La Musica e i Musicisti del Sannio beneventano

Adriano Amore
La Musica e i Musicisti del Sannio beneventano
2013
1
DELLO STESSO AUTORE:
Nicola Calandro detto Frascia:
un “Maestro di cappella napolitano” del Settecento
Roma, Ibimus, 2001
La Scuola Clarinettistica Italiana: Virtuosi e Didatti
Frasso Telesino, a cura dell’autore, 2006
Il Clarinetto in Italia nell’Ottocento
Perugia, Accademia Italiana del Clarinetto, 2009
Ernesto Cavallini: Il Paganini del Clarinetto
Perugia, Accademia Italiana del Clarinetto, 2011
La Letteratura Italiana per Clarinetto
Frasso Telesino, a cura dell’autore, 2011
Il Clarinetto in Italia nel primo Novecento (1900 - 1950)
Frasso Telesino, a cura dell’autore, 2012
© ADRIANO AMORE
FRASSO TELESINO, 2013
WWW.ADRIANOAMORE.IT
2
INDICE GENERALE
Premessa
Abbreviazioni
Archivi e Biblioteche
6
7
7
I - Musica e Chiesa
Vescovi e Arcivescovi, tra divieti e riforme
Il Canto beneventano
Le Cappelle musicali
Le scuole musicali nelle istituzioni religiose
I Riti Settennali di Guardia Sanframondi
15
19
21
22
23
II - Organi e organisti
Gli organi storici
Organisti
25
30
III - I pianisti e gli aristocratici dilettanti
37
IV - Le Orchestre
Orchestre
Orchestrali
Direttori d’orchestra
42
45
49
V - Cori e cantanti
Cori, corali e schola cantorum
Cantanti
51
56
3
VI - Le Bande musicali
Origini, statuti e funzione sociale
Le Bande musicali
I Maestri di Banda
61
65
75
VII - I grandi musicisti sanniti
Nicola Calandro detto Frascia
Tommaso Carapella
Egidio Circelli
Giovanni Fusco
Carmine Giordano
Rino Maione
Giuseppe Manente
Nicola Sala
Giovanni Salvatore
79
81
84
85
87
88
91
99
103
VIII - L’emigrazione e gli altri musicisti
L’emigrazione
Altri musicisti e studiosi
106
108
IX - Le Scuole di Musica
Scuola di Musica Comunale
Istituto Moderno di Musica
Liceo Musicale “Nicola Sala”
Accademia Murgantina
Accademia Musicale Sannita
Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala”
Scuole Medie ad Indirizzo Musicale
Istituto Magistrale “G. Guacci” - Liceo Musicale
4
113
114
114
114
115
115
117
117
X - Teatri e manifestazioni musicali
Teatri
Benevento Città Spettacolo
Le Stagioni liriche
Le Rassegne concertistiche
119
122
122
124
XI - Editoria e Archivi musicali
Editoria musicale
Archivi e fondi musicali
127
129
XII - Costruttori di strumenti musicali
131
Appendice (Le musiche encomiastiche)
136
Bibliografia
141
Indice dei nomi
150
5
PREMESSA
In questo libro, attraverso un attento studio delle fonti
archivistiche e coeve, vengono ricostruiti tutti quegli aspetti inerenti
la storia della musica e dei musicisti nativi o attivi nel Sannio
beneventano: dalla forte influenza che la chiesa ebbe nella diffusione
della musica, alla presenza di organi storici; dalla nascita e storia di
orchestre, bande musicali e cori, all’emigrazione e/o affermazione
dei musicisti sanniti; dalla storia delle principali scuole di musica a
quella dei teatri e delle stagioni liriche e concertistiche; dall’editoria
ai costruttori di strumenti musicali.
Un lavoro ampio e complesso, frutto di diversi anni di studio,
reso possibile anche grazie ai numerosi suggerimenti, documenti,
manoscritti e spartiti messi a disposizioni da varie biblioteche e da
diversi musicisti e studiosi.
In modo particolare, ringrazio Anna Aucone, Umberto Aucone,
Giuseppe Canelli, Maria Rosa Matarazzo, Vincenzo Simone, la
Fondazione Madonna di Campanile di Frasso Telesino e la Banda
musicale “G. Verdi” di Faicchio.
Frasso Telesino, giugno 2013
6
ABBREVIAZIONI
ca.
cb
cfr.
chit
cl
fis
fl
idem
ms/mss
ob
op./opp.
perc
pf
post.
sax
s. d.
s. e.
s. l.
tr
v.
vl
vlc
vol./voll.
circa
contrabbasso
confronta
chitarra
clarinetto
fisarmonica
flauto
lo stesso, uguale
manoscritto/manoscritti
oboe
opera/opere
percussioni
pianoforte
posteriore, successivo
sassofono
senza data
senza edizione
senza luogo
tromba
vedi
violino
violoncello
volume/volumi
SIGLE DI ARCHIVI E BIBLIOTECHE
A-Wn
Vien (Austria), Österreichische
Nationalbibliothek, Musiksammlung
B-Br
Bruxelles (Belgio), Bibliothèque royale de
Belgique
B-Bc
Bruxelles (Belgio), Conservatoire royal de
Bruxelles, Bibliothèque
7
B-Earenberg
Enghien (Belgio), Archives d’Arenberg
BOL-CHa
Chiquitos (Bolivia), Archivo Musical
CH-BEas
Bellinzona (Svizzera), Fondo
dell’Associazione Ricerche Musicali
CH-TRf
Tremola (Svizzera), Archivio della Società
Filarmonica
CO-Bn
Bogotà (Colombia), Biblioteca Nacional de
Colombia
D-B
Berlin (Germania), Staatsbibliothek zu
Berlin Preußischer Kulturbesitz,
Musikabteilung
D-F
Frankfurt am Main (Germania),
Universitätsbibliothek Johann Christian
Senckenberg
D-Dl
Dresden (Germania), Sächsische
Landesbibliothek - Staats und
Universitätsbibliothek
D-Lem
Leipzig (Germania), Interim Leipziger
Stadtbibliothek - Musikbibliothek
D-Mbs
München (Germany), Bayerische
Staatsbibliothek
D-MÜs
Münster (Germania), Santini-Bibliothek
D-DS
Darmstadt (Germania), Universitäts und
Landesbibliothek, Handschriften und
Musikabteilung
8
D-W
Wolfenbüttel (Germania), Herzog August
Bibliothek
D-Wa
Wolfenbüttel (Germania),
Niedersächsisches Staatsarchiv
D-SWl
Schwerin (Germania), Landesbibliothek
Mecklenburg-Vorpommern,
Musikaliensammlung
E-Mn
Madrid (Spagna), Biblioteca Nacional
F-Pn
Paris (Francia), Bibliothèque Nationale
GB-Er
Edinburgh (Gran Bretagna), Reid Music
Library of the University of Edinburgh
GB-Lbl
London (Regno Unito), The British Library
I-AGN
Agnone (Italia), Biblioteca Emidiana
(Chiesa Parrocchiale di S. Emidio)
I-Baf
Bologna (Italia), Biblioteca dell’Accademia
Filarmonica
I-BAcp
Bari (Italia), Biblioteca del Conservatorio di
Musica “Niccolò Piccinni”
I-BAn
Bari (Italia), Biblioteca Nazionale Sagarriga
Visconti-Volpi
I-BARad
Barletta (Italia), Biblioteca Diocesana Pio
IX
I-Bc
Bologna (Italia), Civico Museo Bibliografico
Musicale
9
I-BGc
Bergamo (Italia), Biblioteca Comunale
Angelo Maj
I-BGs
Bergamo (Italia), Gruppo biblioteche
speciali
I-BRb
Brescia (Italia), Archivio della Banda
Cittadina
I-BVam
Benevento (Italia), Biblioteca Provinciale
“Antonio Mellusi”
I-BVm
Benevento (Italia), Biblioteca del Museo del
Sannio
I-BZe
Bolzano (Italia), Archivio del Circolo
Mandolinistico “Euterpe”
I-Cbc
Camogli (Italia), Biblioteca Civica
I-CBbp
Campobasso (Italia), Biblioteca Provinciale
“P. Albino”
I-CMbc
Cusano Mutri (Italia), Biblioteca Comunale
I-CSbc
Cerreto Sannita (Italia), Biblioteca della
Cattedrale
I-CZbc
Catanzaro (Italia), Biblioteca comunale
Filippo De Nobili
I-Fc
Firenze (Italia), Biblioteca del Conservatorio
di Musica “L. Cherubini”
I-Fn
Firenze (Italia), Biblioteca Nazionale
Centrale
10
I-FTamore
Frasso Telesino (Italia), Archivio privato
Adriano Amore
I-Gl
Genova (Italia), Biblioteca del
Conservatorio di Musica “N. Paganini”
I-LI
Livorno (Italia), Biblioteca Labronica
I-Lli
Livorno (Italia), Biblioteca dell’Istituto
Musicale “P. Mascagni”
I-MC
Cassino (Italia), Monumento Nazionale di
Montecassino, Biblioteca
I-Mc
Milano (Italia), Biblioteca del Conservatorio
di Musica “G. Verdi”
I-Mcom
Milano (Italia), Biblioteca Comunale
Sormani
I-MSbne
Massa (Italia), Biblioteca Nazionale di
Esperanto
I-Nc
Napoli (Italia), Biblioteca del Conservatorio
di Musica “San Pietro a Majella”
I-Nf
Napoli (Italia) Biblioteca dell’Oratorio dei
Filippini
I-Nn
Napoli (Italia), Biblioteca Nazionale
Vittorio Emanuele III
I-NOVi
Novara (Italia), Biblioteca dell’Istituto
Civico Musicale Brera
I-PDCc:
Palo del Colle (Bari), Biblioteca Comunale
G. M. Giuliani
11
I-OS
Ostiglia (Italia), Opera Pia Greggiati,
Biblioteca
I-PAc
Parma (Italia), Biblioteca Nazionale
Palatina, Sezione Musicale presso il
Conservatorio di Musica “Arrigo Boito”
P-Lf
Lisbona (Portogallo), Arquivo da Fabrica da
Sé Patriarcal
I-PAVu
Pavia (Italia), Biblioteca Universitaria
I-PEc
Perugia (Italia, Biblioteca Comunale
Augusta
I-PLn
Palermo (Italia), Biblioteca centrale della
Regione Sicilia (ex Nazionale)
I-Raa
Roma (Italia), Biblioteca del Pontificio
Ateneo Antoniano
I-Rama
Roma (Italia), Biblioteca Musicale
dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia
I-Ras
Roma, Archivio Centrale dello Stato
I-Rfusco
Roma (Italia), Archivio privato famiglia
Fusco
I-Rn
Roma (Italia), Biblioteca Nazionale
Centrale Vittorio Emanuele II
I-Rsc
Roma (Italia), Biblioteca Musicale
Governativa del Conservatorio di Santa
Cecilia
I-Rvat
Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica
Vaticana
12
I-RAC
Racconigi (Italia), Biblioteca del Castello
I-RCNca
Racconigi (Italia), Castello Reale,
Biblioteca
I-Sbc
Savigliano (Torino), Biblioteca Comunale,
Fondo Santa Rosa
I-SSV
San Severo (Italia), Archivio capitolare della
Cattedrale (S. Maria Assunta)
I-Tf
Torino (Italia), Archivio dell’Accademia
Filarmonica
I-Tr
Torino (Italia), Biblioteca Reale
I-TEOmn
Teolo (Italia), Biblioteca dell’Abbazia di
Praglia
I-Vc
Venezia (Italia), Biblioteca del
Conservatorio di Musica
I-Vgc
Venezia (Italia), Biblioteca della Fondazione
“Giorgio Cini”
I-Vnm
Venezia (Italia), Biblioteca Nazionale
Marciana
P-La
Lisbona (Portogallo), Biblioteca do
Palácio Nacional da Ajuda
S-Skma
Stockholm (Svezia), Musik-och
Teaterbiblioteket
US-AA
Ann Arbor (U.S.A.), University of
Michigan, Music Library
13
US-Bu
Boston (U.S.A.), Boston University, Mugar
Memorial Library
US-CPpa
College Park (U.S.A.), University of
Maryland, The Michelle Smith Performing
Arts Library
US-NYp
New York (U.S.A.), New York Public
Library at Lincoln Center, Music Division
US-MDu
College Park, Maryland (USA), University
of Maryland, Music Library
US-U
Urbana (USA), University of Illinois,
Musical Library
US-Wc
Washington (U.S.A.), Library of Congress,
Music Division
14
(I)
Musica e Chiesa
In seguito all’accordo di Worms (1052), fra Papa Leone IX e
l’Imperatore Enrico III, la città di Benevento passò in mano allo
Stato Pontificio, restando legata al potere papale, salvo brevi
interruzioni, fino al 1860. Di conseguenza, in questi otto secoli, la
storia politica, economica, sociale e culturale di gran parte dei
territori del Sannio beneventano fu strettamente influenzata dalla
forte presenza della Chiesa. Anche la musica e tutte le attività ed essa
connesse, tranne rare eccezioni, furono sempre legate e correlate al
clero.
VESCOVI E ARCIVESCOVI, TRA DIVIETI E RIFORME
Vincenzo Maria Orsini (Gravina in Puglia, Bari, 1650 - Roma,
1730), eletto Papa con il nome di Benedetto XIII (1724-1730),
durante il suo Arcivescovato a Benevento (1686-1724), dal 1686
favorì «l’industria delle corde armoniche, cui voleva unire una
fabbrica di liuti, per la quale si rivolse al celeberrimo Antonio
Stradivari».1 Rianimò e risollevò, inoltre, la ormai decadente pratica
del canto gregoriano. Con Editto del 1698 stabilì che «à Canonici,
ed à tutti gli altri ascritti al servigio del Coro, si prescrive un termine
competente ad istruirsi del canto Gregoriano […] non dovendosi
sopportare, che con strapazzo di esso, e scandalo degli uditori, si
habbia a diservire il Signore, e godere senza incomodo il Signore
dell’entrate Ecclesiastiche. Che si procuri onninamente da Vescovi
qualche Maestro perito che vaglia ad insegnare il suddetto canto
[…]».2 Con successiva Notificazione del 24 agosto 1705,
evidentemente non contento dei risultati acquisiti, stabilì che
«essendo insopportabile la dissonanza delle voci di taluni, che ne’
1
2
Cfr., ZAZO 1976, p. 95.
Cfr., ORSINI, p. 61.
15
Cori Ecclesiastici vogliono cantare il canto Gregoriano senza averlo,
o poco, o niente imparato, ordinammo nel V. nostro Sinodo
Diocesano cap. 3 n. 3 sotto la pena di sei ducati, che si fossero
cantate le Messe, ed altri divini Uffizj con canto all’uso de’ Cherici
Regolari Teatini finattanto, che da’ Cleri obbligati al Coro si fosse
bene appreso il suddetto canto Gregoriano […] in virtù della nostra
presente Notificazione, espressamente, sotto la pena della
sospensione di lata sentenza, a Noi riservata, proibiamo l’uso del
canto Gregoriano in tutte, e qualsisiano Chiese, o Collegiate, o
Ricettizie, o Parrocchiali della nostra Città, ed Arcidiocesi, tanto
nelle Messe, quanto in tutti gli altri divini Uffizj, ogni qualvolta nel
Coro non vi sieno quattro periti Cantori approvati da Noi, o da
altro Ministro di nostra speziale commessione».3 Per tutto questo,
fece stampare a Napoli il Breve ragguaglio delle principali regole del
canto fermo gregoriano e gli Esempi e cantilene di canto fermo
gregoriano con appendice di messe, ed officiatura de’ morti di Marco
della Gatta, «per uso e studio de’ convittori del Seminario
diocesano» (Napoli, Vincenzo Orsini, 1793-1794; copie in I-Nc, IVnm), e nel 1702 nominò Maestro di Cappella del Duomo e di
canto del Seminario il celebre Domenico Scorpione.4
Sant’Alfonso Maria de Liguori (Napoli, 1696 - Pagani, Salerno,
1787), di ottima formazione musicale,5 durante il suo vescovato a
Ibidem, p. 596.
Nato a Rossano (Cosenza) nel XVII secolo, morì a Tropea (Vibo Valentia),
dopo il 1708. Fu maestro di cappella del Convento di S. Francesco di Bologna
(1672-1674), della Basilica dei SS. Dodici Apostoli di Roma (1675), a Messina
(1680-1682), a Tropea (1682-1691), a Benevento (1702) e del Convento di S.
Francesco di Assisi (1703-1707). Tra le sue composizioni ed opere teoriche,
ricordiamo le Istruzioni corali non meno utili che necessarie a chiunque desidera
essere vero professore del canto piano, scritte e pubblicate durante la sua
permanenza a Benevento e dedicate allo stesso Arcivescovo Orsini (Benevento,
Stamperia Arcivescovile, 1702; copie in I-Mc, I-Nc, I-Vnm). Cfr., GALLO, pp.
407-409.
5
«La musica mi piace, e da borghese vi sono stato applicato». In gioventù,
infatti, Sant’Alfonso studiò per circa tre anni clavicembalo e contrappunto con il
celebre Gaetano Grego, maestro dei maggiori musicisti napoletani del primo
Settecento (Durante, Pergolesi, Porpora, D. Scarlatti ed altri ancora). Dal 1706 al
1723, inoltre, Sant’Alfonso frequentò anche l’oratorio dei Gerolimini di Napoli,
ove si coltivavano le tradizioni musicali volute da S. Filippo Neri. E fu proprio in
questo luogo, come ci ricorda il Tannoia, che il giovane musicista si esibì come
3
4
16
Sant’Agata dei Goti (1762-1775), osteggiò sempre l’uso diffuso in
tutte le chiese dell’epoca del «canto figurato artificioso, spruzzante
sospiri, mentre si svolgevano le funzioni […] e più particolarmente
agli “a solo”, perché erano un richiamo di cicisbei». Come ci ricorda
il Gregorio, «in occasione di una festa a S. Maria a Vico […] un
diacono […] intonò una litania figurata con interminabili ghirigori
di voce […]. Il vescovo frenando l’indignazione, dopo il Kyrie
accostatosi lo stimmatizzò senza tanti complimenti: Qui non siamo
in teatro. Tale canto non genera divozione, ma dissipazione nel
popolo. E gl’impose di seguitarla in tono gregoriano, che riputava
come una specie di vangelo musicale».6 Sotto questo aspetto,
Sant’Alfonso fu un vero precursore della riforma della musica sacra
compiuta nel 1903 da Papa Pio X, che con decrecro bandì dalle
chiese ogni forma musicale estranea al canto gregoriano e alla
«classica polifonia, specialmente della Scuola Romana, la quale nel
secolo XVI ottenne il massimo della sua perfezione per opera di Pier
Luigi da Palestrina e continuò poi a produrre anche in seguito
composizioni di eccellente bontà liturgica e musicale».7 Per le
missioni, inoltre, Sant’Alfonso compose appositamente una
cinquantina di Canzoncine spirituali che, per altro, cantava di
persona, come testimoniano i suoi contemporanei. Scritte in varie
epoche e per le più svariate funzioni liturgiche, rappresentano uno
straordinario esempio di musica sacra di forte ispirazione popolare.
Non a caso, grazie anche alla successiva opera divulgatrice dei
Redentoristi, le canzoncine ebbero una grande diffusione,8 in modo
clavicembalista nell’oratorio S. Alessio di Bernardo Pasquini: «Lo toccò con tale
maestria, che tutta l’udienza ne restò stupita» (cfr., TANNOIA I, p. 8). Oltre alle
conosciutissime Canzoncine spirituali, Sant’Alfonso, nel 1760, compose anche un
pregevole Duetto tra l’Anima e Gesù Cristo per 2 voci, violino e basso continuo
(ms autografo in I-GBbl), sul quale, il Parisotti così scrisse: «Lo stile del Duetto è
così somigliante a quello dello Scarlatti che potrebbe scambiarsi con una delle
molte cantate del celebre autore. Il movimento del basso continuo, il contrappunto
del violino obbligato, la forma del recitativo, e più quella dell’aria, che apparisce
intera col suo ritornello nel duetto, palesano il discepolo valente del valente
maestro». Cfr., DI COSTE, p. 70.
6
Cfr., GREGORIO, p. 48.
7
Motu Proprio “Tra le Sollecitudini” del Sommo Pontefice Pio X sulla musica
Sacra, 22 novembre 1903, capitolo II/4.
8
La sua canzoncina Fermarono i cieli, con il titolo di La Madonna col bambino,
17
particolare la sua Tu scendi dalle stelle, oggi celebre in tutto il
mondo.
Nella seconda metà dell’800, il Cardinale Camillo Siciliano Di
Rende (Napoli, 1847 - Montecassino, Frosinone, 1897), rianimò
l’antica tradizione della musica sacra istituendo nel 1888 la Schola
Cantorum, acquistando, nel 1890, un monumentale organo per il
Duomo9 e nominando organista e Maestro di Cappella il napoletano
Giuseppe Cotrufo.10
Altrettanto meritorio risulta l’apporto dato dall’Arcivescovo
Benedetto Bonazzi (Marigliano, Napoli, 1840 - Benevento, 1915).
Durante il suo arcivescovato (1902-1915), richiamò a Benevento
dotti personaggi e studiosi, tra i quali Joseph Pothier (1835-1923),
abate di Saint-Wandrille (Francia), e il benedettino Raphael
Andoyer (1858-1921) che studiarono i codici liturgici presenti
nell’Archivio della Biblioteca Capitolare. L’Andoyer, in modo
particolare, con una relazione pubblicata il 23 dicembre 1908 sul
giornale diocesano La Settimana, rivelò la riscoperta di un canto
liturgico arcaico a Benevento, antecedente al repertorio ufficiale dei
canti gregoriani.
Dopo gli eccesi della Messa beat,11 assai in voga nelle chiese
fu armonizzata e pubblicata per voce e pianoforte dal celebre compositore francese
Camille Saint-Saëns nella raccolta Oeuvres pour le Chant (Paris, Durant, 1880;
copia in E-Mn).
9
Cfr., «La Civiltà Cattolica», 1890, vol. VI, p. 494.
10
Il Cotrufo (Napoli, 1859-1952), allievo di Beniamino Cesi per il pianoforte e
di Salvatore Pappalardo per la composizione, fu maestro di cappella ed organista
della Cattedrale di Benevento e poi professore di pianoforte e organo al
Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Scrisse musica sacra, musica per
organo, varie composizioni per pianoforte e l’Inno per la Premiazione delle Scuole
del Seminario di Benevento per voci e organo (ms del 1889 in I-Nc). Cfr., FANO,
p. 384.
11
Detta anche «Messa dei giovani», venne eseguita per la prima volta a Roma il
27 aprile del 1966 presso l’Aula Borrominiana dell’Oratorio di San Filippo Neri
alla Vallicella. «Fu una febbre che, iniziata verso il 1965, culminò grosso modo
nel Settanta […]. Fu l’epoca […] dei furbastri “Salmi per il nostro tempo”,
eseguiti in chiesa da complessini con chitarra elettrica, batteria e voce solista! […]
il “complessino”, sempre scadente, era diventato il surrogato dell’organo, che per
alcuni anni venne deprezzato. Quanto ai testi il lingua “volgare” (nel senso
peggiorativo del termine), ripudiato il latino, si cantò in italiano […]. Si fece una
grande confusione tra popolare, polaresco e populismo». Cfr., ZACCARIA, pp.
18
italiane dalla metà degli anni Sessanta agli anni Settanta del ‘900,
attraverso varie direttive, furono poi vietati l’utilizzo di strumenti
musicali diversi dall’organo, l’esecuzione di musiche diverse dal canto
gregoriano e della polifonia classica nonché l’utilizzo delle stesse
chiese per concerti con programmi non attinenti alla sacra liturgia.
Le Norme emanate dalla congregazione per il culto divino in data
5/11/1987, prevedevano, infatti, che i programmi potevano
riguardare solo «musica sacra o religiosa […] quella composta per la
liturgia o che si ispira al testo della Sacra Scrittura o della Liturgia» e
non «ogni specie di musica […] composta per essere eseguita in
contesti profani precisi […]». Le suddette “Norme” precisano poi
che «si dovrà fare domanda, in tempo utile, per iscritto all’ordinario
del luogo, con indicazione della data del concerto, dell’orario, del
programma contenente le opere e i nomi degli autori […]. Dopo
aver ricevuto l’autorizzazione dell’ordinario, i parroci ed i rettori di
chiese potranno accordare l’uso ai cori e alle orchestre che avranno le
condizioni sopra indicate […]. L’entrata nella chiesa dovrà essere
libera e gratuita […]. Gli esecutori e gli uditori dovranno avere un
abbigliamento e un comportamento conveniente al carattere sacro
della chiesa […]. I musicisti e i cantori eviteranno di occupare il
presbiterio […]. Il massimo rispetto sarà dovuto all’altare, al seggio
del celebrante, all’ambone […]».12
IL CANTO BENEVENTANO
La scoperta di questo autentico tesoro musicale va attribuita al
benedettino Raphaël Andoyer (1858-1921) che, come ci ricorda il
De Lucia, venne a Benevento «nel novembre 1909 [sic!] per studiare
gli antichi codici liturgici, concorrendo questi alla riforma del canto
gregoriano, opera ordinata e voluta dalla Santa memoria di Pio X».13
36-37.
12
Cfr., «Chiesa Informa», Notiziario mensile dell’Arcidiocesi di Benevento,
Anno II (2008), n° 10, p. 26.
13
La data «novembre 1909», erroneamente indicata dal De Lucia, in realtà si
riferisce a quella della breve pubblicazione dell’ Andoyer su I codici liturgici della
Biblioteca capitolare di Benevento (Benevento, D’Alessandro, 1909), ristampa del
suo precedente articolo pubblicato nel 1908 sul giornale diocesano La Settimana,
19
Alfonso Gallo (1890-1952), colto professore di paleografia e
diplomatica, in una intervista con il corrispondente del giornale «Il
Messaggero» di Roma, pubblicata il 17 agosto 1923, parlando dei
codici musicali beneventani, disse, fra l’altro: «I codici musicali della
Biblioteca Capitolare di Benevento costituiscono la più importante
raccolta musicale che si conosce, sia per il loro numero che per l’età
dei più antichi, che rimandano al IX secolo».14 Questi, infatti, sono
fonti d’importanza primaria per ricostruire il canto piano della
Chiesa medievale, giacché mostrano la presenza di numerose e
differenti tradizioni di canto. Accanto all’antico repertorio locale (il
canto beneventano antico), al gregoriano standard (di formazione
franco-romana) e ai tropi e alle sequenze, vi sono una serie di
melodie composte in loco dopo la metà del secolo IX secondo lo
stile e la forma gregoriana. L’analisi di questo repertorio ha
permesso, pertanto, di studiare e capire l’evoluzione del gusto
musicale in una fase cruciale della storia della musica occidentale,
quando, cioè, il canto liturgico di formazione franco-romana subisce
integrazioni e ampliamenti, anche attraverso la composizione di
generi nuovi quali tropi e sequenze. Lo studio del proprium missae
ha permesso, infatti, di evidenziare interessanti fenomeni di
contaminazione e rielaborazione di stilemi e linguaggi musicali. Se
alcune melodie, infatti, si caratterizzano per la commistione di
procedimenti melodici arcaizzanti, in una cornice formale di più
squisito sapore gregoriano, in altri casi mostrano una più marcata
libertà compositiva. Nel corso della ricerca è emerso che, nell’ambito
dei testimoni della più ampia regione beneventana, quelli provenienti
da Benevento presentano il maggior numero di unica. Evidentemente
l’antica capitale del dominio longobardo meridionale si rivela,
rispetto alla Puglia e alla Dalmazia, meno soggetta all’influenza
cassinense. Negli ultimi decenni, moltissimi musicologi hanno
studiato e pubblicato saggi sul Canto beneventano e tra questi
meritano una menzione particolare don Lupo Ciaglia e il musicologo
Thomas Forrest Kelly. Quest’ultimo, Direttore del Music
Departement Harvard University di Cambridge, grazie a una
paziente opera di interpretazione paleografica e alla pubblicazione di
anno X, n° 46.
14
Cfr., DE LUCIA 1933, p. 51.
20
numerosi saggi e articoli,15 ha ridato realmente vita alla più antica
tradizione sannita di canto portandola in giro per l’Europa. Per
questi suoi alti meriti, nel novembre del 2006, il Comune di
Benevento gli ha conferito la cittadinanza onoraria mentre il locale
Conservatorio “N. Sala” gli ha conferito la Laurea honoris causa.16
LE CAPPELLE MUSICALI
Fondata nella seconda metà del XVI secolo, l’attività della
Cappella musicale del Duomo di Benevento fu strettamente legata a
quella del Seminario Vescovile.17 Tranne rare eccezioni, fino alla
metà del ‘900, i maestri che si alternarono alla guida della Cappella
Musicale furono, contestualmente, anche maestri di canto al
Seminario. Al presente, è Maestro di Cappella don Lupo Ciaglia.
Legate sempre ad istituzioni religiose, in passato furono presenti
varie cappelle musicali anche in altri centri del beneventano. La più
antica della quale si hanno notizie, fu quella attiva presso la chiesa di
S. Erasmo di Torrecuso (1591 ca.).18 Altre cappelle sono
documentate a San Lorenzello (XVIII sec.), Solopaca (nel 1836 era
diretta da don Matteo Cusani),19 presso l’Oratorio filippino di
Guardia Sanframondi (nel 1656 era diretta da Tommaso della
Rocca),20 presso la chiesa del SS. Corpo di Cristo di Frasso Telesino
(nel 1771 era diretta da Giuseppe Calandro)21 e presso i Seminari
vescovili di Cerreto Sannita e di Sant’Agata dei Goti.
15
Tra gli studi pubblicati dal Kelly sul Canto beneventano, ricordiamo: The
Beneventan chant, Cambridge (Cambridge University Press, 1989); Le temoins
manuscrits du chant beneventain, in «Les principaux manuscripts de chant
gregorien, ambrosien, mozarabe, gallican» (Solesmes, Jean-Bougler, 1992); La
cathedrale de Benevent (Gent, Ludion, 1999); The ordinal of Montecassino and
Benevento: breviarium sive ordo officiorum, 11th century (Fribourg, Academic
press Fribourg, 2008); Il canto beneventano, con L. Ciaglia e E. Landino
(Benevento, Conservatorio Statale di Musica “N. Sala”, 2008).
16
Cfr., CAVOTO.
17
Cfr., CASIMIRI, p. 80.
18
Ibidem, p. 79.
19
Cfr., ROMANELLI, p. 97.
20
Cfr., CARLO, p. 36.
21
Cfr., CALANDRO, p. 21.
21
LE SCUOLE MUSICALI NELLE ISTITUZIONI RELIGIOSE
Fondato nell’aprile del 1567 dal cardinale Giacomo Savelli, allora
Arcivescovo di Benevento, il Seminario Arcivescovile di Benevento
era originariamente localizzato nell’antico Monastero di S. Andrea
“De Platea” dei Canonici Regolari di S. Agostino.22 Cura dei
Vescovi fu quella di tenere il passo con la cultura del tempo per cui
nelle scuole si tenevano regolari corsi di grammatica, di retorica, di
logica, di dottrina cristiana e di musica. Tra i maestri di canto
gregoriano e musica, sono da ricordare: Gian Tomaso Cimelo di
Monte S. Giovanni Campano (1571), Gian Francesco Sandalo
(1572), Angelo Marino di Apice (1573), Scipione Margiacca
(1574-1596), Giovanni Antonio Cerio (dal 1596), Vincenzo
Ugolini di Perugia (1609-1614), Antonelli Abondio di Fabbrica di
Roma (1614-1616), Persio Della Porta (dal 1696),23 Domenico
Scorpione di Rossano (1702), Vincenzo Campana (1755 ca.),
Giuseppe Cotrufo di Napoli (dal 1888), Antonio De Maria di S.
Croce del Sannio (dal 1897 ca.), Antonio Jatalese (1936 ca.-1948;
1956 in poi), Lucio Sacchetti (1962-1969) e, attualmente, Padre
Antonio (Fernando) Pirozzolo.24
Non è nota la data precisa della fondazione del Seminario
Vescovile di Sant’Agata dei Goti. Certamente esisteva già nel 1569,
poiché a quell’anno risale il documento più antico che ne fa
menzione. A fine Cinquecento ospitava 12 alunni istruiti nella
grammatica e nella musica, ma il numero dei convittori diminuì nei
decenni successivi a causa della scarsità delle rendite.25 Tranne rare
eccezioni, l’istruzione musicale e il canto gregoriano venivano
Cfr., CAMPANIA, p. 211.
Nato a San Lorenzo Maggiore intorno al 1660, fu maestro di cappella della
Cattedrale di Benevento. Nel 1696 pubblicò a Napoli, l’Arianna Musicale (copie
in I-Fc, I-Nn, I-Vc, I-Rsc), «un’operetta che insegna a cantare nella musica di
canto fermo», dedicandola al canonico e storico beneventano Giovanni De
Nicastro (1659-1738), col quale ebbe affettuosa corrispondenza epistolare. Cfr.,
PROTA-GIURLEO, p. 58; SCHMIDL, p. 249; ZAZO 1973, p. 136.
24
Cfr., CASIMIRI 1936, pp. 80-85; DE LUCIA, pp. 64-65; INGALDI, vol.
II, pp. 213-214; NARCISO, pp. 57, 70.
25
Cfr., CAMPANELLI, p. 43; CAMPANIA, p. 299.
22
23
22
impartiti da prelati «più esperti». Tra questi, ricordiamo Domenico
Guerrera (primo ‘700) e Simone De Blasio (1825 ca.).
Il Seminario Vescovile di Cerreto Sannita, invece, venne istituito
con bolla del 3 luglio 1593 dal Vescovo Cesare Bellocchi e
localizzato originariamente nella casa annessa alla chiesa della
Maddalena.Tra gli altri, vi insegnarono: Giovanni Tommaso Ciarlo
(dal 1596), Francesco De Palma (1626 ca.), Luigi Amodio (fine
‘800, primi decenni del ‘900), Pasquale Meccariello (2005).26
Anche nell’Oratorio filippino di Guardia Sanframondi, fondato
nel 1626, lo studio della musica rappresentava una disciplina
fondamentale. San Filippo Neri, infatti, «trovava nel linguaggio dei
suoni e degli slanci della sua anima a Dio, una grande forza di ascesi
cristiana». Intorno al 1656, l’istruzione musicale veniva curata dal
Maestro di Cappella Tommaso della Rocca.27
L’istruzione musicale, infine, era quasi sempre presente anche
negli orfanotrofi gestiti dai religiosi.
Nell’Orfanotrofio della Santissima Annunziata di Benevento, ad
esempio, agli inizi dell’800, le orfanelle venivano educate anche al
canto, con cui «solennizzavano», accompagnate da un organista,
tutte le funzioni liturgiche della chiesa dell’Annunziata.28
I RITI SETTENNALI DI GUARDIA SANFRAMONDI
Durante la festa della Vergine Assunta, che si celebra a Guardia
Sanframondi ogni sette anni (Riti Settennali di Penitenza),
anticamente veniva eseguita la sola canzoncina popolare di autore
ignoto S’è sposta Maria, che insieme alle litanie lauretane e al suono
dei campanelli, costituiva l’unica «colonna sonora» della
manifestazione. Successivamente, furono introdotti i cori rionali
(Croce, Portella, Fontanella e Piazza), la cui partecipazione era
inizialmente prerogativa esclusiva delle sole donne nubili (dal 1996
furono ammessi anche cori misti), impegnati nella preparazione ed
esecuzione di ben tre canti: uno per la processione di penitenza, uno
Cfr., AMORE 2005, p. 15; CARLO, pp. 31-32, 35-36.
Cfr., CARLO, p. 36.
28
Cfr., ANNUNZIATA, p. 100.
26
27
23
per la processione di comunione e uno per l’apertura della lastra. In
passato, le musiche furono scritte su testi sacri da religiosi e musicisti
locali, tra i quali si ricordano don Lupo Ciaglia, Pasqualino (detto
Lino) Tabasso, Natalino Gentile ed altri ancora. Nell’ultima
edizione (2010), invece, sono stati scritti da Maria Grazia d’Angelo
di Guardia Sanframondi, Alessandro Fusco di San Lorenzello,
Massimo D’Orsi di Faicchio, Michelangelo Malgieri e Arturo
Armellino di Solopaca.
Bibliografia: IANNACCHINO, pp. 423, 428; «Santuario dell’Assunta»,
Guardia Sanframondi, 2006, n° 3-4, p. 10; Idem, 2010, n° 9-10, pp. 11-12.
24
( II )
Organi e organisti
GLI ORGANI STORICI
Le prime tracce della presenza di organi nella Provincia di
Benevento risalgono al XVI sec., quando nella chiesa di Santo
Spirito di Benevento (oggi scomparsa), era presente un organo
costruito da Fabio Scoppa e Carlo Scala, mentre nel 1544, nella
chiesa della SS. ma Annunziata di Airola, «si registrava il pagamento
all’organista, menzionando nel contempo la presenza di un organo
da tempi ancora più antichi». Alla fine del XVI sec., poi, sono
presenti vari organi anche nelle chiese di San Giovanni Battista e dei
Santi Pietro e Paolo di Cusano Mutri, di San Martino di Cerreto
Sannita e di San Lorenzo Martire di San Lorenzello.
Degli organi seicenteschi, ad eccezione degli organi ancora
presenti ad Airola e a Paduli, rimangono solo alcune notizie storiche
relative alla loro presenza a Cerreto Sannita, Frasso Telesino,
Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore e Solopaca.
Abbastanza numerosa risulta la presenza di organi settecenteschi, per
lo più di maestranze campane o di organari napoletani o locali.
Purtroppo, alcuni di questi organi sono andati distrutti, come quelli
costruiti nel 1648 dai fratelli Carmine e Giuseppe de Biagi di
Napoli29 e nel 1747 da Donato Abbate di Airola per la chiesa
Collegiata del Corpo di Cristo di Frasso Telesino (abbatuta nel
1968), quello costruito nel 1733 per la Cappella della Confraternita
della Buona Morte, adiacente la chiesa della SS. Annunziata, di
Montesarchio, quello della chiesa di Santa Maria in Decorata di
Nel 1648, fu acquistato «il grande organo nuovo di ebano, di dieci pedali con
cinque registri e mantici alla Romana, tutto pittato ed indorato, fatto da mastro
Carmine de Biagi e mastro Giuseppe de Biagi fratelli abitanti nella strada della [.?.]
Annunciata di Napoli, fatto alla forma dell’organo di S. Giuseppiello delli Gesuiti
a Chiaja e per lo stesso prezzo che hanno pagato li Gesuiti in ducati 100. Eccetto
però di altri ducati cinque che non hanno pagato per fare alcune canne di
piombo». Cfr., CALANDRO, p. 21.
29
25
Colle Sannita30 e quello della chiesa di Santa Maria delle Grazie di
Baselice.
Ad eccezione di alcuni nuovi organi, tra i quali quelli costruiti per
la Cattedrale e la chiesa di S. Bartolomeo di Benevento, nell’800,
gran parte degli organi del secolo scorso presenti nel beneventano,
vengono revisionati e in molti casi «modernizzati», con l’aggiunta di
nuove ottave e registri. Scomparse le maestranze organarie locali, nel
‘900 molte chiese si dotano di nuovi organi costruiti principalmente
nel centro e nord Italia.
Nella seconda metà del ‘900, infine, diversi organi vengono
restaurati o fatti costruire ex novo su progetti elaborati da Padre
Egidio Circelli, come quelli costruiti dalla ditta Mascioni di Cluvio
per il Convento Santa Maria degli Angeli di San Bartolomeo in
Galdo (1987) e per le Basiliche della Madonna delle Grazie di
Benevento (1966) e della SS. Annunziata di Vitulano (1986).
Di seguito, si riporta una sorta di mappatura di tutti gli organi
antichi (XVII- inizio XX sec.) ancora presenti nel beneventano.
Airola: Risulta non funzionante l’organo (anonimo del XIX sec.)
della chiesa di S. Carlo, danneggiato durante i lavori di
ristrutturazione della stessa nel 1926. Ancora funzionanti, invece,
sono il seicentesco organo di anonimo della chiesa di S. Gabriele e
quello della SS. ma Annunziata, restaurato nel 1992 dalla ditta
Francesco Zanin di Codroipo (Udine). Quest’ultimo, costruito nel
1679, riutilizzando anche materiali di un precedente organo del
1636, è opera dell’organaro Andrea Bassi di Ravenna, all’epoca
attivo a Napoli.
Apice Nuova: In discrete condizioni risulta l’organo della metà
del XIX sec. della chiesa dei SS. Bartolomeo e Maria Assunta, opera
di anonimo organaro campano. In pessime condizioni sono invece i
due organi di anonimi, rispettivamente del XVII e della metà del
XIX sec., presenti nella chiesa di S. Maria Assunta ad Apice Vecchia.
Baselice: In pessimo stato di conservazione risulta l’organo
(anonimo del XVIII sec.) presente nella chiesa di S. Leonardo Abate.
Benevento: Non più funzionanti sono gli organi della ditta
«Nel 1943 il parroco lo fece smontare per evitare che cadesse nelle mani dei
tedeschi. Successivamente i pezzi dell’organo furono venduti». Cfr.,
DECORATA, p. 84.
30
26
Walker di Ludwigsburg (Germania) per la Cattedrale - costruito nel
1889 e inaugurato nel febbraio del 1890 dall’organista Giuseppe
Cotrufo31 - e quello costruito nel 1888 da Pacifico Inzoli (18431910) di Crema (Cremona) per la chiesa di S. Bartolomeo. In
modesto stato di conservazione, risultano, invece, gli organi presenti
presso le chiese di S. Teresa (maestranze napoletane del XVIII sec.),
del SS. mo Salvatore (anonimo della fine del XIX sec.), della SS. ma
Annunziata, costruito nel 1709 dall’organaro Antonio Gallo, e della
Cappella dell’ex Collegio La Salle (oggi chiusa), costruito negli anni
venti del ‘900 dalla ditta Gaspare e Michele Schimicci di Palermo.
Bucciano: La chiesa di S. Giovanni conserva un pregevole organo
di anonimo del XVIII sec.
Buonalbergo: Il Santuario della Madonna della Macchia conserva
un organo del XVIII sec., restaurato nel 2008 da Leonardo Perretti
di Casalnuovo Montorotaro (Foggia).
Campolattaro: Nella Cappella palatina di S. Martino (Castello),
in cattivo stato di conservazione, è presente un organo del XVII sec.
di Amarius Siverino, restaurato nel 1777, sul quale, si dice, suonò
anche il celebre madrigalista Gesualdo da Venosa (1566-1613).
Cerreto Sannita: Risulta in cattivo stato di conservazione l’organo
presente nella chiesa e di S. Maria dei Morti (costruito a fine XVII
sec. dal napoletano Felice Cimmino). In discreto stato di
conservazione, invece, risultano quelli della Congrega di S. Maria di
Costantinopoli (1882) e della Cattedrale (costruito nel 1871 dal
napoletano Domenico Perillo). L’antico organo della Chiesa
Collegiata di S. Martino, costruito nel 1696 da Felice Cimmino, nel
1870 è stato sostituito con l’organo attuale, realizzato da Domenico
Perillo e recentemente restaurato (2007).
Civitella Licinio (frazione di Cusano Mutri): In buono stato di
conservazione risulta l’organo presente nella chiesa di S. Bartolomeo
31
«Esso è dovuto alla munificenza e allo zelo singolare per la riforma della
musica sacra dell’E.mo Sig. Cardinale di Rende […]. Fu costruito dalla casa
Walcher di Ludwigsburg nel Wurtemberg e possiede 36 registri interi, distribuiti
sopra tre manuali di 56 tasti e una pedaliera di 30. L’inaugurazione fu fatta nel
febbraio scorso dal Maestro di Cappella della Cattedrale e valente organista, sig.
Giuseppe Cotrufo, con iscelto programma di pezzi classici (Bach, Guilmant,
Haendel, Mendelssohn, Mailly ecc.) e con plauso di tutti». Cfr., «La Civiltà
Cattolica», 1890, vol. VI, p. 494.
27
Apostolo, costruito nel 1851 dall’organaro Raffaele Mascia di
Agnone (Isernia) e restaurato nel 2000 dalla ditta “Augusto
Bevilacqua” di Torre dei Nolfi di Bugnara (L’Aquila).
Cusano Mutri: In pessime condizioni risultano gli organi presenti
nelle chiese di S. Nicola (costruito nel XVIII sec. da Vittorio
Petrillo?), di S. Maria del Castagneto (anonimo del XIX sec.) e della
Congrega di Maria SS. ma del Rosario (acquistato nel 1762
dall’organaro napoletano Pasquale Rezza).
Durazzano: Si ha notizia di un organo costruito nel 1587 da
Francesco Tondo (o Tonno) per il Convento dei Domenicani.
Faicchio: In buono stato di conservazione risultano gli organi
presente nella chiesa di S. Maria Assunta (costruito nel 1897) e nel
Convento di S. Pasquale (artigianato napoletano della seconda metà
del XVIII sec.), quest’ultimo, restaurato negli anni ‘70 del XX sec.
da Ernesto Ercolin (ditta Mascioni di Cluvio) su progetto di Padre
Egidio Circelli.
Foglianise: In cattivo stato di conservazione versa l’organo della
chiesa di S. Anna (maestranze campane della seconda metà del
XVIII sec.), mentre quello presente nella chiesa di S. Maria di
Costantinopoli, costruito nel 1847 dall’organaro napoletano
Raffaele De Rosa, è stato restaurato nel 1996 dalla ditta Angelo
Carbonetti di Foligno (Perugia).
