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RISCHIO
ELETTRICO
Titolo III capo III del D.Lgs 81/08
Dott. Palumbo
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RISCHIO ELETTRICO
Gli infortuni connessi all'utilizzo dell'energia elettrica sono tra i più numerosi
(sia in ambito industriale che domestico) e, nella maggior parte dei casi, danno
come conseguenze lesioni gravi o mortali.
Le disposizioni legislative in materia di rischio elettrico sono in particolare
quelle contenute nel titolo VII del D.P.R. 27/4/55 nº 547.
GRANDEZZE FONDAMENTALI
Per comprendere quali siano i rischi connessi con l'utilizzo dell'energia elettrica
bisogna introdurre tre grandezze fondamentali:
• l'intensità di corrente, ovvero la quantità di corrente che passa attraverso un
conduttore. Si misura in Ampere (A); molto usato è anche un suo sottomultiplo
il milliAmpere (1 mA= 0.001A);
• la resistenza, che si può considerare come la proprietà dei materiali di
opporsi al passaggio della corrente elettrica, quindi essa è elevata per le
sostanze isolanti (come la plastica o la gomma), mentre è bassa per i materiali
conduttori (metalli). Si misura in Ohm (Ω);
• la tensione, che si misura in Volt (V) ed è legata alla resistenza e all'intensità
di corrente dalla legge di Ohm:
A=V/Ω
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1
Il valore limite di sicurezza per la tensione si è internazionalmente fissato in
25 V, nel caso di corrente alternata e di 50 V in quello di corrente continua
per cui la tensione di 220 V è quasi 9 volte maggiore.
p
in materia riguardano
g
le installazioni classificate,, come
Le “Disposizioni”
segue, nei confronti della tensione nominale:
• alta tensione (AT) oltre 30 kV;
• media tensione (MT) da oltre 400 Vc.a./1600 Vc.c. fino a 30 kV;
• bassa tensione (BT) da oltre 25 Vc.a./50 Vc.c fino a 400 Vc.a./1600 Vc.c.
Le procedure e le modalità sono precisati per i diversi casi in funzione dei
livelli di tensione nominali sopra definiti, del tipo d’installazione (linea
aerea, linea in cavo, ecc.) e, per la bassa tensione, del tipo di lavoro (fuori
o in
i ttensione).
i
) A
Aglili effetti
ff tti del
d lD
D.P.R.
P R n°° 547 del
d l 1955,
1955 un impianto
i i t elettrico
l tt i è
ritenuto a bassa tensione quando la tensione, del sistema è uguale o
minore a 400 V efficaci per corrente alternata e a 600 V per corrente
continua. Quando tali limiti sono superati, l'impianto elettrico è ritenuto ad
alta tensione.
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La regola dell’arte
L’esecuzione a regola d’arte di un impianto elettrico è un obbligo sancito da
precise leggi dello Stato italiano: in particolare dalle Legge 37/08.
L’obbligo dell’esecuzione a regola d’arte riguarda l’insieme di tutte le procedure
a cui un impianto elettrico è sottoposto:
• progettazione
• esecuzione
• verifica.
Le imprese installatrici sono tenute ad eseguire gli impianti a regola d’arte
utilizzando allo scopo materiali parimenti costruiti a regola d’arte. I materiali ed
i componenti realizzati secondo le norme tecniche di sicurezza dell’Ente
italiano di unificazione (UNI) e del Comitato elettrotecnico italiano (CEI),
nonche’ nel rispetto di quanto prescritto dalla legislazione tecnica vigente in
materia, si considerano costruiti a regola d’arte.
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2
ARTT. 1, 2 e 9 L. 46/90
APPLICAZIONI DELLA L. 46/90 NELL’AMBITO DEGLI IMPIANTI ELETTRICI
Sono soggetti all’applicazione della suddetta legge i seguenti impianti relativi agli edifici adibiti
ad uso civile e agli immobili adibiti ad attivita’ produttive, commercio, al terziario e ad altri usi:
- gli impianti di produzione, di trasporto, di distribuzione e di utilizzazione dell’energia elettrica
all’interno degli edifici a partire dal punto di consegna dell’energia fornita dall’ente distributore.
Soggetti abilitati.
1) Sono abilitate all’installazione, alla trasformazione, all’ampliamento e alla manutenzione degli
impianti elettrici tutte le imprese, singole o associate regolarmente iscritte nel registro delle ditte
di cui al R.D. 20 settembre 1934, n. 2011, e successive modificazioni ed integrazioni, o nell’albo
provinciale delle imprese artigiane di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443.
2) L’esercizio delle attivita’ di cui al comma 1 e’ subordinato al possesso dei requisiti tecnico professionali, di cui all’art. 3, da parte dell’imprenditore, il quale, qualora non ne sia in possesso,
prepone all’esercizio delle attivita’ di cui al medesimo comma 1 un responsabile tecnico che
abbia tali requisiti.
Dichiarazione di conformita’.
Al termine dei lavori l’impresa installatrice e’ tenuta a rilasciare al committente la dichiarazione
di conformita’ degli impianti realizzati nel rispetto delle norme di cui all’art. 7. Di tale
dichiarazione, sottoscritta dal titolare dell’impresa installatrice e recante i numeri di partita IVA e
di iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, faranno parte
integrante la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati nonche’, ove previsto, il
progetto di cui all’art. 6.
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CE e Marchio di qualità
Dal 1 gennaio 1997 è in vigore l’obbligo di marcatura CE per il materiale
elettrico. Il materiale con marcatura CE può liberamente circolare ed essere
installato.
L'idoneità dei dispositivi di protezione individuale (DPI), come guanti in
gomma ((il cui uso è consentito fino a una tensione massima di 1000 V),
g
),
tappetini e stivali isolanti, deve essere attestata con marcatura CE. Gli
utensili di tipo elettrico devono essere rispondenti alle vigenti normative di
sicurezza. Sono da considerarsi tali tutti quelli recanti il marchio IMQ (Istituto
Italiano del Marchio di Qualità) o marchio di istituto analogo di altro paese
europeo.
