La ruota delle stagioni - Il ciclo delle vita - Il

ISSN 1120-6756
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Caleidoscopio
L etterar i o
Paola Muzi
La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
Il cerchio dello zodiaco
40
Direttore Responsabile
Sergio Rassu
Direttore Culturale
Maria Teresa Petrini
Via Rio Torbido, 40 - Genova (Italy) Tel. 010 83.401
Genova 2007
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
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Editoriale
I
l saggio della collega Paola Muzi, come già si evince dal
titolo: “La ruota delle stagioni, il ciclo della vita e il cerchio
dello zodiaco” è intrigante e misterioso.
Il titolo non è di fantasia per “etichettare” il libro, ma illustra
il contenuto dello scritto.
E’ un saggio importante, dotto ed avvincente; molti dati ed
avvenimenti li abbiamo incontrati nella nostra vita di studenti
o di insegnanti, ma mai così equilibratamente e compiutamente
esposti.
La scrittrice è riuscita, con arte sapiente, e sottolineo sapiente,
a legare: storia, geografia, astronomia, in modo così naturale, da
sembrare od essere, l’uno la conseguenza dell’altro.
E’ un andare e tornare nello spazio e nel tempo, i millenni
sono manciate di attimi, gli astri, le costellazioni, ornamenti
dell’Universo che l’uomo ha studiato “fin da quando viveva
ancora allo stato primitivo ed ha sentito l’esigenza di stabilire
con esattezza in quale luogo ed in quale periodo temporale stava
vivendo”.
Si sarà sentito confortato, il nostro piccolo e spesso solo antico antenato, nel guardare le immutabili stelle, così gli saranno
sembrate.
Ma il nostro piccolo uomo diventerà un popolo, tanti popoli:
gli Accadi, i Babilonesi, gli Assiri, i Sumeri, gli Ellenici, i Romani
e tutti subiranno il fascino e studieranno gli astri.
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Per alcuni diventeranno i loro dei; dei ai quali rivolgersi nei
momenti difficili della vita e ringraziare quando le situazioni
erano meno dure.
Ci prende per mano la scrittrice e ci presenta o ripresenta:
Tolomeo, Copernico, Ippocrate, Keplero ed il sommo Poeta
Dante Alighieri ed il grande Leonardo da Vinci.
Persino le fiabe ed i loro simbolismi sono mescolate con
sapiente alchimia.
Da questo amalgama di popoli, dal distillato del loro sapere,
dai loro uomini migliori, dai nostri uomini migliori, è nata una
identità culturale, ricchezza comune, trampolino di lancio verso
le nuove frontiere del sapere.
Nulla sfugge alla attenta ricerca capillare della scrittrice, neppure i Musicals degli anni sessanta, è un modo nuovo e personale di esporre la storia dell’umanità, ma è efficace ed incisivo
in modo sorprendente.
Al termine di questa lettura ci ritroveremo: più ricchi, più
colti, più saggi e molto, molto orgogliosi di discendere da quel
piccolo uomo che osservava le stelle.
Maria Teresa Petrini
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Ringraziamenti
Grazie agli Uomini dell’Era del Leone
Grazie al Popolo degli Accadi
Grazie ai Sacerdoti dell’Antica Babilonia
e
Grazie al Prof Mauro Bologna
che mi ha permesso di evocarli
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Introduzione
Fin da quando viveva ancora allo stato primitivo, l’uomo ha
sentito l’esigenza di stabilire con esattezza in quale luogo e in
quale periodo temporale stava vivendo.
Per le genti che vivevano a contatto diretto con la natura,
nelle notti limpide, quando il cielo non appariva oscurato dalle
luci, le stelle costituivano un importante punto di riferimento,
e l’unico marcatore del tempo era rappresentato dall’alternarsi
delle stagioni, dal susseguirsi del giorno con la notte, dal variare
della posizione delle stelle.
Secondo le concezioni più antiche, la Terra era al centro dell’universo, sostenuta e circondata da un oceano sotto il quale si
apriva una cavità che rappresentava il mondo dei morti; sulle
acque dell’oceano poggiava la cupola celeste, nella quale si
libravano il Sole, la Luna e i Pianeti. Il governo della Terra era
affidato alle divinità del Cielo sovrastante, che si manifestavano
attraverso i pianeti e le stelle.
Ben presto gli uomini scoprirono che la vita della natura,
degli animali, e la loro stessa vita avevano una certa relazione
coi movimenti del Sole, della Luna, dei pianeti e delle costellazioni.
Gli Accadi, un popolo che viveva in una regione situata a
Nord del luogo dove 4500 anni fa sarebbe sorta Babilonia, furono i primi a studiare i fenomeni astronomici e a formulare quelle
regole che costituiscono ancora oggi il contenuto dell’Astrologia. In epoche successive, le loro teorie sul movimento dei
pianeti, del Sole e della Luna furono codificate dai babilonesi, i
quali già quattromila anni fa conoscevano numerose stelle fisse
ed alcune costellazioni, tra cui certamente le Pleiadi e Orione
alle quali diedero il nome. Quando gli Assiri conquistarono la
Babilonia, ne rispettarono la grande civiltà. Il re Assurbanipal,
al fine di preservare un così grande patrimonio culturale, lo fece
trascrivere ed ordinare su tavolette di creta.
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La tradizionale concezione della corrispondenza tra Cielo e
Terra, propria del mondo assiro babilonese, a poco a poco venne
completata dal concetto di Uomo e Cosmo. Il pensiero greco svolse una parte decisiva in questa evoluzione. Per Eraclito, tutte le
cose erano il prodotto della tensione tra opposti che si attraggono e si respingono. Pitagora, a sua volta, affermava il concetto di
armonie universali, di corrispondenza tra meccaniche celesti e
musica, tra macrocosmo e microcosmo. La concezione del moto
ciclico pitagorico e la teoria della tensione tra gli opposti, propria
di Eraclito, trovarono un completamento nelle basi astrologiche
gettate dai babilonesi e contribuirono a diffonderle. Una delle
prime scuole di astrologia venne aperta nell’isola greca di Cos,
ad opera di Berosio, astrologo e matematico caldeo.
I babilonesi utilizzavano l’Astrologia per il benessere dello
stato, e non compilavano oroscopi individuali. Gli astrologi
Greci e Romani, che chiamavano “Numeri babilonesi” le previsioni astrologiche, si rivolgevano invece alle stelle per ricavare
informazioni sul destino delle persone, dando inizio in questo
modo alle moderne concezioni astrologiche.
Numerosi sono stati, nel corso del tempo, gli studiosi che si
sono interessati di Astrologia, e tra di essi non vanno dimenticati
il Sommo Poeta Dante Alighieri e il grande Leonardo da Vinci.
La sostituzione del sistema geocentrico di Tolomeo con quello
eliocentrico, nato con la rivoluzione copernicana, significò soltanto uno spostamento del punto di osservazione, un cambiamento di prospettiva. Lo stesso Keplero, al quale si attribuisce
il merito di aver definitivamente spodestato l’astrologia, era un
astrologo appassionato e oltremodo esperto.
In astronomia lo Zodiaco rappresenta la base fondamentale
per la misurazione dei movimenti dei pianeti. Secondo l’astrologia le influenze dei pianeti nei confronti degli uomini e della
terra cambiano a seconda del segno zodiacale in cui transita un
dato pianeta nel suo viaggio attraverso lo Zodiaco. La posizione
del Sole, della Luna, e degli altri corpi celesti al momento della
nascita esercitano delle influenze sull’individuo, e sono in grado
di conferire al suo carattere una impronta particolare. Il grafico
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che riproduce la situazione del cielo al momento della nascita è il
cosiddetto tema natale che, a volte, è impropriamente chiamato
“oroscopo”.
Nella fiaba “La bella addormentata nel bosco” si narra che,
alla nascita di una principessina, furono invitate al suo cospetto
delle fate affinché le facessero dei regali. Queste fate altro non
sono che il simbolismo con cui la fantasia popolare ha individuato le influenze che i pianeti hanno sul tema natale di un
individuo alla sua nascita.
Anche la storia di Sansone potrebbe essere interpretata in
chiave astrologica. Lo stesso nome “Sansone”, nella lingua inglese (Sanson), indica la stretta relazione tra il protagonista e il Sole
(Sun=Sole son=figlio). Anche la forza di Sansone, che dipende
dai lunghi capelli, ha una stretta analogia con quella del Sole che
è più forte nei mesi estivi, quando i suoi raggi sono più “lunghi”
perchè la distanza dalla Terra è maggiore. Dalila fa perdere la
forza a Sansone tagliandogli i capelli ed il Sole la perde ad opera
della “Vergine”, segno zodiacale che termina con l’equinozio
d’autunno.
È anche curioso notare come, nella Bibbia, i tredici i figli di
Giacobbe, una bambina e 12 maschi di cui due gemelli presentino una stretta analogia con i segni zodiacali di cui uno è femminile (la Vergine) ed uno è chiamato “Gemelli”.
Dodici furono anche gli Apostoli.
Leonardo da Vinci, che non ignorava il concetto secondo cui
l’uomo rappresenta il mondo in miniatura, aveva intenzione di
riprodurre, per sua stessa ammissione “la cosmografia del piccolo mondo in dodici figure” E questo sembrerebbe realizzato
nell’“Ultima Cena.” (Tavola 1). Gli apostoli sono raffigurati in
quattro gruppi di tre e ad ogni apostolo sarebbe attribuito un
segno zodiacale. Gesù, al centro, rappresenta il Sole. All’apostolo
Simone seduto a destra, a capo tavola, si attribuisce il primo
segno zodiacale, l’Ariete. A Taddeo, seconda figura dello stesso
gruppo, quello del Toro, a Matteo, terzo da destra, i Gemelli, e
così via. A Giovanni, il primo alla sinistra di Gesù, è attribuito
il segno della Bilancia. A Giuda che nell’affresco è raffigurato
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mentre fa inavvertitamente cadere la saliera con il braccio, quello dello Scorpione. Infine il segno dei Pesci, che anatomicamente
corrisponde ai piedi, è attribuito a Bartolomeo, che è l’unica
figura che ha i piedi visibili.
La cultura arcaica era una cultura prevalentemente basata
sulle immagini, e quindi incentrata sui simboli. In tale contesto,
ampiamente diverso dall’attuale, l’astrologia era il genere di
divinazione più largamente diffuso e aveva valore di scienza.
Oggi, sotto il «governo» del pensiero scientifico razionale,
l’astrologia non trova più posto tra le scienze. Essa, purtroppo,
viene confusa con gli oroscopi dei giornali o con altre forme di
divinazione. Ma chi attende la Luna calante per imbottigliare il
vino si serve della astrologia così come colui che, sempre a Luna
calante, si taglia i capelli per evitare che gli crescano troppo in
fretta. La previsione di momenti favorevoli è da sempre stata
necessaria per fare il calendario delle semine, o per conoscere
il momento più propizio per talune cerimonie. Anche ai nostri
tempi la celebrazione della Santa Pasqua si sposta di anno in
anno perché viene fatta cadere nella domenica che segue la
prima Luna piena avvenuta dopo l’equinozio della primavera.
La vita dell’uomo, però, è così «snaturata» da annullare la
relazione reciproca tra microcosmo e macrocosmo su cui è sempre stata fondata l’antica medicina, da Ippocrate a Galeno, fino
alla cultura barocca. Questo rende sempre più difficile la consapevolezza delle qualità «divine» celate nelle nostre dimensioni
di realtà. In tal senso, appare più che mai valido l’insegnamento
di Ippocrate, il quale ci ricorda che non si può comprendere
la natura del nostro corpo se non si comprende la natura del
«tutto».
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Tavola 1. Leonardo da Vinci: L’ultima cena. Ad ogni Apostolo corrisponde un segno zodiacale (da Nicola Sementovsky-Kurilo: Astrologia. Trattato completo teorico pratico. Hoepli Editore. Milano, 1987.
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Il moto apparente del Sole
Tutto l’universo appare popolato di stelle. In una notte limpida e senza luna se ne riescono contare fino a circa 2500. Le stelle
vengono classificate in base alla loro luminosità apparente, alle
loro dimensioni e al loro colore, che è direttamente collegato alla
loro temperatura. Una prima classificazione basata sulla magnitudine o grandezza risale al II secolo a.C., e si deve a Ipparco,
matematico e astronomo nato a Nicea nel 190 a.C. Egli stilò un
inventario di un migliaio di stelle, e a lui si devono anche l’invenzione dell’astrolabio e il merito di aver gettato le basi della
trigonometria.
Secondo la visione che gli antichi avevano dell’universo, tutti
gli oggetti che brillano nella volta celeste erano considerati “stelle”. C’erano però diversi tipi di stelle:
• le stelle fisse: quelle che da una notte all’altra non cambiano posizione perché sembrano fissate alla volta celeste, che
le trascina con sé nel suo moto di rotazione, generando il
fenomeno del loro sorgere e del loro tramontare. In realtà
le posizioni relative delle stelle subiscono alcune piccolissime variazioni, dovute al moto proprio di ciascuna stella,
che possono essere percepite solo dopo molti secoli.
• le stelle erranti: quelle che ogni notte appaiono in una posizione diversa rispetto a quella precedente (si tratta in realtà
dei pianeti del sistema solare).
• le stelle comete: caratterizzate dalla “coda” e dal fatto di
apparire ad intervalli regolari.
• le stelle nuove: quelle che appaiono all’improvviso, brillantissime, luminosissime, per poi sparire dopo poche ore
o poche notti. Può trattarsi di stelle che scoppiano, oppure
di un certo tipo di stelle variabili che, per motivi sconosciuti, aumentano all’improvviso la loro luminosità.
• le stelle cadenti o meteore: frammenti di roccia che appaiono all’improvviso; esse, entrando nell’atmosfera terrestre s’infiammano e scompaiono rapidamente, dopo aver
lasciato una scia luminosa.
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La classificazione tradizionale si basa dunque su quello che
si vede osservando la volta celeste ad occhio nudo. La scienza
moderna invece usa una classificazione diversa. Essa fa, innanzi
tutto, una distinzione netta tra stelle (globi di materiale incandescente allo stato semigassoso) e altri tipi di corpi celesti. La differenza tra stella e pianeta sta nel fatto che la stella brilla di luce
propria, mentre il pianeta brilla di luce riflessa. Oltre ai pianeti
ci sono i satelliti naturali dei pianeti, gli asteroidi, le meteore e
le comete. Oggi nello spazio girano anche, e soprattutto, rottami
e immondizia lasciata dalle ormai numerose missioni spaziali.
Molti di questi frammenti sono raggruppati in fasce orbitali
ben precise. In certi periodi dell’anno la Terra passa attraverso
queste zone, e allora si verificano le più famose piogge di stelle
cadenti, come quella del 10 agosto (circa 70 stelle l’ora), quando
le meteore sembrano provenire dalla costellazione di Perseo,
e per questo si chiamano Perseidi; o quella del 15 novembre,
quando sembrano provenire dalla costellazione del Leone, e per
questo si chiamano Leonidi (20 stelle l’ora). Ma osservando il
cielo di notte, come è possibile capire se un certo puntino luminoso è una stella o un pianeta?
E’ un pianeta se, notte dopo notte, si sposta e viene a trovarsi
in posizione diversa rispetto alle altre stelle; se è molto brillante,
se la sua luce non “scintilla” come quella delle stelle (specialmente quando sono basse all’orizzonte o nelle giornate di vento)
e se, osservato al binocolo o al telescopio, rivela un certo diametro: le stelle appaiono come dei punti anche con un telescopio
molto potente.