Frasso Telesino: La chiesa Madonna di Campanile conserva un
organo costruito nel 1784 dall’organaro napoletano [?] De Luca,
restaurato nel 1815 dal Gargano e nel 2002 dalla ditta Vincenzo
Continiello di Monteverde (Avellino).
Guardia Sanframondi: Sono ancora presenti due organi di
artigianato napoletano del XVIII sec. nelle chiese di S. Sebastiano e
della SS. ma Annunziata (pessimo stato di conservazione), mentre
l’organo del Santuario di S. Maria Assunta e S. Filippo Neri risulta
costruito nel 1864 da Domenico Castelluccio di Caserta.
Moiano: L’unico organo storico sopravvissuto è quello presente
nella chiesta di S. Pietro Apostolo, assemblato alla fine del XIX da
Nicola Bianco di Cervinara utilizzando materiali di un precedente
organo del 1725.
Montesarchio: Sono presenti diversi organi e tutti, purtroppo, in
pessimo stato di conservazione: Abbazia di San Nicola (artigianato
campano del XIX sec.), chiesa Immacolata Concezione (costruito
28
nel 1740 dal calabrese Mauro Gallo), chiesa della Purità (artigianato
campano del 1791), chiesa di S. Francesco (costruito nel 1773 da
Girolamo Baffi), chiesa della SS.ma Annunziata (anonimo del
1874), chiesa della SS.ma Trinità (artigianato napoletano della metà
del XVIII sec.).
Morcone: L’organo presente nella chiesa di S. Onofrio - costruito
tra il 1760 e il 1790, con tutta probabilità, da Domenico Antonio
Rossi - è stato restaurato nel 2011.
Paduli: In pessimo stato di conservazione risulta l’organo
presente nel Convento dei Padri Francescani Minori, costruito nel
1698 dall’organaro napoletano Giuseppe De Martino.
Pietrelcina: L’organo della chiesa di S. Anna, costruito nel 1881,
risulta in mediocre stato di conservazione.
Ponte: La chiesa di S. Anastasia conserva un organo del XVIII
sec.
Pontelandolfo: Risulta in buono stato di conservazione l’organo
della chiesa del SS. Salvatore, costruito nel XVIII sec. dall’organaro
beneventano Michele Bucci.
San Bartolomeo in Galdo: Nella chiesa dell’Immacolata
Concezione è conservato, in pessimo stato, un organo del XVIII sec.
di fattura napoletana.
San Giorgio del Sannio: Nella chiesa della SS. ma Annunziata è
conservato un organo del XVIII sec.
San Lupo: Nella chiesa di San Giovanni Battista è presente un
organo del 1919 dell’organaro Inzoli di Crema (Cremona).
San Marco dei Cavoti: Nella chiesa di S. Maria del Carmine è
conservato, in mediocri condizioni, un organo del XVIII sec.
(restaurato nel 1930), attribuibile all’organaro beneventano Michele
Bucci.
San Martino Sannita: Nella chiesa di S. Martino Vescovo è
conservato, in cattivo stato, un organo del XIX sec.
San Salvatore Telesino: La chiesa di S. Maria Assunta conserva
un organo di manifattura napoletana del 1877.
Sant’Agata dei Goti: Nella Cattedrale dell’Assunta è presente, in
discreto stato di conservazione, l’organo costruito intorno al 1739
da Donato Abbate di Airola e restaurato nel 1961 dalla ditta
Ridrelli-Varesi di Cremona. In mediocre stato di conservazione,
risulta l’ organo della chiesa del SS. mo Redentore (XVIII sec.;
29
attribuibile all’organaro beneventano Michele Bucci), mentre nel
2009 è stato restaurato il settecentesco organo della chiesa di S.
Francesco.
Santa Croce del Sannio: Sono ancora presenti due organi del
XVIII sec. nelle chiese di S. Sebastiano e di S. Maria Assunta.
Sassinoro: La chiesa di S. Michele Arcangelo conserva un organo
del XVIII sec., attribuibile all’organaro beneventano Michele Bucci.
Solopaca: Nella Chiesa Madre si conserva in pessime condizioni
un organo di manifattura campana della seconda metà del XVIII sec.
Torrecuso: Nella chiesa di S. Erasmo, versa in cattivo stato di
conservazione l’organo costruito nel 1747 dall’organaro napoletano
Domenico Mancini.
Vitulano: In cattivo stato di conservazione risultano i due organi
(XVIII e inizio XIX sec,) presenti nella chiesa di S. Maria Maggiore,
mentre in discrete condizioni risulta quello della chiesa della Trinità
(XVIII sec.) e tutt’ora funzionante quello del Santuario Madonna
delle Grazie (XVIII sec.).
Bibliografia: CALANDRO, p. 21; CASIMIRI 1936, p. 79; CASSELLA, pp.
48, 61-62; «La Civiltà Cattolica» VI (1890), p. 494; MAZZACANE, p. 158;
NARCISO, p. 28; ORGANARIA, pp. 35, 39-40, 468; ORGANO, pp. 59-89;
PISCITELLI, pp. 37, 49-50, 106, 109, 119, 158, 161, 224; ROMANELLI, pp.
17, 158; ROMANO 1980, pp. 34, 224; TIRONE, p. 313; SICILIA, p. 98;
ZAMPELLI, pp. 35, 53.
ORGANISTI
L’ampia diffusione che ebbe l’organo, e più in generale la musica
sacra nel Sannio beneventano, sin dalla fine del XVI sec. ha farorito
l’attività e l’affermazione di molti organisti locali.
In passato, soprattutto nei piccoli centri, gli organisti espletavano
di fatto quasi tutte le funzioni riservate ai Maestri di Cappella. Da
una copia di contratto sottoscritta nel 1771 tra l’organista don
Giuseppe Calandro e i canonici della collegiata chiesa del SS. Corpo
di Cristo di Frasso Telesino, apprendiamo, infatti, che tra le sue
funzioni, non vi era solo quella di istruire ed accompagnare il coro,
ma anche di suonare in diverse ricorrenze e periodi dell’anno: «Detto
D. Giuseppe per convenzione scritta con detti signori canonici […]
30
si è obbligato di sonare l’organo nella loro chiesa in ogni festa al Te
Deum e messa cantata, in tutte le prime e seconde domeniche pari di
tutte le feste nobili ed in tutte quelle funzioni che occorreranno
nell’anno […] sia tenuto ancora detto D. Giuseppe di sonare in tre
novene dell’anno quella di S. Antonio, quella del Purgatorio e quella
di Natale […] e detti canonici siano tenuti pagargli per l’onorario
ducati sei l’anno».32
Nel Seicento, furono attivi come organisti il celebre Tommaso
Carapella,33 dal 1679 al 1681 organista della chiesa dell’Annunziata
di Napoli; Carlo Latino,34 organista dell’abbazia di Montevergine
(Avellino); Tomaso Pucci,35 organista del Real Convento di S.
Domenico di Napoli (1622 ca.); Giovanni Salvatore,36 organista
nelle chiese napoletane di S. Severino (dal 1641), S. Lorenzo e del
Carmine (dal 1675).
Del Settecento, invece, ricordiamo: Giuseppe Calandro, organista
della chiesa del SS. Corpo di Cristo di Frasso Telesino (1771 ca.);
Damiano Di Maria, organista della Chiesa Matrice di Santa Croce
del Sannio (1786 ca.); Carmine Giordano,37 organista
soprannumerario nella Real Cappella di Napoli (1712-1758); Luigi
(?) da Frasso, 1° organista nella chiesa di S. Maria La Nova di
Napoli; Angelo Giuseppe Marchitti,38 organista in varie chiese di
Cfr., CALANDRO, pp. 21-22.
Vedi biografia a p. 81.
34
Nacque a S. Martino Sannita all’inizio nel XVII sec. e morì a Roma nel
1674. Monaco nell’abbazia di Montevergine, Priore di Benevento e Abate di
Roma, fu attivo anche come cantore, organista e compositore. Diverse sue
composizioni polifoniche sacre sono conservate presso l’Abbazia di Montevergine.
Cfr., MONGELLI, pp. 14, 15, 40.
35
Poco si conosce della vita di questo musicista francescano nato a Benevento
alla fine del XVI sec. e, probabilmente, morto a Napoli dopo il 1622. L’unica
composizione nota, il mottetto a 5 voci Domine Jesu Christe, è incluso nella
ristampa della raccolta Responsorij di Natale e di Settimana Santa (Napoli,
Stamperia di Ottavio Beltrano, 1622; copie in I-Nc, I-Nf, I-Ravat, I-Rsc, US-AA)
di Pomponio Nenna (1556-1608). Dalla dedica inclusa in questa raccolta,
sappiamo che nel 1622 «Il P. F. Tomaso Pucci da Benevento» era «Organista del
Real Convento di S. Domenico in Napoli». Cfr., GASPERINI, p. 161.
36
Vedi biografia a p. 103.
37
Vedi biografia a p. 87.
38
Nacque a Guardia Sanframondi nel 1702 e morì a Napoli nel 1779. Dal
1718 studiò con Nicola Fago al Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli.
32
33
31
Napoli; Emilio Marotta, attivo in varie chiese di Guardia
Sanframondi.
A metà Ottocento, Tommaso Cini39 fu particolarmente attivo in
varie chiese beneventane, mentre tra la fine del secolo e i primi
decenni del Novecento, operarono Luigi Amodio,40 organista della
Vestito l’abito ecclesiastico, fu attivo come organista in varie chiese e come vice
maestro nella Real Cappella di Napoli. Nel 1745, insieme a Francesco Durante,
Nicola Sala, Giuseppe De Maio ed altri musicisti, prese parte «al concorso bandito
alla morte di Leonardo Leo per il posto di primo maestro della R. Cappella».
Quali giudici furono nominati Giovanni Adolfo Hasse di Dresda; Giacomo
Antonio Perti di Bologna, il quale aveva chiesto l’assistenza del famoso Padre
Martini, Giambattista Costanzi di Roma e il napoletano Nicola Iommelli,
residente a Venezia. Con rescritto reale del 9 settembre 1745 furono resi noti i
risultati: «Stante la morte di Leonardo Leo, primo Maestro della Real Cappella,
Sua Maestà, in vista dei componimenti fatti dai concorrenti per tal Piazza; giusta
la legge imposta nel pubblico concorso e dei pareri sui medesimi esposti alla M. S.,
ha destinato in tal carica Giuseppe De Maio già Vice Maestro di essa Cappella, col
soldo di duc. 30 al mese […]. Nella carica di Vice Maestro ha destinato D.
Giuseppe Marchitti col soldo di duc. 20 al mese». Anche dopo la morte del De
Maio, nel 1772, il Marchitti non riuscì ad ottenere tale incarico in quanto già
promesso dalla regina Maria Carolina al napoletano Pasquale Carafa: «A nulla
valse un chiarificante ricorso al Re; per consolarlo gli aumentarono lo stipendio di
5 ducati al mese e con ciò fu detta l’ultima parola». Tra le sue composizioni, si
ricordano: Nunc dimittis, per 5 voci, archi e basso continuo (ms autografo in INc; copia ms in I-Mc); varie composizioni sacre, per voci sole e con
accompagnamento strumentale. Cfr., AMORE 1994, p. 50; CAPASSO, pp. 3031; PROTA-GIURLEO, p. 62 ; SCHMIDL, supplemento, p. 506.
39
Nacque a Pesco Sannita nel 1816 e morì a Benevento nel 1890. Attivo a
Benevento come organista e compositore di musiche sacre, godette della personale
stima del Cardinale Camillo Siciliano di Rende. Come ci ricorda il De Lucia,
«suonava l’Harmonium con perizia ed abilità e conosceva assai bene la musica.
Scrisse parecchie pagine di musica sacra, che nessuno dei suoi parenti ha avuto cura
di raccogliere». Una sua Messa fu eseguita a San Lupo (20/07/1874) e a
Benevento (febbraio 1881) e «si diceva che tale pezzo fosse degno dello stile di
Porpora». Tra le sue composizioni, si ricordano: Messa per voci maschili soliste e
coro; Se vuoi veder miracoli, inno sacro per coro di voci bianche. Cfr., CHIRICO,
pp. 217, 232; DE LUCIA, pp. 61-62.
40
Nacque a Cerreto Sannita nel 1867 ed ivi morì nel 1941. Diplomatosi al
Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli, fu attivo come organista
nella Cattedrale di Cerreto e professore di musica al Seminario Vescovile. Per
alcuni anni fu anche direttore delle bande musicali di Cerreto Sannita e San
Lorenzello. Tra le sue composizioni, si ricordano: Ballabili per pianoforte;
Canzonette su versi in vernacolo cerretese; La bonneur qui passe, valzer lento su
32
Cattedrale di Cerreto Sannita; Nicola De Carlo, organista in varie
chiese di Guardia Sanframondi; Antonio De Maria,41 per circa 40
anni organista nella Chiesa Metropolitana di Benevento.
Tra gli organisti attivi nel ‘900, ricordiamo: Padre Egidio
(Michelino) Circelli,42 concertista di fama internazionale; Emma
Giardina Cassella, 43 per circa venti anni organista nelle chiese di San
versi di P. Ungaro; Metodo di divisione, ad uso degli allievi del Seminario (ms in
I-CSbc); Sannio forte e gentile, inno su versi di E. M. Fusco; inoltre, vari Mottetti,
Litanie e Inni religiosi, raccolti in un volume manoscritto (ms in I-CSbc). Cfr.,
AMORE 2005, p. 15; ANESA, p. 22; MAZZACANE, p. 294.
41
Nacque a S. Croce del Sannio nel 1879 e morì (?) dopo il 1931. Ordinato
sacerdote, giovanissimo si perfezionò negli studi musicali a Parigi su
interessamento del Cardinale Camillo Siciliano di Rende. Di ritorno a Benevento,
per circa 40 anni fu organista e maestro di cappella nella Chiesa Metropolitana.
Tra le sue composizioni, si ricordano: Inno della premiazione del Sacro Seminario;
Inno Popolare in onore delle Grazie; Litanie del Sacro Cuore di Gesù; Salve oh
Maria che tutto puoi, per coro e organo (1923). Cfr., DE LUCIA, pp. 64-65;
NARCISO, pp. 57, 70; TERONE, pp. 118-120.
42
Vedi biografia a p. 84.
43
Nacque a Cusano Mutri nel 1916 e morì a Roma nel 1997. Sotto la guida
della madre (Beatrice Antonini), maestra di pianoforte e nipote del direttore
d’orchestra Angelo Pierangeli, intraprese lo studio del pianoforte a soli 5 anni.
Trasferitasi con la famiglia a Lido di Venezia, studiò poi pianoforte e armonia con
il M° Leone Mario Zanetti. Completò la sua formazione musicale al
Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, dove si diplomò in pianoforte e musica
corale e studiò canto (ramo didattico), organo, clavicembalo e composizione (con i
Maestri B. Somma e V. Di Donato). Per circa venti anni, a Roma fu organista
nelle chiese di San Sebastiano e di San Paolo e insegnate di pianoforte sia
privatamente, che al Collegio Irlandese Marymount. Per un breve periodo, visse a
Sciràz, nell’Iran meridionale, dove ebbe modo di studiare la musica popolare
locale. Frutto di questa esperienza furono i 40 Ghazal e i 10 Rubbaiyyat, per
canto e pianoforte su testi di Hafez Ahams ud-Din, considerato il Petrarca della
Persia. Per questi lavori, che le diedero una certa notorietà, lo Sciàh Mohammed
Reza Pahlavi «faceva trasmettere il suo apprezzamento e la profonda
soddisfazione», mente l’orientalista A. Bausani scriveva che l’autrice «aveva messo
a disposizione dell’orecchio italiano i gorgheggi modulatissimi dell’usignolo di
Sciraz». Scrisse molta musica (per pianoforte, canto, quartetto, quintetto, arpa,
coro) per la Congregazione Mechitarista di Venezia, compresa l’opera in due atti
Sull’Ara dei Secoli, presentata al Concorso Internazionale bandito nel 1986 dal
Teatro San Carlo di Napoli e dalle Edizioni Ricordi. Quest’ultima opera, che fu
poi eseguita all’Accademia Sebastian Bach di Roma e al Teatro De Simone di
Benevento, fu entusiasticamente recensita dal compositore e critico musicale
Enrico Caruso: «l’opera - Sull’ara dei secoli - di Emma Giardina Cassella è
33
Sebastiano e di San Paolo di Roma; Frate Domenico (Amilcare)
Grillo,44 per molti anni organista del Santuario di Montevergine
(Avellino); Antonio Iatalese,45 organista della Basilica di S.
sostenuta sempre da una ispirazione classico-moderna in cui la sicurezza del
linguaggio musicale, del senso lirico, il dominio della composizione, caratterizzano
lo stile della nostra musicista, che si distingue per versatilità ed equilibrio. Una
musica, la sua, che sta al passo con i grandi, degna com’è degli applausi delle
maggiori platee». Quale artista completa, oltre che come pianista, organista e
compositrice, fu attiva anche come poetessa, pittrice, studiosa di storia locale e
come critico musicale per le riviste: Finestra sul Mondo, Diapason, Vivere, Cosmo
2000 e l’Aurora. Tra le sue composizioni, si ricordano: Raffaello e la Fornarina,
dramma in tre atti (solo il libretto dattiloscritto datato 1969 in I-CMbc);
Sull’Ara dei secoli, opera in 2 atti (copia in I-BVm); 40 Ghazl e 10 Rbbaiyyt per
canto e pianoforte (Roma, Casa Editrice A. Signorelli, 1967); Manti azzurri,
cantata breve per voce e pianoforte; Pagine d’album per pianoforte. Cfr.,
ANTOLOGIA, p. 115; CARUSO, pp. 41-49; SANNIO, pp. 32-34.
44
Nacque a Montesarchio nel 1897 e morì a Montevergine (Avellino) nel
1966. Ricevuto il dottorato in Teologia nel Collegio Internazionale di S.
Anselmo, a Roma, nel 1922 venne ordinato Sacerdote. Fu organista del Santuario
di Montevergine (Avellino) e valente insegnante di canto gregoriano nel Pontificio
Seminario di Benevento e presso il Convento delle monache clarisse di S. Lucia di
Serino. Nel 1963 Papa Paolo VI gli conferì la croce Pro Ecclesia et Pontifice.
Cfr., CATURANO, p. 60.
45
Nacque a Foiano Valfortore nel 1904 e morì a Benevento nel 1975. Dopo
aver conseguito le lauree in filosofia e teologia nel Seminario Romano Maggiore
Lateranense, studiò alla scuola romana di musica sacra, dove ebbe come maestri
Paolo Ferretti, Raffaele Casimiri, Licinio Refice, Raffaele Manari e, per l’organo,
Ulisse Mattey. Rientrato a Benevento, fu organista della Basilica di S. Bartolomeo
e professore di musica nel Seminario Vescovile (fino al 1948 e dal 1956 in poi).
Dal 1948 al 1955 fu organista e maestro di cappella della Basilica Pontificia del
Santuario di Pompei, dove fu spesso osteggiato da chi «non condivideva in pieno
la sua venerazione per il canto gregoriano». Tra le sue composizioni, si ricordano:
Angelus, per coro a tre voci eguali con accompagnamento di pianoforte
(Montemilone, Ed. Canto e Gioia, 1956; copia in I-Fn); Joseph fili David,
mottetto per coro a 2 voci e organo, in «Mystica Corale» (Bergamo, Carrara,
1957); Missa in honorem Jesu Christi Regis, per 2 voci e organo (Benevento,
Fallarino, 1939); O Jesu mi dolcissime, mottetto per coro a 2 voci e organo, in
«Mystica Corale» (Bergamo, Carrara, 1957); O sacrum convivium, per tenore e
organo (Gubbio, Ed. Melos, 1948; copia in I-Fn); Tu che il mio nulla, per
contralto e organo (Gubbio, Ed. Melos, 1948; copia in I-Fn). Tra i suoi scritti,
inoltre, merita di essere ricordato l’articolo su S. Alfonso musicista, in «Italia
Cattolica. Rassegna della civiltà cristiana», Roma, 4 (1951), pp. 79-80. Cfr.,
AVELLINO, pp. 107, 112-114; INGALDI, vol. II, pp. 213-214;
34
Bartolomeo di Benevento (fino al 1948 e dal 1956 in poi) e della
Basilica Pontificia del Santuario di Pompei (1948-1955).
Tra i contemporanei, infine, godono di buona considerazione:
Antonio Caporaso, concertista e organista della chiesa di Maria Grü
di Vienna, in Austria (1999-2004); Saverio Coletta, concertista e
organista della chiesa San Francesco in Sales di Napoli (2008);
Carmen D’Ambrosio, attuale organista del Duomo di Benevento;
Antonio (Fernando) Pirozzolo,46 concertista e da oltre un trentennio
organista della Basilica S. Maria delle Grazie di Benevento; Leonardo
Quadrini,47 concertista e per diversi anni organista del Duomo di
Benevento.
Bibliografia: AMORE 2005, p. 15; AVELLINO, pp. 107, 112-114;
CALANDRO, pp. 21-22; CATURANO, p. 60; CHIRICO, pp. 217, 232; DE
LUCIA, pp. 61-62, 64-65; IANNACCHINO, pp. 428-430; INGALDI, vol. II,
pp. 213-214; MAZZACANE, p. 294; NARCISO, pp. 57, 63, 70; TERONE,
pp. 118-120; ZACCARIA, p. 16; ZAZO 1973, p. 244.
MARTIGNETTI, pp. 81-83; ZACCARIA, p. 16.
46
Padre francescano nato a Foglianise nel 1944. Allievo di Carmine Pagliuca,
Adriana Caggiano, Aladino Di Martino, Vincenzo De Gregorio e Padre Egidio
Circelli, si è diplomato in musica corale e organo al Conservatorio di Musica di
Avellino. Organista della Basilica S. Maria delle Grazie di Benevento, ha dato
concerti in Italia, Francia, Svizzera e Romania. All’attività di organista, affianca
quella di compositore e di direttore del coro «Polifonica Sannita», da lui fondato
nel 1973. Contestualmente, ha insegnato teoria e solfeggio al Conservatorio di
Musica “Nicola Sala” di Benevento, di cui nel 1998 è stato vice direttore. Tra le
sue composizioni, tutte manoscritte, si ricordano: Magnificat, per coro e organo;
Padre Nostro, per coro; Te Matrem Predicamus per coro e organo; Tu che
attendi, madrigale per coro. Cfr., INDICATORE 2009, p. 142; FISCARELLI, p.
9; SCARINZI, p. 258; VIGLIONE, p. 12.
47
Vedi biografia a p. 50.
35
36
( III )
I pianisti e gli aristocratici dilettanti
Dopo l’organo, dagli inizi dell’800, il pianoforte fu lo strumento
che godette della maggiore difussione nel Sannio beneventano.
Strumento principe nella formazione musicale borghese ed
aristocratica, fu sempre al centro delle serate conviviali e/o culturali
organizzate a Benevento, tra la seconda metà dell’800 e i primi
decenni del ‘900, dal Circolo Filarmonico48 e dal Circolo
dell’Unione49 e negli ultimi decenni dalle locali sezioni della
FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) e
della Società Dante Alighieri.
Nella seconda metà dell’800, all’apice della sua diffusione, sulla
stampa locale abbondano gli annunci di vendita di pianoforti
Boisselot di Marsiglia, Roesseler di Torino, Ducci di Firenze e di
commercio di nuova musica e non poco scalpore destò in città
l’introduzione nel 1886 di una tassa sul pianoforte.50
Dalla metà dell’800 ai primi decenni del ‘900, furono attivi un
buon numero di pianisti e didatti.
A Benevento, si distinsero: Fernando De Giorgio, attivo agli inizi
del ‘900; Paolo Gonzales,51 apprezzato concertista di fama nazionale;
Fondato prima del 1878, il Circolo Filarmonico favorì l’esibizione di giovani
musicisti beneventani o di artisti di passaggio con concerti pianistici, vocali o di
musiche da camera. La sua attività contribuì notevolmente ad incrementare il
commercio e la circolazione di musica, come ben testimoniano gli annunci
pubblicati sulla stampa locale. Cfr., CHIRICO, pp. 217-219.
49
Di stampo aristocratico, dal 1897 fu in attività il Circolo dell’Unione, dove si
tenevano feste e varie esibizioni di dilettanti e musicisti professionisti, comprese
quelle del pianista Ferdinando Vianelli. Cfr., CHIRICO, p. 231.
50
Cfr., CHIRICO, pp. 226-227.
51
Nacque a Benevento nel 1848. Dopo aver studiato sin dall’età di 10 anni il
pianoforte con il M° Domenico Taurini, dal 1864 studiò al Conservatorio S.
Pietro a Maiella di Napoli con Beniamino Cesi (pianoforte), Luigi Vespoli
(armonia) e Carlo Conti (contrappunto). «Dal 1870 si dedicò all’insegnamento,
producendosi parecchie volte in pubblico come concertista di Pianoforte». Suonò
più volte a Napoli, a Palermo (1876), a Benevento (1883), a Padova (1896) e in
48
37
Giuseppe Lazzarini, attivo dal 1885 ca. a dopo il 1907; Amelia
Menghetti, attiva dal 1897 a dopo il 1907; Gaetano Rummo;
Domenico Taurini,52 i fratelli Ferdinando53 e Ludmilla Vianelli,
attivi alla fine dell’800; Vincenzo Zanchelli, attivo dal 1897 a dopo
il 1907.
Tra i pianisti e didatti che in questo periodo operarono in altri
centri del beneventano, ricordiamo: Salvatore Foschini di Guardia
Sanframondi;54 Giuseppe Mendillo di Cerreto Sannita,55 Antonio
altre città italiane. Godette della personale stima dei musicisti Niccolò van
Westerhout (1857-1898), Costantino De Crescenzo (1847-1911) e Giuseppe
Martucci (1856-1909), che gli dedicarono proprie composizioni per pianoforte.
Oltre ad essere apprezzato come concertista, buona diffusione ebbero anche le sue
composizioni (tutte per pianoforte), tra le quali, ricordiamo: Chant d’amour; 3
Composizioni (Genova, Salvatore Agostini editore, s. d.; copia in I-FTamore);
Danse villageoise (Napoli, Pisano, 1890 ca.; copia in I-CBbp); Dolce far niente,
valzer op. 9 (Napoli, Ciardelli, s. d.); Fior di laguna, walzer (Genova, F.lli Serra,
1906; copia in I-Rsc); In gondola, op. 11 (Napoli, Ciardelli, s. d.); Marcia
funebre; Notturno; Quatrième valse; Sera d’estate; Serenata-Barcarola; Soirée de
Capodimonte (2° valzer); Studio; Tarantella op. 14 (Napoli, Società Musicale
Napolitana, 1886); Tempo di Mazurca op. 1 (Napoli, Ciardelli, s. d.); Turbillon.
Cfr., CAPUTO, p. 104; DE ANGELIS, p. 253; FANO, p. 394.
52
Intorno alla metà dell’800 fu attivo come pianista e didatta a Benevento, dove
ebbe tra i suoi allievi Paolo Gonzales. Alcune sue composizioni manoscritte sono
conservate nell’Archivio Musicale del Monastero di S. Cristina di Senigallia
(Ancona).
53
Figlio del pittore Achille Vianelli (1803-1894), fu attivo a Benevento come
pianista, compositore e maestro di musica. Sposò Olimpia Cesi, figlia del celebre
pianista Beniamino (1845-1907), suo probabile maestro. In più occasioni si
produsse come concertista al Teatro Vittorio Emanuele e al Circolo dell’Unione
di Benevento. Emigrato negli U.S.A., dal 1913 fu attivo a Rochester come
concertista e didatta.Tra le sue composizioni, si ricordano: Barcarola per voce e
pianoforte (ms in I-Tr); Romanza per voce e pianoforte (ms in I-Tr); Les
Moissoneurs per pianoforte (ms in I-Tr); Due Romanze (La Violetta;
Invocazione) per canto e pianoforte (Milano, F. Lucca, 1883; copie in I-Mc, IRsc, GB-Lbl). Cfr., CHIRICO, pp. 224, 230-231; ENCOMIO, p. 63;
ROCHESTER, p. 107.
54
Nacque a Guardia Sanframondi nel 1831 e morì in Grecia dopo il 1910.
Pianista, compositore e didatta, fu attivo in Italia, in America e in Grecia. Tra le
sue composizioni, si ricordano: L’Arabo, galop per pianoforte a 4 mani, dedicato
alla Signorina A. Manneri (Napoli, G. Orlandini, 1880 ca.); Sinfonia originale per
pianoforte a 4 mani (Napoli, G. Orlandini, 1870 ca.); Valser per pianoforte (ms
in I-BVm). Cfr., CHIRICO, p. 246; PICCIRILLI, p. 46.
38
Nicoletta di Montesarchio.56
Tra i pianisti ed aristocratici dilettanti, invece, ricordiamo: Luigi
Barretta,57 Prefetto a Massa, Costantino Crisci,58 politico ed
economista; Marianna Capasso, Antonietta di San Demetrio,
Camilla e Orazio Pacca, questi ultimi, «dilettanti di musica» e tutti
esponenti dell’alta aristocrazia beneventana, iscitti nel 1841 come
soci onorari della celebre Congregazione e Accademia di Santa
Cecilia in Roma.59
In epoca fascista, furono attivi a Benevento Odorico Baldini;60
Nacque a Cerreto Sannita nel 1836 ed ivi morì nel 1876. Per i suoi allievi,
compose varie Romanze, Ballate e Sonate giocose per pianoforte «date alle stampe
prima del 1860». Cfr., MAZZACANE, p. 294.
56
Tra le sue composizioni, ricordiamo: Alcide, valzer per pianoforte (Milano,
Lucca, 1885; copie in I-Mc, I-Rsc, GB-Lbl); Alle falde del Taburno, polka per
pianoforte (Milano, Lucca, 1885; copie in I-Mc, I-Rsc, GB-Lbl).
57
Nacque a Frasso Telesino nel 1882 e morì a Massa nel 1951. Laureatosi in
Legge all’Università Federico II di Napoli, fu Vice Prefetto a Brescia, Bergamo,
Jesi e, infine, Prefetto a Massa. Contestualmente, fu anche un apprezzato pianista e
compositore dilettante. Tra le sue composizioni, si ricordano: Serenata all’Antica,
canzone napoletana per voce e pianoforte (Torino, G. Gori s. d.; copia in IFTamore); Si nun dicite si!, per canto e pianoforte (Napoli, Izzo, 1924);
Turnamm’a cantà, canzonette popolari su versi di L. Barretta, C. Calandra, G. De
Leva, per voce e pianoforte (Bergamo, A. Savoldi, 1918; copia in I-FTamore);
inoltre, varie pagine pianistiche, rimaste inedite. Cfr., BARRETTA, p. 34.
58
Nacque a Bucciano nel 1813 e morì a Moiano nel 1900. Uomo politico ed
economista, fu esponente del liberalismo moderato meridionale. Durante i moti
del 1848 collaborò al giornale La Costituzione e durante il breve ed effimero
periodo dell’apertura costituzionale del regime borbonico venne eletto deputato in
rappresentanza del collegio della Terra di Lavoro. Durante la sua giovanile
permanenza a Napoli, ebbe modo di studiare pianoforte e composizione con
Niccolò van Westerhout. Per uso personale, pubblicò anche alcune sue
composizioni per pianoforte e per voce e pianoforte.
59
Cfr., CATALOGO, p. 25.
60
Nacque a Benevento nel 1898 ed ivi morì nel 1989. Studiò all’Istituto
Magistrale “G. Guacci” di Benevento, conseguendo l’abilitazione magistrale nel
1916. Contestualmente, studiò al Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di
Napoli diplomandosi in pianoforte nel 1918. In seguito, alternò all’insegnamento
nelle scuole elementari quello di concertista e professore di pianoforte. Nel 1940,
fu rappresentante locale del Sindacato nazionale fascisti dei musicisti. «Come
pianista interpretò Chopin, Mozart, Delibes, nonché le stupende pagine del
melodramma italiano». Tra le sue composizioni, si ricordano: ‘A Principessa
Maria Pia, per canto e pianoforte (ms del 1934 in I-RCNca); Mazurka in si
55
39
Giuseppina Virginia Cattaneo, Lavinia Iasiello,61 Esterina Imperlino,
mentre Bianca Del Vecchio62 tenne concerti nelle principali città
europee e degli U.S.A. e fu una delle più importanti pianiste italiani
di questo periodo.
Tra i pianisti contemporanei, si ricordano: Giovanni Alvino,
concertista di fama nazionale; Adele D’Aronzo, concertista e da anni
attiva anche come pianista e Maestro di palcoscenico al Teatro “G.
minore per pianoforte; Suonando la fisarmonica, pezzo per pianoforte a sei mani;
Vita militare, marcia per pianoforte. Fu autore anche di un opera teorica sulla
Grammatica musicale (Caserta, Grafiche Russo, 1971). Cfr., ANNUARIO 1940,
pp. 184, 354; INGALDI, vol. II, pp. 13-14.
61
Nacque a Benevento nel 1908 ed ivi morì nel 1967. Diplomatasi in
pianoforte al Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli, dal 1939
insegnò musica e canto all’Istituto Magistrale “G. Guacci” di Benevento.
Contestualmente, fu «ottima concertista, dalla tecnica straordinaria e potenza del
tocco» e in più occasione si esibì in duo con il marito violinista Italo Cammarota.
Cfr., INGALDI, vol. II, pp. 212.
62
Nacque a Guardia Sanframondi nel 1901 e morì a Napoli nel 1990. Studiò al
Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli con Alessandro Longo,
diplomandosi a soli 12 anni. Nel 1913, intraprese con successo la carriera
concertistica con una lunga tournée che la portò ad esibirsi a Kopenaghen
(Danimarca), in Norvegia (Kristiania, Trondhjem, Skien, Tonsberg e Bergen) e a
Berlino (Germania). Sulla scia dei trionfi ottenuti all’estero, si esibì poi in Italia con concerti a Napoli (1914), Roma (1914 e 1915), Milano (1915), Firenze
(1915), Bologna (1915), Torino (1915) e Palermo - e negli Stati Uniti d’America
(1915). Ovunque destò viva ammirazione ed entusiastiche furono le recensioni
relative ai suoi concerti: «La giovane pianista Bianca del Vecchio, dal tocco così
delicato, sa dar l’illusione d’una farfalla che sorvoli sulla tastiera, è dotata d’un
talento eccezionale e d’una tecnica meravigliosa» (Kopenaghen, Politiken del
27/09/1913); «dalla natura vulcanica, ha il dono di colpire l’ammirazione di chi
l’ascolta» (Berlino, Berliner Tageblatt del 9/12/1913); «Bianca del Vecchio
possiede in sommo grado le qualità onde va celebrata la scuola napoletana:
sicurezza e morbidezza di mano, tocco brillante, interpretazione severa; anche nella
scelta dei pezzi si dimostrò la sua serietà artistica. Specialmente fu applaudita dopo
la sonata di Beethoven e gli studi di Chopin» (Milano, Corriere della Sera del
25/01/1915). Trasferitasi poi negli Stati Uniti d’America, a più riprese diede
concerti nelle principali città, suonando tra l’altro a New York (1925) e a
Cleveland (1941), dove ebbe modo di suonare accompagnata dalla celebre
Cleveland Orchestra. Contestualmente, dal 1933 al 1965 ca., fu attiva anche come
insegnante di pianoforte allo Smith College di Northampton, Massachusetts.
Rientrata in Italia, visse gli ultimi anni della sua vita a Napoli. Cfr., DEL
VECCHIO; DE ANGELIS, p. 176; FINIZIO, p. 111; SANNIO, pp. 32-34.
40
Verdi” di Trieste; Vincenzo Maltempo, vincitore di vari concorsi
internazionale e concertista di fama nazionale; Leonardo Quadrini,
concertista e pianista accompagnatore del celebre soprano Katia
Ricciarelli.
Tra i pianisti-didatti contemporanei, infine, ricordiamo: Maria
Cristina Costanzo, Carmelina Cirillo63 e Cosimo Minicozzi.64
Bibliografia: CAPRA, p. 8; CAPUTO, p. 104; CHIRICO, pp. 224, 230, 231,
276; IANNOTTI, p. 18.; INGALDI, vol. I, pp. 176, 292-293 / vol. II, p. 132;
SANNIO, pp. 32-34.
E’ nata a Benevento nel 1955. Nel 1975 si è diplomata in pianoforte al
Conservatorio di Musica di Napoli e successivamente si è perfezionata con Giulio
Agosti all’Accademia Chigiana di Siena e con J. Grima per la concertazione e
direzione corale. Vincitrice dei concorsi pianistici di Osimo, Livorno e Roma, dal
1991 è corrispondente per il settore musica, della sezione beneventana della F. I.
D. A. P. A. Già docente nei Conservatori di Musica di Napoli, Potenza e Foggia,
attualmente è docente di pianoforte al Conservatorio di Musica “N. Sala” di
Benevento.
64
E’ nato a Benevento nel 1936. Allievo del Maestro Enzo De Bellis, si è
diplomato in pianoforte al Conservatorio di Foggia (1958). Inizialmente insegna
Educazione Musicale in varie Scuole Medie del beneventano e successivamente è
docente di pianoforte al Liceo Musicale “Nicola Sala” di Benevento (1966-67) e
nei Conservatori di musica di Foggia (dal 1975-78), Avellino (1978-80) e
Benevento (1980-2000). Contestualmente, è attivo anche come compositore e
Maestro sostituto di palcoscenico per le stagioni liriche al Teatro Romano di
Benevento (1972-76). Affermati musicisti sono anche i figli Maria Rosaria
(cantante), Maura (arpista e cantante) e Pierluigi (violista). Tra le sue
composizioni, si ricordano: Carillon per arpa; La passione di san Pio da
Pietrelcina, oratorio per coro e orchestra, scritto in unione ai figli Maura e
Pierluigi (Grottaminarda, Delta 3, 2009; copie in I-Fn, I-Rn); La zia di Carlo,
pantomima per pianoforte; L’Imperatrice in vacanza, czardas per violino e
pianoforte; Marionette, raccolta di pezzi per pianoforte; Omaggio a Gershwin per
quartetto d’archi e pianoforte; Sette liriche, su versi di scrittori sanniti, per voce e
pianoforte, scritti in unione alla figlia Maura (Grottaminarda, Delta 3, 2004);
T’ho incontrata amor, canzone per basso e orchestra, incisa nel 1998 dal celebre
basso Simone Alaimo con l’Orchestra dell’ISBES (Phoenix - Cd 01709). Cfr., «Il
Sannio Quotidiano», Benevento, 14/12/2000, p. 15; Idem, 17/12/2000, p. 14;
INGALDI, vol. II, pp. 268-271.
63
41
( IV )
Le Orchestre
ORCHESTRE
Dal Settecento ai primi decenni del Novecento, per le esecuzioni
di musiche sacre e/o operistiche, furono ingaggiati quasi sempre
«scelti musicisti napolitani» o compagini orchestrali di passaggio.
Un primo tentativo di costituire un’orchestra a Benevento, in
grado di dare una maggiore stabilità alle imprese teatrali operanti
presso il Teatro Comunale, fu fatto nel 1874 dal violinista pugliese
Antonio Trapani, all’epoca direttore della banda cittadina.
Negli anni successivi (1886 ca.), sempre a Benevento, abbiamo
notizie di un’orchestra di dilettanti diretta dal locale maestro
Giuseppe Lazzarini.
Nei primi decenni del ‘900, furono attive diverse orchestrine
nelle prime sale cinematografiche beneventane.65
Durante il Ventennio fascista, sostenute dalle locali sezioni
dell’O.N.D. (Opera Nazionale del Dopolavoro) o della G.I.L.
(Gioventù Italiana del Littorio), in vari centri del beneventano
furono attive diverse orchestrine formate per lo più da violinisti,
chitarristi, mandolinisti, fisarmonicisti e strumentisti a fiato. Il fine
di queste formazioni era quello di aggregare e creare momenti di
svago con programmi musicali che andavano dalle classiche canzoni
napoletane alle romanze e pot-pourrì operistici. Formazioni di
questo tipo, furono presenti ad Amorosi, Benevento, San Lorenzo
Maggiore, Morcone, Pago Veiano e in altri centri.
Dal 1912 al 1930 ca., furono aperte a Benevento diverse sale per la proiezione
dei primi film muti: S. Caterina (nel Palazzo Paolo V) al Corso Garibaldi; Cinema
Sannio, in Via C. Torre); Sala Roma in Via Gregorio VIII e Select, in Piazza F.
Torre. Seppur occasionalmente, molti musicisti trovarono impiego in queste sale
per la realizzazione dal vivo di commenti sonori. Tra questi, ricordiamo il pianista
Antonio De Rimini e varie orchestrine formate da Pino Rosiello (pianoforte e
direzione), Vittorio Fasoli (clarinetto), Todeschini Gogliano (violino), Italo
Cammarota (violino e sassofono), Vincenzo Greco (violino), Ermanno
Cammarota (contrabbasso) ed altri ancora.
65
42
Tra la fine degli anni quaranta e gli anni cinquanta del ‘900,
un’orchestra di piccole dimensioni operò occasionalmente nel
Santuario della S.S. Madonna delle Grazie e nella chiesa di S. Anna
di Benevento per l’esecuzione di alcuni oratori di J. S. Bach e
Antonio Corelli. Fecero parte di questa formazione, tra gli altri,
Todeschini Gogliano e Vincenzo Greco (violini), Eugenio Podio
(violoncello), Ettore Paragone (contrabbasso), Vittorio Fasoli
(clarinetto), Padre Egidio Circelli (organo) ed altri musicisti
beneventani.
Dagli anni ‘80 del Novecento, con l’apertura del locale
Conservatorio di Musica, si incrementò notevolmente il numero di
strumentisti diplomati e diverse formazioni orchestrali nacquero
negli anni successivi.
Al 1984 risale l’istituzione della prima e vera orchestra
beneventana, I Musici Sanniti,66 fondata e diretta dal M° Leonardo
Quadrini. Ha realizzato diversi concerti in Campania, a Roma
(1987) e due fortunate tournée in Svizzera (1988, 1990) e Austria.
Nel 1991 - sotto la direzione del M° Paolo Ponziano Ciardi,
all’epoca docente di esercitazioni orchestrali presso il locale
Conservatorio - si costituì l’ISBES (Istituzione Sinfonica di
Benevento e del Sannio). Presente in tutte le più prestigiose
manifestazioni organizzate nel Sannio e a Benevento, l’orchestra ha
effettuato diverse tournée in Germania, Finlandia, Ungheria,
Slovacchia, Austria, Messico, Tunisia, Canada, Stati Uniti
d’America. Numerose le affermazioni anche in campo lirico, con la
partecipazione al Festival Internazionale di Cartagine in Tunisia
(1993), nell’allestimento di Cavalleria rusticana e Pagliacci, e con la
produzione della Traviata per il Teatro Romano di Benevento. Ha
registrato, inoltre, due Cd, di cui uno nel 1998 con il basso Simone
Alaimo (Agorà - AG 100.1) e l’altro nel 2001, interamente dedicato
al compositore Virgilio Mortari (Phoenix - Cd 01709). Con il
trasferimento presso altro Conservatorio del suo direttore, nel 2002
l’orchestra si è sciolta definitivamente.
Fondata agli inizi del 1991 dal contrabbassista beneventano
Giovanni Miele, l’Orchestra da camera dell’Ars Nova, ha tenuto
diversi concerti a Benevento e in altre città italiane. Tra gli altri, è
66
Cfr., INGALDI, vol. I, p. 274.
43
stata diretta da Raffaele Napoli e dal beneventano Raffaele Tiseo.
Sempre nel 1991, il violinista Ilario Pastore, originario di San
Leucio del Sannio, fonda a Benevento l’Orchestra il Prete Rosso,
specializzata nell’esecuzione di musiche vivaldiane e di altri autori
del Settecento italiano.
Nel 1995, il violinista beneventano Giuseppe Morante, fonda
l’Orchestra da camera “Sannio Arte”, giovanile formazione
composta di soli archi e clavicembalo, attiva a Benevento e in vari
centri campani con programmi di musica barocca.
Al 2005 risale la fondazione dell’Orchestra ÉufoniArchÈ, altra
formazione costituita in prevalenza da ex allievi del locale
Conservatorio. Sotto la direzione di Maurizio Billi, Francesco
Lanzillotta, Davide Latella e di altri direttori ospiti, ha proposto
concerti sinfonici e, a partire dal 2007, rappresentazioni operistiche,
nell’ambito del Sannio Opera Festival.
Composta da amici, allievi ed ex allievi del M° Sergio Fanelli, che
ne è anche il Direttore, nel 2008 nasce la giovanile Orchestra da
camera “Sirio”.
Dall’anno accademico 2008/2009, risulta attiva l’Orchestra del
Conservatorio “Nicola Sala”, costituita in prevalenza da allievi, ex
allievi e docenti del medesimo Conservatorio. Sotto la direzione del
M° Francesco Ivan Ciampa, ha realizzato diversi concerti sinfonici e
varie rappresentazioni operistiche per il Teatro Accademico Bibiena
di Mantova, per il Teatro di Corte della Reggia di Caserta e per il
Festival “Benevento Città Spettacolo”. Il 12 agosto 2012, per la IX
edizione del “Memorial Pasquale Pappano” di Castelfranco in
Miscano, l’orchestra è stata diretta dal celebre Antonio Pappano.
All’ottobre 2010, risale, infine, la costituzione dell’Accademia di
Santa Sofia - sotto la direzione artistica della violinista beneventana
Carlotta Nobile, coordinata dal M° Vittorio Iollo - un’orchestra da
camera formata quasi interamente da giovani musicisti di origine
beneventana. A tutt’oggi, nella Basilica di S. Bartolomeo, l’ensemble
ha proposto vari concerti anche con la presenza di solisti di chiara
fama nazionale, come i violinisti Domenico Nordio e Gabriele
Pieranunzi e l’oboista Domenico Sarcina.