ITALIA
BELGIO
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GERMANIA
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3
Requisiti generali degli impianti elettrici
Gli impianti elettrici, in tutte le loro parti costitutive, devono essere costruiti, installati
e mantenuti in modo da prevenire i pericoli derivanti da contatti accidentali con gli
elementi o tensione ed i rischi di incendio e di esplosione derivanti da eventuali
anormalità che si verifichino nel loro esercizio:
- In ogni impianto elettrico i conduttori devono presentare, tanto fra di loro
quanto verso terra un isolamento adeguato alla tensione dell'impianto.
- Gli impianti elettrici devono essere dotati di impianti di messa a terra e di
interruttori differenziali ad alta sensibilita’ ( con corrente differenziale nominale non
superiore ad 1 A) o di altri sistemi di protezione equivalenti.
- I circuiti elettrici devono essere provvisti di valvole fusibili, interruttori automatici o
simili, atti ad impedire che nelle condutture e negli apparecchi elettrici abbiano a
riscontrarsi
i
t
i correnti
ti di iintensità
t
ità ttale
l d
da ffar lloro assumere ttemperature
t
pericolose
i l
o
eccessive.
- Gli impianti elettrici devono, in quanto necessario ai fini della sicurezza ed in
quanto tecnicamente possibile, essere provvisti di idonei dispositivi di protezione
contro gli effetti delle scariche atmosferiche.
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Effetti della corrente elettrica sul corpo umano
Il fenomeno meglio conosciuto come "scossa" elettrica, viene propriamente
detto elettrocuzione, cioè condizione di contatto tra corpo umano ed elementi in
tensione con attraversamento del corpo da parte della corrente. Condizione
necessaria perchè avvenga l'elettrocuzione è che la corrente abbia rispetto al
corpo un punto di entrata e un punto di uscita. Il punto di entrata è di norma la
zona di contatto con la parte in tensione. Il punto di uscita è la zona del corpo
che entra in contatto con altri conduttori consentendo la circolazione della
corrente all'interno dell'organismo seguendo un dato percorso. In altre parole,
se accidentalmente le dita della mano toccano una parte in tensione ma
l'organismo è isolato da terra (scarpe di gomma) e non vi è altro contatto con
corpi estranei, non si verifica la condizione di passaggio della corrente e non si
registra alcun incidente. Mentre se la medesima circostanza si verifica a piedi
nudi si avrà elettrocuzione con circolazione della corrente nel percorso che va
dalla mano verso il piede,
piede in tal caso punto di uscita.
uscita
La gravità delle conseguenze dell'elettrocuzione dipende dall'intensità della
corrente che attraversa l'organismo, dalla durata di tale evento, dagli organi
coinvolti nel percorso e dalle condizioni del soggetto. Le conseguenze più gravi
si hanno quando la corrente elettrica attraversa la testa e il torace. I principali
effetti del passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano sono:
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Effetti della corrente elettrica sul corpo umano
Il corpo umano è un conduttore che consente il passaggio della corrente
offrendo, nel contempo, una certa resistenza a tale passaggio. Minore è la
resistenza, maggiore risulta la quantità di corrente che lo attraversa. Detta
resistenza non è quantificabile in quanto varia da soggetto a soggetto, anche in
gg
si p
può trovare al
funzione delle differenti condizioni in cui il medesimo soggetto
momento del contatto. Molteplici sono i fattori che concorrono a definirla e che
in sostanza non consentono di creare un parametro di riferimento comune che
risulti attendibile. Tra essi vi è il sesso, l'età, le condizioni in cui si trova la pelle
(la resistenza è offerta quasi totalmente da essa), la sudorazione, le condizioni
ambientali, gli indumenti interposti, la resistenza interna che varia da persona a
persona, le condizioni fisiche del momento, il tessuto e gli organi incontrati nel
percorso della corrente dal punto di entrata al punto di uscita.
L'elettrocuzione rappresenta il più noto, grave e frequente infortunio di natura
elettrica che può avvenire per:
9 Contatto diretto
9 Contatto indiretto
9 Arco elettrico
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Contatti diretti, indiretti e arco elettrico
Il contatto diretto:
si ha quando si viene a contatto con una parte dell'impianto normalmente in
tensione, come ad es. un conduttore, un morsetto, l'attacco di una lampada, ecc.
Il contatto indiretto:
si ha quando si viene a contatto con una parte dell'impianto elettrico normalmente
non in tensione che accidentalmente ha assunto una tensione pericolosa a causa
di un guasto; è il caso ad esempio dell'involucro metallico di un motore o di un
attrezzo.
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In genere in un contatto indiretto solo una parte della corrente di guasto circola
attraverso il corpo umano, il resto della corrente passa attraverso i contatti a
terra della massa metallica. Nonostante ciò non bisogna pensare che i contatti
indiretti siano meno pericolosi di quelli diretti proprio perché possono portare
all'infortunio elettrico durante il normale uso di attrezzi e utensili elettrici.
L’arco elettrico:
E' costituito da una sorgente di calore assai intensa e concentrata, con
emissione di gas e di vapori surriscaldati e tossici, proiezione di particelle
incandescenti, irraggiamento termico e raggi ultravioletti che si manifestano in
caso di guasto o di manovre su apparecchiature elettriche, ed esempio durante
i corto circuiti; può provocare incendi o ustioni.
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Innesco di esplosioni e incendi
Errori umani accidentali o guasti dell'impianto elettrico (in particolare
sovraccarichi e corto circuiti) o scariche elettrostatiche (fenomeni di elettricità
statica si producono frequentemente per strofinio tra materiali isolanti) possono
essere causa di incendi ed esplosioni, particolarmente gravi se si è in presenza
di sostanze facilmente infiammabili o esplosive. In alcuni casi l'impianto elettrico
f nge da vettore
funge
ettore di un
n incendio
incendio, in quanto
q anto costituito
costit ito da materiale comb
combustibile
stibile
(cavi ad isolamento plastico).
