Combinazione di parole. La Sintassi

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Combinazione di parole. La
Sintassi
• Una lingua non è fatta soltanto di parole isolate, ma
anche di combinazioni di queste parole
– Non tutte le combinazioni di parole sono possibili, non tutte
suonano grammaticali («ben formate») all’orecchio di un
parlante nativo:
La ragazza di Pietro suona bene il pianoforte (grammaticale)
*Il Pietro pianoforte bene di ragazza suona la (agrammaticale)
– La grammaticalità di una frase è indipendente dal senso
della frase:
Il cerchio quadrato suona la cornamusa (gramm. senza senso)
*Cornamusa la suona quadrato cerchio il (agram. senza senso)
Gianni vuole andare al mare
(grammaticale, con senso)
*Gianni vuole di andare al mare
(agrammaticale, con senso)
Introduzione
• Le combinazioni di parole possono essere o non
essere ben formate indipendentemente dal senso
delle parole stesse
• La sintassi studia i motivi per cui certe combinazioni
sono ben formate, mentre altre non lo sono
• La sintassi studia le frasi e anche altre combinazioni
di parole:
– i discorsi o testi (che comprendono più frasi)
– i sintagmi (greco syntagma ‘composizione’, ‘combinazione’)
gruppi di parole più piccoli di una frase
1. La valenza
• Ogni verbo richiede un certo numero obbligatorio di
parole nella frase: questa è la valenza verbale
– Argomento:
elemento richiesto obbligatoriamente da un verbo
– Verbi avalenti (o zerovalenti): nessun argomento
• es. verbi «meteorologici», piove vs. *egli piove
– Verbi monovalenti: un argomento
• es. verbi «intransitivi», camminare - Gianni cammina
– Verbi bivalenti: due argomenti
• es. verbi «transitivi», catturare - Gianni ha catturato il ladro
Con alcuni di questi verbi il secondo argomento può essere una
frase dipendente (es. Gianni crede che Pietro verrà)
– Verbi trivalenti: tre argomenti
• es. verbi di «dire» e «dare»:
Gianni ha dato un libro a Maria
Il professore ha detto ai ragazzi di fare silenzio
1. La valenza
•
•
Oltre agli argomenti (obbligatori, pena la grammaticalità),
in una frase possono essere presenti molti altri elementi
«facoltativi»
Tali elementi sono detti circostanziali
–
si distinguono dagli argomenti per una maggiore «mobilità
posizionale»:
•
•
–
A mezzanotte il poliziotto catturò il ladro
Il poliziotto catturò il ladro a mezzanotte
Riassumendo: in una frase italiana sono presenti:
1. il verbo
2. il numero di argomenti richiesti dal verbo in base alla sua valenza
3. facoltativamente, uno o più circostanziali
2. I gruppi di parole
(sintagmi)
• La stessa funzione (argomento o di circostanziale) in
una frase può essere svolta sia da una parola sola, sia
da un sintagma:
• Gianni cammina
• Il poliziotto cammina
• Criteri per determinare se un gruppo di parole è un
sintagma:
– movimento:
le parole che fanno parte di un sintagma si «spostano insieme»
all’interno della frase
•
•
•
•
A mezzanotte il poliziotto catturò il ladro
Il poliziotto a mezzanotte catturò il ladro
Il poliziotto catturò il ladro a mezzanotte
*Mezzanotte, il poliziotto catturò il ladro a
2. I gruppi di parole
(sintagmi)
– enunciabilità in isolamento:
dato un contesto opportuno, le parole che formano un sintagma
possono essere pronunciate da sole
(cioè non inserite in una frase completa)
• Chi ha catturato il ladro?