Bibliografia: CHIRICO, pp. 165, 217, 231, 276; DE LUCIA, p. 66; DE
RIMINI, p. 269; INGALDI, vol. II, p. 274.
44
ORCHESTRALI
La mancanza di formazioni orchestrali stabili, in passato, ha
prodotto ben pochi orchestrali.
Tra i pochi, godette di grande notorietà per tutto il Settecento il
violinista frassese Giacomo Calandro.67
Tra i violinisti attivi a Benevento alla fine dell’800, invece, il De
Lucia elogia il «bravo violinista» Gaetano Tammaro68 e il suo
maestro Giuseppe Petrosini, «abile suonatore di tutti gli strumenti
musicali a corda, specialmente di violino, della cui tecnica era assai
valente».
Intorno alla metà del ‘900, infine, furono particolarmente stimati
i violinisti Todeschini Gogliano69 e Italo Cammarota70 e il
67
Fratello maggiore del celebre compositore e Maestro di Cappella Nicola
Calandro (v.), nacque a Frasso Telesino nel 1707 e morì a Napoli nel 1788. Dopo
aver studiato a Napoli nei conservatori dei Poveri di Gesù Cristo (1721) e della
Pietà dei Turchini (1725), fu attivo come violinista a Napoli e, successivamente,
nei teatri di Roma (1732), Praga (1750 e 1754), Lipsia, Venezia (1754), Dresda
(1754) e Amburgo (1754). Intorno al 1760, fu attivo a Brünswick (oggi
Braunschweig), in Germania, probabilmente come componente della cappella di
Corte. Rientrato in Italia, suonò in varie istituzioni musicali di Napoli, Bologna e,
probabilmente, Venezia. La fama acquisita dalla sua lunga carriera artistica, lo
posero spesso al centro della vita musicale di queste città, divenendo, grazie alle
sue numerose ed illustri amicizie, anche un importante punto di riferimento per
diversi musicisti. Cfr., CALANDRO, p. 22; SIMONE, pp. 38-39.
68
Il Tammaro, morto giovanissimo, fu anche un valente compositore. Un suo
pezzo sinfonico fu premiato a Roma in un concorso di musica. Cfr., DE LUCIA,
p. 63.
69
Nacque a Benevento nel 1905 ed ivi morì nel 1974. Avviato allo studio del
violino dal M° Bonerba di Avellino, nel 1933 si diplomò con il M° Gaetano
Fusella al Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli. Per tutti gli anni
Trenta, in duo con la pianista Giuseppina Virginia Cattaneo, si esibì più volte
come concertista al Teatro Comunale di Benevento. In seguito, suonò spesso in
funzioni liturgiche con l’organista Antonio Iatalese e si dedicò all’insegnamento
privato del violino. Cfr., INGALDI, vol. II, pp. 176-177.
70
Nacque a Benevento nel 1909 e morì a Roma nel 1980. Appartenente ad una
famiglia di musicisti (il padre Ermanno era contrabbassista), si diplomò in violino
al Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli. Successivamente, si
dedicò alla composizione di commenti musicali per il cinema muto al Select di
Benevento. Compose brani negli stili più disparati e fu particolarmente apprezzato
quale autore della canzone ‘O guappo interpretata dal grande Nino Taranto. Nel
45
contrabbassista Ettore Paragone.
Tra gli strumentisti a fiato, meritano altresì di essere ricordati il
flautista Fortunato (Pasquale) Caruso, primo flauto dell’Orquesta
Sinfónica de Columbia di Bogotà, in Colombia (1978-1998), e il
clarinettista Giovanni Sisillo,71 per 30 anni 1° clarinetto
dell’Orchestra Scarlatti di Napoli.
Tra i contemporanei, attivi non solo in formazioni orchestrali
sannite ma anche in altre orchestre italiane o estere, per tipologia
strumentale e in ordine alfabetico, ricordiamo:
Violinisti: Luigi Abate, attivo anche con le orchestre del Teatro
Giuseppe Verdi di Salerno e Regionale del Molise; Pio Amore,
attivo anche con le orchestre “A. Scarlatti” di Napoli e del Teatro
Regio di Parma; Giuseppe Morante, attivo anche con l’Orchestra
Sinfonica “Ensemble Contemporaneo”; Selene Pedicini, attiva anche
con le orchestre dei teatri S. Carlo di Napoli e Comunale di Treviso,
della RAI di Roma e “I Pomerigi musicali” di Milano; Raffaele
Tiseo, attuale violino principale dell’Orchestra barocca “La
dopoguerra insegnò musica e canto all’Istituto Magistrale “G. Guacci” di
Benevento e agli inizi degli anni ‘50 Educazione Musicale alla Scuola Media “M.
D'Azeglio” di Telese Terme. Nel 1959, si trasferì a Roma dove suonò come
primo violino nell’Orchestra della RAI, partecipando a moltissime trasmissioni
televisive dell’epoca. A Roma, fu apprezzato anche come virtuoso di ocarina, tanto
da collaborare alle registrazioni di diverse colonne sonore di film western di Ennio
Morricone e a vari dischi dei maggiori cantautori dell’epoca, come Fabrizio De
André. Durante gli anni ’70, infine, fu attivo come arrangiatore per la casa
discografica Yep. Tra le sue composizioni, si ricordano: Corsica nostra, su versi di
Andrea Ferrannini, per canto e pianoforte (Benevento, Fallarino, 1940; copia in IMcom); Nizza italiana, su testo di Andrea Ferrannini, per canto e pianoforte
(Benevento, Fallarino, 1942; copia in I-Fn). Cfr., INGALDI, vol. II, pp. 49-50;
MUCCI, pp.121-122.
71
Nacque a Pannarano nel 1920 e morì a Napoli nel 2002. Avviato agli studi
musicali dal M° Orsino Bellamente di Pannarano, dal 1938 suonò nella banda
presidiaria di Bolzano. Qui completò la sua formazione con Eugenio Brunoni,
diplomandosi nel 1942 con il massimo dei voti presso il locale Conservatorio. A
Napoli, dal 1949 suonò come 1° clarinetto con l’Orchestra dell’Associazione “A.
Scarlatti” e dal 1956 al 1980 con l’Orchestra “A. Scarlatti” della RAI. In più
occasioni, si esibì come solista sotto la direzione di I. Pizzetti, F. Scaglia, F.
Caracciolo ed altri celebri direttori. Parallelamente, dopo aver vinto il Concorso a
Cattedra nel 1958, insegnò presso i conservatori di Salerno (fino al 1968) e di
Napoli (1969-1986). Cfr., AMORE 2006, p. 72.
46
Confraternita de’ Musici” di Brindisi; Erika Verga, attiva anche con
“I Solisti di Napoli”.
Violisti: Sergio Fanelli, attivo anche con l’Orchestra Giovanile
Italiana (1994), l’Orchestra Sinfonica di Sanremo (1996) e
l’Orchestra Regionale della Campania (2000); Pierluigi Minicozzi,
attivo anche con l’Orchestra Sinfonica Regionale del Molise.
Violoncellisti: Antonietta Catalano; Emilio Mottola; Attilio
Oliva; Assuntina Paradiso.
Contrabbassisti: Benito Viscusi, per brevi periodi attivo anche al
Teatro S. Carlo di Napoli; Giovanni Miele; Peppe (Giuseppe)
Timbro.
Flautisti: Carmine Ciotta; Vittorio Coviello, attivo anche al
Teatro Rendano di Cosenza (2011-2012); Maurizio Ferrara;
Antonio Pastore.
Oboisti: Arturo Armellino; Giuseppe Benedetto, attuale corno
inglese al Teatro S. Carlo di Napoli; Salvatore Fucci; Massimiliano
Fuschetto, attivo anche con le Orchestre della Nuova Scarlatti e del
Teatro del San Carlo di Napoli, dell’Emilia-Romagna e del Teatro
Comunale di Bologna; Angelo Melillo; Antonio Rosa.
Clarinettisti: Adriano Amore, attivo anche con la Kammerton
Orchestra di Napoli; Antonio Arietano, attivo anche con l’Orchestra
Molisana “A. Lualdi” di Campobasso; Walter Covino, attivo per
alcuni periodi come clarinettista basso al Teatro S. Carlo di Napoli;
Gaetano Falzarano, attuale docente di clarinetto presso il
Conservatorio di Musica di Cagliari; Isidoro Ferrone; Franco
Mauriello, dal 1990 attivo anche con l’Orchestra dell’Arena di
Verona; Romano Mauriello, per un decennio attivo come
clarinettista e sassofonista nelle Orchestre della R. A. I. e di Santa
Cecilia di Roma;72 Pellegrino Russo.
Fagottista: Luciano Corona, attivo anche al Teatro S. Carlo di
Napoli.
Cornisti: Gabriele Massaro, attuale cornista dell’Orchestra
72
Si è diplomato in clarinetto al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, dove
ha studiato con i maestri Carlo Luberti, Giacomo Gandini e Agostino Gabucci. In
seguito ha studiato il Sassofono con il M° Alberto Fusco, diplomandosi con il
massimo dei voti. Per circa un decennio ha suonato a Roma nelle orchestre della
R. A. I. e di Santa Cecilia. E’ stato docente di sassofono nei conservatori di
Pesaro (dal 1973) e L’Aquila. Cfr., PODDA, p. 64.
47
Sinfonica Lucana; Mario Melisi; Gerardo Papa, attuale cornista
dell’Orchestra “A. Scarlatti” di Napoli; Mario Parente; Vincenzo
Parente, figlio del precedente e attuale cornista dell’Orchestra
Sinfonica di Roma.
Trombettisti: Fulvio (Eddie) Caruso;73 Fulvio De Fuccia;74
Francesco Falzarano; Marco Napolitano; Carmine Ruggiero.
Trombonisti: Vincenzo Beniamino Giannini.
Sassofonisti: Umberto Aucone e il già citato Romano Mauriello.
Arpista: Maya Martini.
Clavicembalisti: Debora Capitanio; Franco Capozzi; Carla
D’Onofrio.
Organista: Franco Capozzi, attivo anche con l’Orchestra da
camera dell’Accademia Plodniv (Bulgaria).
Percussionisti: Gabriele Canelli, attivo anche con l’Orchestra
Scarlatti di Napoli e attuale percussionista della Banda di musica
della Guardia di Finanza di Roma; Gerardo Cataudo (Benevento,
1951-2009); Giulio Costanzo, attuale docente di strumenti a
percussione presso il Conservatorio di Musica di Campobasso;
Franco Pastore; Giancarlo Sabbatini, attivo anche con l’Orchestra
Scarlatti di Napoli.
Bibliografia: AMORE 2006, p. 72; CALANDRO, p. 22; CHIRICO, p. 276;
DE LUCIA 1933, pp. 62-63; INGALDI, vol. II, pp. 49-50, 176-177; MUCCI,
pp. 121-122; PANELLA, pp. 88-89; PODDA, p. 64; SIMONE, pp. 38-39.
Fratello del flautista Fortunato Caruso (v.), studia al Conservatorio di Musica
S. Pietro a Majella di Napoli con Carmine Buonomo, Fulvio Meldini e Nino
Jannamorelli diplomandosi in tromba. Dopo aver suonato per qualche anno al
Teatro S. Carlo di Napoli, si dedica alla musica jazz. Dal 1957 al 1975 ha dato
molti concerti in Europa, Africa e Stati Uniti, suonando anche per quattro stagioni
nella trasmissione televisiva della RAI Senza rete (1972-1975). Trasferitosi in
Svizzera, incide vari dischi e a Lugano suona come prima tromba nell’orchestra di
musica leggera della RSI (1976-1986) e, in più occasioni, anche con l’orchestra
sinfonica della RTSI. Cfr., DE STEFANO, p. 186.
74
Diplomatosi in tromba al Conservatorio di Musica di Benevento (2001),
successivamente conseguì di Diploma di Virtuosité presso il Conservatorio
Superiore di Parigi (Francia). Nel 2009, vinse il terzo premio al Concorso
Nazionale “Sandro Verzari” di Ronciglione (Viterbo) e dallo stesso anno fino alla
morte fu prima tromba nell’Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo. Di ritorno
nella sua Paduli (dove era nato nel 1981), nel 2011 morì in un tragico incidente
stradale.
73
48
DIRETTORI D’ORCHESTRA
Modesto, ma con alcune eccellenze, risulta l’elenco dei direttori
d’orchestra di origini sannite.
Dalla fine dell’800 ai primi decenni del ‘900, saltuariamente,
furono attivi anche come direttori i beneventani Giuseppe Lazzarini,
Giuseppe Petrosini,75 Annibale Taurini, Antonio De Rimini76 e,
principalmente negli U.S.A., Gaetano Rummo.77
Durante il Ventennio fascista fu particolarmente apprezzato a
Nacque a Benevento nel 1845 ed ivi morì nel 1909. Attivo come didatta e
compositore, per circa un trentennio fu l’animatore della vita musicale
beneventana. Come ci ricorda il De Lucia, «fu abile suonatore di tutti gli strumenti
musicali a corda, specialmente di violino, della cui tecnica era assai valente». Per
diversi anni fu anche direttore della Banda Municipale ed instancabile sostenitore
della Società Mandolinisti e del Circolo Filodrammatico, di cui fu fondatore.
Delle sue composizioni, andate poi disperse, si ricordano le Sinfonie L’Aurora e
Promozione, il valzer La valle del Sabato e varie composizioni da camera. Alla sua
morte lasciò il suo harmonium alla chiesa della Madonna delle Grazie. Cfr.,
ANESA, pp. 747-748; DE LUCIA, pp. 62-63.
76
Diplomatosi in pianoforte al Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di
Napoli, fu attivo a Benevento come compositore e direttore d’orchestra. Dal 1915
ca., diresse un’orchestrina per i commenti sonori al cinema Sala Roma di
Benevento. Tra le sue composizioni, si ricordano: Il Fiorellino, polka per
pianoforte (Milano, Bogani, 1895; copie in I-Mc e I-Rsc); L’Addio del Marinaio,
barcarola per pianoforte (Milano, Bogani, 1895; copie in I-Mc e I-Rsc). Cfr., DE
RIMINI, p. 269.
77
Nacque a Benevento nel 1881 e morì negli U.S.A. intorno al 1950. Studiò al
Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli e non ancora ventenne si
diplomò in pianoforte. Il 17 marzo 1900, fece rappresentare al Teatro Comunale
di Benevento la sua opera lirica in 3 atti Jarba, su libretto di Salvatore Cosentini.
Quest’opera, come ci ricorda il De Lucia, «ottenne un buon successo.
Manchevolezze vi furono nella orchestrazione; però le romanze e la serenata, con
accompagnamento d’arpa, vennero freneticamente applaudite per struttura
melodica». In seguito, «desideroso di espandersi e di portare altrove la sua nobile
arte, si recò in America». A New York, dal 1909 fu poi attivo come pianista e
direttore d’orchestra. Tra le sue composizioni, ricordiamo: Jarba, opera lirica in
tre atti, su libretto di Salvatore Cosentini (solo il libretto: Benevento, Forche
Caudine, 1900; copia in I-Vgc); Serenata di Piero, dall’opera Jarba, per baritono e
pianoforte (Benevento, Luigi De Martini & figlio, 1900; copia in I-Nc). Cfr., DE
LUCIA, p. 66; HERTER, p. 223.
75
49
Campobasso Lino (Pasquale) Tabasso.78
Intorno alla metà del ‘900, Rino (Gennaro) Maione, fu direttore
delle maggiori orchestre italiane.
Tra i contemporanei, infine, godono di buona notorietà Alterisio
Paoletti79 e Leonardo Quadrini,80 direttore delle maggiori orchestre
mondiali.
Bibliografia: ANESA, pp. 566-567; CAPRA, p. 8; DE LUCIA 1933, p. 66;
DE RIMINI, p. 269; INGALDI, vol. II, pp. 274-276; TABASSO.
78
Nacque a Guardia Sanframondi nel 1896 e morì a Roma nel 1984.
Diplomatosi in pianoforte al Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di
Napoli, fu attivo inizialmente come pianista a Napoli, dal 1925 come direttore
d’orchestra a Campobasso e, dal 1955, a Roma come arrangiatore presso le
edizioni musicali Italcanto, filiazione romana della mitica Casa Curci di Milano.
Scrisse varie composizioni sacre per coro (rimaste inedite), tra le quali, ricordiamo
la Messa pastorale Annuntio vobis, per 2 voci e organo (autografo del 1949 in ICBbp). Cfr., TABASSO.
79
E’ nato a Castelvetere in Valfortore nel 1970. Diplomato in pianoforte e
composizione al Conservatorio di Musica di Benevento, dopo aver esordito come
compositore e direttore di coro, si è affermato come arrangiatore e direttore di
orchestre di musica leggera, dirigendo, tra le altre, quelle del Bengio Festival di
Benevento e del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Tra le sue
composizioni di estrazione classica, si ricordano: Un fanciullo di nome Petito,
oratorio per coro e strumenti (Foggia, Edizioni Il Castello,1995); Madonna di
Pompei, marcia sinfonica per banda (Bellona, Santabarbara, s. d.); Nonno Alfredo,
mancia sinfonica per banda (idem); Passeggiata nostalgica, marcia sinfonica
(idem).
80
Nato a Benevento nel 1961, ha studiato nei conservatori di musica di Napoli,
Roma, Milano e l’Aquila, diplomandosi in pianoforte (1983), musica corale
(1985), organo (1984), strumentazione per banda (1986) e direzione d’orchestra
(1987). Attivo inizialmente come pianista, clavicembalista e organista concertista,
si dedica poi completamente alla direzione di svariate orchestre e bande musicali,
dando oltre 2.000 concerti in tutto il Mondo e incidendo diversi cd. Ispettore
onorario del Ministero dei Beni Culturali per la tutela degli organi storici della
Provincia di Benevento e Caserta (1991-2001), ha insegnato nei Conservatori di
Musica di Avellino, Cosenza, Foggia, Matera, Perugia, Potenza, Benevento e,
attualmente, Napoli. Tra le sue composizioni, si ricordano: 2 composizioni, per
coro misto a cappella (Bellona, Santabarbara, s. d.); Emilia, marcia sinfonica per
banda; Hypocauris, per clarinetto e percussioni (ms del 1985 in I-FTamore);
Oniricon, per flauto e pianoforte (1984, inedito); Risveglio pugliese, marcia
sinfonica per banda (Bellona, Santabarbara, s. d.). Fonte: www.leonardoquadrini.it
50
(V)
Cori e Cantanti
CORALI, CORI E SCHOLA CANTORUM
Escludendo le vicende legate al medioevale canto beneventano
(v.), le prime notizie di una Schola Cantorum a Benevento risalgono
alla metà del XVI sec. Questa era formata dagli «scolari del
Seminario» e diretta dai vari maestri addetti all’insegnamento del
canto nel Seminario Vescovile. Rifondata nel novembre del 1888
dal Cardinale Camillo Siciliano di Rende, fu inizialmente diretta dal
maestro napoletano Giuseppe Cotrufo. A questi, seguirono i maestri
Antonio De Maria (per circa quarant’anni) e Antonio Iatalese (dal
1936 ca.).
A metà dell’800 operò la Schola Cantorum della chiesa di S.
Agostino di Benevento, diretta da Padre Beniamino L’Arena.81
In epoca fascista (anni trenta e fino al 1942), fu attiva la centuria
di canto corale della GIL di Benevento,82 protagonista nel 1942 di
imponenti esecuzioni corali sotto la direzione del M° Pino Rosiello.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale operarono diverse Schola
Cantorum a Pontelandolfo (dal 1948 ca.) e a Pesco Sannita,
entrambe fondate e dirette dall’arciprete Nicola D’Addona,83 e a
«Maestro Agostiniano», si dedicò esclusivamente ad insegnare al popolo
beneventano canti sacri da lui composti. Per questo motivo, fece costruire
un’ampia tribuna nella chiesa di S. Agostino per le esecuzioni musicali. Nel 1854,
pubblicò il metodo di canto gregoriano Elementi di canto fermo e figurato o sia il
corista istruito (Palermo, Tipografia di Francesco Natale, 1854; copie in I-PLn,
US-NYp). Tra le sue composizioni vocali, si ricordano: Miserere a più voci;
Tantum ergo, per coro e organo (ms in I-BARad); Varie strofe sulla passione, per
coro. Cfr., DE LUCIA 1933, pp. 60-61.
82
Per le attività del suddetto coro, il Comando Federale di Benevento del
Partito Nazionale Fascista, nel 1942 curò la pubblicazione della raccolta Canto
corale (Milano, Grafitalia, 1942; copia in I-BNam).
83
Per i sui cori, il D’Addona scrisse anche alcune composizioni: Canti per le
81
51
Paduli, diretta dal M° Donato Fantozzi.
Alla fine degli anni ‘60, invece, risale la fondazione del Coro
“Circolo Musicofilodrammatico” di Foglianise, diretto prima dal
Preside Ugo Pedicini e dal 2008 dalla figlia Selene.
Istituita nel 1973, la Corale polifonica “Sannita” di Benevento è
stata fondata e sempre diretta dal M° Padre Antonio (Fernando)
Pirozzolo. Ha all’attivo molti concerti tenuti nelle principali città
italiane, in Francia e in Svizzera.
Nel 1975, a San Nazzaro, Padre Anacleto Spagnuolo fonda e
dirige il coro “Frate Sole” che, nel corso degli anni, fu protagonista
di un’intensa attività di animazione liturgica anche presso le Basiliche
di Santa Chiara in Napoli, di S. M. degli Angeli ad Assisi e di San
Pietro in Vaticano. Dopo la morte del suo fondatore, dal 1992 il
coro è diretto da Dina Camerlengo.
Agli inizi degli anni ‘80 risale la fondazione del Coro “Santa
Cecilia” della Chiesa Cattedrale di Benevento, fondato e diretto
sempre dal Maestro Mons. Lupo Ciaglia.84 Il Coro esegue quasi
esequie per coro (Salerno, Litografia Dottrinali, 1983); La Messa Domenicale
Facilissima per coro (idem); Vergine madre, preghiera sul canto del Paradiso di
Dante per coro; vari inni per coro.
84
E’ nato a San Lupo nel 1950. Dopo gli studi filosofici e teologici, ha
conseguito il diploma di composizione sotto la guida dei maestri De Concilio,
Vlad, Baldin. Membro della Consulta Nazionale per la musica sacra per l’Ufficio
Liturgico Nazionale, da circa 30 anni è Maestro di cappella e direttore del Coro S.
Cecilia della Basilica Cattedrale di Benevento. Fecondo compositore di musiche
sacre, ha insegnato armonia complementare ai Conservatori di Musica di
Benevento (fino al 2011) e Campobasso (dal 2011). Tra le sue composizioni, si
ricordano: Acclamate al Signore, canto d’ingresso per il tempo pasquale per coro a
4 voci e organo, in «Celebriamo», Bergamo, Carrara, 1988; Arlington, elegia per
quartetto vocale e orchestra (Lugano, Gruppo Editoriale Tirreno, 2001); Ave, o
Giuseppe, preghiera per voce, coro a 2 voci e organo, in «Celebriamo», Bergamo,
Carrara, 1990; Al Beato P. Pio da Pietrelcina, inno per canto e organo su versi di
mons. L. Maio (1995); Bartolomeo, cantata per solo coro (2002); Canti
eucaristici mariani, eseguiti dal Coro delle cantanti del Rione Portella (Benevento,
G. Ricolo, 1982; copia in I-BVam); Cappella Serotina, singspiel in un atto per
soli, coro e orchestra (Napoli, Valsele Tipografica, 1989); Ci hanno saziati, canto
finale per la messa dei santi per coro a 4 voci, in «Celebriamo», Bergamo, Carrara,
1988; Con i santi lodiamo il Signore, per coro a 4 voci e organo, in «Celebriamo»,
Bergamo, Carrara, 1988; Con i santi lodiamo il Signore, per coro a 4 voci e
organo, in «Celebriamo», Bergamo, Carrara, 1988; Elevamini Portae Aetrnales,
mottetto per l’inaugurazione della Porta di Bronzo della Cattedrale di Benevento,
52
esclusivamente musiche espressamente composte, di volta in volta,
dal maestro Ciaglia per le specifiche liturgie nonché brani tratti dal
repertorio del Canto beneventano. Oltre a partecipazioni in
Rassegne corali in diverse località italiane, il coro ha tenuto concerti
anche all’estero (Svizzera 1984, 1986 e 1991; Francia 1988; Israele
1997; Portogallo 1999) e nel 2006 ha inciso un Cd interamente
dedicato al repertorio del Canto beneventano.
Delle formazioni corali sorte negli ultimi decenni (alcune ancora in
attività), infine, ricordiamo: Il Coro “S. Leonardo Abate” di Baselice,
diretto da Eugenio Pareo; il Coro Aulos di Benevento, diretto da
Antonio Caporaso; il Coro di voci bianche “Giromagitondo” di
Benevento, diretto e fondato nel 1996 da Maura Minicozzi; Il Coro
polifonico Farnetum di Campolattaro, fondato nel 1999 e diretto da
Daniela Polito; il Coro dell’Arcobaleno dell’I. C. di Ceppaloni,
diretto da Lucio Caputo;85 il Coro della Cattedrale di Cerreto
dopo il restauro (1999); Il giorno di Cristo ritorna, per 4 voci maschili e organo
(Varenna, EurArte, 2005); Il Natale, mottetto per coro e organo su testo di A.
Manzoni; Jerusalem, suite dai salmi per soli, coro e orchestra (1993); Liturgia
della Messa in Coena Domini per coro e organo (copia in I-FTamore); Lo
sguardo del Signore precede i tuoi sentieri, cantata su testo di Gianfranco Poma
(2000); Messa cieli nuovi, per 4 voci ineguali e organo (Benevento, Edizioni
Tetragramma, 1979; copia in I-BVam / ristampa: Benevento, G. Ricolo, 1985;
copia in I-Fn); Messa in onore dei Santi per coro e organo (Materdomini, Valsele,
1984); Redemptor hominis, Cantata per coro e orchestra (2010); Santo… per
canto e organo (copia in I-FTamore); Sard’ours, per oboe, clarinetto e fagotto; Un
segno è apparso, mottetto per la Pasqua per coro a 4 voci e organo, in
«Celebriamo», Bergamo, Carrara, 1989; Ventuno x nove, per canto e 8 strumenti;
Vespri della B.V. Maria, per voce, coro e organo, in «Celebriamo», Bergamo,
Carrara, 1991. Tra i suoi scritti, invece, ricordiamo: Dal repertorio di Canto
Beneventano (Benevento, Biblioteca Capitolare Benevento, 1999); Il Canto
beneventano (Benevento, Conservatorio Statale di Musica Nicola Sala, 2008); Il
canto beneventano: una graduale felice scoperta, in «Humanitatis fragmenta»,
Studi e ricerche per i quindici anni dell’Istituto di Scienze religiose Redemptor
hominis di Benevento, a cura di Mario Iadanza, Napoli - Roma, LER, 1996. Cfr.,
INDICATORE 2009, pp. 48, 67; SANTILLO, p. 10.
85
È nato a Benevento nel 1962. Diplomatosi in pianoforte al Conservatorio di
Benevento, studia composizione di musica da film e da teatro al Conservatorio di
Parma. Pianista e didatta, ha diretto vari cori beneventati di voci bianche. Oltre
alle musiche per un cortometraggio trasmesso da Canale Cinque, tra le sue
composizioni, si ricordano: Ave Maria per soprano e orchestra (2000); Bossa nova
del dragone per orchestra scolastica (Catania, Schizzi sonori, 2002; copie in I-Fn,
53
Sannita, diretto da Nicola Florio; il Coro di Circello, diretto da
Vincenzo Del Grosso; il Coro Polifonico Santa Maria Assunta di
Faicchio, fondato nel 1983 e diretto da Massimo D’Orsi; la Corale
Polifonica “San Ciriaco” di Foglianise, fondata nel 1985 e diretta da
Carlo De Maria; la Corale polifonica “Fuganum” di Foiano
Valfortore, diretta da Marilena Masella; la Corale “Cantate Domino
in laetitia” di Guardia Sanframondi, fondata da Padre Giuseppe
Lando e attualmente diretta da Maria Grazia D’Angelo; il Gruppo
Vocale Ave Gratia Plena di Limatola, fondato nel 1991 e diretto da
Pietro Di Lorenzo; Il Coro Polifonico “Eugenio Fiorillo” di
Melizzano, diretto da Michelangelo Malgieri; il Coro della Chiesa S.
Pietro Apostolo di Moiano, diretto da Clemente Meccariello; I
Cantori di Caudium di Montesarchio, fondato nel 1996 e diretti da
Pompeo Ferraro; il Coro “Cantate Domine in Laetitia” di Morcone,
diretto da Aurora Maiorano; il Coro di Pago Veiano, fondato nel
1995 e diretto da Antonio Rosella;86 il Coro polifonico “P. Pio da
Pietrelcina” di Pietrelcina, fondato nel 1987 e diretto da Orazio
Fioretti;87 il Coro Gospel di Pietrelcina, fondato nel 1998 e diretto
I-Rn); Carosello a quattro mani, per 2 pianoforti (Catania, Schizzi sonori, 2002;
copie in I-Fn, I-Rn); Disco clarinetto, per pianoforte a quatto mani e clarinetto
(Catania, Schizzi sonori, 2002; copie in I-Fn, I-Rn); Dona nobis pacem per voci e
pianoforte (Catania, Schizzi sonori, 2002; copie in I-Fn, I-Rn); Dreaming roses
per pianoforte e orchestra (2001); Fugato… alla Vittorelli per pianoforte o
violino e clarinetto (Catania, Schizzi sonori, 2002; copie in I-Fn, I-Rn); Giga per
flauto, violino, pianoforte, metallofono basso o violoncello (Catania, Schizzi
sonori, 2002; copie in I-Fn, I-Rn); Quam Insolita Luce, Suite Sacra per soprano,
coro, orchestra e voce recitante (2007); Tarantella per orchestra scolastica
(Catania, Schizzi sonori, 2002; copie in I-Fn, I-Rn); Zingarella Ester, operina
musicale per ragazzi (2001).
86
Nato a Benevento nel 1966, si è diplomato al Conservatorio di Musica di
Benevento in pianoforte con il M° Cosimo Minicozzi e composizione con il M°
Claudio Perugini (2000). Ha all’attivo numerosi concerti in qualità di pianista e
direttore del coro di Pago Veiano, da lui fondato nel 1995. Tra le sue
composizioni, si ricordano: Scherzo, per quartetto d’archi (2000); Trilogo, per
flauto, violino e pianoforte.
87
Nato a Mannedorf (Svizzera) nel 1964, vive a Pietrelcina. Diplomato in
tromba al Conservatorio di Musica “D. Cimarosa” di Avellino, ha poi studiato
composizione con il M° Claudio Gabriele al Conservatorio di Musica di
Benevento. Ha svolto attività concertistica con il “Gruppo d’ottoni Irpino” e con
le orchestre dell’Associazione “V. Vitale” di Avellino, Filarmonica Lavinia e della
54
da Emilio Pepe; il Coro Polifonico “S. Cecilia” di Pontelandolo,
diretto dal napoletano Joseph Grima; la Schola Cantorum “San
Lorenzo Martire” di San Lorenzello, fondata nel 1984 e diretta da
Alfonso Guarino;88 il Coro dell’Annunziata di Sant’Agata dei Goti,
diretto da don Franco Iannotta; i Pueri Cantores di Sant’Agata dei
Goti, diretti da Lara Santonastaso; la Corale del Roseto di Solopaca,
fondata nel 1995 e diretta da Arturo Armellino; il Coro polifonico
“Note d’amore” di Solopaca, diretto da Michelangelo Malgieri; il
Simply Singers Choir di Telese Terme, fondato nel 2004 e diretto
da Vincenzo Palma; il Coro del Centro Sociale Anziani di
Torrecuso, diretto da Michelangelo Pedicini;89 il Coro polifonico “S.
Società Irpina di Musica Corale. Nel 1987 fonda e tuttora dirige il Coro
Polifonico “P. PIO da Pietrelcina”, con il quale ha inciso due cd. Tra le sue
composizioni, ricordiamo: Concert per tromba e pianoforte; Missa Choralis per 4
voci miste e archi; Quartett per 2 flauti, violoncello e clavicembalo; Risvegli per
orchestra e varie composizioni sacre vocali e di musica elettronica.
88
Olre a varie canzoni in vernacolo per voce e pianoforte, il Guarino è autore
delle musiche per i drammi sacri Ester, su testo del Vescovo Mario Paciello, e Il
Martirio di Lorenzo, su testo di don Nicola Vigliotti, entrambe per voci e
strumenti. Cfr., SAN LORENZELLO, pp. 213-215, 222-225.
89
Nacque a Foglianise nel 1951 ed ivi morì nel 2011. Diplomatosi in musica
corale (con Fernando Pirozzolo) e strumentazione per banda (con Fulvio Creux)
al Conservatorio di Musica di Cosenza, per molti anni fu professore di
Educazione Musicale alla Scuola Media di Foglianise e direttore del Coro del
Centro Sociale Anziani di Torrecuso. Contestualmente, scrisse un gran numero di
composizioni per le più svariate formazioni, alcune delle quali furono
particolarmente apprezzate da Bill Clinton, ex Presidente degli Stati Uniti
d’America. Tra queste, si ricordano: Alleluia per coro a cappella a 4 voci; Ave
Maria, per voce, 2 violini, violoncello e organo (ms copia in I-FTamore);
Concerto, per clarinetto e archi (ms copia in I-FTamore); Concerto, per clarinetto
e banda (Bellona, Santabarbara, s. d.); Concerto in La per organo; Concerto per
sax in Mib e banda; Concerto per flicorno in Mib e banda; Concerto per ottoni e
pianoforte (2010); Creuxiana, Sinfonia per banda; Elevazione per organo; Esercito
Italiano per coro a cappella a 4 voci; Gaudeamus igitur per coro a cappella a 4
voci; Inno a San Basso per 4 voci e orchestra; Kyrie per coro a cappella a 4 voci;
La Cosmica, Sinfonia per banda; La Dormiente del Sannio per tromba e organo
(2004); Marcetta Sinfonica, per banda; Marcia funebre per banda; Marcia
Melodica per banda; Marcia Militare, per banda; Messa in Mib per bassi, tenori,
violini e pianoforte; Organo romantico-fugato per organo; Padre Pio da
Pietrelcina per coro all’unisono e pianoforte; 4 pezzi atonali per pianoforte;
Piccola follia per violino solo; Romanza per oboe e banda; Sinfonia Trevigiana,
per banda (Bellona, Santabarbara, s. d.); Sinfony Folianensis per banda; Sonata per
55
Menna” di Vitulano, diretto da Isabella Maffei.90
Bibliografia: CASIMIRI 1936, pp. 77-85; D’AGOSTINO, pp. 28-30;
FISCARELLI, p. 9; INGALDI, vol. I, p. 292; «La Civiltà Cattolica» VI (1890),
p. 494; SERINO, p. 73; TERONE, p. 173; VIGLIONE, p. 12.
CANTANTI
Dal XVI secolo ad oggi, il Sannio beneventano vanta un continua
e buona tradizione canora.
Tra i cantanti attivi nel XVI secolo, ricordiamo: Bartolomeo
Buonavento, cantore nella Cattedrale di S. Lorenzo a Perugia (15741575); Giacomo Antonio Cardillo, tenore presso la Cappella di S.
Antonio in Padova (1565-1666);91 Giovanni Antonio Latino (o
Latini), cantore della Cappella Pontificia in Roma.92
oboe, quartetto d’archi e pianoforte; Susanniana, marcia sinfonica per banda;
Treviso acque in amore per coro all’unisono e banda; Trombe in fuga per 4
trombe; Vergine Assunta in Cielo per coro a quattro voci, per quartetto di sax,
pianoforte e percussioni (2011). Cft., ANESA, p. 731.
90
E’ autrice, tra l’altro, delle seguenti composizioni sacre: Inno a Padre Pio per
coro e orchestra d’archi o pianoforte (Grottaminarda, IMG, 2007; copia in IFTamore); Inno a S. Menna per coro e organo; Missa Choralis per coro e organo
(2002); Requiem per coro e pianoforte (Grottaminarda, IMG, 2007; copia in IFTamore).
91
Nato a Montesarchio nel XVI secolo, il Cardillo fu anche Maestro di
Cappella della Cattedrale d’Este. Scrisse due libri di mottetti, tenuti in grande
considerazione da Giuseppe Ottavio Pitoni (1657-1743) e altre sue composizioni
sono presenti nelle raccolte Musicale Essercitio di Lodovico Balbi (1554-1604) e
Sacrae cantiones di Friedrich Lindner (1542-1597). Tra queste, si ricordano: Bella
vi fece il ciel, canzone a 5 voci in Musicale Essercitio di Lodovico Balbi, Venezia,
Angelo Gardano, 1589 (copia in I-Vnm; ms in B-Br); Hodie completi sunt dies
pentecostes, canzone a 5 voci, in Sacrae cantiones di Friedrich Lindner,
Norimberga, Cath. Gerlach, 1585 (copia in D-Mbs); Mottetti a cinque voci, libro
primo, Venezia, 1579; Sacrarum Modulationum, libro secondo, mottetti a 5 voci,
Venezia, Angelo Gardano, 1586 (copia in I-Bc); Sei canzoni a 5 voci in
Continuatio cantionum sacrarum di Friedrich Lindner, Norimberga, Cath.
Gerlach, 1588 (copia in US-AA). Cfr., DEUMM, Le Biografie, appendice, p.
146; EITNER, vol. II, p. 327; PITONI, pp. 71, 96; SCHMIDL, supplemento, p.
160.
92
Nacque a Benevento all’inizio del XVI secolo e morì a Roma nel 1573. Su
interessamento del Cardinale Carlo Caraffa, il 6 giugno 1558 fu ammesso «senza
56
Dalla fine del ‘600 alla metà del ‘700, operarono, principalmente
a Napoli, un buon numero di sopranisti (evirati cantori) sanniti. Tra
questi, ebbero grande notorietà Antoniello di Montesarchio, attivo
presso la Cappella del Tesoro di San Gennaro di Napoli (16801690), considerato «il meglio soprano della città», Giovannino da
Montesarchio, attivo nella Cappella del Tesoro di San Gennaro di
Napoli (1716) e Filippo Calandro, dal 1721 attivo al Teatro dei
Fiorentini di Napoli dove interpretò, con successo, varie commedie
musicali di L. Vinci, A. Orefice, G. Di Domenico, C. Meliche e M.
De Falco. Dei fratelli Gaetano e Vincenzo Marino di Morcone,
invece, sappiamo solo che frequentarono nel 1766 il Conservatorio
di Sant’Onofrio a Capuana di Napoli.
Nel primo ‘800 fu particolarmente attivo in diversi teatri italiani
il tenore Domenico Severino (o Severini),93 mentre tra quelli che
operarono dalla metà del secolo ai primi decenni del ‘900,
ricordiamo: Ernestina Barberis Ruggiero, attiva a fine secolo a
Benevento come cantante e maestra di canto; Giuseppe Iaricci,
celebre tenore drammatico attivo nei maggiori teatri mondiali;94
esame» tra i cantori della Cappella Pontificia in Roma e per questo motivo fu
espulso dalla stessa per ordine papale nel 1559. Dopo la morte di Papa Paolo IV,
sempre attraverso l’influenza del Caraffa, fu riammesso il 25 febbraio 1560 e vi
cantò ininterrottamente fino al 1571. Dal marzo 1561 a tutto il 1563, con altri
otto «cantori apostolici», partecipò al Concilio di Trento. Dopo la sua morte, il 4
marzo 1574 fu celebrata in suo onore una messa funebre nella chiesa di San Luigi
dei Francesi in Roma. Cfr., BAINI, vol. 1, p. 204; CELANI, p. 753.
93
Nacque a Cerreto Sannita nel 1818 e morì a Rovigo dopo il 1853. Protetto
dal Ministro degli Affari Interni Nicola Santangelo, fu attivo come tenore a
Perugia, Milano, Cesena, Padova, Siena (1849), Bologna (1850), Trieste (1851),
Verona (1851), Venezia (1853) e Rovigo (1853). Dopo la rappresentazione
dell’opera Attila di Giuseppe Verdi al Teatro Alfieri di Firenze, il 7 febbraio
1850, il giornale «Teatri, Arti e Letteratura» di Bologna scrisse che «Domenico
Severini tenore, possiede una magnifica voce, e non lasciò di elevarsi e distinguersi
ne’ suoi pezzi». Al Teatro Comunale di Bologna, nell’autunno del 1850, fu tra gli
interpreti del Macbeth di G. Verdi e della Lucrezia Borgia di G. Donizetti.
Intorno al 1853, «Giovanissimo ancora, perdette la voce e se ne accorò al punto
da impazzire». Cfr., MAZZACANE, p. 295; TREZZINI, vol. II, pp. 70, 71.
94
Nacque a Solopaca nel 1857 ed ivi morì nel 1934. Studiò con il M°
Ferdinando Fornari a Napoli, dove esordì nel 1891 al Teatro Bellini nel Trovatore
di G. Verdi. «Tenore drammatico, dotato di grandi doti sceniche, Iaricci ebbe
grandi successi interpretando magistralmente molti personaggi dell’opera
57
Giovanni Verusio, dal 1883 cantò nella Cappella musicale pontificia
di Roma, dove nel 1894 fu anche «Maestro pro tempore».
Ampio e con molte eccellenze, risulta l’elenco dei cantanti attivi
nel ‘900: Ada Ansaldi, mezzo soprano attiva sulle scene beneventane
in epoca fascista; Angelina De Angelis, attiva negli U.S.A. dove si
esibì più volte a Chicago e New York; Federico De Longis,95
apprezzato interprete di operette; Luigi De Rienzo, tenore attivo
intorno al 1942 sulle scene musicali beneventane; Giuseppe
Forgione,96 celebre baritono e acclamato interprete Verdiano;
Gerardo Gaudioso,97 apprezzato interprete di opere di compositori
verdiana». Sotto la direzione del giovane Arturo Toscanini, di Leopoldo Mugnone
e di altri celebri direttori d'orchestra, cantò nei seguenti teatri: Asuncìon
(Paraguay, 1894), Nazionale di Catania (1896), Vittorio Emanuele di Messina
(1895), S. Carlo di Napoli (1897), Massimo di Palermo, dell’Opera di Buenos
Aires (Argentina, 1903), dell’Opera di La Valletta (Malta, 1892-1893),
Metropolitan di New York. Il 23 ottobre 1900, al Teatro Comunale di Treviso,
cantò nella Tosca di Giacomo Puccini con il grande tenore Enrico Caruso, al quale
fu legato per tutta la vita da profonda amicizia e che ospitò nella sua Solopaca nel
settembre del 1911. Cfr., FORGIONE; FORMICHELLA, p. 246.
95
Nacque a Benevento nel 1900 ed ivi morì nel 1980. Dopo gli studi al
Convitto Nazionale di Benevento, studiò privatamente musica e canto. Quale
«Tenore di grazia», nel 1920 esordì al Teatro Comunale di Benevento. In seguito,
con lo pseudonimo di «Decio Dini», si esibì nei maggiori teatri italiani come
apprezzato interprete delle operette musicali di Léhar, Kalmàn, Ranzato e Costa.
Cfr., INGALDI, vol. I, pp. 115-116.
96
Nacque a Solopaca nel 1921 e morì a Roma nel 1992. Dopo aver studiato
con un sacerdote di Solopaca, nel 1931 si trasferì a Roma dove studiò canto,
composizione e direzione d’orchestra (con Bernardino Molinari) al Conservatorio
di Musica di Santa Cecilia. Terminati gli studi, nel 1939 esordì come baritono con
le opere I Pagliacci e Cavalleria Rusticana. Acclamato interprete Verdiano, nella
sua lunga carriera, durata 43 anni, interpretò per ben 860 volte il Rigoletto, anche
se il suo repertorio abbracciò opere dal ‘600 alla musica dodecafonica e
contemporanea. Contò sotto la direzione dei maestri T. Serafin, V. De Sabata, G.
Gavazzeni, P. Mascagni, F. Cilea, U. Giordano, R. Muti, D. Oren ed altri e si
esibì nei maggiori teatri del mondo: San Carlo di Napoli, La Scala di Milano,
Metropolitan di New York, Coven Garden di Londra, Opera di Stato di Monaco,
ecc. Come interprete, «seppe sempre far risaltare la sua incisività interpretativa e
vocale unito ad una sicura padronanza del canto e della scena». Diverse sue
interpretazioni dal vivo, di recente sono state riprodotte in vari cd pubblicati dalla
Bongiovanni, Hardy Classics, Historical Recording Enterprises, Lyric Distribution
e Omega Opera Archive. Cfr., FORMICHELLA, pp. 240-241.
97
Di origine beneventana, nel 1942 vinse il Concorso Provinciale di Canto
58
napoletani del ‘900; Silvano Pagliuca,98 straordinario didatta e
raffinatissimo basso attivo nei maggiori teatri mondiali; Pasquale
Pappano,99 celebre maestro di canto a Londra e negli U.S.A.;
Raffaele Passaro,100 didatta e apprezzato interprete nei principali
teatri europei.
Al presente, calcano le scene dei maggiori teatri italiani ed
internazionali, un buon numero di cantanti sanniti, quasi tutti ex
allievi del Conservatorio di Musica di Benevento. Tra gli altri,
ricordiamo i tenori Carlo Barricelli, Gianluca Bocchino, Vinicio
Cecere e Vincenzo Forgione e i baritoni Davide Luciano, Tommaso
Norelli e Gioacchino Zarrelli.
tenutosi a Benevento. Dal 1949 al 1957, come baritono e basso, cantò nei
principali teatri italiani e, in particolare, al Teatro S. Carlo di Napoli, dove
interpretò anche opere di compositori contemporanei napoletani (La Locandiera
di Mario Persico; Maria Antonietta di Terenzio Gargiulo e Miseria e Nobiltà di
Jacopo Napoli). Cfr., CONCORSO, p. 2; GIL, p. 2.