Osservando di notte un settore di cielo per un certo periodo
rispetto ad un sistema fisso, ad es. un lampione, vedremo che le
stelle si spostano sempre in un senso. Bisogna immaginare che
la Terra si trovi al centro di una sfera dal diametro indefinito
che ruota su se stessa: questa sfera è la volta celeste, sulla cui
superficie sono poste le stelle e tutti i corpi celesti. La Terra, che
è il nostro punto di osservazione, è sempre al centro della volta
celeste, anche se si sposta nello spazio. La sfera celeste non ha
grandezza: i corpi celesti, infatti, appaiono all'occhio umano
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tutti alla medesima distanza, e la loro posizione è determinata
in base a sistemi di coordinate che possono essere misurate indipendentemente dalle distanze reali ed esprimono tutto quanto è
oggetto delle osservazioni.
La sfera celeste è dotata dunque di un moto apparente lento
ed uniforme che va nel senso del moto apparente del sole, da est
verso ovest. Un giro completo della sfera celeste si compie in 24
ore, contate da una mezzanotte all’altra. I punti che appaiono
immobili sono i poli celesti.
Il movimento apparente degli astri, però, è la conseguenza
dei movimenti propri della Terra: il movimento di Rotazione
intorno al proprio asse e quello di Rivoluzione intorno al Sole.
Nel movimento di Rotazione, la Terra gira su sé stessa da
occidente ad oriente intorno ad una retta immaginaria, chiamata asse terrestre che passa per i due poli geografici: il polo
Nord terrestre e il polo Sud terrestre. Il cerchio perpendicolare
all’asse terrestre è l’equatore terrestre, che divide la superficie
della Terra in due emisferi, l’emisfero Nord e l’emisfero Sud. Il
suo nome deriva dal fatto che all’equatore la durata del giorno è
sempre uguale (aequus) a quella della notte.
Per compiere una rotazione di 360° attorno al proprio asse
(un giro completo su sé stessa), la Terra impiega circa 23 ore e 56
minuti (giorno siderale), mentre un giorno civile medio è uguale
a 24 ore. Il giorno siderale prende come riferimento una stella
qualsiasi: dopo 23 ore e 56 minuti circa quella stella ritorna alla
stessa posizione che aveva la notte prima rispetto all’orizzonte
locale. Il Sole invece “ritarda” e torna alla stessa posizione 4
minuti più tardi, cioè dopo 23 ore 56 minuti + 4 minuti = 24 ore.
Questa differenza di 4 minuti deriva dal fatto che, nel tempo
impiegato a fare un giro attorno a sé stessa, la Terra si sposta
anche nel suo viaggio orbitale attorno al Sole, che è detto movimento di Rivoluzione.
Nel movimento di Rivoluzione, la Terra compie un giro completo attorno al Sole (una rivoluzione di 360°) in circa 365 giorni,
6 ore, 9 minuti e 6 secondi con una velocità media nello spazio di
30 km/secondo. Questo periodo viene detto anno siderale: esso
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è il tempo necessario affinché una stella, rispetto ad un nostro
qualsiasi punto di osservazione, venga di nuovo a trovarsi nella
stessa posizione che aveva l’anno precedente.
Esiste però uno sfasamento tra il ritorno annuale delle stelle
e quello del Sole. Il periodo che passa tra due ritorni esatti del
Sole nella stessa precisa posizione che occupava un anno prima
nella Volta Celeste si chiama anno solare. L’anno civile, invece,
è di 365 giorni esatti, tranne che negli anni bisestili, quando è di
366 giorni.
L’orbita descritta dalla Terra in questo suo moto di Rivoluzione
non è circolare ma ha la forma di un’ellisse poco eccentrica, in cui
uno dei due fuochi è occupato dal Sole mentre l’altro è vuoto.
Nei mesi estivi la Terra si trova alla massima distanza dal Sole
(afelio: 152 milioni di km), e la sua velocità è più bassa; nei mesi
invernali la Terra è alla distanza minore dal Sole (perielio: 147
milioni di km), e la sua velocità è maggiore.
Noi non possiamo percepire i movimenti della Terra perché
ci muoviamo con essa, e ci sembra che tutta la sfera celeste giri
in senso inverso intorno alla sfera terrestre, cioè da oriente ad
occidente. Benché questa rappresentazione non corrisponda alla
realtà, in quanto i moti di rotazione e rivoluzione appartengono
alla Terra e non al cielo, e le stelle sono a distanze molto diverse
tra loro, tuttavia, il modello della sfera celeste, utilizzato dagli
antichi astronomi, ed ancora oggi usato nell’astronomia di posizione, si adatta perfettamente a spiegare tutti i fenomeni astronomici percepibili dall’occhio umano.
L’asse di rotazione, o asse del mondo è la retta attorno alla
quale ruota la sfera celeste. I poli celesti sono i due punti in cui
l’asse di rotazione interseca la sfera celeste: il polo Nord celeste
è la proiezione del polo Nord terrestre e il polo Sud celeste è la
proiezione del polo Sud terrestre (Fig 1).
L’equatore celeste è il circolo massimo della sfera celeste e
corrisponde alla proiezione su di essa dell’equatore terrestre.
L’eclittica corrisponde alla proiezione sulla sfera celeste dell’orbita che la Terra compie attorno al Sole, ed è inclinata di 23°27’
rispetto all’equatore celeste (Fig 2). Il nome “eclittica” deriva dal
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fatto che le eclissi di Sole e di
Luna avvengono solo quando
Sole, Terra e Luna si trovano
tutti e tre allineati su questo
piano. In un anno il Sole sembra muoversi lungo l’eclittica
percorrendola tutta in poco
più di 365 giorni. Questo
periodo di tempo prende il
nome di anno tropico, dal
greco tropê, mutamento.
Il cerchio dell’Eclittica e
Figura 1. La sfera celeste possiede un quello dell’Equatore celeste
moto apparente che va da est verso s’incontrano in due punti
ovest e compie un giro completo in 24 della volta celeste detti Punti
ore. I punti che appaiono immobili sono
equinoziali o Punti vernai poli celesti.
li, o anche semplicemente
Equinozi. Il punto in cui il
Sole si trova a transitare durante l’Equinozio di primavera, il 21
di marzo circa, si chiama Punto Gamma o Punto Equinoziale
di Primavera. Esso astronomicamente corrisponde
all’inizio della primavera
boreale, e astrologicamente
corrisponde all’entrata del
Sole nel segno dell’Ariete. Il
punto opposto, attraversato
dal Sole durante l’Equinozio
di autunno, il 23 di settembre circa, si chiama Punto
Omega o Punto Equinoziale
di Autunno e corrisponde
all’entrata del Sole nel segno
della Bilancia: corrisponde Figura 2. L’orbita massima descritta dal
astronomicamente all’inizio Sole sulla sfera celeste durante l’anno è
dell’autunno boreale (Fig chiamata Eclittica. Essa è inclinata di
3). Quando il Sole passa per 23°27’ sull’equatore celeste.
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questi due punti la durata del
giorno equivale esattamente
alla durata della notte.
I due punti in cui l’eclittica raggiunge la maggiore
distanza rispetto all’equatore sono invece detti solstizi (Fig. 4). Il 21 di giugno
circa il Sole entra nel segno
del Cancro e raggiunge il
punto più alto sull’equatore.
E’ l’inizio dell’estate astroFigura 3. Punto gamma o punto di nomica per l’emisfero Nord
Ariete (nodo ascendente): Equinozio e dell’inverno per l’emisfero
di primavera. Punto Omega o punto di Sud. Il 21 di dicembre il Sole
Bilancia (nodo discendente): Equinozio fa il suo ingresso nel segno
di autunno.
zodiacale del Capricorno e
si trova nel punto più vicino al polo Sud celeste. Esso coincide con l’inizio dell’inverno
astronomico per l’emisfero Nord e dell’estate per l’emisfero
Sud. Durante i solstizi, in un emisfero del globo terrestre si raggiunge il minimo di durata
del giorno e il massimo di
durata della notte, mentre
nell’altro emisfero accade
l’opposto.
Il meridiano che passa
per i due punti equinoziali è chiamato coluro equinoziale. L’asse solstiziale
coincide invece con l’asse
Cancro-Capricorno. Il meridiano che passa per i due
solstizi è detto il coluro
solstiziale. Esso raffigura il Figura 4. Punti Equinoziali e Punti
cammino annuale apparen- solstiziali.
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te del Sole
lungo
la
traiettoria
chiamata Eclittica
che
ha
come sfondo dodici
costellazioFigura 5. La fascia zodiacale.
ni, che costituiscono lo
Zodiaco astronomico. A partire dalla traiettoria del Sole, viene
definita una fascia che si estende di alcuni gradi sopra e sotto
l’Eclittica e sulla cui altezza esiste una certa divergenza di
vedute sia tra gli astronomi che tra gli astrologi; essa comunque
è compresa 4° e 12°. Questa fascia della volta celeste prende il
nome di Zodiaco tropico e viene suddivisa in 12 porzioni uguali,
di 30° ciascuna, dette “segni zodiacali”, che prendono simbolicamente il nome delle 12 costellazioni che fanno da sfondo
all’eclittica; nell’ordine: Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone,
Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario,
Pesci (Fig. 5).
Dal grado zero del cerchio zodiacale che parte, per convenzione, dal punto gamma o punto vernale di primavera, e corrisponde al grado zero del segno dell’Ariete, si arriva al grado
360 che segna la fine dei Pesci. Esso prende come riferimento le
quattro porte equinoziali e solstiziali. Il passaggio da un settore
all’altro avviene esattamente ogni trenta gradi, senza tener conto
né delle dimensioni né della posizione reale della costellazione
di cui prende il nome. Si tratta quindi di uno Zodiaco fisso, con
riferimenti astronomici ben precisi e delimitati. I due punti solstiziali, insieme ai due punti equinoziali rappresentano i quattro
punti cardinali dello Zodiaco tropico. Essi rappresentano i quattro momenti cruciali del gioco di alternanza delle forze di luce
e ombra che l’energetica cinese e la filosofia taoista identificano
con i nomi di Yang e Yin.
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La precessione degli equinozi
La parola “equinozi” deriva dal latino “aequa nox”, cioè notte
uguale al dì perché, solo in quei due giorni dell’anno, su tutta la
Terra si hanno 12 ore di luce e 12 ore di buio.
Ma cos’è la “precessione” degli equinozi? Essa è un fenomeno
causato prevalentemente dalla forma della Terra.
La Terra non è una sfera perfetta. Per effetto della rotazione
attorno al proprio asse, essa appare lievemente schiacciata ai
poli. Si tratta però di una differenza minima: il diametro medio
della Terra è di circa 6 milioni e 400.000 km, ma quando è misurato all’equatore risulta di 21 km più lungo rispetto al diametro
misurato tra Polo Nord e Polo Sud. Inoltre, per l’attrazione gravitazionale della Luna, la forma della Terra assomiglia a quella di
un uovo, con la parte più appuntita rivolta verso la Luna. Questa
forma così particolare prende il nome di “geoide”. Proprio per la
maggior vicinanza alla Terra, la Luna ha un’influenza superiore
a quella del Sole sul movimento dell’asse terrestre.
Quindi il Sole e la Luna esercitano una azione perturbatrice
sulla direzione dell’asse terrestre, e con esso dell’asse celeste, che
dà come risultante una forza unica, non passante per i poli, che
tende a portare il rigonfiamento equatoriale sul piano dell’eclittica. Questo provoca una lenta deviazione dell’asse terrestre che
descrive, con il suo spostamento, un moto conico che ricorda
quello di una trottola quando sta per fermarsi (Fig.6). L’asse
terrestre, pur mantenendo un’obliquità pressoché costante (23°
27’) disegna, molto lentamente, un doppio cono nello spazio.
Tale fenomeno prende il nome di “Precessione lunisolare” e dà
luogo ad un lento spostamento, da Est verso Ovest, dei punti di
intersezione tra il piano dell’Equatore e il piano dell’Eclittica,
ovvero dei punti equinoziali. Si tratta di un moto che si compie
in senso retrogrado e che fa anticipare l’equinozio di primavera
di circa 50” l’anno. La precessione degli equinozi è, quindi, la
precessione dei punti equinoziali (Fig 7), e questo comporta
che il punto vernale gamma, o punto equinoziale di primavera,
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
Il cerchio dello zodiaco
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che corrisponde al grado
zero del segno dell’Ariete
e costituisce il riferimentobase dello Zodiaco tropico,
si sposti con moto retrogrado sull’Eclittica di circa 1°
ogni 72 anni, percorrendo
dunque 30° ogni 2.160 anni.
Questo ciclo, che viene
completato in 25.920 anni,
è conosciuto come Grande
Anno o Anno precessionale. Durante il ciclo precessionale, lo sfondo delle
Figura 6. L’asse terrestre ruota secondo una 12 costellazioni zodiacali
propria orbita, portando a un movimento cambia lentamente rispetto al punto vernale.
conico lungo un polo fisso dell’Eclittica.
Le costellazioni sono
molto diverse tra loro, per conformazione ed ampiezza, tanto
che non esiste
una delimitazione ben precisa tra
una costellazione e l’altra e non
c’è nemmeno un
accordo comune
tra gli astronomi
sull’identificazione del punto d’inizio dello Zodiaco
astronomico. Tra
costellazioFigura 7. Con lo spostamento dell’asse terrestre, il le
punto di intersezione tra l’equatore e l’eclittica si ni zodiacali ce
sposta nel tempo da est verso ovest lungo l’eclittica, ne sono alcune
cioè nella direzione opposta a quella dello zodiaco. molto semplici e
Questo movimento retrogrado è noto come precespiccole (come la
sione degli equinozi.
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costellazione dell’Ariete, che è formata da tre stelle disposte
a triangolo) e altre molto complesse ed estese, come il Leone,
che ha una forma che ricorda grosso modo la Sfinge Egizia o
la Vergine che occupa ben 44° dello zodiaco mentre la Bilancia
ne occupa soltanto 23°. Alcune forme sono chiaramente riconoscibili nel cielo, come quella dello Scorpione, altre molto meno,
come quella dell’Ariete o del Cancro. Oggi esistono dunque due
definizioni di zodiaco: Zodiaco astronomico, basato sull’effettiva lunghezza angolare delle varie costellazioni, che tiene conto
della precessione degli equinozi e Zodiaco tropico, che inizia
dal punto vernale e considera convenzionalmente tutti i segni
di 30°.
I segni, quindi, non sono le costellazioni ma una struttura circolare che ruota lentissimamente rispetto alle costellazioni.
Alcuni testi antichissimi raccontano che agli Dei furono assegnati 12 periodi di regno ciascuno di 2160 anni, corrispondenti
alle 12 case zodiacali che coprivano in tal modo l’intero ciclo
precessionale di 25920 anni. I recenti calcoli scientifici hanno stabilito che un grado precessionale corrisponde a 71,6 anni; dato
che ogni Grande Era misura 30 gradi avremo 2148 anni per ogni
segno zodiacale. In effetti, ogni casa zodiacale misura 2148 anni
e non 2160 portando il ciclo ad una durata di 25776 anni.
Benché la precessione degli equinozi fosse già nota ai Sumeri,
ai quali si attribuisce l’arrotondamento a 72 anni per ragioni
matematiche, essa fu calcolata con grande precisione da Ipparco
di Nicea.
Egli, circa un anno prima della sua morte, intorno al 125 d.C.,
descrisse la precessione degli equinozi osservando che la posizione della stella Spica, della costellazione della Vergine, non corrispondeva più a quella già descritta 160 anni prima da Timocari
che aveva preso come riferimento il punto equinoziale di
Bilancia. La prossimità della costellazione della Vergine al segno
della Bilancia avvalora la corrispondenza, ai tempi di Ipparco,
fra costellazioni e segni zodiacali e dimostra che quando il Sole
entrava nel segno Ariete, passando sul punto vernale gamma,
si trovava effettivamente proiettato anche contro la costellazio-
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ne dell’Ariete. I due zodiaci quindi coincidevano: dove c’era il
segno dell’Ariete c’era anche la costellazione dell’Ariete.
