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Metodi di controllo alternativi per le malattie
in vivaio ed in ambiente urbano
Dott. Agr. Alfredo Piunti
P.B.E. srl Grottammare
D.Lgs. 14 agosto 2012, n. 150
Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un
quadro per l'azione comunitaria ai
fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi
Il presente decreto definisce le misure per un uso sostenibile dei
pesticidi, che sono prodotti fitosanitari come definiti all'articolo 3,
comma 1, lettera a), al fine di:
a) ridurre i rischi e gli impatti sulla salute umana, sull'ambiente e
sulla biodiversità;
b) promuovere l'applicazione della difesa integrata e di approcci
alternativi o metodi non chimici.
Legge 150/2012
Uso alternativo del mezzo
chimico
Endoterapia
Il sistema Bite
Plant Trust:
fungicida a rilascio controllato
Difesa Alternativa
Fattori genetici
Fattori agronomici
Induzione di resistenza
ENDOTERAPIA
Iniezione di liquidi nel sistema linfatico degli alberi, alla stregua di una
comune endovenosa. Il fluido viene immesso direttamente nel singolo albero in
modo mirato e senza dispersione di prodotto.
” attraverso un foro, operazione da effettuare preferibilmente in primavera.
“Facendo un buco con un succhio in un albuscello e cacciandovi arsenico e
sangallo sollimati e stemprati con acqua arzente […].Ma vuole il detto foro
esser grande e andare per infìno al midollo […] ”
“ […] la detta acqua velenosa vuole essere messa in detto foro con uno
ischizzatoio e turar con forte legno. Puossi far questo medesimo quando gli
albuscelli sono in succhio […] ”
Codice Atlantico, fol. 76 recto a; fol. 12 recto a.
FISIOLOGIA DELL’ ALBERO
L’utilizzo di tecniche endoterapiche su alberi e
arbusti non può però prescindere da una corretta
conoscenza della fisiologia dell’albero…
MORFOLOGIA DELL’ALBERO
MORFOLOGIA DEL FUSTO
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corteccia o ritidoma (strato di cellule morte a funzione protettiva)
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libro o floema (vitale, trasporta la linfa elaborata nelle foglie)
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cambio vascolare (che è il meristema attivo)
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legno o xilema , vitale per qualche anno (alburno) , dopo di che non trasportano
più linfa grezza (duramen)
raggi (per la traslocazione radiale)
FUNZIONI E MORFOLOGIA DEL LEGNO
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Vasi, per la conduzione dei soluti, hanno forma cilindrica, con grosso lume cellulare e
sono disposti in fila con perforazioni alle estremità, punteggiature e ispessimenti.
Dimensioni e forma variano tra le specie e a seconda del periodo di formazione
Tracheidi, cellule lunghe e morte con funzione sia di conduzione che di sostegno, +
spesse e con punteggiature
Fibre, cellule morte allungate, con pareti spesse e lignificate, senza punteggiature e
con lume ridotto, hanno funzione meccanica e conferiscono la durezza
Fibrotracheidi, doppia funzione
Cellule parenchimatiche, cellule vive con sostanze nutritive (amido) con funzioni di
riserva e di comunicazione. Sono disposte in direzione radiale e assiale (raggi).
Quando muoiono il legno passa da alburno a durame. Sono il 20% nelle latifoglie e il
7% nelle conifere
Cellule secretrici e canali resiniferi, Punteggiature, Tille, inclusi cellulari
LEGNO DI CONIFERA
1.
2.
3.
4.
Tracheidi tardive
tracheidi primaticce
raggio parenchimatico monoseriato
canali resiniferi
LEGNO DI CONIFERA
LEGNO DI LATIFOGLIA
1.
2.
3.
4.
5.
Zona tardiva
Zona primaticcia
Raggio parenchimatici
Vasi
Parenchima assiale
LEGNO DI LATIFOGLIA
IL DURAMEN
Possiamo distinguere i legni in base alla presenza e alla tipologia del durame
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Heartwood (pini, larice, querce, robinia, olmo, noce, ciliegio) + resistente alle carie
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False Heartwood (faggio) durame irregolare
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Ripewood (abeti, tiglio, pero) durame chiaro
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Sapwood (betulla, pioppi, aceri) durame “assente”
ENDOTERAPIA ALCUNI SISTEMI
Le foto sono tratte da
materiale
pubblicitario online
(Sidewinder, Viper,
Arborjet, Mauget).