98
E’ nato a Benevento nel 1933. Dopo gli studi con la Prof.ssa Bifano di
Benevento, nel 1959 vince il prestigioso concorso di Spoleto e nel settembre dello
stesso anno debutta in pubblico con Trovatore e tiene una serie di concerti ad
Helsinki (Fillandia). Diretto dai più grandi direttori d’orchestra (A. Votto, P.
Maag, C. Abbado, D. Oren, etc.), ha cantato come basso, tra gli altri, con Mario
Del Monaco, Renata Tebaldi, Luciano Pavarotti e Katia Ricciarelli. Si è esibito in
Vaticano, alla presenza del Sommo Pontefice, ed ha calcato le scene dei più grandi
teatri mondiali (Tokio, Praga, Nizza, Bilbao, Budapest, Treviso, Livorno, Siena,
Reggio Emilia, Modena, Napoli, Catania). Contestualmente, dal 1980 al 2000, ha
insegnato canto al Conservatorio di Benevento. Nel 2001, il Presidente della
Provincia di Benevento gli ha conferito il premio “Il Gladiatore Sannita”. Cfr.,
INGALDI, vol. I, p. 252; MUCCI, pp. 103-106.
99
Nacque a Castelfranco in Miscano nel 1934 ed ivi morì nel 2004. Dopo il
servizio militare, studiò privatamente con Ettore Campogalliani e con il celebre
baritono Tito Gobbi. Nel 1958 si trasferì a Londra (Inghilterra) dove si affermò
come uno stimato maestro di canto e dal 1973 al 2004 fu analogamente attivo a
Bridgeport (U.S.A.). Morì nel suo paese d’origine, dove era ritornato per una breve
vacanza. Il figlio Antonio (Epping, Inghilterra, 1959), è oggi uno dei più affermati
direttori d’orchestra internazionali. Cfr., «Il Giornale della Musica», 1996, n°
116, p. 2; «The Independent», London, 28/03/1999.
100
È nato a San Bartolomeo in Galdo nel 1939. Ha cantato, tra l’altro, nei
teatri San Carlo di Napoli, La Fenice di Venezia, Opéra di Parigi e StaatsOper di
Vienna. Contestualmente, ha insegnato canto presso i conservatori di Sassari
(1969-1971), Potenza (1971-1978) e Napoli (1978-2009).
59
Bibliografia: BRUMANA, pp. 112, 139; CALANDRO, p. 23;
CONSERVATORIO I, p. 111; DE MURA, vol. II, p. 104; DI GIACOMO,
pp. 17-18; FORGIONE; FORMICHELLA, pp. 240-241, 246; INGALDI, vol.
I, pp. 115-116, 252; KANTNER, pp. 50, 188, 271; MAZZACANE, p. 295.
60
( VI )
Le Bande musicali e i suoi Maestri
ORIGINI, STATUTI E FUNZIONE SOCIALE
Sin dai primi anni dell’800, in molti centri della Provincia di
Benevento risultano presenti diverse bande musicali.101
«Lustro e decoro» di ogni centro sannita, esse erano costituite da
un rilevante numero di artigiani-musicanti (barbieri, sarti, etc.). Non
era solo la natura del lavoro a consentir loro di avere il tempo
disponibile per l’attività della banda, ma era anche la loro cultura a
conferire una connotazione sociale differente, più importante
rispetto ad altre categorie di lavoratori. Le loro botteghe erano centri
di riunione e di discussione, contrapposti al circolo dei nobili e alla
farmacia, ritrovi tradizionali dei “signori”. Gli artigiani-musicanti,
inoltre, svolgevano anche una precisa funzione didattica finalizzata al
reclutamento e alla formazione di elementi di ricambio, senza
contare che la partecipazione alla banda costituiva per essi, in molti
casi, non solo un’ulteriore fonte di guadagno ma anche una delle
poche occasioni di istruzione culturale. Fino ai primi decenni del
‘900, infatti, l’organizzazione scolastica, seppur obbligatoria per due
anni, era ovunque carente e la gente di bassa estrazione sociale non
riusciva a trovare in essa un autentico interesse, visto che le
condizioni sociali ed economiche li costringeva a pensare in termini
concreti innanzitutto al lavoro e quindi alla sopravvivenza.
Il funzionamento di diverse bande, in modo particolare nella
seconda metà dell’800, fu sancito con l’approvazione di appositi
Regolamenti.
Con Delibera del 24 maggio 1885, il Comune di Torrecuso
Tra i centri dove non è documentata la presenza di una banda musicale, si
ricordano: Arpaia, Bucciano, Calvi, Campolattaro, Campoli Monte Taburno,
Castelfranco in Miscano, Castelpagano, Castelpoto, Foiano Valfortore, Foglianise,
Forchia, Fragneto Monforte, Paupisi, S. Martino Sannita, S. Nazzaro.
101
61
sussidiava (per 5 anni) ed approvava il Regolamento della banda
musicale. In esso, veniva stabilito che «la provvista del vestiario,
degl’istrumenti musicali, dei mensili al Maestro Capomusica ed ogni
altra spesa inerente al corpo musicale è a carico di ciascun
musicante» e che «il Maestro Capomusica è responsabile del buon
andamento del Corpo per quanto riguarda all’esecuzioni musicali
firma il rapporto giornaliero della condotta, del profitto e delle
mancanze di ciascun musicante, dirige personalmente le ripetizioni
ed ogni servizio, somministra quel numero di partiture di apposita
erudizione che sarà fissato nella convenzione». Stabiliva, inoltre, che
«il Corpo di musica è tenuto in ogni anno suonare gratis nella festa
nazionale; e per quella del Santo Protettore […]. Ha obbligo altresì
di suonare durante ciasc’uno anno otto concerti in pubblica piazza».
A Pontelandolfo, invece, il 30 gennaio 1889 il Comune
omologava il Regolamente della banda, chiamata Compagnia
Filarmonica Municipale. Compito del Maestro (stipendiato dal
Municipio) era quello di impartire quotidianamente lezioni
individuali e di concertare per almeno quattro giorni a settimana.
Inoltre, la banda era tenuta a suonare tutte le domeniche e, «in pieno
concerto e gratuitamente», in determinate occasioni. In caso di
assenza, i bandisti avrebbero dovuto giustificarsi «legalmente»
altrimenti avrebbero dovuto pagare multe di varia entità, incassate
dalla stessa compagnia musicale.
A Montesarchio, la Giunta Municipale approvò ben tre
Regolamenti per la banda musicale (1877, 1885 e 1900). In quello
approvato il 15 settembre 1885, veniva ribadito che la banda era alle
dipendenza del Comune e che la stessa doveva essere composta da
non meno di 25 e non più di 35 elementi. Al Comune spettava la
nomina, il licenziamento e lo stipendio del Maestro. Quest’ultimo,
invece, era tenuto ad impartire le lezioni agli allievi per tre giorni a
settimana e a «concertare non meno di tre pezzi nuovi al mese, cioè
un pezzo di armonia, una marcia ed un ballabile».
Un ruolo non secodario nella diffusione delle bande fu esercitato
anche dalla forte presenza nei nostri territori dei religiosi, che - oltre
ad avvicinare alla musica le nostre popolazioni, attraverso le attività
musicali e corali legate alle celebrazioni ecclesiastiche - furono spesso
promotori o fondatori di alcune bande musicali.
A Melizzano, ad esempio, la banda fu fondata nel 1846 da don
62
Domenico Ruggiero, mentre a Faicchio fu istituita nel 1852 dal
sacerdote Francesco Mirto. Appartenenti al clero furono pure alcuni
occasionali maestri delle bande di Cusano Mutri (sacerdoti Gregorio
Perillo102 e Nicola Maturo), Circello e Paduli (Padre francescano
Federico De Palma).
In Epoca fascista, notevole impulso fu dato alle attività bandistiche
dal Prefetto della Provincia di Benevento che, recependo le direttive
nazionali del Governo Fascista, con Circolare del 4 luglio 1927,
raccomandava di «creare le istituzioni dopolavoristiche per
l’educazione e l’elevazione morale del popolo». Sorsero pertanto un
po’ ovunque bande musicali affiliate o gestite dalle locali sezioni
dell’O. N. D. (Opera Nazionale Dopolavoro) o della G. I. L.
(Gioventù Italiana del Littorio).
Dopo i nefasti eventi della Seconda Guerra Mondiale, molte bande
furono faticosamente ricostituite, ma ebbero breve durata prima di
sciogliersi definitivamente.
Nuovo impulso all’ambiente bandistico fu dato a partire dal 1958
con l’istituzione da parte del Ministero della Pubblica Istruzione di
«Corsi di orientamento musicale» che rianimarono molte realtà
bandistiche.103
Pur tuttavia, all’inizio del Terzo millennio, molte delle bande
storiche istituite nell’800 risultano oramai estinte,104 mentre altre
faticosamente sopravvivono grazie all’entusiasmo di locali giovani
maestri di musica.
Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo i Canti educativi per le scuole
elementari e normali, per voce e harmonium o pianoforte (Napoli, Tommaso
Orlando, 1892; copia in I-Rsc).
103
Regolamentati con l’Ordinanza Ministeriale n° 62200 del 1 giugno 1958, i
suddetti corsi venivano gestiti dai locali Provveditorati agli Studi.
104
Ad oggi, non sono più presenti formazioni bandistiche ad Amorosi,
Benevento, Cerreto Sannita, Circello, Frasso Telesino, Guardia Sanframondi,
Melizzano, Moiano, Morcone, Pontelandolfo, S. Leucio del Sannio, Sant’Agata
dei Goti, Santa Croce del Sannio, Solopaca e Vitulano.
102
63
LA BANDA MUSICALE DI FRASSO TELESINO (1931)
LA BANDA MUSICALE DI CERRETO SANNITA (1903)
64
LE BANDE MUSICALI
Completamente ignorate dalla storiografia musicale ufficiale, alle
bande musicali sono riservati solo fugaci cenni in pubblicazioni di
storia locale. Seppur brevemente, di seguito si riportano le principali
notizie su tutte le bande di cui abbiamo notizia.
Ad Airola, presente dal 1882 ca., nel 1883 era diretta da
Gioacchino D’Angelo. Successivamente, alla sua guida si alternarono
i maestri Domenico Sassanelli di Bari (1920-1930) e Francesco
Moscato di Maddaloni (1930 -1973)105. Sotto la direzione del M°
Moscato, nel 1942 a Roma la banda vinse il Concorso Nazionale
“Trofeo del bersagliere”. Dal 1974 al 1984, la direzione passò a
Silvino Massaro e intorno al 1985, si scisse poi in due formazioni
bandistiche, dirette dai locali maestri Nicola Ianniello e Pasquale
Napolitano.106 Quest’ultima formazione, vinse il primo premio al
Concorso Provinciale di Melizzano (1988)107 e al Concorso
Bandistico Regionale organizzato a Tocco Caudio (1998).
Ad Amorosi, presente fin dalla fine dell’800, la banda fu attiva
fino alla Seconda Guerra Mondiale. Durante il periodo fascista, ne
furono direttori i maestri Emilio Pezzullo di Frattamaggiore (1930),
Ernesto Dell’Aquila di Napoli e Francesco Tallarico di Casapulla.
Ad Apice, dal 1854 al 1889 fu attiva una Fanfara, diretta nel
Il Moscato, fu anche autore di diverse composizioni e trascrizioni per banda,
rimaste inedite, tra le quali ricordiamo la marcia sinfonica Sannio.
106
Diplomatosi in tromba al Conservatorio di Musica di Cagliari, il Napolitano
è autore delle seguenti composizioni per banda: Ballo, swing; Ballata spagnola;
Ballo del Conte, valzer; Airola mia, polka; Canzoniere, marcia; Canti devoti;
Canzonella; Donna al mare. Cfr., CAPORASO, p. IV.
107
In questo Concorso, il secondo premio fu assegnato alla banda “Città di
Montesarchio”, diretta dal M° Antonio Lonardo, mentre il terzo premio fu
assegnato alla giovanissima banda “Città di Faggiano”, diretta dal M° Salvatore
Meccariello di Moiano. Il suddetto Concorso fu ripetuto nel 1991 e le bande
premiate furono: “Città di Piedimonte Matese” (Caserta), diretta dal M°
Giuseppe Cenerazzo (1° Premio), “Città di Airola”, diretta dal M° Pasquale
Napolitano (2° Premio), e “Città di Faicchio”, diretta dal M° Leonardo Meneo
(3° Premio). Oltre a queste, presero parte al Concorso anche le bande di Ailano
(Caserta), Faggiano e Teano (Caserta), mentre la Commissione giudicatrice era
composta dai maestri Giovanni Mancino di Melizzano, Giovanni De Falco di
Acerra (Napoli) e Antonio Orabona di Aversa (Napoli).
105
65
1888 da Luigi Castelluccio. Durante tutto il Ventennio fascista fu
attiva la fanfara dei giovani balilla diretta dal M° Gennaro Riccio.
Contestualmente, dal 1926 al 1930, operarono anche due
formazioni bandistiche di circa 45 elementi, dirette dai maestri
Giovanni Castellucci e Alfonso Gubitosi. Nel 2007 la banda è stata
nuovamente ricostituita.
Ad Apollosa, attiva in modo discontinuo dal periodo fascista, su
interessamento della locale Pro Loco, è stata ricostituita di recente
sotto la direzione del locale M° Bruno Meoli.
A Baselice, durante il Ventennio fascista, per alcuni anni, la banda
fu diretta dal M° Vincenzo Ferrannini di S. Leucio del Sannio. Nel
1948, ne era direttore il barese Domenico Sassanelli.
A Benevento, presente sin dai primi anni dell’Ottocento,
aggregata poi alla Guardia Nazionale (1848-49), nel 1849 accolse
in Benevento Papa Pio IX e nel 1860 il 3° Reggimento Granatieri:
«il battaglione preceduto dalla banda musicale della città si recò agli
alloggi preparati […]». Nel corso dell’800, la banda fu diretta dal
«maestro di musica forestiero» Giovanni Ruzzero (1852), dal
pugliese Antonio Trapani (dal 1874), da Antonio Faraglia (1884),
da Nicola Enrico (1888) e dal beneventano Giuseppe Petrosini. Nel
1896, l’accesso alle prime parti della banda avveniva attraverso
concorso pubblico per titoli ed esami. Nel 1910, la banda, insieme a
quelle di San Severo, Montesarchio, San Leucio del Sannio e alla
fanfara del Tiro a Segno, partecipò ai festeggiamenti in occasione del
50° anniversario della fondazione della Provincia di Benevento.
Dagli inizi del ‘900 in poi, si alternarono alla sua guida, tra gli altri, i
maestri Michele Cozzi di Ragalbuto (1907), Francesco Farina di
Maddaloni, Vincenzo Taurini di Benevento (1923), Domenico
Sassanelli (1931), Vincenzo Tanzini (1932), Donato Fantozzi di
Paduli e Pino Rosiello (fino al 1949 ca.) di Vieste (Foggia). Dagli
anni ‘50 agli inizi degli anni ‘70, fu attiva la banda musicale dagli
orfanelli dell’Istituto San Vittorino, guidati egregiamente dal
maestro Angelo Cirocco. Dal 1970, infine, su iniziativa del
suonatore di flicornino Gino Formichella di Pietrelcina, furono
allestite alcune eccellenti banda da giro, dirette, tra gli altri, dai
maestri Pino Natale (1970), Nicola Centofanti (1976) e Mario
Ciervo.
A Buonalbergo, durante il Ventennio fascista, la banda fu diretta
66
da Agostino Fiorito (1923-1932 ca.).
A Cacciano di Cautano, agli inizi del ‘900, operò per alcuni anni
una modesta e piccola formazione bandistica diretta dal locale Carlo
Ascantini.
A Casalduni, una banda musicale risulta presente anteriormente al
1884.
A Castelvenere, istituita nel 1857, fu presente per tutto l’800 e i
primi decenni del ‘900. Durante il Ventennio fascista, dal 1925
operò una banda di circa 40 elementi, per alcuni anni diretta dal M°
Vincenzo Ferrannini di San Leucio del Sannio. Ricomposta nel
dopo guerra, negli anni ‘50 si scisse in due bande per poi sciogliersi
definitivamente. Su interessamento del Comune, nel 1995 la banda
fu nuovamente ricostituita sotto la direzione del M° Pasquale Aiezza
di Vitulazio (Caserta).
A Castelvetere Valfortore, istituita per iniziativa privata nel
1857, nel corso dell’800 fu diretta da Vincenzo Gigli (1871) e da
Giuseppe Bredice (1888). In epoca fascista, operò una piccola
formazione, costituita in prevalenza dai membri della famiglia
Reino. Sotto la direzione del M° Carmine Bibbò, la banda è stata
ricostituita nel 1999.
A Cerreto Sannita, con atto notarile del 15 settembre 1847, fu
istituita la prima banda musicale. Dalla fondazione a dopo il 1852
fu diretta dal M° Giuseppe Paoletti di Pontelandolfo.108 Nel 1902,
sotto la direzione del locale M° Luigi Amodio,109 unitamente alle
bande di Faicchio e Pietrelcina, partecipò a Faicchio ai
festeggiamenti per il monumento a Gesù Cristo Redentore.
A Circello, fu attiva una banda musicale dalla metà dell’800 alla
Seconda Guerra Mondiale. Agli inizi dell’900 operò anche una
fanfara, fondata e diretta dal locale Padre Francescano Federico De
Palma.
108
Del Paoletti, sappiamo che musicò per coro e banda l’Inno Per la Colonna
Innalzata a S. M. Ferdinando II, su testo di Filippo Iuliani (Cerreto Sannita,
1852). Cfr., MAZZACANE, p. 237.
109
Tra le sue composizioni inedite, si ricordano: Ballabili per pianoforte;
Canzonette su versi in vernacolo cerretese; La bonneur qui passe, valzer lento su
versi di P. Ungaro; Metodo di divisione, ad uso degli allievi del Seminario (ms in
I-CSbc); Sannio forte e gentile, Inno su versi di E. M. Fusco; inoltre, vari Mottetti,
Litanie e Inni religiosi, raccolti in un volume manoscritto (ms in I-CSbc).
67
A Colle Sannita, durante il Ventennio fascista fu attiva una banda
musicale, fondata e diretta da Luigi Meomartini.110 Ricostituita nel
dopo guerra, fu attiva solo per pochi anni prima di sciogliersi
definitivamente.
A Cusano Mutri, fondata nel 1867, nel 1888 era diretta da
Federigo Sapio. In seguito, alla sua guida si alternarono i sacerdoti
Gregorio Perillo e Nicola Maturo e i maestri Crescenzo Russo,
Pasquale Vittorio Fiore di Napoli (1914), Aurelio Canelli, Nicola
Lepore, Giuseppe Mastrillo (1925-1949),111 Giovanni Mastrillo
(1950- 2006) e Alessandro Fusco (dal 2009).
A Faggiano di Sant’ Agata dei Goti, dal 1985, per circa un
decennio, fu attiva una banda musicale diretta dal M° Salvatore
Meccariello di Moiano.
A Faicchio, istituita nel 1852 dal sacerdote Francesco Mirto, tra
gli altri, fu diretta da Pietro De Martino (1866), Isidoro Bozzi
(1871), Giuseppe De Martino112 e Carlo Adamo Focareta (dal 1888
agli inizi del ‘900). Dalla fine della Prima Guerra Mondiale e per
tutto il Ventennio fascista, fu diretta dal locale M° Michele
Luponio. Ricostituita nel dopoguerra, fu diretta dai maestri Antonio
Brandi di San Potito Sannitico (1947-48) e Giovanni Mancino di
Melizzano (1949-1953). Ricostituita nuovamente nel 1969, fu
Di questo musicista, si ricordano le seguenti composizioni: Giovinezza
Sannita, marcia per pianoforte (Firenze, Saporetti e Cappelli, 1927; copia in I-Fn);
Harem, canzone su versi di Gisi, per voce e pianoforte (Benevento, De Martini, s.
d.); Inconsideration, valse hesitation per pianoforte (Napoli, Izzo, s. d.); ‘O
signale, canzone napoletana, su testo di Giuseppe Aliperti per voce e pianoforte
(Firenze, Saporetti e Cappelli, s. d.); Preghiera alla Vergine, per canto e banda;
Revue d’amour, valzer per pianoforte; Umberto di Savoia, inno per voce e
pianoforte (ms del 1935 in I-RCNca).
111
Tra le sue marce, espressamente composte per la banda di Cusano Mutri, si
ricordano: I Ciabattini Ingelositi, I Fannulloni, I Rosicatori e Risorgimento
Cusanese; quest’ultima premiata con Croce d’Argento nel 1935 al Concorso per
composizioni bandistiche di Nocera Inferiore (Salerno).
112
Tra le sue composizioni, si ricordano: Alla stella confidente, romanza per
voce e banda (ms in I-FTamore); Dina, polka per banda (ms in I-FTamore);
Filargiria, passo doppio per banda (ms in I-FTamore); Il gingillo, mazurka per
banda con tromba solista (ms in I-FTamore); La bella sannita, marcia per banda
(ms in I-FTamore); La cherie’, marcia per banda (ms in I-FTamore); Lo zingaro,
passo doppio per banda (ms in I-FTamore); vari pezzi per pianoforte.
110
68
diretta da Carlo De Luca113 di S. Salvatore Telesino (1969) e
dall’esperto musicante Antonio Cusano (1970-1991). Nel 1992 si
scisse in due formazioni bandistiche: il Concerto musicale “G.
Verdi”, diretta dal locale M° Leonardo Meneo e il Concerto
bandistico “A. Cusano”, organizzata dal sig. Paolo Armellino.
A Fragneto L’Abate, dopo l’Unità d’Italia, per alcuni anni fu
attiva una piccola formazione bandistica con a capo un tal Saturnino,
ex “tamburino” dell’esercito borbone.
A Frasso Telesino, fondata nel 1838 per iniziativa privata, fu
ininterrottamente attiva fino al 1992, anno in cui si sciolse
definitivamente. Dalla seconda metà dell’800, fu diretta sempre da
maestri locali: Andrea Mosiello (fino al 1883), Luigi Iannotti
(1884-1895), Angelo Mosiello (1896-1903), Pietro Canelli (fino al
1925), Giuseppe Iannotti (1926-1933),114 Aurelio Canelli (19341942), Andrea Tedesco (1962-1984), Adriano Amore (19901992).
A Ginestra degli Schiavoni, presente per alcuni anni dal 1936, nel
1973 fu rifondata grazie alla passione di alcuni maestri locali. Nel
1995 si fonde con la banda musicale di Ariano Irpino, dando così
vita alla nuova “Banda Ginestra-Ariano Irpino”.
A Guardia Sanframondi, si hanno notizie relative ad una banda
musicale a partire dal 1849 e seppur in modo discontinuo, essa
operò fino alla Seconda Guerra Mondiale.
A Melizzano, fu istituita nel 1846 da don Domenico Ruggiero.
Seppur in modo discontinuo, la banda sopravvisse fino al periodo
fascista. Ricostituita dopo la Seconda Guerra Mondiale, fu attiva
solo per pochi anni (1946-48), sotto la direzione del locale M°
Dopo aver intrapreso gli studi di tromba con il M° Pasquale Zarro al
Conservatorio di Napoli, si è diplomato al Conservatorio di Musica di Avellino
(1978). Qui ha studiato, inoltre, composizione con B. Mazzotta e Didattica della
Musica con M. Cesa. Tra i suoi lavori, ricordiamo: Eclettico Clarinetto, per
clarinetto solo (ms in I-FTamore); Conoscere, capire e suonare senza solfeggio la
Tastiera Elettrica (Roma, BMG Ricordi, 2000; copie in I-Fn, I-Mc, I-Rn). Cfr.,
AMORE 2001, p. 21.
114
Sotto la sua direzione, nel 1929 la banda ottenne il secondo premio al
Concorso bandistico di Benevento con l’esecuzione di una fantasia dell’opera Frà
Diavolo di Daniel Aubert.
113
69
Giovanni Mancino, prima di sciogliersi definitivamente.
A Moiano, presente nella seconda metà dell’800, dopo la
Seconda Guerra Mondiale, per pochi anni, la banda fu nuovamente
attiva sotto la direzione dei maestri (?) Sgambati e Vincenzo Falco
(1954).
A Molinara, presente sin dalla metà dell’800, nel 1861
fraternizzò con i briganti della banda Pellerossa: «si fanno
accompagnare da fiaccole precedute dalla banda musicale, e tutti
accolgono quell’orda […]». Dagli inizi del ‘900, tra gli altri, fu
diretta dal capobanda Angelo Cirocco (fino al 1922), dal M°
Vincenzo Ferrannini di San Leucio del Sannio (periodo fascista) e
dai locali maestri Rocco Callisto (1985-1999) e Rocco Baldino (dal
1999).
A Montesarchio, presente dal 1870, nel corso dell’800 fu più
volte sciolta e ricomposta alle dipendenze del Comune. Tra i
direttori che si sono alternati alla sua guida, si ricordano il M° De
Meis (1881-83), il locale M° Antonio Cassella (1883-84 e 188688), il M° Antonio Mercaldo (1885) di Cervinara, il M° Giovanni
Sartorio (1888-94) e il M° Luigi Gianquitto di Napoli (18951924). Durante il periodo fascista essa fu diretta dal M° Arduino
Chiaffarelli (1925-27) di Riccia (Campobasso) e dal M° Antonio
Giordano (dal 1931), sotto la cui guida la banda si esibì in tutta
l’Italia Meridionale. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945 la
banda fu riorganizzata e diretta dal locale M° Antonio Compare al
quale seguirono, durante gli anni Settanta e Ottanta, il M° Arduino
Croce ed infine il M° Tommaso Pallotta, che dette vita all’ultima
grande banda da giro. Dagli anni Novanta in poi, la banda è stata
guidata da alcuni elementi della stessa come il M° Antonio Lonardo
fino all’attuale M° Gianni Reno.
A Morcone, presente dal 1866, dal 1884 a dopo il 1888 fu
diretta da Maurizio Manente. Durante il Ventennio fascista, dal
1929 al 1942, fu attiva la fanfara dei giovani balilla, diretta dal
locale maestro Emilio Di Mella.
A Paduli, alcuni anni prima della Prima Guerra Mondiale, fu
attiva una fanfara fondata e diretta da Padre Federico De Palma. Nel
1939 e, ricostituita, nel 1954, la banda fu diretta dal locale M°
70
Donato Fantozzi.115
A Pago Veiano, durante il periodo fascista fu attiva una banda di
circa 20 musicanti.
A Pannarano, presente nel 1871 con la direzione di Cocozza
Campanile, fu sciolta nell’ottobre del 1872. Rifondata da Alberico
Alessio nel 1886, nel 1888 era diretta dal M° Luigi Morrone.
Durante il ‘900 la banda viene diretta dai locali maestri Alfredo
Balletta e Raffaele Bellamente. Alla fine degli anni ‘80 si scisse in due
formazioni bandistiche: una fondata e diretta dal 1984 dal locale
M° Enrico Bellamente e l’altra diretta dal locale M° Vincenzo
Abate.
A Pesco Sannita, dall’Unità d’Italia, per alcuni decenni, fu attiva
una banda musicale: «A S. Lupo, il giorno 28 settembre 1862 si
solennizzava la festa di S. Celestino con l’intervento della banda
musicale di Pescolamazza […] diretta dal Capobanda Pasquale
[…]» il quale, rifiutandosi di suonare l’Inno di Garibaldi, provocò
gravi disordini.
A Pietraroia, dopo la Prima Guerra Mondiale, fu attiva per alcuni
anni una banda musicale. Questa, nel luglio del 1919 partecipò alle
celebrazioni per il 25° anniversario della Incoronata Immagine della
B. V. M. della Grazia in Cerreto Sannita.
A Pietrelcina, presente sin dal primo ‘800, fu diretta dai maestri
Giuseppe Crafa (1870-1900 ca.) e Giovanni Crafa (dal 1900 ca.).
Nel Ventennio fascista, oltre alla fanfara della G.I.L. (Gioventù
Italiana del Littorio), fu attivo un Gran Concerto bandistico,
organizzato e diretto dal locale M° Vincenzo Petrone. Dopo la
Seconda Guerra Mondiale, l’attività bandistica venne continuata dai
maestri locali Isidoro Pennisi e Vinicio Fierro (dagli anni ‘80). Nel
1993, il locale virtuoso di flicornino Gino Formichella, organizzò il
Gran Concerto Bandistico “Città di Pietralcina”, che sotto la
115
Nacque a Paduli nel 1904 ed ivi morì nel 1964. Tra le sue composizioni, si
ricordano: Danza Burlesca, marcia per banda; I Critici, marcia sinfonica per banda
(Roma, Edizioni Ortipe, s. d.; copia in I-FTamore); Maria Teresa, marcia
sinfonica per banda, in «Risveglio Bandistico», Roma, VI (1951), n° 10-11, p. 6;
Messa, per 2 tenori e orchestra (ms); Torna l’amore, scherzo marciabile per banda
(Roma, Edizioni Ortipe, s. d.; copia in I-FTamore). Si ricordano, inoltre, varie
romanze per voce e pianoforte e diversa musica liturgica per voci e organo, rimasta
inedita.
71
direzione del maestro beneventano Leonardo Quadrini si esibì in
tutta l’Italia meridionale.
A Pontelandolfo, istituita nel 1846, si sciolse più volte nel corso
dell’800. Fino al 1886 fu sovvenzionata dal Municipio, dopo si
mantenne con il ricavato delle feste. Alla sua guida, tra gli altri,
furono chiamati i maestri Giuseppe Bollochio (1871), Vincenzo
Amato (1888) e Saverio De Maria (1948).
A San Bartolomeo in Galdo, fondata e finanziata dal Comune nel
1882, nel 1888 era diretta da Bernardino Venturini. Nel 2001 fu
nuovamente ricostituita sotto la direzione del Maestro di clarinetto
Daniela Circelli.
A San Giorgio del Sannio, istituita e sussidiata dal Comune nel
1867, era formata da circa 22 musicanti che «solennizzavano le feste
locali e rallegravano gli animi dei concittadini». Nel 1871 era diretta
da Enrico Misco.
A San Leucio del Sannio, istituita nel 1835 da don Innocenzo
Zapparelli, fu presente in modo discontinuo fino alla Seconda
Guerra Mondiale. Alla sua guida, tra gli altri, si alternarono Pasquale
Calandra (1871) e il locale M° Antonio Ferrannini (periodo
fascista). Nel 2002, su interessamento del comune, furono
intrapresi vari e vani tentativi per ricostituirla.
A San Lorenzello, durante il Ventennio fascista, per circa due
anni (1925-26) fu presente una banda diretta dal M° Michele
Luponio di Faicchio.
A San Lorenzo Maggione, alla fine dell’800, per diversi anni, fu
attiva una banda musicale organizzata e diretta dal locale M°
Giuseppe Antinora.
A San Salvatore Telesino, le prime notizie relative alla presenza
di una banda musicale risalgono al 1853, quando questa partecipò
ad una manifestazione religiosa a Solopaca. Dagli inizi del ‘900, tra
gli altri, ne furono direttori Nicola Porzio (1922), il locale Silvestro
Fusco (1923-32 ca.), Vincenzo Ferrannini di San Leucio del Sannio
(periodo fascista), Nicola Lepore di Amorosi (1946), De Filippo di
Gragnano (anni ‘50) ed Eugenio Medaglione116 (fino al 1969).
Il Medaglione, fu autore anche di alcune composizioni rimaste inedite: A S.
Leucio Protettore, marcia sinfonica per banda; Addio per sempre, marcia funebre
per banda; Marcia militare, per banda; Mazurka, Valzer, Tango e Polka per
116
72
Ricostituita grazie al contributo economico dell’Amministrazione
Comunale, dal 1985 al 1989, fu diretta dal M° Carlo De Luca. Nel
2007, fu nuovamente ricostruita sotto la direzione del locale M°
Mario Cutillo.
A Sant’Agata dei Goti, presente fin dalla metà dell’800, la banda
venne più volte sciolta e ricomposta fino a sparire del tutto nel
primo decennio del ‘900. Fortemente sostenuta dal Sindacomusicista Pietro Rainone - che nel 1878 per i suoi allievi compilò e
diede alle stampe un manuale di Grammatica elementare di musica,
Napoli, De Angelis, 1878 (copia in I-BVam) - ebbe tra i suoi
direttori il locale M° Vincenzo Corrado,117 il citato Pietro Rainone
(1877-78)118 e il M° Antonio Faraglia di Città Ducale (18791883).
A Santa Croce del Sannio, istituita per iniziativa privata, nel
1854 era diretta da Giuseppe Paoletti. La banda fu presente anche
negli anni 1871 (diretta da Luigi Covone), 1873, 1888 (diretta da
Giuseppe Mignogna). Durante il Ventennio fascista fu attiva la
banda musicale dell’O. N. D., diretta nel 1931 dal M° (?) Rainone
e nel 1932 da Michele Saginario.
A Sassinoro, la banda nacque per espressa volontà dell’arciprete
don Domenico Mastracchio, che nel 1885 provvide a far venire in
paese il maestro Angelo Marcone di Sulmona. Dopo la Prima
Guerra Mondiale, nel 1920 fu ricostituita e diretta fino agli inizi
degli anni ‘40 dal locale M° Giosué Iamicelli. Nuovamente
ricostituita dopo la Seconda Guerra Mondiale, fu diretta dai maestri
Saverio De Maria, Domenico Sassanelli, Antonio Lardieri (anni ‘50),
Armando Gagliardi (anni ‘60-80), Vinicio Fierro di Pietrelcina (dal
1985), Antonio Arietano, fino all’attuale Antonio Iannitto.
A Solopaca, come ci ricorda il Romanelli nel suo diario di
clarinetto solo (ms in I-FTamore); Studi per tromba.
117
Tra le sue composizioni, ricordiamo l’Inno a Maria SS. del Carmine, per
coro e banda (ms in I-FTamore).
118
Sul giornale napoletano «La Musica», del 7 aprile 1877, il Rainone fu
particolarmente lodato come direttore: «alle doti di un Sindaco modello, e di un
perfetto gentiluomo, aggiunge quella di un valente maestro di musica. Egli ha
diretto nella Cattedrale della sua città le Ore di Maria Desolata Oratorio Elegiaco
con successo mirabile».
73
memorie manoscritto, la banda fu presente per tutto l’800 per poi
estinguersi definitivamente in epoca fascista.
A Telese Terme, dal 1970 al 1972 fu attiva una banda musicale
diretta da Eugenio Medaglione, esperto musicante di San Salvatore
Telesino.
A Torrecuso, istituita nel 1850 per iniziativa privata di Antonio
Capobianco, ebbe come direttori i maestri Carlo Barbato (1871),
Carlo Quintavalle (1888), Nicola Porzio (1920), Aurelio Canelli di
Frasso Telesino e Alessandro Cardoni (epoca fascista). Dopo la
Seconda Guerra Mondiale, operò fino al 1949 il Gran Concerto
Musicale “A. Mellusi”, una formazione di 60 musicanti diretti prima
dal M° Antonio Anzalone e negli anni 1948-49 dal M° Antonio
Giordano. Nuovamente ricostituita nel 2007, attualmente è diretta
dai maestri Emilio Comparone e Rocco Callisto di Molinara.
A Vitulano, nel 1860 esisteva un’«ottima fanfara», diretta da
Angelo Martini e inserita in una colonna garibaldina, i cui
componenti furono assaliti e sterminati dai reazionari tra
Castelpetroso e Pettorano; tre soli bandisti sopravvissero. Un
«Concerto musicale» fu istituito dal Comune nel 1884, diretto nel
1886 dal M° Giuseppe Grue. Ricostituita dopo la Prima Guerra
Mondiale, su interessamento del Marchese Rivellini, fu diretta dai
maestri Francesco Tartaglia (1923) e Nicola Porzio (1924-1925).
Nuovamente ricostituita dopo la Seconda Guerra Mondiale, ebbe
come direttori il M° Alfonso Matrella di Cerignola (1948) e, in
seguito, il M° Domenico Quatrano di Camposano (Napoli), per poi
sciogliersi definitivamente.
Bibliografia: ALBUM, pp. 62; AMORE 1997, p. 17; AMORE 2001, pp. 1527; AMORE 2005, pp. 13-26; ANESA, pp. 238, 374, 378-379, 403, 491, 522,
573-578, 615, 623, 806-807; ANNUARIO 1923, p. 164; ANNUARIO 1932,
pp. 209, 211-212, 218, 229-230; ANNUARIO 1940, p. 499; CAPRA, p. 8;
CHIRICO, pp. 212, 214, 216, 234- 237, 260-261; CUCCO, p. 87; DE LUCIA,
pp.62-63; INGALDI, vol. II, p. 400; MASCIA, p. 127; MASTRACCHIO, p.
11; MATURO, pp. 64-72; MELENZIO, p. 112; MEOMARTINI, pp. 77-84;
MORRONE, p. 311; NARCISO, pp. 70-72; OREFICE, p. 88; PROIETTI,
pp. 110-117; RAMPONE, pp. 49, 85, 123, 126; RIVETTI, pp. 47-58;
TINESSA, pp. 7-19; TIRONE, pp. 121-124; VIGLIOTTI, p. 88; ZAZO 1976,
pp. 159, 164; ZERELLA, pp. 89-90.
74
I MAESTRI DI BANDA
Tra i maestri sanniti, attivi come direttori di bande fuori dalla
Provincia di Benevento, si ricordano: Alfredo Balletta di Pannarano,
intorno al 1926 direttore della banda di Acerra (Napoli); Aurelio
Canelli di Frasso Telesino,119 direttore della banda di Rapolla
(Potenza, 1925); Pietro Canelli di S. Salvatore Telesino, in epoca
fascista, direttore della banda musicale di Caiazzo (Caserta);
Antonio Cassella di Montesarchio,120 direttore della banda musicale
di Voghera (1889); Pasquale Colasante di Baselice, intorno al 1875,
direttore della banda musicale di Ischitella (Foggia); Antonio
Compare di Montesarchio,121 nel 1940 direttore della banda
musicale di Giarratana (Siracusa); Teresiano De Libero di S.
Lorenzo Maggiore,122 direttore del primo Reggimento Dragoni
(1849 ca.) ed in seguito della Guardia Nazionale di Caserta;
Antonio Ferrannini di S. Leucio del Sannio, direttore della banda di
S. Maria a Vico e di varie bande in Calabria; Vincenzo Ferrannini di
S. Leucio del Sannio, fratello di Vincenzo, direttore della banda di
Roccabascerana (Avellino); Lorenzo Fiorillo di Pietrelcina, dal
1936 al 1941 direttore della banda musicale di Falerna (Catanzaro)
119
Tra le sue composizioni, si ricordano: Carezze, valzer per banda (Perugia,
Belati, 1917); Inaugurazione, polka per banda (Perugia, Belati, 1917).
120
Nacque a Montesarchio nel 1860 e morì giovanissimo a Voghera (Pavia) nel
1889. Studiò clarinetto con Francesco Pontillo al Conservatorio di Musica S.
Pietro a Majella di Napoli, dove fu membro della Società Filarmonica Bellini
(1881). Per l’editore Lucca di Milano, nel 1884 pubblicò una Barcarola per
mezzosoprano o baritono e pianoforte (copie in I-Mc, I-Rsc, GB-Lbl).
121
Fu autore di diverse composizioni per banda, rimaste inedite, tra le quali
ricordiamo la marcia Verso il destino.
122
Tra le sue composizioni, si ricordano: Cavatina per clarinetto e banda (ms in
US-CPpa); Le Maschere atellane, quadriglia per pianoforte (Napoli, T. Cottrau, s.
d.; copia in I-BAn); Le Marionette capuane, polka per pianoforte (Napoli, T.
Cottrau, s. d.; copia in I-BAn); Marce per pianoforte (ms del 1849 in I-MC);
Marcia ricavata dell'Opera Luisa Miller per pianoforte (ms in I-MC); Messa a due
voci in Fa maggiore per 2 soprani e organo (ms in I-Mc); Messa a due voci in Sol
maggiore per 2 soprani e organo (ms in I-Mc); Polka per pianoforte (ms del 1849
in I-MC); Tantum Ergo per baritono (ms in I-AGN). Scrisse, inoltre, un Trattato
ristretto e facilitato di armonia musicale: ad uso de’ musicisti dell’Esercito che
volessero ascendere a capo-musica (Napoli, T. Cottrau, 1872; copie in I-Baf, INc, I-Rsc).
75
e, intorno al 1964, della banda musicale di Taverna (Catanzaro);
Giuseppe Iannotti di Frasso Telesino,123 direttore delle bande
musicali di Bovino (Foggia), Cittanova (Reggio Calabria), Olbia
(Sassari) e, nel 1898, di Atessa (Chieti); Nicola Lepore di
Amorosi,124 direttore delle bande del 39° Reggimento Fanteria e di
Gioia Sannitica (Caserta); Giovanni Mancino di Melizzano,125 negli
anni ‘50 del ‘900, direttore della banda musicale di Orice (Trapani);
Giuseppe Manente, direttore delle maggiori bande militari e civili
italiane del primo ‘900 e della banda della Guardia di Finanza
(1926-1932), di cui ne fu il primo direttore; Liborio Manente,126
Nacque a Frasso Telesino nel 1870 e morì a Napoli nel 1938. Studiò al
Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli, diplomandosi in
pianoforte e strumentazione per banda (1908). Nel 1894, dalla Società Artistica
Musicale “Diritto e Giustizia” di Palermo, ottenne un diploma di Primo Grado
per l’idoneità a Maestro Direttore «in omaggio ai meriti artistici e letterari che lo
distinguono». Nel 1909, due sue marce furono premiate al concorso musicale
“Tito Belati” di Perugia. Fu attivo come direttore di bande in America, a Bovino
(Foggia), a Cittanova (Reggio Calabria), ad Olbia (Sassari), nel 1898 ad Atessa
(Chieti) e a Frasso Telesino (1910 e dal 1928 al 1934). Con quest’ultima banda,
nel 1929, ottenne il secondo premio al Concorso bandistico di Benevento con
l’esecuzione di una fantasia dell’opera Frà Diavolo di Daniel Aubert. Tra le sue
composizioni, si ricordano: Allegria, Omaggio a Roosewelt in Italia, polka per
pianoforte (Napoli, Pisano, s. d.; copia in I-FTamore); Bellissima, sinfonia per
banda (ms del 1910 in I-FTamore); Il lieto evento, marcia per banda (ms del
1910 in I-RCNca); 12 marce per pianoforte (Napoli, Pisano, s. d.); Marcia
sinfonica per banda (Perugia, Belati, 1909); Marcia militare per banda (Perugia,
Belati, 1909). Altre sue composizioni andarono distrutte durante la Seconda
Guerra Mondiale. Cfr., AMORE 2005, p. 17; ANESA, p. 491.
124
Nato ad Amorosi nel 1915, dopo la Seconda Guerra Mondiale, pubblicò per
le edizioni Zita di Roma le seguenti composizioni per banda: Castellana, marcia
sinfonica; Egeria, marcia sinfonica; Laura, marcia sinfonica.
125
Nacque a Melizzano nel 1913 e morì a Telese Terme nel 1999. Studiò al
Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli, diplomandosi in
pianoforte e strumentazione per banda sotto la guida del M° Daniele Napolitano.
Tra le sue composizioni, tutte per banda, si ricordano: Addio per sempre, marcia
funebre; Crisantemi lontani, marcia funebre; Cuore molisano, marcia sinfonica;
Dina, marcia militare; Eterno riposo, marcia funebre; Forza allievi, marcia militare;
I Falsi amici, marcia militare (ms in I-FTamore); Meraniana, marcia sinfonica;
Orice, marcia sinfonica (ms in I-FTamore); Pensiero funebre, marcia funebre;
Piccola banda, marcia sinfonica (ms in I-FTamore); Rosetta, marcia sinfonica.
Cfr., AMORE 2001, p. 20.
126
Autore di diverse composizioni, di lui ci sono pervenute: Avanti Savoia,
123
76
padre di Giuseppe, direttore di diverse bande reggimentali e quelle
civili di Guglionesi (dal 1869), Rotonda, Capri e Sorrento (Napoli);
Pacini Manente,127 figlio di Liborio e fratello di Giuseppe, fu vice
direttore della banda comunale di Catania; Angelo Mosiello di
Frasso Telesino,128 direttore delle bande musicali di Apricena
(Foggia), S. Martino Valle Caudina (Avellino) e Alatri (Frosinone,
1904-1907); Vincenzo Petrone di Pietrelcina, durante il Ventennio
fascista, direttore della banda musicale di Monte San Giovanni
Campano (Frosinone); Leonardo Quadrini di Benevento,129 direttore
delle bande musicali di S. Giorgio Jonico (Taranto), Fisciano
(Salerno), Ceglie Messapica (Brindisi), Castellana Grotte (Bari) e
Noci (Bari); Antonio Reino di Castelvetere in Valfortore,130
direttore delle bande musicali di Rodi Garganico (1947), S.
Eusanio del Sagro (1947-48), Orsogna (1949), Noci (1950-1953),
Loreto Aprutino (1954), Vasto (1956), Carovigno (1958-1970),
Martina Franca (1972-1973), Lecce (1974-1976) e Squinzano
marcia militare per banda (ms del 1897 in I-Racs) e Alle Loro Maestà, fantasia
per banda (ms in I-Tr).
