fragola: appunti per la coltivazione

FRAGOLA: APPUNTI PER LA COLTIVAZIONE
FRAGOLA: APPUNTI PER LA COLTIVAZIONE
Al genere Fragaria appartengono diverse specie
tra cui F. vesca (fragolina di bosco), F. moschata cui appartiene l’ecotipo “Profumata di Tortona” e
l’ibrido Fragaria x ananassa cui appartengono la
quasi totalità delle varietà oggi coltivate. Un’ulteriore distinzione può essere fatta in base alla risposta
alle condizioni ambientali distinguendo tra materiali
uniferi (a giorno corto) che differenziano i fiori nella
stagione precedente o rifiorenti che differenziano i
fiori indifferentemente dalla lunghezza del giorno
fruttificando dalla primavera fino all’autunno inoltrato (day neutral).
Sistema NGS (New Growing System)
Condizioni ottimali di sviluppo:
• Terreno di medio impasto, ben dotato in sostanza
organica
• Evitare suoli pesanti, asfittici e soggetti a ristagni
idrici.
• Predilige terreni neutri o sub acidi (pH 6,0-7,0)
con calcare attivo inferiore al 5%. Eccessi di
salinità nel suolo possono determinare il blocco
della vegetazione.
• Le temperature ottimali di sviluppo in vegetazione
sono >17 °C e intorno a 20 °C in fioritura.
• Temperature inferiori a 2°C possono determinare
Tunnel di fuori suolo con sistema a canaletta in
alterazioni e danno ai boccioli e ai fiori.
plastica presso Agrifrutta
• Durante la fioritura, in caso di necessità, irrigare
l’interfila per creare un buon gradiente di umidità che permetta di mantenere il polline fertile.
IMPIANTO
Il sistema più utilizzato è a fila singola su terreno baulato, pacciamato con film di polietilene
nero con ala gocciolante. Il sesto d’ impianto è di 30 cm sulla fila e 110 cm tra le file con un
investimento di 33.000 piante/ha. Con la tecnica del fuori suolo, con fragole rifiorenti, l’investimento consigliato è massimo di 5 piante a metro lineare. Per il problema Drosophila suzukii è
preferibile ridurre il numero di piante a 3-4.
Preparazione del terreno e successive lavorazioni
• Apportare la sostanza organica, qualora le dotazioni fossero inferiori ai valori ottimali (3 4%), con largo anticipo o meglio alla coltura precedente
• Prima dell’ultima erpicatura, se necessario, apportare gli elementi fertilizzanti (Fosforo, Potassio, Azoto, Calcio e Magnesio) in funzione della dotazione del terreno
• Fresare e procedere alla baulatura delle file (altezza di 20-30 cm) per facilitare lo sgrondo,
evitare ristagni idrici al colletto e asfissie radicali
Copertura
I tunnel hanno generalmente una base di 5,40 – 6,00 metri, altezza al colmo di circa 3-4 metri
e possono ospitare 5 file singole di fragole. L’utilizzo di coperture permette di ottenere alcuni
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FRAGOLA: APPUNTI PER LA COLTIVAZIONE
vantaggi tra cui la protezione della vegetazione dalle piogge, dalle grandinate e la riduzione del
problema del deformato. A livello fitopatologico si riduce l’incidenza delle malattie fungine, ad
eccezione dell’Oidio, mentre per quanto riguarda i fitofagi il microclima può favorire lo sviluppo
di acari, tarsonema e afidi.
Fuori suolo
In condizioni di stanchezza, di terreni non adatti alla coltivazione e di gestione aziendale si può
ricorre alla coltivazione “fuori suolo”. Le tecniche di coltivazione in fuori suolo sono molteplici.
In passato si sono adottate canalette in rete metallica elettrosaldata rivestite con telo anti-alga
appoggiate a terra, sostituite attualmente da canalette in plastica sollevate da terra per mezzo
di distanziali. Un altro sistema prevede l’impiego del “sacchetto” adagiato su supporti a 1,00 m
da terra per facilitare le operazioni colturali e la raccolta. Sono disponibili anche sistemi “appesi”
costituiti da moduli che richiedono un limitato quantitativo di substrato come nel caso del sistema
“NGS”.
In Piemonte i substrati più utilizzati sono il 50 % perlite - 50 % cocco, torba e miscele a base
di compost, torba e perlite.
IRRIGAZIONE
Evidenzia esigenze idriche medio elevate nelle fasi di: trapianto, fioritura e ingrossamento dei
frutti.
Gli apporti di acqua devono essere effettuati mediante irrigazione localizzata con ali gocciolanti
disposte in prossimità delle piante. Gli interventi possono essere frequenti con volumi ridotti.
CONCIMAZIONE
Gli apporti di sostanza organica, di elementi fertilizzanti devono essere attentamente valutati
con il tecnico, in base alla fertilità, alla dotazione del terreno, alla tecnica colturale impiegata,
alle esigenze della varietà e del tipo di coltura e distribuiti con largo anticipo per evitare problemi di attecchimento.
Con la fertirrigazione si può provvedere più facilmente a risolvere carenze momentanee legate al clima o mancanze strutturali non evidenziate da una analisi del terreno. Particolare
attenzione deve essere adottata nell’apporto di azoto e potassio per non accentuare carenze
di calcio e magnesio che andrebbero a scapito della consistenza e colorazione dei frutti.
Importante, nel piano di fertilizzazione adottato, tenere in considerazione l’antagonismo tra alcuni elementi (es K che, se presente ad alte concentrazioni, viene assorbito in grande quantità
a discapito del Mg).
Tab. 1. Livello produttivo medio (Y) e coefficienti unitari di asporto (B) della fragola
indicati nelle Norme Tecniche della Regione Piemonte
Asporto (kg/q prodotto utile)
Livello produttivo medio ***** (q/ha)
250
N
P2O5
K2O
0,38
0,16
0,6
Apporto massimo di azoto: 160 Kg/ha
***** i valori sono riferiti al tal quale.
Gli apporti massimi di azoto indicati in tabella possono essere superati qualora l’azienda giustifichi e dimostri, sulla base di
opportuna documentazione, che il livello produttivo raggiunto negli ultimi 3 anni supera quello medio tabellare di 160 kg N/ha.
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Tab. 2 . Asporti (kg/q prodotto utile) di calcio e magnesio (elaborazione CReSO)
CaO
MgO
0,38
0,12
PRINCIPALI AVVERSITÀ
Per gli interventi di lotta integrata fare riferimento a quanto riportato nei disciplinari da pagina 6.
ANTRACNOSI (Colletotrichum acutatum)
Sintomatologia:
✓ Rizomi: formazione di imbrunimenti simili a quelli da Phytophthora con appassimenti e disseccamenti della parte aerea
✓ Piccioli fogliari e stoloni: formazione di piccole necrosi depresse di colore giallo-rossastro
che possono determinare il disseccamento con presenza di essudato;
✓ Foglie: presenza di maculature scure al centro contornate da aloni giallo-rossastri
✓ Frutti: aree marcescenti depresse di forma tondeggiante in particolare durante la fase di post
raccolta.
Antracnosi su stoloni, grappolo e frutto
Eziologia: sviluppo in condizioni di temperature e umidità elevate (20-25°C e U.R > 80 %); colpisce tutti gli organi della pianta. La diffusione avviene tramite vento, schizzi d’acqua (pioggia,
irrigazione per aspersione) e utilizzo di utensili infetti. Il decorso è spesso rapido e il raccolto
può essere fortemente compromesso.
Interventi agronomici:
✓ utilizzare materiale di propagazione certificato;
✓ impiegare varietà poco suscettibili;
✓ evitare eccessi di concimazioni azotate;
✓ adottare adeguate rotazioni colturali;
✓ scegliere sistemi di irrigazione localizzata;
✓ eliminare tempestivamente le piante infette;
✓ utilizzare tunnel con coperture per limitare la bagnatura della parte aerea.
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BATTERIOSI O MACULATURA ANGOLARE
(Xanthomonas fragariae)
Compare nei diversi stadi di sviluppo della pianta
ed è specifica per fragola.
Sintomatologia:
✓ sul lembo inferiore compaiono maculature a contorno angoloso, delimitate dalle nervature secondarie di dimensioni comprese tra 2 mm e 7 mm
che assumono una colorazione verde chiaro;
✓ in seguito le maculature si estendono e si originano estese necrosi accompagnate da presenza
Sintomi di Maculatura angolare
di essudati idropici;
✓ i sintomi si possono osservare anche a carico dei fiori, piccioli e stoloni;
✓ le piante colpite disseccano e vanno incontro alla morte.
