08/05/2011 A partire dal XV secolo il panorama musicale europeo è caratterizzato dalla massiccia presenza, specie in Italia, di compositori fiamminghi. Questi compositori sono a tutti gli effetti dei professionisti, pronti a viaggiare pur di ottenere incarichi d’alto prestigio e alta remunerazione. Essi provenivano da una vasta zona geografica comprendente l'attuale Belgio, Lussemburgo, Olanda, Nord della Francia, il cui assetto economico si era notevolmente stabilizzato grazie ad un'attenta politica mercantile e a lunghi periodi di pace. 1 08/05/2011 Il salario dei compositori Borgognoni (detti anche Olandesi, fiamminghi o franco-fiamminghi) era notevolmente più alto che in tutte le altre corti europee, sicché era redditizio dedicarsi alla carriera musicale. I migliori, poi, venivano reclutati sia dai potenti nobili della Borgogna che dalle potenti corti italiane, particolarmente dagli Este a Ferrara, dagli Sforza e dai Visconti a Milano, dai Medici a Firenze, dai Malatesta di Rimini. Questi nobili, potenti e illuminati, per ottenere il servigio di questi compositori del Nord sovente ricorrevano alla intermediazione diplomatica e, grazie a generose offerte in denaro, spesso riuscivano a sottrarli alle grandi basiliche – come quella di Notre Dame a Parigi – ove erano impiegati e sottopagati. 2 08/05/2011 Polifonia fiamminga A) INDISCUSSA ABILITÀ TECNICOCOMPOSITIVA Ritratto dei coniugi Arnolfini Jan Van Eyck 3 08/05/2011 Abilità compositiva Canoni – Contrappunti a) canone classico (dux-comes) b) canone mensurale (le voci eseguono la stessa melodia ma a velocità differenti) (Audio Kyrie Brumel) c) canone enigmatico (vedi seguito) 4 08/05/2011 Canone mensurale – Ockeghem Missa Prolationum (Sanctus) Motti o Enigmi canone enigmatico Clama ne cesses Ocia dant vicia Fuge morulas e altri. Nescit vox missa reverti Semper contrarius esto Cancrizat, vel more haebreorum Retrograditur Principium et finis e altri. Omne trinum perfectum Trinitas et unitas Trinitate in unitate veneremur e altri. Loro spiegazione "Il conseguente, cioè la parte che risponde, tralascia le pause dell'antecedente e segue a cantare le sole note" Crescit ( o descrescit ) in Duplo ( in Triplo ecc. ) "Il conseguente deve raddoppiare o triplicare ecc., il valore delle figure, o diminuirlo la metà, o due terzi ecc..." "Il conseguente deve cantare le note nere come se fossero bianche." Nigra sum sed formosa Caecus non iudicat de colore "Dal conseguente dobbiamo cavare altre due parti: l'una che comincia dalla prima nota dell'antecedente e procede ordinatamente fino alla fine; l'altra comincia dall'ultima nota dell'antecedente e prosegue indietro fino alla prima nota". "Dal conseguente si ricavino due conseguenti, affinché si formi il canone a tre voci, il quale per lo più suol essere all'unisono o all'ottava." 5 08/05/2011 Ockeghem Deo gratias a 36 voci Audio I compositori fiamminghi viaggiarono molto insediandosi nelle principali corti di: Italia Spagna Francia Germania 6 08/05/2011 La polifonia fiamminga C) INTERNAZIONALITÀ DELLO STILE Internazionalità dello stile: a) Elementi inglesi (impiego del falso bordone, ovvero successioni di ac cordi al primo rivolto) b) Elementi francesi (adozione delle for me fisse: Ballade, Rondò, Virelai) c) Elementi italiani (propensione, nelle forme di ascendenza popolaresca, come le frottole o i canti carnascialeschi, a uno stile semplice di tipo ac cordale, tendenzialmente omoritmico) 7 08/05/2011 I compositori fiamminghi seppero inoltre imporsi con uno stile personale che nel corso del Cinquecento costituì la base delle regole per la composizione polifonica. In particolare: 1) Divieto di creare quinte e ottave parallele, per evitare il sapore arcaico che ne derivava; 2) L'obbligo che la sovrapposizione di voci formasse sempre triadi consonanti, ammettendo dissonanze solo sotto forma di note di passaggio nei tempi deboli e sotto forma di ritardo sul tempo forte. La frottola: un esempio di stile