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Cittadini e soldati
Nell’antica Grecia esisteva un legame molto stretto tra possesso di beni, diritto-dovere di combattere ed esercizio pieno dei diritti di cittadinanza.
In questo passo lo storico Luciano Canfora approfondisce questo aspetto fondamentale della ‘democrazia’
greca evidenziando anche in che modo i gruppi dirigenti si riorganizzano allorché anche i nullatenenti ottengono
il diritto di partecipare pienamente alla vita politica della città.
L’antica democrazia è il regime in cui
contano, in quanto hanno accesso
alla assemblea decisionale, tutti coloro che hanno la cittadinanza.
Il problema è: chi ha la cittadinanza
nella città antica? Se consideriamo
l’esempio più conosciuto, e certo più
caratteristico, cioè Atene, constatiamo che a possedere questo bene
inestimabile sono relativamente in
pochi: i maschi adulti, purché figli di
padre e madre ateniesi, liberi di nascita.
In una parola, la visione della cittadinanza si condensa in età classica nell’identità
cittadino-guerriero.
È
cittadino, fa parte a pieno titolo della
comunità attraverso la partecipazione
alle assemblee decisionali, chi è in
grado di esercitare la principale funzione dei maschi adulti liberi, cioè la
guerra.
Al lavoro provvedono soprattutto gli
schiavi e in certa misura le donne.
Poiché per lungo tempo essere guerriero comportò anche disporre dei
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mezzi per provvedere alla personale
armatura, la nozione di cittadinoguerriero si identificò con quella di
possidente, detentore di una certa
entrata (per lo più fondiaria) che mettesse in grado il potenziale guerriero
di armarsi a proprie spese.
Fino a quel momento i non possidenti
giacquero in condizione di minorità
politica e civile non troppo lontana
dalla condizione servile.
Circa un secolo dopo Solone, con il
volgersi di Atene verso il mare e la nascita di una stabile flotta da guerra al
tempo della vittoria sui Persiani, fu necessaria una massiccia manodopera
bellica: i marinai, cui non si richiedeva
di «armarsi da sé». È lì la svolta,
l’evento politico militare che ha determinato – nelle democrazie marittime
– l’allargamento della cittadinanza ai
nullatenenti, i «teti», i quali assurgono
così, finalmente, alla dignità di cittadini-guerrieri, appunto in quanto marinai, nel caso di Atene, della più
potente flotta del mondo greco.
D’altra parte, all’interno dello stato
guida, l’ampliamento della cittadinanza ai nullatenenti ha determinato
una importante dinamica al vertice
del sistema: i gruppi dirigenti, che
possiedono l’arte della parola e guidano, perciò, la città, si dividono.
Una parte, di certo la più rilevante,
accetta di dirigere un sistema di cui
i non possidenti sono parte maggioritaria. Da questa consistente parte
dei «signori» (grandi famiglie, ricchi
possidenti e ricchi cavalieri, ecc.)
che accettano il sistema vien fuori il
• Due statue provenienti dai frontoni del
tempio di Afaia a Egina (ca. 490 a.C.).
Nella pagina accanto, la dea Atena, la vergine guerriera, in piedi e armata di tutto
punto, era la figura centrale del frontone,
mentre ai suoi lati erano dei guerrieri; qui
in basso, un guerriero morente occupava
l’angolo sinistro del frontone, che era di
forma triangolare.
Le statue, in marmo dell’isola di Paro,
staccate dal tempio, sono conservate alla
Gliptoteca di Monaco.
Modulo 2 • La civiltà greca
Aziani-Mazzi, Rete Storia © Edizioni Clio 2010
GLOSSARIO
fondiaria: legata alla proprietà della terra.
teti: il nome che ad Atene avevano i cittadini della quarta e ultima
classe di reddito, che non avevano proprietà terriere.
oligarchi: coloro che governano in pochi, che sostengono il governo di pochi.
«ceto politico» che dirige Atene da Clistene
a Cleone: al loro interno si sviluppa una
dialettica
politica
spesso fondata sullo
scontro personale, di
prestigio; in ciascuno è
presente l’idea di incarnare gli interessi generali.
Al contrario, una minoranza di
«signori» non accetta il sistema:
organizzati in formazioni più o meno
segrete, essi costituiscono una perenne minaccia potenziale per il sistema, del quale spiano le incrinature
soprattutto nei momenti di difficoltà
militare. Sono i cosiddetti «oligarchi»:
propugnano una riduzione che estrometta daccapo dal beneficio della cittadinanza i non possidenti e riporti
dunque la comunità allo stadio in cui
i soli «cittadini» a pieno titolo siano
«capaci di armarsi a proprie spese».
Lo stesso termine olìgoi [in greco
«pochi»] osserva Aristotele crea confusione: non si tratta infatti del fatto
che a possedere la «cittadinanza»
siano «molti» o «pochi», bensì che
siano i possidenti o i nullatenenti.
da L. Canfora, Il cittadino, in
J.P. Vernant (a cura di), L’uomo greco,
Laterza, Roma-Bari 1991
PER CAPIRE, PER RIFLETTERE
䊏 Evidenzia nel testo il passo in cui Luciano Canfora definisce coloro che ad Atene esercitavano con pieno
diritto la cittadinanza nell’età antica.
䊏 Segna la risposta esatta.
A. Per quale ragione secondo Canfora i nullatenenti ottennero il diritto di partecipare alle decisioni?
Perché
䊐 i nullatenenti si ribellano al potere dei possidenti
䊐 i possidenti sono animati da sentimenti di giustizia
䊐 occorrevano fanti per l’esercito
䊐 occorrevano marinai per le navi da guerra
B. Il ceto politico che dirige Atene proviene per lo più dal gruppo dei
䊐 possidenti
䊐 nullatenenti
䊐 commercianti
䊐 militari
䊏 Ordina secondo la sequenza logica-cronologica i seguenti eventi.
䊐 Per combattere contro i Persiani serve una potente flotta da guerra
䊐 Atene ha bisogno di marinai da imbarcare sulla flotta
䊐 La cittadinanza viene estesa ai nullatenenti
䊐 Il gruppo dei ‘signori’ si divide tra sostenitori e oppositori del nuovo ordine
䊐 Chi accetta la nuova situazione dirige di fatto Atene
䊐 Chi rifiuta la nuova situazione mira a ripristinare i privilegi dei possidenti
I Greci si espandono nel Mediterraneo e si scontrano con la Persia Unità 3
Aziani-Mazzi, Rete Storia © Edizioni Clio 2010
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