127
L’unica composizione nota di questo musicista è un Pezzo popolare per
banda (ms; copia in I-Tr).
128
Nacque a Frasso Telesino nel 1860 ed ivi morì nel 1918. Fu autore di varie
composizioni per banda, molte delle quali andate distrutte durante la Prima
Guerra Mondiale: Campo militare, fantasia caratteristica per banda, dedicata a
S.A.R. il Principe di Napoli in occasione delle sue nozze (ms del 1898 in I-Tr);
Cesira, polka per banda; Elena, marcia sinfonica per banda; Esterino, polka per
banda; Festa ‘e sole, per canto e pianoforte su versi di C. Calandra (Frasso
Telesino, 1905 ca.); Furore, marcia trionfale per banda; Ideale, scherzo sinfonico
per banda; La Vestale, sinfonia per banda (andata dispersa); Le nozze, sinfonia per
banda; Letizia, polka per banda; L’italiana, marcia sinfonica per banda; L’Otto
Settembre, marcia sinfonica per banda; Marietta, mazurca per banda; Napoli,
valzer per banda; Penso a te!, mazurca per banda; Tripudio, marcia sinfonica per
banda; Una Colomba, mazurca per banda.
129
Oltre a varie composizioni corali e da camera, il Quadrini ha pubblicato, per
le edizioni Santabarbara di Bellona (Caserta), le marce sinfoniche per banda Emilia
e Risveglio pugliese.
130
Nacque a Castelvetere in Valfortore nel 1922 e morì a Lecce nel 1978.
Diplomatosi in clarinetto e strumentazione per banda al Conservatorio di Musica
Santa Cecilia di Roma, fu attivo anche come compositore e docente di clarinetto al
Conservatorio di Lecce. Tra le sue composizioni per banda, si ricordano: Aurora,
marcia; Danza araba; Dea Roma, poema sinfonico; Maiella, marcia; Roma, marcia;
Trionfo, marcia. Cfr., ANESA, pp. 896-807.
77
(1977-1978) e Nicola Domenico Reino di Castelvetere in
Valfortore,131 fratello del precedente, direttore di varie bande
musicali abruzzesi e pugliesi.
Bibliografia: AMORE 1997, p. 17; AMORE 2001, pp. 16, 18, 20-21;
AMORE 2005, pp. 16-18, 20; ANESA, pp. 177, 265, 333, 378-379, 522, 574578, 623, 664, 747-748, 794, 806-807, 839; ANNUARIO 1940, pp. 499, 512;
CAPORASO, p. IV; CAPRA, p. 8; CARLINO, p. 73; CATURANO, p. 14;
CHIRICO, pp. 234, 261; CUCCO, p. 87; DE ANGELIS, pp. 297-298; DE
LUCIA, pp. 62-63; IANNOTTI, p. 18; INGALDI, vol. II, pp. 274-276;
MAZZACANE, p. 237; MEOMARTINI, pp. 77-84; OREFICE, p. 88;
PROIETTI, pp. 97, 174, 345; RIVETTI, pp. 49-50; SCHMIDL, vol. II, p. 24;
SEVERINO, p. 67; TINESSA, pp. 7-10; VIGLIOTTI, p. 162; ZERELLA, pp.
89-90.
131
Nacque a Castelvetere in Valfortore nel 1922 e morì a Lecce nel 1979. Fu
attivo anche come compositore e docente di clarinetto al Conservatorio di Musica
di Lecce (1968 ca.-1979). Tra le sue composizioni per banda, si ricordano:
Carbinia, marcia militare; Fiordivalle, marcia sinfonica (Roma, Ortipe, s. d.; copia
in I-FTamore); Maiella, marcia; Orsogna, marcia sinfonica (Roma, Ortipe, s. d.;
copia in I-FTamore); Rosatino, marcia militare (idem). Fu autore, inoltre, del
trattato Il Clarinetto: Storia e acustica (dattiloscritto del 1975 in I-FTamore).
Cfr., ANESA, p. 807.
78
( VII )
I Grandi Musicisti Sanniti
Nicola Calandro detto Frascia
(Frasso Telesino, 03/07/1715 - Roma,1760 ca.)
Seguendo le orme del fratello Giacomo,132 frequentò a Napoli il
Conservatorio di Sant’Onofrio a Capuana, dove ebbe come maestri
Ignazio Prota e Francesco Feo. Terminati gli studi, fu attivo, sempre
a Napoli, al Teatro della Pace, dove furono rappresentate le sue
prime commedie musicali. Trasferitosi a Roma, tra il 1749 e il
1750, al seguito del Cardinale Domenico Orsini, fu «Virtuoso
presso l’Eccellentissima Casa Orsini d’Aragona». Al periodo romano
sono databili gran parte delle sue composizioni sacre e strumentali,
composte per soddisfare le esigenze musicali del suo protettore. Solo
nel gennaio del 1755, si propose come operista al pubblico romano
con la Farsetta per musica andata in scena al Teatro Argentina.
Nello stesso anno fu attivo a Venezia e, nei primi mesi del 1756, a
Terni, dove fu eseguita Saul e Gionata, cantata sacra per tre voci,
coro e orchestra. Rientrato a Roma, durante l’estate del 1756, fece
eseguire Le Corone, componimento pastorale per la festività
dell’Assunzione di Maria Vergine. Trasferitosi nuovamente a
Venezia, nell’autunno del 1756, fece rappresentare al Teatro San
Samuele la sua nuova opera I Tre Matrimoni, commedia per musica
su libretto di Carlo Gozzi. Durante il carnevale del 1757, lo
troviamo nuovamente a Roma dove, al Teatro Valle, mette in scena
l’intermezzo La Pugna Amorosa. Lasciata Roma alla fine del 1757,
fu attivo dal 1758 a Bologna, dove ebbe modo di perfezionare le sue
conoscenze musicali con il celebre contrappuntista Giovanni Battista
Martini. Trasferitosi a Venezia, nell’autunno del 1759, ricevette
l’incarico, dall’impresario del Teatro San Moisé, di comporre alcune
arie e sinfonie nuove per i rifacimenti di due opere di Domenico
Fischietti, Florian Gassmann e Giuseppe Scarlatti. Rientrato a Roma
132
Vedi nota n° 67 a p. 45.
79
alla fine del 1759, il Calandro poco dopo morì; mentre la sua fama
aveva ormai superato i confini del regno napoletano e quelli italiani
per assumere risonanza internazionale, come bene attestano i libretti
e i manoscritti delle sue musiche custoditi nelle principali biblioteche
mondiali.
Composizioni:133 2 Arie per l’opera bernesca Gl’uccellatori di
Florian Gassmann, rappresentata nel 1759 al Teatro San Moisé di
Venezia (l’aria «Gli augelletti che volan d’intorno», ms in I-Tf; l’aria
«Quell’ora un pover uomo», ms in I-Sbc, Fondo Santa Rosa); 4 Arie
per l’opera bernesca Il Dottore di Domenico Fischietti, rappresentata
nel 1759 al Teatro San Moisé di Venezia (ms in I-Sbc, Fondo Santa
Rosa); 6 Arie per il dramma giocoso Don Poppone di Baldassarre
Galuppi, rappresentato nel gennaio del 1759 al Teatro Formagliari
di Bologna (solo il libretto in I-Bc); Beatus Vir per 2 soprani, coro e
orchestra (ms in D-Wa); 7 Canzonette (Duetti) per 2 soprani e
basso continuo (ms in D-Dl); Ch’io parto reo lo vedi, aria per
soprano e orchestra dall’opera La Clemenza di Tito di autore ignoto
(ms in D-Wa); Concerto per flauto e orchestra (ms in D-MÜs);
Confitebor a 2 voci, coro e orchestra (ms in D-Wa); Dixit Dominus
a cinque voci e orchestra (ms in D-Wa); Farsetta per musica
(Intermezzi), rappresentata durante il carnevale del 1755 al Teatro
Argentina di Roma (ms in I-Pn); I tre matrimoni, commedia per
musica su libretto attribuito a Carlo Gozzi, rappresentata
nell’autunno del 1756 al Teatro San Samuele di Venezia (solo l’aria
«Io voglio che l’amante», per soprano e orchestra, ms in D-W);
Kyrie et Gloria per quattro voci e orchestra (ms in B-Bc, D-Wa, DSWl); La mogliera traduta, commedia per musica su libretto di
Antonio Palomba, rappresentata nella primavera del 1747 al Teatro
della Pace di Napoli (solo il libretto in I-Nc); La pugna amorosa,
intermezzi su libretto di Angelo Lungi, rappresentata durante il
carnevale del 1757 al Teatro Valle di Roma (solo il libretto in I-Bc,
I-Rsc); La schiava per amore, intermezzo, rappresentato postumo nel
133
La Sinfonia in Re, la Sinfonia dalla cantata Saul e Gionata e l’Andante dal
Concerto per flauto e orchestra, con mie revisioni, il 19 maggio 2002 sono state
riproposte, in prima esecuzione mondiale in epoca moderna, dalla Kammerton
Orchestra di Napoli, diretta da Pierfrancesco Borrelli, nella Chiesa di Campanile
di Frasso Telesino.
80
1772 nel Teatro di Umbertide (solo il libretto in I-PEc); Le
Corone, componimento pastorale, eseguito il 15/08/1756 a Roma
(ms in D-Wa); Li dispiette d’ammore, commedia per musica su
libretto di Antonio Palomba, scritta in unione a Nicola
Logroscino134 (I e II atto) e rappresentata durante il carnevale del
1748 al Teatro della Pace di Napoli (solo il libretto in I-Rsc, GBLbl); Lo Barone Landolfo, commedia per musica su libretto di
Giovanni D’Arno, rappresentata durante il carnevale del 1747 al
Teatro della Pace di Napoli (solo il libretto in I-Nc); Lo tutore
‘nnammorato, commedia per musica su libretto di Pietro Trinchera,
rappresentata durante il carnevale del 1749 al Teatro della Pace di
Napoli (solo il libretto in I-Nc); Mi costa tante lagrime, cantata per
soprano e orchestra (ms in D-Wa); Saul e Gionata, cantata a due e
tre voci, coro e orchestra, eseguita nel 1756 a Terni (ms in I-Tf); Se
ah intendo, aria per soprano e orchestra (ms in D-Wa); Sinfonia per
orchestra (Venezia, 1755; ms in GB-Er); Sinfonia in Sol maggiore
per orchestra (ms in S-Skma); Sinfonia in Re maggiore per
orchestra, dall’opera I Portentosi effetti della Madre Natura di
Giuseppe Scarlatti (ms in D-F); 2 Sonate per flauto e basso continuo
(solo la Sonata n° 2: ms in S-Skma); 3 Sonate per violino e basso
continuo (ms in BOL-Cha); Te Deum per quattro voci e orchestra
(ms in D-B, D-LEm).
Opere teoriche: Rudimenti per poter suonare regolarmente il
cembalo (ms in I-Bsf; altra copia manoscritta, con il titolo
Luminario per il clavicembalo, in I-Vnm).
Bibliografia: CALANDRO.
Tommaso Carapella
(Cerreto Sannita, 14/02/1662 - Napoli, 20/09/1736)
Allievo di Francesco Provenzale e di Giuseppe Cavallo al
Conservatorio di S. Maria di Loreto di Napoli, divenne non solo
«ottimo Compositore, ma ottimo contrappuntista ed eccellente
La Sinfonia e il III atto furono musicati dal Calandro, mentre il I e II atto dal
Logroscino.
134
81
Maestro di Canto». Dal 1679 al 1681 fu organista della Chiesa
dell’Annunziata e in seguito Maestro di Cappella nelle chiese dei
Pellegrini, di S. Anna dei Lombardi e di Monteoliveto (1728 ca.) a
Napoli. Scrisse numerose opere per istituzioni quali la
Congregazione di S. Caterina a Celano e per diverse famiglie nobili
napoletane tra le quali gli Spinelli, i Pignatelli e i Carafa. Apprezzato
dai suoi contemporanei, fu tenuto in gran considerazione da
Benedetto Marcello e particolarmente lodato per il suo stile
contrappuntistico da Padre Martini. Sulle sue Canzoni, il Villarosa,
ebbe a scrivere: «Queste canzoni sono molto eccellenti nel loro
genere. Esse sono dieci. Le prime cinque a 2 canti, le quattro
seguenti a canto e alto, e l’ultima a canto e basso. Ogni canzone è
composta di arie, e di duetti, e questi così cantabili ed espressivi, che
superano di gran lunga quei di Stefano, dello Scarlatti, e di Durante
medesimo. L’armonia è sempre conservata, e condotta con quella
nobiltà di espressione, che molto seduce». Secondo il Degrada, «il
Carapella è da annoverarsi tra le più interessanti personalità del
barocco musicale napoletano. Benché la sua attività si spinga sino a
tutto il secondo quarto del Settecento, egli si mostrò fedele sino
all’ultimo al mondo stilistico proprio della civiltà musicale barocca».
Nel 1729, musicò i cori del Domiziano, una delle dieci tragedie
cristiane di Annibale Marchese (1685-1753). Nello stesso anno,
poiché non era sposato e non aveva parenti («figlio di N. N.» lo
definisce l’atto di morte), si ritirò nel Convento di Monteoliveto a
Napoli, dove alcuni anni dopo morì.
Composizioni: 32 Arie gravi per la scuola di ben cantare, per
soprano e basso continuo (ms in A-Wn, GB-Lbl); A trovar quella
pace, cantata per 2 voci e basso continuo (ms in I-Nc); All’ombra
del più verde ameno colle, aria per voce e basso continuo (ms in GBLbl); Battaglia Spirituale, oratorio (ms in I-Nf); Canzoni a due voci
e basso continuo, dedicate all’Imperatore Carlo VI (Napoli, Camillo
Cavallo, 1728; copie in A-Wn, I-Fc, I-Nc, I-GB-Lbl, US-Wc /
copie ms in I-Fc, I-Gl, I-Nc, I-Baf, I-Bc, I-Mc, I-Pac, I- Vnm, B-Br),
quattro di questi furono ristampati da J. A. Hiller, in «Duetten zur
Beförderung des Studium des Gesanges» (Leipzig 1781); Confiter
Deo per voce e basso continuo (ms in I-Nf); Cori per la tragedia
Domiziano di Annibale Marchese (Napoli, F. Mosca, 1729; copia in
GB-Lbl / copie ms in I-OS, I-Vgc, D-Mbs); Di dolore in dolor,
82
cantata per contralto e basso continuo (ms in D-MÜs / edizione a
stampa: Frankfurt am Main, Garri Editions, 2008); Fortunato
uccellino, cantata per soprano e basso continuo (ms I-Nc); Fosse a
me tal fortuna, aria per voce e basso continuo (ms in I-Nc); Funerale
per la duchessa di Monteleone, D. Giovanna Pignatelli, eseguita nella
chiesa dei Pellegrini (1723); Il Figliuol Prodico, cantata sacra per
contralto e basso continuo (ms in I-SSV); Il Genio austriaco,
serenata per 2 soprani, contralto, orchestra e basso continuo, eseguita
nel 1716 a Napoli nel palazzo del Conte dell’Acerra, Alfonso De
Cardines, per solennizzare la ricorrenza della nascita di Carlo VI
d’Asburgo (ms in I-Mc); Il peccato, cantata sacra per soprano,
contralto e basso continuo (ms in I-Nc); Il Trionfo della Castità,
oratorio, eseguito il 6 dicembre 1705 a Napoli presso la
Congregazione di S. Caterina a Celano (solo il libretto: Roma,
Gennaro Zenobio, 1705; copia in I-Nc); Inno a S. Francesca
Romana, per voci e organo; Miserere per 4 voci e basso continuo
(ms in A-Wn; B-Bc, D-B, D-MÜs, D-Lem), pubblicato poi da O.
Braune, in «Caecilia, Sammlung von Kompositionen alter
italienischer Meister», Berlin-Potsdam 1854 ca., I, s. 6, p. 2 e da J.
Ch. Weeber, in «Kirchliche Chorgesänge», IV, Stuttgart 1857, p.
26; Peleo e Teti, serenata, composta per le nozze del Principe di
Scalea, Francesco M. Spinelli, con Rosa Pignatelli dei Duchi di
Monteleone (solo il libretto: Napoli, Stamparia di Felice
Mosca,1714; copia in I-Mc); Poiché l’empio destino, aria per voce e
basso continuo (ms in GB-Lbl); Quest’era il caro fonte, cantata per
soprano e basso continuo (ms in I-Bc); Quando l’ombrosa notte,
cantata per soprano e basso continuo (ms in I-Bc); Miserere a 4 voci
senza organo per la chiesa di Monteoliveto (ms in I-Nc); Recitativo
e Aria per voce e basso continuo (ms in I-PAVu); Vieni o cruda per
voce e basso continuo (ms in I-BGc).
Bibliografia: CARLO, p. 17; DEGRADA, pp. 651-652; DEUMM, Le
Biografie, vol. II, p. 104; EITNER, vol. II, p. 324; FLORIMO, vol. II, pp. 34,
58, 106, 188; MAZZACANE, pp. 293-294; PROTA-GIURLEO, p. 59;
SCHMIDL, supplemento, p. 159; VILLAROSA, pp. 25-28; ZAZO 1973, pp.
73-74.
83
Padre Egidio (Michelino) Circelli
(San Bartolomeo in Galdo, 05/02/1920 - Albano Laziale, Roma, 08/08/1989)
A Roma, si diplomò in canto gregoriano (1948) e composizione
sacra (1949) al Pontificio Istituto di Musica Sacra e in organo
(1952) con Fernando Germani al Conservatorio Santa Cecilia.
Organista della Chiesa di S. Maria Mediatrice di Roma (19511982), insegnò canto gregoriano al Pontificio Ateneo Antonianum
di Roma (1951-1957) e organo e composizione organistica al
Pontificio Istituto di Musica Sacra in Roma (1973-1989).
Contestualmente, fu attivo come concertista esibendosi in Italia,
Germania, ex Jugoslavia e Israele. Membro del Segretariato Organisti
Italiano (A.I.S.C.) e della Commissione liturgica, sezione musica
sacra, per la Diocesi di Roma, progettò e fece costruire dalla ditta
Vincenzo Mascioni di Cuvio (Varese), circa sessanta organi,
disseminati in diverse chiese italiane. Nel 2012 il Conservatorio di
Musica “Nicola Sala” di Benevento” gli ha intitolato un’aula
didattica, quale riconoscimento dei suoi alti meriti musicali.
Composizioni: Ave Maria per solo o coro di voci bianche e
organo (Roma, Edizioni Casimiri-Capra, 1955; copie in I-Fn, IRaa); Himno de la katolikaj esperantistoj, per canto e pianoforte
(Firenze, Mignani, 1949; copie in I-MSbne, A-Wn); Missa in
honorem Immaculatae Conceptionis B. Mariae Virginis, per tre voci
virili e organo (Utrecht, J. R. Van Rossum, 1962; copia in I-Raa);
Missa Mater Gratiarum, per tre voci dispari e organo (Utrecht, J. R.
Van Rossum, 1961; copia in I-Raa); inoltre, altre composizioni
vocali e organistiche, rimaste inedite.
Scritti: Restauro Dell’Organo Werle’ di S. Maria in Ara Coeli in
Roma, in «Sacerdos et Cantus Gregoriani magister», Regensburg,
Bosse, 1971, pp. 71-78.
Bibliografia: CAMBRIDGE, p. 151; DE RIMINI, p. 452; ZACCARIA, pp.
28, 39.
84
Giovanni Fusco
(Sant’ Agata dei Goti, 10/10/1906 - Roma, 31/05/1968)
Si trasferisce a Roma per studiare e qui, a soli nove anni,
seguendo l’esempio del fratello Tarcisio,135 si esibisce come pianista
per l’accompagnamento dei film muti, alla Sala Regia e al Cinema
Corso. Inizia così la sua attività nel cinema, che lo porterà in seguito
a diventare un personaggio determinante nel panorama della musica
per film. Entra poi al Conservatorio di Musica di Santa Cecilia dove
studia pianoforte con Pietro Boccaccini, organo con Fernando
Germani, composizione con Riccardo Storti e Alfredo Casella e
direzione d’orchestra con Bernardino Molinari e dove si diploma
brillantemente in pianoforte e direzione d’orchestra (1942). Nel
1931 si diploma in composizione al Conservatorio di Pesaro. Dopo
aver rielaborato e rifatto le colonne sonore originali di diversi film
stranieri,
guadagnandosi,
così,
un’«ottima
educazione
cinematografica», inizia a lavorare come autore di colonne sonore
originali per vari film e documentari. Nel 1948, inizia una lunga e
fruttuosa collaborazione con il regista Michelangelo Antonioni
(1912-2007), di cui fu il compositore prediletto. Con le sue
musiche, contribuì a creare una vera e propria scuola, tanto che lo
studioso Ermanno Camuzio lo definì «il padre della moderna musica
da film». Con le colonne sonore Cronaca di un amore (1950) e
L’Avventura (1960), vinse il nastro d’argento per la migliore musica.
Se universalmente note sono le sue colonne sonore, tutta da
135
Tarcisio Fusco (S. Agata dei Goti, 1904 - Roma, 1962). Studiò pianoforte,
organo e composizione diplomandosi al Conservatorio di Musica Santa Cecilia di
Roma. Svolse attività di direttore d’orchestra in teatri di varietà e per diversi anni
alla radio della capitale. Compose le musiche per alcune commedie di Michele
Galdieri e varie colonne sonore per film. Dal Camuzio è considerato come «un
pioniere dei rapporti fra il cinema e la musica perchè aveva cominciato dirigendo
orchestre durante la proiezione dei film muti». Fu autore, inoltre, di svariate
canzoni di successo in italiano, in romanesco e in napoletano. Oltre a diverse
colonne sonore per film, tra le sue composizioni, si ricordano: L’ultimo convegno,
tango per pianoforte (Roma, C. Franchi, 1933; copia in I-TEOmn); Serenatella
per orchestrina (Roma, Aurea, 1929; copia in I-Fn). Cfr., CAMUZIO, p. 181;
DE MURA, vol. I, p. 286.
85
riscoprire e rivalutare rimane la sua vasta ed eterogenea produzione
di musiche “colte”.
Colonne sonore per film: Avanzi di galera (1954); Cronaca di un
amore (1950); Deserto Rosso (1964); Gli Indifferenti (1964); Gli
Sbandati (1955); Hiroshime mon amour (1959); I Delfini (1960);
I fuorilegge del matrimonio (1963); I Sovversivi (1967); I Vinti
(1953); Il Giorno della Civetta (1969); Il Grido (1957); Il mare
(1962); Il rossetto (1960); La Corruzione (1963); La Signora senza
Camelie (1953); L’ Avventura (1960); Le Amiche (1955); L’ Eclisse
(1962); La guerre est finie (1967); L’Oro di Roma (1961);
Violenza segreta (1963); Storie sulla sabbia (1963); Traviata ‘53
(1953); Un eroe del nostro tempo (1959) ed altre ancora.
Altre composizioni: Ballata per pianoforte (ms in IRfusco); Boogie Woogie per fisarmonica (ms del 1952 in IRfusco); Cantata Profetica per soli, coro e orchestra (ms del 1954 in
I-Bacp); Canzone dell’uccellaio, per basso e orchestra (ms in IRfusco); Concerto per pianoforte e orchestra (ms in I-Rfusco); Due
arie per archi e organo (ms in I-Rfusco); Fantasia da concerto per
violino e orchestra d’archi (ms in I-Rfusco); Fuga di Erminia dalla
Gerusalemme liberata, poema sinfonico per orchestra (ms in IRfusco); La Scala di Seta, opera teatrale (1930, non rappresentata);
Messa a 5 voci, contrabbasso e batteria (ms del 1968 in I-Rfusco);
Piccola suite per otto istrumenti, dal film Hiroshima mon amour
(Milano, Nazionale Musicale, 1959; copia in I-Rama); Piccolo
Concerto per clarinetto e orchestra (ms in I-Rfusco); Salmo 12:
Fino a quando, o Signore? per coro (copia in I-Rama); Sonata a due
per violino e violoncello (ms del 1941 in I-Rfusco); Sonata a tre per
violino, flauto e clarinetto (ms del 1952 in I-Rfusco); Sinfonia
italiana per orchestra (ms del 1965 in I-Rfusco); Suite americana per
orchestra (ms in I-Rfusco); Tam Tam degli animali per voci infantili
e 5 strumenti (ms del 1965 in I-Rfusco); Via Nuvola 33, commedia
musicale su libretto di E. Bassano e D. Martini; inoltre, varie
composizioni per pianoforte e altre musiche da camera vocali e
strumentali, rimaste manoscritte (tutte in I-Rfusco).
Bibliografiae: CAMUZIO, pp. 181-183; DEUMM, Le Biografie, vol. III, p.
63; MARTIGNETTI, pp. 185-191.
Fonte: www.giovannifusco.com (pagine consultate il 22 aprile 2013).
86
Carmine Giordano
(Cerreto Sannita, 1685 - Napoli, 1758)
Allievo di Gennaro Ursino (1650-1715) e Nicola Fago il
Tarantino (1676-1745), dal 9 maggio 1701 studiò al Conservatorio
della Pietà dei Turchini a Napoli. Esordì componendo le scene buffe
e alcune arie per il melodramma La vittoria d’amor coniugale,
rappresentata nel 1712 nel Teatro S. Bartolomeo. Nello stesso anno,
ottenne la nomina di organista soprannumerario nella Real Cappella
di Napoli, incarico che mantenne fino alla morte. Nel 1737
compose per la chiesa di S. Domenico Maggiore di Napoli, il
celebre mottetto Dormi benigne Jesu, ovvero Ninna nanna al
Bambino Gesù, «eseguita ritualmente in questo luogo ogni anno dal
16 al 24 dicembre e riproposta nel 1995 con la revisione critica di
Roberto De Simone». Lo storico Giuseppe Morazzoni, scrisse che
«Beethoven la Ninna-Nanna del Giordano ebbe occasione di
conoscere a Vienna per mezzo di una copia manoscritta, che forse
era stata portata nella capitale austriaca dal conte Daun [viceré di
Napoli], e il grande maestro di Bonn ne trasse profitto per la sua
famosa Pastorale». Secondo il Florimo, «lo stile del Giordano si
distingue per una vena facile e scorrevole. Nello svolgimento della
sua musica procede con una giusta gradazione, dando un compìto
sviluppo alle idee».
Composizioni: Cantata per voce, violini e basso continuo (ms in
I-Mc); De profundis a 2 voci e strumenti (ms in I-Nc); Dormi
benigne Jesu, mottetto per 4 voci, coro, strumenti e basso continuo
(ms in I-Mc, I-Nc, I-GB-Lbl / edizione a stampa: Napoli, Giuseppe
Carluccio, 1871; copia in I-Nc); Gaude plaude terra amena,
mottetto pastorale per coro, orchestra e basso continuo (ms in INc); La vittoria dell’amor coniugale, opera andata in scena nel 1712
al Teatro S. Bartolomeo di Napoli (ms in I-Nc); Messa per 5 voci e
orchestra (ms in GB-Lbl); Nei giorni tuoi felici, duetto per 2 voci e
strumenti (ms in I-Mc); Pange linga a 2 voci con violini e basso
continuo (ms in I-Nc); Pastorale di S. Domenico per soprano, archi
e basso continuo (ms in I-Nc); Pietate dignos, mottetto per
contralto, violini e basso continuo (ms in I-Nc); Quem vidistis
Pastores, mottetto pastorale per soli, coro, archi e organo (ms in IMc, I-Nc / edizione a stampa: Napoli, Echos studio, 1995; copia in
87
I-Nc); O quam fulgide de celo, mottetto in pastorale per 5 voci,
violini e basso continuo (ms in I-Nc); Se dell’armi il decoro, cantata
per soprano e basso continuo (ms in I-Nc, GB-Lbl); Se intende so
poco, aria per soprano e orchestra (ms in I-Nc); Sparso di fosco ed
orrido pallore, cantata per contralto e basso continuo (ms un IMC);Terrestre paradiso, cantata per soprano e basso continuo (ms
in I-Mc); Versetti per organo (ms in GB-Lbl).
Bibliografia: FLORIMO, Vol. II, p. 320; PROTA-GIURLEO, p. 61;
MAZZACANE, p. 294; SCHMIDL, supplemento, p. 355; RASO, pp. 40-41.
Rino (Gennaro) Maione
(Airola, 16/10/1920 - Formia, Latina, 22/05/2012)
Parallelamente agli studi classici all’università di Napoli, dove si
laureò in lettere, compì quelli musicali al Conservatorio di Musica S.
Pietro a Majella di Napoli, diplomandosi in pianoforte (Vincenzo
Vitale), composizione (Terenzio Gargiulo), direzione d’orchestra
(Franco Caracciolo) e strumentazione per banda. Successivamente, si
perfezionò per la direzione d’orchestra a Parigi con J. Fournet e
all’Accademia Chigiana con P. van Kemper. Dal 1953 al 1958, fu
attivo in Colombia come docente di Composizione al Conservatorio
Nazionale di Musica di Bogotà ed di Esegesi musicale all’Università
Bolivariana di Medellìn, dirigendo anche concerti sinfonici ed opere
liriche. Rientrato in Italia, diresse le principali orchestre italiane e
insegnò Storia ed Estetica Musicale presso i Conservatori di Napoli,
Torino e Milano (dal 1984). Contemporaneamente, collaborò come
critico musicale con le riviste La Scala di Milano, Il Mondo della
Musica di Roma, Scena Illustrata di Firenze, Il S. Carlo di Napoli,
Bollettino ceciliano di Roma, Ritmo di Madrid ed altre ancora. Con
nomina ministeriale, nel febbraio del 1969, fece parte della
commissione giudicatrice per il concorso a Maestro Direttore della
Banda dell’Arma dei Carabinieri. Nel 1983 fu Direttore del
Conservatorio di Musica di Messina. Oltre a vari saggi storicomusicali, fu autore di composizioni sinfoniche, corali e da camera e
di varie trascrizioni e revisioni di musica antica (Frescobaldi, G.B.
Martini, Cherubini, Cimarosa, Mercadante e Zingarelli). Nati dal
88
matrimonio con la pianista napoletana Anna Maria Pennella,
affermati musicisti sono pure i figli Orazio (pianista), Paologiovanni
(musicologo e docente di storia della musica) e Renata (pianista e
musicologa).
Composizioni: Allegretto e Canzone, Marcetta e Danza per
pianoforte; Antica fantasia di concerto per orchestra; 3 Canti
moderni italiani op. 3 (1948); Edipo Re, suite sinfonica per
orchestra (1953); Evocaciones, partita op. 7 per quartetto d’archi
(Buenos Aires, Tempo-Ritmo, 1956; copia in I-Rama); Fantasia
Lirica per clarinetto e pianoforte; 4 Frammenti lirici per flauto,
violino e clavicembalo; In Terra Sannita, trittico sinfonico per
orchestra (1949); Introduzione, Corale e Toccata per organo;
Introduzione, Minuetto e Fuga per trio d’archi (1958); 2 Liriche
colombiane; 5 Madrigali classici op. 1 a 4 voci; Melodramma per
clarinetto solo; Musikstück op. 32 per orchestra (Milano, Curci, s.
d.); 3 Neapolitan songs per voce e pianoforte op. 12; Ouverture per
archi (1958); Ouverture in marcia op. 6 per banda; Piccola Sonata
Sinfonica per orchestra (1954); 3 Poemi di Antonio Aparicio op. 8;
Sestetto per archi e pianoforte; Sinfonia per orchestra con pianoforte
obbligato (1951); 3 Smorfie per 2 trombe e 2 corni; Sonata
coreografica per pianoforte; Studi per un coro di tragedia antica a 4
voci dispari.
Scritti: Dai Greci a Schöenberg, Corso di Storia della Musica
(Milano, U. Hoepli, 1986; copie in I-Fn, I-Mc, I-Nc); Il concerto
per violino e orchestra da J.S. Bach a Philip Glass (Sannicandro
Garganico, Gioiosa, 2006; copie in I-Mc, I-Nc, I-Rama); Il concerto
per violoncello e orchestra: da Vivaldi a Britten (Milano,
Rugginenti, 2010; copia in I-Nc); Il poema sinfonico: la musica
come categoria poetica da Berlioz a Respighi (Roma, BGM Ricordi,
2002; copie in I-Fn, I-Mc, I-Nc, I-Rn, US-Wc); Il Signore
dell’Auditorium, Storia del Concerto per pianoforte e orchestra
(Milano, Rugginenti, 1998; copie in I-Fn, I-Mc, I-Nc, I-Rn, USWc); Motivi storici ed estetici della musica (Napoli, Società Editrice
Napoletana, 1980; copie in I-BVam, I-Nc, I-Nn, US-Wc); Pretesti
di Letteratura Musicale (Roma, Associazione Italiana Santa Cecilia,
1966; copie in I-BVam, I-Fn, I-Mc, I-Nc, I-Rn); Variaciones sin
Tema (Buenos Aires, Mirski, 1958; copie in I-Fn, I-Mc, I-Nc, IRama).
89
Bibliografia: ANESA, pp. 566-567; DE SIMONE, p. 128; DEUMM, Le
Biografie, vol. IV, p. 587.
90
Giuseppe Manente
(Morcone, 03/02/1867 - Roma, 17/05/1941)
Dopo aver intrapreso lo studio della musica sotto la guida del
padre e di Giovanni Carusi, al Conservatorio di Musica San Pietro a
Majella studiò tromba con Domenico Gatti e composizione con
Giovanni Gnarro e Camillo De Nardis. Nel 1889 vinse per concorso
il posto di capomusica del 60° Reggimento Fanteria di stanza a
Novara e, successivamente, passò a dirigere il 3° Reggimento
Fanteria (1902 ca.) e l’ 83° Reggimento Fanteria di stanza a Pistoia
(fino al 1911). Contestualmente, all’attività direttoriale, alterna
quella di compositore e alcune sue marce per banda ottengono premi
e riconoscimenti ai Concorsi banditi dalle Edizioni Lapini di Firenze
(nel 1896 e 1897) e Sonzogno di Milano (1907). Nel marzo del
1906, al Teatro Manzoni di Pistoia, viene rappresentato con discreta
fortuna il suo Poemetto in un atto Alla Regata, su libretto di
Alessandro Martinetti, presentato in precedenza al Concorso
Sonzogno di Milano. Nel 1907, a Pistoia istituì e diresse la banda
dell’Orfanotrofio Puccini e Pia Casa Conversini. Sempre nel 1907,
con lo scritto Organizzazione d’una piccola banda, pubblicato sul
settimanale Musica, partecipò all’intenso dibattito teorico che,
avviatosi nell’immediato periodo postunitario, si sviluppò nei primi
anni del ‘900, costituendo un’importante premessa alla riforma delle
bande musicali italiane realizzata poi da Alessando Vessella (1860 1929). Nel 1910 fu incaricato dal Ministero della Guerra di
comporre dei Frammenti Musicali per uso della ginnastica dei
reggimenti di fanteria di linea, i quali furono poi adottati e
pubblicati nello stesso anno dall’editore Lapini di Firenze. Nel
1911, a capo dell’83° Reggimento Fanteria, tenne in Piazza
Colonna a Roma un concerto per le celebrazioni del 50°
anniversario dell’unità d’Italia: «In tale occasione, la sua banda
meritò un successo trionfale, tanto che nel successivo mese di
novembre, il Ministero della Guerra lo prescelse per la direzione
della banda del 2° Reggimento Granatieri di Sardegna». Con
quest’ultima banda, sempre su incarico del Ministero della Guerra,
nel 1918 effettuò una serie di concerti negli Stati Uniti d’America,
suonando, tra l’altro, nel famoso parco di Brooklyn, a New York.
Sempre nel 1918, dal Comando Supremo dell’Esercito, fu nominato
91
ispettore delle musiche mobilitate e, in questa veste, in più
occasioni, partecipò alle operazioni di guerra. Nel 1919, sempre a
capo della banda del 2° Reggimento Granatieri, si esibì a Parigi,
Londra, Bruxelles e in diverse città italiane in una serie di concerti
organizzati per celebrare la vittoria riportata dall’Italia nella Prima
Guerra Mondiale. Nel 1921, dal Ministero della Guerra fu poi
destinato in Egitto per dirigere la banda privata del Re Fuad.
Rientrato in Italia, nel 1925, vinse il concorso per la direzione della
Banda della Guardia di Finanza. Sotto la direzione del Manente,
memorabili furono i concerti tenuti da questa banda presso la
stazione radiofonica di Roma, trasmessi in diretta in tutto il mondo,
e la tournée realizzata nel 1927 nell’Italia nord orientale (Rovereto,
Trento, Bolzano, Trieste, Fiume, Zara e in altri luoghi dell’Istria),
poi ripetuta negli anni successivi in tutta la Penisola. Lascerà la
direzione di questa banda, per raggiunti limiti d’età, nel giorno del
suo 65° compleanno, il 3 febbraio 1932, congedandosi con il grado
militare di sottotenente. Ritiratosi poi dalle scene musicali, dedicò
gli ultimi anni della sua vita alla composizione di pagine d’album per
pianoforte, per canto e pianoforte e a ristampare in proprio alcune
sue precedenti composizioni. Oltre a numerose stagioni d’opere e
concerti orchestrali, diresse anche varie bande civili, tra le quali
quelle di Lucca, Quiesa, Pescia, Rimini e Bagni di Montecatini. Per i
suoi alti meriti musicali, il 14 gennaio 1912 fu nominato cavaliere
della corona d’Italia. Professore onorario della Reale Accademia
musicale di B’Klyn di New York, fu anche direttore artistico dello
Stabilimento Musicale Adolfo Lapini di Firenze e di vari periodici
musicali. Collaborò, inoltre, con gli editori Belati di Perugia e
Ricordi di Milano quale strumentatore per le rispettive collane di
musica bandistica.
Opere liriche: Alla Regata, poemetto in un atto, su libretto di
Alessandro Martinetti (Pistoia, 1906); Il Paradiso dei cigni, operetta
in tre atti op. 446, su testi di Anton-Menotti Buja, per 2 soprani,
mezzo soprano, tenore, baritono, basso e pianoforte (Roma,
Manente, 1939; copie in I-Fn, I-Mc, US-Wc).
Musiche per pianoforte: Adagio cantabile (Milano, Ranzini,
1899; copie in I-Mc, I-Rsc); Album, 7 pezzi (Milano, Gisella, s. d.;
copia in I-BGs); L’ album di Marisetta, 3 piccoli pezzi op. 423
(Firenze, Lapini, 1931; copia in I-Fn); Amor che sogna, serenata op.
92
181 (Milano, Bottai, 1913; copia in I-Fn); Bagni di Casciana, marcia
militare (Firenze, Mignani, 1929; copia in I-Fn); Bagni di Lucca,
marcia op. 70 (Milano, Ricordi, 1912; copia in I-Fn); Berceuse
(Firenze, Lapini, s. d.); Bianca Ninfea, mazurka op. 157 (Firenze,
Lapini, 1911; copia in I-Fn); Boucles Poudrees, gavotta (Firenze,
Lapini, s. d.); Buon Principio, marcia militare op. 136 (Milano,
Ranzini, 1900; copia in I-Rsc); Buona notte, Mimi, ninna nanna op.
322 (Firenze, Mignani, 1921; copia in I-Fn); Conte grande, marcia
militare (Roma, Manente, 1931; copia in I-Fn); Cuor gentile, tempo
di mazurka (Firenze, Lapini, s. d.); Delaissee, valzer (Firenze, Lapini,
s. d.); Fauste nozze, marcia trionfale op. 408 (Firenze, Mignani,
1930; copia in I-Fn); Fiamme gialle, marcia militare (Firenze,
Mignani, 1929; copia in I-Fn); Fior di Nozze, valzer (Firenze,
Lapini, s. d.); Fiore esotico, valzer (Firenze, Lapini, 1906; copia in IMc); Improvviso, barcarola (Milano, Ranzini, 1900; copia in I-Rsc);
Italian March, marcia (Firenze, Lapini, s. d.); Lieti auguri, mazurka
(Milano, Ranzini, 1899; copie in I-Mc, I-Rsc); Marcia d’ordinanza
per il corpo della R. Guardia di finanza (Roma, Manente, 1930;
copia in I-Fn); Maria, Beatrice, Cunegonda, ninna-nanna (Roma,
Manente, 1938; copia in I-Fn); Méditation religieuse (s. i.);
Mimosa, tempo di mazurka op. 182 (Milano, Bottali, 1913; copia in
I-Fn); A Narni, valzer (Milano, Ranzini, 1899; copie in I-Mc, IRsc); Nella pineta di Castel Fusano, Intermezzo (Firenze, Mignani,
1933; copia in I-Fn); Neo Birichino, minuetto (Firenze, Lapini, s.
d.); Newport, mazurka (Roma, Manente, 1931; copia in I-Fn);
Nostalgia, romanza senza parole op. 445 (Roma, Manente, 1938;
copie in I-Fn, I-Mc); Oltre oceano, valzer-boston (Milano, Mariani,
s. d.; copia in I-Rsc); Onomastico, polka brillante (Milano, Ranzini,
1899; copie in I-Mc, I-Rsc); Pensando a Napoli, serenatella
(Bologna, Venturi, 1906); Petite Marie, berceuse (Firenze, Lapini, s.
d.); Principe Faronk, marcia militare op. 316 (Alessandria D’egitto,
s. e., 1923; copia in I-Fn); Principessa Maria Luisa di Bulgaria, petite
berceuse (Roma, Manente, 1933; copia in I-Fn); Regia Accademia
di fanteria e cavalleria e scuola d’applicazione di fanteria, marcia
militare (Roma, Manente, 1932; copia in I-Fn); Renaissance, gavotta
(Firenze, Lapini, s. d.); Sempre felici, mazurca (Milano, Ranzini,
1899; copie in I-Mc, I-Rsc); Soavi ricordi, valzer (Milano, Mariani,
s. d.; copia in I-Rsc); Sogno d’amore, intermezzo (Roma, Manente,
93
1931; copia I-Fn); Souvenir de l’ Hotel Royal Continental e Parc
Bagni di Lucca, mazurka (Torino, Gori, 1900 ca.); Souvenir de
Port-Said, valse hesitation op. 348 (Perugia, Belati, 1924; copia in IFn); A Sunday Promenade (Firenze, Lapini, s. d.); Teddy, fox-trot
op. 444 (Roma, Manente, 1938; copia I-Fn); A Tripoli, marcia
militare (Firenze, Lapini, s. d.).
Musiche per mandolino: Al Mandolinismo, marcia per 2
mandolini e chitarra (in «Il Plettro», 1910); A Mon Astre, serenata
per 2 mandolini e chitarra (in «Il Plettro», n° 12, 1907); Amor che
sogna, serenata appassionata op. 181 per 2 mandolini e chitarra (in
«Il Plettro», 1914); Argentea luce, serenata per mandolino e chitarra
(in «L’Estudiantina», n° 300 bis, 1925); Arte Mandolinistica,
sinfonia per 2 mandolini, mandola tenore e chitarra (in
«L’Estudiantina», n° 394, 1905); Buona notte Mimi, berceuse op.
322 per 2 mandolini, mandola tenore, mandoloncello e chitarra (in
«Het Ned mandoline Orkestra», Barend van Zwieten, 1929; copia
in I-FTamore); Contemplazione, intermezzo op. 440 per 2
mandolini, mandola tenore e chitarra (in «Il Plettro», 1937; copia in
I-FTamore); Danza Originale op.145, per 2 mandolini, mandola
tenore, mandoloncello e chitarra (in «Het Ned mandoline
Orkestra», n° 47, Barend van Zwieten, 1929; copia ms in IFTamore); Fiori e amor, valzer per 2 mandolini e chitarra (in «Vita
Mandolinistica», 1909); Five O’clock tea, valzer brillante per 2
mandolini (in «L’Estudiantina»,1929); Flos Campi, mazurka per 2
mandolini, mandola tenore e chitarra (in «L’Estudiantina», n° 311,
1926; copia in I-FTamore); Il Paradiso dei cigni, frammenti
dall’Operetta in 3 Atti, per 2 mandolini, mandola e chitarra (Roma,
Manente, 1939; copia in I-FTamore); Il Viandante, serenata per
mandolino e chitarra (in «Il Plettro», 1908); Linda, polka per 2
mandolini e chitarra (in «Il Plettro», n° 18, 1907); Mandolinata,
per mandolino solo (in «Il Mandolinista Italiano», s. d.); Mimosa,
mazurka da concerto op. 417 per 2 mandolini, mandola tenore e
chitarra (ms, copia in I-FTamore); Notte Serena, serenata per
mandolino e pianoforte (Milano, fratelli Ranzini, 1899; copie in IRsc, I-BGc); Omaggio al Plettro, marcia per 2 mandolini e chitarra
(in «Il Plettro», n° 5, 1907); Pagina d’Album, intermezzo op. 312
per 2 mandolini, mandola tenore, mandoloncello e chitarra (in «Het
Ned mandoline Orkestra», 1929; copia in I-FTamore); Petite
94
Berceuse, op. 139 per 2 mandolini, mandola tenore e chitarra (in
«Het Ned mandoline Orkestra», 1927; copia ms in I-FTamore);
Piccoli Eroi, ouverture op. 167 per 2 mandolini, mandole e chitarre
(in «Il Plettro», 1912; copia in I-FTamore); Placida Notte,
mandolinata per pianoforte (Firenze, Lapini, s. d.); Principe di
Piemonte, marcia op. 360 per 2 mandolini, mandola tenore,
mandoloncello e chitarra (in «Het Ned mandoline Orkestra», n° 20,
1927; copia in I-FTamore); Principessa Maria Pia di Savoia, ninnananna op. 434 per 2 mandolini, mandola tenore e chitarra (in «Il
Plettro», n° 29, 1935; copia ms in I-FTamore); Primo Reggimento
Radiotelegrafisti del Genio, marcia op. 428 per 2 mandolini,
mandola tenore e chitarra (in «Il Plettro», 1933; copia in IFTamore); Reverie de Poete, per 2 mandolini, mandola tenore,
mandoloncello e chitarra (in «L’Estudiantina», n° 320, 1926; copia
ms in I-FTamore); Rhode Island, valzer op. 416 per 2 mandolini,
mandola tenore e chitarra (in «Het Ned mandoline Orkestra», n°
140, 1936); Ricordo di Cairo, pezzo arabo op. 340 per orchestra a
plettro (in «L’arte Mandolinistica», 1922, n° 16; copia ms in IFTamore); Ricordo di Porto Said, valse hesitation per mandolino e
chitarra (in «Il Plettro», 1924, n° 18); Ronda Misteriosa, pezzo
caratteristico op. 437 per 2 mandolini, mandola tenore e chitarra (in
«Il Plettro», 1936, n° 30); Serenata ar Tevere, per mandolino solo
(Roma, Margiotta, 1914; copia in I-Fn); Serenata Mesta, serenata
op. 156 per mandolino e chitarra (in «L’Arte Mandolinistica», s. d.);
Serenata sul Mare, serenata op. 435 per 2 mandolini, mandola
tenore e chitarra (in «Il Plettro», 1937, n° 31; copia ms in IFTamore); Sogno d’Amore, intermezzo op. 415 per 2 mandolini,
mandola tenore, mandoloncello e chitarra (in «De Mandolingids»,
n° 132, 1934; copia in I-FTamore); Sotto i Lauri, idille op. 314 per
2 mandolini, mandola tenore, mandoloncello e chitarra (in «Het
Ned mandoline Orkestra», n° 18, 1927; copia in I-FTamore); Sulla
Piana della Melia, ouverture op. 123 per orchestra a plettro (in «Il
Plettro», 1909; copia in I-BZe); Tarantella, per 2 mandolini,
mandola e chitarra (in «Il Plettro», 1908, n° 3); Tempo di
minuetto, per mandolino e pianoforte (Milano, fratelli Ranzini,
1899; copia in I-Rsc); Tramonto d’Autunno, fantasia per 2
mandolini, mandola tenore e chitarra (in «Il Plettro», 1922, n° 16;
Copie in I-FTamore, I-BZe); Trionfo, tempo di marcia sinfonica,
95
per orchestra a plettro (ms; copia in I-FTamore); Wally, mazurka
per 2 mandolini, mandola tenore e chitarra (in «Vita
Mandolinistica», 1909, n° 3; copia in I-FTamore).
