LE CRITICHE DEI CALABRONI AGLI SPETTACOLI DELL'VIII
EDIZIONE DI SEGNI D'INFANZIA
Spettacolo: SANDOKAN O LA FINE DELL'AVVENTURA!
Recensione degli studenti dell'Istituto Superiore ITES
“A.Pitentino” di Mantova
Recensione di: Arianna Longo, IIA
La rappresentazione teatrale “Sandokan o la fine dell’avventura”, tratta dal romanzo ottocentesco “Le tigri
di Mompracem” di Emilio Salgari, ha un’ambientazione davvero insolita e creativa nel narrare le imprese
del pirata maltese Sandokan, le guerre combattute tra gli indiani locali e i nemici inglesi e le peripezie che
Sandokan deve affrontare per sposare lady Marianna, figlia di un lord inglese.
La cucina diventa luogo di battaglie, dichiarazioni amorose e sconfitte che vengono rappresentate in
modo originale e scherzoso usando dei semplici ortaggi e utensili da cucina: ad esempio quando vi era un
conflitto, gli attori in scena, attraverso grattugie e coltelli, tagliavano verdure e le lanciavano in aria
ricreando il senso di confusione che suscita la guerra. Anche i personaggi vengono raffigurati attraverso
degli ortaggi: ad esempio la compostezza e la delicatezza di lady Marianna vengono simboleggiate da un
pomodoro che l’attrice tiene in equilibrio sulla testa.
In generale il mio giudizio sullo spettacolo è discreto in quanto in alcune scene il linguaggio dei
personaggi era molto veloce e incomprensibile. Inoltre la scena era sempre la stessa, come anche la
luminosità che ha subito un cambiamento solamente alla fine dello spettacolo e la musica era quasi
assente.
Tralasciando questi particolari, consiglio la visione di questo spettacolo per l’originalità con cui è stata
adattata la storia ma soprattutto per la grinta e l’affiatamento e che vi era fra gli attori.
Recensione di: Daniel Dalseno, IIE
Sandokan in un mondo di verdure!
La storia, che abbiamo visto il 30/10/2013 al Teatro Bibiena, parla di Sandokan e i suoi amici: Janez,
Marianna e ragazzino indiano. Loro devono attraversare molte disavventure. La storia viene
rappresentata nella cucina di Sandokan, nella nave dei pirati, nella villa di Lord e nella spiaggia.
Gli ortaggi e gli utensili da cucina sono gli strumenti da combattimento: le bombe sono rappresentate
dalle patate, i soldati sono le carote, i cannoni sono le grattuggie e le spade sono i cucchiai. Sandokan e i
suoi amici devono superare la giungla, affrontare le sentinelle e contrattaccare i bombardamenti delle
navi inglesi. Alla fine della storia, dopo che hanno superato varie disavventure, l'amica di Sandokan viene
uccisa.
La storia è interessante, però era rappresentata male e non si capiva tanto bene l'audio. Gli attori sono
stati bravi hanno rappresentato la trama in modo scherzoso e divertente ed hanno rappresentato bene i
ruoli. Il regista è stato abile a rendere la storia allegra e vivace.
La sceneggiatura è povera di dettagli, però se ti concentravi ed entravi nella storia riuscivi a capire la
trama. Tutto sommato la rappresentazione è stata buona e gradita dal pubblico.
Si consiglia ad un giovane pubblico.
Recensione di: Guaita Denis, IIE
“Il teatro Bibiena si trasforma in una giungla fantasiosa!”
Lo spettacolo é stato un modo diverso di raccontare la storia di Sandokan di Emilio Salgari. Sandokan,
originario della Malesia, alla morte del suo tutore, scopre che la sua vera famiglia era stata sterminata.
Durante il viaggio alla ricerca della verità, trova molte difficoltà, tra cui James Brooke, l'antagonista della
storia. Il protagonista diventa presto capitano di una banda di pirati e si innamora di Marianna, nipote di
Brooke. Insieme alla ciurma sconfiggono l'antagonista.
Gli attori hanno usato oggetti da cucina, giocando molto con la fantasia dello spettatore. I principali
protagonisti erano Sandokan, Marianna, James Brooke e il fedele amico di Sandokan, Yanez; in più vi
erano due comparse. La cucina presto diventa una giungla dove avvengono diversi combattimenti e non
solo, tra i quattro personaggi. Usano patate come bombe, cucchiai come spade e altri oggetti come armi
da fuoco.
