Coro Vincenzo Ruffo Città di Cervignano del Friuli Salmodia della Pace Un viaggio tra le religioni attraverso la musica Si ringrazia il M° Giorgio Celiberti per la gentile concessione delle immagini Salmodia della Pace Un viaggio tra le religioni attraverso la musica Si ringrazia il M° Giorgio Celiberti per la gentile concessione delle immagini Fontanini Chi prega, spesso lo fa cantando. Lo fa in musica, non solamente per il fatto che entrare nell’intimità con il mistero significa avvertire in modo più acuto del solito tanto la dignità quanto l’angustia delle forme a nostra disposizione in questo mondo - tra cui quella dei linguaggi verbali: ed allora, ecco che il di più potrebbe trovare espressione nella musica… -, ma anche per quella ricerca di sintesi tra ragione e sentimento, tra senso e sensibilità, che in musica si ricerca nell’istintivo anelito a sfiorare la perfezione, e che s’addice ai vissuti più elevati ed importanti dell’uomo. L’invocazione verso il Creatore, la supplica dei mendicanti della grazia presentata al Salvatore, l’annuncio gioioso e fiero degli umili credenti, meritano il miglior repertorio di cui siamo capaci: perciò, ogni religione induce arti corrispondenti, le suscita, le ispira, le esige. E se non tutte inducono forme di arte figurativa - la storia cristiana è emblematica, nella sua notevole differenza con il cammino dell’ebraismo e con il successivo fenomeno dell’Islam: la rivelazione divina custodita dalla fede cattolica ha generato quell’immenso patrimonio, un unicum, che è l’arte occidentale -, tutte le religioni hanno sviluppato una corrispondente musica sacra. Intonare le preghiere e le pagine sacre di differenti religioni può essere una “salmodia della pace”? Intendiamoci. Lo è, in primo luogo, per l’invito alla pace che ogni avvicinamento a Dio contiene necessariamente, se è autentico. Quando ci si congeda dalla presenza di Dio e ci si presenta con le sue credenziali, il suo nome può atrocemente diventare pretesto di bestemmia, copertura di interessi, vessillo brandito per scagliarsi contro qualcuno. Il rovescio della pace, insomma. Ma quando ci si avvicina autenticamente a Dio, si viene disarmati, spogliati e pacificati. Questa è l’esperienza che la storia conferma, quella medesima storia che pare lacerata da innumerevoli delitti e conflitti di natura “religiosa”, ma che è anche piena di mille minuscole o grandiose testimonianze che gli uomini di Dio sanno sempre onorarsi e guardarsi come fratelli. Insomma, la questione è talmente seria e talmente attuale che non tollera ingenuità e retoriche spensierate: le religioni - dicamoci la verità - non sono per la pace; non sono nemmeno per la guerra, di per sé, se vogliamo proprio essere preciso. Gli uomini di Dio sono costruttori di pace, semmai. E i costruttori di pace sono uomini di Dio - Cristo li dichiara, Lui stesso, “figli di Dio” -. Le religioni contengono - in genere, ma vi sono anche eccezioni infelici - un nobile tentativo di intuire il vero volto di Dio, di invocare la sua prossimità in nostro favore, di essere giusti nei suoi confronti. Le religioni contengono quel tentativo. Ma il soggetto di quel tentativo è l’uomo. L’uomo, con il suo groviglio, dentro il cuore, di luci e ombre, verità e menzogne, aperture e chiusure, libertà e schiavitù, bene e male. L’uomo reale è fatto così (lo sanno tutte le religioni e anche tutti gli atei, se ci pensano un attimo): non ha un cuore da buttare, ma ha un cuore ferito. Contraddittorio e aggrovigliato allora sarà sempre il tentativo dell’uomo di avvicinarsi a Dio e di rispondere alle sue iniziative. Perciò, nelle religioni ci sono spesso anche le passioni e le idee e i meccanismi che suscitano atti diabolici e mobilitazioni insanguinate. Non è Dio all’origine di tutto ciò, né il nobile tentativo di onorarlo e conoscerlo, ma l’ombra che sta nel cuore dell’uomo che cerca Dio o che pensa di cercarlo o che finge di cercarlo. La vicenda ebraica è un’altra cosa, l’avvenimento cristiano è totalmente altro. È Dio, nell’avventura di Israele, che tenta a diverse riprese - le alleanze, come Lui stesso le chiama - di avvicinarsi a noi, di farsi conoscere, di renderci giusti. È Dio che nell’avvenimento cristiano si propone in modo definitivo all’uomo. Perciò, se un ebreo o un cristiano pensassero di fare cosa gradita a Dio versando il sangue di qualcuno, essi lo fanno in contrasto con la rivelazione divina che hanno imparato a riconoscere, non in ossequio ad essa. Nelle altre religioni, poi, di ogni origine storica, chiunque versa il sangue di un altro credendo di fare cosa gradita a Dio sta compiendo il più irreligioso degli atti, qualunque brandello scritto trovasse a giustificare il suo crimine; né mai potrà pensare, così facendo, di essersi avvicinato a Dio. Questo lo scrivo e lo affermo senza esitazioni, sapendo