Un viaggio tra le religioni attraverso la musica

Coro Vincenzo Ruffo
Città di Cervignano del Friuli
Salmodia
della
Pace
Un viaggio tra le religioni
attraverso la musica
Si ringrazia il M° Giorgio Celiberti
per la gentile concessione delle immagini
Salmodia
della
Pace
Un viaggio tra le religioni
attraverso la musica
Si ringrazia il M° Giorgio Celiberti per la gentile concessione delle immagini
Fontanini
Chi prega, spesso lo fa cantando. Lo fa in musica, non solamente per il fatto che entrare
nell’intimità con il mistero significa avvertire in modo più acuto del solito tanto la dignità quanto l’angustia delle forme a nostra disposizione in questo mondo - tra cui quella dei linguaggi
verbali: ed allora, ecco che il di più potrebbe trovare espressione nella musica… -, ma anche per
quella ricerca di sintesi tra ragione e sentimento, tra senso e sensibilità, che in musica si ricerca
nell’istintivo anelito a sfiorare la perfezione, e che s’addice ai vissuti più elevati ed importanti
dell’uomo. L’invocazione verso il Creatore, la supplica dei mendicanti della grazia presentata
al Salvatore, l’annuncio gioioso e fiero degli umili credenti, meritano il miglior repertorio di cui
siamo capaci: perciò, ogni religione induce arti corrispondenti, le suscita, le ispira, le esige. E se
non tutte inducono forme di arte figurativa - la storia cristiana è emblematica, nella sua notevole
differenza con il cammino dell’ebraismo e con il successivo fenomeno dell’Islam: la rivelazione
divina custodita dalla fede cattolica ha generato quell’immenso patrimonio, un unicum, che è
l’arte occidentale -, tutte le religioni hanno sviluppato una corrispondente musica sacra.
Intonare le preghiere e le pagine sacre di differenti religioni può essere una “salmodia della pace”?
Intendiamoci. Lo è, in primo luogo, per l’invito alla pace che ogni avvicinamento a Dio contiene
necessariamente, se è autentico. Quando ci si congeda dalla presenza di Dio e ci si presenta con le
sue credenziali, il suo nome può atrocemente diventare pretesto di bestemmia, copertura di interessi,
vessillo brandito per scagliarsi contro qualcuno. Il rovescio della pace, insomma. Ma quando ci si
avvicina autenticamente a Dio, si viene disarmati, spogliati e pacificati. Questa è l’esperienza che la
storia conferma, quella medesima storia che pare lacerata da innumerevoli delitti e conflitti di natura
“religiosa”, ma che è anche piena di mille minuscole o grandiose testimonianze che gli uomini di Dio
sanno sempre onorarsi e guardarsi come fratelli.
Insomma, la questione è talmente seria e talmente attuale che non tollera ingenuità e retoriche
spensierate: le religioni - dicamoci la verità - non sono per la pace; non sono nemmeno per la guerra,
di per sé, se vogliamo proprio essere preciso. Gli uomini di Dio sono costruttori di pace, semmai. E
i costruttori di pace sono uomini di Dio - Cristo li dichiara, Lui stesso, “figli di Dio” -. Le religioni
contengono - in genere, ma vi sono anche eccezioni infelici - un nobile tentativo di intuire il vero volto di
Dio, di invocare la sua prossimità in nostro favore, di essere giusti nei suoi confronti. Le religioni contengono quel tentativo. Ma il soggetto di quel tentativo è l’uomo. L’uomo, con il suo groviglio, dentro il
cuore, di luci e ombre, verità e menzogne, aperture e chiusure, libertà e schiavitù, bene e male. L’uomo
reale è fatto così (lo sanno tutte le religioni e anche tutti gli atei, se ci pensano un attimo): non ha un
cuore da buttare, ma ha un cuore ferito. Contraddittorio e aggrovigliato allora sarà sempre il tentativo
dell’uomo di avvicinarsi a Dio e di rispondere alle sue iniziative. Perciò, nelle religioni ci sono spesso
anche le passioni e le idee e i meccanismi che suscitano atti diabolici e mobilitazioni insanguinate.
Non è Dio all’origine di tutto ciò, né il nobile tentativo di onorarlo e conoscerlo, ma l’ombra che sta nel
cuore dell’uomo che cerca Dio o che pensa di cercarlo o che finge di cercarlo.
La vicenda ebraica è un’altra cosa, l’avvenimento cristiano è totalmente altro.
È Dio, nell’avventura di Israele, che tenta a diverse riprese - le alleanze, come Lui stesso le chiama - di avvicinarsi a noi, di farsi conoscere, di renderci giusti. È Dio che nell’avvenimento cristiano si
propone in modo definitivo all’uomo. Perciò, se un ebreo o un cristiano pensassero di fare cosa gradita
a Dio versando il sangue di qualcuno, essi lo fanno in contrasto con la rivelazione divina che hanno
imparato a riconoscere, non in ossequio ad essa. Nelle altre religioni, poi, di ogni origine storica, chiunque
versa il sangue di un altro credendo di fare cosa gradita a Dio sta compiendo il più irreligioso degli atti,
qualunque brandello scritto trovasse a giustificare il suo crimine; né mai potrà pensare, così facendo, di
essersi avvicinato a Dio. Questo lo scrivo e lo affermo senza esitazioni, sapendo bene il peso di ogni parola
che ho usato.