Indirettamente anche la mancanza di energia elettrica può essere causa di
infortuni. Un Black-out, può rappresentare durante una lavorazione pericolosa
un fattore di notevole rischio.
Art. 329
Non sono ammesse installazioni elettriche, salvo quanto è disposto negli artt.
330 e 331 del D
D.P.R.
P R n°547/1955
n 547/1955, nei luoghi ove esistono pericoli di esplosione o
di incendio in dipendenza:
a) della presenza o svilluppo di gas o miscele esplosive o infiammabili;
b) della fabbricazione, manipolazione o deposito di materie esplosive.
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Art. 330
Installazioni elettriche « antideflagranti » e di tipo stagno
Nei luoghi di cui al primo comma del precedente articolo, quando sia necessario, in
relazione alle esigenze del processo di lavorazione o dell'esercizio o delle particolari
condizioni dell'impianto, possono essere installati motori elettrici, purché questi, le
relative apparecchiature ed i relativi conduttori di alimentazione siano, singolarmente e
per tutto l'insieme della installazione, di tipo «antideflagrante», dichiarati come tali dal
cos u o e
costruttore.
Art. 331
Nei luoghi ove vengono eseguite lavorazioni che sviluppino polveri comportanti pericoli di
esplosione o di incendio, sono ammesse soltanto installazioni elettriche per forza motrice
di tipo «antideflagrante» o di tipo stagno o chiuso, tali da impedire l'accensione dei
miscugli esplosivi, ed installazioni per illuminazione rispondenti alle prescrizioni seguenti.
- Impianti di illuminazione elettrica di luoghi pericolosi.
Nei luoghi indicati negli articoli 329 e 331 l'illuminazione
l illuminazione elettrica può essere effettuata solo
dall'esterno per mezzo di lampade collocate in nicchie munite, verso l'interno del luogo da
illuminare, di robuste lastre di vetro a chiusura ermetica, nei casi in cui non sia tecnicamente
possibile, è ammesso l'impiego di lampade protette da un robusto involucro di vetro a chiusura
ermetica, comprendente anche il portalampade e le relative connessioni con i conduttori di
alimentazione. Gli interruttori per il comando delle lampade e le eventuali valvole fusibili devono
essere di tipo antideflagrante per i luoghi indicati dal primo comma dell'art. 329 o anche di tipo
stagno o chiuso per i luoghi indicati nell'art. 331.
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Scariche elettrostatiche
Qualora nei luoghi a rischio di incendio vi sia la possibilità di scariche elettrostatiche, si devono
adottare le seguenti misure di sicurezza:
a) collegamento elettrico a terra delle parti metalliche delle pareti, dei tetti, delle incastellature, delle
macchine e delle trasmissioni;
b) installazioni di mezzi o dispositivi aventi lo scopo di disperdere le cariche elettrostatiche che si
possono produrre nelle cinghie di cuoio delle trasmissioni. Essi debbono però essere tali da non
dare luogo alla produzione di scintille;
g
elettrico fra di loro, senza soluzione di continuità e p
per tutta l'estensione della rete
c)) collegamento
degli elementi delle tubazioni metalliche per il trasporto o la circolazione delle polveri e delle fibre, e
collegamento elettrico a terra dell'intera rete di tubazioni;
d) collegamento elettrico delle strutture metalliche dei serbatoi di liquidi infiammabili con le strutture
metalliche dei mezzi di trasporto degli stessi liquidi, durante le operazioni di carico e scarico, e
collegamento elettrico a terra di tutto il sistema, qualora il veicolo sia provvisto di pneumatici.
Valutazione dei rischi di esplosione
1. Il datore di lavoro valuta i rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive, tenendo
conto almeno dei seguenti elementi:
a) probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive;
b) probabilità che le fonti di accensione,
accensione comprese le scariche elettrostatiche
elettrostatiche, siano
presenti e divengano attive ed efficaci;
c) caratteristiche dell'impianto, sostanze utilizzate, processi e loro possibili interazioni;
d) entità degli effetti prevedibili.
2. I rischi di esplosione sono valutati complessivamente.
3. Nella valutazione dei rischi di esplosione vanno presi in considerazione i luoghi che
sono o possono essere in collegamento, tramite aperture, con quelli in cui possono
formarsi atmosfere esplosive.
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Documento sulla protezione contro le esplosioni
1. Nell'assolvere gli obblighi stabiliti in materia il datore di lavoro provvede a elaborare
e a tenere aggiornato un documento, denominato: «documento sulla protezione
contro le esplosioni».
2. Il documento di cui al comma 1, in particolare, deve precisare:
a) che
c e i rischi
sc d
di esp
esplosione
os o e so
sono
o sstati
a individuati
d dua e valutati;
aua ;
b) che saranno prese misure adeguate per raggiungere gli obiettivi di cui al D.Lgs.
n°203 2003;
c) quali sono i luoghi che sono stati classificati nelle zone;
d) quali sono i luoghi in cui si applicano le prescrizioni minime;
e) che i luoghi e le attrezzature di lavoro, compresi i dispositivi di allarme, sono
concepiti, impiegati e mantenuti in efficienza tenendo nel debito conto la sicurezza;
f) che, sono stati adottati gli accorgimenti per l'impiego sicuro di attrezzature di lavoro.
3. Il documento di cui al comma 1 deve essere compilato prima dell'inizio del lavoro ed
essere riveduto qualora i luoghi di lavoro, le attrezzature o l'organizzazione del
lavoro abbiano subito modifiche, ampliamenti o trasformazioni rilevanti.
4. Il documento di cui al comma 1 è parte integrante del documento di valutazione dei
rischi.
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Classificazione delle aree a rischio di esplosione.
Le aree a rischio di esplosione sono ripartite in zone in base alla frequenza e alla durata
della presenza di atmosfere esplosive.