bene il peso di ogni parola che ho usato. Dunque, un viaggio tra le religioni attraverso la musica e una salmodia per la pace non si ascoltano né si eseguono per coltivare illusioni o per sentirci evoluti e raffinati, finalmente in grado di annunciare e proporre “l’ideale della pace universale” al di là delle diversità di prospettiva. Una simile intenzione sarebbe del tutto analoga alla superbia che ispirò i progettisti della torre di Babele (finiti male, come è noto). Il viaggio tra le religioni, che sia compiuto sui sentieri della musica o su quelli dello studio dei sacri testi e dei sacri gesti di ognuna, serve ad accorgerci che al centro dell’umano autentico c’è un immenso desiderio dell’autentico Dio e una dolorosa percezione della nostra incapacità di raggiungerlo con le nostre sole forze. La musica sa esprimere questa domanda di infinito e questo struggimento del finito più di altri linguaggi. Giunti a quel punto si aprono due possibilità concrete. La prima: accorgersi della sostanziale fraternità di tutti gli uomini, proprio perché al centro di ciascuno di essi sta la domanda di Dio, la prova che siamo uguali - noi, non le nostre religioni, ma noi sì -, che siamo gocce d’acqua, che siamo legati l’uno al destino dell’altro: e allora, perché combattersi? Potremo patire se l’altro ci paresse fuori strada, ma non potremo detestarlo, potremo solo tentare d’essere buona e leggibile indicazione di strada. La seconda: non accontentarci di quanto è bello il desiderio di infinito che abbiamo in noi, di quanto incantevole sia l’anelito di pace che custodiamo nel cuore, ma scegliere la via del disarmo totale. Totale. No, non penso alle testate nucleari e alle contraerei delle diverse potenze del mondo… Penso alle armi più invisibili e più nascoste che stentiamo a eliminare perché ci permettono di affermare la nostra personale potenza: le armi che opponiamo a Dio stesso. Si può passare la vita intera ad ammirare le cose religiose, a intonare i canti religiosi, a benedire gli sforzi di pace di ogni genere e specie, e mai mai mai voler seriamente deporre le armi interiori davanti a Dio che si rivela e ci interpella. Le giustifichiamo come armi difensive, non certo offensive. Ci abituiamo ad esse perché non ci sembrano nemmeno armi. Ma quando stiamo preliminarmente schivando le questioni di qual è il vero Dio, del perché mi ha voluto, del cosa si attende da me, non stiamo forse erigendo il nostro muro di confine, per impedire l’ingresso al Profugo eterno? E poi ci meravigliamo dei muri eretti dagli Stati di ieri e di oggi? Salmodia della pace non è un titolo. È un augurio. Per voi che la ascoltate lo è: che uscendo da tale ascolto, non si risolva tutto in un intellettuale compiacimento per un esercizio lodevole di ecumenismo, ma nella percezione nitida che se c’è davvero Dio allora c’è un garante universale della universale fraternità di tutti gli uomini, e che se questo Dio c’è allora conoscerlo e piacergli davvero è la cosa che più ci deve interessare. Udine, 16 settembre 2016 Don Alessio Geretti PER L’ARCIDIOCESI DI UDINE Il suono nel dialogo interreligioso di Alessio Screm I l suono accompagna da sempre l’esistenza dell’uomo. Dalle manifestazioni più elementari e spontanee, come il respiro, all’organizzazione articolata del materiale sonoro, da cui prende forma l’arte dei suoni, la musica. Dalla più remota antichità, ogni atto, individuale o collettivo, sacro o profano, è accompagnato da fenomeni sonori. Il valore simbolico dei suoni inoltre, ha da sempre avuto una funzione primaria nei riti di tutte le religioni. Nel terreno più specifico dalla musica nelle religioni monoteiste, nell’articolato percorso che le ha condotte, nel corso dei millenni e a seguito di concili e riforme, alla definizione di usi ed estetiche proprie a ciascun rito, i testi sacri rimangono le fonti primarie per la comprensione dei compiti e della liceità della musica rispetto ad ogni fede. Il programma musicale del concerto: “Voci e Musiche. Salmodia della Pace”, riflette pertanto, nel rispetto di ciascun credo - cattolico, serbo-ortodosso, greco-ortodosso, ebraico e musulmano -, il significato di una volontà univoca di convivenza che trova immediata espressione nella parola “pace”, manifesta secondo le relative formule di lettura e di canto. L’elemento comune di ciascuna pratica, qui trova significato nel termine “salmodia”, nell’accezione d’intonazione, secondo un’adesione totale alla parola e al messaggio del testo sacro, tra le più antiche testimonianze di lettura organizzata in funzione del contenuto. Da questo principio, e nei differenti modi di espressione che ci riportano alle primitive formule d’invocazione, supplica, preghiera, giubilo, comunicazione con la sfera del divino, l’excursus musicale prevede come unico e puro mezzo d’interpretazione