Personalmente ho trovato lo spettacolo molto divertente, anche se un po' impegnativo. Una critica che mi
permetto di fare riguarda la visuale: essendo stata nei palchetti laterali la visuale non è stata ottima.
Consiglio, inoltre, lo spettacolo ad un pubblico di bambini.
Recensione di: Giacobazzi Silvia, IIE
Mercoledì 30 ottobre, al teatro Bibiena, a Mantova, alle ore 11.00, è stato messo in scena “Sandokan, la
tigre della Malesia”, interpretato dai “Sacchi di Sabbia”. Lo spettacolo, rivolto ad un pubblico giovane, ha
impegnato tre attori e un’attrice, tutti intorno a un tavolo da cucina. Sandokan e i suoi prodi rivivono gli
ultimi attacchi imperialistici e la passione per la perla del Labuan. Durante la recitazione verdure, ortaggi,
cucchiai, utensili e grembiuli si trasformano in oggetti di scena, materiale scenografico ed addirittura
personaggi. Al centro dello spettacolo vi erano ortaggi: carote adoperate come soldatini, sedano come
foresta, patate come bombe, pomodori come sangue e uno, in particolare, come perla. Attorno agli
ortaggi vi erano gli utensili: cucchiai di legno usati come spade, una grattugia come cannone e una
bacinella piena d’acqua il mare. Luoghi e tempi cambiano repentinamente. La cucina diventava casa di
Sandokan, nave dei pirati, foresta malese, villa di Lord Guillonk e spiaggia di Mompracem. Questa
rappresentazione teatrale di un ironico esotismo, durata 50 minuti, non è riuscita molto a coinvolgere il
pubblico formato da bambini ed adolescenti. L’acustica era pessima. Molto abile è stato l’attore che ha
interpretato Sandokan, a recitare con una voce forte e chiara, mentre l’attrice tendeva spesso a
mangiarsi le parole. Tratto da un film televisivo memorabile, lo spettacolo ha aiutato il pubblico ad
immaginare l’atmosfera del paesaggio dove è vissuto Sandokan.
Recensione di: Gola Aurora, IIE
“Bombe- patate, carote-soldato, una vera e propria battaglia!”
Questo spettacolo d’avventura, narra del soldato malese Sandokan, che attraverso la preparazione di una
non ben identificata ricetta culinaria, racconta le vicende della tigre della Malesia, eroe puro, monolitico e
privo di dubbi, sempre pronto a combattere per difendere quello in cui crede e a sacrificarsi per i suoi
compagni. Tutto si ambienta attorno ad un tavolo da cucina, che diventa poi una nave, una spiaggia, la
villa dello zio di Lady Marianna, insomma, assume vari ruoli in base alla situazione e la stessa cosa vale
per i personaggi, che non rimangono mai gli stessi. Le verdure diventano armi e soldati, i mestoli
diventano spade, un sacchetto di carta, diventa la giungla da attraversare per raggiungere Marianna.
Il ritmo è scandito da una radiolina, posta sul tavolo, che trasmette canzoni italiane, producendo così,
attimi di suspense. Il pubblico, composto da noi studenti anche più piccoli, reagisce bene e si dimostra
attento, applaudendo per circa due minuti e mezzo alla fine e continuando a ridere durante lo spettacolo.
Non consiglio questo spettacolo a chi si reca per la prima volta a teatro.
Consiglierei agli attori di munirsi di microfono, cosicché tutto il pubblico possa sentire attentamente anche
se si trova sui palchetti, dato che le voci erano accavallate e uno degli attori parlava troppo velocemente.
Recensione di: Pachera Laura, IIE
“La Malesia in cucina”
La compagnia teatrale "I Sacchi di Sabbia" rivisitano in chiave comica le avventure e le peripezie del
pirata
malese
Sandokan,
tratto
dal
capolavoro
di
Emilio
Salgari.
La storia racconta di Sandokan che vive a Singapore e che un giorno scopre che la sua famiglia era stata
sterminata. Si mette allora in viaggio per scoprire nuove informazioni sul suo passato, incontrando James
Brooke, ignaro del coinvolgimento di quest'ultimo nel delitto. Nel corso del viaggio il protagonista entra in
una ciurma di pirati e stringe amicizia con il portoghese Yanez. Conosce inoltre Marianna di cui si
innamora
e
che
lo
aiuterà
a
dimostrare
le
malefatte
dell'antagonista.