Zona 0
Area in cui e' presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un'atmosfera
esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas,
vapore o nebbia.
Zona 1
Area in cui la formazione di un'atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria e di
sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, e' probabile che avvenga
occasionalmente durante le normali attivita'.
Zona 2
Area in cui durante le normali attivita' non e' probabile la formazione di un'atmosfera
esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas,
vapore o nebbia o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata.
Zona 20
Area in cui e' presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un'atmosfera
esplosiva
l i sotto
tt forma
f
di nube
b di polvere
l
combustibile
b tibil nell'aria.
ll' i
Zona 21
Area in cui la formazione di un'atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere
combustibile nell'aria, e‘ probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività.
Zona 22
Area in cui durante le normali attivita' non e' probabile la formazione di un'atmosfera
esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora si verifichi, sia
unicamente di breve durata.
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CRITERI PER LA SCELTA DEGLI APPARECCHI E DEI SISTEMI DI
PROTEZIONE.
Qualora il documento sulla protezione contro le esplosioni basato sulla
valutazione del rischio non preveda altrimenti, in tali aree sono impiegate le
seguenti categorie di apparecchi, purchè adatti, a seconda dei casi, a gas,
vapori o nebbie e/o polveri:
- nella zona 0 o nella zona 20
20, apparecchi di categoria 1;
- nella zona 1 o nella zona 21, apparecchi di categoria 1 o di categoria 2;
- nella zona 2 o nella zona 22, apparecchi di categoria 1, 2 o 3.
SEGNALE DI AVVERTIMENTO PER INDICARE LE AREE IN CUI
POSSONO FORMARSI ATMOSFERE ESPLOSIVE
Caratteristiche:
· forma triangolare;
· lettere in nero su fondo giallo, bordo nero (il colore giallo deve costituire
almeno il 50% della superficie del segnale).
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Luoghi a maggior rischio in caso di incendio
Sono definiti “ambienti a maggior rischio in caso di incendio” quegli ambienti che, in
caso di incendio, presentano dei rischi particolari determinati da uno o più
dei seguenti fattori:
• dalle conseguenze che un incendio può provocare in ambienti che presentano una
elevata densità di affollamento o una difficoltà di deflusso;
• dal comportamento al fuoco delle strutture dell’edificio;
• dalla presenza di materiale infiammabile o combustibile.
Le sostanze infiammabili e combustibili sono da considerare come sostanze che
possono formare un'atmosfera esplosiva a meno che l'esame delle loro caratteristiche
non abbia evidenziato che esse, in miscela con l'aria, non sono in grado di propagare
autonomamente un'esplosione.
In relazione a tali rischi, la norma CEI 64-8, parte 7, sezione 751, suddivide tali luoghi
in tre gruppi:
Gruppo A: ambienti a maggior rischio di incendio per elevata densità di affollamento
o per l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio o per l’elevato danno ad
animali e cose.
G
Gruppo
B:
B ambienti
bi ti a maggior
i rischio
i hi iin caso di iincendio
di iin quanto
t aventi
ti strutture
t tt
combustibili.
Gruppo C: ambienti a maggior rischio in caso di incendio per la presenza di materiale
infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito.
L’innesco di incendio si previene proteggendo in modo idoneo i circuiti dai sovraccarichi e dai corto
circuiti; la propagazione viene combattuta installando cavi del tipo non propagante la fiamma (CEI
20-22) o realizzando un tipo di conduttura idonea.
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Protezioni contro le scariche atmosferiche
Devono essere protetti contro le scariche atmosferiche con mezzi idonei:
a) gli edifici e gli impianti relativi alle aziende ed alle lavorazioni, nelle quali si
producono, si impiegano, si sviluppano o si detengono prodotti infiammabili,
incendiabili o esplodenti
p
e che,, per
p dimensioni,, ubicazione ed altre ragioni
g
presentano in caso di incendio gravi pericoli per la incolumità dei lavoratori;
soggette ai fini della prevenzione degli incendi, al controllo del Comando del
Corpo dei vigili del fuoco competente per territorio.
b) i camini industriali, che, in relazione all'ubicazione e all'altezza, possano
costituire pericolo.
Le strutture metalliche degli edifici e delle opere provvisionali, i recipienti e gli
apparecchi metallici, di notevoli dimensioni, situati all'aperto, devono, per se
stessi o mediante conduttore e spandenti appositi, risultare collegati
elettricamente a terra in modo da garantire la dispersione delle scariche
atmosferiche.
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Impianti elettrici di messa a terra e dispositivi di
protezione contro le scariche atmosferiche
Messa in esercizio e omologazione dell'impianto
1. La messa in esercizio degli impianti elettrici di messa a terra e dei dispositivi di
protezione contro le scariche atmosferiche non può essere effettuata prima della verifica
eseguita dall'installatore che rilascia la dichiarazione di conformità ai sensi della normativa
vigente. La dichiarazione di conformità equivale a tutti gli effetti ad omologazione
dell'impianto. Alcuni impianti quali, di pubblica illuminazione, di protezione contro le
scariche
i h atmosferiche
t
f i h neglili stabilimenti
t bili
ti iindustriali
d t i li ecc, non sono soggetti
tti alla
ll
dichiarazione di conformità.
2. Entro trenta giorni dalla messa in esercizio dell'impianto, il datore di lavoro invia la
dichiarazione di conformità all'ISPESL ed all'ASL o all'ARPA territorialmente competenti.
Verifiche a campione
1. L'ISPESL effettua a campione la prima verifica sulla conformità alla normativa
vigente degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche ed i dispositivi di
messa a terra degli impianti elettrici e trasmette le relative risultanze all'ASL o ARPA.
2. Le verifiche a campione sono stabilite annualmente dall'ISPESL, d'intesa con le
singole regioni sulla base dei seguenti criteri:
a) localizzazione dell'impianto in relazione alle caratteristiche urbanistiche ed
ambientali del luogo in cui e' situato l'impianto;
b) tipo di impianto soggetto a verifica;
c) dimensione dell'impianto.