Eziologia: il batterio si sviluppa ottimamente con temperature prossime ai 20°C e elevata umidità relativa. La fonte di inoculo principale sono le piantine contaminate mentre l’irrigazione per
aspersione ne favorisce la diffusione.
Interventi agronomici: l’impiego di materiale di propagazione sano può ridurre il rischio di
infezione e l’eliminazione della vegetazione infetta contiene la diffusione della malattia. Un
adeguato arieggiamento della coltura, concimazioni azotate e potassiche equilibrate possono
creare condizioni sfavorevoli allo sviluppo del batterio. Per evitare la dispersione dell’inoculo
non devono essere utilizzati sistemi di irrigazione per aspersione. Nel caso si verifichino attacchi devono essere previste rotazioni colturali.
MACULATURA ZONATA
(Gnomonia comari, Zythia fragariae)
MACULATURA ROSSO-BRUNA
(Diplocarpon earliana sub. fragariae)
L’inoculo è ubiquitario e si trova nei residui di vegetazione.
Sintomatologia:
G. comari, Z. fragariae: le foglie colpite si presentano accartocciate, specialmente nella parte distale del lembo fogliare (con riduzione della superficie
fotosintetizzante)
D. earliana sub. fragariae: simile a vaiolatura ma
più aggressivo. Sulle foglie si formano macchie irregolari rosso-brune ma senza il centro bianco caratteristico della vaiolatura. Il decorso è simile alla
vaiolatura e le foglie imbruniscono rapidamente e
seccano.
Eziologia: le infezioni partono precocemente (primavera ed autunno) e sono favorite da prolungati
periodi di bagnatura, con temperature comprese
tra 20 - 25 °C
Interventi agronomici:
✓ impiegare materiale vegetale certificato;
✓ evitare lunghi periodi di bagnatura, preferendo
l’irrigazione a goccia;
✓ utilizzare varietà tolleranti.
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Maculatura zonata
Caratteristico arrossamento da Maculatura rosso-bruna
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MARCIUME BRUNO (“MARCIUME GOMMOSO”)
(Phytophthora cactorum)
Sintomatologia: colpisce i frutti prima che giungano a maturità. I tessuti aggrediti divengono dapprima molli poi perdono rapidamente acqua divenendo di consistenza dura. Esternamente il frutto
colpito, presenta, in tutto o in parte, una colorazione bruno cuoio e sulla superficie compare, soprattutto in condizioni di elevata umidità, una formazione miceliale biancastra.
Eziologia: è favorita da temperature comprese fra
Phytophthora cactorum su frutto
15 e 22°C e alta umidità.
Interventi agronomici:
✓ adottare baulature più elevate del terreno per evitare ristagni idrici e utilizzare sistemi di
irrigazione localizzati;
MARCIUME DEL COLLETTO E DELLA CORONA (Phytophthora fragariae)
VERTICILLIOSI (Verticillium albo-atrum)
MARCIUME BRUNO DEL COLLETTO (P. cactorum)
Questi patogeni fanno parte di un complesso di patogeni tellurici (Verticillium albo-atrum
(dahliae), Phytophthora cactorum) responsabili di un deperimento progressivo della coltura
indicato con il termine di “collasso”.
Sintomatologia: piante appassite di taglia ridotta, foglie esterne con aree necrotiche o rossastre. Il midollo centrale appare di colore rosso intenso. Nel caso di Verticillium albo-atrum i
sintomi si manifestano a livello radicale con l’imbrunimento della zona midollare delle radici più grosse;
sulle foglie si manifesta con un imbrunimento marginale di 3-4 mm
Eziologia:
P. fragariae: aggredisce l’apparato radicale partendo dalle radici più piccole sino a quelle più grosse.
Sviluppo favorito da basse temperature (12-18°C)
ed alta umidità.
P. cactorum: sintomi a carico delle radici che risultano imbrunite, per poi estendersi al colletto e alla
base dei piccioli fogliari. Lo sviluppo del patogeno Caratteristico arrossamento dei piccioli fogliari
è favorito dalla presenza di ferite nella regione del
da Phytophthora
colletto e rizoma, con temperature comprese fra 15
e 22°C e alta umidità. La malattia è favorita in terreni sub alcalini.
V. albo-atrum e V. dahliae: le infestazioni di compaiono dalla ripresa vegetativa, fino a raggiungere
un picco nel periodo di maturazione. Questi patogeni sono polifagi e si conservano nel terreno fino
a 7-8 anni.
Interventi agronomici:
✓ utilizzare materiale di propagazione certificato e,
se disponibili, varietà tolleranti;
✓ adottare ampie rotazioni facendo seguire la
Pianta colpita da V. albo-atrum
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FRAGOLA: APPUNTI PER LA COLTIVAZIONE
fragola a un cereale o ad un seminativo;
✓ evitare la coltivazione in terreni infetti o che hanno ospitato colture recettive;
✓ adottare baulature per evitare ristagni idrici e utilizzare sistemi di irrigazione localizzati;
✓ estirpare e allontanare le piante infette;
✓ adottare la coltivazione fuori suolo.
MUFFA GRIGIA (Botrytis cinerea)
La botrite è la più diffusa patologia a carico sia della
fragola in pieno campo sia in coltura protetta. Attacca il colletto, i fiori e le infruttescenze.
Sintomatologia: sui frutti si evidenziano degli imbrunimenti che si estendono rapidamente fino ad
occupare tutta la superficie del frutto. Il contatto
con organi infetti agevola la diffusione della malattia. Successivamente si ha la comparsa del micelio
fungino di colore grigio.
Eziologia: In condizioni di elevati livelli di umidità
(> 90 %) e temperature comprese tra 23 e 37°C
Muffa grigia su frutto
può verificarsi un attacco a carico dei fiori. Spesso
il patogeno si può sviluppare anche in post raccolta. L’inoculazione è passiva (ferite o presenza di frutti a contatto fra loro).
Interventi agronomici:
✓ adottare idonei sesti di impianto;
✓ adottare le coperture con film plastico;
✓ evitare eccessive concimazioni azotate (in particolare sulle varietà vigorose);
✓ utilizzare idonee attrezzature per la distribuzione degli agrofarmaci (barra orizzontale e ugelli
con elevata pressione meglio se con flusso d’aria);
✓ arieggiare i tunnel dalla fioritura alla raccolta anche nei giorni piovosi per creare condizioni
sfavorevoli e limitare lo sviluppo del fungo;
✓ asportare e allontanare dall’appezzamento i frutti e la vegetazione colpita.
OIDIO (Sphaeroteca macularis, Oidium fragariae)
Fungo ubiquitario e polifago,la cui presenza si rivela
in quasi tutti gli organi della pianta.
Sintomatologia: le foglie colpite si “accartocciano”
incurvando i bordi verso l’alto e in seguito si roprono di bianco e polverulento micelio fungino.
Eziologia: condizioni ottimali di sviluppo sono rappresentate da temperature di 20-25° C associate
ad elevata umidità relativa (valori prossimi al 7075%).
Interventi agronomici:
✓ utilizzare varietà tolleranti;
✓ evitare eccessi di concimazione azotata e di irArriciamento delle foglie causato da oidio
rigazione;
✓ arieggiare i tunnel di coltivazione fin dalle prime ore del giorno;
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RIZOCTONIA (Rhizoctonia fragariae)
E’ una delle più frequenti malattie a carico della fragola.
Sintomatologia: le piante attaccate subiscono un collasso vegetativo unitamente alla comparsa di zone necrotiche alla base dei piccioli fogliari.
Eziologia: è favorita in terreni con pH sub acido, da temperature oltre 21°C e bagnatura fogliare o elevata UR.
Interventi agronomici:
✓ adottare lunghe rotazioni;
✓ evitare la coltivazione dopo solanacee e cucurbitacee
✓ utilizzare materiale vivaistico certificato;
✓ utilizzare varietà tolleranti;
VAIOLATURA
(Mycosphaerella fragariae, Ramularia tulasnei)
Avversità molto comune che si sviluppa quasi esclusivamente a carico dell’apparato fogliare. Sintomatologia: sulla pagina superiore delle foglie compaiono piccole maculature (2-3 mm) rotondeggianti
scure disposte disordinatamente; successivamente
assumono una colorazione grigiastra mantenendo
il contorno rossastro.