La cucina e i suoi componenti sono lo scenario di battaglie su navi pirata e di dialoghi con l'amata Arianna
a e con l'amico Kammamuri o nel palazzo del nemico del protagonista: James Brooke.
Sciabole, bombe e cannoni vengono simpaticamente sostituiti con carote, patate, pomodori e gambi di
sedano.
Lo spettacolo, che richiede attenzione per essere compreso, é stato a tratti noioso a causa delle scene
molto
lunghe
e
talvolta
poco
movimentate;
mentre
a
tratti
coinvolgente.
Discreti
gli
attori
nell'interpretazione
e
nella
immedesimazione
dei
personaggi.
Gradevoli le scene e i dialoghi, nonostante la difficoltà nel percepirli da parte del pubblico anche a causa
del
teatro
e
dei
palchetti
troppo
lontani
rispetto
al
palco.
Termino dicendo che nel complesso, personalmente, consiglio questo spettacolo ad un pubblico sia
giovane che non; anche se di difficile comprensione come prima esperienza teatrale.
Recensione di: Andreoli Andrea , IIE
“Il Bibiena tutto esaurito! Sandokan fa riempire il teatro di Mantova.”
La storia di Sandokan viene ambientata in un luogo insolito, cioè la cucina. Essa rappresenta per i
protagonisti la nave di combattimento. Gli ortaggi e gli oggetti da cucina sostituiscono le armi vere.
Infatti le patate diventano bombe, le carote soldatini, le grattugie in cannoni e i cucchiai di legno i spade.
Gli attori sono 4 tra cui una donna. Essi interpretano bene il loro ruolo e riescono ad instaurare un buon
rapporto anche con il pubblico.
La storia è narrata in modo scherzoso e non come la guerra tra pirati.
Durate lo spettacolo però si sono verificati dei problemi tecnici. Infatti, l'audio non era perfetto per cui
coloro che erano seduti sui palchetti facevano fatica a capire.
Anche l'illuminazione che inquadrava i personaggi nelle varie scene non era perfetta, era sempre fissa.
Nonostante ciò lo spettacolo mi è piaciuto perchè è stato molto divertente e anche gli attori hanno
instaurato con il pubblico un buon feeling.
Recensione di: Biroli Federica, IIE
Il 30 ottobre, il teatro Bibiena di Mantova è stato lieto di ospitare una buona parte degli studenti
mantovani per farli assistere allo spettacolo teatrale: “Sandokan, la tigre della Malesia”; esso è stato
interpretato dai Sacchi di Sabbia (attori teatrali di Milano). Non si è trattata della classica storia
dell'indiano dagli occhi da tigre e il cuore d'oro, ma di una forma rivisitata, si può dire che questo
spettacolo è stato una metafora della storia originale di Emilio Salgari. Lo spettacolo è ambientato in una
cucina con in mezzo un tavolo,attorno al quale i tre attori e l'attrice iniziano a: tagliare, pulire e lavare
verdure. La scena è alternata da momenti di pace e di guerra. I quattro attori usano delle semplici
verdure per combattere al posto delle armi. Le patate vengono paragonate alle bombe, il sedano alla
foresta, le carote ai soldati e i pomodori al sangue dei morti. Con le verdure vengono costruiti degli omini
che rappresentano i soldati con cui Sandokan deve combattere. Lo spettacolo si conclude con la sconfitta
dei soldati e la vittoria di Sandokan.
Recensione di: Jiang Erica, IIE
"La battaglia con la verdura"
Il romanzo dal titolo "Sandokan, la tigre della Malesia" di Emilio Salgari racconta la storia di Sandokan, un
intelligente e coraggioso pirata di Mompracem, in viaggio per conoscere meglio il proprio passato.
Durante il viaggio stringe amicizia con Yanez, un vagabondo portoghese, e Kammaumuri, un ragazzo
indiano. Inseguito si innamora di Lady Marianna, nipote dell'antagonista: il governatore inglese che aveva
sterminato la famiglia di Sandokan. Quindi il protagonista affronta tante avventure per conquistarla.
Nello spettacolo teatrale la storia viene recitata da quattro attori che interpretavano ruoli diversi. Mettono
in scena la storia in un modo diverso: il luogo delle gesta del pirata malese è la cucina. Essa simboleggia
diversi posti: casa di Sandokan, nave dei pirati, spiaggia di Mompracem.