3. Le verifiche sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono a carico del
datore di lavoro.
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Verifiche periodiche - Soggetti abilitati
1. Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dell'impianto, nonché a
far sottoporre lo stesso a verifica periodica ogni cinque anni, ad esclusione di quelli
installati in cantieri, in locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio in
caso di incendio per i quali la periodicità è biennale.
2. Per l'effettuazione della verifica, il datore di lavoro si rivolge all'ASL o all'ARPA o ad
eventuali organismi individuati dal Ministero delle attività produttive, sulla base di criteri
stabiliti
t biliti d
dalla
ll normativa
ti ttecnica
i europea UNI CEI
CEI.
3. Il soggetto che ha eseguito la verifica periodica rilascia il relativo verbale al datore di
lavoro che deve conservarlo ed esibirlo a richiesta degli organi di vigilanza.
4. Le verifiche sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono a carico del datore
di lavoro.
Impianti in luoghi con pericolo di esplosione
Messa in esercizio e omologazione
1. La messa in esercizio degli impianti in luoghi con pericolo di esplosione non può
essere effettuata prima della verifica di conformità rilasciata al datore di lavoro ai
sensi del comma 2.
2. Tale verifica è effettuata dallo stesso installatore dell'impianto, il quale rilascia la
dichiarazione di conformità ai sensi della normativa vigente.
3. Entro trenta giorni dalla messa in esercizio dell'impianto, il datore di lavoro invia la
dichiarazione di conformita' all'ASL o all'ARPA territorialmente competenti.
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4. L'omologazione e' effettuata dalle ASL o dall'ARPA competenti per territorio, che
effettuano la prima verifica sulla conformità alla normativa vigente di tutti gli impianti
denunciati.
5. Nei comuni singoli o associati ove è stato attivato lo sportello unico per le attività
produttive la dichiarazione di cui al comma 3 e' presentata allo sportello.
6. Le verifiche sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono a carico del datore
di lavoro.
Verifiche periodiche - Soggetti abilitati
1. Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dell'impianto, nonché a far
sottoporre lo stesso a verifica periodica ogni due anni.
2. Per l'effettuazione della verifica, il datore di lavoro si rivolge all'ASL o all'ARPA od ad
eventuali organismi individuati dal Ministero delle attività produttive, sulla base di criteri
stabiliti dalla normativa tecnica europea UNI CEI.
3 Il soggetto che ha eseguito la verifica periodica rilascia il relativo verbale al datore di
3.
lavoro che deve conservarlo ed esibirlo a richiesta degli organi di vigilanza.
4. Le verifiche sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono a carico del datore di
lavoro.
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Disposizioni comuni agli impianti di messa a terra, quelli in luoghi in pericolo
di esplosione e quelli dei dispositivi di protezione contro le scariche
atmosferiche.
Verifiche straordinarie
1. Le verifiche straordinarie sono effettuate dall'ASL o dall'ARPA o dagli organismi
individuati dal Ministero delle attività produttive, sulla base di criteri stabiliti dalla
normativa europea UNI CEI.
2. Le verifiche straordinarie sono, comunque, effettuate nei casi di:
a) esito negativo della verifica periodica;
b) modifica sostanziale dell'impianto;
c) richiesta del datore del lavoro.
Variazioni relative agli impianti
1. Il datore di lavoro comunica tempestivamente
p
all'ufficio competente
p
p
per territorio
dell'ISPESL e alle ASL o alle ARPA competenti per territorio la cessazione dell'esercizio,
le modifiche sostanziali preponderanti e il trasferimento o spostamento degli impianti.
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Procedure di sicurezza per la verifica degli impianti elettrici
Per verifica si intende l’insieme di operazioni mediante le quali si vuole accertare
la rispondenza dell’intero impianto alle norme di sicurezza vigenti.
Ogni verifica consiste sempre in due distinte operazioni:
- esame a vista
- prove.
L’esame a vista è inteso come l’esame dell’impianto elettrico al fine
dell’ accertamento delle corrette condizioni di realizzazione senza l’effettuazione
di nessun test, e precede le prove.
Le prove invece si intendono quelle attività destinate a controllare il funzionamento
e lo stato dell’impianto attraverso, anche, delle misure, intese come quelle
operazioni compiute per conoscere il valore di dati fisici inerenti gli impianti.
Con riferimento alle norme CEI 64-8 e CEI 11-1 per la verifica degli impianti
elettrici si ritiene che meritino particolare attenzione le seguenti prove e misure:
- misura dell’impedenza dell’anello di guasto nei circuiti TN;
- prova di funzionamento dei dispositivi di protezione a corrente differenziale;
- misura della resistenza di terra con il metodo della resistenza globale;
- misura della tensione di passo e contatto;
- misura della resistenza di terra con il metodo volt-amperometrico con
alimentazione da rete tramite trasformatore.
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In genere non è possibile mettere fuori tensione l’impianto o una sua parte per
problematiche legate alla continuità di servizio. Per questo la maggior parte delle volte
il verificatore si trova a effettuare dei lavori sotto tensione o in prossimità. Le prove
strumentali comportano rischi di contatto con parti attive, che possono essere
effettuate, rimuovendo l’involucro di protezione principale delle apparecchiature,
quindi è d’obbligo l’uso dei DPI, quali guanti isolati, tronchetti o tappeti isolanti per
protezione dallo shock elettrico.
I soggetti direttamente obbligati ad ottemperare a quanto previsto dalla legge devono
conservare tutta la documentazione amministrativa e tecnica e consegnarla all'avente
causa in caso di trasferimento dell'immobile a qualsiasi titolo, nonché devono darne
copia alla persona che utilizza i locali.
All'atto della costruzione o ristrutturazione dell'edificio contenente gli impianti di cui
all'articolo 1,, commi 1 e 2,, della legge
gg 46/90,, il committente o il proprietario
p p
affiggono
gg
ben visibile un cartello che, oltre ad indicare gli estremi della concessione edilizia ed
informazioni relative alla parte edile, deve riportare il nome dell'installatore
dell'impianto o degli impianti e, qualora sia previsto il progetto, il nome del progettista
dell'impianto o degli impianti.