a. Il poliziotto
b. *Il poliziotto ha
2. I gruppi di parole:
classi di sintagmi
• I sintagmi, come le parole, appartengono a diverse
categorie grammaticali
– L'elemento centrale di un sintagma è la sua testa:
la testa di un sintagma è l'unico elemento obbligatorio (non
può essere omessa) e determina la sua categoria
•
•
•
•
il poliziotto
catturò il ladro
a mezzanotte
molto buono
testa: N
testa: V
testa: P
testa: A
sintagma nominale
sintagma verbale
sintagma preposizionale
sintagma aggettivale
(SN)
(SV)
(SP)
(SA)
2.1. Gli indicatori sintagmatici e
lo «schema X-barra»
• I diagrammi ad albero sono detti anche indicatori sintagmatici
– La testa di un SN è il Nome
– Articoli e dimostrativi svolgono la funzione di specificatore del SN
– «questi libri» (oppure «di questi libri») è il complemento del SN
(cfr. leggere questi libri vs. la lettura di questi libri)
Specificatore
Testa
Complemento
2.1. Gli indicatori sintagmatici e
lo «schema X-barra»
• Varianti di notazione:
– l’intero SN (specificatore, testa e complemento) può anche
essere rappr. come N'' (leggi: «N due barre»)
– la testa più il complemento sono rappresentati come N' (leggi:
«N barra»)
– la sola testa è rappresentata come N
• Le varie categorie di sintagmi (SA, SN, SP, SV)
presentano strutture analoghe
– Esattamente come i SN, anche i SV, i SA e i SP hanno uno
specificatore, una testa e un complemento
Specificatore
Testa
Complemento
•
Possiamo esprimere in un’unica formula l'analogia strutturale tra i
quattro sintagmi SN, SV, SA e SP:
– livello più basso =
solo la testa
indicata X
– livello immediatamente superiore =
testa + complemento
indicato X'
– livello più alto =
specificatore + X'
indicato X"
(= N, V, A, P)
(= N', V', A', P')
(= N'', V", A'', P'')
(= SN, SV, SA, SP)
3. Le frasi
• Definizione tradizionale:
«gruppo di parole che esprime un senso compiuto»
• Ma è difficile definire che cosa sia «senso compiuto»:
– non tutti i gruppi di parole che chiamiamo frasi esprimono un
senso compiuto
(es. che aveva appena svaligiato )
– non tutte le espressioni di senso compiuto sono
gruppi di parole
(es. Gianni!, Vieni!, Ahi!)
• Nella storia della linguistica sono state proposte oltre
300 definizioni del concetto di frase …
… e i linguisti non si sono messi ancora d'accordo!
3. Le frasi
• Si può provare che le frasi sono diverse dagli altri
gruppi di parole (sintagmi):
– solo le frasi hanno una struttura predicativa
(cioè, solo le frasi hanno un soggetto e un predicato)
– soggetto e predicato sono in un rapporto di dipendenza
reciproca (l'uno dipende dall'altro e viceversa)
• [l’albero è verde]
• *[l’albero è] / *[verde]
(frase grammaticale)
(agrammaticali in quanto frasi)
– i costituenti di un sintagma sono invece in un rapporto di
dipendenza non-reciproca (la testa può esserci senza
modificatori, ma non viceversa)
• [l’albero verde]
• [l'albero] / *[verde]
(SN)
(in quanto sintagmi nominali)
3.2. Tipi di frasi
• Semplice: non contiene altre frasi
• [Gianni è partito]
• Complessa: contiene altre frasi, in rapporti di
– coordinazione: due o più frasi semplici sullo stesso piano
• [ [Gianni è partito] e [Maria è rimasta a casa] ]
– subordinazione: due o più frasi semplici non sullo stesso piano
• [Il poliziotto catturò il ladro [che aveva svaligiato la casa] ]
frase principale
frase dipendente o secondaria
La frase dipendente è agrammaticale se detta in isolamento
3.2. Tipi di frasi:
classificazione delle frasi
semplici
• Cinque punti di vista che si applicano a ogni frase
–
–
–
–
–
Dipendenza
Modalità
Polarità
Diatesi
Segmentazione
• Dipendenza:
•
3.2. Tipi di frasi:
Classificazione delle frasi
semplici
Modalità:
– Dichiarative:
Gianni è partito
– Interrogative
• interrogative sì/no:
Gianni è partito?
• interrogative «wh-»:
Chi è partito?
(wh- who, what, when, which, how - con pronomi interrogativi)
– Esclamative:
– Imperative:
Che sorpresa mi ha fatto Gianni!
Gianni, parti!
3.2. Tipi di frasi:
Classificazione delle frasi
semplici
• Polarità:
– Affermative:
– Negative:
Gianni è partito
Gianni non è partito
• Diatesi:
– Attive:
– Passive:
Gianni ama Maria
Maria è amata da Gianni
•
3.2. Tipi di frasi:
Classificazione delle frasi
semplici
Segmentazione:
– Non segmentate:
Non avevo mai letto questo libro
– Segmentate: un sintagma è separato dal resto della frase da una
pausa nella pronuncia
•
•
•
•
Dislocata a destra:
A tema sospeso:
Focalizzata:
Scissa:
Non lo avevo mai letto, questo libro
Questo signore, Dio gli ha toccato il cuore
Gianni ho visto ieri, non Paolo
È questo libro che non avevo mai letto
3.3. Relazioni tra frasi di tipo
diverso:
trasformazioni
• Esistono corrispondenze sistematiche tra frasi di
diversi tipi:
– dichiarativa ↔ interrogativa «sì/no»
(diverse solo per l’intonazione)
Gianni è partito vs. Gianni è partito?