Dunque, un viaggio tra le religioni attraverso la musica e una salmodia per la pace non si ascoltano
né si eseguono per coltivare illusioni o per sentirci evoluti e raffinati, finalmente in grado di annunciare e
proporre “l’ideale della pace universale” al di là delle diversità di prospettiva. Una simile intenzione sarebbe
del tutto analoga alla superbia che ispirò i progettisti della torre di Babele (finiti male, come è noto). Il
viaggio tra le religioni, che sia compiuto sui sentieri della musica o su quelli dello studio dei sacri testi e
dei sacri gesti di ognuna, serve ad accorgerci che al centro dell’umano autentico c’è un immenso desiderio
dell’autentico Dio e una dolorosa percezione della nostra incapacità di raggiungerlo con le nostre sole forze.
La musica sa esprimere questa domanda di infinito e questo struggimento del finito più di altri linguaggi.
Giunti a quel punto si aprono due possibilità concrete.
La prima: accorgersi della sostanziale fraternità di tutti gli uomini, proprio perché al centro di ciascuno di essi sta la domanda di Dio, la prova che siamo uguali - noi, non le nostre religioni, ma noi sì -,
che siamo gocce d’acqua, che siamo legati l’uno al destino dell’altro: e allora, perché combattersi? Potremo
patire se l’altro ci paresse fuori strada, ma non potremo detestarlo, potremo solo tentare d’essere buona e
leggibile indicazione di strada.
La seconda: non accontentarci di quanto è bello il desiderio di infinito che abbiamo in noi, di quanto
incantevole sia l’anelito di pace che custodiamo nel cuore, ma scegliere la via del disarmo totale. Totale.
No, non penso alle testate nucleari e alle contraerei delle diverse potenze del mondo… Penso alle armi più
invisibili e più nascoste che stentiamo a eliminare perché ci permettono di affermare la nostra personale
potenza: le armi che opponiamo a Dio stesso. Si può passare la vita intera ad ammirare le cose religiose, a
intonare i canti religiosi, a benedire gli sforzi di pace di ogni genere e specie, e mai mai mai voler seriamente
deporre le armi interiori davanti a Dio che si rivela e ci interpella. Le giustifichiamo come armi difensive,
non certo offensive. Ci abituiamo ad esse perché non ci sembrano nemmeno armi. Ma quando stiamo
preliminarmente schivando le questioni di qual è il vero Dio, del perché mi ha voluto, del cosa si attende da
me, non stiamo forse erigendo il nostro muro di confine, per impedire l’ingresso al Profugo eterno? E poi ci
meravigliamo dei muri eretti dagli Stati di ieri e di oggi?
Salmodia della pace non è un titolo. È un augurio.
Per voi che la ascoltate lo è: che uscendo da tale ascolto, non si risolva tutto in un intellettuale compiacimento per un esercizio lodevole di ecumenismo, ma nella percezione nitida che se c’è davvero Dio allora c’è
un garante universale della universale fraternità di tutti gli uomini, e che se questo Dio c’è allora conoscerlo e piacergli davvero è la cosa che più ci deve interessare.
Udine, 16 settembre 2016
Don Alessio Geretti
PER L’ARCIDIOCESI DI UDINE
Il suono nel dialogo interreligioso
di Alessio Screm
I
l suono accompagna da sempre l’esistenza dell’uomo. Dalle manifestazioni più elementari e spontanee, come il respiro, all’organizzazione articolata del materiale sonoro, da cui prende forma l’arte dei suoni, la
musica. Dalla più remota antichità, ogni atto, individuale o collettivo, sacro
o profano, è accompagnato da fenomeni sonori. Il valore simbolico dei suoni
inoltre, ha da sempre avuto una funzione primaria nei riti di tutte le religioni.
Nel terreno più specifico dalla musica nelle religioni monoteiste, nell’articolato percorso che le ha condotte, nel corso dei millenni e a seguito di
concili e riforme, alla definizione di usi ed estetiche proprie a ciascun rito,
i testi sacri rimangono le fonti primarie per la comprensione dei compiti e
della liceità della musica rispetto ad ogni fede.
Il programma musicale del concerto: “Voci e Musiche. Salmodia della
Pace”, riflette pertanto, nel rispetto di ciascun credo - cattolico, serbo-ortodosso, greco-ortodosso, ebraico e musulmano -, il significato di una volontà
univoca di convivenza che trova immediata espressione nella parola “pace”,
manifesta secondo le relative formule di lettura e di canto. L’elemento comune di ciascuna pratica, qui trova significato nel termine “salmodia”, nell’accezione d’intonazione, secondo un’adesione totale alla parola e al messaggio
del testo sacro, tra le più antiche testimonianze di lettura organizzata in funzione del contenuto.
Da questo principio, e nei differenti modi di espressione che ci riportano
alle primitive formule d’invocazione, supplica, preghiera, giubilo, comunicazione con la sfera del divino, l’excursus musicale prevede come unico e puro
mezzo d’interpretazione la voce. Dal cantillare parco delle letture, fino alle
composizioni sacre di epoca romantica e contemporanea, attraverso canti
monodici e brani della polifonia italiana del Cinquecento.