italiano El grillo è bon cantore, Josquin Des Prés (c.1450-1521) El grillo è buon cantore Che tiene longo verso. Dalle, beve, grillo, canta. Ma non fa come gli altri uccelli: Come li han cantato un poco Van de fatto in altro loco, Sempre el grillo sta pur saldo. Quando la maggior è’l caldo Allor canta sol per amore. El grillo spartito Audio 8 08/05/2011 Un canto carnascialesco Scaramella va alla guerra (Josquin) Scaramella va alla guerra colla lancia et la rotella, la zombero boro borombetta, la boro borombo. Scaramella fa la gala cholla scharpa et la stivala, la zombero boro borombetta, la zombero boro borombo" Scaramella Audio Polifonia fiamminga D) I BENEFICI ECCLESIASTICI 9 08/05/2011 Godimento dei benefici ecclesiastici L'assunzione dei compositori fiamminghi nelle corti fu inoltre favorita dalle concessioni dei benefici ecclesiastici. A partire dal XV secolo i papi passarono a prelati e principi il diritto di disporre di tali benefici per il mantenimento degli artisti e dei musicisti meritevoli. In pratica per tutta la sua vita, l'artista godeva di una somma di denaro ottenuta dalla rendita annuale di una proprietà che gli era concessa in beneficio. Si tratta di una forma di usufrutto particolarmente vantaggiosa sia per l'artista che per il signore, grazia alla quale lo sviluppo artistico nelle corti subì una vera e propria impennata. Valga per tutti l'esempio della cappella musicale di Filippo l'Ardito di Borgogna che poté con questo sistema mantenere 28 musicisti grazie all'autorizzazione di Clemente VII di concedere fino a 120 benefici. Gli effetti dei benefici ecclesiastici – vita di Guillaume Dufay (1400-1474 ca) E' il primo compositore di cui restino notizie in quantità e qualità tali da fornire informazioni sufficientemente complete e dettagliate sulla vita e attività. Nell'agosto del 1409 Dufay è presente, come fanciullo cantore, presso la cattedrale di Cambrai; probabilmente era nato in una delle diocesi chiamate Fay o Fayt. Chierico della cattedrale nel 1413-14 seguì forse il vescovo di Cambrai al Concilio di Costanza (1414-18). Qui poté avere l'occasione di incontrare Carlo Malatesta, signore di Rimini. Fu al servizio dei Malatesta tra il 1420 e il 1426. A partire dal 1427-28 divenne sacerdote a Bologna, dove si trasferì e dove iniziò gli studi di diritto canonico presso l'Università e dove rimase al servizio del cardinale Aleman. Quando nell'agosto del 1428 questi si trasferì a Roma, probabilmente Dufay lo seguì poiché è registrato fra i musicisti al servizio del papa, Martino V. Alla sua morte gli successe Eugenio IV sotto al cui pontificato Dufay compose la maggior parte della sua musica celebrativa. Allontanatosi nel febbraio del 1434 per recarsi presso i duchi di Savoia, Dufay ritorna nel giugno del 1435 presso il papa che si trovava allora a Firenze. Da Firenze Dufay si spostò a Ferrara verso il 1437 per raggiungere la corte di Nicolò III d'Este. Ma nel maggio del 1437 lascia definitivamente la cappella papale e ritorna al servizio dei Savoia. Nell'autunno del 1439 Dufay ritornò in patria a Cambrai e il motivo di questo ritorno è forse rintracciabile negli avvenimenti politici del tempo. Il Concilio di Basilea, infatti, dichiarò decaduto Eugenio IV e al suo posto nominò un altro papa. Se Dufay fosse rimasto presso i Savoia, avrebbe probabilmente perso i benefici ecclesiatici che aveva a Cambrai, dato che il duca di Savoia era favorevole a Eugenio IV. 10 08/05/2011 polifonia fiamminga E) ASSENZA DI UNA VERA E PROPRIA CONCORRENZA IN ITALIA 11 08/05/2011 In Italia: assenza di una vera e propria concorrenza locale In Italia la presenza di compositori del Nord fu inoltre favorita dalla pressoché totale mancanza di compositori locali di musica polifonica. Al di fuori delle corti, dove l'attività dei fiamminghi si esplicava essenzialmente nella composizione di mottetti celebrativi o per l'Ufficio liturgico e messe polifoniche, la complessa architettura polifonica dei