Sul palcoscenico si trova una tavola rettangolare, sulla quale sono presenti ortaggi e utensili che
diventano strumenti dell'azione: patate-bombe, cucchiai di legno-spade, carote-soldatini, bacino d'acquamare.
Questo spettacolo è consigliato a un pubblico di minori: adolescenti e bambini.
Secondo me, non è un'opera molto accattivante perchè il linguaggio è incomprensibile, soprattutto,
dell'attrice che si mangiava le parole. Non ci sono abbastanza musica e luci. Infatti, queste ultime sono
state accese sempre allo stesso modo. Sarebbe stato più entusiasmante e piacevole mettere la luce solo
alla persona che stava parlando oppure cambiare il colore ogni volta che cambiava la situazione.
Il lato positivo di questo spettacolo è la fantasia della rappresentazione. Infatti, il pubblico ha riso quando
gli attori buttano le carote in una bacinella d'acqua, che significava far annegare gli avversari nel mare,
oppure schiacciare i pomodori sul petto per alludere.
In conclusione, lo spettacolo non mi ha soddisfatto per il fatto che non si sentivano bene le parole. Un
consiglio poteva essere usare dei microfoni e parlare più chiaramente scandendo di più le parole.
Recensione di: Jiang Elena, IIE
“Ortaggi-strumento dell'azione”
Lo spettacolo "Sandokan" è tratto da un romanzo d'avventura di Emilio Salgari. La durata è di 50 minuti,
ci sono cinque attori che lo mettono in scena.
Il protagonista è Sandokan, soprannominato "la Tigre". È il capitano dei pirati dell'isola di Mompracem. È
diventato capo con trucchi e inganni. Prima viveva come tutte le persone normali in Singapore con il suo
tutore, quando il tutore muore gli rivela le sue origini: suo padre era il Raja del Kiltar e tutta la sua
famiglia venne streminata dai mercenari Dayachi. Quindi Sandokan si mette in viaggio per incontrare il
governatore e per conoscere meglio il proprio passato. Nel corso del viaggio stringe amicizia con un
ragazzino portoghese e uno indiano. Da loro viene a sapere che Lady Mariana, la nipote del governatore
inglese James Brook, il quale è oppressore della Malesia, è molto bella e carina e quindi vuole conoscerla.
Si innamora subito di lei dalla prima volta che la vede. Mariana lo salvo dallo zio e si unisce al gruppo
condividendone le avventure. Alla fine le malefatte di Brooke vengono dimostrate ed egli viene arrestato
e portato in ceppi su una nave.
Nello spettacolo la gesta del pirata rivivono in un luogo insolito: la cucina. La cucina diventa casa di
Sandokan, nave dei pirati, villa di Lord Guillank, spiaggia di Mompracem.
Al centro del teatro vi è un tavolo su cui sono messi ortaggi e utensili utilizzati come gli strumenti
dell'azione: patate-bombe, carote-soldatini, grattugie-cannoti, cucchiai di legno-spade. Alla fine dello
spettacolo viene schiacciato un pomodoro, rappresentato come il simbolo della morte per dire che il
governatore è morto.
Non mi è piaciuto questo spettacolo perché non è stato molto comprensibile. Il linguaggio è un po' difficile
e a volte l'attrice si mangiava lei stessa le parole. Nello spettacolo si vedono, soprattutto, dei litigi,
facendo la battaglia con le verdure.
Secondo me le cose essenziali di uno spettacolo teatrale sono le luci e le musiche perché danno
entusiasmo, felicità, agitazione. Ma in questo caso non sono presenti. Consiglio loro di parlare con il
microfono perché magari non tutti riescono a sentire bene.
Recensione di: Dusi Serena, IIE
"Sandokan, la tigre della Malesia"
Ortaggi e utensili sono gli strumenti dell'azione.
Una rivisitazione della storia di "Sandokan", scritta da Emilio Salgari, tutta particolare. Una commedia
abbastanza riuscita, peccato solo che l'audio non era dei migliori e gli attori, in certe battute, si
"mangiavano" le parole.
Tutta la scena viene rappresentata in cucina lasciando ampio spazio alla fantasia: patate-bombe, carotesoldatini e grattugie-cannoni, insieme alla parlata un po' dialettale, hanno reso particolare e divertente lo
spettacolo.