Attualmente il punto equinoziale di primavera, cioè il grado
0 dell’Ariete nello zodiaco tropico, punta sulla costellazione dei
Pesci.
Un po’ di numeri
12 = 30 = Il numero delle costellazioni dello zodiaco.
il numero dei gradi assegnati lungo l’eclittica a ciascuna costellazione zodiacale.
72 = numero di anni impiegati dal sole equinoziale per
completare uno spostamento precessionale di un
grado lungo l’eclittica.
360 = il numero di gradi dell’eclittica.
2160= 72 x 30= il numero di anni impiegati dal sole per completare un passaggio di 30 gradi lungo l’eclittica, ossia
per attraversare completamente una qualsiasi delle 12
costellazioni zodiacali.
25920= 2160 x 12= 360 x 72= = numero di anni di cui è composto un ciclo completo di precessione o “Grande
Anno”.
Zodiaco tropico e zodiaco astronomico
La linea immaginaria percorsa dal Sole sulla volta celeste è
chiamata Eclittica. Essa ha come sfondo una serie di costella-
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La ruota delle stagioni
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zioni, ben visibili in cielo, che portano gli stessi nomi dei segni
zodiacali e costituiscono lo Zodiaco astronomico. Le costellazioni zodiacali sono immagini suggerite da gruppi di stelle
che costituiscono lo sfondo dell’eclittica e sono conosciute sin
dall’epopea di Gilgamesh, il leggendario eroe dell’epoca sumerica. In essa, però, se ne ritrovano solo 11, perché quella che attualmente rappresenta la Bilancia era considerata come le chele della
costellazione successiva, lo Scorpione. Lo zodiaco che ha origini
più antiche è lo zodiaco siderale, ormai scomparso, le cui prime
documentazioni risalgono all’era babilonese. Esso consisteva in
una suddivisione della fascia zodiacale in 12 settori uguali, di
30° ciascuno, che avevano come particolare riferimento alcune
stelle fisse o reggenti. Le «stelle reggenti» piu’ importanti erano
le cinque stelle apparentemente piu’ lumonose: Aldebaran, della
costellazione del Toro, Polluce, che insieme Castore forma le
due teste dei Gemelli, Regolo, nel Leone, Spica che forma le spighe tenute dalla Vergine, e Antares che è la stella centrale dello
Scorpione. Un significato particolare venne attribuito a due stelle reggenti che, per la loro particolare posizione, divennero i più
importanti punti di riferimento dello Zodiaco siderale: Antares
della costellazione dello Scorpione e Aldebaran della costellazione del Toro. Ciascuna di esse è situata al centro della relativa
costellazione, e la loro posizione è perfettamente opposta nello
Zodiaco. Lo Zodiaco venne diviso in 12 parti, o segni, estesi
ciascuno per 30°, e aveva come riferimento l’asse Aldebaran/
Antares. I movimenti dei pianeti potevano essere osservati sulla
base delle loro posizioni rispetto alla fascia di stelle fisse dello
Zodiaco. Un pianeta poteva trovarsi ad occidente, ad oriente, al
di sotto o al di sopra di una determinata «stella reggente»
Lo Zodiaco siderale continuò ad essere utilizzato fino agli
inizi dell’età cristiana, quando Ipparco di Nicea introdusse lo
zodiaco tropico. Egli utilizzò come riferimento la posizione del
Sole lungo l’eclittica e stabilì come punto fisso, o «punto vernale», il momento dell’equinozio di primavera. Partendo da questo
punto, lo zodiaco tropico si definisce suddividendo il cerchio
dell’eclittica in 12 segmenti di 30° ciascuno. Nello zodiaco tro-
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pico i punti di riferimento sono costituiti dagli equinozi e dai
solstizi, situati sull’eclittica a 90° di distanza l’uno dall’altro.
Lo zodiaco tropico e quello siderale erano suddivisi entrambi
in 12 settori di 30° ciascuno, ma lo zodiaco tropico si basa sul succedersi delle stagioni, mentre quello siderale sulle costellazioni.
L’astronomo greco Claudio Tolomeo, vissuto ad Alessandria,
sviluppò ulteriormente la tradizione astronomica di Ipparco e,
nell’Almagesto, elaborò il più ampio sistema astronomico dell’antichità. Poiché egli utilizzò come riferimento lo zodiaco tropico,
tutto il successivo sviluppo dell’astronomia, fondato sul sistema
tolemaico, utilizzò lo zodiaco tropico; di conseguenza in occidente
lo zodiaco siderale non venne più utilizzato. Tolomeo fu anche
autore di un famoso trattato di astrologia in quattro volumi, il
Tetrabiblos, anch’esso basato sullo zodiaco tropico. Esso divenne
presto l’opera fondamentale dell’astrologia occidentale, che ha
gettato le basi per tutta la tradizione astrologica successiva.
La sostituzione dello zodiaco siderale con quello tropico al
tempo di Tolomeo fu ulteriormente favorita da una circostanza
particolare: nel 138 a.C., quando egli stilò il catalogo delle stelle,
lo zodiaco tropico corrispondeva praticamente con la definizione spaziale dello zodiaco siderale e non c’era differenza a
far uso dell’uno o dell’altro. Per tale motivo lo zodiaco siderale
sparì senza lasciare traccia e la maggior parte dei nomi di origine babilonese dello Zodiaco siderale sono stati conservati anche
nello Zodiaco tropico.
Il catalogo delle stelle stilato da Tolomeo, e basato su un precedente catalogo di stelle redatto da Ipparco, è ancora oggi il
punto di riferimento di ogni atlante stellare. Contrariamente alla
suddivisione babilonese della fascia zodiacale in 12 segni uguali,
il catalogo delle stelle di Tolomeo definisce 12 costellazioni di
grandezza diversa, che costituiscono lo Zodiaco astronomico.
In totale Tolomeo ha catalogato 1022 stelle, e tra queste ha definito, accanto alle 12 dello zodiaco, altre 36 costellazioni, alcune
delle quali toccano o lambiscono la fascia zodiacale, e cioè i Cani
minori, Orione e l’Ofiuco. Quast’ultima costellazione scavalca
l’equatore celeste con un arco di circa 40 gradi e viene talvolta
Caleidoscopio Letterario
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indicato come la tredicesima costellazione zodiacale, posta tra lo
Scorpione e il Sagittario.
Tuttavia lo zodiaco tropico non ha nulla a che fare con le costellazioni: i 12 segni partono sempre e comunque dal punto vernale
gamma, dovunque esso si trovi in relazione alla volta celeste e
alle costellazioni che sulla volta celeste appaiono proiettate.
Attualmente lo Zodiaco tropico e quello astronomico non
coincidono, ma tra loro esiste una sfasatura di circa 24°, destinata
ad aumentare nei prossimi secoli. Non bisogna stupirsi, quindi,
se sulle tabelle astrologiche un pianeta risulta posto in un certo
segno, mentre osservando il cielo lo vediamo in una costellazione che non corrisponde a quel segno. Quando qualcuno afferma
ad es. che “Giove si trova nei Pesci”, egli dovrebbe specificare
se Giove è nella costellazione dei Pesci o nel segno dei Pesci.
Se esso si trova nella costellazione dei Pesci, per la precessione
degli equinozi, per l’astrologo sarà nel segno dell’Ariete. Se è nel
segno dei Pesci, allora per l’astronomo sarà nella costellazione
dell’Acquario. I due zodiaci non sono paragonabili ma possono
tranquillamente convivere perché formano per l’astronomo e
per l’astrologo dei rispettivi punti di riferimento. Non è legittimo affermare che un riferimento sia giusto e l’altro sbagliato;
sono giusti entrambi in quanto entrambi gli zodiaci hanno un
senso e un valore dal punto di vista sia astronomico che astrologico. Quello tropico ha come riferimenti i punti equinoziali e solstiziali, quello astronomico ha come riferimento le costellazioni.
Nella tradizione indiana, la differenza tra lo zodiaco tropico, o
sayana, e quello astronomico, o nirayana, (il cui inizio è riferito
alla costellazione dello stesso nome) si chiama Ayanamsa. Il calcolo dell’Ayanamsa è molto variabile, non solo in India dove si
utilizza lo zodiaco astronomico, ma anche tra gli astrologi occidentali. Questo è dovuto, principalmente, a quale stella fissa si
utilizza come riferimento per lo zodiaco nirayana.
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Ere astrologiche e simbologia equinoziale
Per lo spostamento dell’asse terrestre nel suo costante e lentissimo movimento di precessione, il punto di intersezione tra
equatore celeste ed eclittica si sposta a ritroso rispetto alla volta
celeste, e durante tale tragitto, ogni 2.160 anni circa, si verifica un
cambiamento delle costellazioni zodiacali che sorgono all’orizzonte e fanno da sfondo al punto equinoziale gamma. A causa
del movimento retrogrado del punto vernale, le costellazioni
si susseguono in ordine inverso rispetto al tradizionale ordine
zodiacale. Si tratta di un fatto puramente astronomico, poiché,
come abbiamo visto, i segni zodiacali non corrispondono alle
costellazioni. Tuttavia scoperte archeologiche e racconti mitologici hanno permesso di constatare che l’Era corrispondente
alla costellazione che si trova al punto vernale, cioè che sorge
all’orizzonte al momento dell’equinozio di primavera, influenza
il periodo con i suoi simboli. Lo “spostamento delle Ere” era un
fatto già conosciuto nell’antichità.
Da 2000 anni a questa parte il sole dell’equinozio di primavera sorge contro lo sfondo della costellazione dei Pesci.
La “nostra” Era dei Pesci è iniziata all’incirca con l’avvento
di Cristo e della sua dottrina, intorno all’anno zero del calendario cristiano. Numerosi graffiti e testimonianze pittoriche e
letterarie mostrano come sin dall’epoca paleocristiana, il simbolo utilizzato per rappresentare Cristo non era la croce ma un
pesce. Il termine greco ΙΧΘΥΣ che significa pesce viene inteso
come l’acrostico composto dalle cinque lettere iniziali della frase
greca: Ιεσυσ Χριστοσ Θεου Υιοσ Σοτηρ (Jesus Xristos Theou
Uios Soter) che in italiano suona come: “Gesù Cristo Figlio di
Dio Salvatore”.
Gesù è un pescatore di anime, e quasi tutti i dodici apostoli
sono dei pescatori. Ricordiamo inoltre la pesca miracolosa operata da Gesù Cristo e il miracolo della moltiplicazione dei pani
e dei pesci. Cristo chiama Pietro e Andrea pescatori di uomini;
l’attività missionaria era chiamata pesca miracolosa e il fonte
battesimale era chiamato piscina (vasca dei pesci).
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La ruota delle stagioni
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L’immagine del pesce si ritrova ovunque, e prende piede in
modo particolare dopo la morte di Cristo. Egli fu ricevuto dai
pastori come l’agnello di Dio, ma fece suoi discepoli dei pescatori. Il simbolo dei Pesci divenne inoltre il segno di riconoscimento
fra i primi cristiani, che si configuravano come i pesciolini, e
indicava professione di fede nella divinità di Cristo. Esso veniva
tracciato sui muri per indicare il luogo segreto delle riunioni.
Molto interessante è l’epigrafe di Licinia Amias (dalla Necropoli
Vaticana) del III sec. Dopo la dedica ancora pagana "D…M", agli
"dei Mani", esordisce con l’invocazione al Cristo (IXTUS), pesce
dei viventi, seguita da un’ancora con due pesci. A volte il Pesce è
associato ad un cesto con pane e vino e diventa simbolo dell’Eucarestia (Catacombe di S. Callisto).
Percorrendo il tempo a ritroso per circa 2160 anni dall’inizio
dell’Era dei Pesci, entriamo nell’Era zodiacale dell’Ariete (dal
2° millennio a.C. circa). E’ la costellazione dell’Ariete a fare da
sfondo all’equinozio di primavera. All’inizio del secondo millennio nasce in Egitto il culto del dio Ammone. La sua prima
attestazione risale all'XI dinastia (circa 2150 a.C.) a Tebe, città
della quale egli fu il dio principale a partire dal Medio Regno
(2064-1797 a.C.). Ammone viene rappresentato come un essere
umano, talvolta con la testa di ariete, che porta una corona con
due piume, spesso con disco solare alla base. L'ariete (Sft) è una
rappresentazione della Sftt, la forza creatrice del Sole che ha
come simbolo un Ariete con le corna attorcigliate.
Alessandro il Grande era effigiato sulle monete dell’epoca
con corna d’ariete che spuntano dalla capigliatura. Era l’identificazione del sovrano con il sole di primavera nella costellazione
dell’Ariete.
Gli ebrei festeggiavano il primo mese di primavera mangiando l’agnello.
L’Antico Testamento offre abbondanti esempi, sia pratici
sia simbolici, delle caratteristiche del segno che maggiormente
spiccano in questo periodo. L’Ariete è il primo segno di fuoco e
Geova, il Dio di Mosè, si manifesta sempre sotto forma di fuoco.
Geova è il fuoco che guida il suo popolo verso la terra promessa.
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La ruota delle stagioni
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I suoi castighi si manifestano sotto forma di fuoco; Sodoma e
Gomorra sono distrutte con il fuoco. E’ un dio imperioso quello
che ordina ad Abramo di sacrificare il figlio Isacco ma poi lo
sostituisce con un ariete. Giovanni Battista, “voce che grida nel
deserto”, che maledice e prega, che veste pelli di pecora, è l’ultimo dei profeti con caratteristiche dell’Ariete. Egli, con l’atto di
bagnare con l’acqua il capo di Gesù, sancisce il passaggio dal
fuoco che purifica all’acqua che lava: è l’era dell’Ariete che cede
il posto all’era dei Pesci. Con l’avvento del Cristo-Pesci, detto il
“Buon Pastore” e il “Pescatore di anime”, il Dio che detta le leggi
e impone le sue volontà cede il passo a un Dio misericordioso e
caritatevole. Si dice che Gesù nacque come primo pesce dell’Era
dei Pesci e morì com’ultimo agnello dell’Era dell’Ariete.
L’ultimo richiamo al fuoco purificatore biblico è la discesa dello
Spirito Santo sotto forma di fiammelle sul capo degli apostoli.
Nell’Era Toro, tra il 4380 e il 2200 a.C. Il sole sorge contro la
costellazione del Toro. In questa costellazione si trovano il famoso ammasso stellare delle sette Pleiadi, che segna la groppa del
Toro, e il piccolo gruppo delle Iadi, altro ammasso aperto noto
fin dall’antichità, che è situato vicine alla bocca. La stella principale, Aldebaran rappresenta l'occhio sinistro, e la seconda stella
per importanza - Elnath - segna l'apice del corno destro. Il Toro è
una delle costellazioni più antiche: si possono trovare riferimenti ad essa in fonti egizie ed ebraiche, oltre che greche, ed era nota
con questo nome ancora prima della nascita della civiltà greca.
Con l’inizio dell’Era Toro, secondo studi storici e i reperti
archeologici, iniziano le coltivazioni agricole in modo programmato. Nella Genesi, l’apparizione del bestiame sulla Terra viene
subito dopo la divisione della luce dalle tenebre e la spartizione
delle acque. Si approntano metodi razionali per irrigare i terreni: le popolazioni iniziano a raggrupparsi in cittadelle-stato, si
codificano le leggi, si dà un’inquadratura all’assetto dello stato,
si costituisce la tradizione. Nascono le prime scritture, che hanno
un andamento a "boustrofedon", cioè una riga da destra a sinistra
e una al contrario, come il cammino del bue che ara i campi.