la voce. Dal cantillare parco delle letture, fino alle composizioni sacre di epoca romantica e contemporanea, attraverso canti monodici e brani della polifonia italiana del Cinquecento. Letture di passi dai Salmi in ebraico, dal Corano in arabo e poesie in italiano, con le Salmodie da “O sensi miei” di David Maria Turoldo, a cento 7 Salmodia della Pace anni dalla sua nascita, intercalano le esecuzioni di brani in lingua latina, serba e greca, per un compendio virtuoso di lingue, linguaggi, espressività, patrimoni e fedi, che si ergono nel nome della pace a simbolo di condivisione e tolleranza reciproca. Per seguire con ordine il programma musicale, risulta preferibile presentare i repertori in base al periodo di loro composizione, individuando i brani e gli autori, quando rintracciati, dal più antico al più recente, tanto da poter cogliere la forma e lo stile proprio di ciascun canto, in relazione all’epoca e alla cultura di appartenenza. In questo senso, i brani interpretati dal Coro Ecclesiastico della Comunità Greco-orientale della Chiesa di S. Nicolò di Trieste, diretto da Ioanna Papaioannou, offrono l’occasione per scorgere nella tradizione liturgica greco-bizantina, significative affinità con taluni aspetti costitutivi il repertorio gregoriano. Non solo nell’organizzazione salmodiale dei canti, sia diretta, responsoriale o antifonale, ma più in generale nell’andamento melodico dal sapore modale, nella suddivisione sillabica dei versi e nell’uso discantico risalente ad epoche più recenti. “Heruvim”, l’Inno dei Cherubini, è il tropario - breve preghiera ritmica di brevi frasi - cantato nella liturgia greco-ortodossa al Grande Ingresso, in cui si concelebra la liturgia terrena e quella terrestre, in funzione di un canto che trova simili corrispondenze nell’Offertorio latino. Allo stesso modo “Se Imnumen”, “Enite ton Kìrion”, ovvero un Kinonikòn della domenica - un inno di comunione, dal Salmo 148. Dal repertorio paraliturgico greco-ortodosso interviene “Agni Parthene Despina”, un canto di devozione mariana probabilmente composto dal Vescovo San Nettario di Egina, cui segue “Tis theos megas”, inno Prokeimenon corrispondente al Graduale della Messa romana, eseguito nelle grandi festività di Pasqua. Nella successione temporale dei brani in programma, la selezione dei canti eseguiti dal Coro Vincenzo Ruffo Città di Cervignano, diretto da Davide Pitis, mira in particolare a mettere in evidenza gli esiti della polifonia rinascimentale in ambito sacro in seno alla liturgia cattolica, attraverso tre autori tra i più rappresentativi del periodo: Giovanni Pierluigi da Palestrina, Vincenzo Ruffo e Matteo Asola. Del primo, la cui produzione ebbe molta importanza - ed in particolare la “Missa Papae Marcelli” -, nel favorire l’uso della polifonia nel rito romano, a compendio del gregoriano, incaricato anche con Annibale Zolio nella revisione dei libri liturgici da papa Gregorio XIII, viene presentato “Ecce quomodo moritur justus”, un responsorio in forma di mottetto a quattro voci appartenente ai Responsoria Hebdomadae Sanctae. La severità del canto e 8 Salmodia della Pace la compostezza delle linee melodiche misurate all’intelligibilità del testo, si riverberano nei brani successivi con le lezioni di Vincenzo Ruffo e Matteo Asola, significativi rappresentanti della scuola veneziana. Di Ruffo, già maestro di Cappella nel Duomo di Sacile, dove morì nel 1587, vengono eseguite quattro composizioni: “Tenebrae factae sunt”, “Adoramus te”, “Vinea mea Electa” ed “Ecce vidimus eum”, responsori del Venerdì Santo in forma di mottetto, ligi alle disposizioni tridentine sugli usi e le forme della musica sacra nella liturgia. Chiude il ciclo Matteo Asola, allievo di Vincenzo Ruffo, per composizioni la cui guida delle voci viene sempre dettata dal cantus planus di matrice gregoriana. Del compositore veronese si presenta il graduale a quattro voci “Christus factus est”, dalla lettera di S. Paolo ai Filippesi. Il repertorio del Coro della Chiesa di S. Spiridione di Trieste infine, diretto da Anna Kaira, oltre a presentare due brani della tradizione russo-ortodossa, “Veruju” e “Ize heruvimi”, la lezione dell’Inno a Cherubino già citata in ambiente greco-ortodosso, si concentra nell’esecuzione di composizioni dell’Otto e del Novecento di autori serbi e russi, particolarmente attivi nel recupero di canti tradizionali e nella proposizione di nuove composizioni sacre aderenti alle funzioni del rito. Similmente a quanto accadde con il movimento cattolico di restaurazione della musica sacra tra XIX e XX secolo, denominato in Italia “ceciliano”, gli autori proposti dimostrano la volontà di un recupero della tradizione musicale serbo-ortodossa, attraverso ricerche nel patrimonio antico per la composizione di nuove raccolte di canti, senza rifiutare influssi