Più adatto a studenti delle elementari e medie che delle superiori, nel complesso lo spettacolo è ben
riuscito, a parte i problemi tecnici. Gli attori si sono immedesimati bene nei loro ruoli e la scenografia ha
lasciato libera la fantasia.
Recensione di: Peccini Manuel, IIE
"Sandokan": è questo lo spettacolo che io e la mia classe siamo andati a vedere mercoledì 30 Ottobre al
teatro Bibiena. "Sandokan o la fine dell'avventura" è stato uno spettacolo molto particolare; particolare
perchè Sandokan non è stato rappresentato come il solito che vediamo in tv o sui libri. Egli utilizza un
tavolo da cucina come foresta e ortaggi, utensili da cucina, dove questi diventavano materiale
scenografico o addirittura personaggi. Lo spettacolo è stato presentato dal gruppo chiamato: " I sacchi di
sabbia". È un gruppo veramente unico, formato da 4 attori e una attrice. Questi sono il vero e proprio
veicolo del racconto, che riesce ad articolarsi includendo decine di personaggi senza alcun pericolo di
confusione fra gli stessi. Per me lo spettacolo è stato molto interessante e allo stesso tempo molto
affascinante, anche se l'audio non era a nostro favore.
Recensione di: Spinaroli Linda, IIA
Tutti vi ricorderete certamente la storia di Sandokan, la famosa Tigre della Malesia che guida i pirati di
Mompracem contro i coloni inglesi che invadono i loro territori. Se pensate di vedere uno dei soliti
spettacoli teatrali, vi sbagliate.
Vi ritroverete infatti immersi in una cucina, dove cucchiai, pentole, coltelli e verdure diventeranno i mezzi
di combattimento di strani personaggi. Tutto avverrà in una ciotola d’acqua. Sarà la vostra fantasia che
vi guiderà nei luoghi incantati dei mari orientali e vi farà assistere a battaglie sanguinose e violente.
Sandokan si ritroverà salvato dai suoi nemici inglesi, lo vedrete innamorarsi della perla di Labuan, una
ragazza inglese dalla bellezza incredibile, che sembra uscita da un mondo incantato.
Consiglio la visione di quest’opera teatrale perché è divertente e stimolante infatti sarà attraverso la
fantasia che lo spettatore si troverà immerso in un altro mondo.
L’unica nota negativa di questo spettacolo è la velocità con cui, in alcuni momenti, si esprimono gli attori.
Recensione di: Barbieri Francesca, IIA
Sorprendente ma anche disarmonico lo spettacolo teatrale “Sandokan o la fine dell’avventura!” di
Giovanni Guerrieri. Le vicende del pirata malese vedono infatti come protagonista un luogo insolito, ma al
tempo stesso comune a tutte le per-sone: la cucina. Qui è dove gli attori combattono, si sfidano,
diventano pirati. Qui è dove frutta, verdura e utensili da cucina si trasformano in armi,bombe, soldatini ed
erba alta. Gli attori in quest’opera teatrale parlano veloce, gridano, in alcuni tratti il significato delle frasi
è quasi incomprensibile. La storia, pur essendo originale, non ha suscitato particolare interesse e le
enigmatiche citazioni hanno reso noioso tale spettacolo divertente solo grazie a piccoli particolari bizzarri.
Recensioni degli studenti della Scuola secondaria di primo grado
di Bagnolo S. Vito
La trama dello spettacolo si concentra principalmente sulla situazione a bordo della nave del protagonista
Sandokan. Inizialmente era poco comprensibile, perché gli oggetti di scena erano solamente ortaggi che
poi hanno modellato per trarne vari personaggi e oggetti che hanno utilizzato in seguito come armi da
battaglia contro la flotta nemica. Lo spettacolo l'ho trovato molto comico quando i personaggi simulavano
azioni di guerra con il cibo, mentre ho apprezzato meno la parte della descrizione di Sandokan. Detto
questo, per me lo spettacolo è stato molto bello, ma poco coinvolgente.
ALICE
Sandokan il protagonista di molte storie e avventure ambientate in Malesia era innamorato di Lady
Marianna, la “perla di Labuan”. Nello spettacolo Sandokan e gli altri attori erano molto comici
nell’immaginare la cucina come luogo delle avventure: ed ecco che gli ortaggi si trasformavano in nemici,
il tagliere in scimitarra, il sedano in un sigaro e un bel pomodoro era una perla! La scena che mi è
piaciuta di più era quella in cui Yanez sputa in faccia all’attrice le carote tutte mangiucchiate. Comunque
lo spettacolo mi è molto piaciuto.