Considerando l’area del Mediterraneo e i paesi che si affac-
Caleidoscopio Letterario
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ciano su di esso, in particolare la civiltà cretese, si hanno numerose testimonianze di culti che si ricollegano al Toro e alla sua
venerazione dai vasi alle armature, dalle pitture al mito del
Minotauro.
Il mito del Minotauro trae origine a Tiro, città di cui era re
Agenor, figlio di Poseidone, dio del mare e di Libia, donna
mortale. La più celebre la figlia di Agenor e della sua consorte
Telefassa, era Europa, una fanciulla particolarmente bella di
cui Zeus s'innamorò perdutamente. Per conquistarla, Zeus si
trasformò in un toro dalle splendide corna, simili a un quarto
di luna, e andò ad accucciarsi ai piedi della fanciulla. Questa
accarezzò l'animale e gli montò in groppa. Immediatamente il
toro si lanciò verso il mare, con Europa afferrata alle corna, e
nuotò attraverso le onde trasportando la fanciulla fino all’isola
di Creta, dove si unì a lei.
Da questa unione nacquero tre figli. Uno di questi era
Minosse, famoso per la sua severità e giustizia, che regnò su
Creta e fu signore del mare.
Minosse chiese a Poseidone di mandargli un toro come segno
che l’Olimpo approvava il suo regno. Poseidone inviò a Minosse
un toro di un bianco abbagliante, destinato ad essere sacrificato.
Ma Minosse affascinato dalla sua bellezza non lo sacrificò; la sua
forza era tale che il re di Creta, pieno di ammirazione, decise di
utilizzarlo come toro da monta per i suoi greggi.
Quando Poseidone ne venne a conoscenza, volle punire
Minosse e trasformò il bel toro in un animale pericoloso; fece
anche in modo che Pasifae, moglie di Minosse, se ne innamorasse e si unisse a lui. Da questa unione nacque il Minotauro, un
mostro con il corpo di uomo e la testa di toro che minacciava la
pace ed il benessere del regno. Così Minosse lo rinchiuse in un
palazzo a forma di labirinto - il famoso labirinto di Cnosso- che
era stato appositamente costruito da un architetto ateniese di
nome Dedalo.
Durante l’Era del Toro, presso gli antichi Egizi si affermò il
culto del toro Api, incarnazione del dio Ptah, emblema di culto
solare, che ingrassava o dimagriva a seconda delle fasi lunari, ed
Caleidoscopio Letterario
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
Il cerchio dello zodiaco
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era contraddistinto da una macchia bianca a forma di mezzaluna sulla fronte. Nelle steli egiziane, si nota spesso la figura di un
Toro con ai piedi uno Scorpione, costellazione diametralmente
opposta a quella del Toro.
Nell’iconografia indù, il dio Siva è rappresentato sul dorso di
un toro recante tra le corna la mezzaluna, che per questa religione è simbolo di fede.
Nel culto dei Persiani il dio di Mithra uccide il toro e con il suo
sperma e il suo sangue feconda la terra, facendo crescere piante
e animali utili all’uomo; nell’Europa nord occidentale il toro era
venerato anche dai Celti. Quando il sole entrava nella costellazione omonima, i druidi celebravano la festa dei tori. Nasce
la tauromachia (corrida). Nell’epopea di Gilgamesh, troviamo
l’eroe in lotta con un toro che finirà con l’essere sacrificato.
In Sardegna il culto del toro è ampiamente documentato da
statuette in bronzo stilizzate e da monumentali complessi di
roccia e caverne raffiguranti l’animale.
Tracce dell’Era del Toro che volge al termine si ritrovano
nella Bibbia. Emblematica è l’allegoria di Mosé che sale sul
monte Sinai per ricevere le nuove leggi della futura Israele e ne
discende con in mano i comandamenti e sulla fronte due giovani
corna di Ariete. Quando sorprende gli ebrei intenti ad adorare il
Toro dorato, simbolo del vecchio cielo, adirato, lo fa distruggere.
Questo simbolismo indicherebbe la fine dell’Era del Toro per far
posto alla nascente era dell’Ariete. Quando, con l’Esodo, Mosè
lascia la terra del Toro, l’Egitto, per entrare nella terra dell’Ariete, Israele, una differenza si trova anche nel bestiame allevato: le
mandrie dell’Egitto e le greggi di Israele.
Un particolare degno di nota è che al termine dell’era Toro,
quando secondo la precessione degli equinozi nasceva l’era
Ariete, al sacrificio dei tori subentrò il sacrificio degli agnelli.
L’Era dei Gemelli appartiene alla storia della nostra Terra in
un periodo compreso all’incirca tra il 4.000 e il 6.000 a. C.
A quel tempo la Terra aveva un aspetto molto diverso da
quello attuale. Essa era coperta di boschi e pianure, ed era ricca
di selvaggina e le terre emerse avevano una forma e una dispo-
Caleidoscopio Letterario
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
Il cerchio dello zodiaco
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sizione diverse da quelle odierne. Per l’uomo di quei tempi la
strada verso la civiltà era già aperta; egli si raccoglieva in gruppi,
costituendo famiglie o clan; con molta probabilità doveva aver
addomesticato il cavallo se consideriamo che i Sumeri, nel 3.000
a.C., lo importavano da un popolo di origine indoeuropea.
Gli uomini a quel tempo già conoscevano rudimenti dell’agricoltura, ma non erano esperti nella rotazione delle semine e i
gruppi si spostavano quando un terreno era esaurito. In questo
modo incontravano altri gruppi di persone, effettuavano scambi
di merci e di informazioni, forse contraevano con essi matrimoni
o alleanze. Sono state trovate pitture rupestri dove il soggetto
preferito è la caccia, e questa doveva essere il compito primario
degli uomini, mentre le donne probabilmente allevavano animali: per esempio, il maiale era già allevato in Cina nel neolitico,
circa 8.000 anni a.C.
Come reperti certi dell’epoca dei Gemelli, si hanno manufatti in materiale naturale, come osso, avorio, corno e talvolta di
ceramica, trovati in zone anche molto distanti tra loro, ma incredibilmente simili e decorati con incisioni lineari, in cui alcuni
credono di ravvisare la stilizzazione del segno dei Gemelli.
In ogni mitologia, o religione o credenza, si trova traccia di
gemelli umani e celesti, (Romolo e Remo, Castore e Polluce) ed
esistono prove che la denominazione “Gemelli” del segno zodiacale fosse comune a più popolazioni e che abbia origine proprio
dalle due stelle più brillanti della costellazione omonima.
Quando l’equinozio di primavera cadeva in Gemelli, le stelle
Castore e Polluce brillavano vicine alla Luna nuova di primavera. L’era dei Gemelli è il periodo in cui inizia la comunicazione,
e nascono le prime forme la scrittura, fatte di simboli.
L’Era del Cancro risale all’incirca a 6.000-8.000 anni a.C., e
fu durante quest’Era che l’uomo iniziò a costruire degli alloggi
per ripararsi, e a dare importanza alla casa e alla vita familiare e
anche alla fertilità. In Cina come in India sono state trovate statuette, risalenti a quel periodo, che rappresentano la fertilità.
La Terra era travagliata da sconvolgimenti climatici e geologici che ne alteravano la superficie. I cambiamenti di clima, in
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
Il cerchio dello zodiaco
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particolare, provocavano spostamenti di masse d’acqua; mentre
alcune terre sprofondavano, altre terre che si sollevavano fino a
divenire catene montuose.
Tornando così indietro nel tempo, è pressoché impossibile
effettuare una datazione certa dei reperti archeologici. Tuttavia
una fonte inequivocabile di conoscenza è costituita dall’analogia
di tante leggende, il ritrovarsi di segni, di simboli, di modi di
dire comuni a popolazioni diverse, sparse ai quattro angoli della
Terra.
Non c’è popolazione passata o attuale, tribù primitiva o popolo evoluto, anche in assenza di contatti reciproci, che non narri la
propria versione di un diluvio universale e di una coppia che si
è salvata e ha avuto il compito di ripopolare il mondo.
Dall’Egitto al Perù, due terre molto lontane tra di loro si
tramandava una storia identica, quella dei progenitori dei due
popoli che erano giunti in Egitto e in Perù, a bordo di imbarcazioni, salvandosi da una grossa catastrofe che aveva distrutto
la loro patria, un’isola sprofondata nel mare in seguito ad un
cataclisma.
L’Era del Leone risale a 8.000-10.000 anni prima della nostra
ed è quella più antica cui riusciamo a risalire. Di questa Era così
lontana non sono disponibili nozioni certe, ma rimane solo di un
enorme retaggio di antiche credenze, agganci nella letteratura e
nella mitologia, di culti che fanno del sole un oggetto di adorazione, e il Sole è in domicilio nel segno del Leone.
Nelle antiche tradizioni indiane, l’era del Leone è ricordata come quella di Sourya, la più bella e felice incarnazione di
Visnù. Una leggenda babilonese indica il leone come una tra le
prime creature apparse sulla Terra, simboleggiante la forza, la
vittoria, lo splendore.
Il Leone è simbolo di creatività e si trovano sue raffigurazioni
in grotte dell’età preistorica.
Nella mitologia greca, l’era del Leone si ritrova nei racconti
riguardanti Ercole-Eracle. L’uccisione del leone di Nemea che,
vittima del semidio, viene posto in cielo a formare la quinta
costellazione dello zodiaco fu la prima delle 12 fatiche che per-
Caleidoscopio Letterario
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
Il cerchio dello zodiaco
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misero ad Ercole di diventare immortale. Il Sole e il Leone sono
simboli di grandezza, di potenza anche nelle manifestazioni
esteriori.
In Messico, nella misteriosa città di Tiahuanaco si trovano la
Porta del Sole ed enormi muraglie che sembrano risalire sempre
a quell’epoca, e resti umani che fanno pensare a popolazioni
diverse da quelle originarie del luogo. In tutta la fetta di mondo
che va dall’Atlantico all’America del Sud e tocca parte del
Pacifico, si ritrova lo stesso bisogno di grandezza. Le scoperte
nel mare delle Bermude hanno portato al rinvenimento di mura
e scalinate immense, apparentemente molto simili alle mura di
molte città dell’America del Sud. Alcuni archeologi datano questi ritrovamenti a meno di un migliaio e mezzo di anni fa; altri si
spingono fino a 10.000 anni; tuttavia le mura rinvenute a Bimini
e quelle di Tiahuanaco, che dovrebbero essere separate da 12.000
anni circa, sembrano costruite secondo un identico criterio.
Un altro esempio inquietante è la Sfinge di Giza sulla quale
sono sorti numerosi dubbi non solo riguardo la sua funzione ma
anche la sua datazione. La geologia non è in grado di fornirci la
data esatta della sua costruzione, ma alcune teorie la fanno risalire ad un’epoca antecedente all’ultimo periodo glaciale, quando, secondo la scienza ufficiale, non esistevano civiltà in grado
di compiere un’opera di questo tipo.
Basandosi sul deterioramento del corpo, alcuni studiosi, in
particolare John Anthony West egittologo del primo periodo
dinastico e Robert Schoch prof. di geologia presso l’università
di Boston, esperto paleontologo e stratigrafo si sono spinti ad
affermare che la Sfinge doveva essere stata concepita prima del
10.000 a.C., vale a dire 8000 anni prima di quanto sia stabilito
dalla tradizione. Tutti gli edifici in pietra della civiltà egiziana
presentano i tipici segni dell’erosione dovuta alla sabbia portata
dal vento che “scolpisce” le rocce più tenere in modo uniforme,
con uno schema orizzontale dando come risultato una successione di sporgenze e incavi. I fianchi e le pareti della Sfinge, invece,
sono le uniche costruzioni egizie che presentano un modello
di erosione da acqua piovana, formato da canali verticali, con
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La ruota delle stagioni
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Il cerchio dello zodiaco
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forme arrotondate e incise profondamente, tipiche dell’azione
continua delle intense precipitazioni che avrebbero investito il
colosso millenario rovesciandosi lungo i suoi fianchi durante il
periodo postglaciale, a partire dal 10500 a.C.
L’affermazione dei due studiosi fu avvalorata dall’appoggio
totale dei paleoclimatologi, i quali confermarono che piogge
insistenti, come quelle che avevano eroso la Sfinge, cessarono di
cadere in Egitto migliaia di anni prima del 2500 a.C.
Secondo questa ipotesi, Chefren avrebbe soltanto fatto restaurare il monumento al quale, con l’occasione, avrebbe dato la sua
faccia.
Da molti studi archeoastronomici, è emerso che la Sfinge ha
il suo sguardo eterno perfettamente rivolto all’est vero, e diventa quindi un preciso indicatore equinoziale. Nella nostra era,
all’equinozio di primavera il sole che sorge ha come sfondo gli
ultimi gradi della costellazione dei Pesci. Il 2500 a.C, periodo
in cui gli storici e gli egittologi suppongono sia stata costruita
la Sfinge corrisponde all’età precessionale del Toro quindi ci
si aspetterebbe di trovare a Giza un monumento con l’aspetto
di un toro. L’aspetto della Sfinge invece, ricorda decisamente
quello della costellazione del Leone. Con l’utilizzo di avanzati
programmi per computer ed inserendo tutti i dati relativi alla
posizione della Sfinge rispetto al Sole è stato dimostrato che nel
10450 a.C il Sole sorgeva nella costellazione del Leone così che
la Sfinge - costruita con lo sguardo rivolto verso est - nel giorno
dell’equinozio di primavera vedeva sorgere, dietro il Sole, la
costellazione del Leone, cioè sé stessa. Se essa fosse stata voluta da Chefren, per quale ragione egli l’avrebbe posizionata a
oriente, dandole la forma di una costellazione che la Sfinge non
“vedeva” più da molti secoli?
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Dall’Era dei Pesci a quella dell’Acquario
Le Ere astrologiche prendono il nome dalla costellazione che
ospita il punto dell’equinozio di primavera. A causa dello sfasamento tra segni e costellazioni, dovuto alla precessione degli
equinozi, e della differenza di ampiezza tra i segni (che sono
esattamente di 30 gradi) e le costellazioni (che hanno ampiezze diverse), non è possibile stabilire con certezza il momento
preciso del passaggio da un’Era all’altra. Ogni Era presenta un
periodo di gestazione, in cui le qualità positive e negative delle
due Ere si sovrappongono e si alternano, ma quanto questo sia
lungo nessuno può dirlo. Attualmente il punto vernale si trova
tra la costellazione dei Pesci e quella dell’Acquario. Quindi
siamo agli sgoccioli dell’Era dei Pesci, e quella dell’Acquario si
sta manifestando sempre di più. L’Era dell’Acquario inizierebbe
nel momento esatto in cui il punto vernale vede la costellazione
dell’Acquario dello Zodiaco siderale.
E’ però opinione generale che l’Era dell’Acquario sia già iniziata; tale opinione è basata su una serie di considerazioni relative alla situazione attuale dell’umanità. L’Acquario è il segno
dell’indipendenza e del cambiamento dei costumi. Lo sviluppo
della tecnologia e della scienza, le scoperte rivoluzionarie, i viaggi spaziali, la rivoluzione delle donne esprimono qualità acquariane. Che l’Era dei Pesci stia volgendo al termine lo direbbe la
crisi dei valori e delle istituzioni che la caratterizzano, ovvero
misticismo, sacrificio, martirio, meditazione, Dio con la D maiuscola, compassione, devozione, e i loro relativi aspetti negativi,
come il fanatismo e l’integralismo religiosi. Se così fosse, gli
orrori e le stragi perpetrate nel nome di Dio negli ultimi secoli
dovrebbero attualmente dare i loro ultimi colpi di coda.
