Nel giardino - Agricoltura Regione Emilia

Nel giardino
Liquidambar colora di rosso
le giornate d’autunno
Originaria del nord America e del Messico, è largamente
coltivata anche nel nostro Paese a scopo ornamentale.
Va prestata attenzione al binomio clima-terreno
Note di botanica
Il genere Liquidambar, appartenente alla famiglia delle
Hamamelidaceae, comprende
quattro specie di alberi a foglia
caduca, monoiche, che vivono
nei boschi umidi delle aree sopra ricordate. Le specie sono L.
acalycina, L. formosana, L. orientalis e L. styraciflua. Di seguito ci
occuperemo di quest’ultima, la
più diffusa in Italia.
L. styraciflua, diffuso dal nord
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America al Messico, nei luoghi
di origine può raggiungere i 40
metri di altezza, consociandosi con betulle e liriodendri. La
forma è piramidale, poco folta
in fase giovanile, per divenire più arrotondata e più piena
allo stato adulto. Presenta foglie palmate a 5 o 7 lobi acuminati, eleganti nel loro colore
verde vivace durante il periodo
vegetativo, cangianti al giallo,
arancione, rosso porpora o rosa
nel periodo autunnale; sono
lunghe circa 12 centimetri e
seghettate. I fiori, poco significativi, prodotti in tarda primavera, sono giallo-verdi, riuniti
in capolini arrotondati ed eretti
se maschili o penduli se femminili. A questi ultimi seguono le
inconfondibili infruttescenze
sferiche, legnose, grandi fino a
4 centimetri, simili a quelle del
platano, ma con uncini più evidenti e legnosi.
Dal nord America il L. styraciflua si è diffuso in tutto il nord
Europa, sopportando temperature invernali rigide, ed è
usato come pianta ornamentale in parchi e giardini. Disposto singolarmente o in gruppi,
alla distanza minima di 5-6
metri l’uno dall’altro, forma
appariscenti macchie di colore in autunno. È una pianta
largamente coltivata in Italia e
impiegata come ornamentale.
Gli splendidi colori autunnali
di un esemplare
di Liquidambar styraciflua
Con successo garantito se viene rispettata almeno una delle
due esigenze principali descritte qui di seguito.
MARIA TERESA
SALOMONI
Proambiente Tecnopolo Cnr,
Bologna
La coltivazione
MASSIMO DRAGO
Servizio Sviluppo
Produzioni Vegetali,
Regione
Emilia-Romagna
La coltivazione di L. styraciflua
non è semplicissima, specie in
gioventù. Come abbiamo più
wikimedia
L’
autunno, “il più dolce
tempo dell’anno” (G.
D’Annunzio, L’innocente), ma anche “senso di una stanca primavera” (G.
Civinini), è arrivato ammantando i paesaggi con la sua tavolozza dei gialli dorati, dei bruni
umiferi e dei rossi travolgenti.
Porterà anche brume, pioggia
e nebbia e persino tiepidi soli
che accoglieremo come inatteso regalo di un 2014 avaro di
irraggiamento.
I simboli arborei internazionali di questa stagione sono
gli aceri, molte specie dei quali sono spontanee in Italia,
e i liquidambar, provenienti
dal nord America e dall’Asia
orientale, ben ambientati nelle regioni a clima continentale. È a quest’ultimo genere
che dedichiamo un’attenzione
particolare, giacché tra ottobre
e novembre il suo fogliame acquista colori così intensi e vari
da sorprenderci.
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Nel giardino
Dall’incisione della corteccia
si ricava ambra liquida
Il nome Liquidambar deriva dalla fusione del latino liquidus con ambar, termine
arabo con il quale si designa la resina ricavata da L. orientalis, chiamata “storace”
in italiano. Lo storace si ricava dalla corteccia bollita in acqua e spremuta attraverso sacchi di crine; si ottiene una resina fluida, di colore verde-grigio, che con il
tempo scurisce diventando nera e gradevolmente odorosa. È usata in profumeria
per fissare gli aromi delle essenze, in medicina per curare alcune malattie della
pelle e come antiparassitario contro gli acari della scabbia e i pidocchi.
Con il termine storace si definiscono impropriamente L. styraciflua e la resina solida
ricavata dallo stirace, Stirax officinalis, arbusto protetto spontaneo nel meridione
italiano. Anche dall’incisione della corteccia di L. styraciflua si raccoglie una resina
dall’aroma di incenso (ambra liquida).
Oltre alla specie originaria, esistono varietà d’innesto dai colori autunnali particolari o dalla singolare forma delle foglie più o meno incise. I lettori potranno trovare
accurate descrizioni delle numerose cultivar nel sito www.ungiardinotraicampi.
com di un vivaio specializzato di Castel Bolognese (Ra).
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wikimedia
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Frutto e foglie
di Liquidambar
volte sottolineato, le piante
originarie nel nord America,
e quindi anche i liquidambar,
preferiscono un clima fresco
e terreni umidi, profondi,
di medio impasto, drenati e,
soprattutto, a ph sub-acido.
Accade di frequente nel nostro Paese che, in seguito alla
classica estate afosa e siccitosa, i liquidambar piantati nei
suoli calcarei non sfoggino le
loro sontuose vesti autunnali,
ammantandosi di colori bruni
opachi e cupi che mortificano le attese dei giardinieri. Va
prestata, quindi, un’attenzione
particolare al binomio clima-
terreno: i liquidambar sono
piante generose e adattabili,
in grado di sopportare il mancato soddisfacimento di una
delle due necessità, ma non di
entrambe. Preferiscono zone
soleggiate, ma sopportano la
semi-ombra.
In fase giovanile necessita sia di
sostegni, sia di irrigazione, che
accelera la crescita ed è consigliata anche per piante adulte
a dimora. Il liquidambar ha
bisogno di potature, però se si
vorrà infoltire la chioma spesso
poco densa in età giovanile, si
potrà intervenire con tagli di
formazione. I soggetti adulti
coltivati in piena terra, dovrebbero essere sottoposti ogni 3-4
anni a rizollature o trapianti, al
fine di stimolare la formazione
di nuove radici capillari.
La messa a dimora
Le piante da utilizzare per la
sistemazione definitiva devono essere provviste di zolla
proporzionata alla dimensione della chioma. Per maggiori
garanzie di attecchimento, è
consigliabile scegliere piante
che hanno trascorso un’annata
vegetativa in contenitore dopo
l’estrazione e prodotto nuovo
capillizio radicale. Il liquidambar è una pianta delicata in
fase di estrazione e trapianto,
per cui il successo non è certo.
La zolla deve rimanere integra,
meglio se avvolta dalle apposite reti di ferro nei soggetti
adulti, che ne assicurano la
compattezza e il mantenimento durante i trasporti.
In fase di trapianto, nel fondo
della buca e nella terricciata
di riempimento è consigliato
aggiungere una composta formata da terra leggera, concime
organico e sabbia, al fine di facilitare l’attecchimento.
Le operazioni successive, di
fondamentale importanza, saranno: l’ancoraggio della pianta o l’applicazione di sostegni
per mantenerla ferma durante
la fase di radicazione e un’abbondante irrigazione, utile ad
assicurare l’aderenza della terricciata alle radici. Infine un
cenno agli aspetti fitosanitari.
Le patologie più conosciute
sono i funghi di carie del legno
e i marciumi radicali, evitabili
con terreni drenati e curabili
in fase iniziale con sali di rame.
L’ifantria può parassitizzare i
liquidambar: è un insetto, temibile defogliatore, debellabile
con piretroidi, carbammati e
Bacillus thuringiensis.
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