e prestiti con la musica d’occidente. Ne è un esempio Kronelije Stanković, allievo tra gli altri di Anton Bruckner, che mise in notazione moderna buona parte del repertorio della chiesa serba, sotto la supervisione del patriarca Rajacic, armonizzando diversi brani, come “Dostojno jest”, per coro a quattro voci. Così Stevan Morkanjac, definito il padre della musica serba, di cui vengono eseguiti gli inni “Svjatij Bose” e “Tebe Boga hvalim”, dallo stile polifonico che richiama il modello palestriniano. A loro si affianca Nikolaj Kedrov, compositore russo cui si deve la fortunata preghiera “Octe nas”, Vladimir Sonc, con l’inno di San Spiridone “Sobora pervago” e Miodrag Govedarica, autore contemporaneo di cui si presenta “Telo Hristovo”. L’antifona mariana “Alma Redemptoris Mater”, elaborata da Davide Pitis per un’esecuzione a cori riuniti, suggella il significato di un incontro interreligioso votato alla convivenza, al rispetto reciproco e alla solidarietà, con canti e letture in nome della pace. 9 VOCI E MUSICHE - SALMODIA DELLA PACE di Lucien Osso L ’idea di questo programma musicale nasce da un’affinità che lega tutte le religioni: la convinzione che il Suono (che sia vibrazione, Om o Verbo) abbia dato origine alla Creazione. La musica costituisce un linguaggio universale di dialogo e di pacifica convivenza, e con il presente programma musicale, il Coro “Vincenzo Ruffo” – Città di Cervignano del Friuli vuole coniugare la musica e le religioni del mondo. Un’affascinante esperienza musicale che si inoltra nelle antichissime melodie monodiche spaziando tra le sublimi composizioni polifoniche, sino alla maestosità del corale. La preghiera è spesso lo strumento privilegiato per collegarsi alla sfera del sacro e varie sono le modalità di attuarla; offerte, recitazione di parole, digiuni, astinenze, ma anche attraverso il canto. Vi sono posizioni diverse riguardo l’utilizzo della musica per la preghiera, spesso molto divergenti, ma che, proprio per la loro eterogeneità, offrono numerosi spunti di riflessione e approfondimento. La musica infatti è stata ed è tuttora spesso associata al divino, in maniera diversa a seconda delle religioni. Alcune prediligono maggiormente la musica vocale, quasi sempre legata all’intonazione delle parole del testo sacro, altre sperimentano quella strumentale, attraverso il suono di strumenti spesso usati nei rituali o nelle liturgie. La cantillazione dei testi sacri mette in luce lo stretto rapporto tra l’uso della voce e la recitazione “cantata” delle preghiere nelle varie tradizioni religiosi. L’associazione parola/musica è stata usata fin dall’antichità per trasmettere i miti delle origini e per la recitazione dei testi sacri. Ai tempi del tempio di Gerusalemme, per la Comunità Ebraica, era abituale impiegare la musica durante il culto. Il Cristianesimo, nelle sue varie ramificazioni, ha sviluppato nel tempo varie forme di musica religiosa. Nei giorni nostri esiste un mondo musicale di ampio genere che si ispira a temi o valori religiosi per testimoniare e comunicare la propria fede, che 11 Salmodia della Pace è interessante conoscere e approfondire. Cristiani, ebrei, ortodossi e musulmani, fraternamente uniti in un progetto musicale di suoni e canti. La musica e la religione, due fenomeni tipicamente umani fin dalla notte dei tempi. La manifestazione concertistica si svolge con la partecipazione del Coro della Chiesa di San Spiridione appartenente alla Comunità Serbo-ortodossa di Trieste, del Coro Ecclesiastico della Chiesa di San Nicolò appartenente alla Comunità Greco-ortodossa di Trieste oltre naturalmente al presente Coro Vincenzo Ruffo - Città di Cervignano del Friuli rappresentante la religione cristiana cattolica, nonché di una rappresentanza Ebraica e dal Presidente del Centro Culturale Islamico di Trieste. I citati cori eseguiranno un repertorio di musica sacra - ognuno relativo alla propria fede religiosa - che sarà intervallato da alcune letture ebraiche tratte dal Libro dei Salmi e letture in arabo tratte dal Corano, recitate dai rispettivi rappresentanti di fede, nonché brevi testi poetici di David Maria Turoldo, interpretati da una voce recitante. Una meravigliosa occasione d’imparare e scoprire diversi modi di vivere la musica sacra: le voci e le musiche presentate veicolano infatti un messaggio di tolleranza e dialogo tra le diverse religioni, nell’ottica di una comprensione reciproca e di un arricchimento culturale in una società che accoglie persone e culture un tempo lontane, nonché promuovere e valorizzare il patrimonio artistico, culturale e religioso della nostra Regione, portando sul territorio le diverse espressioni musicali e testimoniando in questo modo il rispetto e la pacifica convivenza tra le fedi religiose. Partecipanti: Voce recitante Maurizio Fanin Letture ebraiche