1. LA
1.1. RALLENTA
POPOLAZIONE
LO SPOPOLAMENTO DEL CAPOLUOGO
Ormai da quasi vent’anni il comune di Torino sta perdendo popolazione. Dopo il
boom demografico durato fino alla metà degli anni settanta, nel decennio successivo il numero di residenti si è drasticamente ridotto; il calo si è poi fatto meno marcato a partire dai primi anni novanta (essenzialmente grazie a un saldo migratorio
meno negativo).
Complessivamente, la popolazione di Torino è diminuita tra il 1981 e il 2000 del
19,2 per cento, dal 1991 al 2000 del 6,3 per cento*.
Popolazione residente nel comune di Torino, 1971-2000
(fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Torino)
1.250.000
1.200.000
1.150.000
1.100.000
1.050.000
1.000.000
950.000
900.000
1999
2000
1997
1995
1993
1991
1989
1987
1985
1983
1981
1979
1977
1975
1973
800.000
1971
850.000
* Nonostante il calo demografico degli ultimi decenni, Torino (901 mila abitanti) rimane
la quarta città italiana per numero di abitanti, dopo Roma (2 milioni e 644 mila abitanti),
Milano (1 milione e 301 mila), Napoli (1 milione e 3 mila) e prima di Palermo (684 mila
abitanti) e Genova (636 mila).
19
Saldo naturale e saldo migratorio nel comune di Torino, 1990-2000
(fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Torino)
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
Saldo naturale
1999
Saldo migratorio
2000
-10.000
-9.000
-8.000
-7.000
-6.000
-5.000
-4.000
-3.000
-2.000
-1.000
0
Per quanto riguarda invece l’area metropolitana (esclusa Torino)* le cose sono andate molto diversamente: il numero di residenti dal 1981 al 2000 è aumentato, la
popolazione complessiva è passata da 728.187 persone a 791.447 (+8,7 per cento).
Nella provincia (sempre esclusa Torino) si registra una crescita un po’ più bassa,
pari al 6,6 per cento (da 1.230.757 abitanti del 1981 a 1.311.419 del 2000): gran
parte della popolazione che ha abbandonato Torino negli anni ottanta e novanta si
è infatti trasferita inizialmente nella prima cintura, quindi nella seconda e anche
nella terza, con un effetto diffusivo che ha interessato larga parte della provincia torinese. Quasi metà delle persone immigrate nei 52 comuni dell’area metropolitana
negli anni ottanta proviene da Torino città; a fine anni novanta, questa percentuale
scende a circa 36.
* In questo caso l’area metropolitana è quella dei 52 comuni che circondano Torino: Airasca, Alpignano, Avigliana, Baldissero Torinese, Beinasco, Borgaro Torinese, Brandizzo,
Bruino, Buttigliera Alta, Cambiano, Candiolo, Carignano, Carmagnola, Caselette, Caselle
Torinese, Castiglione Torinese, Chieri, Chivasso, Ciriè, Collegno, Druento, Gassino Torinese, Grugliasco, La Loggia, Leinì, Moncalieri, Nichelino, None, Orbassano, Pecetto Torinese,
Pianezza, Pino Torinese, Piobesi Torinese, Piossasco, Poirino, Rivalta di Torino, Riva presso
Chieri, Rivoli, Robassomero, Rosta, San Francesco al Campo, San Maurizio Canavese, San
Mauro Torinese, Santena, Settimo Torinese, Trofarello, Venaria Reale, Villarbasse, Villastellone, Vinovo, Volpiano, Volvera.
20
21
(fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Torino)
Immigrati a Torino ed emigrati da Torino, per luogo di provenienza o di destinazione*
22
(fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Torino)
Immigrati a Torino ed emigrati da Torino, per grado di istruzione*
I dati degli ultimi cinque anni sembrano indicare un’inversione di tendenza: i
flussi verso l’area metropolitana e la provincia stanno diminuendo, mentre aumentano i trasferimenti in altre zone del Piemonte e d’Italia. Da metà anni novanta, Torino ha saldi demografici positivi solo con le regioni meridionali e con l’estero.
Sembra dunque in via di completamento quel processo distributivo della popolazione – da Torino città verso l’area metropolitana – che aveva caratterizzato gli anni
ottanta e novanta, col progressivo «dimagrimento» del capoluogo; oggi si profila
una riscoperta di quest’ultimo, con l’insediamento di residenze e funzioni qualificate. Nel quadro di queste nuove tendenze, gioca certamente un ruolo la riqualificazione dei quartieri torinesi (sia centrali sia periferici).