Nel popolare musical “Hair” della fine degli anni Sessanta,
alcune parole della canzone “Aquarius” suonano come un inno
alla speranza:
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Then peace will guide the planets
And love will steer the stars
This is the dawning of the age of Aquarius
The age of Aquarius
Aquarius! Aquarius!
Harmony and understanding
Sympathy and trust abounding
No more falsehoods or derisions
Golden living dreams of visions
Mystic crystal revelation
And the mind’s true liberation
Aquarius! Aquarius!»
(Sarà la pace a guidare i pianeti
e sarà l’amore a guidare le stelle
Sta sorgendo l’era dell’Acquario
l’era dell’Acquario
Acquario! Acquario!
Ci saranno in abbondanza armonia e comprensione
tolleranza e verità
non più ipocrisia e scherno.
I nostri sogni e i nostri ideali diventeranno reali
Una rivelazione mistica, limpida come il cristallo
ed una vera liberazione della mente.
Acquario! Acquario!)
Dal musical “Hair”, testi di Gerome Ragni e James Rado /
Diritti di Hair: Tams-Whitmark Music Library, Inc. 1969
Il convincimento che l’Era che si avvicina sarà altamente
positiva per l’umanità è il presupposto necessario perchè ciò
veramente accada.
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ERA DEL LEONE
(10.000 AC circa)
-Formazione di gerarchie di gruppo; origini dell’agricoltura
- Culto del Sole
- Gli dei camminavano sulla Terra. Età dell’oro.
ERA DEL CANCRO
(8.000 AC circa)
- Comunità sedentarie, agricole
- Matriarcato
- Catastrofe (causata dall’entrata della Luna nell’orbita terrestre)
ERA DEI GEMELLI
(6.000 AC circa)
- Creazione di mezzi di comunicazione. Attrezzi agricoli.
- Migrazioni
- Invenzione della scrittura
- Culto dei gemelli
ERA DEL TORO
(4.000 AC circa)
-Importanza di madre Terra, tendenza a modificarla e dominarla.
-Auge dell’agricoltura come mezzo di esplorazione della terra.
-Grandi costruzioni. Piramidi.
-Tendenza a conservare la materia: mummificazione dei cadaveri
- Adorazione del toro.
ERA DELL’ARIETE
(2.000 AC circa)
-Spirito pionieristico
-Iniziative belliche. Invasioni.
-Proibizione di adorare il toro ed accettazione dell’agnello
-Adorazione di dei potenti
ERA DEI PESCI
( anno 0 circa)
- Spiritualità (Confucio, Lao Tsè, Buddha, Gesù, Zoroastro)
- Confusione
- Instabilità
- Simbolismo del pesce
- Acqua come veicolo per la purificazione
- Culto della Vergine -all’opposizione dei Pesci- (Madonna)
- Dualità, antitesi morale, Cristo ed Anticristo
ERA
- Sviluppo del volo - Viaggi spaziali
DELL’ACQUARIO
- Organizzazioni per la pace
(2.000 circa) Linee che - Conservazione della Natura
ne anticipano l’inizio: - Robotica
- Navigazioni informatiche
- Globalizzazione
- Terapie alternative
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Le quattro stagioni e i segni zodiacali
La precessione degli equinozi dà luogo ogni 2.160 anni ad
una nuova Era per ritornare allo stesso punto ogni 25.920 anni.
L’anno tropico dunque, ovvero l’orbita apparente del Sole
intorno all’eclittica, è di grande importanza perché consente
di prescindere dal fenomeno della precessione degli equinozi;
infatti il punto gamma è dato sempre dall’intersezione dell’eclittica con l’equatore celeste. Il fatto che esso si sposti di un 1° ogni
72 anni, in senso inverso all’ordine della sequenza dello zodiaco,
non influisce minimamente sui segni zodiacali perché il loro
inizio è dato proprio dal punto gamma, che per definizione contrassegna il grado 0° del segno dell’Ariete e l’inizio astronomico
della primavera (Fig 8).
Le suddivisioni più semplici dello zodiaco sono quelle che
derivano direttamente dai circoli maggiori della sfera celeste,
l’equatore e il coluro solstiziale.
L’equatore divide il circolo zodiacale in due emicicli: l’emiciclo boreale a Nord e l’emiciclo australe a Sud. La parte boreale
nella sua interezza è detta calda, poiché quando il Sole transita
nel punto gamma, in questa parte il giorno è più lungo della
notte; la parte australe è detta fredda, per il motivo contrario.
Il coluro solstiziale, invece, divide il circolo zodiacale nell’emiciclo orientale a Est e nell’emiciclo occidentale a Ovest. La parte
orientale, nella sua interezza, è detta umida o ascendente poiché
la luce del giorno è in aumento, mentre la parte occidentale è
detta secca o discendente poiché la luce è in diminuzione.
L’equatore e il coluro solstiziale generano insieme la divisione
dell’eclittica e del circolo zodiacale in 4 quadranti stagionali, i cui
punti cardinali sono dati dalle quattro qualità che caratterizzano
i quattro emisferi: caldo, secco, freddo e umido (Fig 9). Ciascuno
dei quattro quadranti stagionali è, a sua volta, suddiviso in tre
segni zodiacali, dei quali il primo è detto “cardinale”, il secondo
“fisso” e il terzo “mobile”. Ogni nuova stagione inizia con un
segno cardinale, che può essere solstiziale o equinoziale e porta
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con sé le caratteristiche
delle stagione cui dà inizio. I due segni solstiziali
sono il Cancro, che occupa i trenta gradi a partire
dal solstizio estivo e il
Capricorno, che occupa
trenta gradi a partire dal
solstizio invernale. I due
segni equinoziali sono
rispettivamente l’Ariete,
che inizia con l’equinozio
di primavera, e la Bilancia
Figura 8. Indipendentemente dalle costellazi- che inizia con l’equinozio
oni che fanno da sfondo al sole, l’equinozio
autunnale.
di primavera coincide sempre con il punto
Ogni nuova stagione
gamma.
segna l’inizio di un nuovo
modo di illuminazione, e l’apparire di una nuova qualità (il
caldo in primavera, il secco in estate, il freddo in autunno, l’umido in inverno) mentre l’altra raggiunge il
massimo. I segni fissi
corrispondono alla
parte centrale della
stagione, quando le
due qualità sono in
equilibrio: essi rappresentano la fissazione degli attributi
propri del segno cardinale che li precede.
il Toro (primavera),
il Leone (estate), lo
Scorpione (autunno)
Figura 9. Le quattro stagioni e le quattro qualità e l’Acquario (inverno). I segni mobili
che le caratterizzano.
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corrispondono alla parte finale della stagione, in cui una qualità
sta per scomparire, mentre l’altra qualità raggiunge il massimo
e sono caratterizzati da una instabilità dei caratteri: i Gemelli
(primavera), la Vergine (estate), il Sagittario (autunno) e i Pesci
(inverno) (Fig 10)
Teoria degli elementi
Nel VI secolo a.C. Anassimene di Mileto aveva introdotto nel
pensiero greco la teoria dei quattro elementi fondamentali che
costituiscono la realtà:
il FUOCO, o Principio Igneo
la
TERRA,
o
Principio
Tellurico
l’ARIA,
o
Principio Aereo
l’ACQUA, o
Principio Umido.
Un secolo più
tardi, Empedocle
diede corpo a
questa
teoria
sostenendo che
tutte le cose che
stanno sotto il
cielo della Luna
(Elementaris
Regio o Regione
Figura 10. In primavera il caldo aumenta, l’umido Elementare), bendiminuisce; In estate il secco aumenta, il caldo ché siano caratdiminuisce; In autunno il freddo aumenta, il secco terizzate
dalla
diminuisce; In inverno l’umido aumenta, il freddo
mutevolezza, tutdiminuisce.
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tavia sono composte da elementi immutabili, denominati radici:
il Fuoco, la Terra, l’Aria e l’Acqua, che sono a loro volta connessi
alle quattro entità cosmiche: il Sole, la Terra, il Cielo e il Mare.
Ogni principio eterno della natura risulta dalla combinazione
delle quattro qualità fondamentali dei corpi: caldo, freddo,
secco, umido. L’Aria sarà di natura calda e umida, Il Fuoco di
natura calda e secca, l’Acqua fredda e umida, la Terra fredda e
secca. Questi elementi sono costitutivi anche della vita umana:
l’embrione si sviluppa in un mezzo acquoso; l’individuo, che è
in gran parte costituito di acqua, vive sulla terra e respira aria;
è più o meno ricco di fuoco interiore (che si esprime nelle combustioni organiche e nelle reazioni psichiche), e non può vivere
senza il calore del sole. In numerose culture il numero Quattro
rappresenta l’Immanenza, cioè la realtà fenomenica, simbolizzata anche dal quadrato.
Ciascun quadrante stagionale possiede le qualità dei quattro
elementi: il quadrante primaverile è umido e caldo e corrisponde all’Aria, quello estivo è caldo e secco e si associa al Fuoco,
quello autunnale è secco e freddo e ha analogia con la Terra,
quello invernale è freddo e umido e corrisponde all’acqua.
Rapportando un intero anno ad un solo giorno, le quattro
stagioni possono essere ridotte alle quattro parti del giorno,
ciascuna in media di sei ore: infatti, il mattino come la primavera, inizialmente è umido; poi il calore e la luminosità vanno
aumentando gradualmente; il pomeriggio è simile all’estate
perché il caldo è al massimo e tende a diventare secco; la sera
è affine all’autunno perché il calore e il secco vanno diminuendo gradualmente in entrambi i casi; ed infine la notte è simile
all’inverno perché, per entrambi, il calore è minimo mentre è al
massimo l’umido. (Fig. 11)
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Figura 11. Le quattro stagioni e i quattro elementi rapportati
alle fasi del giorno.
Teoria degli umori
Dall’assunto ermetico “Ciò che è in basso è come ciò che è in
alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso”, l’Uomo è un
cosmo nel cosmo, ma è soprattutto è un prodotto della Terra e in
quanto tale è sottoposto alle sue stesse leggi.
Quindi, allo stesso modo del ciclo delle stagioni, e della durata del giorno, la vita dell’uomo si può dividere in quattro fasi:
giovinezza, età media, età matura e vecchiaia. Ciascuna fase
presenta le qualità proprie delle quattro stagioni dell’anno.
Ippocrate, già intorno al 400 a.C., tentò di applicare lo schema
quaternario delle stagioni alla struttura del corpo umano, il quale
sarebbe governato dall’insieme dei quattro umori, denominati
Sangue, Bile Gialla, Bile Nera e Flegma che, nella concezione
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ippocratica, conservano le stesse qualità caratteristiche degli elementi di Empedocle. Alla natura di questi umori partecipano i
quattro elementi fondamentali o radici. Galeno, (131-201), medico nella Roma dell’imperatore filosofo Marco Aurelio, riprese
ancora l’argomento, approfondendone alcuni aspetti.
Il sangue, la cui sede è il cuore, è caldo e umido come la primavera e corrisponde all’aria. La bile gialla (detta anche collera),
che ha sede nel fegato, è calda e secca come l’estate e corrisponde al fuoco. La bile nera o atrabile, che ha sede nella milza, è
fredda e secca come l’autunno e corrisponde alla terra. Il flegma
(o pitùita), che ha sede nella testa, è freddo e umido come l’inverno e corrisponde all’acqua.
Queste quattro forze, secondo Ippocrate e Galeno, rappresentano i “mattoni” della struttura dell’Uomo.
Per le loro proprietà intrinseche, questi umori, che possiedono diversi equilibri di caldo, freddo, umido e secco, sono soggetti a prevalere o a diminuire secondo delle stagioni dell’anno.
Il sangue prevale in Primavera, la bile gialla (collera) è associata
all’estate; la bile nera prevale in autunno e il flegma in inverno.
Anche durante l’arco della giornata, questi umori possono
prevalere o diminuire: nelle prime tre ore del mattino e nelle
ultime della sera prevale il sangue, nelle sei ore in mezzo al giorno la collera, nelle prime tre ore della sera e nelle ultime tre del
giorno prevale la melancolia, mentre nelle sei ore centrali della
notte domina il flegma. Secondo la medicina classica e medievale il principio essenziale del corpo umano è il calore, a sua volta
temperato dal freddo.
Nelle diverse età dell’uomo come nelle stagioni, queste qualità sono in rapporto reciproco tra loro e si ha prevalenza di un
umore rispetto ad un altro. Nella giovinezza (0-30 anni di età),
come nella primavera, prevalgono il caldo e l’umido, quindi
predomina il sangue; nell’età adulta (30-40 anni di età) come
nell’estate prevalgono il caldo e il secco quindi predomina la
bile gialla. Nella maturità (40-60 anni di età) e nell’autunno prevalgono il freddo e il secco quindi si ha prevalenza di bile nera,
mentre nella vecchiaia, (dai 60 anni in su) e nell’inverno prevalgono il freddo e l’umido quindi il flegma.
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Come la salute del mondo si identifica con l’armonia tra le
quattro radici, (Fuoco, Terra, Aria, Acqua), così il buon funzionamento dell’organismo si ha quando i quattro umori (flegma,
sangue, bile, atrabile) sono in giusta proporzione tra di loro
(crasis), sia dal punto di vista della qualità che della quantità.
(Fig 12)
Qualsiasi mutamento delle proporzioni degli umori minaccia
la stabilità del corpo umano, procurando così la discrasis, cioè la
malattia. Le malattie possono essere di vario tipo secondo la prevalenza di un particolare umore: malattie catarrali per la prevalenza del flegma, sanguigne per la prevalenza di sangue, biliose
per la prevalenza di bile gialla, diatesiche per la prevalenza di bile
nera. Secondo questa concezione la patologia non è mai localizzata in un singolo organo ammalato, ma è da ricondurre ad uno
squilibrio
generale.
Secondo
la medicina greca,
la dieta
a v e v a
una grande importanza ed
era fondamentale anche
per riequilibrare gli
umori
con
la
prescrizione di
Figura 12. Le quattro stagioni, i quattro elementi e le fasi del
giorno rapportati alle età dell’uomo e ai quattro umori che le a l i m e n t i
umidi,
caratterizzano.
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caldi, freddi, asciutti, a seconda del diverso temperamento del
malato oppure a seconda delle caratteristiche della malattia in
atto.
Sebbene la scienza moderna abbia ampiamente superato le
teorie di Ippocrate, tuttavia è possibile ritrovarne ampie tracce
nel linguaggio moderno: il cuore è comunemente indicato come
la sede dei sentimenti e in particolare dell’amore che poeticamente è “alito di vita”; la malinconia è un sentimento di tristezza; collera e flemma descrivono ancora irascibilità e pigrizia;
il collerico “si mangia il fegato” oppure “è giallo dalla rabbia”
(l’ittero è sintomo di malattia epatica caratterizzata dalla colorazione giallognola).
Le ultime ricerche scientifiche inoltre sembrano dimostrare
che esiste anche una correlazione tra la stagione della diagnosi
di alcune forme di tumore e la loro aggressività. Del 2006 sono
alcuni articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali
(International Journal of Cancer e Prog. Biophis Mol. Biol) che
affermano che la sopravvivenza ai tumori dipende dalla stagione della diagnosi e dall’esposizione alla luce solare.