Shalom Zilbersmidth Letture musulmane Saleh Igbarìa (Presidente Centro Culturale Islamico di Trieste) Coro Serbo-ortodosso della Chiesa di San Spiridione di Trieste diretto dal M° Anna Kaira Coro Greco-ortodosso della Chiesa di San Nicolò di Trieste diretto dal M° Ioanna Papaioannou Coro “Vincenzo Ruffo” - Città di Cervignano del Friuli diretto dal M° Davide Pitis Testi Testi poetici - Salmodie tratti da “O sensi miei” di David Maria Turoldo Letture ebraiche tratte dal Libro dei Salmi Letture islamiche tratte dal Corano 12 13 Salmodia della Pace Salmodia della Pace e dell’interpretazione corale, sotto la guida del precedente maestro Alessandro Colautti e dell’attuale maestro Davide Pitis, che dal 2016 ha assunto la direzione del coro, ha permesso il raggiungimento di ottimi standard esecutivi. Nella realizzazione di eventi il coro si è diversificato negli anni proponendo concerti a tema vario, dal medievale al rinascimentale, dal sacro al profano, dalla musica antica a contemporanea, senza tralasciare il folclore. Dal lavoro e l’impegno per i progetti sono nate anche nuove collaborazioni artistiche con vari gruppi strumentali professionisti quali: “l’Insieme Strumentale Italiano Mikrokosmos”, il “Gruppo Strumentale Ensemble Dramsam - Centro Giuliano di Musica Antica” e il “Gruppo Strumentale di ottoni Quat Tromboni et Tuba”, nonché con i maestri strumentisti Giuseppe Minin (Tromba), Elisabetta Grassi (Flauto traverso), Valentina Salucci (organo), Mauro Pestel (Chitarra), e non per ultimo i direttori compositori M.o Daniele Zanettovich, M.o Marco Sofianopulo, M.o Davide Pitis e M.o Italo Montiglio. La musica e il canto assumono per noi un rilievo primario sia per le valenze culturali, sia per le valenze estetico-formative. In un mondo che tende sempre più a relegare il sentimento tra le forme immature dell’azione della persona, la musica e il canto, con la loro capacità di liberazione, possono continuare ad offrire a tutte le età esperienze emotive di importante qualità. IL CORO VINCENZO RUFFO F ondato nel 1964, il Coro “Vincenzo Ruffo” - Città di Cervignano del Friuli, diretto dal Maestro Davide Pitis figura tra i dieci cori d’interesse regionale del Friuli Venezia Giulia. Molti avvenimenti e cambiamenti si sono verificati in questi lunghi anni. Il Coro, alla guida dei vari maestri che si susseguirono si è notevolmente sviluppato ed affermato. Attualmente conta su un organico di una trentina di coristi e costituisce un elemento fondamentale e qualificante della realtà culturale di Cervignano del Friuli, nonché della Bassa Friulana. Negli ultimi dieci anni il coro ha modificato progressivamente e radicalmente la sua attività e le sue caratteristiche sia dal punto di vista artistico che di proposta. L’impegno nello studio della prassi esecutiva, della tecnica vocale 14 Davide Pitis, compositore e direttore si è diplomato in composizione con il massimo dei voti e la lode presso il conservatorio J. Tomadini di Udine. È stato premiato in diversi concorsi nazionali ed internazionali di composizione e di direzione e, sue composizioni, sia da camera che sinfoniche, sono eseguite in Italia e all’estero in diversi festival musicali internazionali (Kuhmo Chamber Music Festival, Mittelfest, Risuonanze, Festival Musicale di Portogruaro). Ha lavorato con importanti autori e registi italiani alla realizzazione di diversi spettacoli teatrali di cui ha curato la composizione e realizzazione della parte musicale (Elio Bartolini, Carlo Sgorlon, Pierluigi Visentin, Quirino Principe, Gigi Dall’Aglio …). Attualmente è docente di Esercitazioni Corali presso il Conservatorio N. Piccinni di Bari. 15 Salmodia della Pace Salmodia della Pace L’attuale coro della chiesa di S. Spiridione è composto da ventiquattro elementi con buona preparazione musicale e di varie nazionalità: serbi, sloveni, italiani, russi, croati e argentini. L’impegno principale del coro è quello di solennizzare le celebrazioni liturgiche domenicali nonché le altre ricorrenze religiose dell’anno. Il coro inoltre partecipa attivamente alle manifestazioni culturali di Trieste e Comuni limitrofi; ha intrapreso numerose tournée in varie città italiane nonché all’estero (Serbia, Svizzera). Il suo repertorio è costituito quasi esclusivamente da musica sacra serba e russa-ortodossa, nonché brani tratti dalla musica popolare serba. Il coro della Chiesa di SAN Spiridione a Trieste Direttore del coro è il M° Anna Kaira, nata in Ucraina e dopo aver compiuto i suoi studi al Conservatorio di Mosca e di Kiev, dove si è diplomata in Direzione di coro e Musicologia presso il Conservatorio “Čajkovskij” di Kiev (laurea con lode), ha approfondito i suoi studi musicali all’Università di Bayreuth (Germania), dove ha svolto il dottorato di ricerca in musicologia con conferimento nell’anno 2002 del titolo