Letture di passi dai Salmi in ebraico, dal Corano in arabo e poesie in
italiano, con le Salmodie da “O sensi miei” di David Maria Turoldo, a cento
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Salmodia della Pace
anni dalla sua nascita, intercalano le esecuzioni di brani in lingua latina,
serba e greca, per un compendio virtuoso di lingue, linguaggi, espressività,
patrimoni e fedi, che si ergono nel nome della pace a simbolo di condivisione
e tolleranza reciproca.
Per seguire con ordine il programma musicale, risulta preferibile presentare i repertori in base al periodo di loro composizione, individuando i brani
e gli autori, quando rintracciati, dal più antico al più recente, tanto da poter
cogliere la forma e lo stile proprio di ciascun canto, in relazione all’epoca e
alla cultura di appartenenza.
In questo senso, i brani interpretati dal Coro Ecclesiastico della Comunità Greco-orientale della Chiesa di S. Nicolò di Trieste, diretto da Ioanna
Papaioannou, offrono l’occasione per scorgere nella tradizione liturgica greco-bizantina, significative affinità con taluni aspetti costitutivi il repertorio
gregoriano. Non solo nell’organizzazione salmodiale dei canti, sia diretta,
responsoriale o antifonale, ma più in generale nell’andamento melodico dal
sapore modale, nella suddivisione sillabica dei versi e nell’uso discantico risalente ad epoche più recenti.
“Heruvim”, l’Inno dei Cherubini, è il tropario - breve preghiera ritmica
di brevi frasi - cantato nella liturgia greco-ortodossa al Grande Ingresso, in
cui si concelebra la liturgia terrena e quella terrestre, in funzione di un canto
che trova simili corrispondenze nell’Offertorio latino. Allo stesso modo “Se
Imnumen”, “Enite ton Kìrion”, ovvero un Kinonikòn della domenica - un
inno di comunione, dal Salmo 148. Dal repertorio paraliturgico greco-ortodosso interviene “Agni Parthene Despina”, un canto di devozione mariana
probabilmente composto dal Vescovo San Nettario di Egina, cui segue “Tis
theos megas”, inno Prokeimenon corrispondente al Graduale della Messa
romana, eseguito nelle grandi festività di Pasqua.
Nella successione temporale dei brani in programma, la selezione dei
canti eseguiti dal Coro Vincenzo Ruffo Città di Cervignano, diretto da Davide Pitis, mira in particolare a mettere in evidenza gli esiti della polifonia
rinascimentale in ambito sacro in seno alla liturgia cattolica, attraverso tre
autori tra i più rappresentativi del periodo: Giovanni Pierluigi da Palestrina,
Vincenzo Ruffo e Matteo Asola.
Del primo, la cui produzione ebbe molta importanza - ed in particolare
la “Missa Papae Marcelli” -, nel favorire l’uso della polifonia nel rito romano, a compendio del gregoriano, incaricato anche con Annibale Zolio nella
revisione dei libri liturgici da papa Gregorio XIII, viene presentato “Ecce
quomodo moritur justus”, un responsorio in forma di mottetto a quattro voci
appartenente ai Responsoria Hebdomadae Sanctae. La severità del canto e
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Salmodia della Pace
la compostezza delle linee melodiche misurate all’intelligibilità del testo, si
riverberano nei brani successivi con le lezioni di Vincenzo Ruffo e Matteo
Asola, significativi rappresentanti della scuola veneziana. Di Ruffo, già maestro di Cappella nel Duomo di Sacile, dove morì nel 1587, vengono eseguite
quattro composizioni: “Tenebrae factae sunt”, “Adoramus te”, “Vinea mea
Electa” ed “Ecce vidimus eum”, responsori del Venerdì Santo in forma di
mottetto, ligi alle disposizioni tridentine sugli usi e le forme della musica
sacra nella liturgia. Chiude il ciclo Matteo Asola, allievo di Vincenzo Ruffo,
per composizioni la cui guida delle voci viene sempre dettata dal cantus planus di matrice gregoriana. Del compositore veronese si presenta il graduale
a quattro voci “Christus factus est”, dalla lettera di S. Paolo ai Filippesi.
Il repertorio del Coro della Chiesa di S. Spiridione di Trieste infine, diretto da Anna Kaira, oltre a presentare due brani della tradizione russo-ortodossa, “Veruju” e “Ize heruvimi”, la lezione dell’Inno a Cherubino già citata in ambiente greco-ortodosso, si concentra nell’esecuzione di composizioni
dell’Otto e del Novecento di autori serbi e russi, particolarmente attivi nel
recupero di canti tradizionali e nella proposizione di nuove composizioni
sacre aderenti alle funzioni del rito. Similmente a quanto accadde con il movimento cattolico di restaurazione della musica sacra tra XIX e XX secolo,
denominato in Italia “ceciliano”, gli autori proposti dimostrano la volontà di
un recupero della tradizione musicale serbo-ortodossa, attraverso ricerche
nel patrimonio antico per la composizione di nuove raccolte di canti, senza
rifiutare influssi e prestiti con la musica d’occidente.
Ne è un esempio Kronelije Stanković, allievo tra gli altri di Anton Bruckner, che mise in notazione moderna buona parte del repertorio della chiesa
serba, sotto la supervisione del patriarca Rajacic, armonizzando diversi brani, come “Dostojno jest”, per coro a quattro voci. Così Stevan Morkanjac,
definito il padre della musica serba, di cui vengono eseguiti gli inni “Svjatij
Bose” e “Tebe Boga hvalim”, dallo stile polifonico che richiama il modello
palestriniano. A loro si affianca Nikolaj Kedrov, compositore russo cui si
deve la fortunata preghiera “Octe nas”, Vladimir Sonc, con l’inno di San
Spiridone “Sobora pervago” e Miodrag Govedarica, autore contemporaneo
di cui si presenta “Telo Hristovo”.