Teoria dei temperamenti
Se l’alterazione dell’equilibrio tra gli umori o l’eccessivo
predominio di uno di essi provoca la malattia, la semplice prevalenza di ciascun umore determina una mancanza di armonia
complessiva e un certo squilibrio caratteriale. Questo conferisce
particolari caratteristiche all’individuo e definisce così quattro
temperamenti: sanguineus (sanguigno), cholericus (bilioso o collerico), phlegmaticus (flemmatico), melancholicus (melancolico).
Un incremento della quota di sangue, che è caldo e umido,
caratterizza un temperamento sanguigno, che presenta una elevata sensibilità agli stimoli esterni e una scarsa forza interiore.
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L’individuo sanguigno si infiamma facilmente per ogni novità,
ed altrettanto rapidamente se ne stanca, distaccandosi dall’attività precedentemente intrapresa. E’ ottimista, conciliante, espansivo, intraprendente, e naturalmente predisposto alla bonomia;
non disdegna la buona tavola e risulta particolarmente attratto
dai piaceri della vita. Possiede delle qualità in stretta analogia
con l’elemento ARIA; L’età nella quale si accentua naturalmente
la componente sanguigna del temperamento è quella giovanile.
Un eccesso di bile gialla dà un temperamento collerico (o
bilioso), che rappresenta il lato “forte” dei temperamenti umani.
L’individuo collerico è astuto, generoso e avido di onore, irascibile, dai gesti violenti, dall’intelligenza pronta e brillante;
presenta aggressività e logorrea, persegue con determinazione i
suoi obiettivi e ha numerosi interessi, ma manca di riflessività e
possiede uno spirito polemico e competitivo. Le sue qualità sono
in analogia con l’elemento FUOCO.
L’età nella quale si accentua naturalmente la componente collerica del temperamento è quella adulta.
Nel melancholicus prevale la secrezione di atrabile, che
investe le strutture del cervello e attenua le emozioni rendendo
il soggetto debole, stanco ed indolente, triste e rassegnato. Il
termine “melanconia” deriva dalle due parole greche mélaina
(nera) e cholé (bile). Il temperamento malinconico è dotato di
grande forza interiore e scarsa sensibilità agli stimoli esterni, il
che comporta una grande capacità di tenere fermi i propri propositi e di perseguire con tenacia i propri obiettivi, senza farsi
distrarre dagli eventi esterni. L’individuo malinconico tende a
chiudersi in se stesso, ed ha elevate capacità di introspezione e
di riflessione con una ricca vita interiore. Le sue qualità sono in
analogia con la durezza della TERRA. L’età nella quale si accentua naturalmente la componente malinconica del temperamento
è quella matura.
Quando prevale un eccesso di flegma si manifesta il temperamento flegmatico, o linfatico, (phlematicus); esso è torpido
ed ozioso, caratterizzato da lentezza nei movimenti, mancanza
di reazioni, scarsa forza e scarsa sensibilità agli stimoli esterni.
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L’individuo flemmatico si sente in pace quando riposa, possiede
una tendenza alla pigrizia e alla vita vegetativa. Sembra indifferente ma ha una potente immaginazione; è abbinato all’elemento ACQUA (fig 13). L’età nella quale si accentua naturalmente la
componente flemmatica del temperamento è quella senile.
Ognuno di questi “Temperamenti-limite” può essere temperato dal concorso degli altri umori e può manifestarsi in forma
più o meno evidente a seconda delle stagioni, originando dei
quadri intermedi che vanno a formare i cosiddetti “tipi misti”
(es. neuro-biliosi, in cui predominano la Terra e il Fuoco, linfosanguigni, legati all’Acqua e all’Aria, bilio-linfatici, neuro-sanguigni, neuro-linfatici, bilio-sanguigni, ecc).
Figura 13. I quattro elementi e i quattro temperamenti.
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L’Uomo astrologico
Paracelso (Theophrast Bombast von Hohenheim) medico
naturalista, filosofo e astrologo (1493-1541) affermava che “nel
mondo vi sono quattro elementi e l’uomo è composto di tutti e
quattro, e quello che esiste visibilmente nell’uomo, esiste invisibilmente nell’etere che pervade il mondo.” Già nell’astrologia
greca, indiana, araba e latina viene descritta una corrispondenza tra i segni dello zodiaco e le parti del corpo umano. Il corpo
umano da un punto di vista astrologico viene suddiviso in
dodici porzioni che costituiscono l’uomo cosmico. Ciascuna di
esse è sotto il “governo” di uno dei dodici segni dello Zodiaco, a
partire dall’Ariete che controlla la testa per terminare con i Pesci,
che controllano i piedi. Inoltre, per la completa raffigurazione di
ogni uomo devono essere prese in considerazione le influenze
che derivano dal Sole, dai pianeti e dalle configurazioni planetarie, e la loro relazione con l’insorgenza di alcune malattie.
Per definire al meglio in quadro anatomo-patologico di ogni
individuo, viene distinta la localizzazione anatomica di una
particolare predisposizione (definita dai segni) dall’alterazione
delle funzioni fisiologiche (definite dai pianeti e dai loro aspetti).
Nel corso dell’esistenza si manifesteranno diverse patologie che
saranno determinate dai cosiddetti transiti planetari, ovvero dal
ritorno ciclico dei movimenti dei pianeti rispetto a quelli della
nascita.
Riportiamo brevemente le localizzazioni anatomiche dei 12
segni dello Zodiaco. Le funzioni fisiologiche saranno descritte
con le descrizioni dei pianeti (vedi oltre).
ARIETE
Le corrispondenze fisiche del primo segno zodiacale nel corpo
umano si riferiscono alla testa in generale, al volto, al cervello,
all’arcata dentaria superiore e alle prime due vertebre cervicali.
I nati sotto questo segno sono considerati impulsivi, collerici e
soffrono spesso di mal di testa nonché di tensione nervosa, cau-
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sati da stati nervosi e scatti d’ira incontrollabili, che derivano dal
loro temperamento bilioso.
TORO
Le corrispondenze fisiche del secondo segno zodiacale si riferiscono al collo, alla nuca e alla gola, alle orecchie ed alla III, IV,
V e VI vertebra cervicale. Gli corrispondono inoltre mandibola,
faringe, laringe, trachea. Anche la tiroide, la cui disfunzione può
causare problemi di peso è correlata con il Toro. Tra le patologie
connesse con questo segno vi sono la predisposizione a torcicollo, faringite, tonsillite, sinusite, polipi alle corde vocali, squilibri
tiroidei, artrosi cervicali, nonché le patologie otorinolaringoiatriche, e le infiammazioni alle prime vie respiratorie, tonsille e
corde vocali.
GEMELLI
Le corrispondenze fisiche dei Gemelli nel corpo umano si
collocano agli arti superiori: questo segno governa le braccia e
le spalle (escluso il gomito), i polmoni, i bronchi e l’azione della
respirazione nonché l’ultima vertebra cervicale e le prime due
toraciche. E’ possibile riscontrare disfunzioni correlate con la
parola e la comunicazione, ma anche piccoli incidenti che creano
distorsioni o fratture alle porzioni periferiche degli arti, come
polsi e caviglie. Le patologie possono interessare anche le vie
respiratorie profonde: bronchiti, polmoniti, pleuriti ed asma.
CANCRO
Al Cancro corrispondono la cassa toracica, in particolare la IV
e V vertebra toracica, le mammelle, l’apparato gastrointestinale,
con riferimento specifico allo stomaco, e le mucose e le secrezioni interne (il latte, i succhi digestivi, la saliva). L’apparato digerente è delicato e quindi possono insorgere problematiche legate
ai succhi gastrici e all’ulcera, fino ai calcoli biliari. La tendenza
a ritenere liquidi nei tessuti, combinata ad un certo amore per i
dolci, può determinare anche la formazione di cellulite, adipe,
obesità, sudori abbondanti a mani e piedi e scarsa muscolatura.
La tradizione associa a questo segno anche l’occhio sinistro.
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Il ciclo delle vita
Il cerchio dello zodiaco
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LEONE
Le corrispondenze anatomiche nel corpo umano sono: il
cuore, l’aorta, la circolazione sanguigna e funzionalità cardiaca,
la colonna vertebrale con riferimento alla VI, VII e VIII vertebra
toracica, l’avambraccio, sino al polso escluso, il diaframma e il
plesso solare. Secondo la Tradizione, il Leone è connesso all’occhio destro. Generalmente questo è un segno che gode di ottima
salute ed ha costituzione solida, ben equilibrata e resistente, ma
vivendo con grande dispendio di energie, dovrebbe rallentare il
ritmo verso gli “anta”, per evitare rischio di infarti.
VERGINE
Le corrispondenze fisiche si collocano all’addome, all’ombelico, agli intestini e alla milza. Riguardano gli organi dell’assimilazione e del metabolismo in generale nonchè la IX e X vertebra
toracica. Anatomicamente questo segno governa anche la mano
e le sue dita. I nativi della Vergine tendono a preoccuparsi per
piccole cose, somatizzando ogni problema sull’intestino. Una
alimentazione troppo ricca di fibre è da evitare, perché causa
fermentazione, con risentimento al colon. Questo segno è portato per la sperimentazione di alimentazioni esotiche e macrobiotiche.
BILANCIA
A questo segno corrispondono anatomicamente l’apparato
urinario in generale e la vescica in particolare, le ghiandole surrenali, e la regione lombare nonché l’XI e la XII vertebra toracica.
Anche il segno della Bilancia gode in genere di buona salute
psicofisica in quanto cerca di evitare ogni estremismo, causa
principale di squilibri e malattie.
SCORPIONE
Le corrispondenze fisiche si collocano agli organi della riproduzione, e agli ormoni sessuali. In particolare sono associati a
questo segno il liquido seminale, la prostata, l’uretra, l’intestino
crasso il retto e l’ano.
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E’ consigliabile sempre scrupolosa igiene sessuale. Per stare
bene sarebbe da evitare qualsiasi repressione sessuale.
SAGITTARIO
A questo segno sono collegate le cosce e i femori. Ne risulta
interessato tutto il sistema muscolare e lombare, compreso il
nervo sciatico. Il punto focale è la regione sacrale, ma anche quella pelvica e le ovaie, persino le arterie della stessa zona possono
essere soggette a patologie. A questo segno che in genere gode
di un’ottima salute, corrispondono anche il fegato, che risulta
molto delicato, e la colecisti. La donna è soggetta agli accumuli
di grasso o di cellulite sulle cosce. Gli eccessi alimentari portano
ad un accumulo dei livelli di colesterolo e acidi urici.
CAPRICORNO
Le corrispondenze fisiche relative sono collegate alla struttura ossea, i denti, la pelle, i tendini e le cartilagini e le articolazioni, con particolare riferimento alle ginocchia. Ne consegue che
piccoli incidenti possono produrre fratture, abrasioni, slogature
e distorsioni. Tra le patologie del segno sono quindi frequenti
le malattie a carattere ortopedico e odontoiatrico, come pure le
patologie che limitano i movimenti, ad esempio i reumatismi,
l’artrosi e l’artrite. Questo segno dispone di una resistenza fisica
e, col passare degli anni si irrobustisce, permettendo di raggiungere una certa longevità.
ACQUARIO
Tradizionalmente le corrispondenze fisiche dell’Acquario si
collocano ai polpacci e alle caviglie. Gli corrisponde anche la circolazione sanguigna e sono frequenti le aritmie cardiache originate da stimoli che si verificano alla base dell’atrio destro, in un
punto del tessuto miocardico detto “nodo di Keith e Flack”. Non
sono rare le vene varicose, e i disturbi circolatori con particolare
riferimento agli arti inferiori; le fratture delle caviglie sono assai
comuni.
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PESCI
La Tradizione attribuisce a questo segno il governo dei piedi
e delle loro dita. Gli arti inferiori sono un punto assai delicato.
I nativi del segno accusano disturbi o malformazioni ai piedi e
hanno sovente problemi con le calzature.
Sono tradizionalmente poco robusti, soprattutto a livello
psichico, dotati di enorme emotività e sensibilità. La tendenza
a preoccuparsi eccessivamente per la propria salute porta ad
apprensioni ingiustificate, che influiscono negativamente sul
funzionamento di tutto l’organismo. Traggono grande beneficio
dal mare.
Lo zodiaco Tolemaico
Claudio Tolomeo (II sec. d.C.), famoso astronomo dell’antichità, è noto per aver scritto il Tetrabiblos, un’opera in quattro
volumi da molti astrologi considerata come la prima fonte di
informazioni scientifiche sull’astrologia. I Greci consideravano
i quattro elementi, e cioè fuoco, terra, aria e acqua, noti come
quadruplicità, come stati della materia che interagivano con
l’uomo alla ricerca dell’equilibrio reciproco; a questi quattro
elementi furono correlati i 12 segni zodiacali. Essi vennero classificati e suddivisi in gruppi di tre per ciascun elemento della
quadruplicità: il Fuoco, che esprime valori di forza, slancio,
azione, comando era l’elemento costitutivo dei nati nel segno
dell’Ariete, del Leone e del Sagittario. La Terra che esprime valori di concretezza, durata, stabilità, costruttività era l’elemento
costitutivo del Toro, della Vergine e del Capricorno. L’Aria che
esprime valori di comunicativa, scambio, relazioni è l’elemento
dei Gemelli, della Bilancia e dell’Acquario. Infine l’Acqua, che
esprime valori di sensibilità, sentimento, immaginazione, ricettività, è l’elemento dei Pesci, del Cancro e dello Scorpione.
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Il cerchio dello zodiaco
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In relazione con l’idea di un principio attivo, di uno passivo
e di una connessione che opera nell’universo, si creò un altro
sottosistema che suddivideva i segni in gruppi di quattro per
ciascun elemento della triplicità, costituita dalla distinzione in
segni cardinali, fissi e mobili.
elementi
cardinale
fisso
mobile
fuoco
ariete
leone
sagittario
terra
capricorno
toro
vergine
aria
acqua
bilancia
cancro
acquario
scorpione
gemelli
pesci
I segni cardinali furono considerati attivi, quelli fissi descritti come passivi e i segni mobili come segni di connessione.
Un’impresa iniziata dai segni cardinali (Ariete, Cancro, Bilancia
e Capricorno) sarebbe stata portata avanti dai segni fissi (Toro,
Leone, Scorpione e Acquario), e i segni mutevoli (Gemelli,
Vergine, Sagittario e Pesci) avrebbero realizzato le condizioni
per il cambiamento.
Inoltre i segni di Terra erano definiti pratici, quelli di Acqua
emozionali, i segni di Aria intellettuali e quelli di Fuoco di ispirazione. Ciò corrispondeva ai quattro umori stabiliti da Ippocrate
per la definizione dei temperamenti: pertanto il carattere sanguigno fu attribuito ai segni d’Aria, il collerico ai segni di Fuoco, il
melanconico ai segni di Terra e il flemmatico ai segni d’Acqua.
Tolomeo asserì che esiste una connessione tra gli individui
e le stagioni, e che gli attributi di ogni segno zodiacale sono la
conseguenza delle caratteristiche climatiche “medie” di luce
e calore, oscurità e freddo, del periodo dell’anno che gli corrisponde. Per questo motivo, in tutta l’area mediterranea, ad ogni
segmento zodiacale viene associata una tappa del ciclo stagionale. Riportiamo pressoché integralmente la descrizione della
simbologia stagionale fatta dall’astrologa Lisa Morpurgo nella
sua “Introduzione all’astrologia” (Longanesi, 1982)
Ariete: l’inizio della Primavera. E’ il principio, la forza della
natura. Gli steli di grano spuntano nei campi, le gemme sugli
Caleidoscopio Letterario
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alberi. La natura è condizionata da un grande slancio verso la
vita, da profondi fermenti fecondatori. Lo sforzo compiuto da
ogni germoglio richiede aggressività e audacia.