ENDOTERAPIA PUNTI DEBOLI
Essendo i vasi linfatici
non superficiali
Dovendo iniettare dei
liquidi all’interno della
pianta
FORO
PRESSIONE
I LIMITI DEL FORO
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Trapano carico e punte affilate.
Surriscaldamento e devitalizzazione del cambio
Rallentamento della cicatrizzazione.
Asportazione di legno vitale.
Cavitazione dei vasi (discolored wood)
Deflusso di resina nel foro prima del completamento dell’operazione.
Ingresso di parassiti.
I LIMITI DELLA PRESSIONE
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Strumentazione adeguata, trasportabile ed
efficiente.
Concentrazione del prodotto in prossimità del foro o
lungo una colonna verticale.
Parziale fuoriuscita ed effetto fitotossico sul cambio.
Interferenza sui sistemi di trasporto della pianta
METODO ALTERNATIVO LA
SEPARAZIONE DELLE FIBRE
Una lama lenticolare è in grado di penetrare
all’interno delle fibre del legno e separarle con
poco attrito.
In questo modo si riesce ad arrivare ai vasi
linfatici senza utilizzare trapani, senza
asportare legno, senza provocare un eccessivo
riscaldamento e garantendo un maggiore
assorbimento e una più veloce cicatrizzazione
ASSORBIMENTO SPONTANEO
Una lama lenticolare esercita
una temporanea pressione
laterale che aumenta la
velocità di assorbimento
innescando
un
«Effetto
Venturi»
METODO ALTERNATIVO LA
SEPARAZIONE DELLE FIBRE
Foro aperto e
margine
necrotizzato
Ferita
cicatrizzata
Confronto tra applicazioni tradizionali (foro 4 mm) e BITE dopo 30 gg
BITE
Plant Trust il primo fungicida a rilascio controllato
Phytophthora
Meccanismo d’azione
Meccanismo d’azione
DIFESA ALTERNATIVA
II° Parte
DIFESA ALTERNATIVA
Prodotti biologici e organismi utili
Piretro naturale, oli bianchi ed estivi, Spinosad,
Azadiractina, Propoli, Bicarbonati, Saponi potassici,
Pinolene, ecc
Bauveria bassiana, Bacillus turingensis, Bacillus
subtilis, Tricoderma spp, Ampelomyces quisqualis, ecc
Nematodi entomoparassiti
Perché si instaura una malattia?
Patogeno
•
Il patogeno è molto aggressivo
•
L’ospite è indebolito da stress
•
L’ambiente favorisce il patogeno
•
Il patogeno è di nuova introduzione
Ospite
Perché alcune piante resistono alla malattia?
•
•
•
Perché le piante sono diverse geneticamente:
FATTORI GENETICI
Perché la pianta non ha subito stress:
GESTIONE AGRONOMICA
Perché la pianta mette in atto meccanismi di difesa:
INDUZIONE DI RESISTENZA
Fattori Genetici
Generi, specie e cultivar resistenti
Gestione agronomica
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Scelta del suolo e della giacitura ottimale per ogni pianta
Ottimale gestione dell’acqua: riduzione dei ristagni e corrette
irrigazioni
Potature, densità di impianto e forma di allevamento
Concimazioni equilibrate in quantità e qualità
Presenza di microorganismi utili come funghi e batteri della
rizosfera.
Il vegetale invisibile
Rapporto tra la biomassa che caratterizza il sistema
suolo rispetto alla quantità sopra e sotto al suolo:
La Rizosfera
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La rizosfera è la zona di suolo immediatamente adiacente alle radici delle
piante e dove , tipologia, numero ed attività dei microorganismi sono
differenti rispetto al suolo circostante (Hiltner 1904).
La popolazione microbica nella rizosfera è da 10 a 100 volte maggiore
della popolazione microbica del suolo circostante (Huang e Gobran
2005).
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La rizosfera è la fonte primaria del nutrimento della pianta
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La rizosfera è il collegamento tra suolo-microorganismi-pianta
Riduzione degli stress biotici ed abiotici
La Rizosfera
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In una situazione naturale come ad esempio un bosco esiste un equilibrio tra
piante e microorganismi che in un vaso o in terreno antropizzato è molto
difficile da ricostruire.
E’ possibile però usare specifici mix di microorganismi composti da funghi
micorrizici, funghi antagonisti, batteri della rizosfera e batteri antagonisti, in
grado di colonizzare la rizosfera e di fornire molti vantaggi per la vita delle
piante.
