Nematodi: "l'elmintiasi" degli insetti!. Uso commerciale delle malattie degli insetti. ARTICOLO DIDATTICO-DIVULGATIVO Salvatore Vicidomini - Progetto Co.Al.Ta./2: C.R.A. - I.S.T. sede di Scafati, via Vitiello 108 - 84018 Scafati (SA); [email protected]. Riassunto In questo contributo didattico si delineano le caratteristiche generali dei principali gruppi di Nematodi che causano mortali malattie negli insetti. Abstract In this didactic contribute are outlined the main traits of Nematoda that cause mortal diseases in insects. Cenni generali La storia dello studio delle infestazioni di Nematodi a carico degli Artropodi e/o specificamente degli Insetti è relativamente recente. Infatti il primo report in tal proposito data 1742, riguardò Sphaerularia bombi e lo si deve a Reamur. Seguirono poi una serie di approfondimenti, via via più cospicui e dettagliati sull'entità di tali infestazioni, sia per gli aspetti patologici che per la varietà sistematica dei gruppi coinvolti in tale associazione. In particolare Poinar nel 1975 e Shephard nel 1974 rappresentano due pietre miliari nello studio delle relazioni Nematodi-Insetti in quanto nel primo viene effettuata una check list delle specie di elminti associate agli insetti e nel secondo è stata passata in rassegna la letteratura 1900-1972 riguardante Nematoda/Nematomorpha - Arthropoda. Recentemente poi sono fiorite una serie di rassegne sull'argomento che hanno contribuito a sintetizzare la considerevole mole crescente di informazioni, permettendo notevoli avanzamenti dal punto di vista bio-patologico ed eco-sistematico della materia. Dal punto di vista sperimentale i primi successi datano al 1929 e 1932-1942 quando furono testate diverse specie di Steinernema contro Lepidotteri e Ditteri in diverse aree del Mondo, riportando anche discreti successi sia nell'allevamento del nematode che nel controllo dell'insect-pest target. Uno dei primissimi prodotti commerciali a base di Nematodi è stato Romanomermis usato negli anni '70 contro le zanzare; difficoltà nell'ottenere popolazioni stabili e commercialmente durature del nematode, e l'avvento di Bacillus thuringiensis israelensis, resero fallimentare l'operazione dal punto di vista industriale. Sistematica La sistematica dei principali gruppi entomopatogeni di Nematodi è in continua ri-(e)voluzione sulla base sia delle diverse e crescenti acquisizioni morfologiche e molecolari che Il Naturalista Campano, [ISSN 1827-7160] http://www.museonaturalistico.it/, 2006, n.41, p. 1-4 1 si vanno accumulando negli ultimi decenni, che delle diverse procedure di analisi. Di fatto i principali gruppi entomopatogeni sono rappresentati dai seguenti taxa: Classe Aphasmida - Stichosomida: Tetradonematidae, Mermithidae. Classe Phasmida - Aphelenchida: Aphelenchoididae, Entaphelenchidae; - Diplogasterida: Diplogasteridae; - Rabditida: Rabditidae, Steinernematidae, Heterorobditidae, Oxyuridae; - Tylenchida: Allantonematidae; Sphaerulariidae. Tali Nematodi entomopatogeni rappresentano un gruppo estremamente interessante dal punto di vista del bio-controllo di agenti biologici economicamente dannosi all'attività umana, particolarmente Insetti, ma diversi gap nella conoscenza della loro biologia ne hanno impedito, ad oggi, un pieno e proficuo utilizzo. I principali vantaggi consistono nella faciltà d'allevamento, nella lunga durata dello stadio infettivo, nella grande varietà tassonomica dei gruppi entomo-patogeni, nell'elevata virulenza; ma uno dei punti che maggiormente rende arduo un loro corretto utilizzo è la presenza di procarioti endo-simbionti di importanza capitale nella patogenesi scatenata nell'ospite. Ecologia e ciclo vitale I Nematodi sono solitamente a sessi separati e si sviluppano attraverso 4 stadi successivi caratterizzati da muta. Uno stadio particolarmente interessante è la larva di Dauer ovvero il terzo stadio avvolto nella cuticola del secondo stadio che viene ritenuta. Essendo animali eterotermi le potenzialità infettive vengono esaltate a temperature comprese tra i 20°C e 27°C a seconda dei gruppi tassonomici considerati. Le relazioni insetto-nematode possono essere classificate in modo quantomai vario a seconda del fenomeno che si prende in considerazione. Esempi possono essere i seguenti: - in base alla collocazione del verme: nematodi del tratto alimentare; nematodi della cavità corporea; nemato interni agli organi; - in base al tipo di simbiosi: parassiti esterni; parassiti interni; mutualisti; commensali; - in base al ciclo vitale: foretici; parassiti facoltativi; parassiti obbligati; - in base alla specificità d'ospite: monoxeni (altamente specifici); oligoxeni (moderatamente