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La manutenzione
L’utilizzo di un impianto elettrico nel corso del suo esercizio va tenuto
costantemente sotto osservazione per valutare il permanere nel tempo delle
caratteristiche di sicurezza e di affidabilità dei componenti e dell’impianto nel suo
complesso.
Manutenzione Ordinaria
Questo è il compito principale della manutenzione
Manutenzione Straordinaria
Le operazioni di manutenzione pongono un duplice ordine di problemi:
- per quanto riguarda i lavoratori addetti alle manutenzioni è chiaro che essi
debbano essere tutelati nell’ambito del proprio lavoro sia dai rischi ambientali dei
luoghi di lavoro nei quali si trovano ad operare che dalle situazioni di rischio proprie
dell’attività manutentiva;
- per quanto riguarda i lavoratori addetti agli impianti e/o all’attività oggetto di
manutenzione perché non subiscano infortuni o danni durante lo svolgersi delle
attività di manutenzione.
Occorre quindi che nella progettazione dell’attività
dell attività lavorativa si tenga conto delle
situazioni di rischio, dirette ed indirette, cui sono esposti tutti i lavoratori.
Prima di effettuare interventi di manutenzione deve essere esposta in modo ben
visibile la segnaletica di sicurezza:
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Norme di prodotto e norme impiantistiche
Nel campo più tecnico-normativo occorre distinguere le norme di prodotto da
quelle impiantistiche:
• Le norme di prodotto:
definiscono le caratteristiche che devono possedere i componenti elettrici e le
relative prove cui devono sottostare.
sottostare Salvo aspetti particolari queste norme
forniscono criteri di sicurezza per evitare che il componente possa essere
fonte di rischio durante il suo funzionamento. Queste norme forniscono anche
le prescrizioni affinché le parti in tensione del componente stesso non siano
accessibili all’utilizzatore del componente.
• Le norme impiantistiche:
sono prevalentemente norme finalizzate alla sicurezza elettrica ed in
particolare ciò è vero per la Norma CEI 64-8 che si può ritenere la più
importante di tutte considerando la varietà di installazioni in bassa tensione.
Nello specifico del rischio elettrico questa norma contiene le prescrizioni
relative alla protezione contro i contatti elettrici diretti ed indiretti; non meno
importanti sono i criteri di scelta ed installazione dei componenti elettrici
presenti in un impianto: cavi, canali protettivi, quadri elettrici, interruttori, ecc.,
componenti che sono inoltre regolati dalle rispettive norme di prodotto come
sopra detto.
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Colorazione dei conduttori
La norma CEI 11-8 stabilisce il colore della guaina isolante dei
conduttori elettrici.
Tutti gli impianti utilizzatori con tensione superiore a 1kV, devono
rigorosamente attenersi alla seguente tabella:
Solo conduttore di protezione di TERRA
Conduttore NEUTRO
Preferibilmente
Conduttore di FASE
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GRADO DI ISOLAMENTO IP
Il grado di isolamento fisico di un impianto e/o di una apparecchiatura
elettrica si definisce International Protection seguito da una serie
di cifre e/o lettere.
In fase di progetto, in base alla tipologia dei luoghi di lavoro viene
adottato un grado di isolamento appropriato.
Ad esempio:
In un ambiente domestico è sufficiente un IP2X.
In un ambiente industriale da IP55 a IP65
a seconda del tipo di attività.
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Impianto di messa a terra
La messa a terra di un impianto elettrico è senza dubbio il più importante
strumento antinfortunistico atto a proteggere le persone dal contatto indiretto.
La messa a terra di un impianto elettrico consiste nel collegare elettricamente
tra di loro, quindi a massa, tutte le parti metalliche, che per difetto o cedimento
dell’isolante potrebbero andare in tensione causando un pericolo per le
persone Gli utensili elettrici portatili e le macchine e gli apparecchi mobili
persone.
con motore elettrico incorporato, alimentati a tensione superiore a 25 Volt
verso terra se alternata, ed a 50 Volt verso terra se continua, devono
avere l'involucro metallico collegato a terra. L'attacco del conduttore di terra
deve essere realizzato con spinotto ed alveolo supplementari facenti parte della
presa di corrente o con altro idoneo sistema di collegamento.
Il conduttore di terra
permette alla corrente di percorrere un circuito preferenziale chiuso che non
interessa il corpo di chi inavvertitamente tocca l’oggetto.
Per i collegamenti elettrici a terra delle parti metalliche, devono essere usati conduttori di sezione adeguata alla
intensità della corrente verso terra e comunque non inferiore a 16 millimetri quadrati, se di rame, ed a 50 millimetri
quadrati, se di ferro o acciaio zincato. Possono essere tollerate per i tratti visibili dei conduttori di terra in rame, sezioni
inferiori a 16 millimetri quadrati purché non inferiori alla sezione dei conduttori del circuito elettrico, sino ad un minimo
in ogni caso di 5 millimetri quadrati.
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Interruttori differenziali
L’interruttore differenziale, rappresenta il principale apparecchio di protezione a sgancio
automatico. La sua caratteristica è quella di rilevare la differenza di potenziale tra una
fase del circuito e la messa a terra dell’impianto, limitando in tal modo la cosiddetta dose
di corrente Ampère che potrebbe attraversare il corpo umano. Il loro potere di interruzione,
quindi d’intervento, agisce sia sulla corrente che sul tempo.
Gli interruttori differenziali posti a protezione di un circuito utilizzatore finale, come ad
esempio un quadretto prese, devono necessariamente intervenire entro:
Una corrente massima di 30 mA.
In un tempo massimo di 0,5 secondi.
Per altre parti dell’impianto sono ammessi limiti superiori, in modo da ottenere una buona
selettività dell’impianto stesso.