accademico di “Dottore in filosofia”. Ha svolto l’attività di docenza su argomenti riguardanti l’opera russa in varie università tedesche ed italiane. Ha diretto inoltre numerosi cori in Ucraina, Germania e Italia, tra i quali anche alcuni appartenenti a teatri lirici. A Trieste, oltre al coro della chiesa Serbo-Ortodossa di S. Spiridione, dirige il coro “Vox Ecumenica”, insegna canto all’Accademia di Musica “Ars Nova” e svolge attività di Project Manager per i progetti internazionali presso la stessa Accademia, ed è membro permanente della giuria della “Ars Nova International Music Competition di Trieste” - Premio Paolo Spincich. Dal 2014 è Presidente dell’Associazione culturale ONLUS “Amici Gioventù Musicale - Trieste”. La stessa è autrice di diverse pubblicazioni nell’ambito della musicologia e della musica sacra. I l coro della chiesa di San Spiridione di Trieste fu fondato, su richiesta della Comunità Serbo-ortodossa, nel lontano 1837 dal maestro Francesco Sinico (1810-1865). Da allora si sono susseguiti vari rinomati direttori del coro, come i componenti della famiglia Sinico (Francesco, Giuseppe e Francesco Riccardo), i maestri sloveni Viktor Šonc, Vasilij Mirk, Ubald Vrabec, Stane Malič, Vlado Švara, il maestro Giorgio Kirschner il quale fu poi chiamato a dirigere il coro di S. Cecilia a Roma, ed infine il prof. Zorko Harej. Dal 1999 fino ad oggi il coro è diretto dalla prof.ssa Anna Kaira, per la prima volta nella storia della Comunità Serbo-ortodossa di Trieste, una figura femminile e di religione ortodossa. 16 17 Salmodia della Pace Salmodia della Pace tenenti a prestigiosi cori cittadini (Coro Illisberg Trieste) costituendo un gruppo di venti cantori che si dedicano allo studio della musica sacra greco-ortodossa e del canto bizantino, associato alla polifonia classica. Il coro partecipa a tutte le celebrazioni solenni nella chiesa come parte integrante delle funzioni liturgiche ed è stato più volte chiamato ad offrire la propria opera per dare lustro a matrimoni, battesimi ed altri riti religiosi sia nella stessa Trieste che nella suggestiva Venezia. Il coro svolge un’intensa attività concertistica, dai concerti di Natale all’esibizione in manifestazioni ed in mostre legate al mondo del sacro, contribuendo a diffondere la conoscenza del patrimonio musicale religioso della tradizione ortodossa (Concerto Mariano 10 maggio 2015, concerto Interreligioso 2013-2014-2015 e concerto per San Nicolò 2015). Ultimamente, per iniziativa del suo Direttore M° Ioanna Papaioannou, il coro si vede inoltre impegnato, in collaborazione con il coro “Messòghios”, a proporre musiche di gusto popolare e folcloristico, finalizzate alla diffusione della cultura musicale tradizionale. II coro della Chiesa di San Nicolò I l coro della Chiesa di San Nicolò nasce sul finire del secolo scorso per iniziativa della Comunità Greco-orientale di Trieste e si appresta a superare il suo primo secolo di vita, dedicando il proprio lavoro con passione ed abnegazione alla conoscenza del prezioso mondo della musica sacra ortodossa. Nel corso della sua storia, si sono succeduti direttori di fama nazionale ed internazionale, dai compositori Sinico, padre e figlio, ai maestri nonché compositori Sidericudi e Marco Sofianopulo. Attualmente il coro è diretto dal M° Ioanna Papaioannou. Alla preparazione del coro, sotto la direzione del maestro di cappella, partecipano professionisti del coro del teatro Verdi, solisti e coristi appar18 19 Salmodia della Pace Salmodia della Pace Il Centro Culturale islamico di Trieste Presidente Saleh Igbarìa I l Centro Culturale Islamico è presente a Trieste dal 1982, e svolge attività di volontariato e di promozione della conoscenza fra immigrati ed autoctoni, di costruzione di culture di convivenza pacifica e di riconoscimento e rispetto delle diverse culture. Negli ultimi anni sono stati realizzati numerosi incontri con le scuole superiori, conferenze interreligiose con i rappresentanti del cristianesimo cattolico ed ortodosso, dell’Ebraismo e del Buddismo, e fa parte del coro interreligioso di Trieste. Ogni anno viene svolto un corso d’introduzione alla conoscenza dell’Islam presso l’Università delle Liberetà Auser di Trieste. Si può dire che in pratica Trieste costituisce un modello sperimentale di promozione dell’integrazione e dell’accoglienza, tramite la diffusione della conoscenza e l’apertura al dialogo. VOCE RECITANTE Maurizio Fanin N ato a Udine nel 1961 laureato in Filosofia si avvicina al teatro durante il percorso universitario occupandosi inizialmente degli aspetti musicali realizzando sonorizzazioni e colonne sonore per spettacoli e video. Segue poi laboratori di teatro sul metodo Stanislavskij, corsi di dizione e improvvisazione, frequenta seminari e laboratori con (fra gli altri) Dario Fo, Giuliana Musso, Silvia Pasello, Franca Rame, Giacomo Zito. Oltre a teatro lavora per produzioni televisive e cinematografiche tra le quali ricordiamo “C’era una volta la città dei matti” regia di Marco Turco, “Troppo amore” regia di Liliana Cavani, “Bella addormentata” regia di Marco Bellocchio, “Zoran, il mio nipote scemo” regia di Matteo Oleotto vincitore del premio della Sic alla Mostra del Cinema di Venezia. 