L’antifona mariana “Alma Redemptoris Mater”, elaborata da Davide
Pitis per un’esecuzione a cori riuniti, suggella il significato di un incontro
interreligioso votato alla convivenza, al rispetto reciproco e alla solidarietà,
con canti e letture in nome della pace.
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VOCI E MUSICHE - SALMODIA DELLA PACE
di Lucien Osso
L
’idea di questo programma musicale nasce da un’affinità che lega tutte le religioni: la convinzione che il Suono (che sia vibrazione, Om o
Verbo) abbia dato origine alla Creazione.
La musica costituisce un linguaggio universale di dialogo e di pacifica convivenza, e con il presente programma musicale, il Coro “Vincenzo Ruffo” – Città di
Cervignano del Friuli vuole coniugare la musica e le religioni del mondo. Un’affascinante esperienza musicale che si inoltra nelle antichissime melodie monodiche
spaziando tra le sublimi composizioni polifoniche, sino alla maestosità del corale.
La preghiera è spesso lo strumento privilegiato per collegarsi alla sfera
del sacro e varie sono le modalità di attuarla; offerte, recitazione di parole,
digiuni, astinenze, ma anche attraverso il canto.
Vi sono posizioni diverse riguardo l’utilizzo della musica per la preghiera, spesso molto divergenti, ma che, proprio per la loro eterogeneità, offrono
numerosi spunti di riflessione e approfondimento.
La musica infatti è stata ed è tuttora spesso associata al divino, in maniera diversa a seconda delle religioni. Alcune prediligono maggiormente la
musica vocale, quasi sempre legata all’intonazione delle parole del testo sacro, altre sperimentano quella strumentale, attraverso il suono di strumenti
spesso usati nei rituali o nelle liturgie.
La cantillazione dei testi sacri mette in luce lo stretto rapporto tra l’uso
della voce e la recitazione “cantata” delle preghiere nelle varie tradizioni
religiosi. L’associazione parola/musica è stata usata fin dall’antichità per trasmettere i miti delle origini e per la recitazione dei testi sacri.
Ai tempi del tempio di Gerusalemme, per la Comunità Ebraica, era abituale impiegare la musica durante il culto. Il Cristianesimo, nelle sue varie
ramificazioni, ha sviluppato nel tempo varie forme di musica religiosa.
Nei giorni nostri esiste un mondo musicale di ampio genere che si ispira
a temi o valori religiosi per testimoniare e comunicare la propria fede, che
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Salmodia della Pace
è interessante conoscere e approfondire. Cristiani, ebrei, ortodossi e musulmani, fraternamente uniti in un progetto musicale di suoni e canti. La musica e la religione, due fenomeni tipicamente umani fin dalla notte dei tempi.
La manifestazione concertistica si svolge con la partecipazione del Coro
della Chiesa di San Spiridione appartenente alla Comunità Serbo-ortodossa
di Trieste, del Coro Ecclesiastico della Chiesa di San Nicolò appartenente alla Comunità Greco-ortodossa di Trieste oltre naturalmente al presente Coro Vincenzo Ruffo - Città di Cervignano del Friuli rappresentante la
religione cristiana cattolica, nonché di una rappresentanza Ebraica e dal
Presidente del Centro Culturale Islamico di Trieste.
I citati cori eseguiranno un repertorio di musica sacra - ognuno relativo
alla propria fede religiosa - che sarà intervallato da alcune letture ebraiche
tratte dal Libro dei Salmi e letture in arabo tratte dal Corano, recitate dai
rispettivi rappresentanti di fede, nonché brevi testi poetici di David Maria
Turoldo, interpretati da una voce recitante.
Una meravigliosa occasione d’imparare e scoprire diversi modi di vivere
la musica sacra: le voci e le musiche presentate veicolano infatti un messaggio di tolleranza e dialogo tra le diverse religioni, nell’ottica di una comprensione reciproca e di un arricchimento culturale in una società che accoglie
persone e culture un tempo lontane, nonché promuovere e valorizzare il
patrimonio artistico, culturale e religioso della nostra Regione, portando sul
territorio le diverse espressioni musicali e testimoniando in questo modo il
rispetto e la pacifica convivenza tra le fedi religiose.
Partecipanti:
Voce recitante
Maurizio Fanin
Letture ebraiche
Shalom Zilbersmidth
Letture musulmane
Saleh Igbarìa
(Presidente Centro Culturale Islamico di Trieste)
Coro Serbo-ortodosso della Chiesa di San Spiridione di Trieste
diretto dal M° Anna Kaira
Coro Greco-ortodosso della Chiesa di San Nicolò di Trieste
diretto dal M° Ioanna Papaioannou
Coro “Vincenzo Ruffo” - Città di Cervignano del Friuli
diretto dal M° Davide Pitis
Testi
Testi poetici - Salmodie tratti da “O sensi miei”
di David Maria Turoldo
Letture ebraiche
tratte dal Libro dei Salmi
Letture islamiche
tratte dal Corano
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Salmodia della Pace
Salmodia della Pace
e dell’interpretazione corale, sotto la guida del precedente maestro Alessandro Colautti e dell’attuale maestro Davide Pitis, che dal 2016 ha assunto la direzione del coro, ha permesso il raggiungimento di ottimi standard esecutivi.