Brani per canto e pianoforte: A il re e la regina d’Italia, inno su
parole di Clelia Bertini-Attilj (Milano, Giudici & Strada, s. d.; copia
in I-Mc); Donatella, ninna nanna (Firenze, Mignani, 1939; copia in
I-Fn); Inno per le truppe di sussistenza, su parole di Carlo Frattini
(Firenze, Mignani, 1929; copia in I-Fn); Fior redento, canto
popolare op. 289 su poesia di Venturino Camaiti (Firenze, Lapini,
1916; copia in I-Fn); Fiamme gialle, Inno del finanziere (Roma,
Manente, 1928; copia in I-Fn); La piccola italiana al duce, su testo
di Araldo Pescot (Firenze, Mignani, 1929; copia in I-Fn); Quarta
Italia, inno su parole di Nino Stellacci (ms; copia in I-Cbc); Sento
che t’amo e te lo voglio dire, melodia su testo di E. Panzacchi
(Milano, Ranzini, 1899; copie in I-Mc, I-Rsc); Stornello (ms del
1908 in I-LI).
Musiche da camera: Berceuse, per flauto e pianoforte (Milano,
Ranzini, 1899; copie in I-Mc, I-Rsc); Concerto op. 412 per
clarinetto e pianoforte (Roma, Manente, 1931; copie in I-Nc, I-Fn).
Musiche per orchestra: Al Rio Dulce, tango nostalgico (Roma,
Manente, 1930; copia in I-Fn); Alla regata: preludio dell’opera lirica
in un atto (Roma, Manente, 1928; copia in I-Fn); La Bambola,
schottisch op. 423 per orchestra (Firenze, Lapini, 1932); Boldly,
fox-trot per orchestra (Roma, Manente, s. d.); Brigata Abruzzi,
marcia militare (Milano, Sonzogno, 1907); Campeggio dei balilla,
Scherzo marciabile (Roma, Manente, 1930; copia in I-Fn); Danza
Originale op.145 (Roma, Manente, s. d.); Fauste nozze, marcia
trionfale (Roma, Manente, 1931; copia in I-Fn); La marcia di
Ronchi, marcia militare op. 404 (Roma, Manente, 1930; copia in IFn); Pagina d’Album, intermezzo op. 312 (Roma, Manente, 1928;
copia I-Fn); Petite berceuse, op.139 (Roma, Manente, 1927; copia
I-Fn); Principe di Piemonte, marcia op. 360 (Roma, Manente, s. d.);
Rèvèrencè, gavotta op.105 (Firenze, Lapini, s. d.; copia in I-BGs);
Rhode Island, valzer (Roma, Manente, 1931; copia in I-Fn);
Ricordo di Cairo, fantasia araba (Roma, Manente, 1928; copia In IFn); Scena zingaresca, pezzo caratteristico op. 106 (Firenze, Ed.
Musicale Orchestra, 1928; copia In I-Fn); Sogno d’Amore,
intermezzo op. 415 (Roma, Manente, 1931; copia in I-Fn);
96
Sognando, intermezzo op. 423 (Firenze, Lapini, 1932); Sogno
lontano, intermezzo (Firenze, Lapini, s. d.; copia in I-BGs); Sotto i
Lauri, idille op. 314 (Roma, Manente, 1927; copia in I-Fn);
Sull’Arno, mazurka (Milano, CEMI,1909); Trasporti trionfali,
marcia (Firenze, Mignani, 1928; copia in I-Fn); A Tripoli, marcia
op. 163 (Firenze, Petrelli, s. d.; copia in I-FTamore); Voci e Bisbigli,
valzer (Milano, Carisch, s. d.).
Musiche per Banda (principali136): Antico e Moderno, sinfonia
(Firenze, Lapini, 1896; copie in I-Fc, I-Mc); Danza Originale op.
145 (Firenze, Lapini, 1911; copia in I-Fn); Festa di Nozze, fantasia
in 3 tempi (Firenze, Lapini, 1907; copie in I-Mc, I-OS); Frammenti
Musicali per uso della ginnastica nei reggimenti di fanteria di linea
(Firenze, Lapini, 1910; copia in I-Fn); Granatieri di Sardegna,
marcia (New York, Pagani, 1918; copia in I-FTamore); Imperiale
Italica, marcia sinfonica op. 400 (Perugia, Belati, 1930; copia in IFn); Inno del finanziere (Firenze, Mignani, 1929; copia in I-Fn);
Intermezzo sinfonico (Firenze, Lapini, 1896; copie in I-BRb, CHTRf); La piccola banda, ouverture (Firenze, Benelli; copie in I-BRb,
CH-TRf)); Ora d’angoscia, marcia funebre (Firenze, Lapini, 1913;
copia in I-Fn); Piccoli eroi, sinfonia (Firenze, Saporetti e Cappelli,
1926; copia in I-Fn ); Rimembranze del Sannio, marcia sinfonica
op. 321 (Firenze, Lapini, s. d.; copia in US-MDu); Senza Confini,
ouverture originale (Firenze, Lapini, 1905; copie in I-BRb, CHTRf); Sotto i lauri, intermezzo op. 314 (Nocera Inferiore, Pucci, s.
d.); Sulla Piana della Melia, ouverture op. 123 (Firenze, Lapini,
1911; copia in I-Fn); Torniamo all’antico, fantasia per clarinetto
(Perugia, Belati, 1906; copia in I-FTamore); Zingaresca, pezzo
caratteristico op. 109 (Perugia, Belati, 1914).
Scritti: Il repertorio bandistico, in «Musica», Anno II (1908), n°
10, pp. 2-3; Organizzazione d’una piccola banda, in «Musica»,
Anno I (1907), n. 4, p. 3.
Bibliografia: ANESA, pp. 574-578; DE ANGELIS, pp. 297-298;
MANENTE; RAGNI, pp. 41, 102, 111; SCHMIDL, vol. II, p. 24;
SEVERINO, p. 67.
Per l’elenco completo delle sue musiche per banda e fanfara, vedi: ANESA,
pp. 575-578.
136
97
98
Nicola Sala
(Tocco Caudio, 07/04/1713 - Napoli, 31/08/1801)
Dal 1732 al 1740, studiò con Nicola Fago, Girolamo Abos e
Leonardo Leo al Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli,
restandovi in seguito come «Maestrino». Nell’aprile del 1745, tentò
invano di ottenere il posto di «primo maestro», presso la Cappella
Reale di Napoli. A questa carica si accedeva per concorso. Insieme
con il Sala, vi presero parte Giuseppe de Majo, Francesco Durante,
Giuseppe Marchitti e altri ancora. La commissione esaminatrice,
formata da Giovanni Battista Costanzi (Roma), Giacomo Antonio
Perti (Bologna), Niccolò Jommelli e Johann Adolph Hasse
(Venezia), assegnò il posto a Giuseppe de Majo, già vice-maestro
della Cappella Reale. Negli anni ‘60 rappresentò alcuni suoi lavori al
Teatro San Carlo di Napoli, tra questi il dramma La Zenobia fu ben
accolto.137 Nel 1783 il Senato di Messina chiese al re di concedergli
la facoltà di nominare, senza concorso, il Sala a Maestro di Cappella
della Cattedrale della città, ma il re respinse la richiesta. Sala svolse,
così la sua attività musicale a Napoli, rappresentando le sue opere al
Teatro di San Carlo e insegnando per tutta la vita al Conservatorio
della Pietà dei Turchini, prima come «Maestrino», da 1787 in
qualità di Secondo Maestro e dal 1793 nel ruolo di Primo Maestro.
Godette della stima di tutti i musicisti suoi contemporanei, tanto che
nel 1779 fu nominato giudice al concorso indetto per la nomina del
nuovo Maestro di Cappella della Chiesa Metropolitana di Milano.
Dopo aver formato molte generazioni di musicisti - tra i quali
ricordiamo Gaspare Spontini, Giacomo Tritto, Giuseppe Farinelli,
Stefano Pavesi, Giuseppe Gherardeschi, Luigi Caruso e Ferdinando
Orlandini - il 1° ottobre 1799 lascia l’insegnamento, mentre a
La rappresentazione di quest’opera incontrò un’approvazione tale da indurre
l’impresario del teatro Gaetano Grossatesta a proporlo al Re per l’anno seguente
per «regolare e dirigere» l’Attilio Regolo dell’assente Nicolò Jommelli. La Giunta
dei Teatri appoggiò l’idea dell’impresario facendo notare che «essendo il Sala un
Maestro di Cappella di molto merito e riconosciuto anche per tale dal Pubblico,
mercè la musica da lui fatta nella Zenobia, che può dirsi l’unica opera che sia
piaciuta a Napoli nello scorso anno, crediamo che possa farsi presente a S.M., non
meno il merito e il valore del Sala che la probabile speranza d’incontrare il
gradimento del Pubblico». Cfr., MAESTRINO, p. 36.
137
99
Napoli imperversa la repressione borbonica contro i fautori della
Repubblica Partenopea. In questa tragica e confusa situazione,
scompaiono molte delle sue composizioni, ritrovate solo nel 1860 e
custodite poi nella Biblioteca del Conservatorio di Napoli. Alla
scarsa originalità delle sue musiche operistiche, «cui si sottomise
come ad un obbligo sociale, in poche e infelici occasioni», si
contrappone l’efficacia dei suoi lavori teorici e didattici, prima fra
tutti le Regole del contrappunto pratico, pubblicate a Napoli nel
1794 dalla Stamperia Reale su intercessione del celebre Giovanni
Paisiello. Il valore dell’opera non sfugge neppure ad Alexandre
Ètienne Choron (1771-1834), uno dei maggiori storiografi della
musica in Francia, che nel 1808 inserisce il II e III volume delle
Regole nei suoi Principes de composition des écoles d’Italie (copie
in I-Fn, I-Mc, I-Nc, I-Rsc), contribuendo così a diffondere l’opera
didattica del Sala in tutta Europa. A conferma dell’ampia diffusione
che ebbero per tutto l’800 e i primi decenni del ‘900 le sue opere
didattiche, ricordiamo, infine, la pubblicazione di alcuni suoi
partimenti e fughe in raccolte di musiche didattiche curate da
Camillo De Nardis (Milano, Ricordi, 1886; copie in I-Fn, I-Mc, INc), da Daniele Napoletano (Napoli, s. n., 1896; copie in I-Mc, INc) e da Jacopo Napoli (Milano, Ricordi, 1959; copie in I-Mc, INc, F-Pn). Al Sala, nel novembre del 2006, è stato intitolato il
Conservatorio di Musica di Benevento.
Composizioni: A chi muore per Dio, fuga a 4 voci dispari,
«composta lì 12 marzo 1794 nell’occasione che egli ha fatto gli
Esercizi spirituali, secondo il suo costume, nella Chiesa del Reale
Conservatorio della Pietà de’ Turchini in Napoli» (ms autografo in
I-Nc; altra copia in I-Mc / edizione moderna a stampa: Benevento,
Edizioni Auxiliatrix, 2007, con revisione di Antonio Caporaso);
Amen per coro (ms in I-BGc, D-B); 7 arie, a 1 e 2 voci con
strumenti (ms in I-Nc, I-Mc); 2 Cantata a tre voci per festeggiare nel
Real Teatro di San Carlo il felicissimo giorno natalizio di sua
Maestà (solo il libretto: Napoli, Regia Stamperia, 1763 e 1769;
copie in I-Nc, F-Pn); Canzoni a 2 voci e basso continuo (ms in IBGc); Christe eleison, per 4 voci e basso continuo (ms in I-BGc);
Cun sancto spiritu per 4 voci e basso continuo (ms in I-BGc); Dei
Patris per 4 voci (ms in I-BGc); Il Demetrio, dramma su libretto di
P. Metastasio, rappresentato il 12 dicembre 1762 al Teatro San
100
Carlo di Napoli (ms in I-Nc, P-La); Dixit a due cori con orchestra
(ms in I-NOVi, I-Rsc); 2 Dixit a 4 e 5 voci con strumenti (ms in INc); Eleison per 5 voci e basso continuo (ms in I-BGc); Giuditta
ossia betulla liberata,138 oratorio funebre in due parti (ms del 1780
in I-Nc); Gloria Patri per soprano, 2 cori e orchestra (ms in INOVi); Il giudizio d’Apollo, «serenata in occasione di festeggiarsi le
augustissime nozze di Ferdinando IV di Borbone e Maria Carlotta
d’Austria, re e regina delle due Sicilie», su testo di Giovanni Fenizia
(solo il libretto: Napoli, Stamperia Reale, 1768; copia in I-Nc /
partitura ms in I-MC); In Memoria Eterna per 4 voci e orchestra,
inclusa nella Missa Pro Defunctis (1766) di Niccolò Jommelli (ms
in I-Nc); Iustus ut palma florebit, per 4 voci sole (ms in I-Nc);
Kyrie per 5 voci e basso continuo (ms in D-MÜs); La bella eroina,
prologo, eseguito il 13 agosto 1769 al Teatro San Carlo di Napoli
(ms in P-La); Lascia ch’io possa almeno, aria per voce con
accompagnamento di strumenti (ms in I-Nc); Litanie della Beata
Vergine a 3 voci con basso continuo (ms in I-Nc); 2 Litanie per
coro a 4 voci e orchestra (ms in I-Nc); Madrigale a 4 voci (ms in IMc); Magnificat per 4 voci e orchestra (ms in D-B); Miserere a due
cori con strumenti e organo (ms del 1797 in I-Mc); La Merope,
dramma serio, su libretto di Apostolo Zeno, rappresentato il 13
agosto 1769 nel Teatro San Carlo di Napoli (ms in I-Nc, P-La /
solo il libretto: Napoli, F. Morelli, 1769; copia in I-Nc); 2 Messe a
più voci e orchestra (ms in I-Nc); Missa Defunctorum per 4 voci e
orchestra (ms in I-Nc); Non so frenare il pianto, aria per soprano e
orchestra (ms in D-F); O almen qualor si perde, aria per soprano e
orchestra (ms in I-Nc); Padre, del gran arcano, cantata a 3 voci
(Napoli, Stamperia Reale, 1763 / solo il libretto in I-Nc, I-Nn);
Pater Noster per 2 cori e orchestra (ms in I-Mc); Prologo da
cantarsi a due voci nel Real Teatro di San Carlo per festeggiare il
felicissimo giorno natalizio della sacra cattolica maestà di Carlo III
nostro signore (solo il libretto: Napoli, Stamperia Reale, 1761;
copie in I-Nc, I-Nn); Questi acolta inni devoti, cantata a tre voci per
festeggiare nel Real Teatro di San Carlo il felicissimo giorno
Il 30 e 31 luglio 2007, al Teatro Comunale di Benevento, è stato riproposto
in prima esecuzione mondiale in epoca moderna dall’Orchestra Eufoniarché di
Benevento.
138
101
natalizio di Sua Maestà la regina (solo il libretto: Napoli, Stamperia
Reale, 1769); Responsori a 4 voci con organo (ms in I-Nc, DMÜs); Responsori per il Mercordì, Giovedì e Venerdì Santo per 4
voci e basso continuo (ms in I-Nc); Resta o cara e gli astri amici,
aria per soprano e orchestra (ms in I-MC); Se più felice oggetto, aria
per soprano e orchestra, dall’opera Attilio Regolo di Niccolò
Jommelli, rappresentata nel 1761 al Teatro San Carlo di Napoli
(ms in I-MC, I-Nc, GB-Lbl); Te decet e in memoria aeterna, per 4
voci e orchestra, 1756 (ms in I-Nc); Tu es Sacerdos per 2 cori e
orchestra (ms in I-NOVi);Vologeso, dramma serio su libretto di A.
Zeno, rappresentata nel 1737 al Teatro Argentina di Roma e nel
1739 al Teatronovo da Rua dos Condes di Lisbona139 (ms in I-Nc);
La Zenobia, dramma in 3 atti su libretto di Pietro Metastasio,
rappresentato il 12 gennaio 1761 al Teatro San Carlo di Napoli (ms
in I-Nc, P-La, CH-Gc); altre composizioni sacre e diverse arie scritte per le opere di altri compositori - sono conservate in copia
manoscritta in I-Nc.
Opere teoriche: 75 Canoni a 2 voci (ms in I-Nc); Elementi per
ben suonare in Cembalo (ms in I-Nc); Fughe a 2, 3 e 4 voci (ms in
I-Nc); Il modo di fare la fuga a due voci per li studiosi scolari (ms in
I-Nc); Partimenti (ms in I-Nc); Regole del contrappunto pratico
(ms autografo in I-Nc / edizione a stampa: Napoli, Stamperia
Reale, 1794; copie in I-Nc, I-Bc, I-Mc, F-Pn, D-B, GB-Lbl);140
Solfeggi a voce sola di soprano e basso continuo (ms autografo in INf; altra copia ms in I-Nc); Solfeggi in chiave di basso con basso
continuo (ms del 1778 in I-Nc).
Bibliografia: CONSERVATORIO I, pp. 300, 302, 313-314; DEUMM, Le
Biografie, vol. VI, p. 539; EITNER, vol. VIII, pp. 388-389; MAESTRINO, pp.
35-37; PROTA-GIURLEO, p. 63; SCHMIDL, vol. II, p. 432; VILLAROSA,
pp. 191-195.
Nell’Arquivo da Fabrica da Sé Patriarcal di Lisbona (Portogallo), sono
conservate le partiture manoscritte delle opere La Zenobia, Il Demetrio e La
Merope e del prologo La bella eroina. Oltre al Vologeso, con tutta probabilità,
anche queste ultime opere furono rappresentate a Lisbona.
140
Di queste Regole, nel 1807 ca. l’editore Felice Festa di Torino pubblicò una
nuova edizione a stampa. Cfr., DALL’ARA, p. 446.
139
102
Giovanni Salvatore
(Castelvenere, 03/10/1611 - Napoli, 1688 ca.)
Vestito l’abito talare, studiò al Seminario Vescovile di Cerreto
Sannita, dove ebbe, con tutta probabilità, come primo maestro di
musica don Francesco De Palma. Successivamente, studiò a Napoli
con Erasmo de’ Bartolo (1606-1656), meglio conosciuto come
Padre Raimo. In questa città, fu poi organista nelle chiese napoletane
di S. Severino (dal 1641), S. Lorenzo e del Carmine (dal 1675). Dal
1662 al 1673 insegnò al Conservatorio della Pietà dei Turchini e dal
1674 alla morte, ai Poveri di Gesù Cristo. Il Salvatore fu non
soltanto uno dei pochi musicisti di «scuola napoletana» del secolo
XVII a godere di una fama nazionale (insieme col frate Bartolomeo
Cappelli e col collega Giovan Maria Sabino, fu l’unico di cui siano
stati stampati brani vocali in antologie veneziane), ma anche uno dei
principali maestri di quella lunga catena didattica che costituisce
ossatura e segreto della fioritura di talenti nella Napoli musicale di
fine Seicento. Ad attestarne l’importanza ai livelli sommi del suo
tempo è Antimo Liberati, celebre maestro e musicografo della
cappella papale, il quale nella sua Lettera… in risposta ad una del
sig. Ottavio Persapegi (Roma, 1685) così si esprime: «Girolamo
Frescobaldi, il quale essendo stato ne’ nostri tempi lo stupore del
tasto, e con le mani, e con la penna […] fu altrettanto infelice ed
inetto affatto nella composizione vocale, come sono stati, e sono
anche al presente molti altri Sonatori; ma non già così il nominato
Valentini in Germania, D. Giovanni Salvatore in Napoli e il Turino
di Brescia… i quali furono valorosissimi nell’una, e nell’altra scienza
[…]». Gran parte della sua produzione musicale è a tutt’oggi
manoscritta e conservata principalmente a Napoli presso la
biblioteca del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella e presso
l’Archivio dell’Oratorio dei Filippini. In vita, il Salvatore pubblicò la
Breve regola per rispondere al Choro con l’Organo (1641), inclusa
nel trattato Porta Aurea sive Directorium Chori di Giovanni Battista
Olifante, e la raccolta Ricercari, canzoni francesi, toccate et versi, per
rispondere nelle Messe con l’organo al coro, Libro Primo (Napoli,
Beltrano, 1641), ristampata nel 1964 con il titolo Collected
Keyboard Works dal musicologo Barton Hudson (NeuhausenStuttgart, American Institute of musicology, 1964; copie in I-Fn, I103
Mc). Secondo il Bonizzoli, in quest’ultima raccolta «straordinaria è
la varietà di idiomi ch’egli utilizza nelle composizioni dei diversi
generi: è autore capace del più rigoroso contrappunto nei ricercari
[…], di cantabilità nelle canzoni, di audaci sperimentalismi nelle
toccate, di sottili allusioni testuali nei versetti delle Messe». Al 1645,
infine, risale la pubblicazione di due suoi mottetti, inclusi nella
raccolta Selectio Concentica Psalmoum di Bartolomeo Cappelli.
Negli ultimi decenni, gran parte delle sue musiche a stampa sono
state incise da varie etichette discografiche (Glossa, Opus 111,
Symphonia, Divox, etc.), contribuendo non poco a riproporlo
all’attenzione internazionale.
Composizioni: Agios o Theos a 3 voci (ms in P-Lf); Allor che
Tirsi udia, cantata per soprano e basso continuo (ms in I-Nc); 4
Arie per voce e basso continuo (ms in I-Nc); Breve regola per
rispondere al Choro con l’Organo, inclusa nel trattato Porta Aurea
sive Directorium Chori di Giovanni Battista Olifante (Napoli,
Beltrano, 1641; copie in I-Rsc, F-Pn); Audite coeli, salmo a 5 voci
(ms in I-Nf); Beati omnes, Salmo a 5 voci (ms in I-Nf); Confitemini
Domino a 3 voci (ms in P-Lf); Exurgat Deus a 6 voci (ms autografo
in I-Nf); Fughe ottavo tono per organo (ms in D-B); Inni de’
Vesperi per tutto l’Anno (ms in I-Nf); Introitus dum medium
silentium a 4 Chori (ms in I-Nf); Kyrie in Re maggiore per 3 voci
(ms in P-Lf); Laudate pueri a 5 voci con violini (ms autografo in INf); Magnificat per 5 voci e strumenti (ms in I-Nf); Messa
Defunctorum per 4 voci e organo (ms in I-Nf); Messe a 4, 5 e 6
voci (ms in I-Nf); Messa et Vespere a 4 (ms in I-Nf); Mottetti a 3,
4, 6, 8, 9, 16 voci (ms in I-Nf); 2 Mottetti (Nisi dominus
aedificaverit domum e Beati omnes qui timent dominus), per voci e
organo, inclusi nella raccolta Selectio Concentica Psalmoum di
Bartolomeo Cappelli (Napoli, Beltrano, 1645; copia in I-Mc, I-Nf,
I-Vgc); Popule Meus a 3 voci (ms in P-Lf); Portas Coeli a 9 voci
con istromenti (ms in I-Nf); Responsorij de’ tre notturni dell’ufficio
dei defonti per 4 voci con basso per l’organo (ms in I-Nc, GB-Lbl,
P-Lf / edizione moderna: Caserta, Associazione culturale “Francesco
Durante”, 2001, a cura di Pietro Di Lorenzo; copie in I-Nc, I-Rn);
Ricercari, canzoni francesi, toccate et versi, per rispondere nelle
Messe con l’organo al coro, Libro Primo (Napoli, O. Beltrano,
1641; copia in GB-Lbl / ristampa moderna: Neuhausen-Stuttgart,
104
American Institute of musicology, 1964, a cura di Barton Hudson;
copie in I-Fn, I-Mc); Salmi per la Compieta a Due Chori (ms in INf); Salve Regina a 5 voci con 2 violini e basso continuo (ms
autografo in I-Nf); Stabat Mater a 5 voci con organo (ms in I-Nf);
Trium Puerorum a 4 cori concertanti con 2 violini e organo (ms
autografo del 1657 in I-Nf); altre composizioni sacre sono
conservate in copia manoscritta in I-Nc e I-Nf.
Bibliografia: CARLO.
105
( VIII )
L’emigrazione e gli altri musicisti e studiosi sanniti
L’EMIGRAZIONE
Nel corso dei secoli, nel beneventano hanno operato diversi
musicisti «forestieri» (maestri di canto, pianisti, direttori di bande).
Analogamente, diversi musicisti locali sono stati attivi e si sono
affermati soprattutto all’estero. Nel ‘700, ad esempio, per lunghi
anni fu attivo in Germania il violinista frassese Giacomo Calandro.
Dopo l’Unità d’Italia, un elevato numero di musicisti sanniti
abbandonò il proprio luogo di origine per cercare maggiore fortuna
all’estero. Negli Stati Uniti d’America, ad esempio, furono attivi la
pianista Bianca del Vecchio di Guardia Sanframondi; i maestri di
banda Aurelio Canelli, Giuseppe Iannotti e Angelo Mosiello di
Frasso Telesino e Angelo Cirocco di Molinara; il direttore
d’orchestra Gaetano Rummo di Benevento; il jazzista frassese
Michele Alfonso (Mike) Mosiello;141 il costruttore di mandolini
Nacque a Frasso Telesino nel 1896 e morì ad Asbury Park (U.S.A.) nel
1953. Emigrato giovanissimo in America, durante la Prima Guerra Mondiale
suonò come trombettista nella banda militare dei Marines nel U.S.M.C. (di stanza
in Europa). In seguito, dal 1922 fino agli inizi degli anni Trenta, a New York fu
tra i più apprezzati e meglio pagati solisti di tromba dell’ “Hot Jazz”. In questo
periodo arrivò a guadagnare anche 800 dollari a settimana, una cifra eccezionale
per l’epoca. Suonò con i maggiori jazzisti e orchestre attive all’epoca a New York e
incise oltre 2.000 dischi per case discografiche come la Radiex, la Victor, la
Brunswick, la Madison Record, la Supertone, la Van Dyke, la Banner, la
Piccadilly, la Goodson, la Odeon ed altre ancora. Durante gli anni ‘30, suonò con
l’Orchestra della NBC e la Roxie Theater Band. Agli inizi degli anni ‘40, rifiutò
l’ingaggio con l’Orchestra della MGM, per la realizzazione dei primi Musical,
poiché la moglie si mostrò contraria a trasferirsi con la famiglia in California. Si
cimentò anche nella composizione musicale e molti suoi brani furono incisi dalle
maggiori orchestre newyorkesi e solo alcuni furono poi pubblicati. Nel 2003, a
Frasso Telesino è stato ricordato con una serie di convegni, concerti e la
pubblicazione del cd «Mike Mosiello, da Frasso Telesino a New York»,
contenente alcune sue storiche incisioni discografiche. Tra le sue composizioni, si
141
106
Angelo Mannello di Morcone; il maestro di canto Pasquale Pappano
di Castelfranco in Miscano e un numero elevato di strumentisti, tra i
quali, ricordiamo il clarinettista Pietro Canelli di San Salvatore
Telesino142 e il musicante Domenico Petrillo di Cusano Mutri, padre
del celebre James Caesar Petrillo (Chicago, U.S.A., 1892-1984),
trombettista, compositore e presidente dell’American Federation of
Musicians (1940-1958). In Grecia, invece, fu attivo fino alla morte,
il pianista Salvatore Foschini di Guardia Sanframondi; in Australia
operò il musicante Italo Varricchio di San Leucio del Sannio e in
Colombia, infine, il compositore e musicologo Rino Maione di
Airola e il flautista e didatta Fortunato Caruso di Pietrelcina.143
ricordano: Low down Trumpet, per tromba e pianoforte (New York, Crawford
Music Corp., 1929; copia in GB-Lbl); Peanuts! 5 a Bag per voce e pianoforte
(New York, Robbins, 1923; copia in I-FTamore); Sweet and hot, per tromba e
pianoforte (New York, Crawford Music Corp., 1929; copia in GB-Lbl); Valse
dainty, per tromba e pianoforte (Idem). Cfr., MOSIELLO, pp. 13-19.
142
Nacque a San Salvatore Telesino nel 1884 e morì a Frasso Telesino nel
1963. Emigrato negli Stati Uniti d’America, agli inizi del ‘900 fu attivo come
clarinetto solista nelle celebri bande musicali Chiaffarelli’s Italian Band (dal 1905)
e La Monaca Venice of America Band (1914). Rientrato in Italia, durante il
Ventennio fascista, diresse le bande musicali di Frasso Telesino e Caiazzo
(Caserta). Cfr., AMORE 2005, p. 16.
143
Nacque a Pietrelcina nel 1935 e morì a Bogotà (Colombia) nel 2005. Studiò
al Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli, diplomandosi nel 1955
in flauto con il M° Francesco Mattia. Nel 1956, si trasferì in Colombia dove fu
attivo come professore di flauto al Conservatorio di Musica del Tolima di Ibagué
(1957-1978), come primo flauto dell’Orquesta Sinfónica de Columbia di Bogotà
(1978-1998) e in varie formazioni da camera (Quintetto Filarmonico di fiati,
Grupo Instrumental Colombiano, etc.). Contestualmente, si affermò anche come
raffinato compositore di musiche ispirate al folklore colombiano. Nel 2000, il
Presidente della Repubblica Italiana, per i suoi alti meriti artistici, gli conferì la
«Stella al Merito del Lavoro», riservata ai lavoratori italiani residenti all’estero. Tra
le sue composizioni, si ricordano: Concierto Andino per viola e orchestra; El
gruñón feliz per banda sinfonica (ms in CO-Bn); Mare Nostrum, poema
sinfonico per orchestra; Pequeña Suite Antigua, per flauto, oboe, clarinetto,
tromba e fagotto (ms in CO-Bn); Picardìa per quintetto di fiati; Sur América, suite
folclorica per quintetto di fiati o orchestra; Trittico per flauto, arpa e orchestra
d’archi (1993); altre composizioni orchestrali e da camera, rimaste inedite. Cfr.,
MAIONE, p. 37; «Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana», 2000, serie
generale, n° 119, p. 28.
107
ALTRI MUSICISTI E STUDIOSI SANNITI
Oltre ai tanti musicisti fin qui citati, meritano altresì di essere
ricordati: i madrigalisti Nuntio Ciccarello,144 Tomaso da S. Agata145
e Pietro Tossarelli;146 i teorici Alberico147 e Teodono De Caprio;148
gli studiosi e musicologi Felice Barilla,149 Ester De Nunzio,150 Enrica
144
Nacque a Cerreto Sannita intorno al 1585 e morì a Napoli dopo il 1611.
Studiò con tutta probabilità con G. D. Montella a Napoli, dove fu in stretti
rapporti con la famiglia ducale dei Carafa. Tra le sue composizioni, ci è noto Il
Primo libro de’ madrigali a quattro voci, su testi di Marino, Guarini e F. Contarini
(Napoli, Gio. Battista Gargano et Lucretio Nucci, 1611; copia in I-Ria). Cfr.,
DEUMM, Le Biografie, appendice, pp. 176-177.
145
Nacque a Sant’Agata dei Goti (XVII sec.). Monaco francescano e musicista,
fu procuratore nonché vicario generale nella curia romana dei Riformati
dell’Ordine dei Minori di stretta Osservanza. Tra le sue composizioni, si
ricordano: Motecta a 1-3 voci e organo (Roma, Paolo Masotti, 1636; copia in IBc); altri 8 motetti a voce sola con il basso continuo per l’organo sono inclusi nella
raccolta Applausi ecclesiatici di Girolamo da Monte dell’Olmo (Venezia,
Gardano, 1637; copia in I-Bc).
146
Nato a Bevenevto durante il XVII secolo, fu canonico ad Acqui (Alessandria)
e «amantissimo della Musica». Nel 1570 pubblicò a Milano i suoi Madrigali a 6
voci. Cfr., EITNER, XIX, 435; FETIS, VIII, p. 245; QUADRIO, vol. 2, parte 2,
p. 323.
147
Nacque a Benevento intorno al 1030 e morì a Roma intorno al 1105. Dopo
gli studi letterari a Benevento, fu monaco di Montecassino. Un lungo catalogo di
sue opere viene riferirò da Pietro Diacono, che lo chiama «Vir disertissimus ac
eruditìssimu», tra le quali si ricorda anche il trattato De Musica. Cfr.,
DIZIONARIO, Tomo I, p. 217.
148
Nacque a Sant’Agata dei Goti intorno alla metà del XIV secolo e morì a
Capua (Caserta) nel 1434. Monaco Benedettino nel Convento di Montevergine e
poi Priore nel Monastero di Capua (1431-32 ca.), fu attivo come musicista e
teorico musicale. Nel 1431 compilò le Regulae Contrapuncti (ms in I-Rvat, I-Bc)
un trattato musicale che fu tenuto in gran considerazione fino agli albori del
periodo Barocco. A lui, di recente, la musicologa Cecily Sweeney ha attribuito
anche il trattato sulla musica Omnis ars sive doctrina, compilato intorno al 1380.
Cfr., CASIMIRI 1942, pp. 38-42, 93-94; SWEENEY, pp. 29-56.
149
Nacque a Moiano nel 1806 e morì a Napoli nel 1879. Nella stagione
operistica 1837-1838, il Barilla fu tra i «Poeti drammatici addetti ai Reali Teatri»
di Napoli. Amico dei maggiori musicisti napoletani della sua epoca, nel 1861
scrisse il testo per l’Inno a Garibaldi, musicato per canto e pianoforte o orchestra
da Saverio Mercadante (ms in I-Nc). Tra le sue pubblicazioni a carattere musicale,
ricordiamo: Regole per apprendere in breve tempo a ben conoscere i libri corali del
canto gregoriano ecclesiastico per ben eseguirsi (Napoli, Flautina, 1831; copia in
108
Donisi,151 Francesco Melisi,152 Alfredo Parente,153 Concetta
I-CZbc); Riforme del nostro collegio di musica (Napoli, Tipografico di Antonio
Metitiero, 1869; copia in I-Nc). Cfr., BARILLA, p. 177, 181, 187, 208; «Il
Pirata», Anno II (1837), supplemento al n° 96, p. 2.
150
Nulla si conosce di questa studiosa beneventana, vissuta tra la fine dell’800 e
i primi decenni del ‘900, ad eccezione del suo saggio Il genio nella musica
(Benevento, Tip. Forche Caudine, 1917; copia in I-BVam).
151
È nata a Benevento nel 1962. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo: «Fu nei
dauni confni, Presso à l’aspra Lucania alto, et immenso…». La famiglia Gesualdo:
mecenati, scrittori, artisti, in «La Musica del Principe. Studi e prospetive per Carlo
Gesualdo». Atti del Convegno internazionale di studi (Venosa-Potenza, 17-20
settembre 2003), a cura di Luisa Curinga (Lucca, Libreria Musicale Italiana,
2008); Vita ed opere di Domenico Benigni: poeti e musicisti a Roma tra il 1600
ed il 1660 ca. (Grottaminarda, Delta 3, 2010; copie in I-Baf, I-Nn); Le Scuole
Musicali dell’Orfanotrofio di S. Lorenzo di Aversa (Sant’Antimo, Eurostamp,
2012).
152
Nato ad Airola, dal 1978 è bibliotecario del Conservatorio di Musica S.
Pietro a Majella di Napoli. In questa veste, ha curato la pubblicazione di vari
cataloghi e la revisione di musiche flautistiche di Saverio Mercadante. Tra le altre
sue pubblicazioni, si ricordano: Catalogo dei figurini teatrali dell’Ottocento
(Napoli, D’Innocenzio, 2010; copie in I-BVam, I-Fn, I-Mc, I-Nc); Catalogo dei
libretti d’opera in musica dei secoli XVII e XVIII (Napoli, Conservatorio di
Musica S. Pietro a Majella, 1985; copie in I-Fn, I-Mc, I-Rn, I-Vnm); Catalogo
dei libretti per musica dell’Ottocento 1800-1860 (Lucca, LIM, 1990; copie in IFn, I-Mc, I-Nc); La scenografia al S. Carlo nel dopoguerra (Napoli, La nuova
cultura, 1976; copie in I-Fn, I-Nc, I-Nn).
153
Nacque a Guardia Sanframondi nel 1905 e morì a Napoli nel 1985.
Laureatosi in filosofia all’Università di Napoli (1926), giovanissimo fu insegnante
nei licei e poi ispettore per la Soprintendenza in Campania. Lasciato l’incarico per
ragioni di salute, diventò bibliotecario presso la Società di Storia Patria di Napoli,
dove conobbe Benedetto Croce e del quale fu fedele allievo e amico. Per oltre
quarant’anni fu critico musicale de Il Mattino di Napoli e collaborò con numerose
riviste musicali, quali la La Rassegna Musicale, La Scala e la Rivista dell’Opera.
Sin dalla prima edizione del 1933, seguì e partecipò al Maggio musicale fiorentino
e a Napoli fu attivo collaboratore del Teatro San Carlo. Crociano di formazione,
nei suoi scritti di estetica musicale, pubblicati principalmente nella La Rassegna
musicale, ritiene la musica come un’arte pura, non condizionata da necessità
storiche e sociologiche. Fu, inoltre, primo Presidente al Congresso Nazionale del
Sindacato dei musicisti d’Italia (1955), fece parte del Comitato dell’Istituto
Italiano per la Storia della Musica e fu membro dell’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia di Roma (dal 1959). Al Parente, nel novembre del 2006, è stata intitolata
la Biblioteca del Conservatorio di Musica “Nicola Sala” di Benevento. Tra le sue
pubblicazioni, si ricordano: Castita della musica (Torino, Einaudi, 1961; copie in
I-Mc, I-Nc, I-Nn, I-Rama); La musica e le arti: problemi di estetica (Bari, Laterza,
109
Pennella,154 Riccardo Ricciardi155 e Alfredo Zazo;
156
i compositori
1936, ristampata nel 1946; copie in I-Fn, I-Mcom, I-Nn, I-Rama); Musica e
opera lirica: saggio di estetica (Napoli, G. Casella, 1929;copie in I-BVam, I-Fn, IMc, I-Rama). Vari articoli di critica musicale furono, inoltre, pubblicati sulle
maggiori riviste della sua epoca. Cfr., DE RIMINI, pp. 323-327; DEUMM, Le
Biografie, vol. V, p. 574; INGALDI, vol. II, pp. 302-304; SCHMIDL,
supplemento, p. 590.
154
Nata a Benevento nel 1927, dal 1980 ha insegnato storia della musica al
Conservatorio di Musica di Benevento, di cui per molti anni ne è stata fiduciaria.
Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo: Il canto cristiano liturgico in Occidente
(Napoli, S.E.I., 1976; copie in I-Fn, I-Nn); Lettere inedite di Umberto Giordano
(Napoli, S.E.I., 1977; copie in I-Fn, I-Nc, I-Nn).
155
Nacque ad Airola nel 1879 e morì a Napoli nel 1973. A Napoli fondò una
casa editrice omonima, attiva dal 1907 agli inizi degli anni ’70. Amico di
Benedetto Croce, fu uomo colto e intenditore di musica. Presidente del Consiglio
di amministrazione del Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella (1944-1958
ca.) e poi Presidente dell’Ente autonomo del Teatro S. Carlo di Napoli, pubblicò
vari articoli e saggi musicali, tra i quali ricordiamo Per l’arte del canto: Maestri e
cantanti (Napoli, Melfi e Jole, 1903; copie in I-Fn, I-Mc).
156
Nacque a Benevento nel 1889 e morì a Salerno nel 1987. Studiò a Napoli,
dove si laureò in giurisprudenza (1915), lettere (1919), filosofia (1922) e
paleografia e archivistica (1924). Insegnò materie letterarie nei ginnasi di
Castellammare di Stabia (dal 1920) e Benevento (dal 1922) e paleografia e
diplomatica all’Università di Napoli (1932-1953), oltre a tenere per molti anni
l’insegnamento della Cattedra di Letteratura Poetica e Drammatica al
Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli (1938 ca.- post. 1959). A
Benevento, dove fu anche commissario prefettizio (1934-1938) e sindaco (1952),
diresse la Biblioteca provinciale, l’Archivio e il Museo del Sannio e la rivista
«Samnium» (1928-1986). Autore di numerosi studi di storia beneventana e di un
Dizionario bio-bibliografico del Sannio (Napoli, Fiorentino, 1973), fu un attento
cultore di cose musicali. Amico dei maggiori musicisti e musicologi di area
napoletana della sua epoca - in modo particolare del compositore Enzo De Bellis,
che musicò diverse sue liriche e che chiamò a dirigere il Liceo Musicale “Nicola
Sala” di Benevento, da lui fondato nel 1952 - fu autore di diversi interessanti
scritti storico-musicali, tra i quali, ricordiamo: Achille Pistilli e la mancata
esecuzione della sua Messa per 4 voci e grande orchestra per l’inaugurazione delle
Camere legislative (1848), in «Samnium», Benevento, 1956, n° 4, pp. 232-233;
Achille Pistilli e una «contestazione» della banda musicale da lui diretta
(novembre 1860), in «Samnium», Benevento, 1969, n° 1-2, pp. 97-98; Benevento
nel 1600: Una cantante nell’Abbazia di S. Modesto, in «Samnium», Benevento,
1974, n° 1-2, p. 117; Il R. Collegio femminile di musica in Napoli e un inedito
Regolamento dell’anno 1811, in «Bollettino del R. Conservatorio di Musica di
Napoli», 1939 n° 4; La Prima recita a Napoli del «Simon Boccanegra» e un
giudizio su Giuseppe Verdi, in «S. Pietro a Majella», Napoli, 1940-41, n. 3-4; La
110
Luigi Errico Abbamondi,157 Pietro Antonio Catalano,158 Vincenza
Ciullo,159 Michelangelo Lupone,160 Giovanni Mazzone161 e Pasquale
vita goliardica a Napoli tra il 13° e il 19° secolo e il Conservatorio di Musica “S.
Pietro a Maiella”, in «S. Pietro a Majella», Napoli, 1937-38, n° 1-2; Per Camillo
De Nardis (Orsogna 1857-Napoli 1951), in «Rivista Abruzzese», 1957, n° 3,
pp. 93-101; Una visita di Giuseppe Verdi al Conservatorio di Musica di Napoli e
l’epilogo di una tragicommedia, in «Bollettino del R. Conservatorio di Musica di
Napoli», 1938, n° 4, pp. 4-10. Cfr., BASILE; DE RIMINI, pp. 320-323.
157
Nacque a Solopaca nel 1840 ed ivi morì nel 1905. Pio e colto sacerdote, fu
valente musicista e insegnante di lettere al Seminario di Cerreto Sannita. Tra le sue
composizioni, si ricordano: Canzoncina a Gesù, per canto e organo; Carina,
mazurka per pianoforte (ms in I-FTamore); Chistus, per baritono, basso e organo
(ms in I-FTamore); 2 Chistus, per tenore, basso e organo; 2 Inni a S. Francesco e
alla Vergine del Roseto, per canto e organo; Lilla, Polka per pianoforte (ms in IFTamore); Lisetta, polka per pianoforte; Miserere, per tenore, basso e organo (ms
in I-FTamore); Miserere, per 2 tenori, basso e organo (ms in I-FTamore); Pel
mese Mariano, per canto e organo (1898); Quelle figlie, per 3 voci e organo (ms
in I-FTamore); Rodonia, marcia per pianoforte (ms in I-FTamore). Cfr.,
FORMICHELLA, p. 231.
158
Nacque a San Bartolomeo in Galdo nel 1832 e morì (?) dopo il 1875.