I flussi migratori verso Torino sembrano produrre effetti positivi sulla qualificazione della popolazione: gli immigrati con laurea o dottorato aumentano del 73 per
cento dal 1981 a oggi, e i diplomati che si trasferiscono in città crescono in vent’anni del 53 per cento. Anche i relativi saldi sono positivi in tutti gli anni presi in esame. Parrebbe, quindi, che Torino abbia una certa forza nell’attrarre individui con
un buon livello di istruzione. Bisogna però guardare a questi numeri senza dimenticare che fino a pochissimo tempo fa i dati anagrafici non erano aggiornabili con la
semplice autocertificazione (come oggi), e quindi è probabile che i flussi in ingresso
di laureati e diplomati fossero sottostimati rispetto alla realtà.
1.2. TORINESI
PIÙ ANZIANI, FAMIGLIE PIÙ PICCOLE
Per quanto riguarda la natalità, il comune di Torino registra la variazione negativa
più alta tra il 1981 e il 2000 (-24,7 per cento), benché la tendenza non sia differente
nel resto dell’area metropolitana. Negli ultimi anni, il numero di nati è tornato a
crescere anche a Torino città, tuttavia a un ritmo inferiore rispetto all’aumento dei
morti (passati dai 9.501 del 1996 ai 10.421 del 2000). Il numero di morti ogni 100
abitanti a Torino è cresciuto, nel lungo periodo, dallo 0,94 del 1981 all’1,16 del
2000. Nel resto dell’area metropolitana, invece, si registra negli ultimi anni una
maggiore stabilità rispetto al capoluogo: i nati aumentano meno che a Torino, i
morti sono in (lieve) diminuzione.
La popolazione torinese sta progressivamente invecchiando: se nel 1981 ogni
100 abitanti quasi 40 erano bambini e giovani (fino ai 24 anni), nel 2000 questo valore si dimezza. Il peso degli anziani (con più di 64 anni) è cresciuto dal 7,6 al 21,5
per cento. A differenza di Torino città, tanto l’area metropolitana quanto la provincia torinese presentano percentuali di giovani maggiori di quelle degli anziani, con
una composizione più simile a quella media italiana ed europea.
23
24
(dati al 31 dicembre di ogni anno; fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Torino, Settore statistico regionale)
Andamenti demografici nell’area torinese*
Popolazione residente nel comune di Torino, per fasce di età
(dati al 31 dicembre di ogni anno; fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Torino)
100%
8
90%
80%
70%
60%
17
20
21
22
28
28
28
30
31
31
26
22
21
20
1991
1996
1998
2000
17
29
36
50%
29
40%
oltre 64
45 - 64
25 - 44
0 - 24
30%
20%
39
10%
0%
1981
Popolazione residente per fasce di età: confronto area torinese-Piemonte-Italia
(dati al 31 dicembre 1999; fonti: Ufficio di Statistica del Comune di Torino, Ufficio di Statistica
della Regione Piemonte, Istat)
100%
90%
21
15
17
28
28
20
18
80%
70%
60%
28
27
25
50%
40%
31
32
31
20
25
24
22
27
Torino
Resto Amt
Resto prov.
Piemonte
Italia
31
oltre 64
45 - 64
25 - 44
0 - 24
30
30%
20%
10%
0%
Se si passa ad analizzare la distribuzione della popolazione all’interno delle circoscrizioni torinesi, si osserva che, negli anni, la terza circoscrizione (Pozzo Strada,
San Paolo, Cenisia) rimane la più popolosa, mentre a contare meno abitanti è sempre Mirafiori Sud. La prima circoscrizione (Centro, Crocetta) è quella che negli ultimi vent’anni si è maggiormente spopolata, ma dal 1996 sta dando segni di ripresa.
25
Negli ultimi quattro anni perdono più popolazione le circoscrizioni popolari delle periferie nord (Vallette, Lucento, Madonna di Campagna, Borgo Vittoria) e sud
(Mirafiori), a conferma del fatto che un basso livello di qualità della vita finisce per
essere un forte incentivo a trasferirsi altrove.
Popolazione residente nelle circoscrizioni torinesi*
(dati al 31 dicembre di ogni anno; fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Torino)
A Torino sono in forte aumento coloro che abitano da soli: i nuclei unipersonali sono cresciuti anche nella seconda metà degli anni novanta; nel periodo lungo (19812000) l’incremento è del 69 per cento*. Diametralmente opposto è, invece, l’andamento dei nuclei familiari più numerosi (con oltre 4 componenti), in calo del 65
per cento negli ultimi vent’anni. Diminuiscono pure i nuclei familiari di 3 persone,
mentre aumentano quelli di 2.