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Interruttori automatici magnetotermici
L’interruttore automatico magnetotermico, a differenza di quello
differenziale agisce sulla massima corrente ammissibile su un
circuito elettrico utilizzatore.
Devono essere installati sia a protezione dei circuiti generali che
a protezione dei circuiti utilizzatori.
Il loro potere di interruzione, si misura in kA e deve essere definito
e progettato in base alle caratteristiche costruttive dell’impianto.
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Prese a spina e classi di isolamento
¾ Dalle norme CEI sono previste esecuzioni con prese a spina:
2 POLI per circuiti monofase BT senza terra;
3 POLI per circuiti monofase BT con terra;
4 POLI per circuiti trifase BT con terra;
5 POLI per circuiti trifase BT con neutro e terra.
terra
Le prese a spina per la B.T. devono essere dimensionate per portate variabili da 10 A a 63 A.
¾ Per gli apparecchi e le attrezzature elettriche sono previste tre classi di isolamento,
da non confondersi con il grado di protezione IP:
Classe 0
Classe 1
Nessun isolamento
Isolamento primario
Classe 2
Doppio isolamento
Gli apparecchi di classe 2 non devono essere collegati a terra e sono contraddistinti
dal seguente simbolo:
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Prevenzione e protezione dal rischio elettrico
Obblighi del datore di lavoro
• Il datore di lavoro ha l'obbligo di far realizzare gli impianti elettrici a imprese
qualificate e aventi i requisiti professionali previsti dalla legge.
• Il DPR 547/1955 prescrive in particolare che gli impianti elettrici nei luoghi "a
maggior pericolo di esplosione e di incendio" devono avere caratteristiche
particolari ("antideflagranti").
Caratteristiche particolari sono richieste anche per gli impianti realizzati nei
luoghi in cui più elevato è il rischio elettrico; ad es. nei cantieri edili le spine e le
prese devono avere adeguato grado di protezione contro la penetrazione di
acqua.
• Gli apparecchi, gli utensili, i quadri e le condutture, oltre che conformi alle
norme, devono sempre essere mantenuti in buono stato e non essere fonte di
rischio per i lavoratori.
• L'esercizio, la manutenzione e in generale qualsiasi intervento su macchine,
impianti o apparecchi elettrici deve essere affidato esclusivamente a personale
appositamente addestrato per tale mansione.
mansione In particolare deve essere vietato
l'accesso alle cabine elettriche alle persone non autorizzate.
• In prossimità delle cabine elettriche e dei quadri elettrici principali devono
essere installati adeguati mezzi di estinzione degli incendi, in posizioni
facilmente accessibili. Tali mezzi devono essere mantenuti in efficienza e
controllati ogni sei mesi da personale esperto.
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• Appositi cartelli devono illustrare le principali norme di comportamento per diminuire
le occasioni di pericolo, ad es. un cartello che indichi il divieto di usare acqua per
spegnere incendi in prossimità di cabine elettriche, conduttori, macchine e
apparecchi sotto tensione.
• Gli addetti all'esercizio di installazioni elettriche devono avere a disposizione attrezzi
e dispositivi di protezione appropriati e in buone condizioni.
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Norme di comportamento per i lavoratori
• Solo il personale autorizzato può intervenire su macchine, impianti e
apparecchi elettrici. Il rimanente personale deve assolutamente astenersi dal
compiere qualsiasi tipo di intervento sugli impianti elettrici.
• I passaggi di servizio e gli accessi alle macchine, quadri e apparecchiature
elettriche devono essere tenuti sgombri da materiale di qualsiasi tipo, in particolar
modo se si tratta di materiali o oggetti infiammabili.
• Non bisogna mai usare acqua per spegnere incendi in prossimità di parti in
tensione, in particolare cabine elettriche. Bisogna usare solo gli appositi estintori.
• In caso di interventi di manutenzione o riparazione su macchine elettriche o su
parti dell'impianto elettrico bisogna sempre seguire le apposite istruzioni e usare
gli attrezzi e i mezzi di protezione appropriati al tipo di intervento. Tali dispositivi
devono essere in buono stato e conformi alle normative di sicurezza.
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• Prima di sostituire lampade o fusibili non basta intervenire sull'interruttore a
monte, ma bisogna sempre togliere la tensione dal quadro elettrico.
• Si deve sempre fare attenzione a non danneggiare apparecchi o condutture
elettriche, e se ciò succede si deve immediatamente avvertire il diretto superiore.
• Una attenzione particolare è richiesta nei cantieri edili, dove maggiore è il rischio
di cortocircuiti (ad es. a causa di spruzzi o presenza di acqua) e di danneggiamenti
accidentali di conduttori e apparecchi elettrici. In particolare non si devono
movimentare oggetti di grandi dimensioni (quali gru, scale, tubi, ecc.) nelle
vicinanze di linee elettriche aeree esterne e prima di iniziare qualsiasi scavo è
necessario accertarsi che non vi siano condutture elettriche interrate.
Misure preventive
Alcune semplici regole da seguire dentro e fuori i luoghi di lavoro possono proteggere la vita.
- Assicurarsi della rispondenza dell'impianto elettrico alla L.46/90 (attestato di conformità)
- Essere a conoscenza del luogo in cui è posizionato il quadro elettrico generale.
- Essere a conoscenza della posizione del quadro elettrico di zona (ad es. del piano o dell'appartamento)
per essere in grado di isolare l'intera zona.
- Essere a conoscenza della funzione dei vari interruttori del quadro di zona per essere in grado di
isolare l'ambiente desiderato.
- Bloccare meccanicamente, ove possibile, gli organi di manovra interessati e apporre su di essi il
cartello “Lavori in corso – non effettuare manovre”.
- Verificare, sul posto di lavoro, per installazioni MT e BT, l’assenza di tensione, tramite appositi
dispositivi. Ciò è necessario per proteggersi da eventuali errori di manovra, o di individuazione, nonché
dal mancato funzionamento degli apparecchi.