Toro: il periodo primaverile della riproduzione. La natura
è condizionata dalla necessità di procreare. Il ritmo si fa più
pacato perché l’attività frenetica e l’aggressività sarebbero più
dannose che utili in questa fase del ciclo vegetativo.
Gemelli: l’apice della primavera; i frutti acerbi. La natura
ormai fecondata si concede una pausa nello splendore dell’esplosione primaverile. Lo slancio creativo si concentra nella scoperta compiaciuta dell’io, che prende forma nei frutti acerbi. Nei
Gemelli, dove la stagione incalza dalla primavera all’estate, c’è
l’ansia di maturare in fretta, la natura ha una più intensa voglia
di vivere perché si avvicina al culmine della vita (alla fine dei
Gemelli- inizio del Cancro c’è il Solstizio d’Estate).
Cancro: i frutti maturi. La maturazione dei frutti conclude la
prima fase del ciclo vegetale. La raccolta è imminente. La falce
del mietitore troncherà la vita delle messi. Nell’attesa di questa
morte, il pensiero si ripiega nostalgico verso il passato.
Leone: il raccolto. Il sole è al punto culminante dell’estate. Il
ciclo primaverile-estivo è all’apice e raggiunge la piena maturità. Il grano che si accumula sulle aie è simbolo di prosperità e
benessere. Consente generosità e magnificenza.
Vergine: la conservazione del raccolto. All’euforia della mietitura succede una valutazione attenta del raccolto e si pone il problema della sua conservazione nel tempo. Ecco che quel raccolto
che era sull’aia del Leone e che il Leone stesso stava sperperando
come un’allegra cicala, la Vergine, come una saggia formica cercherà di metterlo da parte per i tempi più duri. C’è la tendenza
a fermare il tempo, a conservare tutto quello che è possibile per
sopravvivere all’inverno (si preparano molti prodotti conservati:
marmellate, salse di pomodoro, ortaggi sottolio e sottaceto).
Bilancia: la preparazione alla semina. Il sole dell’estate diviene più mite e inizia la sua fase discendente verso l’altro emisfero. Siamo all’inizio del ciclo invernale e la terra si prepara alla
fecondazione che la porterà al ciclo primaverile. Alla Bilancia
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spetta il compito di scegliere il seme migliore per assicurare il
raccolto e del terreno migliore cui affidarlo.
Scorpione: la semina. La semina corrisponde alla sepoltura
del seme e la morte ha in sé una nuova vita. Sotto le zolle il seme
inizia una avventura che lo porterà all’esplosione primaverile.
Sagittario: l’inizio della germinazione. Il seme comincia ad
adattarsi all’ambiente circostante e le zolle non sono più tomba
ma grembo materno.
Capricorno: la stasi invernale. Il seme sepolto affronta il
periodo più difficile, quando tutto sembra allearsi contro di lui.
Lotta contro il gelo nemico della vita. Si ha il passaggio dal vecchio al nuovo ciclo: il sole ricomincia a risalire
Acquario: lo sviluppo delle radici. La metamorfosi del seme,
iniziata nel Sagittario riprende slancio. Il seme è ormai una pianticina.
Pesci: l’ultima fase della vita sotterranea. La pianticina nata
dal seme è quasi completa, e la metamorfosi riguarda un distacco dalla protezione del grembo terrestre per adattarsi alla vita di
superficie.
I pianeti nello zodiaco
Il sistema solare è costituito da una corte di pianeti che ruotano attorno ad Sole. Anche essi visti dalla Terra percorrono con il
Sole la traiettoria dell’eclittica.
In questo schema geocentrico, che poneva l’uomo al centro
del cosmo, Claudio Tolomeo considerò le influenze celesti come
effetti determinati sulla Terra dalla relazione pianeti-segni. Egli
affermò che quando un pianeta attraversa una particolare porzione dell’eclittica, ovvero un determinato segno, esprime al
meglio le sue caratteristiche. Quel segno, pertanto, costituisce il
Domicilio di un dato pianeta. Quando esso transita in un segno
diametralmente opposto, si dice che il pianeta è in esilio.
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Ad esempio, quando Marte transita in Ariete o in Scorpione
sembra stimolare la capacità di azione nelle popolazioni e negli
individui, mentre essa si perde durante i transiti nei segni opposti
Bilancia e Toro. Le caratteristiche di Giove risultano potenziate
durante i suoi passaggi nei Pesci e nel Sagittario, mentre risultano meno evidenti durante i passaggi nei segni Vergine e Gemelli.
Analogamente, Saturno, costruttivo in Capricorno, mostrerà
delle influenze negative se transita nel segno del Cancro.
Per semplicità linguistica, gli astrologi sono spesso soliti chiamare “pianeti” anche il Sole e la Luna, che sono rispettivamente
una stella e il satellite naturale del nostro pianeta Terra.
E’ preferibile comunque utilizzare il termine “luminari”. Il
Sole è il Luminare Maggiore, e la Luna il Luminare Minore.
Nella sua descrizione dello zodiaco, Claudio Tolomeo descrive una sequenza di domicili dei pianeti nei dodici segni. Ai
cinque segni alla sinistra del Leone e ai cinque segni alla destra
del Cancro furono attribuiti i domicili dei cinque pianeti conosciuti ai tempi in cui egli la descrisse, nell’ordine della distanza
progressiva dal Sole, e quindi la sequenza si ferma a Saturno.
(Fig.14).
Da questo schema, benché incompleto, emerge che ogni pianeta ha due domicili che sono paralleli e speculari, ad eccezione
dei due luminari, ciascuno dominante in un solo segno: il Leone
per il Sole e il Cancro per la Luna.
La tradizione tolemaica riporta i domicili dei pianeti come
descritti in tabella. Essa li denomina rispettivamente domicili
diurni e domicili notturni e stabilisce anche uno schema delle
esaltazioni ma esso risulta incompleto e in alcuni casi errato.
Domicili Planetari secondo lo Zodiaco Tolemaico
sequenza
Domicilio Diurno
Domicilio Notturno
sequenza
1
2
3
4
5
6
Cancro
12
Gemelli
11
Toro
10
Ariete
9
Pesci
8
Acquario 7
Leone
Vergine
Bilancia
Scorpione
Sagittario
Capricorno
Sole
Mercurio
Venere
Marte
Giove
Saturno
Luna
Mercurio
Venere
Marte
Giove
Saturno
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Figura 14. Lo zodiaco tolemaico (riadattato da Lisa Morpurgo:
Introduzione all’astrologia. Longanesi & C. Milano, 1982)
Lo Zodiaco completo “restaurato”
La astrologa cremonese Lisa Morpurgo, (1923-1988) negli
anni ‘70-’80 ha rivoluzionato il pensiero astrologico moderno.
La sua principale convinzione era che lo Zodiaco descritto
dall’astrologia tradizionale, ovvero quella codificata da Tolomeo
nel Tetrabiblos, non corrispondeva allo Zodiaco così come era
stato concepito dai suoi creatori originali. Infatti la tradizione
astrologica che prende come riferimento l’opera di Tolomeo ha
appena duemila anni, pertanto non può coincidere con l’astrologia delle origini, che ne ha più di cinquemila. Tolomeo, con le
sue elaborazioni, contaminate ulteriormente nel corso dei secoli
dagli errori di trascrizione delle simbologie dei segni, che si sono
susseguite nel tempo ad opera degli scrivani, ha cancellato o
quantomeno offuscato il messaggio originale che era stato prodotto nelle migliaia di anni precedenti.
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La scuola della Morpurgo ha recuperato quanto di autentico
si era salvato della astrologia originale nonostante le contaminazioni tolemaiche, e con pazienza archeologica ha ripulito e
riportato alla luce il tracciato perfetto del labirinto zodiacale. Il
merito di aver intuito che la successione dei pianeti alla destra
e alla sinistra del Sole non poteva terminare con Saturno va
all’astrologo francese André Barbault, 1921-), il quale sosteneva
che essa andava proseguita nelle due direzioni con la scoperta
dei nuovi pianeti che via via stata avvenendo. La Morpurgo ha
ipotizzato, nella costituzione dello zodiaco, una doppia sequenza di 12 elementi: ad una sequenza di 12 segni dello zodiaco
corrisponde una sequenza 10 pianeti più il Sole e la Luna, i
cosiddetti luminari, per un totale di 12 corpi celesti. Quindi se a
12 segni corrispondono 12 corpi celesti, ci devono essere ancora
due pianeti al di là di Plutone, che lei chiamò pianeta X e pianeta
Y, e che, una volta scoperti, andrebbero a completare lo zodiaco
tolemaico, che contiene soltanto 7/12 della sequenza planetaria,
e a raggiungere la completa armonia dello schema zodiacale.
Attualmente le nostre conoscenze si fermano a Plutone. Il
primo transplutoniano è già stato ipotizzato dagli astronomi,
mentre con il nome di Sedna un altro pianeta è stato descritto
dagli antichi studiosi babilonesi ed è poi scomparso alla nostra
vista. Qualcuno sostiene che si tratti di Y, un pianeta con un’orbita amplissima e che è transitato in prossimità del Sole, durante
il suo perielio, circa quattromila anni fa e del quale non è possibile prevedere il ritorno non conoscendo la sua orbita.
I 12 corpi celesti sono: Sole, Y, X, Plutone, Nettuno, Urano,
Saturno, Giove, Marte, Venere, Mercurio, Luna. Ognuno di essi
assume un significato particolare nella simbologia zodiacale
(Fig. 15).
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Figura 15. Lo zodiaco completo (riadattato da Lisa Morpurgo:
Introduzione all’astrologia Longanesi & C. Milano, 1982)
Simbologia planetaria
Sole: l’io attivo. Giro dello zodiaco un anno. In ogni segno
permane circa 30 giorni. Il Sole è il nucleo della personalità, è la
sintesi dell’Io. Esso dà la misura delle virtù solari e passionali:
calore, coraggio, lealtà, generosità. Se queste qualità sono portate all’eccesso diventano orgoglio, superbia, prepotenza, dittatura. Anatomicamente il Sole, essendo l’astro della vita, governa il
cuore, il plesso solare, le arterie, e la parte destra del corpo.
Luna: l’io ricettivo. Giro dello Zodiaco: 28 giorni. In ogni
segno permane 2 giorni e 3 ore. La Luna rappresenta la sensibilità dell’Io e i contatti emotivi con il mondo circostante, il sonno
e il sogno. E’ in stretto rapporto con il grembo materno, con le
funzioni vitali femminili, può dare atteggiamenti deboli o sucCaleidoscopio Letterario
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cubi, ricerca di appoggio, candore, infantilismo. Rappresenta la
donna (madre, moglie, amante, figlia per un uomo) mentre per la
donna è – oltre alla madre – il suo modo di vivere la sua femminilità, anche i suoi rapporti con le altre donne. Fisiologicamente
la Luna corrisponde al seno, allo stomaco, alla parte sinistra del
corpo. Regola la digestione e i liquidi sierosi contenuti nel corpo,
l’acqua dolce e il latte.
Mercurio: il contatto intellettivo con il mondo esterno. Giro
dello zodiaco: 187 giorni. In ogni segno permane 16 giorni.
Corrisponde al primo contatto dell’Io con il mondo esterno,
all’inizio di una vita cerebrale. Regola gli scambi intellettuali di
idee e di opinioni, la capacità di percepire i messaggi e di riprodurli, e governa gli strumenti tecnici adatti allo scopo (stampa,
telefono, radio). E’ il rappresentante tipico dell’adolescenza, con
la prontezza di riflessi mentali e con la vivacità e irrequietezza
naturali. In un tema natale rappresenta i fratelli, i figli, i coetanei,
i compagni di gioco, di studio, di lavoro, anche i connazionali, i
parenti prossimi, i vicini di casa. Fisiologicamente è associato al
sistema respiratorio, e al sistema nervoso nelle sue connessioni.
Ad esso corrispondono le braccia, i polsi, i bronchi, le orecchie
timpani.
Venere: il contatto affettivo con il mondo esterno. Giro dello
zodiaco: 225 giorni. In ogni segno permane 18,75 giorni. Venere
indica la capacità di amare, di gustare il bello, il buono della
vita, dà senso estetico, desiderio intenso di pace, armonia,
serenità, comodità. Fa apprezzare le gioie semplici della vita.
Indica il passaggio dalla curiosità adolescenziale di Mercurio al
rapporto sociale, al desiderio di amare e di essere amati. Aiuta
le creazioni artistiche, soprattutto manuali (lavori artigianali),
Anatomicamente corrisponde alle ovaie, regola il metabolismo
e le funzioni renali. Contribuisce al funzionamento armonico
dell’organismo.
Marte: il contatto aggressivo con il mondo esterno. Giro dello
zodiaco 687 giorni. In ogni segno permane: 57,25 giorni. Dà la
misura della forza, della capacità di lottare per la sopravvivenza, conferisce la violenza necessaria per superare gli ostacoli
Caleidoscopio Letterario
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senza tener conto di dubbi o esitazioni. Anche dal punto di vista
caratteriale, a Marte si attribuiscono gli slanci di impulsività, gli
entusiasmi seguiti da scoraggiamenti e depressioni. Può essere
responsabile di mancanza di tatto, di riflessione, temperamento
collerico. Nel tema femminile può indicare anche l’uomo amato
o il tipo d’uomo zodiacale dal quale ci si sente maggiormente
attratte. Rappresenta l’uomo primordiale che si salvò perché era
quello più aggressivo, in grado di sopraffare i nemici e gli avversari, e di uccidere gli animali feroci. Nel corpo umano regola il
tono e l’attività muscolare e l’agonismo sportivo. Corrisponde
al pene e alla muscolatura. Quando nell’oroscopo di nascita è
collocato in posizioni delicate, e soprattutto quando transita su
punti sensibili dell’oroscopo è responsabile di patologie acute e
virali, stati infiammatori.
Giove: l’inserimento ottimistico nella vita. Giro dello Zodiaco
11,8 anni. In ogni segno permane circa un anno. Giove allarga
gli orizzonti, e l’ottimismo che gli si attribuisce permette all’uomo di vincere la paura dell’ignoto e andare sempre più lontano. Sembra legato all’amore per la filosofia. Da lui dipendono
molto la felicità individuale e la serenità. Sempre a Giove si
lega la parola, l’oratoria, la capacità di convincere con il sorriso,
l’ottimismo, la bonomia (è per questo che si dice: è un tipo gioviale...). Il temperamento allegro, ottimista e gioviale si esprime
con un sano e marcato appetito che inevitabilmente porta ad un
certo sovrappeso. Corrisponde alla lingua alla bocca, agli occhi.
Pare regoli la circolazione arteriosa, l’espansione, la crescita e
lo sviluppo fisico. Giove, seppure considerato pianeta benefico,
spesso aggrava, dilatandole, le malattie congenite, oppure dà un
trapasso dolce.
Saturno: l’inserimento razionale nella vita. Giro dello Zodiaco:
29 anni. In ogni segno permane 2,4 anni. Corrisponde allo scheletro e ai denti. Da esso dipendono la calcificazione delle ossa
e i fenomeni artritici, reumatici e sclerotici. E’ collegato con la
cistifellea, la milza, la pelle, i denti e le ossa. Influisce sul lobo
anteriore dell’ipofisi. Saturno rappresenta il tempo (Cronos) inesorabile, che porta al processo di invecchiamento del corpo ed
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è responsabile del ripiegamento dell’individuo su se stesso. Le
malattie provocate da Saturno sono croniche, o a decorso lento
e lungo. La sua natura fredda indebolisce la forza metabolica,
consentendo alle tossine di depositarsi e causare danni. Nella
simbologia cronologica con la Terra è associato alla apparizione
dell’uomo inteso come Homo Sapiens.
