nostra attenzione e sono rimaste, più di altre, nella nostra memoria.
Anna Missaglia
Università IULM di Milano
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