ASSIA
Quando la scena è pronta arriva Sandokan e iniziano a preparare dei soldati di “verdura” per combattere.
In una battaglia conosce la sua futura moglie lady Marianna anche detta la “perla di Labuan”.
Lo spettacolo è stato bellissimo e anche molto divertente e gli attori sono stati bravissimi. L' unico aspetto
che non mi è piaciuto è stato quando lanciavano il cibo per emulare le battaglie: io ero in prima fila e me
ne è arrivato un po'…
FILIPPO
Il luogo in cui si svolge l’azione è una cucina dove Sandokan con i suoi amici rivive le sue intricate gesta
ed i suoi ultimi attacchi utilizzando verdure e ortaggi. Infatti protagonista dell'azione è l'ortaggio. Questo
spettacolo è di genere comico ma ha un linguaggio abbastanza difficile. La scena che mi ha colpito di più
e che mi ha fatto più divertire è stata quando il capo dell’esercito della Tigre della Malesia ha usato come
coriandoli dei piselli e mi ha fatto ridere molto perché ad un mio amico sono arrivati in testa. Questo
spettacolo a me è piaciuto tantissimo soprattutto perché faceva molto ridere. Io sinceramente (e penso
anche i miei compagni) non mi aspettavo uno spettacolo così strano e molto fantasioso e soprattutto così
comico, anzi, mi aspettavo uno spettacolo serio, più riflessivo, insomma uno spettacolo da ragazzi più
grandi. E di aver visto questo favoloso spettacolo sono molto felice perché a me ridere piace tantissimo e
se c’è qualche film o spettacolo o cartone che amo in particolare sono proprio quelli comici.
GIULIA
Lo spettacolo teatrale mi ha deluso perché non c’erano né scenografia né costumi né musiche. In
particolare non mi è piaciuto il fatto che gli attori usavano il cibo come arma. Comunque gli attori erano
molto bravi, ho trovato molto divertenti le battute in dialetto meridionale… non sono riuscito a capire il
senso di aver interpretato così la storia di Sandokan.
PIETRO
I quattro attori che interpretavano Sandokan e i suoi amici erano bravi ad autocrearsi momenti
imbarazzanti e a fare facce strane. Regia e scenografia erano veramente molto semplici; i costumi degli
attori erano sciupati e malandati, la musica di sottofondo era di volume basso e tranquillizzante. La regia
ci ha voluto raccontare una parte di storia di Sandokan, anche delle sue imboscate, ma il tutto fatto
semplicemente con delle verdure e un tavolo. Lo spettacolo in generale mi è piaciuto solo che in certi
momenti era un caos; la poca scenografia non ha aiutato a far comprendere i cambi di luogo/scena.
Elemento di irritazione è stato lo spreco di cibo. Il mio giudizio è abbastanza positivo, ma non
pienamente.
SOFIA
Ci sono stati momenti gradevoli e altri meno gradevoli di questo spettacolo: ad esempio le parti comiche
sono state molto divertenti, ma è stato meno gradevole il fatto che sprecassero il cibo e che lanciandolo
arrivasse agli spettatori. Tutto sommato lo spettacolo mi è piaciuto perche mi sono divertita e gli attori
sono stati molto bravi a mantenere il loro ruolo senza distrarsi ma è stato difficile capire il cambio di
scena e di ruolo. Per rendere questo spettacolo perfetto va migliorata la tecnica di cambio delle scene e
dei ruoli dei personaggi.
AURORA
Il protagonista si è immedesimato bene nel personaggio e ha coinvolto molto il pubblico. Il palco era ben
illuminato la scenografia era spoglia composta da un tavolo con della verdura e gli attori indossavano dei
grembiuli. Questo spettacolo, secondo me ha voluto essere una parodia perché le storie di Sandokan
sono narrate in romanzi avventurosi, seri, mentre questo spettacolo era il contrario infatti gli inglesi
venivano rappresentati con l’aglio e i guerrieri delle varie tribù con delle verdure ed è stato molto
divertente.