Eziologia: condizioni favorevoli allo sviluppo sono
l’elevata umidità relativa e temperature comprese
tra i 23 e i 28 °C, abbondanti piogge autunnali e
primaverili. La diffusione è favorita dalle irrigazioni.
L’inoculazione si ha per via stomatica (passiva) che
attraverso la cuticola (attiva).
Interventi agronomici: contenere quanto più possibile il livello di umidità ambientale, con buona areazione, limitare le concimazioni azotate, utilizzare
varietà resistenti, eliminare le piante infette.
Caratteristici sintomi di vaiolatura
FITOFAGI
ACARO TARSONEMIDE (Steneotarsonemus pallidus)
Identificazione: acaro di piccolissime dimensioni, di colore giallastro. Sverna come femmina
adulta trovando riparo fra le foglie. In primavera le
femmine si spostano sulla nuova vegetazione per
ovideporre. In condizioni ambientali favorevoli (elevata UR e temperature pari a 25°C) può compiere
6-7 generazioni/anno.
Danni: le piante colpite presentano sintomi di nanismo e rosettamento fogliare. Le foglie possono presentare diffusa bollosità, nervature rosso-brunastre
e arrotolamento dei lembi verso la pagina inferiore.
Controllo biologico: in primavera e autunno con
temperature <18 °C applicare sui focolai zolfo in
polvere. Lanci precoci di Amblyseius cucumeris
dopo la piantagione.
Frutti danneggiati da Tarsonema
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FRAGOLA: APPUNTI PER LA COLTIVAZIONE
AFIDI (Macrosiphum euphorbiae; Chaetosiphon fragaefolii;)
Identificazione: colore e aspetto variabile in funzione della specie e delle forme e dotati di
apparato boccale pungente-succhiante. Nelle colture protette possono sopravvivere durante i
mesi invernali come femmine partenogenetiche. Oltre ai danni diretti gli afidi possono essere
responsabili di trasmissione di virus alla coltura.
Danni: avvizzimento degli organi infestati; deperimento di apici vegetativi e giovani foglie; deformazione e accartocciamento dei lembi fogliari; produzione di melata e successivo sviluppo
di fumaggini.
Controllo biologico: in ambiente protetto, in particolare in colture fuori suolo, è possibile introdurre il parrassitoide Aphidius colemani, Aphidoletes aphidymiza, ecc.
ALEURODIDI (Trialeurodes vaporariorum)
Vedere capitolo “Principali insetti dannosi” a pag. 161;
ANTONOMO (Anthonomus rubi)
Identificazione: nelle prime ore del mattino o al
calar del sole si possono individuare gli adulti (di
colore nero ricoperto di pubescenza grigiastra, con
il rostro, lunghezza 2,5-3,9 mm) presenti alla base
degli assi secondari delle infiorescenze.
Danni: la femmina depone le uova all’interno del
bocciolo fiorale e poi recide il peduncolo del fiore,
che successivamente dissecca e cade.
CIMICI (Palomena prasina, Nezara viridula, Gonocerus acuteanculatus, ecc.)
Vedere capitolo “Cimici” a pag. 166.
Bocciolo fiorale reciso da Antonomo
FORFICULA (Forficula auricularia)
Identificazione: Adulto di forma arrotondata di colore marrone (dimensioni 12-20 mm di lunghezza). E’ un insetto che si allontana dalla luce ama l’umidità. Ha comportamenti gregari.
Danni: rosure sui frutti prossimi alla maturazione.
LIGUS (Lygus rugulipennis.)
Identificazione: in primavera, gli adulti svernanti
migrano su cereali autunno-vernini e prati, dove si
riproducono. Da queste colture, in corrispondenza
di sfalci o trebbiatura, si spostano poi su numerose
altre piante spontanee e coltivate fra le quali la fragola con elevati danni sui frutti. E’ in grado di compiere 3-4 generazioni all’anno.
Danni: malformazione dei frutti (note come “muso
di gatto”).
Interventi agronomici:
✓ utilizzo di reti anti-miridi alle aperture dei tunnel,
Danno da Lygus su frutto
con maglie di dimensioni 1,4x1,7mm.
✓ l’impiego di erba medica come pianta “trappola”, da seminare in prossimità della coltura, su
cui effettuare il trattamento insetticida. Non è risolutivo, in particolare nelle annate asciutte,
per la migrazione degli adulti e altre forme mobili sulla fragola.
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FRAGOLA: APPUNTI PER LA COLTIVAZIONE
MAGGIOLINO (Melolontha melolontha)
Identificazione: larve di colore bianco-latteo, con capo grosso e bruno-rossastro. Presenta
zampe gialle, molto allungate.
Danni: i danni sono a carico delle radici, con rosure a fine estate-autunno, che compromettono
la produttività delle piante colpite.
MOSCERINO DEI PICCOLI FRUTTI (Drosophila suzukii)
Vedere capitolo “Moscerino dei piccoli frutti” a pag. 143
NEMATODI FOGLIARI (Aphelenchoides fragariae e ritzemabosi)
Identificazione e danni: causano bollosità e distaccamento delle due lamine fogliari. Sulla pianta,
i nematodi si concentrano principalmente all’ascella delle foglie.
Il ciclo biologico si completa in tempi brevi (entro 2
settimane). Le specie resistono alla frigoconservazione (-1/-2°C per anche 7 mesi).
Danni: le piante colpite manifestano uno sviluppo
stentato; le foglie, deformi, mostrano una lamina alterata con bordi arrossati. I danni sono più gravi in
coltivazioni in pieno campo, specialmente in annate non fredde e con andamento piovoso, comproFoglie deformate da presenza di Nematodi
mettendo la produttività delle piante colpite.
NITULIDE DELLA FRAGOLA (Stelidota geminata)
Identificazione: coleottero presente nei fragoleti dove le raccolte vengono ritardate. Gli adulti
sono lunghi circa 2,8 mm, di forma ovale e colore marrone con chiazze più chiare sulle elitre.
Sverna allo stadio di adulto nel terreno o nei residui di vegetazione. Migra nei fragoleti quando
i frutti cominciano a maturare, e sono in particolare attratti da quelli molto maturi.
Danni: gli adulti nutrendosi determinano profonde cavità nelle fragole. Le femmine ovidepongono nei frutti ma le larve passano generalmente inosservate perché il frutto, a seguito dell’attacco degli adulti, ha già cominciato a decomporsi.
Interventi agronomici:
✓ effettuare raccolte accurate e tempestive.
Rosure di Stelidota su frutto
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FRAGOLA: APPUNTI PER LA COLTIVAZIONE
NOTTUE FOGLIARI (Ancylis comptana, Argyrotaenia pulchellana,
Olethreutes lacunana, Pandemis dumetana)
Identificazione: le larve di dimensioni molto piccole (11-12 mm di lunghezza) sono di difficile
riconoscimento. Ancylis c. misura 12-15 mm a maturità, mentre Argyrotaenia p. raggiunge 1518 mm di lunghezza.
Danni: principalmente a fine inverno o in autunno con lembo fogliare completamente divorato
e/o eroso (sono risparmiate solamente le nervature principali). In caso di forti attacchi viene
compromessa l’attività fotosintetica della pianta.
OZIORRINCO (Otiorrhynchus sulcatus)
Identificazione: L’adulto (6-7 mm di lunghezza), di
colore bruno-nerastro (perfino rossastro) con zampe ed antenne rosso-brune. Ha abitudini notturne,
la sua presenza può essere monitorata con il posizionamento di bacinelle con acqua e glicole al livello della pacciamatura.
Larva apoda, bianca, con capo giallo, corpo arcuato, raggiunge le dimensioni di 10-12 mm al sviluppo
completo
Danni: Gli adulti di notte fuoriescono per nutrirsi
delle foglie erodendole sui margini per poi deporre
le uova al colletto delle piante.
Le larve si nutrono delle radici e del rizoma durante
il periodo di fine estate autunno. Alla ripresa vegetativa le piante colpite appaiono deboli e stentate e
la produzione è ormai compromessa.