Giovanissimo ebbe lezioni di canto e di pianoforte dal M° Enrico Pastore, uno dei
più distinti allievi del celebre contrappuntista Fedele Fenaroli (1730-1818).
Vestito l’abito talare, completò poi la sua formazione letteraria e scientifica a
Napoli. Nel 1857 «fu chiamato ad insegnare filosofia, lingua ebraica ed
ermeneutica biblica nel Seminario di Lucera». In questo periodo, «ripigliò
ardentemente lo studio della composizione, dedicandosi a scrivere musica sacra».
Tra le sue composizioni, si ricordano: Ave Maria, per soprano o tenore con
accompagnamento di pianoforte (Napoli, Calì, s. d.; copia in I-Rvat); Pater noster,
per baritono, contralto o mezzo soprano con accompagnamento di pianoforte,
(Napoli, Calì, s. d.; copia in I-Rvat); Pro pace, invocazione-racconto-preghiera per
baritono e coro con accompagnamento di pianoforte su versi di Francesco
Catalano (Napoli, Calì, s. d.; copia in I-Rvat). Compose inoltre vari Inni,
Preghiere, le Tre Ore di Agonia e un Miserere che «in attestato di compiacimento
ha ridotto per grande orchestra» il M° Vincenzo Fioravanti (1799-1877). Cfr.,
CAPUTO, p. 64.
159
È nata a Benevento nel 1969. Si è diplomata al Conservatorio di Musica di
Benevento in pianoforte, musica corale e direzione di coro e composizione.
Successivamente, si è laureata presso la facoltà di musicologia di Cremona con la
tesi Le lettere a Gaetano Donizetti nel fondo “Giuseppe Donizetti” della
Biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli. Vincitrice di vari
concorsi pianistici, è stata bibliotecaria presso i conservatori di Cagliari, Cosenza,
Campobasso, Avellino e Firenze. Tra le sue composizioni, si ricordano: Attese per
clarinetto in sib. (Ancona, Berben, 2002; copie in I-Mc, I-FTamore); Momento
111
Ruggiero;162 le didatte Maria Teresa Barretta163 e Angelica Zazo.164
per violino e pianoforte (Bologna Edizioni Musicali Agenda, 2000; copia in IMc); Interrogativi per quartetto d’archi (Bologna Edizioni Musicali Agenda,
2000; copie in I-Mc, I-Nc); Irreversibile per orchestra (Bellona, Santabarbara,
2002; copie in I-Mc, I-Nc); PerKeo per pianoforte a 4 mani (Pisogne, Edizioni
Eufonia, 2003; copie in I-Mc, I-Nc); Senza respiro per chitarra (Ancona, Berben,
2003; copie in I-Mc, I-Nc). Ha inoltre composto le musiche di scena per la
tragedia di Euripide, Medea, messa in scena al Teatro Comunale di Benevento e a
Siracusa presso il Teatro Greco.
160
Nato a Solopaca nel 1953, ha compiuto gli studi musicali e scientifici a
Roma, specializzandosi nella composizione con Domenico Guaccero e nella
musica elettronica con Giorgio Nottoli. Ha pubblicato saggi teorici sulla musica
contemporanea e scientifici sull’uso dell’elaboratore in musica. Per i particolari
risultati raggiunti nella ricerca, ha ricevuto nel 1992 il riconoscimento della Japan
Foundation. Nel 1989 ha fondato a Roma il CRM (Centro Ricerche Musicali) e
attualmente ne dirige l’attività artistica. Le sue composizioni, edite da Semar e
Pentaphon, hanno ricevuto riconoscimenti dall’Accademia delle Scienze di
Budapest e dalla Japan Foundation. Dal 1979 è docente di Musica Elettronica al
Conservatorio de L’Aquila e dal 1996 fa parte del comitato artistico-scientifico
del Cemat. Tra le sue composizioni, ricordiamo: Altari (1986), per violino e
nastro magnetico (Roma, Semar, 1986); Canto di madre, per clarinetto basso;
Carillon (1990) per nastro magnetico; Ciclo astrale (1984), per 2 cori, strumenti
ed elaboratore FLY; Corda di metallo, per quartetto d’archi, live electronics,
nastro magnetico (1997); Fasi per clarinetto basso e filtro a pedale (1997); Mira
(1985), per elaboratore in tempo reale/nastro magnetico (Roma, Semar, 1985);
Mizar per elaboratore in tempo reale (Roma, Semar, 1987); Quartetto, per archi;
Studio II, per orchestra da camera; Vega (1992), per 3 percussionisti (Roma,
Semar, 1992). Interessanti risultano anche alcuni suoi scritti: Civiltà del suono. Le
questioni del cambiamento, in «Il complesso di Elettra» (Roma, CIDIM, 1995,
pp. 27-32); I diritti negati, in «La musica nella cultura, nello spettacolo» (Roma,
CIDIM, 1995, pp. 104-105); Spazio, Arco e Metallo, in «I Quaderni della Civica
Scuola di Musica» (Milano, Comune di Milano, 1999, n° 26, pp. 80-89). Cfr.,
CRESTI, vol. II, pp. 193-194.
161
Nato a San Leucio del Sannio, si è diplomato in musica corale e in
composizione. Ha insegnato musica corale al Conservatorio di Musica di Trento
e, attualmente, in quello di Pesaro. Oltre a varie musiche per il teatro e di
commento a film-documentari, tra le sue composizioni, si ricordano: Frammenti
per voce e clarinetto (1985); Messa per coro di voci miste ed organo (1993); Play
on Notes, suite per pianoforte; Surplace per clarinetto solo (1985); Tre Mottetti
per la Passione per coro.
162
Nato ad Airola nel 1949, si è diplomato in tromba nel 1973 al
Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli. Ha frequentato, inoltre, i corsi di
armonia e contrappunto con i maestri Giorgio e Cece e concertazione e direzione
112
( IX )
Le Scuole di Musica
Escludendo le vicende legate all’istruzione musicale presente nelle
istituzioni religiose e all’interno delle bande musicali, già trattate in
precedenza, dalla seconda metà dell’800 furono istituite varie scuole
di musica delle quali, in ordine cronologico, si riportano le notizie
storiche essenziali.
SCUOLA DI MUSICA COMUNALE
Istituita e finanziata dal Comune di Benevento, dal 1870, per
alcuni anni, fu attiva una scuola di musica, nella quale insegnarono
«canto, strumenti a corda e a fiato» il molisano Angelo Picucci
(1870-1873) e il violinista pugliese Antonio Trapani (dal 1874).
Bibliografia: CHIRICO, pp. 213, 216, 250, 260.
corale con i maestri Joseph Grima e Giacomo Maggiore. Fino al 2007 è stato
professore di Educazione Musicale presso la Scuola Media di Moiano. Tra le sue
composizioni, si ricordano: Alessia, marcia per banda (Torino, Scomegna, 2001;
copie in I-Rn, I-FTamore); Gianluca, marcia per banda (Varenna, EurArte, 2008);
Luigia, marcia per banda (Varenna, EurArte, 2009); Mèmmola, marcia per banda
(Varenna, EurArte, 2009); Rusticanella, marcia per banda (Varenna, EurArte,
2012) e varie trascrizioni di musiche di J. S. Bach e L. van Beethoven pubblicate
per le edizioni Berben di Ancona. Cfr., ANESA, p. 839.
163
È nata a Benevento nel 1966. Diplomatasi al Conservatorio di Musica di
Benevento in pianoforte, didattica della musica e composizione, si è poi laureata in
Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo (DAMS) di Bologna. Già docente del
corso di Didattica della Musica al Conservatorio di Potenza, attualmente è titolare
della cattedra di Pedagogia Musicale al Conservatorio di Napoli. È autrice del
saggio Il Simbolo dell’acqua in La mer di Claude Debussy (Morcone, Murgantia,
1994; copie in I-Fn, I-FTamore, I-Rsc) e di 7 Pezzi per pianoforte (Napoli, Blue
Flower, 1988; copia in I-Fn).
164
Nacque a Benevento nel 1888 e morì a Napoli intorno al 1935. Fu
insegnante di musica a Napoli, dove morì dopo aver trascorso gli ultimi giorni di
vita in una casa di cura. Cfr., MELLUSI, pp. 48, 52.
113
ISTITUTO MODERNO DI MUSICA
Fu fondato nel 1931 dai napoletani Carlo Balzamo, Pasquale
Vittorio Fiore e Franz Pizzo e aveva sede a Benevento presso il
Palazzo Cardone Albini in via Porta Gloriosa e successivamente in
Viale dei Rettori n° 58. Oltre ai fondatori, vi insegnarono anche
Esterina Imperlino (pianoforte) e, dal 1939 al 1941, il barese Italo
Lippolis (armonia). Dal gennaio del 1933 al 1943, anno della sua
chiusura definitiva, ospitò anche un corso libero di «Disegno e
Pittura», affidato al M° Nicola Ciletti (1883-1967).
Bibliografia: ANNUARIO 1940, p. 190; INGALDI, vol. II, p. 78; «Musica
d’oggi», Roma, 1931, n° 4, p. 189.
LICEO MUSICALE “NICOLA SALA”
Istituito a Benevento nel 1952 dal prof. Alfredo Zazo, fu diretto
dal napoletano Enzo De Bellis (1907-1982). «Questa scuola che
diffuse cultura musicale nel Sannio, educando e formando tanti
giovani provenienti anche dall’Irpinia, era sostenuta dagli Enti
locali». Tra gli altri, vi insegnarono Cosimo Minicozzi (pianoforte)
e Giovanni Fiaschi (clarinetto). Nel maggio 1967, il Sindaco di
Benevento ne dispose la definitiva chiusura.
Bibliografia: INGALDI, vol. II, pp. 269-270.
ACCADEMIA MURGANTINA
Il Consiglio Comunale di Morcone con deliberazione n° 150 del
16 ottobre 1976 istituì il Liceo Musicale “B. CESI”.
Successivamente, con Decreto del Prefetto di Benevento, in data 17
gennaio 1981 fu istituito un Consorzio tra il Comune di Morcone e
la Comunità Montana Alto Tammaro che prese il nome di
CONSORZIO
MUSICALE
“B.
CESI-ACCADEMIA
MURGANTINA”. Si cercò in questo modo di coinvolgere i paesi
facenti parte della Comunità Montana Alto Tammaro, istituendo
114
altre sezioni staccate a Colle Sannita e a Sassinoro, che furono attive
per alcuni anni. Dal 1978, questo Consorzio ha organizzato corsi
musicali di base (pianoforte, violino, chitarra, flauto, percussioni,
fisarmonica e canto) e vari corsi di perfezionamento tenuti da
Severino Gazzelloni (flauto), Sergio Fiorentino e Anna Maria
Pennella (pianoforte) e Nicola Samale (formazione orchestrale). Dal
giugno 1999, il Consorzio si è trasformato in Scuola Civica
Musicale “Accademia Murgantina”. Oltre che per l’organizzazione
di stagioni concertistiche, festival musicali e convegni, l’Accademia è
nota per il Concorso Pianistico Internazionale “S. Rachmaninov”, la
cui prima edizione risale al luglio 1980. Per questo concorso, grazie
anche alla lungimirante direzione artistica del M° Salvatore Orlando,
la Città di Morcone è nota in tutto il mondo.
Bibliografia e Fonti: LOMBARDI, pp.166-168; www.accademiamurgantina.it
ACCADEMIA MUSICALE SANNITA
Istituita a Foglianise agli inizi degli anni ‘70 del ‘900 dal Preside
e musicofilo Ugo Pedicini (1930-2008), prevedeva corsi di
pianoforte, violino e altri strumenti. Sostenuta economicamente dal
Comune di Foglianise, per le sue «iniziative intese all’incremento ed
alla diffusione delle attività musicali», negli anni ‘80 fu più volte
finanziata anche dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Oltre
alla formazione didattica, l’Accademia fu promotrice di diverse
Stagioni concertistiche.
Con analoghe finalità, dal 2001 al 2003 ca., fu attiva a San
Lorenzello una seconda Accademia Musicale Sannita.
Fonti: www.prolocofoglianise.it; www.scholacantorum.altervista.org (pagine
consultate il 18 aprile 2013).
CONSERVATORIO STATALE DI MUSICA “NICOLA SALA”
Dopo la chiusura del Liceo Musicale “Nicola Sala” (1967), negli
anni successivi, vani risultarono gli sforzi di ottenere a Benevento
115
una sezione staccata del Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella
di Napoli, assegnata invece nel 1972 ad Avellino. Solo a seguito
delle oltre 10.000 firme raccolte dal «Comitato per la costituzione
del Conservatorio», coordinato dall’allora Sindaco Antonio
Pietrantonio, nel 1980 fu istituito il Conservatorio di Musica,
inizialmente come sezione staccata di quello di Avellino, ottenendo
successivamente l’autonomia con Decreto del Presidente della
Repubblica del 6 agosto 1988. Ubicato nello storico Palazzo De
Simone, costruito da Filippo Raguzzini nella seconda decade del
XVIII secolo, il 9 novembre 2006, il Conservatorio è stato intitolato
al musicista sannita Nicola Sala (1713-1801); contestualmente sono
state intitolate la Sala dell’organo a Mons. Benedetto Bonazzi,
arcivescovo che agli inizi del ‘900 riaccese i riflettori sui codici
beneventani, la Biblioteca al critico musicale di scuola crociana
Alfredo Parente, originario di Guardia Sanframondi e lo studio di
registrazione a Mike (Michele Alfonso) Mosiello, emigrato da
Frasso Telesino negli U.S.A., dove è divenuto il più apprezzato
trombettista jazz negli anni ‘30 del secolo scorso. Dall’istituzione a
oggi, vi hanno insegnato diversi affermati musicisti beneventani, tra i
quali ricordiamo (in ordine alfabetico): Giuseppe Benedetto (oboe),
Antonio Caporaso (teoria e solfeggio), don Lupo Ciaglia (armonia
complementare), Carmelina Cirillo (pianoforte), Maria Cristina
Costanzo (pianoforte), Dante D’Onofrio (arte scenica), Antonio
Itro (flauto), Adelina Lepore (violino), Lucio Mario Mascia (lettura
della partitura), Cosimo Minicozzi (pianoforte), Silvano Pagliuca
(canto), Concetta Pennella (Storia della musica e per parecchi anni
fiduciaria), padre Antonio (Fernando) Pirozzolo (teoria e solfeggio e
per alcuni anni vice-direttore), Roberto Polcino (accompagnatore al
pianoforte), Leonardo Quadrini (esercitazioni orchestrali),
Gioacchino Zarrelli (canto). Alla sua guida, invece, si sono alternati:
Concetta Pennella (fiduciaria, dal 1980), Claudio Ciampa (fino al
2008), Maria Gabriella Della Sala (dal 2008 ad oggi).
Bibliografia e Fonti: INGALDI, vol. II, pp. 78, 269-270;
www.conservatorionicolasala.eu
116
SCUOLE AD INDIRIZZO MUSICALE
Dall’Anno Scolastico 1997/1998, furono istituite le prime
quattro SMIM (Scuole Medie ad Indirizzo Musicale)165 della
Provincia di Benevento, presso gli Istituti Comprensivi “G. B.
Lucarelli” di Benevento, Ceppaloni, Morcone e Sant’Agata dei Goti.
Negli anni successivi, furono poi aperte ulteriori SMIM, che tuttora
contribuiscono ad assicurare una stratificata e omogenea istruzione
strumentale-musicale sull’intero territorio Sannita. Quale momento
di confronto e di socializzazione, dal 1999 l’I. C. di San Marco dei
Cavoti organizza la rassegna musicale “Sulle Note di S. Marco” a cui
hanno partecipato diverse SMIM sannite e delle province e regioni
limitrofe. Vani, invece, sono risultati i tentativi fatti nel 2008 di
istituire un’orchestra provinciale delle SMIM. Nell’A. S.
2012/2013, con tipologie di strumenti musicali diversi, risultano
attive SMIM presso i seguenti Istituti Comprensivi: Apice (perc, sax,
vl, vcl), Apollosa (chit, fl, pf, vl), Benevento “F. Torre” (chit, cl, pf,
vl), Benevento “G. B. Lucarelli” (ob, perc, pf, vl), Benevento “G.
Pascoli” (chit, perc, pf, vl), Castelvenere (chit, ob, pf, sax),
Ceppaloni (chit, cl, pf, vl), Colle Sannita (chit, cl, fl, vl),
Montefalcone in Valfortore (pf, sax, vl, vcl), Montesarchio (cl, perc,
tr, sax), Morcone (chit, cl, pf, vl), Ponte (chit, fl, pf, vl), San
Bartolomeo in Galdo (chit, fl, pf, vl), San Giorgio del Sannio (chit,
pf, sax, vl), San Giorgio la Molara (sax, tr, vl, vcl), San Leucio del
Sannio (chit, fl, pf, vl), San Marco dei Cavoti (chit, fl, pf, vl),
Sant’Agata dei Goti (chit, cl, pf, vl), Sant’Angelo a Cupolo (chit, fl,
pf, vl), Solopaca (fl, ob, pf, vl), Telese Terme (chit, pf, vl, vcl).
ISTITUTO MAGISTRALE “G. GUACCI” - LICEO MUSICALE
Fu istituito a Benevento nel 1872, «per la necessità di provvedere
165
Istituite in via sperimentale con D. M. del 3 agosto 1979 e ricondotte ad
ordinamento con D. M. n° 201 del 6 agosto 1999, prevedono l’insegnamento
individuale e collettivo di uno strumento musicale, scelto tra i quattro assegnati
alla scuola.
117
alla preparazione di maestre per l’insegnamento nelle scuole
elementari». Accanto alle materie di studio tradizionali, era presente
anche lo studio della «musica e canto», impartito, tra gli altri, da
Clelia Marchianò (1911 ca.), dai siciliani Gustavo Natale (1914
ca.)166 e Francesco Mulè (1928), Lavinia Iasiello (dal 1939), dal
pugliese Italo Lippolis (1940-1941) ed altri ancora. Con Delibera di
Giunta Regionale n° 56 del 28/01/2010, all’interno dell’Istituto e
a partire dall’A. S. 2010-2011, fu istituito il Liceo Musicale. Nell’A.
S. 2012/2013, vi hanno insegnato: chitarra - Silvia Cavalli e
Antonio Passaro; clarinetto - Franco Mauriello; fisarmonica Giovanni Molinaro; flauto - Emanuela Soreca e Olga Veneziano;
oboe - Arturo Armellino e Antonio Dell’Oste; percussioni Giancarlo Sabbatini; pianoforte - Adele Bancale, Elvira Campanile e
Giovanni Marro; sassofono - Umberto Aucone; violino - Luigi
Abate e Selene Pedicini; violoncello - Antonietta Catalano; teoria,
analisi e composizione - Vincenza Ciullo; storia della musica Rosetta Passariello; tecnologie musicali - Maria Cristina Gallucci;
musica d’insieme - Adiutrice Barretta, Debora Capitanio, Antonietta
Catalano e Pellegrino Russo.
Bibliografia e Fonti: AMORE 2008, p. 32; GIOVINE, p. 9; INGALDI, vol.
II, p. 212; www.liceoguaccibn.it
Tra le altre scuole musicali, ricordiamo, infine, la Scuola di
Musica “Solmilandia” di Benevento, diretta da Maura Minicozzi
(2000-2005); la Scuola di Musica “Progetto Musica” di Airola,
attiva dal 1999 e diretta da Carmine Ruggiero, e l’Accademia di
Musica A.M.A. (Attività Musicali Associate) di Telese Terme.
Il Natale, fu autore anche dell’interessante saggio L’anima della musica:
prolusione al corso di canto corale nella R. Scuola Normale femminile di
Benevento (Palermo, Officine Tipo-Litogr. Anonima Affissione, 1914; copie in IBVam, I-Nn).
166
118
(X)
Teatri, Festival ed altre manifestazioni musicali
TEATRI
Il Teatro Romano è il più antico teatro beneventano. Inaugurato
sotto l’imperatore Adriano nel 126 d. C. e completato
dall’Imperatore Caracalla tra il 200 e il 210 d. C., originariamente
era capace di ospitare ben diecimila persone. Abbandonato nel primo
periodo longobardo, fu poi restaurato negli anni ‘20 del XX secolo.
Dal 1970, ha ospitato vari concerti e rappresentazioni operistiche.
Lo storiografo Salvatore De Lucia ci ricorda che nel XVII secolo,
esisteva «un’aula massima» al secondo piano del Palazzo comunale
di Benevento (oggi chiamato Palazzo Pio V), dove «oltre a certe
riunioni periodiche e straordinarie, si svolgeva un pubblico teatro
con scene, oratorii, con tragedie e commedie, il più delle volte di
sapore locale». In questo luogo, vennero rappresentate nel 1665 La
Noce maga di Benevento di Nicolò Piperno e il 20 giugno 1681 La
Vanità conosciuta del figlio Pietro Piperno che, con tutta
probabilità, prevedevano anche delle parti in musica. Con l’arrivo dei
francesi a Benevento, l’aula del Palazzo Comunale fu ristrutturata e
ampliata (1809-12) e fu poi sede di rappresentazioni teatrali e
operistiche, curate per lo più da compagnie di passaggio. Dopo il
1850, il suddetto teatro fu smantellato e destinato ad altro uso dal
Consiglio comunale.
Dopo la chiusura dell’Aula Massima, e in attesa della costruzione
di un «Teatro Nuovo» (il Teatro Comunale “Vittorio Emanuele
II”), fu allestito un Teatro Provvisorio in via «della Madonnella n°
535», vicino alla parrocchia di S. Caterina. Sempre da compagnie
teatrali-operistiche di passaggio, vi furono rappresentate nel 1856
Roberto di Piccardia (Robert le diable) di Giacomo Meyerbeer, I
Pirati spagnuoli e Marco Visconti di Enrico Petrella, il Lionello
(Rigoletto) e Violetta (La Traviata) di Giuseppe Verdi.
Al dicembre del 1862 risale l’inaugurazione del Teatro Comunale
119
“Vittorio Emanuele II”. Costruito dall’architetto Pasquale
Francesconi, sull’esempio del “Bellini” di Napoli, possiede un
capiente palcoscenico e quattro ordini di palchi, in grado di ospitare
405 spettatori di cui 164 in platea e 241 in galleria. La sua
costruzione ebbe inizio nel 1851 e fu in parte ultimata nel 1862.
Come ci ricorda lo storico Jamalio, «quantunque, per colpa
degl’ingordi intraprenditori del tempo, fosse rimasto incompiuto nel
tetto del palcoscenico, ond’è freddo d’inverno; pure è uno dei più
belli ed eleganti teatrini di provincia». Inaugurato negli ultimi giorni
del dicembre del 1862, con l’opera Masaniello ovvero La Muta di
Portici di Daniel Auber, in esso operarono quasi sempre compagnie
di musica e prosa di passaggio. Oltre alle più acclamate opere
dell’epoca, nel febbraio del 1874, in questo teatro fu eseguita per la
prima volta una «Sinfonia-Capriccio» scritta appositamente dal
napoletano Enrico Sarrìa (Napoli, 1836-1883), presente
all’esecuzione e chiamato per ben tre volte al proscenio. Nel 1900 fu
sede della prima rappresentazione dell’opera Jarba del compositore
beneventano Gaetano Rummo. Durante il Ventennio fascista ospitò
diversi spettacoli musicali (opere, concerti, operette, riviste), sempre
ampiamente pubblicizzati dalla stampa grazie alla solerte azione
dell’Ufficio Preparazione Politica Professionale e Propaganda del
Comando Federale del Sannio. Durante gli anni cinquanta e gli anni
ottanta fu utilizzato come cinema, con il nome di Cinema
Comunale. Nel 1994, sotto la direzione dell’architetto Gennaro
Giangregorio, è stato radicalmente restaurato. In seguito, ha ospitato
diverse stagioni concertistiche curate dall’ISBES, dell’Ateneo Sannita
e diversi spettacoli teatrali realizzati nell’ambito del Festival
“Benevento Città Spettacolo”.
Seppur per pochi anni, alla fine dell’800 a Benevento furono
attivi anche altri due teatri: Alhambra e Politeama.
Da alcune cronache giornalistiche dell’epoca, infatti, sappiamo
che intorno al 1880 a Benevento fu attivo un teatrino, denominato
Alhambra dove, nel dicembre del 1880, fu data con «pienone di
pubblico» l’opera Giulietta e Romeo di Vincenzo Bellini.
Costruito interamente in legno, nella piazza Piano di Corte, il
Teatro Politeama, invece, fu attivo dal giugno 1886 a giugno 1887.
Vi si rappresentarono alcune operette di Charles Lecocq e Louis
Varney. Un nuovo Politeama, costruito fuori Porta San Lorenzo, fu
120
attivo per alcuni anni dal 1895 e nel settembre del 1896 fu
rappresentata l’operetta La figlia del Generale, con l’orchestra diretta
dal beneventano Annibale Taurini.
Adibito nell’ex Collegio de la Salle a Benevento, il Teatro De
Simone fu costruito nel 1906 su progetto dell’ingegnere Michele
Satriano. Ha ospitato diversi concerti curati dallo stesso Collegio,
dal Conservatorio di Musica “Nicola Sala” (dal 1980), dall’ISBES e
da altre istituzioni musicali beneventane.
Progettato dall’ingegnere Gennaro De Rienzo, il Teatro Massimo
(circa 800 posti) fu inaugurato il 23 aprile 1953. Concepito e
utilizzato sempre come cinema, nel corso degli anni ha ospitato
molteplici manifestazioni musicali e dal 1990 ospita il tradizionale
concerto di Capodanno, sempre diretto dal beneventano Leonardo
Quadrini.
Ultimo in ordine di costruzione, è il Teatro-Auditorium
Calandra (circa 800 posti), costruito negli anni ‘80 del XX secolo.
Intitolato al musicista frassese Nicola Calandro,167 ha ospitato diversi
concerti, spettacoli teatrali e musicali, nell’ambito del festival
Benevento Città Spettacolo, e diverse edizioni del BengioFestival (dal
1995).
Si segnala, infine, la presenza a Cerreto Sannita di «un teatro ove
si davano comici spettacoli», edificato nel 1739 «a spese di alcuni
cittadini su suolo concesso dal comune». Quest’ultimo, in attività
fino alla fine dell’800, ospitò spettacoli teatrali, musicali e varie
conferenze.
Bibliografia: CHIRICO, pp. 177, 180-211, 214-216, 219-232; DE LUCIA
1983, pp. 76-77; «Gazzetta Musicale di Napoli», 1866, n. 4 e 5, p. 7 / n. 6, p. 4;
«Gazzetta Musicale di Milano», 1866, p. 268 / 1871, pp. 178, 203; JAMALIO,
pp. 105, 106; MARTIGNETTI, p. 193; MAZZACANE, p. 161;
PIETRONIGRO, pp. 122, 123; ROTILI, p. 132; ZAZO, pp. 6-10, 65-67.
Nell’intitolazione, il Consiglio Comunale di Benevento ha erroneamente
modernizzato il cognome da Calandro a Calandra.
167
121
BENEVENTO CITTÀ SPETTACOLO
Nacque nel 1980 come rassegna di teatro a tema da un’idea di
Ugo Gregoretti, suo primo Direttore Artistico, elaborata in
collaborazione con il Comune di Benevento. Con il trascorrere degli
anni, la rassegna è divenuta un autentico contenitore di eventi, non
soltanto teatrali, ma anche musicali, riuscendo così ad inserirsi
autorevolmente nell’ampio panorama artistico nazionale. Nelle
trentatrè edizioni realizzate fino ad oggi, ha ospitato orchestre di
grande prestigio internazionale, come l’Orchestra Sinfonica della
RAI di Torino (1983), l’Orchestre National de France (1987),
l’Orchestra Filarmonica della Scala (1989), la Czech Symphony
Orchestra (1991), l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Russia,
diretta dal beneventano Leonardo Quadrini (2008), l’Orchestra “A.
Scarlatti” della R.A.I. di Napoli (1992) e l’Orchestra del Teatro San
Carlo di Napoli (2010). Non molti, ma tutti di elevata caratura
anche i concerti solistici con i pianisti Sandro De Palma (1986),
Francesco Nicolosi (1990), Simona Padula (1990) e François-Joël
Thiollier (2010); con i violinisti George Münch (1994) e Uto Ughi
(1986), solista e direttore con L’Orchestra da camera di Santa
Cecilia di Roma, e infine con i cantanti Cecilia Gasdia (1989) e
Simone Alaimo (1989). Costante, e in continuo aumento nelle
ultime edizioni, infine, la presenza di musicisti e formazioni
beneventane, tra le quali si ricordano la Polifonica Sannita (1985),
l’Orchestra dell’ISBES (1990, 1991), l’Orchestra Ars Nova di
Benevento (1993), la Corale del Roseto di Solopaca (1999),
l’Orchestra del Conservatorio “Nicola Sala” (1989, 2009-2012) e
vari concerti solistici e da camera tenuti dagli allievi del suddetto
Conservatorio.
Fonte: www.comune.benevento.it/CittaSpettacolo
LE STAGIONI LIRICHE
Dopo le molteplici ottocentesche stagioni operistiche realizzate al
Teatro Comunale, durante il Ventennio fascista, furono messe in
scena, sempre a Benevento, diverse opere “popolari” (principalmente
122
di Bellini, Donizetti e Verdi) da compagnie liriche di passaggio,168
che videro la partecipazione, tra gli altri, dei cantanti Franco
Nascimbene (1942), Orfeo Campri e Olga Colasanti e dei direttori
d’orchestra Franco Patanè e Romolo Castelmonte.
Alla fine degli anni ‘60, visti i positivi esiti della stagione lirica
organizzata dall’E.P.T., nel 1963 al Teatro Massimo (con La
Traviata di Giuseppe Verdi e La Bohème di Giacomo Puccini),
l’ente Provincia «ha avuto il merito di trasformare in tradizionale
l’appuntamento con il belcanto, tenutosi dal 1969 al 1994 presso il
Teatro Romano; con l’eccezione dell’anno 1993, in cui si passò a
sperimentare, una tantum ma con successo, la formula del Festival
Lirico-Sinfonico presso il Chiostro di S. Sofia».169 Con eccezione del
1980, anno in cui la Stagione saltò «per alcune vicende politicoamministrative», nelle venticinque stagioni operistiche sono state
rappresentate le più acclamate opere di Bellini, Donizetti, Rossini,
Verdi, Giordano e Mascagni, con la partecipazione di diversi
cantanti di fama internazionale: Ferruccio Tagliavini (1970),
Giuseppe Di Stefano (1972), Mario Del Monaco (1973, 1974),
Rajna Kabaiwanska (1989), Simone Alaimo (1990) e Silvano
Pagliuca (varie edizioni). Dopo l’ultima edizione del 1994, sono
state organizzate alcune manifestazioni in tono minore (1995,
2005-2007) e vani sono risultati a tutt’oggi i tentativi di “rianimare”
la Stagione Lirica, considerata negli anni 1992 e 1993 come uno dei
«100 festival più importanti d’Europa».
«Come abbiamo già annunziato in seguito all’interessamento del Segretario
Federale presidente del Dopolavoro Provinciale presso il Ministero della Cultura
Popolare e la Direzione Generale dell’OND, nelle sere del 13 e 14 corr. avremo
due spettacoli lirici di eccezione al nostro Comunale con la partecipazione di un
imponente complesso dell’OND, di cui fanno parte 50 professori d’orchestra e 40
coristi e che ha già riportato lusinghieri successi in altre città d’Italia. Saranno date
due opere molto care al pubblico beneventano: Madama Butterfly e Rigoletto. La
Butterfly avrà ad interpreti principali il soprano Emilia Vitali Chiarelli, il tenore
Luigi Sardi, Suzki sarà interpretato da Ida Farè. Il Rigoletto avrà ad interpreti
principali il soprano Lucia Nero, il tenore Giuseppe Traversi, il baritono Franco
Nascimbene, il basso Giuseppe Flamini. Maestri direttori e concertatori Dik
Marsollo e Riccardo Santanelli; sostituti i maestri Giuseppe Scala ed Eduardo
Delle Vigne […]». Cfr., «Il Mattino», 10 Gennaio 1942.
169
Cfr., MARTIGNETTI, pp. 192-198;
168
123
Meritano di essere ricordate, altresì, le rappresentazioni
operistiche allestite negli anni ‘90 dall’ISBES (Pagliacci, Cavalleria
Rusticana, La Traviata) e quelle incluse nell’ambito del SanniOpera
Festival dall’associazione Eufoniarché (La Traviata, Barbiere di
Siviglia, Elisir d’amore, La Serva Padrona ed altre ancora).
LE RASSEGNE CONCERTISTICHE
Dalla metà dell’800, modesta risulta l’attività concertista nel
Sannio beneventano.
Pochi e occasionali, infatti, furono i concerti pianistici, vocali e di
musiche da camera promossi a fine secolo a Benevento dai circoli
Filarmonico, dell’Unione e mandolinistico.
Ben più vivace, invece, risulta l’attività concertistica durante il
Ventennio fascista. Sotto l’egida della locale sezione dell’Istituto di
Cultura Fascista, a partire dagli anni ‘30, diversi furono i concerti
realizzati, per lo più nell’ambito delle rassegne Autunno Sannita e
Primavera Sannita. Tra i tanti musicisti che in questo periodo si
esibirono a Benevento, ricordiamo il duo costituito dal violoncellista
Livio Boni e dal pianista Rodolfo Caporali (1940), l’Orchestra del
GUF (Gruppo Universitario Fascista) di Roma, diretta da un
giovanissimo Carlo Maria Giulini (1940); la banda della X Legione
Ferroviaria M.V.S.N. diretta da Franco Patanè (1938) e molti
cantanti, violinisti e pianisti beneventani.170
Dopo un lungo periodo di quasi totale inattività, dagli anni ‘80171
diversi furono i concerti organizzati dall’Accademia Musicale
Cfr., AMORE 2004, pp. 2-3.
Da questo periodo in poi, sono da ricordare anche gli occasionali concerti
e/o brevi rassegne organizzate a Benevento e provincia dalle locali sezioni della
FIDAPA e dalla Società “Dante Alighieri” e dalle associazioni Ars Nova e I
Musici Sanniti. Meritano di essere ricordati anche i molteplici concerti di musica
barocca organizzati a Bonea (2003-2007) dall’Associazione culturale “Nuova
Arcadia”, presieduta dal clavicembalista argentino Eduardo Agüero Zapata (19482008). Al presente, invece, si segnalano la rassegna “Musica al Convitto”,
organizzata dal Convitto Nazionale “P. Giannone”, e “I Concerti della Bottega”,
rassegna musicale curata dal 2011 dall’Associazione “L’Art du Luthier”, entrambe
con la partecipazione di musicisti sanniti e allievi del locale Conservatorio di
Musica.
170
171
124
Sannita di Foglianise, per lo più con giovani musicisti locali, e
dall’associazione Amici della Musica di San Giorgio del Sannio.
Quest’ultima, costituitasi nel 1981, sotto la presidenza di Achille
Mottola, ha realizzato molteplici concerti a S. Giorgio del Sannio, a
Benevento e altre località della provincia. Particolarmente fortunata
risulta la sua rassegna Il Pianoforte e dintorni che, dal 1984, ha visto
la partecipazione di solisti e formazioni vocali e strumentali di chiara
fama nazionale ed internazionale, tra i quali, ricordiamo i pianisti
Antonio Ballista (1988), Lazar Bermann (1991), Michele
Campanella (1991, 1994), Orazio Maione e Bruno Canino (1989),
i Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone (1991), il Delmè String
Quartet (1991); l’organista Christopher Bowers-Broadbent (1991),
la soprano Kate Gamberucci (1991), il Quartetto d’archi Amati e il
Coro del Teatro San Carlo di Napoli diretto da Giacomo Maggiore
(1989).
Di buon livello furono le stagioni concertistiche organizzate a
Benevento negli anni ‘90 dall’ISBES (fondata nel 1991) e dal 2000
dall’Accademia Musicale del Sannio “F. Devienne”, quest’ultima
denominata Benevento Classica e diretta dal flautista napoletano
Carlo De Matola.
Eccellenti furono invece le cinque edizioni de I Concerti
dell’Ateneo, organizzati dal 2004 al 2008 al Teatro Comunale di
Benevento dall’Università degli Studi del Sannio, con la direzione
artistica del pianista Michele Campanella, che hanno visto la
partecipazione, tra gli altri, de I Virtuosi Italiani (2008), del duo
Felice Cusano (violino) e Piernarciso Masi (pianoforte), dei pianisti
Roberto Prosseda (2008) e Michele Campanella, del Quartetto di
Fiesole (2004) e dell’oboista tedesco Hansjörg Schellenberger
(2007).
Dal 2007 al 2012, intensa risulta l’attività dell’associazione
Eufoniarché, promotrice di varie rassegne operistiche e sinfoniche (in
particolare il SanniOpera Festival), nelle quali si sono esibiti, tra gli
altri, il sopranista Michael Aspinall (2007), il clarinettista
Alessandro Carbonare (2011) e tanti giovani cantanti e concertisti
sanniti.
Tuttora in corso è la Stagione concertistica dell’Accademia di
Santa Sofia, con programmazione triennale (ottobre 2010 dicembre 2013), che ha visto l’esibizione presso la Basilica di San
125
Bartolomeo Apostolo di Benevento dell’omonima orchestra, spesso
affiancata da solisti di chiara fama nazionale, come i violinisti Enrico
Pieranunzi (2010) e Domenico Nordio (2011), l’oboista Domenico
Sarcina (2011), il flautista Romolo Balzani (2012).
MOTTETTO A 5 DI TOMASO PUCCI DI BENEVENTO (1622)
126
( XI )
Editoria e Archivi musicali
EDITORIA MUSICALE
Seppur in periodi diversi, dagli inizi del XVIII secolo ad oggi, si
hanno notizie di alcune stamperie ed edizioni musicali attive a
Benevento. Tranne rare eccezioni, si tratta però di attività fittizie, dal
momento che diversi spartiti, in realtà, furono stampati altrove.
Tra le prime edizioni musicali stampate a Benevento, di cui
abbiamo notizie, ricordiamo le Istruzioni corali del francescano
calabrese Domenico Scorpione, all’epoca maestro di canto presso il
Seminario beneventano, pubblicate nel 1702 dalla Stamperia
Arcivescovile, fondata nel 1690 dall’Arcivescovo Vincenzo Maria
Orsini.
Agli inizi del ‘900 risalgono gli unici spartiti pubblicati dalle
edizioni De Martini & figlio, antica famiglia di tipografi beneventani
attiva dalla metà del XVI secolo. Si tratta della Serenata di Piero per
baritono e pianoforte (copia in I-Nc) - estratta dall’Opera Jarba di
Gaetano Rummo, rappresentata con discreto successo nel 1900 al
Teatro Comunale di Benevento - e della canzone ‘O ttorrone d’o
Sannio, per voce e pianoforte, di Carlo Mirelli.
Durante il Ventennio fascista, fu particolarmente attiva la libreria
e casa editrice Fallarino. Seppur occasionalmente, essa pubblicò
anche diversi spartiti di compositori beneventani, materialmente
stampati dalla tipografia dei fratelli De Marino di Napoli. Tra
questi, ricordiamo: la Missa in honorem Jesu Christi Regis, (1939)
per 2 voci e organo di Antonio Iatalese; Corsica Nostra (1940; copie
in I-Mcom, I-RCNca) e Nizza Italiana (1942; copia in I-Fn),
entrambe per canto e pianoforte, di Italo Cammarota e l’Inno al
nuovo Vescovo (1941; copia in I-Fn), per canto e pianoforte, di
Giulio Scrocca.
Sempre al periodo fascista, risale l’unico spartito pubblicato dalla
tipografia Abete: Il vessillo d’Italia, Inno musicato da Gaetano
Maffei su testo di F. Dall’Ongaro (copia in I-RCNca).
127
Alla fine del ‘900, infine, si segnalano le pubblicazioni di alcuni
occasionali editori musicali beneventani.
All’editore Rosa, si deve la pubblicazione nel 1977 del Metodo
per chitarra jazz di Raffaele Russo172 (copia in I-Fn); alle edizioni
Tetragramma, la pubblicazione nel 1979 della Messa Cieli nuovi per
quattro voci ineguali e organo di don Lupo Ciaglia (copia in IBVam) e dei Solfeggi parlati in carattere manoscritto di Tullio
Zitani (copia in I-BVam); all’editore Gennaro Ricolo, la ristampa
nel 1985 della Messa Cieli nuovi di don Lupo Ciaglia (copia in IFn), la pubblicazione nel 1982 dei Canti eucaristico mariani eseguiti
dal coro delle cantanti del Rione Portella di Giuseppe Lando e don
Lupo Ciaglia (copia in I-BVam) e nel 1989 la pubblicazione dei
Mottetti con accompagnamento d’organo di Emilia Tartaglia
Polcini173 (copia in I-BVam); a Masone editore, la pubblicazione nel
1986 del Metodo teorico-pratico per flauto dolce ancora di Tullio
Zitani (copia in I-FTamore); alle edizioni Murganthia, la
pubblicazione nel 1996 dei 40 bassi ad uso del Corso di Armonia
Complementare di Maria Iannace (copia in I-Lli); alle Edizioni
Auxiliatrix, la pubblicazione nel 2007 della fuga a 4 voci dispari A
chi muore per Dio di Nicola Sala, con revisione di Antonio
Caporaso.
Merita, altresì, di essere ricordata la meritoria attività a Torino
del compositore ed editore beneventano Luigi Giordano.174
172
Nacque a Benevento nel 1930 ed ivi morì nel 2002. Chitarrista e
fisarmonicista autodidatta, dal 1950, per diversi decenni, fu animatore della scena
musicale beneventana. Conseguita la qualifica di «Maestro di Banda e Direttore di
coro» al Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli, dal 1966 insegnò
nei corsi di orientamento bandistico-corale. Fu autore di diverse canzoni e manuali
didattici che ebbero una certa fortuna, tra i quali, ricordiamo: I primi passi del
tastierista (Firenze, Arti Grafiche Bandettini, 1992; copia in I-Fn); La tastiera per
tutti (Firenze, Arti Grafiche Bandettini, 1992; copia in I-Rsc); Metodo per
chitarra jazz (Benevento, Rosa, 1977; copia in I-Fn). Cfr., INGALDI, vol. II, pp.
376-378.
173
Musicista e didatta nata a Benevento nel 1965. Oltre ad alcune composizioni,
è autrice del saggio Strategie di Educazione Interculturale: Il linguaggio universale
della musica (Benevento, Edizioni Torre della Biffa, 1999; copia in I-FTamore).
174
Nacque a Benevento nel 1877 e morì a Torino dopo il 1943. Dal 1915 al
1943 fu attivo a Torino come compositore ed editore musicale, inizialmente in
società con Abramo Allione (1915-1918) e successivamente da solo. Oltre a suoi
128
ARCHIVI E FONDI MUSICALI
L’Archivio di Stato, fondato nel 1956, conserva libri liturgici con
notazioni musicali e 32 frammenti pergamenacei provenienti da
codici liturgici con notazione musicale in scrittura beneventana,
recuperati dalle copertine di diversi Atti notarili.
L’Archivio e Biblioteca Arcivescovile “F. Pacca”, fondato nel
1753, conserva una gran quantità di materiale musicale ancora in via
di sistemazione, tra cui oltre 250 importanti manoscritti che
rivestono particolare interesse per la storia del beneventano, una
lettera autografa di Gioachino Rossini indirizzata al generale
Federico Torre (datata Parigi, 4 aprile 1861) e un autografo
musicale di Giuseppe Verdi dedicato al generale Torre (datato 25
maggio 1861).
La Biblioteca Capitolare, fondata prima del sec. IX, conserva
circa 30 libri liturgici a stampa con notazioni musicali e numerosi
codici risalenti ai secoli IX-XII (salteri, innari, messali, etc.), tra
questi, numerosi in scrittura beneventana (1 antifonario, 6 graduali
con tropi e sequenze, 2 innari, 3 messali e 1 processionale).
La Biblioteca del Conservatorio di Musica “N. Sala”, fondata nel
1980, conserva alcuni manoscritti, libretti d’opera (un centinaio di
varia epoca) e circa 5.000 volumi a stampa (trattati teorici e
didattici, libri ed edizioni musicali), comprese diverse composizioni
di autori locali, tra cui Italo Ruggero Muci (1922-1990), Antonio
Braga (1929-2009)175 e Otello Calbi (1917-1995).
La Biblioteca Provinciale “Antonio Mellusi”, fondata nel 1929,
conserva un fondo musicale contenente un centinaio di unità
bibliografiche tra manoscritti e spartiti a stampa (fine XIX-inizi XX
lavori, ristampò composizioni di alcuni grandi musicisti del passato (D. Scarlatti,
G. Paisiello, F. Mendelssohn) e lavori di giovani compositori italiani (G. F.
Ghedini, G. F. Donati, G. Silvestri ed altri). Tra le sue composizioni, si ricordano:
Fata bugiarda, serenata tango per orchestrina (Torino, Giordano, 1933; copia in IFn); Lettera dal fronte, arietta sentimentale per voce e pianoforte (Torino,
Giordano & Allione, 1915; copia in I-Fn); Lontano da mamma, tango per
orchestrina (Torino, Giordano, 1930; copia in I-Fn). Cfr., DALL’ARA, Tomo I,
pp. 90-91.
175
Napoletano di nascita e formazione, per sua volontà, dopo la morte la salma
fu sepolta nel cimitero di San Bartolomeo in Galdo, luogo nativo del padre.
129
secc.), in più vari trattati teorici e didattici a stampa e libri di
consultazione generale.