fiamminghi era considerata espressione artificiale e innaturale. A questa era invece preferita una musica vocale più semplice anche a voce sola con accompagnamento liutistico, spesso improvvisata e dall'andamento rapsodico. A tale espressione musicale purtroppo non scritta, teorici come Marsilio Ficino accordarono la loro preferenza. Il più rilevante poeta-cantore italiano del Quattrocento fu l'umanista patrizio Leonardo Giustinian (1388-1446) che affidò ad un'esecuzione improvvisata i propri componimenti in lingua volgare. polifonia fiamminga LE GENERAZIONI 12 08/05/2011 Le generazioni Ars musicae I generazione (1420-1450): fu dominata da Dufay e da Gilles Binchois; II generazione (1450-1485): Johannes Ockeghem; III generazione (1480-1520): Josquin Des Prez - Jacob Obrecht – Heinrich Isaac – Pierre de La Rue IV generazione (1520-1560): Adrian Willaert e Jacob Clemens non Papa; V generazione (1560-1600): Orlando di Lasso (Orlande de Lassus) VI generazione (fine ‘500 inizio ‘600): Sweelinck Affetti / rapporto col testo La polifonia fiamminga I GENERI 13 08/05/2011 Sacri a) inno polifonico b) Messa c) Mottetto Profani (forme fisse) a) Ballade b) Rondeau c) Virelai chansons Inno polifonico E' un genere inaugurato da Dufay. Tutti i suoi 27 inni sono a 3 voci e contengono una parafrasi melodica del tema gregoriano nel superius accompagnato da un contrappunto relativamente semplice nelle altre voci. L'esecuzione avveniva alternando monodia (per le strofe dispari) a polifonia (per le strofe pari). E' probabile che gli strumenti musicali raddoppiassero le voci. Conditor alme siderunt 14 08/05/2011 Messa A partire dagli inizi del XV secolo si afferma la Messa su cantus firmus. Il cantus firmus altro non era che un canto sacro o anche profano utilizzato solitamente a valori larghi e che serviva da base per l'edificio polifonico (come procedimento ricorda gli antichi organa e i mottetti francesi). Sopra il cantus firmus, le restanti voci (in genere le messe fiamminghe ne comprendono 4, ma si dà il caso di messe a 5 e anche a più voci) si muovevano secondo i più rigidi artifici contrappuntistici. Il gusto dell’epoca spinge infatti i compositori a ricavare la massima varietà possibile partendo da una radice tematica molto piccola. Inoltre, gli artifici contrappuntistici garantivano quella unità stilistica fra le voci che era molto ricercata all’epoca. cantus firmus 15 08/05/2011 Il desiderio di unità, che non si esauriva nelle singole voci ma si estendeva a tutte e cinque le parti della messa (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Benedictus-Agnus Dei), spinse i compositori a ricercare nuove tecniche unificanti. A partire dagli inizi del XV secolo, specie nelle messe dei polifonisti inglesi e franco-fiamminghi come L.Power e J.Ciconia, cominciò a delinearsi la tendenza all'unità tematica delle varie parti. Questa tendenza culminò con Dufay e la scuola fiamminga nella messa ciclica che utilizza in tutte le sezioni un unico cantus firmus tratto dal repertorio gregoriano o profano. motto 16 08/05/2011 L’uso del cantus firmus profano: le ragioni di una scelta. Per quale motivo vennero usati, come base di molte messe, dei motivi tratti dal repertorio profano e non solo sacro? (fra i più utilizzati: l’homme armè e Se la face ay pale). 1. perché nel Quattrocento l’ambito profano e quello sacro non sono così separati come lo diverranno dopo il Concilio di Trento; 2. perché a differenza del canto sacro, quello profano è dotato di ritmo e la sua presenza costituisce una sfida ulteriore per il compositore, il quale oltre a dover fare i conti con una melodia preesistente, deve misurarsi anche con esso; 3. perché a volte è possibile piegare il significato originario del canto profano ai valori sacri: per esempio l’uomo armato de l’homme armè è il cristiano che nella fede trova la sua arma contro il male… 4. per il particolare profilo melodico dei canti profani che non esclude il movimento proprio