– affermativa ↔ negativa
(diverse solo per particella non)
Gianni è partito vs. Gianni non è partito
• Questo tipo di corrispondenza sistematica è chiamato
trasformazione
3.4. Tipi di frasi dipendenti
• Frasi dipendenti argomentali:
frasi dipendenti che rappresentano argomenti del verbo
della frase principale
– Completive oggettive: sono argomenti di verbi
Gianni crede che Paolo abbia mentito
– Completive nominali: sono argomenti di nomi argomentali
Il fatto che Paolo abbia mentito non mi meraviglia
– Soggettive: la dipendente è il soggetto della principale
Che la Terra giri intorno al Sole è noto da molto tempo
– Interrogative indirette:
Gianni non sa chi partirà domani
3.4. Tipi di frasi dipendenti
• Frasi dipendenti circostanziali:
svolgono la funzione di un circostanziale (non sono obbligatorie)
– Temporale:
Quando Gianni è arrivato, Maria era già partita da un pezzo
– Causale:
Dato che Gianni è arrivato in ritardo, ce ne siamo andati
– Finale:
Abbiamo fatto tutto perché Gianni potesse arrivare in orario
– Consecutiva:
G. ci ha fatto attendere tanto a lungo che ce ne siamo andati
– Condizionale:
Se G. fosse arrivato prima, avremmo potuto cenare con lui
– Concessiva:
Benché G. fosse arrivato in orario, non trovò nessuno
– Comparativa:
Abbiamo atteso G. più a lungo di quanto fosse necessario
3.4. Tipi di frasi dipendenti
• Frasi dipendenti relative:
– Restrittive: identificano un «sottoinsieme», una sottoclasse
ristretta del nome modificato
Gli studenti che non hanno studiato non passeranno l'esame
– Appositive: aggiungono informazioni sul nome modificato
Gianni, che non ha studiato, non può passare l'esame
Gianni, il quale non ha studiato, non può passare l'esame
3.5. Rappresentazione formale
della struttura della frase
– non si può avere (in una frase a struttura predicativa) né un
predicato senza un soggetto, né un soggetto senza un
predicato
• Se si vuole proporre una struttura endocentrica
anche per le frasi, bisogna individuare un elemento
che possa essere la testa della frase.
– Per riuscirci dobbiamo collocarci a un livello più astratto
della struttura «concreta» osservabile
– Si propone che la testa della frase sia la flessione del
verbo, che a un livello astratto sarebbe separata dal
contenuto lessicale del verbo stesso
– Verbo lessicale (V):
testa del SV
– Flessione del verbo (FLESS): testa della frase
• Una trasformazione porterà il verbo ad amalgamarsi
con i tratti di flessione presenti nella testa FLESS
FLESS:
testa della frase
V: lessicale
testa del SV
4. Soggetto e predicato
• Le definizioni tradizionali sono parziali, nessuna
completamente soddisfacente:
– soggetto:
«la persona o cosa che fa l’azione, o nelle frasi passive,
che la subisce»
(def. semantica)
«la persona o cosa di cui parla il predicato» (def. comunicativa)
– predicato:
«l’azione compiuta oppure subita dal soggetto» (d. semantica)
• Funzionano per certe frasi ma non per altre, cfr.:
Quel ragazzo picchia i bambini - Quel ragazzo teme le guerre
• Confondono tre diversi livelli della grammatica:
sintattico (o grammaticale), semantico e comunicativo
4. Soggetto e predicato:
separando i tre punti di vista
• A livello strettamente sintattico:
– soggetto:
«quell’argomento che ha obbligatoriamente la stessa persona
e lo stesso numero del verbo»
– predicato:
«costituito dal verbo più gli altri argomenti del verbo stesso»
• A livello semantico:
– soggetto:
agente / esperiente
– predicato:
azione / stato
• A livello comunicativo:
– soggetto:
tema
– predicato:
rema
4. Soggetto e predicato:
separando i tre punti di vista
Soggetto (sintattico)
Predicato (sintattico)
5. Categorie flessionali
• Si oppongono alle categorie lessicali:
– categorie lessicali: N, A, V, P, Avv
– categorie flessionali: genere, numero, caso, tempo,
persona, modo ecc.