- Verificare spesso il buon funzionamento dell'interruttore differenziale (pulsante test).
- Non lasciare accesi apparecchi che potrebbero provocare un incendio durante la vostra assenza o di
notte. Non chiudere mai la stanza a chiave se dentro vi sono utilizzatori pericolosi accesi.
- Non utilizzate mai apparecchi nelle vicinanze
liquidi o in caso di elevata umidità.
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- Leggere sempre l'etichetta di un utilizzatore, specie se sconosciuto, per verificare la quantità di corrente assorbita,
l'esistenza dei marchi CE, IMQ, e, se previsto di doppio isolamento (simbolo indicato con un quadrato inscritto in un
altro quadrato).
- Gli impianti vanno revisionati e controllati solo da personale qualificato. Non eseguite riparazioni di fortuna con
nastro isolante o adesivo a prese, spine e cavi.
- I lavori su installazioni elettriche in tensione e nelle loro immediate vicinanze sono vietati, quando la tensione è
superiore a 25 Vac o 50 Vcc verso terra; si può derogare da tale divieto, per tensioni non superiori a 1000 V, se
l’ordine di eseguire il lavoro su parti in tensione sia dato dal capo responsabile e siano adottate le necessarie misure
atte a garantire l’incolumità dei lavoratori.
- I sezionatori non devono mai essere manovrati sotto carico, a eccezione di quelli previsti a tale scopo, detti
sezionatori sotto carico.
- Le porte di accesso alle officine e alle cabine elettriche non presidiate devono essere tenute a chiuse a chiave
chiave.
Qualora per esigenza di lavoro la porta debba essere tenuta aperta, l’accesso deve essere sorvegliato.
- Prima di accedere a parti elettriche di macchine, occorre accertarsi dell’apertura di tutti i circuiti, compresi quelli
ausiliari. Le macchine elettriche rotanti, anche se in fase di fermata e diseccitate, possono ugualmente generare una
tensione pericolosa.
- Nei confronti delle installazioni elettriche poste nelle immediate vicinanze di quelle su cui si lavora, occorre
proteggersi dal rischio di contatti accidentali, mediante l’impiego di barriere o schermi isolanti.
- Le prese sovraccaricate possono riscaldarsi e divenire causa di corto circuiti, con conseguenze anche gravissime.
Evitare di servirvi di prolunghe: in caso di necessità, dopo l’uso staccarle e riavvolgerle.
- Non utilizzare multiprese tipo "triple" collegate a "ciabatte" che a loro volta provengono da altre "triple" collegate
a.............. . In questo modo si determina un carico eccessivo sul primo collegamento a monte del "groviglio" con
rischio di incendio. Se gli utilizzatori (p.c., fax, casse audio, stampanti, calcolatrici ecc.) aumentano e le prese
disponibili
p
non bastano, richiedere p
prima della consegna
g dei nuovi utilizzatori anche l'adeguamento
g
dell'impianto
p
e del
numero di prese necessarie.
- La Comunità Europea non si è ancora pronunciata sul tipo di spine e di prese unificate utilizzabili nel territorio
comunitario. Per questo circolano liberamente spine e prese di tipo diverso. Non utilizzare mai spine italiane collegate
(a forza) con prese tedesche (schuko) o viceversa, perchè in questo caso si ottiene la continuità del collegamento
elettrico ma non quella del conduttore di terra.
- Nel togliere la spina dalla presa non tirare mai il cavo e ricordare di spegnere prima l’apparecchio utilizzatore.
- Non utilizzare mai l'acqua per spegnere un incendio di natura elettrica. Sezionare l'impianto e utilizzare estintori a
polvere o CO2.
- Se qualcuno è in contatto con parti in tensione non tentare di salvarlo trascinandolo via, prima di aver sezionato
l'impianto.
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Pronto soccorso
Nei locali delle officine e delle cabine elettriche deve essere esposta in modo
visibile una tabella con le istruzioni sui soccorsi da prestarsi ai colpiti da
corrente elettrica.
Analogo provvedimento deve essere adottato negli stabilimenti e luoghi di
lavoro in genere dove è utilizzata corrente ad alta tensione o dove la corrente,
corrente
in relazione al suo uso ed alle condizioni locali, può costituire pericolo.
È indispensabile la massima rapidità e precisione nel soccorso alla persona
colpita da folgorazione.
È altresì importante che il soccorritore deve adottare i criteri di sicurezza necessari
ai fini della propria incolumità.
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La formazione
Il Decreto Legislativo 81/08, pone grande rilevanza alla formazione, informazione,
istruzione ed addestramento dei lavoratori, che prescrive dettagliatamente con gli articoli 82
e 83.
Obblighi del datore di lavoro, del dirigente e del preposto
Rilevante è il disposto seguente:
“nell’affidare i compiti ai lavoratori tiene conto delle capacità e delle condizioni degli stessi
in rapporto alla loro salute e alla sicurezza”.
La sua attuazione richiede lo svolgimento di attività di formazione dei lavoratori e di
valutazione della loro istruzione, esperienza ed affidabilità, relative all’idoneità
allo svolgimento dei compiti loro assegnati.
‰ La formazione deve avvenire in occasione:
a) dell'assunzione;
b) del trasferimento o cambiamento di mansioni;
c) dell'introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove
sostanze e preparati pericolosi.
‰ La formazione deve essere periodicamente ripetuta in relazione all'evoluzione dei rischi
ovvero all'insorgenza di nuovi rischi.
Già nel 1984 la Norma CEI 64-8 definiva:
- Persona comune (PEC): persona che non è esperta e non è avvertita;
- Persona esperta (PES): persona con istruzione, conoscenza ed esperienza rilevanti tali
da consentirle di analizzare i rischi e di evitare i pericoli che l’elettricità può creare;
- Persona avvertita (PAV): persona adeguatamente avvisata da persone esperte per
metterla in grado di evitare i pericoli cheDott.
l’elettricità
può creare.
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FINE !
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