della cadenza perfetta. G.Dufay, Kyrie Missa l’homme armé Audio 17 08/05/2011 Missa l’Homme armé di G.Dufay Melodia l’Homme armé al tenor Kyrie – Gloria – Credo – Sanctus – Benedictus – Agnus Dei G.Dufay, Agnus Dei Missa l’homme armé Audio musica 18 08/05/2011 Il Mottetto nel 1400 Durante lo svolgersi del XV secolo si assistette ad una radicale evoluzione del mottetto: l'isoritmia, dopo essersi ampliata fino a coinvolgere tutte le voci (mottetto pan-isoritmico) scomparve gradualmente, lasciando spazio ad un tessuto polifonico sempre più contrappuntistico-imitativo. Il cantus firmus è ancora affidato al tenor ma con maggior libertà e varietà ritmica (valori di lunga durata; generalmente una nota per misura). Vi è peraltro la tendenza a equiparare il tenor alle altre voci abbandonando il cantus firmus e applicando sempre più frequentemente la tecnica dell'imitazione sistematica. Viene progressivamente abbandonata la politestualità. Contemporaneamente, la destinazione del mottetto fu rivolta principalmente alla celebrazione di particolari circostanze politiche o religiose (mottetto celebrativo). Con gli autori dell'epoca fiamminga, il mottetto ritornò ad essere quasi esclusivamente una composizione sacra, in cui l'assetto melodico, ritmico e testuale di tutte le voci era completamente parificato. Fra i mottetti celebrativi, il più famoso del XV secolo è Nuper rosarum flores di Dufay, scritto per l’inaugurazione della cupola di Brunelleschi il 25 marzo 1436. Visto il suo assetto matematico, è un brano emblematico della tendenza – ancora viva nel Quattrocento – di considerare la musica un’Ars ossia una scienza rigorosa, una disciplina appartenente a tutti gli effetti al quadrivium. Le chansons - Le Ballate Forse di primo acchito desta qualche sorpresa che taluni compositori del Quattrocento, pur ricoprendo cariche ecclesiastiche, scrivessero canzoni d'amore in francese. Il fenomeno si spiega in parte pensando che questo era uno degli obblighi del compositore quando entrava al servizio del re o di un principe. Inoltre le distinzioni fra interessi religiosi e profani non era così netta come oggi. Quasi tutte le chansons fiamminghe sono a tre voci. Quelle di Dufay, che ammontano a circa una settantina, seguono per lo più la forma del rondeau. A volte, invece, si modellano sullo schema della ballata e del virelai. Quasi tutte le chansons di Dufay presentano le due parti superiori in imitazione fra loro e una diversa melodia per ogni strofa del verso letterario. Il rapporto fra le parole del testo e la melodia è più ricercato che altrove. Ad esempio, nella ballata Resveilles vous et faites chiere lye,scritta in occasione del matrimonio di Carlo Malatesta e Vittoria Colonna nel 1423.l'acclamazione "noble Charles" rivolta allo sposo è musicata con blocchi di accordi con corone, mentre il cognome Malatesta dà vita ad una rapida sezione di terzine. Due maniere diverse per enfatizzare parole ritenute importanti nel testo: 19 08/05/2011 Dufay, ballata Resveilles vous et faites chiere lye Dufay, ballata Resveilles vous et faites chiere lye 20 08/05/2011 polifonia fiamminga CAMBIAMENTI STILISTICI: IL CINQUECENTO Il rapporto musica–poesia Fino al XV secolo, nella musica vocale non si era avvertita l'esigenza di instaurare un rapporto espressivo con il testo intonato: la musica era generalmente soggetta a leggi proprie, indifferenti al significato della singola parola. Ma con i compositori fiamminghi si fece lentamente strada l'idea che l'evento sonoro potesse rendere in qualche modo ciò che era contenuto nelle parole: immagini motorie, ad esempio, o atmosfere espressive particolari. Facciamo due esempi tratti da composizioni di Josquin Desprez: nel mottetto Domine, ne in furore tuo, l'avverbio velociter (velocemente) viene reso con un movimento di note velocissime; nella chanson-mottetto Nymphes des bois / Requiem - composizione funebre in memoria di Ockeghem - soprattutto nel momento in cui le parole invitano al pianto gli allievi del grande fiammingo, la musica impiega un vocabolario tecnico che diventerà tipico per raffigurare sentimenti patetici: tessuto musicale imperniato sulle terze minori, progressioni discendenti, ecc.. Intorno agli inizi del Cinquecento queste esigenze troveranno uno slancio decisivo in tutti i settori musicali, da quelli sacri a quelli profani e si tradurranno in un uso meno estremo del contrappunto, in formule cioè “semplificate” rispetto al passato ma proprio per questo rispettose della “parola”. 