Nella realizzazione di eventi il coro si è diversificato negli anni proponendo concerti a tema vario, dal medievale al rinascimentale, dal sacro al
profano, dalla musica antica a contemporanea, senza tralasciare il folclore.
Dal lavoro e l’impegno per i progetti sono nate anche nuove collaborazioni artistiche con vari gruppi strumentali professionisti quali: “l’Insieme Strumentale Italiano Mikrokosmos”, il “Gruppo Strumentale Ensemble
Dramsam - Centro Giuliano di Musica Antica” e il “Gruppo Strumentale di
ottoni Quat Tromboni et Tuba”, nonché con i maestri strumentisti Giuseppe Minin (Tromba), Elisabetta Grassi (Flauto traverso), Valentina Salucci
(organo), Mauro Pestel (Chitarra), e non per ultimo i direttori compositori
M.o Daniele Zanettovich, M.o Marco Sofianopulo, M.o Davide Pitis e M.o
Italo Montiglio.
La musica e il canto assumono per noi un rilievo primario sia per le valenze culturali, sia per le valenze estetico-formative. In un mondo che tende
sempre più a relegare il sentimento tra le forme immature dell’azione della
persona, la musica e il canto, con la loro capacità di liberazione, possono
continuare ad offrire a tutte le età esperienze emotive di importante qualità.
IL CORO VINCENZO RUFFO
F
ondato nel 1964, il Coro “Vincenzo Ruffo” - Città di Cervignano del
Friuli, diretto dal Maestro Davide Pitis figura tra i dieci cori d’interesse regionale del Friuli Venezia Giulia.
Molti avvenimenti e cambiamenti si sono verificati in questi lunghi anni.
Il Coro, alla guida dei vari maestri che si susseguirono si è notevolmente
sviluppato ed affermato. Attualmente conta su un organico di una trentina
di coristi e costituisce un elemento fondamentale e qualificante della realtà
culturale di Cervignano del Friuli, nonché della Bassa Friulana.
Negli ultimi dieci anni il coro ha modificato progressivamente e radicalmente la sua attività e le sue caratteristiche sia dal punto di vista artistico che
di proposta. L’impegno nello studio della prassi esecutiva, della tecnica vocale
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Davide Pitis, compositore e direttore si è diplomato in composizione con il massimo dei voti e la lode presso il conservatorio J. Tomadini di Udine. È stato premiato in
diversi concorsi nazionali ed internazionali di composizione e di direzione e, sue composizioni, sia da camera che sinfoniche, sono eseguite in Italia e all’estero in diversi
festival musicali internazionali (Kuhmo Chamber Music Festival, Mittelfest, Risuonanze, Festival Musicale di Portogruaro). Ha lavorato con importanti autori e registi
italiani alla realizzazione di diversi spettacoli teatrali di cui ha curato la composizione
e realizzazione della parte musicale (Elio Bartolini, Carlo Sgorlon, Pierluigi Visentin,
Quirino Principe, Gigi Dall’Aglio …). Attualmente è docente di Esercitazioni Corali
presso il Conservatorio N. Piccinni di Bari.
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Salmodia della Pace
Salmodia della Pace
L’attuale coro della chiesa di S. Spiridione è composto da ventiquattro
elementi con buona preparazione musicale e di varie nazionalità: serbi,
sloveni, italiani, russi, croati e argentini. L’impegno principale del coro è
quello di solennizzare le celebrazioni liturgiche domenicali nonché le altre
ricorrenze religiose dell’anno. Il coro inoltre partecipa attivamente alle manifestazioni culturali di Trieste e Comuni limitrofi; ha intrapreso numerose
tournée in varie città italiane nonché all’estero (Serbia, Svizzera).
Il suo repertorio è costituito quasi esclusivamente da musica sacra serba
e russa-ortodossa, nonché brani tratti dalla musica popolare serba.
Il coro della Chiesa di SAN Spiridione a Trieste
Direttore del coro è il M° Anna Kaira, nata in Ucraina e dopo aver compiuto i suoi
studi al Conservatorio di Mosca e di Kiev, dove si è diplomata in Direzione di coro e
Musicologia presso il Conservatorio “Čajkovskij” di Kiev (laurea con lode), ha approfondito i suoi studi musicali all’Università di Bayreuth (Germania), dove ha svolto il
dottorato di ricerca in musicologia con conferimento nell’anno 2002 del titolo accademico di “Dottore in filosofia”. Ha svolto l’attività di docenza su argomenti riguardanti
l’opera russa in varie università tedesche ed italiane. Ha diretto inoltre numerosi cori
in Ucraina, Germania e Italia, tra i quali anche alcuni appartenenti a teatri lirici. A
Trieste, oltre al coro della chiesa Serbo-Ortodossa di S. Spiridione, dirige il coro “Vox
Ecumenica”, insegna canto all’Accademia di Musica “Ars Nova” e svolge attività di
Project Manager per i progetti internazionali presso la stessa Accademia, ed è membro
permanente della giuria della “Ars Nova International Music Competition di Trieste”
- Premio Paolo Spincich.