Larve di Oziorrinco
RAGNETTO ROSSO (Tetranychus urticae)
Identificazione: acaro di piccole dimensioni (0,5Trappola per il monitoraggio dell’Oziorrinco
0,6 mm), di colore giallastro e bimaculato dotato di
apparato boccale pungente-succhiante. Può svolgere più di 7-8 generazioni all’anno ed è favorito da condizioni di clima secco associato a elevate temperature (in particolare le condizioni all’interno di tunnel poco arieggiati e in presenza
di ridotta umidità relativa). E’ presente sulla pagina fogliare inferiore.
Danni: con le punture di nutrizione svuota le cellule del mesofillo e determina piccole punteggiature decolorate, evidenti sulla pagina superiore.
In caso di forti attacchi, le foglie assumono colorazione argentea o bronzea e tendono a disseccare
marginalmente, con presenza di una finissima tela
sericea con conseguente blocco dell’attività vegetativa delle piante.
Interventi agronomici:
✓ ripristinare l’umidità relativa sfavorevole al suo
sviluppo con irrigazioni sovra chioma a bassissimo volume (gocce di dimensioni <100 micron);
✓ evitare di collocare la coltura in ambienti polverosi in quanto la polvere può favorire insediamento
e diffusione dell’acaro;
Controllo biologico: possono essere utilizzati gli
Infestazione di ragnetto rosso
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FRAGOLA: APPUNTI PER LA COLTIVAZIONE
acari predattori Phytoseiulus persimilis e Amblyseius andersoni (importante non usare
neonicotinoidi, piretroidi e altri insetticidi non sellettivi sui fitoseidi presenti nella coltura sia in
autunno che primavera).
RINCHITE (Coenorrhynus germanicus)
Identificazione: adulto con abitudini notturne di
colore blu scuro con elitre leggermente più chiare.
Antenne e zampe nere di 2-3 mm di lunghezza. Per
il monitoraggio della presenza possono essere utilizzate le stesse trappole previste per l’oziorrinco.
Danni: con il rostro compiono una o più serie di
piccoli fori trasversali ravvicinati nei piccioli fogliari
e di conseguenza si spezzano. I danni sono solitamente contenuti e non giustificano trattamenti
insetticidi.
Foglia recisa da Rinchite
SPUTACCHINA (Philaenus spumarius)
Identificazione: Le neanidi possono essere presenti sui piccioli fogliari e sulle infiorescenze. L’adulto è caratterizzato da una notevole variabilità
cromatica che passa dal giallo-bruno al cenerognolo con bande e tacche di diversa ampiezza e variamente combinate. Compie una sola generazione
all’anno ma l’adulto vive a lungo. Sverna con uova
deposte alla base dei piccioli.
Dimensioni 5-6 mm di lunghezza.
Danni: sono rappresentati dall’imbrattamento dei
frutti in caso di forti infestazioni. E’ vettore del batterio Xylella fastidiosa.
“Saliva” schiumosa prodotta dalla neanide di
Sputacchina.
TRIPIDI (Frankliniella intonsa; F. occidentalis; Thrips fuscipennis; T. tabaci)
Identificazione: L’insetto, presente nei fiori, è di piccole dimensioni (1-2 mm di lunghezza) ed
è in grado di svolgere numerose generazioni. E’ favorito da clima asciutto. Con temperature
comprese tra 20 e 25°C il ciclo di sviluppo si completa in 12-27 giorni.
Danni: decolorazioni e deformazioni sui petali dei fiori con ridotto sviluppo degli stessi, mentre
a carico dei frutti si registrano decolorazioni, bronzature diffuse e deformazioni.
Interventi agronomici:
effettuare irrigazioni sovra chioma a bassissimo volume, inferiore a 100 micron.
Controllo biologico: gli Orius spontanei (Orius niger, O. maiusculus (di dimensioni più
grandi) sono ottimi predatori di tutti gli stadi, compreso l’adulto. Altro predatore utilizzabile è
l’Amblyseius cucumeris e A. Swirskii sugli stadi giovanili e sulle uova.
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La QUALITÀ
sempre con te per tutto il ciclo produttivo
X-Bag
(da 50 e 100 cm)
SUBSTRATI DISPONIBILI PER FUORI SUOLO:
TORBA
TORBA E COCCO
COCCO
COCCO E PERLITE
TORBA, COCCO E PERLITE
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Sacco
(70 litri)
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(da 1 a 3,5 m3)
X Pro Pack
(da 4 a 6 m3)
PRINCIPALI ACARI, INSETTI E NEMATODI DANNOSI E IMPIEGO DI LIMITATORI
PRINCIPALI ACARI, INSETTI E NEMATODI
DANNOSI DI ORTAGGI, FRAGOLA E PICCOLI
FRUTTI E IMPIEGO DI LIMITATORI
Il controllo integrato delle popolazioni di insetti dannosi, prevede l’utilizzo di tutti i mezzi di difesa possibili: agronomici (rotazioni, lavorazioni del suolo, scelta varietale, sistemazioni idraulico-agrarie), fisici e meccanici (siepi, reti anti-insetto, trappole), biologici e biotecnologici
(antagonisti naturali, feromoni, piante attrattive ed esche alimentari) e chimici.
Nel caso vengano introdotti gli antagonisti naturali, sono necessarie alcune informazioni di
base in modo da poter scegliere il predatore/parassitoide specifico, creare un ambiente favorevole al suo sviluppo e scegliere l’epoca di intervento ottimale. Di seguito si riportano alcune
note sui più importanti insetti dannosi delle colture orticole e sui loro limitatori naturali.
AFIDI DELLA FRAGOLA
(Chaetosiphon fragaefolii, Sitobion fragariae, Macrosiphum euphorbiae)
Piante ospiti: fragola e alcune piante spontanee.
Identificazione: colorazione verdastro/rosata (dimensioni 1-2 mm), vivono in colonie a carico
dell’apparato aereo, svernano come adulti su piante ospiti, ai margini dei coltivi; compiono
numerose generazioni (tutte partenogenetiche).
Danni: diretti (punture trofiche e produzione di melata) e indiretti (trasmissione di virosi).
AFIDI DELLE ORTICOLE
(Aphis gossypii, Macrosiphum euphorbiae, Myzus persicae)
Piante ospiti: patata, pomodoro, peperone, zucchino, fagiolo, melone e altre.
Identificazione: di forme e colori differenti, dal nero al verdastro; cicli molto rapidi e continui.
Danni: le punture di suzione determinano danni diretti a carico di diversi organi della pianta
(accartocciamenti fogliari, deformazioni dei frutti, ecc). Possono inoltre essere vettori di virosi.
Controllo biologico: C
hrysoperla carnea: neurottero Crisopide predatore aspecifico.
Presente in natura è molto sensibile agli insetticidi comunemente impiegati. Particolarmente
attivo nei 3 stadi larvali (gli adulti si nutrono di polline e nettare), il ciclo di sviluppo si completa
in meno di 3 settimane a 25°C.
Aphidius colemani: imenottero Braconide endoparassita, attivo su A. gossypii e M. persicae.
Gli adulti sono lunghi 2-3 mm e presentano un corpo nerastro. Distribuire 0,5-2 individui/m2, a
inizio infestazione (3-4 lanci ogni 7 giorni).
ALEURODIDI
(Trialeurodes vaporariorum, Aleyrodes proletella, Bemisia tabaci)
Piante ospiti: orticole (solanacee, cucurbitacee e cavoli), fragola, ecc
Identificazione: definite “mosche bianche” per il tipico aspetto degli adulti (corpo giallastro, ali
bianche e lunghezza 1 mm). Sverna allo stadio adulto e in serra compie generazioni continue
(ciclo completo in 30 gg); stadi giovanili immobili (eccetto la prima età).
Danni: di tipo diretto a seguito di punture trofiche. L’emissione di melata da parte dell’insetto
causa lo sviluppo di fumaggini con conseguente imbrattamento dei frutti e della vegetazione.
161
PRINCIPALI ACARI, INSETTI E NEMATODI DANNOSI E IMPIEGO DI LIMITATORI
Va segnalata anche la presenza di Bemisia
tabaci, per la quale, pur non essendo presente nei nostri areali, valgono gli stessi accorgimenti sopra elencati. Possono essere
in oltre vettori di visus.
Controllo biologico: Lecanicillium
muscarium: fungo entomopatogeno efficace su neanidi/ninfe di tripide e larve di
mosca bianca (può attaccare anche afidi e
ragnetto rosso). In qualche ora le ife penetrano dentro il corpo, causandone la morte
entro 7-10 giorni; si sviluppa a temperature
Aleirodidi su pomodoro
comprese fra 18-28°C e UR 70%.