21 08/05/2011 Nymphes des bois, déesses des fontaines Ninfe dei boschi, dee delle fonti (1497) 1.Nymphes des bois, déesses des fontaines, Chantres expers de toutes nations, Changez voz voix fort clères et haultaines En cris tranchantz et lamentations, Car d’Atropos les molestations Vostre Ockeghem par sa rigueur attrape [sic!] Le vray trésoir de musicque et chief d’oeuvre Qui de trépas désormais plus n’eschappe, Dont grant doumaige est que la terre coeuvre. 1.Ninfe dei boschi, dee delle fonti, Valorosi cantori d’ogni nazione, Cambiate le voci alte e chiare In grida laceranti e lamentele, Poi che le molestie d’Atropo Intrappolano con rigore il vostro Ockeghem, Vero tesoro di musica e maestro d’arte. Egli non sfugge ormai più al trapasso, Ed è gran danno che la terra lo ricopra. 2.Acoutrez vous d’abitz de deuil: Josquin, Brumel, Pirchon, Compère, Et pleurez grosses larmes de oeil: Perdu avez vostre bon père. Requiescat in pace. Amen. 2.Acconciatevi con vesti di lutto, Josquin, Brumel, Pirchon, Compère, E versate copiose lacrime dagli occhi: Avete perso il vostro buon padre. Requiescat in pace. Amen. Tenor: Introito messa da Requiem (Requiem aeternam) – Tutta la composizione è scritta con note nere – 1. è nello stile di Ockeghem – 2. nello stile più semplice del tempo di Desprez spartito – audio Josquin , Mille regretz Mille volte rimpiango di abbandonarvi e allontanarmi dal vostro volto amoroso. Ho un dolore tanto grande e una così atroce pena, che mi si vedrà presto terminare i miei giorni. partitura audio 22 08/05/2011 RE UT RE UT RE FA MI RE Desprez, Messa – Hercules dux Ferrariae Audio Il Mottetto Cinquecentesco Il rinnovato interesse nei riguardi del rapporto musica/poesia determinò una sostanziale attenzione nei riguardi del mottetto, che a differenza della Messa era libero da vincoli testuali. Nel Cinquecento si compongono mottetti su testi assai diversi: soprattutto su testi devozionali dell'epoca, ma anche su brani biblici, o su testi del Proprium; talvolta addirittura su testi profani in latino (come odi di Orazio o brani dall'Eneide). Messa e mottetto condividono l'uso del cantus firmus, liturgico o d'invenzione, tecnica che, tuttavia, nel corso del XVI secolo tende a perdere terreno a vantaggio dell'unificazione del materiale tematico e dell'equiparazione di tutte le voci, tenor compreso, nel gioco polifonico-imitativo (imitazione sistematica). 23 08/05/2011 Un mottetto in quest'epoca è sostanzialmente costituito da una serie di segmenti corrispondenti ciascuno a una frase del testo. Ogni segmento è caratterizzato da uno o più motivi melodici su cui è intonato il testo relativo, che vengono presentati in imitazione da tutte le voci (di solito quattro o cinque) oppure omoritmicamente (si vedano anche le slide relative alla musica sacra del Cinquecento). Un mottetto di Palestrina 24 08/05/2011 Un esempio: il Mottetto Cum essem parvulus di Orlando di Lasso Oltre al principio dell’imitazione sistematica, nei mottetti di Orlando di Lasso si nota come la forma globale che i particolari siano generati da un approccio drammatico e descrittivo al testo. Ciò è chiaramente evidente in un lavoro come Cum essem parvulus (Quand'ero bambino) composto nel 1579 sulla prima lettera di san Paolo ai Corinti (XIII, 11). La tessitura, la tecnica contrappuntistica, la forma, come pure il soggetto melodico e la figurazione — ogni cosa viene completamente sottomessa all’interpretazione del testo. