FILOSOFIA ED ESTETICA MUSICALE Settimana II A.A. 2013 - 2014 Mercoledì 9 ottobre 2013 GEOGRAFIA DEL CERVELLO UMANO Collegandosi alla breve analisi dell’anatomia dell’orecchio umano svolta durante la lezione precedente, l’incontro ha avuto inizio con la seguente domanda: ‘Sentiamo con le orecchie o con qualcos’altro?, chi ascolta?’. ‘Il cervello’ e ‘la mente’ sono state le risposte immediate, ma con una distinzione fondamentale: con il primo termine si indica infatti l’organo materiale, mentre il secondo identifica qualcosa di più metafisico e in qualche modo anche di più soggettivo e personale. Si potrebbe concludere, dunque, che l’orecchio sente fisicamente, e funge dunque da strumento, la mente invece ascolta e registra emotivamente i suoni e le parole - sull’importanza delle quali è stata svolta una breve, ma significativa, riflessione. Nel 1617 il medico inglese Robert Fludd scrisse il trattato in latino dal titolo Storia dell’uno e dell’altro mondo. Il termine ‘mondo’ è, nel titolo originale, cosmo. Questo termine compare per la prima volta con i Pitagorici (setta filosofica presente nella Magna Grecia intorno al 500 a.C.), i quali ritenevano che tutto l’universo fosse costituito da numeri e che tutto ciò che è bello per essere tale debba anche essere ordinato, perché proprio nell’armonia e nella proporzione delle forme sta la bellezza. L’uomo, in quanto proporzionato nelle sue varie parti, è considerato un animale divino e rappresenta esso stesso un piccolo cosmo (microcosmo). ‘L’uno e l’altro mondo‘ di cui parla Fludd sono infatti il macrocosmo (ossia il mondo in cui viviamo) da una parte e l’uomo dall’altra. Egli tentò di definire una geografia del cervello umano, descrisse per ciò tutte le facoltà della mente e le mise in relazione con il macrocosmo - ed esempio: ai cinque sensi umani corrispondono, nel macrocosmo, i cinque elementi. Dei cinque sensi, l’udito è certamente il più interno, il più personale: qualcosa che si trova fuori di me viene infatti trasportato al mio interno proprio grazie all’udito. ‘Che cosa fa, che cosa produce il suono una volta raggiunta la mente?’. Tale domanda ha chiuso l’incontro di mercoledì, lasciando in sospeso una riflessione che è stata ripresa negli incontri seguenti. Giovedì 10 ottobre 2013 LA FILOSOFIA DELLA MUSICA PRIMA DELLA FILOSOFIA DELLA MUSICA La musica è sempre stata al centro del pensiero occidentale, fin dai tempi di Aristotele. Tuttavia, l’etichetta ‘filosofia della musica’ ha origini ben più recenti, comparendo infatti per la prima volta solo nel XIX secolo. E’ importante ricordare che fino a tempi molto recenti la musica non veniva considerata una materia umanistica ed era trattata da un punto di vista matematico. Nel Medioevo infatti faceva parte del quadrivium, le quattro discipline matematiche (aritmetica, geometria, astronomia e musica) preparatorie allo studio della filosofia e della teologia. Ritroviamo comunque una trattazione filosofica della musica perfino nei pensatori più antichi, e già in Aristotele, sia nella Poetica- in cui viene definito, per esempio, l’importante principio dell’imitazione -, sia nella Politica, il cui libro VIII vi è interamente dedicato. Come si spiega l’inserimento di tale argomento in un’opera di stampo politico? Come può la musica entrare in relazione con la formazione del cittadino? La musica, in quanto armonia, aiuta i governi a plasmare cittadini “musicali”, ossia armoniosi (sia con se stessi, sia fra di loro). Il termine armonia definisce infatti qualcosa di ordinato, pacifico; lungi dall’escludere in toto il conflitto e dal coincidere con Francesca Greppi FILOSOFIA ED ESTETICA MUSICALE Settimana II A.A. 2013 - 2014 l’assenza di sofferenza, l’armonia è però in grado di contenere in un tutto omogeneo parti fra loro estremamente diverse e tendenzialmente conflittuali. Dal momento che la società è costituita da spinte spesso antitetiche, ha necessariamente bisogno dell’armonia, ossia della capacità di accordare tali spinte fra loro ed evitare così la lacerazione e il collasso. Nella seconda parte dell’incontro abbiamo nuovamente osservato la mappatura della mente proposta da Fludd nel 1617. Durante la lezione precedente ci eravamo fermati alla relazione messa in evidenza da Fludd fra i sensi interni dell’uomo (microcosmo) e i corrispondenti elementi del macrocosmo e ad osservare come, attraverso i sensi ed in particolar modo l’udito - il senso per così dire più interno e più personale dell’uomo -, la mente viene alterata, in quanto il suono che raggiunge i suoi recessi provoca determinati effetti e reazioni. Nella sua analisi Fludd identifica tre tipiche facoltà della mente cui corrispondono tre realtà (o mondi) diverse: - Innanzitutto vi è la facoltà di conoscere