A livello nazionale, si riscontrano forti differenze tra Nord e Sud: le famiglie numerose si trovano soprattutto nelle metropoli meridionali. Torino è nella media del
* Sarebbe interessante disaggregare per sesso ed età il dato relativo a coloro che vivono
da soli, ma purtroppo l’Ufficio di Statistica del Comune di Torino non è, ad oggi, nelle condizioni di fornire questo tipo di informazione.
26
Centro-Nord per dimensione media dei nuclei familiari, mentre è sotto la media
per quanto riguarda coloro che vivono da soli (26 per cento contro, ad esempio, il
38 a Firenze o il 40 a Milano) (Istat 2000).
Un grosso divario tra Nord e Sud del paese si ha anche rispetto al numero di divorzi, nettamente più diffusi nelle metropoli settentrionali. Tra queste ultime, Torino, con Venezia, registra però il valore più basso di divorziati.
Comune di Torino: nuclei familiari, per numero di componenti
(fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Torino)
Nuclei familiari, per numero di componenti: confronto Torino-Italia, 1999
(fonte: Istat)
45
1 componente
4 componenti
40
35
2 componenti
oltre 4 componenti
30
25
20
15
10
5
0
Comune di Torino
Italia
27
3 componenti
Dimensione media dei nuclei familiari nelle province metropolitane italiane, 1998
(fonte: Ufficio di Statistica della Provincia di Torino)
3,5
media italiana
3
2,5
2
1,5
1
0,5
0
Torino
Milano Venezia Genova Bologna Firenze Roma
Napoli
Bari
Catania Palermo Cagliari
Numero di divorzi ogni 10.000 famiglie: confronto tra le province metropolitane italiane, 1998
(fonte: elaborazione de «Il Sole 24 Ore» su dati Istat)
30
media italiana
25
20
15
10
5
0
Torino
Milano Venezia Genova Bologna Firenze Roma
1.3. CONTINUA L’AFFLUSSO
Napoli
Bari
Palermo Catania Cagliari
DI EXTRACOMUNITARI
La presenza di stranieri a Torino è cresciuta dal 1996 al 2000 del 68 per cento, ma
con un peso sulla popolazione residente che colloca Torino ad enorme distanza da
Roma e da Milano, e ad una certa distanza anche da Firenze e Bologna*. Il peso
dell’immigrazione straniera sembra poi incidere molto solo a Torino città; nell’area
metropolitana, infatti, si riscontra una quota decisamente bassa di stranieri sul totale della popolazione residente.
* Si noti che il numero di stranieri risultante dai dati anagrafici (del Comune di Torino)
è inferiore a quello risultante dai dati del Centro per l’impiego di Torino (cfr. il successivo
capitolo dedicato all’economia) in quanto è possibile iscriversi a questo Centro anche se non
si risiede nel capoluogo.
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Per quanto riguarda le nazionalità di provenienza, a Torino (come in Italia) rimane nettamente prevalente la comunità marocchina, benché il suo peso sul totale
degli stranieri stia diminuendo un po’. Negli ultimi cinque anni a Torino sono aumentati soprattutto i cinesi, i rumeni e i peruviani; questi due ultimi gruppi etnici,
specialmente i peruviani, pesano a Torino ben più che nel resto d’Italia; viceversa,
nel capoluogo piemontese la presenza di filippini e albanesi è decisamente inferiore
alla media nazionale. Tra le etnie africane, la realtà torinese vede una presenza sopra la media di immigrati dalla Nigeria e sotto la media di immigrati dal Senegal. Il
numero di stranieri comunitari a Torino cresce, ma di poco, negli anni più recenti,
cosicché il loro peso sul totale degli stranieri si fa via via minore.
Stranieri residenti nel comune di Torino, 1996-2000
(fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Torino)
40.000
30.000
20.000
10.000
0
1996
1997
1998
1999
2000
Numero di stranieri ogni 1.000 abitanti nelle province metropolitane italiane, 1998
(fonte: Istat)
50
45
40
media italiana
50
45
40
35
35
30
25
30
25
20
15
20
15
10
10
5
0
5
0
Torino
Milano Venezia Genova Bologna Firenze Roma
29
Napoli
Bari
Palermo Catania Cagliari
Residenti stranieri nei comuni piemontesi, 1999
(fonte: Istat, in Allasino 2000)
Stranieri ogni 100 abitanti, 1999
(fonte: Istat, in Allasino 2000)
30
Stranieri a Torino: i primi 10 paesi di provenienza
(dati al 31 dicembre di ogni anno; fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Torino)
31