Il Museo del Sannio, fondato nel 1873, conserva diversi codici e
libri liturgici con notazioni musicali del XIX-inizi XX sec. e alcuni
manoscritti della metà dell’800 appartenuti al musicista Giuseppe
Ventura.176
Tra gli archivi presenti in altri centri del beneventano, si
segnalano il Fondo “Nicola Calandro”, conservato presso la
Fondazione Madonna di Campanile di Frasso Telesino e contenente
in copia fotostatica e digitale quasi tutte le composizioni del
Maestro di Cappella Nicola Calandro detto Frascia. Sempre a Frasso
Telesino, particolarmente interessante risulta anche il piccolo fondo
musicale conservato presso la chiesa di Santa Giuliana che contiene
manoscritti e spartiti di musica sacra, tra gli altri, di Giuseppe De
Nardis (1866-1956), Lorenzo Perosi (1872-1956), Ruggero
Leoncavallo (1857-1919), Raffaele Casimiri (1880-1943) e
Domenico Bartolucci (1917).
Presso la parrocchia di S. Marco Evangelista di Morcone è
conservato un volume miscellaneo della metà dell’800 (Il libro dei
canti di S. Maria de Donatis), contenente diverse messe e canti
liturgici in stile gregoriano, compresa una Missa in festo
Sant’Alphonsi M.ae de Ligorio.177
Il Museo Diocesano di Sant’Agata dei Goti, conserva nove libri
corali del XVIII sec., tra cui un Graduale del 1789.
Tra gli altri fondi musicali, infine, ricordiamo quelli presenti
nelle biblioteche Scolastica “L. Sodo” e del Seminario Vescovile di
Cerreto Sannita, del Convento Francescano di Paduli e del Santuario
delle Grazie di Benevento.
176
Nel dettaglio, gli spartiti manoscritti ricopiati dal Ventura sono: Anonimo,
Ventidue contradanze francesi per 2 violini, flauto e basso (1853); Ferdinando
Carulli, Breve metodo per imparare la Chitarra (1853); Gaetano Donizetti, Cinque
Duettini per Camera, ridotti per 2 violini (1855); Nicola Fornasini, La rivolta del
Serraglio, Passo doppio per banda (1853); Salvatore Foschini, Valzer per
pianoforte (1853); Silvestro Palma, Cavatina “Dolente sventura”, per orchestra
(1853). Cfr., CHIRICO, pp. 213, 246-247.
177
Cfr., DEL PRETE.
130
( XII )
Costruttori di strumenti musicali
Sin dall’epoca romana, nel territorio beneventano furono presenti
costruttori di strumenti musicali. Nel 1754, infatti, Giovanni De
Vita menzionava, tra i collegi di arti e mestieri esistenti in epoca
romana a Benevento, anche quello degli artifices organorum, ovvero
di costruttori di strumenti musicali.
Dal Rinascimento in poi, particolarmente fiorente fu la
fabbricazione di monocordi,178 liuti, e, soprattutto, di corde
armoniche. Secondo il Rotili, fu l’Arcivescovo Vincenzo Maria
Orsini, a partire dal suo arrivo a Benevento nel 1686, ad aver
favorito «l’industria delle corde armoniche, cui voleva unire una
fabbrica di liuti, per la quale si rivolse al celeberrimo Antonio
Stradivari».179 Dopo un periodo di interruzione, nel 1751 il Sindaco
del Comune di Benevento deliberò di appaltarne la fabbricazione:
«Essendosi presentato un artefice di corde da suono desideroso di
introdurre in questa Città l’arte che non vi è, di fare le corde
178
Era un antichissimo strumento musicale a una sola corda, molto semplice:
sotto la corda si trovavano scritte, in notazione alfabetica, le note della scala
musicale ed era particolarmente utile per imparare correttamente un canto, anche
senza l’aiuto di un maestro. Costruttori e di questo strumento furono attivi a
Benevento fino alla fine del XVIII secolo. Per la prima rappresentazione dell’opera
Socrate immaginario di Giovanni Paisiello, data nell’autunno del 1775 al Teatro
Nuovo di Napoli, «Il monocordo con cui il protagonista Tammaro modulava il
suo canto, non fu sostituito da uno strumento dell’orchestra: si mandò a prenderlo
a Benevento da un musico suonatore che vi si fermò cinque giorni per imparare ad
accordarlo e a suonarlo». Cfr., BARBLAN, p. 256.
179
«In un manoscritto del Padre Desiderio Arisi si legge, che nell’anno 1685, il
12 marzo, il Cardinale Orsini Arcivescovo di Benevento, ordinò ad Antonio
Stradivari un violoncello e due violini di cui fece un presente al Duca di Natalona
in Spagna; e che il Cardinale inviò all’artista, oltre ad una generosa rimunerazione,
una lettera delle più affettuose, nella quale egli mostra di altamente apprezzare i
suoi meriti ammettendolo nello stesso tempo nel novero dei famigliari». Con
successiva lettera del 25 giugno 1686, Vincenzo Maria Orsini, concedeva allo
Stradivari il titolo di nomina (una sorta di patente) per l’apertura, proprio a
Benevento, di una bottega. A tutt’oggi, però, non è documentata la presenza dello
Stradivari a Benevento. Cfr., MANDELLI, pp. 92-102.
131
medesime, ho con lui concordato […]; che gli appaltatori dei macelli
sono tenuti di vendere gli intestini al predetto appaltatore; che il
predetto appalto e concessione di privativa debba durare per anni
nove […]; che la fabbrica di dette corde debba situarsi in luogo
proprio da non pregiudicare con la puzza e che vi sia il comodo
dell’acqua dolce». Grazie alle ricerche dello storico Alfredo Zazo,
sappiamo che dal 1760 dette corde venivano costruite da Amodio
Guardiano di Benevento e che questa attività sopravvisse fino al
1917, anno in cui morì Giuseppe Minervino,180 ultimo costruttore di
dette corde.
Dal Settecento, particolarmente apprezzati furono i lavori degli
organari Michele Bucci di Benevento e degli Abbate di Airola. A
Michele Bucci (Benevento, metà XVIII sec.) si devono gli organi
delle chiese di S. M. Assunta di Montorio nei Frentani, di Santa
Maria delle Rose di Bonefro (1762), del SS. Salvatore di
Pontelandolfo e della Chiesa Arcipretale di Pago Veiano (1759).
Con tutta probabilità, suoi furono anche gli organi costruiti per le
chiese di Santa Maria del Carmine di San Marco dei Cavoti, del
SS.mo Redentore di Sant’Agata dei Goti e di San Michele di
Sassinoro.
Ad Airola, invece, per oltre due Secoli (1700-1900), operarono
gli Abbate (Abate), rinomata famiglia di organari. Al capostipite
Donato Abbate, si devono gli organi delle chiese della SS.
Annunziata di Arienzo (1738), della Collegiata del Corpo di Cristo
di Frasso Telesino (1747), di S. Sebastiano di Moiano (1737) e
della Cattedrale di Sant’Agata dei Goti (1738-39). Al figlio Nicola,
invece, si deve il monumentale organo della chiesa dell’Annunziata di
Venafro (1784). Dalla metà dell’800, particolarmente richiesti e
apprezzati furono gli strumenti costruiti dai fratelli Giuseppe e
Marcellino, a cui si devono gli organi della Chiesa di S. Biagio di
Aversa (1855), del Santuario della Madonna della Neve di Napoli
(1870), della Chiesa della Trasfigurazione di Succivo (1886), delle
180
Musicista occasionale, fu attivo dalla seconda metà dell’800, principalmente
come costruttore delle rinomate «corde armoniche» in budello per strumenti ad
arco. Nel 1917, morì, in completa povertà, nel Ricovero di Mendicità di
Benevento. Cfr., GIOIELLI, p. 34; ZAZO 1976, p. 95.
132
Cattedrali di Acerra (1874)181 e Capua. L’attività ebbe fine con
181
«L’Organo sarà di trentadue registri, oltre la Banda, in ottava estesa sotto, e
sopra che si contano sessantaquattro tasti, cioè da La a Do con controbassi tutti
naturali, e con cassa divisa in tre mitre e quattro pilastri 1. La cassa sarà di ordine
composito divisa in tre mitre e quattro pilastri, con primo, e secondo ordine, sarà
fornita di base, e capitelli, architrave, freggi, cornicione e quanto richiede una
buona architettura, sarà palmi trentadue di altezza e sedici di larghezza, e sarà di
legame di castagno l’ossatura. e di legno di pioppo l’esterno. 2. I registri sono i
seguenti: Il Principale basso composto di ventisette canne tutte di stagno, e la
prima di esse alamirè controbasso che conta quattordici palmi di altezza.
Principale soprano composto di trentasette canne anche tutte di stagno, affinché
tali registri abbiano perfetta eguaglianza nell’intonazione, e saranno situate così, le
prime trentacinque in prospetto divise alle tre mitre, cioè nove alla mitra di mezzo,
e tredici per ciascuna mitra laterale, e le altre che dicasi supplemento nell’interno
dell’Organo / Vi sarà il Registro del Secondo Principale composto di quarantotto
canne tutte di piombo / Vi saranno due Registri di Ottava, il primo di
sessantaquattro canne, ed il secondo di quarantotto canne / Vi saranno due
Registri di decima quinta / Due Registri di decima nona / Due Registri de
vigesima seconda / Due Registri di vigesima sesta / Due Registri di vigesima nona
composti tutti di canne n. sessantaquattro tutte di piombo che ne formano il
doppio ripieno; ma a tutto il piombo vi sarà unita una quinta parte di legno
affinché le canne siano più sonore e di maggior durata. / Vi sarà il Registro della
Voce composto di sessantaquattro canne di piombo / Vi sarà il Registro del
Flauto traverso composto di trentasette canne di piombo / Vi sarà il Registro del
Flauto in ottava composto di sessantaquattro canne di piombo / Vi sarà il
Registro dell’Ottavino di venticinque canne di piombo / Vi saranno due Registri
di Fisarmonico bassi di ventisette tuoni per ciascuno / Vi saranno due Registri di
Fisarmonico soprani composti di trentasette tuoni per ciascuno / Vi sarà il
Registro pel Viologello di venticinque tuoni / Vi sarà il Registro delle Trombe di
ventisette tuoni / Vi sarà il Registro per sedici Tromboni / Vi saranno due
Registri di Controbassi di sedici tuoni per ciascun Registro tutti naturali, e
saranno uno di Ottava grave che il primo conta ventidue palmi di altezza, e l’altro
di Ottava superiore ed il primo conta undici palmi di altezza / Vi sarà il Registro
del Sistero di trentadue tuoni / Vi sarà il Registro pel Tremolo Matematico / Vi
sarà il Registro per la Zampogna di tre canne / Vi sarà il Registro per l’Uccelliera
/ Vi sarà la Banda composta di Grancassa Piattini e Campanelli 3. Vi saranno
due Banconi di legname di noce costruiti a nuovo meccanesimo e tutti a vite di
ferro 4. Vi sarà il Cribro per sostenere le canne 5. Vi saranno le Rodregioni di
ferro 6. Vi sarà la Rigistratura di ferro, con trenta pometti di ottone che uno sarà
per Tiratutti 7. Vi sarà la Tastiera di osso bianco coi semitoni di ebano di
sessantaquattro tasti 8. Vi sarà la Pedaliera di sedici pedali 9. Vi saranno altri due
pedali per registrare coi piedi 10. Vi saranno due Manteci proporzionati costruiti
a nuovo meccanesimo, cioè che abbiano una lunga durata e saranno animati con
leva 11. Vi saranno i condotti da fiato corrispondenti 12. Tutto l’Organo sarà
133
Giuseppe, attivo tra la fine dell’800 a dopo il 1907.
Da segnalare anche l’attività dell’organaro Gaetano Abete di
Benevento, il quale, nel 1801 perfezionò, con modesti risultati, «il
suono dell’organo della chiesa di Santa Maria Maggiore [di Morrone
del Sannio, Campobasso] con l’aggiunta dell’ottava “stesa”».
Per tutto l’Ottocento e fino alla Seconda Guerra Mondiale,
particolarmente fiorente fu anche la costruzione di flauti doppi182 e
di Calascioni.183
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, furono attivi a Benevento
come occasionali costruttori di strumenti musicali Vincenzo Testa,
originario di Avezzano (L’Aquila), e Biagio Rapuano detto
“Marsigliese”, di cui un suo violino (si dice) fu premiato alla Mostra
di Liuteria di Parigi.184
Al presente, operano un buon numero di liutai, tra i quali
ricordiamo Roberto Marucci che, dopo gli studi di liuteria alla
Scuola Internazionale di Cremona, dal 2008 è attivo nella sua
Baselice come apprezzato costruttore di strumenti ad arco (violini,
viole e violoncelli); Enrico Minicozzi di Benevento, allievo della
scuola di Gubbio e costruttore di strumenti ad arco e,
occasionalmente, di chitarre e bassi elettrici e, infine, Sergio
Francesca di Benevento, apprezzato costruttore di chitarre, alcune
delle quali sono state esposte alle mostre di Mottola (2010, 2012) e
Monopoli (2011).185
chiuso con portelle 13. Un tale Organo sarà da me garantito per anni quindici Il
prezzo del oraddescritto Organo ducati duemila pagabili come si vuole. Airola 13
Gennaio 1874 Marcellino Abbate». Cfr., ACERRA, pp. 11-12.
182
Strumento a fiato a doppia cameratura, in legno o canna, detto anche fraolo
a cocchia. Costruttori di questo strumento furono presenti a Tocco Caudio, dove
ricordiamo Ruggero Calvanese e Serafino Piazza, e a Cusano Mutri, dove furono
attivi Domenico Antonio Maturo, Michele Vitelli, Giuseppe Vitelli e Mauro
Maturo. Cfr., PALMIERI.
183
Chiamanto anche canascione o colascione, era uno strumento a tre corde, a
forma di «grossa chitarra, però con il fondo concavo quasi come quello del
mandolino». Costruttori di questo strumento furono attivi a Benevento, fino alla
Seconda Guerra Mondiale, e nella vicina Castelpoto, dove ricordiamo Peppone
Della Monica (1851-?) e Costanzo Muccio (inizio ‘900). Cfr., COLASCIONE;
GIOIELLI, p. 34.
184
Cfr., INGALDI, vol. I, p. 176.
185
Nasce a Benevento nel 1950. Appassionato cultore della chitarra classica,
134
Merita di essere ricordato, inoltre, anche il celebre costruttore di
mandolini italo-americano Angelo Mannello,186 originario di
Morcone.
Bibliografia: ACERRA; CAPRA, p. 2; COLASCIONE; DE LUCIA 1983,
pp. 227-228; DE VITA, XXXVII-14; GIOIELLI, p. 34; IANNOTTI, p. 30;
INGALDI, vol. I, p. 176; ORGANARIA, pp. 35, 468; ORGANO, pp. 65, 6769, 73, 77-79, 86-89; PALMIERI; PORRINO, p. 77; ROTILI, p. 78; ZAZO
1976, pp. 94- 95.
dopo aver lavorato per una società di impianti telefonici, con l’arrivo della
pensione, si dedica completamente alla liuteria, modificando e costruendo chitarre
classiche. Lavora in particolare sullo spessore delle tavole armoniche e sulle
incatenature, tenendo presente gli insegnamenti dei Maestri liutai del passato.
Esposte in varie mostre, le sue chitarre vengono suonate da numerosi concertisti fra cui Roland Dyens, Pavel Steidl e Vito Nicola Paradiso - che ne apprezzano le
qualità timbriche, la dolcezza, la proiezione del suono e le accurate rifiniture.
186
Nacque a Morcone nel 1858 e morì a New York (U.S.A.) nel 1922. Figlio
di un falegname, a Napoli imparò a suonare e a costruire i mandolini. Emigrato
nel 1885 a New York (U.S.A.), fu attivo occasionalmente come mandolinista e si
affermò anche come uno dei maggiori e più apprezzati costruttori di strumenti a
pizzico d’America (mandolini, mandole e chitarre). I suoi mandolini, in modo
particolare, furono premiati alle Esposizione Internazionali di Chicago (1893),
Parigi (1900) e St. Louis (1904) e oggi sono conservati nel prestigioso
Metropolitan Museun of Arts di New York. Cfr., «La Domenica di Repubblica»,
20/03/2011, n° 318, p. 47; The Metropolitan Museum of Art, New York,
1987, p. 95.
135
Appendice
Le Streghe, i Sanniti e le musiche encomiastiche
La credenza popolare secondo cui Benevento sarebbe il luogo di
raduno delle streghe italiane si diffuse in Europa a partire dal XIII
secolo. Convinto che la leggenda derivasse da rituali longobardi,
Pietro Piperno, protomedico beneventano, fu autore del celebre
libro De nuce maga Beneuentana (Napoli, Dominici Montanari,
1635), nel quale cercò di dimostrare l’infondatezza della diceria, ma
finì con l’alimentare ulteriormente la credenza popolare.
Nei secoli successivi, la leggenda fu ulteriormente ravvivata non
solo da poeti e pittori ma anche da molti musicisti. Nei primi
decenni dell’800, ad esempio, fu particolarmente noto in tutta
Europa il balletto Il Noce di Benevento del compositore austriaco F.
X. Süssmayr (1766-1803), sulla cui contraddanza, nel 1808,
Niccolò Paganini scrisse Le Streghe, virtuosistiche e «infernali»
variazioni per violino e orchestra.187
Anche le gesta dell’antico popolo sannita188 o avvenimenti storici
come la famosa Battaglia di Benevento (1266) tra Re Manfredi e
Carlo d’Angiò,189 hanno stimolato la fantasia di alcuni compositori.
Non mancano, infine, omaggi musicali alla propria terra di
musicisti locali (Nicolella, Meomartini, Maione, Manente, Rotondi)
o a celebri prodotti culinari del Sannio, quali il Liquore Strega della
ditta Alberti e il torrone prodotto dalla ditta dolciaria Giuseppe Sifo
di Benevento.
Cfr., MANZONI, p. 320.
Il rinvenimento di flauti in osso in varie tombe sannite, ne attesta una seppur
limitata pratica musicale. Secondo il Trambusti, «i sanniti […] erano popoli
amanti della guerra […] non potevano avere canti leziosi, musica soave e tenera,
ma invece marziale, e vibrata». Cfr., TRAMBUSTI, p. 54.
189
L’episodio fu ricostruito da Francesco Guerrazzi (1804-1873) nel suo
romanzo storico in 4 volumi La battaglia di Benevento: Storia del secolo XIII
(Livorno, Bertani, 1827), più volte ristampato nel corso dell’800.
187
188
136
Di seguito, si riporta l’elenco di alcune composizioni ispirate al
Sannio beneventano.
ACCIAROLI, Filippo (XVII sec.): La Noce di Benevento,
intermezzo rappresentato a Roma nel 1690.
ANGIOLINI, Gaspare (1723-1797): Le Nozze de’ Sanniti,
ballo in 5 atti rappresentato nel 1789 al Teatro alla Scala di Milano.
ANTOLISEI, Luigi (XIX sec.): Nella da Benevento, opera-ballo
in un prologo e due atti rappresentata nel 1870 al Teatro Fossati di
Milano.
BALDUCCI, Giuseppe (1796-1845): Le streghe di Benevento,
opera rappresentata nel 1837 al Teatro Nuovo di Napoli (ms in INc).
BRONDI, Maria Rita (1889-1941): Melodia del Sannio per
chitarra (Torino, Chiappino, s. d.; copia in I-FTamore).
CANNABICH, Christian (1731-1798): Les Mariages Samnites,
balletto eroico per orchestra andato in scena a Manheim (Germania)
nel 1772 (ms in D-DS).
CLERICO, Francesco (XIX sec.): Terzetto nel gran ballo
intitolato Il Noce di Benevento, ridotto per banda militare (ms in IOS).
CRISCUOLO, Domenico (XIX-XX secc.): La Primavera nell’
eroico Sannio, fantasia originale per pianoforte (ms del 1932 in IRCNca).
DE CURTIS, Ernesto (1875-1837): Liquore Strega (Canzone ‘e
Benevento), per voce e pianoforte (Roma, Officina Poligrafica
romana, s. d.; copia in I-Nc).
DEL RE, Ferdinando (1839-1887): Battaglia di Benevento ossia
Manfredi di Svevia, opera rappresentata nel 1877 al Teatro
Comunale di San Severo (Foggia).
FEO, Francesco (1691-1761): La Noce de Veneviento,
commedia per musica rappresentata nel 1722 al Teatro dei
Fiorentini di Napoli.
FERRI, Nicola (1831-1886): Ida di Benevento, tragedia lirica in
tre atti rappresentata nel 1855 al Teatro Piccinni di Bari.
GNECCO, Francesco (1769-1811 ca.): Le nozze de’ Sanniti,
opera rappresentata nel 1797 al Teatro Nuovo di Padova (ms in I137
Gl).
GRÉTRY, André (1741 -1813): Les Mariages samnites,
dramma lirico in 3 atti rappresentato nel 1776 al Teatro ComédieItalienne di Parigi (Parigi, Houbaud, 1776; copia in I-FTamore).
LAFASCIANO, Domenico (XX sec.): Danza del Sannio, antica
melodia popolare per chitarra (Padova, Zanibon, 1983; copia in IGl).
MAIONE, Rino (1920-2012): In Terra Sannita, trittico
sinfonico per orchestra (1949).
MANENTE, Giuseppe (1867-1941): Rimembranze del Sannio,
marcia sinfonica op. 321 per banda (Firenze, Lapini, s. d.; copia in
US-MDu).
MAZZONI, Pietro (1833-1907): Nella di Benevento, opera (ms
del 1855 in I-Baf).
MAYER, Francesco Simone (1763-1845): Variazioni per Arpa
sul ballo Il Noce di Benevento (ms in I-OS).
MEOMARTINI, Luigi (1888-1955): Giovinezza Sannita,
marcia per pianoforte (Firenze, Saporetti e Cappelli, 1927; copia in
I-Fn).
MERCADANTE, Saverio (1795-1870): Elaisa di Benevento,
tragedia lirica in tre atti rappresentata nel 1862 al Real Teatro
Bellini di Palermo.
MIRELLI, Carlo (XIX-XX secc.): ‘O ttorrone d’o Sannio,
canzone per voce e pianoforte (Benevento, Tip. De Martini, s.d.).
MONTUORO, Achille (1836-?): Re Manfredi, tragedia lirica in
3 atti rappresentata nel 1874 al Teatro regio di Torino.
MORETTI, Gabriele (XVIII-XIX secc.): La Strega di
Benevento, opera in 2 atti rappresentata nel 1830 al Teatro La
Fenice di Napoli (ms in US-Bu).
NAVA, Antonio (1775-1826): Contradanza nel ballo la Noce
di Benevento, ridotta per chitarra (Milano, Ricordi, s. d.; copia in IFTamore).
NICOLELLA, Antonio (XIX sec.): Alle falde del Taburno,
polka per pianoforte (Milano, Lucca, 1885; copia in I-Mc).
PAGANINI, Niccolò (1782-1840): Le Streghe, variazioni op. 8
per violino e orchestra o pianoforte (Milano, Ricordi, 1851).
PERELLI, Natale (1817-1867): Re Manfredi, opera in 3 atti
rappresentata nel 1839 al Teatro Re di Pavia.
138
POLLINI, Francesco (1762-1846): Variazioni per clavicembalo
sopra la prima contraddanza del ballo Il Noce di Benevento
(Milano, Ricordi, 1813; copie in I-Fn, I-Mc).
PONTELIBERO, Ferdinando (1770-1835): Introduzione per
orchestra al ballo Il Noce di Benevento (ms in I-Mc).
PORPORA, Tommaso (XIX sec.): Adalgiso Duca di Benevento,
melodramma semiserio in due atti (ms del 1848 in I-Mc).
RAIMONDI, Pietro (1786-1853): Le nozze de’ Sanniti,
dramma serio in due atti rappresentato nel 1824 al Teatro San Carlo
di Napoli (ms in I-Nc).
ROTONDI, Giovanni (1966):190 Città di Montesarchio, marcia
sinfonica per banda (Pisogne, Eufonia, 2013; copia in I-FTamore).
SESSA, Carlo (1843-1919): Re Manfredi, opera rappresentata
nel 1884 al Teatro Dal Verme di Milano.
SÜSSMAYR, Franz Xaver (1766-1803): Il Noce di Benevento,
ballo allegorico in 4 atti per orchestra rappresentato nel 1802 al
Kärntnertor Theater di Vienna (ms autografo in I-Mc).
TEYBER, Franz (1758-1810): Aragis von Benevent, opera
rappresentata nel 1807 al Teatro Imperiale di Vienna (Austria).
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per pianoforte (Napoli, Stabilimento Musicale Partenopeo, 1861).
VIZTHUMB, Ignaz (1720-1816): Les Autres Mariages
Samnites, opera (ms in B-Earenberg).
ZINGARELLI, Nicola (1752-1837): L’Oracolo Sannita, opera
in due atti rappresentata nel 1805 al Teatro San Carlo di Napoli
(ms in I-Nc).
Nato a Montesarchio nel 1966, si è diplomato in clarinetto al Conservatorio
di Musica di Benevento (1987). Dal 1992 vive a Vigevano (Pavia) dove è attivo
come concertista, didatta, primo clarinetto e vice-maestro della banda musicale
Santa Cecilia e compositore di musiche per banda. Oltre a Città di Montesarchio,
alla sua terra natia ha dedicato anche le marce per banda Ramo delle Streghe
(Grottaminarda, IMG, 2012; copia in I-FTamore) e Caudium (Grottaminarda,
IMG, 2012; copia in I-FTamore). Tra le altre sue composizioni, ricordiamo: Il
Giorno e la Notte per quartetto di clarinetti (Grottaminarda, IMG, 2011; copia in
I-FTamore); Romanza per clarinetto e pianoforte (Grottaminarda, IMG, 2012;
copia in I-FTamore); Travel e Tramp per clarinetto e chitarra (Grottaminarda,
IMG, 2011; copia in I-FTamore); Macchie, 4 macchie musicali per quartetto di
clarinetti (Pisogne, Eufonia, 2013; copia in I-FTamore).
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149
INDICE DEI NOMI
(Sono riportati i soli nominativi di musicisti ed operatori musicali sanniti)
ABATE, Luigi, violinista, 46, 118
ABATE, Vincenzo, direttore di banda, 71
ABBAMONDI, Luigi Errico, compositore, 111
ABBATE, Donato, organaro, 25, 29, 132
ABBATE, famiglia, organari, 132
ABBATE, Giuseppe, organaro, 132
ABBATE, Marcellino, organaro, 132, 134
ABBATE, Nicola, organaro, 132
ABETE, Gaetano, organaro, 134
ALBERICO, teorico, 108
ALVINO, Giovanni, pianista, 40
AMODIO, Luigi, organista e direttore di banda, 23, 32, 67
AMORE, Adriano, clarinettista e musicologo, 47, 69
AMORE, Pio, violinista, 46
ANSALDI, Ada, cantante, 58
ANTONIELLO di Montesarchio, sopranista, 57
ARIETANO, Antonio, clarinettista, 47, 73
ARMELLINO, Arturo, oboista e direttore di coro, 24, 47, 55, 118
AUCONE, Umberto, sassofonista, 6, 48, 118
BALDINI, Odorico, pianista, 39
BALDINO, Rocco, direttore di banda, 70
BALLETTA Alfredo, direttore di banda, 71, 75
BARBATO, Carlo, direttore di banda, 74
BARBERIS RUGGIERO, Ernestina, cantante, 57
BARILLA, Felice, reazionario e musicista dilettante, 108
BARRETTA, Adiutrice, didatta, 118
BARRETTA, Luigi, prefetto e pianista dilettante, 39
BARRETTA, Maria Teresa, didatta, 112
BARRICELLI, Carlo, cantante, 59
BELLAMENTE, Enrico, direttore di banda, 71
BELLAMENTE, Raffaele, direttore di banda, 71
BENEDETTO, Giuseppe, oboista, 47, 116
BIBBÒ, Carmine, direttore di banda, 67
BOCCHINO, Gianluca, cantante, 59
BUCCI, Michele, organaro, 29-30, 132
BUONAVENTO, Bartolomeo, cantore, 56
150
CALANDRA, Pasquale, direttore di banda, 72
CALANDRO, Filippo, sopranista, 57
CALANDRO, Giacomo, violinista, 45, 106
CALANDRO, Giuseppe, organista, 21, 30-31
CALANDRO, Nicola, compositore, 45, 79-81, 121, 130
CALLISTO, Rocco Luigi, direttore di banda, 70, 74
CALVANESE, Ruggero, costruttore di flauti doppi, 134
CAMERLENGO, Dina, direttore di coro, 52
CAMMAROTA, Ermanno, contrabbassista, 42
CAMMAROTA, Italo, violinista, 40, 42, 45, 127
CAMPANILE, Cocozza, direttore di banda, 71
CAMPANILE, Elvira, pianista, 118
CANELLI, Aurelio, direttore di banda, 68-69, 74-75, 106
CANELLI, Gabriele, percussionista, 48
CANELLI, Pietro, direttore di banda, 69, 75, 107
CAPASSO, Marianna, musicista dilettante, 39
CAPITANIO, Debora, clavicembalista, 48, 118
CAPORASO, Antonio, organista e didatta, 35, 53, 100, 116, 128
CAPOZZI, Franco, organista, 48
CAPUTO, Lucio, compositore e direttore di coro, 53
CARAPELLA, Tommaso, organista e compositore, 31, 81-83
CARDILLO, Giacomo Antonio, tenore e compositore, 56
CARUSO, (Pasquale) Fortunato, flautista, 46, 48, 107
CARUSO, (Eddie), Fulvio, trombettista, 48
CASSELLA, Antonio, direttore di banda, 70, 75
CATALANO, Pietro Antonio, compositore, 111
CATALANO, Antonietta, violoncellista, 47,118
CATAUDO, Gerardo, percussionista, 48
CATTANEO, Giuseppina Virginia, pianista, 40, 45
CAVALLI, Silvia, chitarrista, 118
CECERE, Vinicio, cantante, 59
CIAGLIA, Lupo, compositore e direttore di coro, 20, 24, 52, 116, 128
CIARLO, Giovanni Tommaso, maestro di musica, 23
CICCARELLO, Nuntio, compositore, 108
CINI, Tommaso, organista, 32
CIOTTA, Carmine, flautista, 47
CIRCELLI, Daniela, direttore di banda, 72
CIRCELLI, Egidio, organista e didatta, 26, 28, 33, 35, 43
CIRILLO, Carmelina, pianista e didatta, 41, 116
CIROCCO, Angelo, direttore di banda, 66, 70, 106
CIULLO, Vincenza, compositrice, 111, 118
151
COLASANTE, Pasquale, direttore di banda, 75
COLETTA, Saverio, organista, 35
COMPARE, Antonio, direttore di banda, 70, 75
COMPARONE, Emilio, direttore di banda, 74
CORONA, Luciano, fagottista, 47
CORRADO, Vincenzo, direttore di banda, 73
COSTANZO, Giulio, percussionista, 48
COSTANZO, Maria Cristina, pianista e didatta, 41, 116
COVIELLO, Vittorio, flautista, 47
COVINO, Walter, clarinettista, 47
CRAFA, Giovanni, direttore di banda, 71
CRAFA Giuseppe, direttore di banda, 71
CRISCI, Costantino, politico e pianista dilettante, 39
CROCE, Arduino, direttore di banda, 70
CUSANO, Antonio, musicante, 69
CUTILLO, Mario, direttore di banda, 73
D’ADDONA, Nicola, direttore di coro, 51
D’AMBROSIO, Carmen, organista, 35
D’ANGELO, Gioacchino, direttore di banda, 65
D’ANGELO, Maria Grazia, direttrice di coro, 24, 54
D’ARONZO, Adele, pianista, 40
DE ANGELIS, Angelina, cantante, 58
DE CAPRIO, Teodono, teorico, 108
DE CARLO, Nicola, organista, 33
DE FUCCIA, Fulvio, trombettista, 48
DE GIORGIO, Fernando, pianista, 37
DEL GROSSO, Vincenzo, direttore di coro, 54
DE LIBERO, Teresiano, direttore di banda, 75
DELLA PORTA, Persio, maestro di cappella, 22
DELLA ROCCA, Tommaso, maestro di cappella, 21, 23
DELL’OSTE, Antonio, oboista, 118
DE LONGIS, Federico, cantante, 58
DE LUCA, Carlo, direttore di banda, 69, 73
DEL VECCHIO, Bianca, pianista, 40, 106
DE MARIA, Antonio, organista e direttore di coro, 22, 33, 51
DE MARIA, Carlo, direttore di coro, 54
DE MARIA, Saverio, direttore di banda, 72, 73
DE MARTINO, Giuseppe, direttore di banda, 68
DE MARTINO, Pietro, direttore di banda, 68
DE NUNZIO Ester, musicologa, 108
DE PALMA, Federico, direttore di banda, 63, 67, 70
152
DE PALMA, Francesco, maestro di musica, 23, 103
DE RIENZO Luigi, cantante, 58
DE RIMINI, Antonio, direttore d’orchestra, 42, 49
DI LORENZO, Pietro, direttore di coro, 54, 104
DI MARIA, Damiano, organista, 31
DI MELLA, Emilio, direttore di banda, 70
DONISI, Enrica, musicologa, 109
D’ONOFRIO, Carla, clavicembalista, 48
D’ONOFRIO, Dante, didatta, 116
D’ORSI, Massimo, direttore di coro, 24, 54
FALZARANO, Francesco, trombettista, 48
FALZARANO, Gaetano, clarinettista, 47
FANELLI, Sergio, violista, 44, 47
FANTOZZI Donato, direttore di banda, 52, 66, 71
FASOLI, Vittorio, clarinettista, 42-43
FERRANNINI, Antonio, direttore di banda, 72, 75
FERRANNINI, Vincenzo, direttore di banda, 66-67, 70, 72, 75
FERRARA, Maurizio, flautista, 47
FERRARO, Pompeo, direttore di coro, 54
FERRONE, Isidoro, clarinettista, 47
FIERRO, Vinicio, direttore di banda, 71, 73
FIORETTI, Orazio, direttore di coro, 54
FIORILLO, Lorenzo, direttore di banda, 75
FIORITO, Agostino, direttore di banda, 67
FLORIO, Nicola, direttore di coro, 54
FOCARETA, Carlo Adamo, direttore di banda, 68
FORGIONE, Giuseppe, cantante, 58
FORGIONE, Vincenzo, cantante, 59
FORMICHELLA, Gino, musicante, 66, 71
FOSCHINI, Salvatore, pianista e compositore, 38, 107, 130
FRANCESCA, Sergio, liutaio, 134
FUCCI, Salvatore, oboista, 47
FUSCHETTO, Massimiliano, oboista, 47
FUSCO, Alessandro, direttore di banda, 24, 68
FUSCO, Giovanni, compositore, 85-86
FUSCO, Silvestro, direttore di banda, 72
FUSCO, Tarcisio, compositore, 85
GAGLIARDI, Armando, direttore di banda, 73
GALLUCCI, Maria Cristina, chitarrista, 118
GAUDIOSO, Gerardo, cantante, 58
GIANNINI, Vincenzo Beniamino, trombonista, 48
153
GIARDINA CASSELLA, Emma, organista e compositrice, 33
GIORDANO, Antonio, direttore di banda, 70, 74
GIORDANO, Carmine, organista e compositore, 31, 87-88
GIORDANO, Luigi, editore e compositore, 128
GIOVANNINO da Montesarchio, sopranista, 57
GOGLIANO, Todeschini, violinista, 42-43, 45
GONZALES, Paolo, pianista e compositore, 37-38
GRECO, Vincenzo, violinista, 42-43
GRILLO, (Amilcare) Domenico, organista e didatta, 34
GUARDIANO, Amodio, liutaio, 132
GUARINO, Alfonso, direttore di coro, 55
IAMICELLI, Giosuè, direttore di banda, 73
IANNIELLO, Nicola, direttore di banda, 65
IANNITTO, Antonio, direttore di banda, 73
IANNOTTA, don Franco, direttore di coro, 55
IANNOTTI, Luigi, direttore di banda, 69
IANNOTTI, Giuseppe, direttore di banda, 69, 76, 106
IARICCI, Giuseppe, cantante, 57
IASIELLO, Lavinia, pianista, 40, 118
IATALESE, Antonio, organista e compositore, 34, 45, 51, 127
IMPERLINO, Esterina, pianista, 40, 114
ITRO, Antonio, flautista, 116
LARDIERI, Antonio, direttore di banda, 73
L’ARENA, Padre Beniamino, direttore di coro, 51
LATINO, Carlo, organista, 31
LATINO (Latini), Giovanni Antonio, cantore, 56
LAZZARINI, Giuseppe, pianista e direttore d’orchestra, 38, 42, 49
LEPORE, Adelina, violinista, 116
LEPORE, Nicola, direttore di banda, 68, 72, 76
LONARDO, Antonio, direttore di banda, 65, 70
LUCIANO, Davide, cantante, 59
LUIGI da Frasso, organista, 31
LUPONE, Michelangelo, didatta e compositore, 111
LUPONIO, Michele, direttore di banda, 68, 72
MAFFEI, Gaetano, compositore, 127
MAFFEI, Isabella, direttrice di coro, 56
MAIONE, Rino, compositore e direttore d’orchestra, 50, 88-90, 107, 138
MAIORANO, Aurora, direttore di coro, 54
MALGIERI, Michelangelo, direttore di coro, 24, 54, 55
MALTEMPO, Vincenzo, pianista, 41
MANCINO, Giovanni, direttore di banda, 65, 68, 70, 76
154
MANENTE, Giuseppe, compositore e direttore di banda,, 76, 91-98, 138
MANENTE, Liborio, direttore di banda, 76
MANENTE, Maurizio, direttore di banda, 70
MANENTE, Pacini, direttore di banda, 77
MANNELLO, Angelo, liutaio, 107, 135
MARCHITTI, Angelo Giuseppe, organista, 31-32, 99
MARGIACCA, Scipione, maestro di canto, 22
MARINO, Angelo, maestro di canto, 22
MAROTTA, Emilio, organista, 32
MARRO, Giovanni, pianista, 118
MARTINI, Angelo, direttore di banda, 74
MARTINI, Maya, arpista, 48
MARUCCI, Roberto, liutaio, 134
MASCIA, Lucio Mario, didatta, 116
MASELLA, Mariella, direttore di coro, 54
MASSARO, Gabriele, cornista, 47
MASSARO, Silvino, direttore di banda, 65
MASTRILLO, Giuseppe, direttore di banda, 68
MASTRILLO, Giovanni, capobanda, 68
MATURO, Domenico Antonio, costruttore di flauti doppi, 134
MATURO, Mauro, costruttore di flauti doppi, 134
MATURO, Nicola, sacerdote e musicista, 63, 68
MAURIELLO, Franco, clarinettista, 47, 118
MAURIELLO, Romano, clarinettista e sassofonista, 47-48
MAZZONE, Giovanni, compositore e didatta, 111
MECCARIELLO, Clemente, direttore di coro, 54
MECCARIELLO, Pasquale, didatta, 23
MECCARIELLO, Salvatore, direttore di banda, 65, 68
MEDAGLIONE, Eugenio, direttore di banda, 72, 74
MELILLO, Angelo, oboista, 47
MELISI, Francesco, bibliotecario e musicologo, 109
MELISI, Mario, cornista, 48
MENDILLO, Giuseppe, pianista e didatta, 38
MENEO, Leonardo, direttore di banda, 65, 69
MENGHETTI, Amelia, pianista, 38
MEOLI, Bruno, direttore di banda, 66
MEOMARTINI, Luigi, direttore di banda, 68, 136, 138
MIELE, Giovanni, contrabbassista, 43, 47
MINERVINO, Giuseppe, liutaio, 132
MINICOZZI, Cosimo, pianista e didatta, 41, 54, 114, 116
MINICOZZI, Enrico, liutaio, 134
155
MINICOZZI, Maura, cantante e didatta, 53, 118
MINICOZZI, Maria Rosaria, cantante, 41
MINICOZZI, Pierluigi, violista, 47
MOLINARO, Giovanni, fisarmonicista, 118
MORANTE, Giuseppe, violinista, 44, 46
MOSCATO, Francesco, direttore di banda, 65
MOSIELLO, Andrea, direttore di banda, 69
MOSIELLO, Angelo, direttore di banda, 69, 77, 106
MOSIELLO, Mike, jazzista, 106-107, 116
MOTTOLA, Achille, giornalista e operatore musicale, 125
MOTTOLA, Emilio, violoncellista, 47
NAPOLITANO, Marco, trombettista, 48
NAPOLITANO, Pasquale, direttore di banda, 65
NICOLELLA, Antonio, pianista, 136, 138
NOBILE, Carlotta, violinista, 44
NORELLI, Tommaso, cantante, 59
OLIVA, Attilio, violoncellista, 47
PACCA, Camilla, musicista dilettante, 39
PACCA, Orazio, musicista dilettante, 39
PAGLIUCA, Silvano, cantante e didatta, 59, 116, 123
PALLOTTA, Tommaso, direttore di banda, 70
PALMA, Vincenzo, direttore di coro, 55
PAOLETTI, Alterisio, direttore d’orchestra, 50
PAOLETTI, Giuseppe, direttore di banda, 67, 73
PAPA, Gerardo, cornista, 48
PAPPANO, Pasquale, cantante e didatta, 59, 107
PARADISO, Assuntina, violoncellista, 47
PARAGONE, Ettore, contrabbassista, 43, 46
PARENTE, Alfredo, musicologo, 109, 116
PARENTE, Mario, cornista, 48
PARENTE, Vincenzo, cornista, 48
PAREO, Eugenio, direttore di coro, 53
PASSARIELLO, Rosetta, cantante e didatta, 118
PASSARO, Antonio, chitarrista, 118
PASSARO, Raffaele, cantante e didatta, 59
PASTORE, Antonio, flautista, 47
PASTORE, Franco, percussionista, 48
PASTORE, Ilario, violinista, 44
PEDICINI, Michelangelo, compositore e direttore di coro, 55
PEDICINI, Selene, violinista, 46, 52, 118
PEDICINI, Ugo, direttore di coro, 52, 115
156
PENNELLA, Concetta, didatta e musicologa, 110, 116
PENNISI, Isidoro, direttore di banda, 71
PEPE, Emilio, direttore di coro, 55
PERILLO, Gregorio, sacerdote e musicista, 63, 68
PETRONE, Vincenzo, direttore di banda, 71, 77
PETROSINI, Giuseppe, direttore di banda, 45, 49, 66
PIAZZA, Serafino, costruttore di flauti doppi, 134
PIROZZOLO, (Fernando) Antonio, organista e didatta, 22, 35, 52, 116
PODIO, Eugenio, violoncellista, 43
POLCINO, Roberto, pianista e didatta, 116
POLITO, Daniela, direttore di coro, 53
PUCCI, Tomaso, organista, 31
QUADRINI, Leonardo, didatta e direttore d’orchestra, 35, 41, 43, 50,
72, 77, 116, 121-122
RAINONE, ?, direttore di banda, 73
RAINONE, Pietro, musicista dilettante, 73
RAPUANO, Biagio, liutaio, 134
REINO, Antonio, direttore di banda, 77
REINO, Nicola Domenico, direttore di banda, 78
RENO, Gianni, direttore di banda, 70
RICCIARDI, Riccardo, editore e musicologo, 110
ROSA, Antonio, oboista, 47
ROSELLA Antonio, direttore di coro, 54
RUGGIERO, Carmine, trombettista e didatta, 48, 118
RUGGIERO, Pasquale, compositore, 112
RUMMO, Gaetano, pianista e direttore d’orchestra, 38, 49, 106, 120,
127
RUSSO, Crescenzo, direttore di banda, 68
RUSSO, Pellegrino, clarinettista, 47, 118
RUSSO, Raffaele, fisarmonicista, 128
RUZZERO, Giovanni, direttore di banda, 66
SABBATINI, Giancarlo, percussionista, 48, 118
SALA, Nicola, didatta e compositore, 32, 99-102, 116, 128
SALVATORE, Giovanni, organista e compositore, 31, 103-105
SANDALO, Gian Francesco, maestro di canto, 22
SAN DEMETRIO, Antonietta di, musicista dilettante, 39
SANTONASTASO, Lara, direttrice di coro, 55
SCROCCA, Giulio, compositore, 127
SEVERINO, Domenico, cantante, 57
SISILLO, Giovanni, clarinettista, 46
SPAGNUOLO, Padre Anacleto, direttore di coro, 52
157
TABASSO, (Pasquale) Lino, direttore d’orchestra, 49-50
TAMMARO, Gaetano, violinista, 45
TARTAGLIA POLCINI, Emilia, didatta e compositrice, 128
TAURINI, Annibale, direttore d’orchestra, 49, 121
TAURINI, Domenico, pianista e didatta, 37-38
TAURINI, Vincenzo, direttore di banda, 66
TEDESCO, Andrea, direttore di banda, 69
TIMBRO, Peppe, contrabbassista, 47
TISEO, Raffaele, violinista e direttore d’orchestra, 44, 46
TOSSARELLI, Pietro, compositore, 108
VENEZIANO, Olga, flautista, 118
VERGA, Erika, violinista, 47
VERUSIO, Giovanni, cantore, 58
VIANELLI, Ludmilla, pianista, 38
VIANELLI, Ferdinando, pianista, 37-38
VISCUSI, Benito, contrabbassista, 47
VITELLI, Giuseppe, costruttore di flauti doppi, 134
VITELLI, Michele, costruttore di flauti doppi, 134
ZANCHELLI, Vincenzo, pianista, 38
ZARRELLI, Gioacchino, cantante e didatta, 59, 116
ZAZO, Alfredo, storico e musicologo, 110-111, 114, 132
ZAZO, Angelica, didatta, 112
ZITANI, Tullio, didatta, 128
158