le cose attraverso i sensi, facoltà da cui si origina il mondo sensibile dei sensi. Di capitale importanza è il senso comune, comune appunto ai cinque sensi ed incaricato di armonizzare fra loro i dati da essi raccolti. - Esiste poi la (vis) imaginativa, quella peculiare facoltà della mente assimilabile alla fantasia, all’immaginazione e alla creatività attraverso la quale ha origine un secondo mondo: il mundus imaginabilis (o mondo delle ombre). Esso varia da persona a persona, in quanto ciascuno di noi si costruisce una peculiare immagine degli oggetti che gli permette di ricordarli anche quando essi non sono presenti materialmente. Per quanto effimero esso possa apparire, la sua esistenza è reale. - Vi è infine la mens, che corrisponde alla facoltà di pensare ad oggetti senza alcuna fisicità oggettiva, a concetti astratti quali la teologia o la filosofia. Essa origina il mondo intellettuale della ragione. La musica, per sua natura intrinseca, si colloca a cavallo fra questi primi due mondi: il mondo degli oggetti è infatti la sua sede materiale, mentre l’immaginazione è la sua sede mentale. FILOSOFIA ED ESTETICA MUSICALE Settimana II A.A. 2013 - 2014 Venerdì 10 ottobre 2013 IL RINASCIMENTO A BOLOGNA All’inizio della lezione sono stati brevemente ripresi i concetti fondamentali trattati fino ad oggi e riassumibili come segue: - Distinzione fra musica e musicologia - Sintetica anatomia dell’orecchio volta a mostrare come l’uomo sia un ‘animale musicale’ - Significato di ‘Filosofia della musica’ e riflessione su cosa fosse la filosofia della musica prima di essere tale (è importante ricordare che tale etichetta nasce durante il Romanticismo). - Geografia della mente di Robert Fludd - Riflessione sul tema dell’arte in generale e sulla necessità dell’uomo di rappresentarsi e conoscersi attraverso la propria proiezione al di fuori di sé. Nella seconda parte della lezione è stato invece introdotto il Rinascimento, periodo storico centrale in entrambi i moduli di questo corso. Durante questo periodo (che va dalla seconda metà XIV fino al XVI secolo) nasce la grande musica europea, musica che fruiva soprattutto attraverso le chiese e che dunque poteva essere ascoltata solo dal vivo, durante i concerti, alcuni dei quali furono unici. Ad esempio, per l’inaugurazione della cupola del Duomo di Firenze di Brunelleschi fu intonato un mottetto del francese Guillaume Dufay che non fu mai più sentito. E’ proprio per questo suo carattere effimero e fuggevole che Leonardo Da Vinci definì la musica, in un suo trattato sulla pittura, “sventurata”, in quanto destinata a morire nel secondo immediatamente successivo alla sua creazione e per questo tanto diversa dalla pittura. La lezione si è successivamente concentrata sul Rinascimento bolognese e sono stati individuati alcuni siti in cui ritrovare questo periodo storico anche a Bologna. - L’Oratorio di Santa Cecilia (in via Zamboni, fra Piazza Verdi e Piazza Rossini), dove vi sono alcuni affreschi che illustrano la storia di Santa Cecilia, Patrona della musica e dei musicisti. - L’Estasi di Santa Cecilia, dipinto situato nella Pinacoteca di Bologna e dipinta da Raffaello, avente anch’essa per soggetto Santa Cecilia. Essa può considerarsi una rappresentazione pittorica della tripartizione della musica effettuata da Boezio. Il filosofo romano, vissuto fra il V ed il VI secolo d.C., al quale si deve il grande merito di aver sintetizzato il pensiero dei grandi pensatori dell’antichità e dunque di avere permesso di conservare un patrimonio culturale immenso, distinse nel De musica tre ‘tipi’ o ‘livelli’ di musica: a. La musica intrumentalis, ossia il livello terreno, corrispondente alla musica prodotta dagli strumenti. b. La musica humana, coincidente con l’armonia dell’uomo e del rapporto fra la mente ed il corpo, corrispondente alla capacità di accordare le diverse parti discordanti che costituiscono la vita degli uomini. c. La musica mundana, ossia quella particolare melodia che solo l’orecchio della mente è in grado di ascoltare. Allo stesso modo possiamo osservare tale tripartizione nel dipinto di Raffaello, suddivisibile in tre diversi livelli spaziali: a. La terra e gli strumenti che su essa giacciono, abbandonati dalla Santa. b. I Santi e Cecilia, centrale, che volge l’orecchio al cielo ed ascolta una musica che gli altri personaggi del dipinto non sembrano udire. Francesca Greppi FILOSOFIA ED ESTETICA MUSICALE Settimana II A.A. 2013 - 2014 c. Gli angeli, che intonano la melodia che solo l’orecchio della mente di Santa Cecilia riesce ad ascoltare. Questo dipinto appare dunque come una chiara sintesi della cultura musicale medievale e rinascimentale e di quella tripartizione boeziana destinata a sopravvivere fino al 1700.