Macrolophus pigmeus (caliginosus): predattore specifico con ciclo biologico completo in 3-4
settimane (con 5 stadi giovanili). Attivo anche nei confronti di Tuta absoluta, afidi, acari e larve
di agromizidi. Va introdotto precocemente a partire da inizio coltivazione/trapianto (1-3 lanci/m2);
ELATERIDI (Agriotes spp.)
Piante ospiti: Colture ortive, patata, bietola, mais, erba medica ed altre;
Identificazione: piccoli coleotteri (8-10 mm di lunghezza) di aspetto affusolato; larve allungate
di colore rosso ruggine e prendono il nome di ferretti; ciclo di sviluppo poliennale (4-5 anni)
Danni: gli stadi larvali divorano le radici specie nelle giovani piantine oppure scavano gallerie
dentro tuberi e bulbi.
Controllo biologico: talpe, uccelli, coleotteri Carabidae ed il fungo entomopatogeno Beauveria bassiana
MOSCA MINATRICE (Liriomyza trifolii)
Piante ospiti: solanacee, cucurbitacee, legumi, ortaggi a foglia, radice e stelo.
Identificazione: piccolissimo dittero (1-2 mm) di colore giallo-nero. In coltura protetta ha generazioni pressoché continue. Le femmine, una volta accoppiatesi, depongono immediatamente.
Danni: le larve scavano gallerie nelle foglie, che in seguito disseccano, con conseguente
riduzione dell’attività fotosintetica, inoltre nelle colture da foglia aumenta l’incidenza dello
scarto.
Controllo biologico: Diglyphus isaea: imenottero parassitoide. Effettuare un lancio di 1
individuo 10m2; condizioni ottimali di sviluppo:
24-32°C e 80% UR. La femmina esplica azione
predatrice nei confronti delle larve dell’agromizide. Possibile utilizzo congiunto di trappole cromotropiche gialle.
MIRIDI (Lygus rugulipennis, Lygus campestris, Calocoris norvegicus,)
Piante ospiti: orticole (lattuga, fagiolo, fagiolino,
fava, patata, peperone, bietole, finocchio, cavolo, sedano, carota), fragola, lampone e mora di
rovo.
162
Adulti di Lygus su fagiolo
PRINCIPALI ACARI, INSETTI E NEMATODI DANNOSI E IMPIEGO DI LIMITATORI
Identificazione: sverna nei residui colturali nel
terreno. La femmina depone lungo gli steli o gli
scapi fiorali; adulti particolarmente aggressivi
nei mesi di agosto-settembre. Compie 2-3 generazioni/anno.
Danni: le forme giovanili attaccano gli apici vegetativi ed i fiori, che in seguito avvizziscono.
Interventi agronomici: possibile adozione di
reti su fragola (con maglie di dimensioni minori
rispetto a quelle anti-piralide, ca.1, 4 x 1,7 mm).
MOSCA DELLA CAROTA (Psila rosae)
Piante ospiti: carota ed altre ombrellifere.
Identificazione: adulto di circa 4-5 mm di lunghezza, colore nero brillante e appendici gialle;
depone le uova alla base della pianta (in numero di 100-200); ciclo di biologico di 20-25 gg
(a 25°C); compie due generazioni/anno (una ad
aprile e una più pericolosa, fra luglio e agosto).
Danni: le larve penetrano all’interno del fittone,
che può andare incontro a marciumi.
Controllo biologico: è possibile l’utilizzo del
nematode entomopatogeno Steinernema feltiae, particolarmente attivo a temperature comprese fra 15 e 20°C. Le dosi di impiego vanno
da 300.000 a 600.000 individui per m2 da applicare all’inizio della comparsa delle larve.
Trappola per il monitoraggio dei Miridi
NEMATODI (Vari generi)
Piante ospiti: colture orticole, fragola, e cerealicole.
Identificazione: vermi cilindrici (anguillule), di lunghezza variabile; compiono diverse generazioni.
Danno da Psila rosae
Danni: perforazione dei tessuti con deperimenti, ingiallimenti e decolorazioni sulle foglie e formazione di galle a carico delle radici
Controllo biologico: su carota, cucurbitacee e solanacee (esclusa patata) possibile
applicazione di Bacillus firmus 7 gg prima della semina o trapianto. Su carota, solanacee
(escluso patata), melone, cocomero, lattughe e insalate, è possibile utilizzare prodotti a base
di estratti di aglio, applicati alla semina/trapianto.
RAGNETTO ROSSO (Tetranychus urticae)
Piante ospiti: orticole, frutticole e ornamentali.
Identificazione: adulto di piccole dimensioni (0,3 - 0,5 mm) di colorazione rossastra. Molto
polifago, sverna come femmina adulta e compie fino a 8-10 generazioni.
Danni: intense depigmentazioni e bronzature sulle lamine fogliari (specialmente quelle inferiori), che portano a disseccamenti e alla caduta delle foglie.
163
PRINCIPALI ACARI, INSETTI E NEMATODI DANNOSI E IMPIEGO DI LIMITATORI
Controllo biologico: Neoseiulus californicus (Amblyseius): acaro predatore che predilige
nutrirsi degli stadi giovanili (anche di Tarsonemus pallidus), non entra in diapausa e ben tollerante agli agrofarmaci, è attivo con bassa UR e alte T°, sopravvive alcune settimane senza
cibo (in assenza di prede si nutre di polline). Ciclo biologico completo in 10 giorni (a 21°C)
effettuare lanci regolari ogni 2 settimane (4 individui/m2).
Phytoseilus persimilis: predatore specifico di T. urticae, non entra in diapausa, stadi mobili
molto attivi, rapporto ottimale predatore/preda (da 1/10 a 1/30); si insedia con T° tra 20 e 27°C
e UR 65-90%. Occorre mantenere umidità relativa elevata ed evitare di effettuare trattamenti
con Piretroidi e acaricidi per almeno 2 mesi. 3-4 lanci con 5-25 individui/m2 (1° lancio alla
comparsa del ragnetto rosso).
Si ricorda che anche Amblyseiulus (Typhlodromus) swirskii e Amblyseiulus Andersoni
svolge un’attività di controllo del ragnetto rosso.
TIGNOLA DEL POMODORO (Tuta absoluta)
Piante ospiti: Solanacee spontanee (erba
morella) e coltivate (pomodoro, patata, melanzana e peperone).
Identificazione: adulto di circa 6-7 mm di
lunghezza, colore grigio-argenteo; ciclo biologico 25-75 gg (fino a 10-12 generazioni/
anno).
Danni: le giovani larve penetrano nelle foglie, scavano gallerie (mine fogliari) che in
seguito necrotizzano e imbruniscono; attaccano anche i frutti sia verdi che rossi.
Controllo biologico: si raccomanda il
monitoraggio del danno “fresco” sulle foglie;
la cattura massale con trappole a feromoni
e/o elettroluminescenti; Possono essere
utilizzati altri bio-agenti di controllo fra cui:
Macrolophus pygmeus (caliginosus) e
Nesidiocoris tenuis (può diventare fitofago
qualora venga a mancare la preda). E’
altresì possibile intervenire con Bacillus
thuringiensis var. kurstaki alle prime
catture del monitoraggio.
Confusione sessuale: nel corso del 2015
verranno condotte delle prove di efficacia
della confusione sessuale.
Attacco di Tuta absoluta su pomodoro
Mine fogliari di Tuta absoluta
164
PRINCIPALI ACARI, INSETTI E NEMATODI DANNOSI E IMPIEGO DI LIMITATORI
TRIPIDI (Frankliniella occidentalis,
Thrips tabaci)
Piante ospiti: orticole in serra e in pieno campo
(fragola, peperone, pomodoro per F. occidentalis,
prevalentemente cipolla e porro per T. tabaci).
Identificazione: molto polifago, ha due stadi neanidali attivi e due ninfali inattivi. Lo svernamento
avviene come adulto (1 mm di lunghezza), possono
compiere fino a 6-7 generazioni.
Danni: diretti dovuti alle punture trofiche con depigmentazioni argentee su foglie e perforazioni da ovideposizioni. Indiretti a seguito della trasmissione di
Danno da tripide su peperone
virosi. F. occidentalis è vettore di TSWV su pomodoro e peperone; T. tabaci è vettore di IYSV su cipolla.