20 21 Programma Musicale • • Voce recitante: Salmodia di Zagorsk Intervento Coro V. Ruffo: 1. Ecce quomodo Moritur Justus Giovanni Pierluigi Palestrina 2. Tenebrae factae sunt Vincenzo Ruffo 3. Adoramus te Vincenzo Ruffo • Lettura ebraica 1. Salmo 101 • Intervento Coro Serbo-ortodosso: 1. Veruju (Credo di Nicea) Anonimo 2. Dostojno jest (È degno) Kornelije Stanković 3. Ize heruvimi (Cherubicon) Anonimo 4. Telo Hristovo (Corpus Cristi) Miodrag Govedarica SALMODIA DELLA PACE • Lettura ebraica 1. Salmo 148 • Intervento Coro Serbo-ortodosso: 1. Svjati Boze (Santo Dio) Stevan Morkanjac 2. Otce nas (Padre nostro) Nikolaj Kedrov 3. Sobora pervago (Inno di San Spiridione) Vladimir Sonc 4. Tebe Boga hvalim (Te Deum laudamus) Stevan Morkanjac • Lettura musulmana 1. Cap. 36 - vers. 58 2. Cap. 49 - vers. 13 3. Cap. 59 - vers.22 e 24 • Intervento Coro Greco-ortodosso: 1. Agni Parthene Despina prob. attrib. Vescovo San Nettario di Egina 2. Tis theos megas D. Anagnost 3. Hristos Anesti Anonimo • Lettura musulmana 1. Cap. 2 - vers. 255 2. Cap. 10 . vers. 25 3. Cap. 24 . vers. 35 e 37 • Voce recitante: Salmodia “Super Genesim III” • Intervento Coro Greco-ortodosso: 1. Heruvim Lomakim Karlash 2. Se imnumen Anonimo 3. Enite • Cori riuniti: 1. Alma Redemptoris Mater Davide Pitis • Voce recitante: Salmodia “Super Genesim II” • Intervento Coro V. Ruffo: 1. Vinea mea electa Vincenzo Ruffo 2. Ecce vidimus eum Vincenzo Ruffo 3. Cristus factus est Matteo Asola 22 23 Salmodie SALMODIA DI ZAGORSK La pace è l’uomo e quest’uomo è mio fratello il più povero di tutti i fratelli. La libertà è l’uomo e quest’uomo è mio fratello il più schiavo di tutti i fratelli. La giustizia è l’uomo e quest’uomo è mio fratello; per un’idea non posso uccidere! Per un sistema non posso uccidere per nessuno nessuno fra tutti i sistemi! L’uomo è più grande del mondo «e il più piccolo fra voi sarà ancora più grande nel Regno». Io devo solo lottare, sempre, insieme, o da solo, lottare e farmi anche uccidere. La pace è lotta per l’uomo, uno bisogna che redima anche la morte. Neppure per la fede posso uccidere, l’uomo è l’icone di Dio, Dio che geme nell’uomo. E se la chiesa non è per l’uomo non è degna di fede non può essere chiesa. E se le politiche non sono per l’uomo vadano alla malora tutte queste politiche. Maledetto l’uomo che non è per l’uomo, maledetta ogni idea, ogni fede: ogni madre non generi più, il maschio sia morso dal serpe quando vuol concepire. Siano distrutte queste città quando ogni ventre di donna è un cimitero: civiltà «cristiana» che porta la morte nel proprio ventre! L’uomo non conta più nulla: o stirpe di rapaci, il dio della morte ci domina. L’uomo è fucilato a Santiago abbruttito nelle gabbie di Saigon torturato a Belo Horizonte schiacciato come un verme a Mozambico e il feddayn è sepolto nella tomba di sabbia il negro è chiuso bestiame nelle «locations» a Johannesburg, oppure urla a milioni di sete nello squallido Volta. Ma il rame vale più dell’uomo il petrolio vale più dell’uomo il prestigio la potenza il sistema valgono più dell’uomo. Meglio che la terra ritorni deserta, meglio che i fiumi scorrano liberi nel verde intatto del mondo, e Dio si abbia la lode dai volatili della foresta! Ma che sia l’aria come al mattino del mondo 25 Salmodie sono solo le armi. L’uomo ha fallito l’uomo è sempre ucciso crocefisso da sempre. Cristo, o ragione di questo esistere, folle bellezza... e caste siano ancora le acque e al cielo non salga più una voce d’uomo né la terra più oda questo frastuono di parole quando la ragione è della forza e a reggere il mondo Salmodie SALMODIA Super Genesim iiI Ma una luce affettuosa e soave già da lassù si propaga nei tempi: ormai al sogno di un nuovo creato i monti danzano come arieti e le colline son giovani agnelle. Poi tu sempre a vegliare la notte di ogni Esodo su tutti i paesi, e colonna di fuoco a condurre turbe di schiavi attraverso deserti verso una terra che è sempre promessa... SALMODIA Super Genesim ii Da quando creasti, fosti tu mai, Signore, felice? Lucifero, prima tua stella in cui ti irradiavi è già meteora spenta caduta dal cielo! Poi astri si perdono in spazi infiniti, erbe e fiori ti muoiono in mano, agnelli gemono dietro le greggi... e il serpente, la più astuta creatura che ora striscia nell’erba dell’Eden poi s’attorciglia al tronco dell’Albero, il serpente, creato per te, e sapevi!... - E allora, crearlo perché? E a non crearlo saresti creduto un Dio onnipotente? ma se onnipotente, è in te anche il Male? 26 E la donna, la dolce creatura da te più amata, la creatura cui affidasti gelosi segreti mentre Adamo dormiva e tu stavi solo con lei e la guardavi beato, lei, la donna che annienta l’incanto! E di progenie in progenie tu stesso diverrai il fiume maestoso che versa misericordia su quanti ti temono: santo sarà il tuo nome, Signore. Già d’allora il canto dell’Alma-Mater saliva da tutta la terra... E Adamo con lei ugualmente perduto: la creatura cui termina ogni opera tua, la tua vivente icona, il tuo sogno! Almeno lui volevi vivesse in eterno: di doppia morte invece destinato a morire, e sapevi!... 