Vantaggi dell’apporto di microorganismi
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Aumento dell’estensione dell’apparato radicale di oltre 700-800
volte, con notevole aumento delle potenzialità nutrizionali
Miglioramento dell’assorbimento dei principi attivi presenti nel
terreno
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Riduzione degli stress dovuti a carenza idrica e squilibri termici
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Migliorano l’ambiente della rizosfera
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STIMOLAZIONE DELLE AUTODIFESE DELLA PIANTA
Stimolazione delle autodifese della pianta
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Alcuni microorganismi appartenenti soprattutto al genere
Pseudomonas sono in grado di interagire con le radici
stimolando la pianta a produrre acido Jasmonico ed Etilene,
queste due molecole sono l’innesco delle autodifese della
pianta.
Questo meccanismo è noto come ISR (Induced Systemic
Resistance) Resistenza sistemica indotta
Induzione di resistenza
Interazione Pianta Patogeno
Si possono verificare tre casi:
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La pianta reagisce all’attacco rapidamente, mettendo
in atto le sue difese con la produzione di sostanze
antimicrobiche e queste bloccano il patogeno
Il patogeno è in grado di «sabotare» il sistema di difesa
impedendo la produzione di sostanze antimicrobiche e
il patogeno attacca la pianta
La pianta mette in atto le sue difese ma troppo
lentamente e il patogeno attacca la pianta
Acido
Salicilico
Etilene
Acido
Jasmonico
Induzione di resistenza
La pianta può reagire alla presenza del patogeno con molti
meccanismi
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HR Hypersensitive Response: pianta sintetizza molecole
come ad esempio perossido di idrogeno per uccidere la
cellula attaccata dal patogeno e fermarne l’avanzata.
SAR Systemic Acquired Resistence: l’attacco del patogeno
porta all’attivazione di molecole messaggere, gli elicitori che
a loro volta inducono la sintesi di 14 diverse proteine (PR
proteine) con diverse funzioni, antibatteriche, antifungine,
chitino-degradatori.
La risposta è specifica per ogni patogeno
Induzione di resistenza
Interazione Pianta Patogeno
Si possono verificare tre casi:
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La pianta reagisce all’attacco rapidamente, mettendo
in atto le sue difese con la produzione di sostanze
antimicrobiche e queste bloccano il patogeno
Il patogeno è in grado di «sabotare» il sistema di difesa
impedendo la produzione di sostanze antimicrobiche e
il patogeno attacca la pianta
La pianta mette in atto le sue difese ma troppo
lentamente e il patogeno attacca la pianta
Induzione di resistenza
La pianta può reagire alla presenza del patogeno con molti
meccanismi
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HR Hypersensitive Response: pianta sintetizza molecole
come ad esempio perossido di idrogeno per uccidere la
cellula attaccata dal patogeno e fermarne l’avanzata.
SAR Systemic Acquired Resistence: l’attacco del patogeno
porta allo sviluppo di molecole messaggere, gli elicitori
che a loro volta inducono la sintesi di 14 diverse proteine
(PR proteine) con diverse funzioni, antibatteriche,
antifungine, chitino-degradatori.
La risposta è specifica per ogni patogeno
Spesso la risposta immunitaria non è sufficientemente veloce
Sviluppo della malattia
Uso degli induttori di resistenza
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Irrorando la piante con molecole che simulano gli elicitori o che
assomigliano alla struttura cellulare dei patogeni è possibile anticipare le
risposte immunitarie delle piante e far si che queste possano essere già
pronte quando ci saranno delle condizioni per l’arrivo del patogeno.
Queste molecole non sono riconosciute dalla legislazione come tali e
rientrano nel gruppo dei «prodotti ad azione specifica» della famiglia dei
fertilizzante.
Queste molecole sono presenti sul mercato da alcuni anni e vengono usate
con buoni risultati sia in agricoltura che nella cura di tappeti erbosi
destinati ad uso sportivo o ricreativo.
Con questi prodotti si possono soddisfare contemporaneamente tre
problematiche
Difesa dai patogeni
Piante più belle ed efficienti (piante non edibili)
Piante più sane e ricche di sostanze nutraceutiche (Piante edibili)
Ambiente antropico più naturale
Induzione di resistenza…risultati
Dobbiamo correre dietro alla pianta e non solo dietro al patogeno
GRAZIE PER L’ATTENZIONE