Controllo biologico: Amblyseiulus (Typhlodromus) swirskii predatore aspecifico, immediatamente attivo, si nutre di
neanidi e non entra in diapausa (ciclo di sviluppo
rapido). Si insedia facilmente su Solanacee e Cucurbitacee specialmente durante l’estate. Su peperone e fragola effettuare un unico lancio a inizio fioritura (50-100 individui/m2). Attivo se le temperature
diurne superano 20°C (l’insediamento è fortemente
limitato in inverno).
Orius spp.: predatori aspecifici, presenti in natura
(O. niger) o allevati dalle biofabbriche (O. laevigatus e O. maiusculus). Gli adulto, di colore nerastro,
molto mobili e voraci, misurano circa 3 mm di lunOrius in predazione
ghezza. Ciclo biologico completo in 2 settimane a
25°C. Sono sensibili a diverse sostanze attive (Abamectina, Neonicotinoidi, Piretroidi). Da evitare l’impiego su pomodoro in quanto i peli glandulari
risultano tossici per gli insetti. In assenza di prede si nutrono di polline.
E’ necessaria la presenza di abbondante fogliame.
Lanci ripetuti prevalentemente di O. leaevigatus (1-2 adulti/m2 alla comparsa; 3-4 adulti/m2 e
oltre in caso di forti infestazioni), un mese dopo il trapianto per peperone e da inizio fioritura
su fragola.
È possibile utilizzare l’Amblyseius cucumeris.
Può essere utilizzato anche il fungo Lecanicillium muscarium, con le medesime applicazioni
già viste per il controllo dell’aleurodide delle serre.
165
LE CIMICI
LE CIMICI
Le cimici sono un problema ricorrente in molte colture orticole, fragola e piccoli frutti. Le specie già presenti nel nostro
areale sono diverse e molto polifaghe. Dall’estate 2013 è presente in Piemonte una nuova specie la Halyomorpha halys
(cimice marmorata). Si tratta di una cimice estremamente polifaga che può colpire fruttiferi, piante ortive tra cui peperone,
pomodoro, melanzana e fagiolo e piccoli frutti.
• Halyomorpha halys
Piante ospiti: oltre 300 specie, fra le quali melo, pero, pesco,
lampone, rovo, vite, nocciolo, frumento, mais, pomodoro, peperone, soia, girasole. Nel corso del 2014 è stata segnalata la
sua presenza in coltivazioni di fragola, peperone, melanzana
e piccoli frutti.
Identificazione: l’adulto, di dimensioni di 12-17 mm, è molto simile alla Rhapigaster nebulosa da cui si distingue alcuni
caratteri tra cui:
• forma del capo più lineare,
• presenza di striature sull’estremità delle emielitre
• assenza del processo spinoso ventrale.
Svernano gli adulti in ricoveri naturali insieme ad altre cimici. Negli areali più freddi compie una generazione mentre in
zone più temperate può arrivare a 4-6 generazioni per anno.
Danni: oltre ad arrecare i danni tipici delle cimici (presenza
di sapore cimiciato e necrosi localizzate) può provocare deformazioni dei frutti (danni a volte simili a quelli provocati dai
miridi) e/o depigmentazioni dell’epidermide.
Monitoraggio: sono in corso prove di sperimentazione di
trappole attrattive luminose e/o innescate con feromoni per il
monitoraggio delle popolazioni.
Depigmentazione dell’epidermide di
peperone causate da punture di H. halys
Deformazione del frutto in corrispondenza delle punture di H. halys
(danno simile a Miridi)
Neanidi di H. halys su lampone
166
Sospetto danno da H. halys su lampone
LE CIMICI
Principali differenze tra H. halys e R. nebulosa
Capo lineare
Emielitre striate
Estremità del capo triangolare
Macchie nere circolari
all’estremità delle emielitre
Processo conico ventrale
Adulti di H. halys e R. nebulosa visti ventralmente. In R. nebulosa è ben visibile il processo conico
• Rhaphigaster nebulosa
Piante ospiti: piante erbacee ed arboree.
Identificazione: colorazione brunastra; le uova sono normalmente deposte sulla pagina inferiore delle foglie. L’adulto raggiunge i 15-17 mm di lunghezza e presenta macchiettature brune
sulla membrana delle emielitre.
Danni: diretti (punture trofiche e necrosi localizzate) ed indirette.
• Palomena prasina
Piante ospiti: erbacee, arbustive ed arboree (ciliegio, rovo, prugnolo, castagno, sambuco,
nocciolo e Quercus spp.).
Identificazione: uovo di colore verde; adulto di colore verde-bronzato. Compare in primaveraestate e depone uova in piccole colonie; sverna l’adulto e compie 1 generazione/anno. Differisce da N. viridula perché non possiede i 3 puntini bianchi alla base dello scudo.
Danni: diretti (punture trofiche, morte gemme fiorali e deperimento della pianta) e indiretti
(trasmissione di alcune batteriosi); le punture comportano aborto traumatico e produzione di
cimiciato.
167
LE CIMICI
• Nezara viridula
Piante ospiti: pomodoro ed altre ortive,
soia, bietola, nocciolo e diverse piante arboree.
Identificazione: adulti di colorazione verde
(lunghezza pari a 15 mm); le uova sono deposte principalmente sulla pagina inferiore
delle foglie. Presenta 3 puntini bianchi alla
base dello scutello e 3 punti neri ai lati; sverna l’adulto e compie 2 generazioni/anno.
Danni: diretti (decolorazioni localizzate,
punture trofiche, necrosi localizzate che trasmettono un sapore sgradevole ai frutti). Le
lesioni rappresentano una via di ingresso a
patogeni fungini e batteriosi.
• Gonocerus acuteangulatus
Piante ospiti: spontanee e coltivate (sanguinello, biancospino, rosa canina, ciliegio,
pesco, albicocco, nocciolo).
Identificazione: uova di colore dorato, deposte in modo isolato in gruppi; gli adulti
presentano un dorso di colore marrone, con
lunghe zampe posteriori.
Danni: diretti (decolorazioni localizzate,
punture trofiche, necrosi localizzate che trasmettono un sapore sgradevole ai frutti). Le
lesioni rappresentano una via di ingresso a
patogeni fungini e batteriosi.
Adulto di N. viridula su rovo
Adulti di G. acuteangulatus su lampone
• Coreus marginatus
Piante ospiti: rovi, orticole (spinacio, bietole, coste), piante spontanee (romice, acetosella).
Identificazione: uovo di colore brunastro;
adulti di colore bruno, fino a rosso aranciato
nella parte sottostante le ali. Le principali differenze da G. acuteangulatus sono l’addome più ampio, femori più grossi e presenza
di 2 protuberanze.
Danni: diretti (punture trofiche e necrosi localizzate) ed indirette.
• Dolycoris baccarum
Adulto di Dolycoris baccarum
Piante ospiti: piante erbacee e arboree
Identificazione: adulti di colore nocciola scuro (lunghezza di 10-12 mm). Il colore del pronoto
è solitamente rosso-violaceo. I maschi e le femmine sono molto simili.
Danni: diretti (punture trofiche e necrosi delocalizzate).
168
STRATEGIE PER IL CONTROLLO DEI PRINCIPALI FUNGHI DEL TERRENO
STRATEGIE PER IL CONTROLLO DEI
PRINCIPALI FUNGHI DEL TERRENO DANNOSI
A ORTAGGI, FRAGOLA E PICCOLI FRUTTI
I terreni agrari, specificatamente quelli destinati alla coltivazione delle specie orticole, risentono particolarmente di alcuni fattori di “stanchezza” dovuti a riduzione della sostanza organica,
mancanza di rotazioni, e accumulo di sostanze tossiche. Il suolo, soprattutto nella sezione
esplorata dalle radici delle colture (tab. 1), rappresenta altresì un ottimo habitat anche per lo
sviluppo degli organismi sia utili che potenzialmente dannosi (tab. 2). In quest’ultimo caso se
le popolazioni di patogeni e/o parassiti tellurici (funghi e batteri, insetti, nematodi, infestanti)
raggiungono livelli elevati sono in grado di provocare danni notevoli o compromettere completamente la coltura.
Tab.1 Profondità di radicamento di diverse specie vegetali (modificato da Mappes D.)