specifici); polixeni (aspecifici). - in base al tipo di infezione: passivo; attivo. Diverse specie di Nematodi fanno ricorso ad una serie di comportamenti e meccanismi per penetrare direttamente all'interno dell'ospite insetto, attraverso la cuticola (stiletti) oppure attraverso gli orifizi naturali quali bocca, ano, spiracoli, ghiandole ecc. In questi ultimi casi ovviamente rientrano anche le modalità passive che solitamente prevedono ingresso orale da parte di uova o larve resistenti alla digestione. A quel punto la fase attiva si sposterà all'interno del canale alimentare che deve essere by-passato per arrivare all'organotarget. Solitamente i meccanismi attivi di individuazione dell'ospite fanno ricorso a gradienti fisico-chimici oppure presenza/assenza e/o gradiente di batteri oro-fecali. L'ospite comunque può metter in atto una serie di meccanismi che possono bloccare e/o impedire una o più fasi dell'infestazione da parte del nematode. Tali meccanismi possono essere: comportamentali, come ipercinesi larvale dell'ospite; meccanici, come la cuticola vecchia ed imbrunita delle larve oppure la cuticola del bozzolo delle pupe; chimici, come nella digestione di uova e larve; umorali, come nella reazione di incapsulamento e melanizzazione del parassita, o nell'incremento locale di endoproteasi. In tale ultimo caso però negli Steinernematidae sovente si assiste comunque alla morte per setticemia della larva o della pupa in seguito all'azione tossica dei batteri simbionti del nematode (vedi in seguito). Il Naturalista Campano, [ISSN 1827-7160] http://www.museonaturalistico.it/, 2006, n.41, p. 1-4 2 Aspetti patologici Diversi sono gli aspetti o tratti patologici che emergono allorquando un insetto ospita nematodi endoparassiti; questi possono essere della più varia natura, quali fisiologici, morfologici, comportamentali, ma solitamente sono sempre un mix di tutte le componenti. Cospicui mutamenti morfologici a seguito della infestazione da parte di un nematode, sono raramente visibili in un insetto ospite. Nel caso dei Mermithidae però evidenti morfo-alterazioni/aberrazioni emergono. Queste possono riguardare deformità addominali, toraciche (zampe; elitre; ali), di appendici cefaliche (antenne), alterazioni cromatiche, e alterazioni sessuali, come intercaste e intersessi. Tra i principali e più cospicui effetti interni dovuti alla infestazione da nematodi vi è la sterilità delle gonadi e il loro decremento non solo volumetrico ma anche della relativa attività biosintetica. Il livello di biosintesi proteica delle gonadi e dei corpi grassi degli individui infestati da nematodi sovente è notevolmente inficiata; nella stragrande maggioranza dei casi però, i corpi grassi non subiscono decremento volumetrico. Effetti maggiormente evidenti riguardano la soppressione della muta e dello sviluppo, o comunque un considerevole ritardo del normale percorso ontogenetico, spesso non portato a termine dalla sopraggiunta morte. Degenerazioni morfo-funzionali di organi sono state documentate non solo a carico delle gonadi ma anche di altri target (tubuli del malpighi). Numerose eto-alterazioni sono state descritte, quali le seguenti: ipercinesi; ipocinesi; errato orientamento; fototropismo falsato; disregolazione delle attività fagica, deambulativa, del volo e della fase d'atterraggio; aberrante costruzione/scavo di gallerie/nido; maggiore esposizione a rischio predatorio; ecc. Cenni sulle famiglie principali Mermithidae. - I Mermithidae emergono dall'ospite come stadi giovanili postparassitici; dopo di che mutano, raggiungono lo stadio adulto riproduttivo, si riproducono e danno luogo nuovamente al ciclo infettivo. Lo stadio penetrante l'ospite non è l'uovo; al suo interno si completa la prima muta (larva I) e successivamente emerge direttamente lo stadio infettivo, ovvero la larva II, dalla breve vita e che penetra nell'ospite attraverso la cuticola intersegmentale o danneggiata, giungendo nell'emocele. I vantaggi principali nell'uso commerciale dei Memithidae sono l'elevata specificità per l'ospite, la letalità e l'avirulenza per le specie non target; di contro però essendo organismi, è necessario utilizzare molte cautele per lo stoccaggio e l'impiego al fine di preservarne il loro potere biotico prima, durante e dopo l'irrorazione delle colture da proteggere; inoltre proprio l'elevata specificità d'ospite ne limita l'uso massiccio aspecifico. (Vedi approfondimento: http://nematode.unl.edu/epn/mermit1.htm). Steinernematidae. - Sono certamente il più importante gruppo di nematodi entomopatogeni, sia per l'elevata virulenza che per l'ampio spettro di ospiti suscettibili d'attacco. La loro