• bella vs. bello:
stessa c. lessicale (A), diversa c. flessionale (fem./masc.)
• bella vs. casa:
diversa c. lessicale (A/N), stessa c. flessionale (fem.)
– Se due parole hanno le stesse categorie flessionali si parla
di accordo
– Se invece una parola ha una data categoria flessionale,
perché questa le è assegnata da un’altra parola (con
categorie flessionali diverse), si parla di reggenza.
• Da ricordare:
le categorie flessionali non rispecchiano le categorie
della realtà (per es. il genere grammaticale non
corrisponde al genere biologico)
5.1. Categorie flessionali:
genere
• L’italiano ha due generi: il maschile e il femminile
• Il tedesco ha tre generi:
- maschile
- femminile
- neutro
(der Herr ‘il signore’)
(die Frau ‘la signora’)
(das Weib ‘la donna’)
• Non c'è corrispondenza esatta tra il genere biologico e la categoria
linguistica del genere
– In lingue come l’italiano, il latino e il tedesco (ma non in inglese) il
genere è indicato nell'accordo fra la testa e gli altri elementi del SN:
• uomo alto / donna alta
– In lingue come l’italiano e il latino (ma non in tedesco o inglese)
l'accordo si realizza anche tra soggetto e predicato:
• quest’uomo è vecchio / questa donna è vecchia
• Dieser Mann ist alt / Diese Frau ist alt.
5.1. Categorie flessionali:
numero
• L'italiano ha due numeri: singolare e plurale
• Altre lingue (es. sanscrito e greco) hanno tre numeri:
– singolare, plurale, e duale (oggetti in coppia: le mani, gli occhi ecc.)
• Altre lingue (es. alcune dell’Oceania) hanno anche il triale per
indicare terne di oggetti
• Anche il numero manifesta il fenomeno dell’accordo:
– in lingue come l’italiano, sia nel SN sia tra soggetto e predicato. Per
l'inglese e il tedesco, la situazione è identica all'accordo di genere
– l’accordo di numero può realizzarsi anche tra il soggetto e il
verbo, ed è proprio questo fenomeno che permette di individuare il
soggetto sintattico
5.1. Categorie flessionali:
persona
• Le persone grammaticali sono tre, tradizionalmente:
– «colui che parla»
(prima persona)
– «colui a cui ci si rivolge»
(seconda persona)
– «colui di cui si parla»
(terza persona)
• Da ricordare: il senso grammaticale del termine «persona» non
coincide con quello del linguaggio ordinario
• Anche la persona manifesta il fenomeno dell’accordo:
– nelle lingue dotate di morfologia flessionale, la persona del verbo
si accorda con quella del soggetto
5.1. Categorie flessionali:
caso
• Indica la relazione che un dato elemento nominale (nome,
sintagma nominale o pronome) ha con le altre parole della frase
Il ragazzo ha dato una rosa a Maria
Puer
dedit
rosam
Mariae
• Le relazioni tra gli elementi sono le stesse in entrambe le lingue:
– dare / dare
verbo trivalente
– ragazzo / puer
primo argomento
– rosa / rosam
secondo argomento («oggetto diretto»)
– Maria / Mariae
terzo argomento
(«soggetto»)
(«o.ind.» o «c. di termine»)
• Ma solo il latino (e non l'italiano) esprime il caso attraverso la
desinenza/morfologia: caso morfologico
– Il numero dei casi morfologici varia da lingua a lingua:
latino 6 casi, greco antico 5, finlandese 16 casi
5.1. Categorie flessionali:
tempo e modo
•
Tempo:
–
–
Non c’è corrispondenza assoluta tra il tempo cronologico e il
tempo grammaticale (es. Sarà vero quello che dici?)
Altri tempi grammaticali sono definiti in base a:
1.
2.
•
passato, presente, futuro
momento dell'enunciazione / m. dell'evento / m. di riferimento
aspetto: imperfettivo / perfettivo compiuto / perfettivo aoristico
Modo: in generale, esprime l’atteggiamento del parlante
rispetto all’evento descritto dal verbo
–
–
–
–
–
indicativo: pura e semplice constatazione di un fatto
(Gianni parte)
congiuntivo: desiderio o augurio ((Se) Gianni partisse!)
imperativo: ordine (Gianni, parti!)
condizionale: possibilità o irrealtà
(Se Gianni partisse, saremmo felici)
altri modi: modi non finiti
•
Infinito, participio e gerundio
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