Profondità del terreno (cm)
Specie vegetali
0-20
lattuga, piselli, cetrioli, carote, ravanelli, cipolle, arachidi
20-40
patate, spinaci, porri, sedano rapa, fragole, fagioli, peperoni,
e pomodori
>40
brassiche tardive, cavoletti di Bruxelles
Tab.2 Presenza dei più comuni patogeni delle colture agrarie a diverse profondità del
terreno (modificato da Mappes D.)
Profondità del terreno (cm) Organismi parassiti e agenti di malattia
0-20
Funghi (Phytium spp., Phytophtora citricola)
Batteri (Erwinia spp, Pseudomonas spp.)
Nematodi (Longidorus, Pratylenchus, Paratylenchus)
20-40
Funghi (Sclerotinia cepivorum, Rhizoctonia spp., Phoma
spp., Didymella lycopersici e applanata, Phytophtora fragarie, Verticillium albo-atrum, Plasmodiophora brassicae; Thielaviopsis spp., Botrytis cinerea, Phyrenocheta lycopersici)
Nematodi galligeni delle radici (Meloidogyne spp.)
Nematodi cisticoli (Heterodera spp.)
40-60
Funghi (Sclerotinia sclerotiorum, Corticium solani)
>60
Funghi (Fusarium oxysporum, Rosellinia necatrix)
Al fine di contenere lo sviluppo di funghi, insetti e piante infestanti nei suoli, l’adozione di corrette pratiche agronomiche riveste notevole importanza. Fra queste si ricordano la rotazione delle
colture, la scelta varietale, l’uso di portinnesti e la biofumigazione con l’uso di piante biocide
169
STRATEGIE PER IL CONTROLLO DEI PRINCIPALI FUNGHI DEL TERRENO
PIANTE BIOCIDE E BIOFUMIGAZIONE
La biofumigazione è l’effetto svolto da alcune piante (principalmente Brassicacee) su alcuni
patogeni del terreno. Queste piante, comunemente definite biocide, si distinguono in piante
trappola ed in piante ad azione biofumigante. Le prime presentano un alto tenore di composti
tossici nelle radici che attira e uccide i nematodi. Fra queste si annoverano le specie Raphanus
sativus, Eruca sativa, Sinapis alba, Crotalaria, ecc. Le seconde, invece, sono caratterizzate
dall’avere un alto tenore di glucosinolati che, in seguito ad idrolisi, si trasformano in isotiocianati, dotati di tossicità intrinseca nei confronti degli organismi bersaglio (principalmente funghi,
batteri, nematodi, uova e larve di insetti (Elateridi), semi di infestanti). La biofumigazione può
essere realizzata attraverso il sovescio della coltura o mediante utilizzo di pellet o sfarinati
derivati, prevalentemente da Brassica carinata
Fra le varie piante con azione biocida (tab. 3), sono da prediligere quelle con un maggior tenore di glucosinolati (B. juncea, R. sativus, E. sativa).
Famiglia
Nome scientifico
Brassicacee
Brassica juncea
Brassica nigra
Rhaphanus sativus spp. Oleifera
Eruca sativa
Sinapis alba
Verbenacee
Lantana camara
Euphorbiacee
Ricinus communis
Solanacee
Solanum sisymbrifolium
Asteracee
Tagetes patula
Hydrophyllacee
Phacelia tanacetifolia
Leguminose
Crotalaria juncea
Tab. 3: Alcune essenze con attività biocida
Tecnica del sovescio biofumigante:
Le piante biocide possono essere seminate anche con la tecnica della minima lavorazione.
Procedere con la semina delle essenze in autunno (da fine settembre a fine ottobre) oppure
primaverile (entro aprile) ad una densità pari a 6 kg/ha per Eruca sativa, 25 kg/ha per Rhaphanus sativus, 10 kg/ha per Brassica juncea. La semina si effettua utilizzando una seminatrice
universale (distanza sulle file 10-15 cm e profondità massima di 3 cm).
Anche se non è indispensabile, è comunque consigliabile la concimazione azotata di copertura
alla dose di 50-70 kg/ha.
La trinciatura si deve effettuare in prossimità della fioritura, procedendo immediatamente all’interramento della biomassa a circa 20 cm di profondità in quanto i composti che si liberano sono
molto volatili. Al fine di evitare fenomeni di fitotossicità, attendere almeno 1 settimana prima di
effettuare la semina o il trapianto della coltura.
Applicazione di pellet:
I pellet (principalmente di Brassica carinata) sono impiegabili in ogni momento della stagione.
Vanno distribuiti su terreno lavorato in ragione di 2-3 t/ha; in seguito interrare nei primi 10 cm
e bagnare per attivare la reazione biocida. Prima di seminare o trapiantare attendere 7 giorni.
170
STRATEGIE PER IL CONTROLLO DEI PRINCIPALI FUNGHI DEL TERRENO
SENAPE (Brassica juncea)
(Brassicacee)
Produce una buona quantità di biomassa (anche
oltre 10 t/ha, pari a circa 100 U di N/ha) unitamente ad un elevato tenore in glucosinolati. Esplica la
sua attività di contenimento nei confronti di alcuni
patogeni fra cui Phytium, Rhizoctonia e Fusarium
nel medio periodo grazie all’aumento di alcuni
funghi antagonisti in seguito alla biofumigazione.
L’epoca ottimale di semina è la primavera oppure
fine estate. Dose di semina: 10 kg/ha. Epoca di
trinciatura: in fioritura.
TAGETE (Tagetes patula)
(Asteracee)
E’ una pianta erbacea, alta fino a 80-100 cm, molto
interessante per il controllo dei nematodi, specificatamente per i generi Meloidogyne e Pratylenchus e altresì verso il fungo Verticillium spp.
L’ epoca di semina è di maggio-ottobre a una profondità di 1-2 cm. Dose di semina: 5 kg/ha.
FACELIA (Phacelia tanacetifolia)
(Hydrophyllacee)
E’ una pianta annuale. Può essere usata come
erbaio intercalare (cover crop estiva o autunnale)
ed è una pianta nettarifera, molto attrattiva per le
api. Ciclo completo in 70-80 gg (semina ai primi di
aprile, fioritura dopo 60 giorni). Non va effettuata
alcuna concimazione, perché la specie sfrutta la
fertilità residuale. Agisce attivamente nei confronti
delle tracheomicosi. Epoca di semina: aprile alla
profondità di 3-6 cm, dose di semina: 10-12 kg/
ha. Epoca di trinciatura: alla fine della fioritura e
interrata a 20-25 cm.
171
STRATEGIE PER IL CONTROLLO DEI PRINCIPALI FUNGHI DEL TERRENO
PRODOTTI MICROBIOLOGICI
TRICHODERMA SPP.
Rappresenta un genere di funghi appartenenti alla classe degli Ascomiceti, sempre presenti ed
attivi nell’agroecosistema. Entra in competizione per le sostanze nutritive e lo spazio di diversi
patogeni fungini, specialmente tellurici. I conidi di Trichoderma spp. germinano sulla superficie
del vegetale prima di quelli del parassita. Non svolge alcuna azione curativa, quindi in caso di
terreni infetti non consente di ottenere benefici immediati sulle colture. Esistono vari ceppi ciascuno dei quali ha una sua efficacia selettiva nei confronti della coltura, del patogeno e dell’ambiente di sviluppo.
Gli inoculi vanno posti in sospensione per 24-36 ore prima dell’applicazione, evitare di effettuare
trattamenti fungicidi nei primi 7-10 gg. Le temperature di sviluppo sono comprese fra 10 e 30°C
con optimum a circa 25°C, umidità relativa pari all’80 % e pH subacido (< 6,5). Il fungo manifesta
tolleranza nei confronti di alcune sostanze attive quali Captano, Dazomet.
L’applicazione deve essere fatta al trapianto (al massimo 24 ore prima) o in post trapianto.
Esistono diversi formulati a base di Trichoderma spp. ognuno specifico per il tipo di patogeno da
controllare, fra cui le miscele di:
CONIOTHYRIUM MINITANS
Ascomicete molto diffuso in natura, parassita degli sclerozi di Sclerotinia sclerotiorum e S. trifoliorum. Con temperature comprese fra 5-25°C e umidità del suolo al 60-70 %, sviluppa il micelio
che si muove alla ricerca di sclerozi. In seguito penetra attivamente lo strato corticale dello
sclerozio portando alla disgregazione dello stesso. Le spore di C.minitans possono rimanere
attive negli sclerozi per oltre un anno. Non è fitotossico ed è miscibile con fungicidi contenenti
Fosetil Al e Iprodione. Se il terreno è stato trattato con prodotti fumiganti, attendere almeno 20
gg prima di effettuare il trattamento. Il prodotto deve essere distribuito ed interrato assieme ai
residui vegetali.