virulenza comunque è concentrata soprattutto in simbionti mutualistici procarioti portati al loro interno e facente parte del genere Xenorhabdus. Tali procarioti albergano in un cieco intestinale del nematode e sono caratterizzati da due fenotipi coloniali; la fase fenotipica "uno" si riscontra nei nematodi infettivi e si converte rapidamente nella fase due rinvenibile all'interno dei cadaveri ospiti. Una volta che Steinernema è penetrato nell'ospite (bocca, ano, spiracoli) come larva di Dauer, viene liberato il procariote via ano, e invade l'interno del corpo dell'ospite; il procariote durante la fase uno poi produce una serie di molecole antibiotiche indol-derivate che inibiscono la crescita di qualsiasi altra colonia batterica, mantenendo la loro monocoltura; inoltre producono endo-proteasi che inibiscono o decrementano notevolmente il sistema umorale dell'ospite. Solitamente in 48h o poco più Xenorhabdus (o meglio le sue tossine) porta a morte per setticemia l'ospite e sui tessuti in Il Naturalista Campano, [ISSN 1827-7160] http://www.museonaturalistico.it/, 2006, n.41, p. 1-4 3 decomposizione il nematode completa l'ultima muta, si trasforma in adulto e da luogo alla fase riproduttiva seguita dall'ovideposizione. L'arsenale chimico di Xenorhabdus non si limita agli antibiotici, alle endo-proteasi anti-umorali ed alle tossine che uccidono l'ospite, ma sono stati documentati anche metaboliti con una spiccata azione deterrente sulle formiche, che potrebbero dilaniare e distruggere il cadavere dell'ospite e rispettiva popolazione di nematodi all'interno. La caratterizzazione di tale metabolità è ancora parziale ma è noto che è sensibile agli acidi, ha una massa di 10 KD, non è polipeptidica ed è termostabile. Il rapporto Xenorhabdus-Steinernema è di tipo mutualistico in quanto il nematode è in grado di penetrare ed uccidere l'ospite ma non di accrescervi e quindi completare il ciclo; il procariote invece non è assolutamente in grado di penetrare nell'ospite ma solo al suo interno può svilupparsi. (Vedi approfondimento: http://nematode.unl.edu/epn/steihet.htm). Heterorhabditidae. - Questa famiglia differisce dalla precedente in alcuni particolari, quali l'ermafroditismo delle specie di Heterorhabditis e la specie del procariore endosimbionte, Photorhabdus, che determina emissione di bioluminescenza dall'ospite cadavere putrefatto, tramite un pattern metabolico ancora non del tutto noto; è l'unico procariote terrestre bioluminescente. Anche in questo batterio è stato isolato un fattore deterrente anti-formiche. Spaerulariidae. - S. bombi come già detto è forse stato il primo nematode segnalato come patogeno degli insetti. L'ospite è Bombus e si infetta durante lo svernamento autunnale-invernale nel sottosuolo. Viene infettato da adulti già riprodotti e quindi carichi di uova, che penetrano (cuticola?; cavo orale?) nell'ospite e giungono nell'emocele ove completano lo sviluppo. Lo stadio larvale I e II rimane chiuso nella parete dell'uovo e pertanto fuoriesce da questo solo la larva III. Una volta completato il ciclo la larva fuoriuscirà dal corpo via ano e completerà il ciclo nel suolo, in attesa di un nuovo periodo di svernamento. Considerazioni L'utilizzo dei nematodi nel controllo biologico di insetti ed altri artropodi dannosi all'agricoltura non ha ancora conosciuto una fase realmente industriale di applicazione, anche se i possibili impieghi sono notevoli dal punto di vista potenziale. Probabilmente però solo le famiglie Steinernematidae ed Heterorhabditidae annoverano specie che in futuro saranno massicciamente utilizzate su scala industriale, soprattutto in virtù dell'arsenale chimico posseduto dai rispettivi simbionti batterici, i quali rappresentano i veri punti d'interesse, oltre che nodali. Con questo contributo si conclude l'excursus compiuto sui principali gruppi di antagonisti degli Insetti sfruttabili a scopo commerciale nei programmi di lotta biologicaintegrata in agricoltura (Vicidomini, 2006a, 2006b). Ringraziamenti Si ringrazia il direttore della rivista per l'incarico ad eseguire la rassegna didattica nell'ambito del progetto: l'uso commerciale delle malattie degli insetti. Bibliografia Vicidomini S., 2006a - Baculovirus: il "vaiolo" degli insetti!. Uso commerciale delle malattie degli insetti. - Natur. Campano (Pubbl. Aperiod. Mus. Nat. Alburni, C. Monforte), n.28. Vicidomini S., 2006b - Bacillus thuringiensis: la "peste" degli insetti!. Uso commerciale delle malattie degli insetti. - Natur. Campano (Pubbl. Aperiod. Mus. Nat. Alburni, C. Monforte), n.35. Il Naturalista Campano, [ISSN 1827-7160] http://www.museonaturalistico.it/, 2006, n.41, p. 1-4 4