Dal 2014 è Presidente dell’Associazione culturale ONLUS “Amici Gioventù Musicale - Trieste”.
La stessa è autrice di diverse pubblicazioni nell’ambito della musicologia e della
musica sacra.
I
l coro della chiesa di San Spiridione di Trieste fu fondato, su richiesta
della Comunità Serbo-ortodossa, nel lontano 1837 dal maestro Francesco Sinico (1810-1865).
Da allora si sono susseguiti vari rinomati direttori del coro, come i componenti della famiglia Sinico (Francesco, Giuseppe e Francesco Riccardo),
i maestri sloveni Viktor Šonc, Vasilij Mirk, Ubald Vrabec, Stane Malič, Vlado Švara, il maestro Giorgio Kirschner il quale fu poi chiamato a dirigere il
coro di S. Cecilia a Roma, ed infine il prof. Zorko Harej.
Dal 1999 fino ad oggi il coro è diretto dalla prof.ssa Anna Kaira, per la
prima volta nella storia della Comunità Serbo-ortodossa di Trieste, una figura femminile e di religione ortodossa.
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Salmodia della Pace
Salmodia della Pace
tenenti a prestigiosi cori cittadini (Coro Illisberg Trieste) costituendo un
gruppo di venti cantori che si dedicano allo studio della musica sacra greco-ortodossa e del canto bizantino, associato alla polifonia classica.
Il coro partecipa a tutte le celebrazioni solenni nella chiesa come parte
integrante delle funzioni liturgiche ed è stato più volte chiamato ad offrire la
propria opera per dare lustro a matrimoni, battesimi ed altri riti religiosi sia
nella stessa Trieste che nella suggestiva Venezia.
Il coro svolge un’intensa attività concertistica, dai concerti di Natale
all’esibizione in manifestazioni ed in mostre legate al mondo del sacro, contribuendo a diffondere la conoscenza del patrimonio musicale religioso della
tradizione ortodossa (Concerto Mariano 10 maggio 2015, concerto Interreligioso 2013-2014-2015 e concerto per San Nicolò 2015).
Ultimamente, per iniziativa del suo Direttore M° Ioanna Papaioannou, il coro
si vede inoltre impegnato, in collaborazione con il coro “Messòghios”, a proporre
musiche di gusto popolare e folcloristico, finalizzate alla diffusione della cultura
musicale tradizionale.
II coro della Chiesa di San Nicolò
I
l coro della Chiesa di San Nicolò nasce sul finire del secolo scorso per
iniziativa della Comunità Greco-orientale di Trieste e si appresta a
superare il suo primo secolo di vita, dedicando il proprio lavoro con
passione ed abnegazione alla conoscenza del prezioso mondo della musica
sacra ortodossa.
Nel corso della sua storia, si sono succeduti direttori di fama nazionale
ed internazionale, dai compositori Sinico, padre e figlio, ai maestri nonché
compositori Sidericudi e Marco Sofianopulo. Attualmente il coro è diretto
dal M° Ioanna Papaioannou.
Alla preparazione del coro, sotto la direzione del maestro di cappella,
partecipano professionisti del coro del teatro Verdi, solisti e coristi appar18
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Salmodia della Pace
Salmodia della Pace
Il Centro Culturale islamico di Trieste
Presidente Saleh Igbarìa
I
l Centro Culturale Islamico è presente a Trieste dal 1982, e svolge attività di volontariato e di promozione della conoscenza fra immigrati ed
autoctoni, di costruzione di culture di convivenza pacifica e di riconoscimento e rispetto delle diverse culture. Negli ultimi anni sono stati realizzati numerosi incontri con le scuole superiori, conferenze interreligiose con i
rappresentanti del cristianesimo cattolico ed ortodosso, dell’Ebraismo e del
Buddismo, e fa parte del coro interreligioso di Trieste.
Ogni anno viene svolto un corso d’introduzione alla conoscenza dell’Islam presso l’Università delle Liberetà Auser di Trieste.
Si può dire che in pratica Trieste costituisce un modello sperimentale di
promozione dell’integrazione e dell’accoglienza, tramite la diffusione della
conoscenza e l’apertura al dialogo.
VOCE RECITANTE Maurizio Fanin
N
ato a Udine nel 1961 laureato in Filosofia si avvicina al teatro durante il percorso universitario occupandosi inizialmente degli aspetti
musicali realizzando sonorizzazioni e colonne sonore per spettacoli
e video. Segue poi laboratori di teatro sul metodo Stanislavskij, corsi di dizione e improvvisazione, frequenta seminari e laboratori con (fra gli altri) Dario
Fo, Giuliana Musso, Silvia Pasello, Franca Rame, Giacomo Zito.
Oltre a teatro lavora per produzioni televisive e cinematografiche tra le
quali ricordiamo “C’era una volta la città dei matti” regia di Marco Turco,
“Troppo amore” regia di Liliana Cavani, “Bella addormentata” regia di Marco Bellocchio, “Zoran, il mio nipote scemo” regia di Matteo Oleotto vincitore del premio della Sic alla Mostra del Cinema di Venezia.