FUMIGAZIONE
Attualmente per la disinfezione dei terreni sono autorizzati:
• Dazomet
• Metam sodio
• Metam potassio
Entrambi i metam e il dazomet hanno attività fungicida
ed erbicida e sono noti anche per il controllo di alcuni
insetti terricoli, fra cui anche il controllo di alcuni semi di
infestanti. È possibile 1 solo utilizzo ogni 3 anni di prodotti a base di Metam-Na o Metam-K e Dazomet. In pieno campo è possibile la distribuzione del metam solo
con iniezione al terreno (mediante iniettori o lame a
piede d’oca). In serra le applicazioni del metam sono
possibili solo mediante irrigazione a goccia (divieto
di utilizzo di micro-splinker), unitamente all’uso di
teli di plastica al fine di evitare la dispersione dei gas.
172
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IMPOLLINAZIONE: IMPIEGO DEI BOMBI
IMPOLLINAZIONE: IMPIEGO DEI BOMBI
L’utilizzo degli insetti pronubi è il metodo più diffuso
per favorire l’impollinazione dei fiori. Fra gli impollinatori più importanti (ordine Hymenopterae) si ricordano gli Apidae (api e bombi) e i Megachilidae
(osmie).
Delle numerose specie, quella che viene maggiormente impiegata e allevata in arnie è il Bombus
terrestris.I bombi sono insetti “sociali”, attivi a temperature che oscillano fra 10 e 30°C (massima attività fra 15 e 25°C e per distanze fino a 1 km dalle
arnie).
L’impiego dei bombi genera alcuni vantaggi:
riduce o elimina del tutto la distribuzione dei prodotti
alleganti con riduzione dei costi;
Bombus terrestris
sono attivi anche in condizioni ambientali sfavorevoli
(bassa intensità luminosa, pioggia, vento)
permette la corretta formazione dei semi consente un miglior sviluppo dei frutti che raggiungono un miglior calibro unitamente ad un minor numero di frutti deformi;
si sfrutta la duplice azione impollinatrice ottenuta con il processo di scuotimento-vibratura in
considerazione del peso del pronubo (“buzz-pollination”);
Un’arnia permette di coprire da 800 a 3000 m2 (circa 3-4 arnie/ha), a seconda della coltura per
una durata di 6-12 settimane, con un massimo di azione tra la 2^ e 5^ settimana.
POSIZIONAMENTO
L’introduzione dei bombi viene effettuata a inizio fioritura (10-20% di fiori aperti), tenendo presenti alcuni accorgimenti:
l’arnia deve essere posizionata a circa 50-100 cm di altezza, al riparo dalla luce solare; evitare
comunque temperature superiori a 30-35°C e inferiori a 6-8°C, per periodi prolungati, in quanto
possono ostacolare lo sviluppo della colonia;
in coltura protetta, in assenza di reti, le arnie vanno posizionate al centro del tunnel. In caso di
utilizzo di reti, vanno posizionate nei pressi delle testate dove le temperature sono più basse
ed è favorito l’arieggiamento;
utile rivestire i sostegni dell’arnia con un “manicotto” di colla entomologica o repellenti per allontanare le formiche e evitare che arnia e palo vengano a contatto con la vegetazione;
COMPATIBILITA’ CON I TRATTAMENTI
Nel caso si debba intervenire con trattamenti chimici occorre porre particolare attenzione alla
loro tossicità verso i bombi, in particolare per quanto riguarda gli insetticidi. Per la maggior
parte dei fungicidi occorre adottare la precauzione di far rientrare tutti i bombi e coprire l’arnia
prima del trattamento.
Le sostanze attive sono classificate in base alla compatibilità con i bombi e suddivise in tre
gruppi:
1°gruppo: sostanze attive da NON USARE con i bombi e nelle vicinanze delle serre.
I prodotti elencati in tabella 1 non possono essere usati in presenza di bombi. Se usati prima
dell’introduzione delle arnie rispettare i tempi di rientro.
174
IMPOLLINAZIONE: IMPIEGO DEI BOMBI
2°gruppo: sostanze attive che possono essere utilizzati con OPPORTUNI ACCORGIMENTI.
La sera antecedente al trattamento chiudere i fori di uscita delle arnie in modo da permettere
il ricovero degli insetti ma non la loro uscita. Successivamente rimuovere le arnie e riporle distanti dalle serre trattate in un luogo arieggiato e temperature comprese tra i 15 e i 20 °C. La
reintroduzione degli insetti potrà essere effettuata quando saranno trascorsi i giorni di rientro
indicati. Le arnie andranno riposizionate nello stesso posto e con lo stesso orientamento. L’intervallo di rientro indicato è indicativo, perché le condizioni all’interno della serra (temperatura,
umidità, ventilazione…) possono influenzare la tossicità residua dei prodotti utilizzati.
3° gruppo: sostanze attive che possono essere USATE in presenza di bombi ADOTTANDO le dovute PRECAUZIONI
I trattamenti con i prodotti di questo gruppo devono essere effettuati dopo aver fatto rientrare
i pronubi nell’arnia. E’ utile posizionare sulle arnie un telo impermeabile poco prima del trattamento e rimuoverlo appena possibile.
Tab. 1: sostanze attive appartenenti al 1° gruppo
Categoria
Insetticidi
Sostanza attiva
Tempi di rientro (gg)
Alfacipermetrina
>30
Beta-ciflutrin
15
Ciflutrin
20
Cipermetrina
21
Clorpirifos
>30
Clorpirifos metile
20
Clotianidin
>30
Dimetoato
14
Formetanate
4
Imidacloprid
30
Lambda cialotrina
15
Metiocarb
30
Oxamyl
10
Tiametoxam
15
175
IMPOLLINAZIONE: IMPIEGO DEI BOMBI
Tab. 2: sostanze attive appartenenti al 2° gruppo
Categoria
Insetticidi
Sostanza attiva
Acetamiprid
2
Ciromazina
0,5
Deltametrina
3
Emamectina benzoato
1
Indoxacarb
3
Flonicamide
0,5
Lufenuron
2
Mataflumizone
2
Metomil
3
Olio minerale bianco
1
Olio minerale estivo
0,5
Oxamyl (fertirrigazione)
1,5
Piretro
0,5
Piretrine + Piperonil butossido
1,5
Pirimicarb
1
Spirotetramat
1
Spinosad
2
Tau-fluvalinate
3
Tiacloprid
2
Insetticida -
Abamectina
3
acaricida
Acrinatrina
3
Acequinocil
1
Etoxazole
3
Exitiazox
0,5
Acaricidi
Fenazaquin
Fenpiroximate
Fungicidi
1
1,5
Pyridaben
1
Tebufenpirad
1
Benalaxil
2
Ciprodinil + Fludioxonil
176
Tempi di rientro (gg)
0,5
Dimetomorf
1
Fosetil alluminio
2
Tebuconazolo
2
Tetraconazolo
1
IMPOLLINAZIONE: IMPIEGO DEI BOMBI
Tab. 3: sostanze attive appartenenti al 3° gruppo
Categoria
Insetticidi
Acaricidi
Fungicidi
Sostanza attiva
Tempi di rientro (gg)
Azadiractina
-
Bacillus thuringiensis
-
Beauveria bassiana
-
Buprofezin
-
Ciromazina
-
Clorantraniliprole
-
Metossifenozide
-
Pimetrozine
-
Pyriproxifen
-
Spiromesifen
-
Tau-fluvalinate
-
Zetacipermetrina
-
Clofentezine
-
Azoxistrobin
-
Bupirimate
-
Cimoxanil
-
Ciproconazolo
-
Ciprodinil + Fludioxonil
-
Difenoconazolo
-
Fenexamide
-
Imazalil
-
Iprodione
-
Mancozeb
-
Mepanipirim
-
Metalaxil
-
Metiram
-
Miclobutanil
-
Penconazolo
-
Propamocarb
-
Propiconazolo
-
Propineb
-
Pyraclostrobin + Boscalid
-
Pyrimetanil
-
Tiofanate metile
-
Tiram
-
177