Matteuccia struthiopteris (L.) Tod. Felce penna di struzzo Famiglia: Onocleaceae Reperti paleontologici hanno dimostrato che le Pteridofite sono le piante dotate di tessuti conduttori differenziati più antiche in assoluto. Con la comparsa delle Angiosperme, dal Cretaceo in poi, le Pteridofite iniziarono il loro declino, con eccezione delle felci che al contrario si svilupparono sempre più. Il nome del genere è dedicato a Carlo Matteucci, illustre fisico e politico italiano, professore all'Università di Pisa, mentre l'epiteto specifico deriva dal latino struthio=struzzo e dal greco pteris=ala/penna, per richiamare le fronde vaporose simili alle penne di struzzo. E’ una pianta perenne con fusti legnosi, ma di modeste dimensioni, Le fronde (Foto Daniel Strauch, Fotolia) munita di un rizoma robusto, con lunghi stoloni ipogei. Si tratta di particolari rami che, poggiando al suolo, producono germogli capaci di emettere a loro volta radici e generare così nuove piantine, rendendo rapida ed estesa l’espansione della pianta. Le foglie, dette fronde, sono di due tipi: sterili o fertili. Le prime sono poste all’esterno, sono di colore verde chiaro, molli, erette e cadono in autunno, mentre le seconde sono interne, nascono tardi e per questo passano l’inverno e sono più corte e più scure rispetto alle fronde sterili. Come la maggior parte delle felci preferisce gli ambienti umidi, ombrosi e ricchi di humus, protetti da muri o da altra vegetazione. Se si trova a suo agio, espande i fusti sotterranei e crea grandi ed invadenti colonie. E’ una specie molto ornamentale, spesso coltivata nei giardini. Negli Stati Uniti, quando i germogli sono alti 6-10 cm, viene consumata lessata e poi cucinata in vari modi. Bio-Montagne - Réseau d'éducation sur la biodiversité dans les zones alpines - Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013