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Programma Musicale
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Voce recitante: Salmodia di Zagorsk
Intervento Coro V. Ruffo:
1. Ecce quomodo Moritur Justus Giovanni Pierluigi Palestrina
2. Tenebrae factae sunt Vincenzo Ruffo
3. Adoramus te Vincenzo Ruffo
• Lettura ebraica
1. Salmo 101
• Intervento Coro Serbo-ortodosso:
1. Veruju (Credo di Nicea) Anonimo
2. Dostojno jest (È degno) Kornelije Stanković
3. Ize heruvimi (Cherubicon) Anonimo
4. Telo Hristovo (Corpus Cristi) Miodrag Govedarica
SALMODIA DELLA PACE
• Lettura ebraica
1. Salmo 148
• Intervento Coro Serbo-ortodosso:
1. Svjati Boze (Santo Dio) Stevan Morkanjac
2. Otce nas (Padre nostro) Nikolaj Kedrov
3. Sobora pervago (Inno di San Spiridione) Vladimir Sonc
4. Tebe Boga hvalim (Te Deum laudamus) Stevan Morkanjac
• Lettura musulmana
1. Cap. 36 - vers. 58
2. Cap. 49 - vers. 13
3. Cap. 59 - vers.22 e 24
• Intervento Coro Greco-ortodosso:
1. Agni Parthene Despina prob. attrib. Vescovo San Nettario di Egina
2. Tis theos megas D. Anagnost
3. Hristos Anesti Anonimo
• Lettura musulmana
1. Cap. 2 - vers. 255
2. Cap. 10 . vers. 25
3. Cap. 24 . vers. 35 e 37
• Voce recitante: Salmodia “Super Genesim III”
• Intervento Coro Greco-ortodosso:
1. Heruvim Lomakim Karlash
2. Se imnumen Anonimo
3. Enite
• Cori riuniti:
1. Alma Redemptoris Mater Davide Pitis
• Voce recitante: Salmodia “Super Genesim II”
• Intervento Coro V. Ruffo:
1. Vinea mea electa Vincenzo Ruffo
2. Ecce vidimus eum Vincenzo Ruffo
3. Cristus factus est Matteo Asola
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Salmodie
SALMODIA DI ZAGORSK
La pace è l’uomo
e quest’uomo è mio fratello
il più povero di tutti i fratelli.
La libertà è l’uomo
e quest’uomo è mio fratello
il più schiavo di tutti i fratelli.
La giustizia è l’uomo
e quest’uomo è mio fratello;
per un’idea non posso uccidere!
Per un sistema non posso uccidere
per nessuno nessuno
fra tutti i sistemi!
L’uomo è più grande del mondo
«e il più piccolo fra voi
sarà ancora più grande nel Regno».
Io devo solo lottare,
sempre, insieme, o da solo, lottare
e farmi anche uccidere.
La pace è lotta per l’uomo,
uno bisogna che redima
anche la morte.
Neppure per la fede posso uccidere,
l’uomo è l’icone di Dio,
Dio che geme nell’uomo.
E se la chiesa non è per l’uomo
non è degna di fede
non può essere chiesa.
E se le politiche non sono per
l’uomo
vadano alla malora
tutte queste politiche.
Maledetto l’uomo
che non è per l’uomo,
maledetta ogni idea, ogni fede:
ogni madre non generi più,
il maschio sia morso dal serpe
quando vuol concepire.
Siano distrutte queste città
quando ogni ventre di donna
è un cimitero:
civiltà «cristiana»
che porta la morte
nel proprio ventre!
L’uomo non conta più nulla:
o stirpe di rapaci,
il dio della morte ci domina.
L’uomo è fucilato a Santiago
abbruttito nelle gabbie di Saigon
torturato a Belo Horizonte
schiacciato come un verme
a Mozambico
e il feddayn è sepolto
nella tomba di sabbia
il negro è chiuso bestiame
nelle «locations» a Johannesburg,
oppure urla a milioni di sete
nello squallido Volta.
Ma il rame vale più dell’uomo
il petrolio vale più dell’uomo
il prestigio la potenza il sistema
valgono più dell’uomo.
Meglio che la terra ritorni
deserta, meglio
che i fiumi scorrano
liberi nel verde
intatto del mondo,
e Dio si abbia la lode
dai volatili della foresta!
Ma che sia l’aria
come al mattino del mondo
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Salmodie
sono solo le armi.
L’uomo ha fallito
l’uomo è sempre ucciso
crocefisso da sempre.
Cristo, o ragione
di questo esistere,
folle bellezza...
e caste siano ancora le acque
e al cielo non salga più
una voce d’uomo
né la terra più oda
questo frastuono di parole
quando la ragione è della forza
e a reggere il mondo
Salmodie
SALMODIA Super Genesim iiI
Ma una luce affettuosa e soave
già da lassù si propaga nei tempi:
ormai al sogno di un nuovo creato
i monti danzano come arieti
e le colline son giovani agnelle.
Poi tu sempre a vegliare la notte
di ogni Esodo su tutti i paesi,
e colonna di fuoco a condurre
turbe di schiavi attraverso deserti
verso una terra che è sempre promessa...
SALMODIA Super Genesim ii
Da quando creasti, fosti tu mai,
Signore, felice?
Lucifero, prima tua stella
in cui ti irradiavi
è già meteora spenta caduta
dal cielo!
Poi astri si perdono in spazi infiniti,
erbe e fiori ti muoiono in mano,
agnelli gemono dietro le greggi...
e il serpente, la più astuta creatura
che ora striscia nell’erba dell’Eden
poi s’attorciglia al tronco
dell’Albero,
il serpente, creato per te, e sapevi!...