AURORA
La scenografia era molto povera e gli attori hanno raccontato una battaglia di Sandokan ambientandola in
cucina; si addentravano in foreste mettendo la faccia in un sacchetto di carta pieno di sedano o lanciando
pezzi di verdure. La musica di sottofondo era rilassante. Lo spettacolo mi ha divertito molto, solo all’inizio
non ho capito molto. Mi ha colpito quella signora che faceva sicuramente parte della compagnia teatrale a
un certo punto si è alzata in piedi e ha portato una carota (un prigioniero inglese) sul palco.
ALICE
Gli attori sono entrati con addosso dei grembiuli e buste colme di ortaggi; si sentiva a malapena una
musica di sottofondo proveniente da una radiolina sul tavolo. Mentre narravano storie di pirati
tagliuzzavano le verdure con i vari strumenti di cucina e le chiamavano come dei gioielli. Le verdure
volavano di qua e di là e questo rendeva lo spettacolo divertente. Alla fine dello spettacolo gli ortaggi
erano sparsi sotto e attorno al tavolo, qualcuno anche giù dal palco. Una parte interessante era
l’equipaggio di Sandokan creato dagli attori: verdure unite con gli stuzzicadenti. Essi creavano anche gli
effetti sonori tagliando rapidamente i vegetali. È stato uno spettacolo coinvolgente, un po’ complicato ma
ugualmente interessante.
LOREDANA
Quattro attori in scena, musica prodotta da una radiolina che ti lasciava nel mistero, gli attori erano
vestiti in modo dimesso, ma da pirati. Come scena un tavolo spoglio pieno di verdure. È stato un racconto
umoristico interpretato molto bene perché quasi tutti ci siamo spanciati dalle risate. Tutto è stato creato
con la verdura: i nemici, gli alleati, le armi e l’erba alta dietro alla quale si nascondevano. Mi hanno
divertito perché hanno creato tutto con la verdura. La storia, i personaggi erano coinvolgenti e non mi
annoiavano mai. Ho compreso tutto, un racconto fantastico che non lasciava certo a desider are.
ALESSANDRA
Pur essendo umoristica questa rappresentazione non mi è piaciuta molto perché non mi ha fatto
particolarmente divertire. I 4 attori impersonavano più personaggi. Facevano finta di essere in più luoghi
pur essendo attorno a un tavolo imbandito di pentole, coltelli e verdure. Questi attori hanno ripercorso la
storia di Sandokan grazie alla fantasia del pubblico aiutata da una vaga interpretazione dei personaggi. Mi
ha colpito nel finale come gli attori per piangere la morte di Marianna hanno usato una cipolla.
PIETRO
Lo spettacolo faceva ridere perché sfidava tutte le regole di buona educazione che ci hanno insegnato i
nostri genitori per esempio non parlare mentre si mangia, non giocare con il cibo, non buttare il cibo per
terra. Sfidava la realtà come i pirati fatti d’ortaggi, gente che moriva per dei pomodori. All’inizio non
avevo capito niente di quello che dicevano, perché chiamassero perle o palle di cannone i pomodori
oppure i coltelli pistole, sul perché Sandokan era stato ferito da un pomodoro o perché si mettevano gli
ortaggi in testa o le pentole; c’è stato prsino un personaggio che al posto del binocolo aveva uno
stuzzicadenti con attaccata una carota. Lo spettacolo è stato entusiasmante anche se non si capiva molto,
ricco di colpi di scena. Non ho capito il lieto fine. È da consigliare dai 10 anni in su a chi piace ridere.
TOMMASO
Lo spettacolo non mi è piaciuto perché gli attori utilizzavano le verdure come armi, quanto spreco! La
scenografia era sempre quella, giravano attorno a un tavolo e gli attori tagliuzzavano sempre verdure. Ho
pensato che fossero dei cuochi che volevano diventare dei grandi pirati, non cambiavano mai i
personaggi.
MATTEO
Bravi gli attori, c’era dinamismo sul palco, effetti speciali, sono stati bravi ad attualizzare un testo
dell’800, molta simbologia.
NICOL
Mi è piaciuta l’originalità dello spettacolo, soprattutto l’uso dello scontrino dell’Ipercoop come mappa, ma
è stato abbastanza noioso, un po’ incomprensibile, sono rimasto un po’ deluso.
LUIGI
Bravi gli attori che si muovevano sul palco con la gestualità nel saper improvvisare e ricreare avventure
con le verdure catturando l’attenzione del pubblico.
MARIA VITTORIA