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora faccia a faccia. Il ricordo di san Paolo, "Cum essem parvulus", è affidato al cantus e all’altus per rendere la voce di un bambino, i cui movimenti elementari sono simboleggiati dalle lievi volate di ottavi. Quando le quattro voci più basse del coro cantano "Loquebar", la nostra attenzione si sposta dal bambino a colui che parla, Paolo. Il parallelismo retorico dei successivi frammenti del testo – "sapiebem ut parvulus, cogitabam ut parvulus" (capivo come un bambino, ragionavo come un bambino) — porta il compositore a costruzioni parallele analoghe nella musica. Il coro di sei voci al completo viene riservato invece per "factus sum vir" (divenni uomo). Il contrasto più drammatico è fra le frasi del testo "videmus nunc per speculum in aenigmate" (oggi vediamo come in uno specchio, in modo confuso) e "tunc autem facie ad faciem" (allora invece faccia a faccia). Il "videmus" viene rappresentato da tre brevi sezioni imitative di una struttura piuttosto sconcertante e prolissa, mentre il "facie ad faciem" è ripetuto due volte con gli accordi allo stato fondamentale nota contro nota in stile declamatorio, la prima volta in tempo binario, la seconda più velocemente in tempo ternario. Lasso non solo ha introdotto personae drammatiche nella sua musica, ma ha accostato le linee dell'epistola a singole immagini. Audio 25 08/05/2011 26 08/05/2011 27 08/05/2011 28 08/05/2011 sezione contrappuntisticamente complessa 29 08/05/2011 30 08/05/2011 La didattica della composizione nel Rinascimento e la messa parodia Una parte considerevole della produzione musicale cinquecentesca si fonda sull'uso di modelli preesistenti. Questi potevano essere utilizzati nei modi più vari: si va dalla semplice trascrizione per strumenti del modello vocale, come nelle intavolature, alla citazione esplicita di una sezione del modello in una nuova composizione, alla semplice sostituzione del testo (sistema assai usato nei cosiddetti contrafacta). Quanto alla messa, a quelle su cantus firmus e alle messe parafrasi si affianca nello scorcio del Quattrocento la messa parodia. La tecnica che ne è a base consiste nel comporre le sezioni di una messa usando una composizione polifonica come modello. Si trattava di tessere la trama polifonica delle cinque sezioni dell'Ordinarium sulla falsariga di un mottetto, di una chanson o di un madrigale preesistente. Sappiamo dai trattati dell'epoca che la trascrizione e l'adattamento di composizioni polifoniche dei maestri allo scopo di inserirle all'interno di nuovi pezzi era parte integrante del tirocinio dei giovani compositori. Pochi teorici, tuttavia, fanno riferimento alla tecnica compositiva della parodia o imitazione, che implicava l'assunzione non di alcuni frammenti, ma di un'intera composizione preesistente come modello da elaborare. Eppure questa tecnica, a partire dalla generazione dei più giovani contemporanei di Josquin fino all'epoca di Monteverdi, fu una delle più diffuse. Esempio: 1. Missa Mille regretz (Agnus Dei) di Cristobal de Morales Audio fonte Audio Messa 2. Missa Entre vous filles di Orlando di Lasso Clemens non Papa Entre vous filles des quinze ans ne venes plus a la fontaine. Car trop aves les yeulx frians, tetin poignant, bouche riant, connin mouflant, le cueur plus gay qu'une mistaine. Entre vous filles de quinze ans ne venes plus a lafontaine. Audio fonte Tra di voi ragazze di quindici anni non venite più alla fontana perché avete gli occhi ricolmi di desiderio seno turgido, bocca ridente fianchi morbidi il cuore più felice… Audio Messa 31 08/05/2011 Altri tipi di Messe Oltre alle messe su cantus firmus, alle messe-motto (con frase melodica ricorrente – motto– alla voce superiore e alle messe cicliche), nate nel Quattrocento, si sviluppano nel corso del Cinquecento anche la messa parafrasi caratterizzata dal fatto di avere il cantus firmus liberamente distribuito fra tutte le voci. 32