- E allora, crearlo perché? E a non
crearlo
saresti creduto un
Dio onnipotente?
ma se onnipotente, è in te anche
il Male? 26
E la donna, la dolce creatura da te
più amata,
la creatura cui affidasti gelosi
segreti
mentre Adamo dormiva e tu stavi
solo con lei e la guardavi beato,
lei, la donna che annienta l’incanto!
E di progenie in progenie tu stesso
diverrai il fiume maestoso che versa
misericordia su quanti ti temono:
santo sarà il tuo nome, Signore.
Già d’allora il canto dell’Alma-Mater
saliva da tutta la terra...
E Adamo con lei ugualmente
perduto:
la creatura cui termina
ogni opera tua,
la tua vivente icona, il tuo sogno!
Almeno lui volevi vivesse in eterno:
di doppia morte invece
destinato a morire,
e sapevi!...
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Libro dei Salmi
Salmo 101
Amore e giustizia voglio cantare,
voglio cantare inni a te, o Signore.
Agirò con saggezza nella via dell’innocenza:
quando verrai a me?
Camminerò con cuore integro,
dentro la mia casa.
Non sopporterò davanti ai miei occhi
azioni malvage;
detesto chi fa il male,
non mi sarà vicino.
Lontano da me il cuore perverso,
il malvagio non lo voglio conoscere.
Chi calunnia in segreto il suo prossimo
Io lo farò perire;
chi ha occhi altezzosi e cuore superbo
non lo potrò sopportare.
I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese
perché restino a me vicino:
chi cammina per la via integra
sarà mio servitore.
Non abiterà nella mia casa,
chi agisce con inganno,
chi dice menzogne non starà alla mia presenza.
Sterminerò ogni mattino
tutti gli empi
del paese,
per estirpare dalla città del Signore
quanti operano il male.
Libro dei Salmi
Salmo 148
Alleluia.
Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.
Lodatelo, sole e luna,
lodatelo,
voi tutte, fulgide stelle.
Lodatelo, cieli dei cieli,
voi acque al di sopra dei cieli.
Lodino tutti il nome del Signore,
perché egli disse e furono creati.
Li ha stabiliti per sempre,
ha posto una legge che non passa.
Lodate il Signore dalla terra,
mostri marini e voi tutti abissi,
fuoco e grandine, neve e nebbia,
vento di bufera che obbedisce alla sua parola,
monti e voi tutte, colline,
alberi da frutto e tutti voi, cedri,
voi fiere e tutte le bestie,
rettili e uccelli alati.
I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le fanciulle,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore:
perché solo il suo nome è sublime,
la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli.
Egli ha sollevato la potenza del suo popolo.
È canto di lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli di Israele, popolo che egli ama.
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Corano
Capitolo 2 - versetto 255
255. Allah! Non c’è altro dio che Lui, il Vivente, l’Assoluto. Non Lo prendon
mai sopore, né sonno. A Lui appartiene tutto quello che è nei cieli e sulla
terra. Chi può intercedere presso di Lui senza il Suo permesso? Egli conosce
quello che è davanti a loro e quello che è dietro di loro e, della Sua scienza,
essi apprendono solo ciò che Egli vuole.
Il Suo Trono è più vasto dei cieli e della terra, e custodirli non Gli costa sforzo alcuno. Egli è l’Altissimo, l’Immenso.
Si ringraziano tutti i sostenitori
per il contributo e la preziosa
collaborazione
Assessorati alla Cultura e Turismo
Capitolo 10 - versetto 25
25. Allah chiama alla dimora della pace e guida chi Egli vuole sulla Retta via.
Città di Cervignano del Friuli
Capitolo 24 - versetto 35 e 37
35. Allah è la luce dei cieli e della terra. La Sua luce è come quella di una
nicchia in cui si trova una lampada, la lampada è in un cristallo, il cristallo è
come un astro brillante; il suo combustibile viene da un albero benedetto, un
olivo né orientale, né occidentale, il cui olio sembra illuminare, senza neppure essere toccato dal fuoco. Luce su luce. Allah guida verso la Sua luce chi
vuole Lui e propone agli uomini metafore. Allah è onnisciente.
37. Da uomini che il commercio e gli affari non distraggono dal ricordo di
Allah, dall’esecuzione della salât, dall’erogazione della zakât e che temono il
Giorno in cui i cuori e gli sguardi saranno sconvolti.
Capitolo 36 - versetto 58
58. E “Pace” sarà il saluto [rivolto loro] da un Signore misericordioso.
con i patrocini di:
Filiale di Cervignano del Friuli
Capitolo 49 - versetto 13
13. O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo
fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più
nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato.
Arcidiocesi di Udine
Comune di
Cividale del Friuli
Capitolo 59 - versetto 22 e 24
22. Egli è Allah, Colui all’infuori del Quale non c’è altro dio, il Conoscitore
dell’invisibile e del palese. Egli è il Compassionevole, il Misericordioso;
24. Egli è Allah, il Creatore, Colui Che dà inizio a tutte le cose, Colui Che dà
forma a tutte le cose. A Lui [appartengono] i nomi più belli. Lo glorifica ciò
che è nei cieli e sulla terra rende gloria a Lui. Egli è l’Eccelso, il Saggio.
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Arcidiocesi di Gorizia
FONDAZIONE
“Società per la conservazione
della basilica di Aquileia”
Città di
Tolmezzo