27 Libro dei Salmi Salmo 101 Amore e giustizia voglio cantare, voglio cantare inni a te, o Signore. Agirò con saggezza nella via dell’innocenza: quando verrai a me? Camminerò con cuore integro, dentro la mia casa. Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvage; detesto chi fa il male, non mi sarà vicino. Lontano da me il cuore perverso, il malvagio non lo voglio conoscere. Chi calunnia in segreto il suo prossimo Io lo farò perire; chi ha occhi altezzosi e cuore superbo non lo potrò sopportare. I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese perché restino a me vicino: chi cammina per la via integra sarà mio servitore. Non abiterà nella mia casa, chi agisce con inganno, chi dice menzogne non starà alla mia presenza. Sterminerò ogni mattino tutti gli empi del paese, per estirpare dalla città del Signore quanti operano il male. Libro dei Salmi Salmo 148 Alleluia. Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere. Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. Lodatelo, cieli dei cieli, voi acque al di sopra dei cieli. Lodino tutti il nome del Signore, perché egli disse e furono creati. Li ha stabiliti per sempre, ha posto una legge che non passa. Lodate il Signore dalla terra, mostri marini e voi tutti abissi, fuoco e grandine, neve e nebbia, vento di bufera che obbedisce alla sua parola, monti e voi tutte, colline, alberi da frutto e tutti voi, cedri, voi fiere e tutte le bestie, rettili e uccelli alati. I re della terra e i popoli tutti, i governanti e i giudici della terra, i giovani e le fanciulle, i vecchi insieme ai bambini lodino il nome del Signore: perché solo il suo nome è sublime, la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli. Egli ha sollevato la potenza del suo popolo. È canto di lode per tutti i suoi fedeli, per i figli di Israele, popolo che egli ama. 28 29 Corano Capitolo 2 - versetto 255 255. Allah! Non c’è altro dio che Lui, il Vivente, l’Assoluto. Non Lo prendon mai sopore, né sonno. A Lui appartiene tutto quello che è nei cieli e sulla terra. Chi può intercedere presso di Lui senza il Suo permesso? Egli conosce quello che è davanti a loro e quello che è dietro di loro e, della Sua scienza, essi apprendono solo ciò che Egli vuole. Il Suo Trono è più vasto dei cieli e della terra, e custodirli non Gli costa sforzo alcuno. Egli è l’Altissimo, l’Immenso. Si ringraziano tutti i sostenitori per il contributo e la preziosa collaborazione Assessorati alla Cultura e Turismo Capitolo 10 - versetto 25 25. Allah chiama alla dimora della pace e guida chi Egli vuole sulla Retta via. Città di Cervignano del Friuli Capitolo 24 - versetto 35 e 37 35. Allah è la luce dei cieli e della terra. La Sua luce è come quella di una nicchia in cui si trova una lampada, la lampada è in un cristallo, il cristallo è come un astro brillante; il suo combustibile viene da un albero benedetto, un olivo né orientale, né occidentale, il cui olio sembra illuminare, senza neppure essere toccato dal fuoco. Luce su luce. Allah guida verso la Sua luce chi vuole Lui e propone agli uomini metafore. Allah è onnisciente. 37. Da uomini che il commercio e gli affari non distraggono dal ricordo di Allah, dall’esecuzione della salât, dall’erogazione della zakât e che temono il Giorno in cui i cuori e gli sguardi saranno sconvolti. Capitolo 36 - versetto 58 58. E “Pace” sarà il saluto [rivolto loro] da un Signore misericordioso. con i patrocini di: Filiale di Cervignano del Friuli Capitolo 49 - versetto 13 13. O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato. Arcidiocesi di Udine Comune di Cividale del Friuli Capitolo 59 - versetto 22 e 24 22. Egli è Allah, Colui all’infuori del Quale non c’è altro dio, il Conoscitore dell’invisibile e del palese. Egli è il Compassionevole, il Misericordioso; 24. Egli è Allah, il Creatore, Colui Che dà inizio a tutte le cose, Colui Che dà forma a tutte le cose. A Lui [appartengono] i nomi più belli. Lo glorifica ciò che è nei cieli e sulla terra rende gloria a Lui. Egli è l’Eccelso, il Saggio. 30 Arcidiocesi di Gorizia FONDAZIONE “Società per la conservazione della basilica di Aquileia” Città di Tolmezzo