Urano: la forza della decisione. Giro dello Zodiaco: 84 anni. In
ogni segno permane 7 anni. È il primo pianeta di quelli definiti
lenti, che può compiere l’intero giro dello Zodiaco nel corso di
una vita umana. È un pianeta molto dinamico, può fare leva su
qualunque punto di appoggio per distruggere o creare, secondo le circostanze. Ma Urano può tornare su se stesso e far fare
uno splendido scorcio di vita a dei vecchi privilegiati... Picasso,
Pertini... A Urano, corrispondono anatomicamente le mani, e
tutto ciò che l’uomo ha creato con le sue mani. I sintomi dovuti
ad Urano sono spesso riconducibili a quelle malattie o disturbi
difficili da diagnosticare.
Nella simbologia cronologica con la Terra è associato alla
apparizione degli ominidi.
Nettuno: la metamorfosi. Giro dello zodiaco 164,8 anni. In
ogni segno permane 13,7 anni. E’ legato al mare, dove la vita è
nata, e al liquido amniotico, dove con l’inizio dello sdoppiamento cellulare, l’embrione umano compirà tutte le metamorfosi
necessarie per diventare un bambino. Consente diagnosi sullo
svolgimento delle gravidanze. Conferisce creatività ad altissimo
livello, genio musicale, una curiosità vivissima verso il lontano
più sublime, spinge anche a lunghissimi viaggi in paesi esotici.
Nettuno regola la produzione degli anticorpi e la resistenza
alle malattie infettive di origine virale e le infezioni, come la
tubercolosi, la polmonite e le infiammazioni della gola. Nella
simbologia cronologica con la Terra corrisponde alla diversificazione delle specie animali e le loro metamorfosi, necessarie per
sopravvivere.
Plutone: il grande principio maschile. Giro dello zodiaco
250 anni. In ogni segno permane 20,8 anni segnando con la sua
influenza ogni volta una generazione con differenti tendenze.
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Indica la capacità di superare se stessi nelle grandi prove della
vita, di ricaricare perennemente le energie vitali. In generale,
dà la misura della riserva di possibilità creatrici e la capacità di
realizzazione pratica, profonda, nascosta in ognuno di noi. È il
signore della fiducia in sé stessi, che sta alla base dell’equilibrio
individuale. In posizione negativa, dà una sterile proliferazione
dell’io, una ricerca di affermazione fine a sé stessa, in mancanza
della quale l’individuo può diventare un mitomane o un frustrato. Plutone nel corpo umano maschile corrisponde ai testicoli, e
completa con Marte (pene) la simbologia maschile. Di recente
dall’84 al ‘95, quando ha sostato nello Scorpione, segno collegato
alle funzioni sessuali, è stato ritenuto responsabile dell’esplosione dell’AIDS. Nella simbologia cronologica con la Terra corrisponde alla comparsa della vita animale sul nostro pianeta.
X: Proserpina: il grande principio femminile. Giro dello zodiaco ignoto. Nella mitologia può rappresentare Cibele, Demetra,
Persefone, la Grande Dea Madre, l’immenso utero della natura
vivente. È la terra fecondata che germoglia. Simbologia cronologica con la Terra: corrisponde alla comparsa della vita vegetale
sul nostro pianeta, ed è legato quindi anche alle foreste e al
legno. Nel corpo umano femminile corrisponde all’utero. Dà un
senso di femminilità possessiva ed avvolgente. Negli uomini
e nelle donne, regola i bulbi piliferi. Rarissima la calvizie nelle
donne.
Y: Sedna (Eolo) L’inizio del tempo. Giro dello zodiaco ignoto.
Y è il pianeta più lontano, è il primo anello della spirale di orbite concentriche che si restringono attorno al Sole. Rappresenta
i tempi lunghi. E’ il signore delle origini, del tempo che inizia
a scandire il ritmo luce/tenebre. E’ il vento divino dell’atmosfera, primordiale elemento di vita. Corrisponde ai polmoni.
Simbologia cronologica con la Terra: rassodamento della crosta
terrestre, formazione dei continenti e degli oceani.
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I doppi domicili dei pianeti
Quello che dallo zodiaco tolemaico era sopravvissuto come
distinzione tra domicili notturni e diurni, rappresenta in realtà
la distinzione tra domicili base e domicili primari.
Nel “Convitato Di Pietra” (Longanesi, 1990) Lisa Morpurgo
ha decifrato quello che era inizialmente lo schema completo dei
domicili e delle esaltazioni.
Il cerchio rappresenta una delle figure simboliche più antiche,
ed è collegato con lo scorrere del tempo e della vita. Il cerchio
dello zodiaco è suddiviso in dodici settori o segni. La sequenza
dei segni va da destra a sinistra ed è immobile, fissa. I pianeti
sono una serie mobile, perché si muovono intorno al Sole; questi
loro spostamenti creano delle combinazioni di estremo interesse
per l’interpretazione. Nella valutazione delle influenze planetarie, oltre alle cosiddette domificazioni, vanno considerate anche
le relazioni geometriche che si formano tra i pianeti durante le
loro orbite attorno al Sole. Quando i pianeti, nei 360° del cerchio
zodiacale, formano delle particolari angolazioni reciproche, possono dare luogo a delle tensioni o a degli accordi. Le relazioni
negative sono quelle che tracciano opposizioni (180°) o quadrati
(90°), tra due pianeti, per cui, ad esempio, Saturno (in Ariete)
in opposizione a Giove (in Bilancia) o in quadrato a Marte (in
Capricorno) costituisce un aspetto negativo. Gli aspetti positivi
sono invece rappresentati dai trigoni (120°) e dai sestili (60°).
Il percorso dei domicili primari dei pianeti si misura partendo
dal Sole, e proseguendo con il pianeta che possiede l’orbita più
ampia. Se ciascun segno zodiacale è racchiuso in trenta gradi, in
esso possono essere domiciliati tre pianeti:
Il pianeta che in un dato segno ha il suo il domicilio primario,
occupa i primi 10 gradi del segno e qui esprime le sue caratteristiche in maniera più marcata
Il pianeta che in un dato segno ha il suo il domicilio base
occupa gli ultimi 10 gradi del segno e qui esprime le sue caratteristiche in modo evidente
Caleidoscopio Letterario
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
Il cerchio dello zodiaco
Paola Muzi
Il pianeta che in un dato segno ha la sua esaltazione occupa
10 gradi centrali del segno e le sue caratteristiche risultano esaltate.
sequenza
1
2
3
4
5
6
Leone
Vergine
Bilancia
Scorpione
Sagittario
Capricorno
Domicilio
Primario
Sole
Y
X
Plutone
Nettuno
Urano
Base
Mercurio
Venere
Marte
Giove
Saturno
Domicilio
Primario
Luna
Mercurio
Venere
Marte
Giove
Saturno
Base
Y
X
Plutone
Nettuno
Urano
sequenza
Cancro
Gemelli
Toro
Ariete
Pesci
Acquario
12
11
10
9
8
7
Se attorno al cerchio si sistemano i numeri in sequenza dall’1
al 12, in questo contesto essi rappresenteranno lo svolgersi degli
eventi nel corso tempo. Se si suddivide il cerchio zodiacale in
paralleli, i numeri dall’1 al 12 si sistemeranno alternati, un numero pari e uno dispari, e il numero 1 verrà a trovarsi affiancato al
numero 12. Tutta la sequenza dei pianeti da Y fino a Mercurio
sia partendo dall’1 al 12, che partendo dal 12 all’uno, si sistema
ai due lati del cerchio. Solamente Sole e Luna restano da soli, a
simbolizzare la generazione, la vita che si esprime in modo “circolare”. Inoltre, è possibile notare che i pianeti occupano a due
a due lo stesso parallelo e ogni elemento del cerchio zodiacale
appare comprensibile solo se accostato al suo diretto opposto.
Questa contrapposizione e questo equilibrio di forze appaiono
chiaramente nello zodiaco restaurato: il caldo esiste perché c’è il
freddo come astrologicamente al Sole si contrappone Saturno.
Esaminando i paralleli, sui quali sono stati sistemati, a coppie,
i pianeti che svolgono funzioni analoghe, in tutte e due le metà
del cerchio Zodiacale, che rappresenta l’unità della persona
umana, in un segno a est e in un segno a ovest, sono presenti le
due funzioni analoghe. Questa legge della circolarità costituisce
la vera natura dei simboli zodiacali, che dice che bisogna evitare
una presa in considerazione di un elemento solo, staccato dal
resto: ciascuno vive perché ha un analogo e un opposto (Fig.
16).
Caleidoscopio Letterario
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
Il cerchio dello zodiaco
Paola Muzi
Il
primo
parallelo prende il nome di
“estremo”
e
comprende
l’1 e il 12: esso
rappresenta
simbolicamente l’uomo nella
sua interezza. I
pianeti presenti
in questo parallelo sono il Sole
e la Luna, da
sempre abbinati rispettivamente alla
parte
attiva,
Figura 16. I pianeti paralleli e la simbologia zodiacioè maschile, e
cale. (riadattato da Lisa Morpurgo: Il Convitato di
alla parte paspietra Longanesi & C. Milano, 1990)
sivo-ricettiva, e
cioè femminile e svolgono quindi, all’interno dello Zodiaco, la
funzione del padre e della madre. Il Sole e la Luna sono situati
al polo superiore, ciascuno domina in solo segno, rispettivamente il Leone e il Cancro, e rappresentano il caldo, contrapposti a
Saturno e Urano al polo inferiore, che rappresentano il freddo.
Il Sole e la Luna dunque sono paralleli e analoghi. Quindi l’uomo e la donna non sono opposti, ma le due parti dell’umanità:
il vero opposto della Luna -Madre è Urano “tecnica”. Infatti, i
“luminari”sono l’origine della vita e i due fulcri della personalità. Essi sono i più importanti fattori che riguardano la vita, la
quale ruota attorno metabolismo energetico che mantiene l’omeostasi. Il Sole, la sua energia (prana), i fotoni e la luce, sono vitali
non solo per la produzione del cibo (attraverso la fotosintesi),
ma anche per la conversione del cibo in energia all’interno delle
cellule, secondo il metabolismo naturale.
Caleidoscopio Letterario
67
La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
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L’interruzione o la soppressione di uno qualsiasi dei cicli
corporei, quali l’ingestione (di aria, acqua, luce e cibo), o l’escrezione (feci, urine, espirazione, sudorazione), rompe il fluire biologico dei ritmi del corpo, cioè il tempo rapido e il tempo lento,
i simboli sessuali femminili e maschili e così via.
Questo schema traccia tutto quello che può interessare
non solo la vita individuale, ma anche l’andamento cosmico
della vita universale. La Luna in Cancro prende la simbologia
della madre che ha partorito, della puerpera, che è propria del
Cancro. La Luna – madre– che come puerpera ha esaurito la sua
funzione e nello stesso tempo ha in sé una pienezza, e la soddisfazione dall’aver prodotto i frutti, con tutta la trepidazione che
la neo-mamma mette nel temere per il neonato, e la cura che
mette per sé. Il Sole in Leone esprime una simbologia di patriarcato: da un lato c’è una madre produttrice dall’altro e un padre
amministratore.
Il parallelo successivo (2-11) viene definito “neutro”. Esso
svolge una funzione analoga sia negli uomini che nelle donne.
Entrambi i pianeti, Mercurio e di Y, assumono il significato
di tempo e hanno il loro doppio domicilio rispettivamente in
Gemelli e in Vergine. Mercurio è il pianeta più vicino al Sole e
compie il suo giro di rivoluzione più rapidamente degli altri pianeti del sistema solare. Analogamente, Y, che è il più lontano, è
di conseguenza quello che ha il tempo di rivoluzione più lungo.
Pertanto la simbologia di Y è quella del tempo lento mentre
Mercurio rappresenta ritmo rapido, veloce. Nel corpo umano,
a Mercurio si legano i bronchi e a Y i polmoni. Entrambi quindi
regolano la prima attività “vitale” e indipendente dell’uomo non
appena staccato dal cordone ombelicale, quella di respirare.
In Gemelli prevale Mercurio che rappresenta il tempo rapido, l’adolescente che ha voglia di crescere in fretta, di diventare
adulto. Mercurio è prontezza di captare, di afferrare le notizie,
prontezza dell’udito, amore della novità, gusto dell’imitazione.
E’ l’individuo con lo sguardo puntato sul nuovo, sulla riforma,
sul cambiamento.
Nella Vergine prevarrà la presenza di Y, che indica la capa-
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cità di inserirsi nel ritmo della vita, nell’atmosfera circostante,
di avere o meno il senso del tempo. Il rallentamento del tempo
diventa cautela, tendenza a conservare. Comuni a entrambi i
segni sono la curiosità, la vivacità intellettuale, l’attenzione, la
cura del dettaglio.
Con l’allargarsi del cerchio, compaiono le coppie di pianeti
sessuali; nel parallelo 3-10 sono collocati i pianeti “femminili”,
mentre nel parallelo 4-9 si trovano i pianeti maschili. I paralleli
che ospitano i pianeti sessuali devono essere considerati insieme
nel loro complesso, perché la loro principale differenza consiste
nel fatto che Marte e Plutone in Ariete precedono Venere e X in
Toro, mentre Marte-Plutone in Scorpione seguono Venere e X
in Bilancia. A questi pianeti sono legati gli organi riproduttori
maschili e femminili. Plutone rappresenta i testicoli, il seme che
feconda e quindi la riproduzione e l’istinto che la guida. Con
Marte sullo stesso parallelo, che corrisponde al membro virile,
nei due aspetti di erezione e di caduta si esprime il quadro della
simbologia maschile. In Ariete prevalgono la forza e l’energia
marziana mentre nello Scorpione emerge il carattere plutonico,
legato alla morte e all’occulto.
La presenza di Venere e X nel segno del Toro simboleggia la
donna che è stata fecondata da Marte e Plutone, e fa crescere la
creatura che porta in grembo. Nel segno del Toro prevalgono le
caratteristiche di X, l’utero che si espande, i fermento ormonali e
quello stato di grazia in cui vive la donna durante la gravidanza,
che la porta ad apprezzare tutti i piaceri della vita. Nel segno
della Bilancia prevale, invece, Venere.
Venere in Bilancia rappresenta la donna che attende lo sposo
e che si prepara alle nozze. Essa non somiglia affatto alla donna
Toro che pensa al figlio e alla famiglia, ma è la donna che deve
scegliere, con estremo rigore selettivo, il seme che la feconderà.
Si manifestano dunque l’esitazione di fronte alle scelte, il dubbio e il giudizio. Da questo seme dipenderà il raccolto futuro,
la generazione del figlio. Qui troviamo il rigore, il formalismo
che nel Toro non c’è. Venere è regina della bellezza, dell’arte,
così in Bilancia troveremo l’amore per la giustizia, la legge (è
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69
La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
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il simbolo della Bilancia che troneggia in tutti i tribunali). Così
come in Bilancia troveremo le unioni legali, il matrimonio, le
associazioni.
Dopo le fasce di pianeti paralleli sessuali, si passa al parallelo
(5-8) che corrisponde a Sagittario e Pesci. Esso ospita due pianeti
detti “neutri”, e cioè Giove e Nettuno.
Nettuno è il pianeta delle metamorfosi. In questo parallelo è
affiancato a Giove che ha la proprietà di conferire un inserimento ottimistico nella vita. Se nei due paralleli precedenti è avvenuta la fecondazione di X e Venere ad opera di Marte e Plutone,
questo parallelo può essere paragonato alla crescita nel ventre
materno. E’ giusto dunque che ad accompagnare la metamorfosi
della cellula e l’accrescimento ci siano Nettuno e Giove.
Giove prevale in Sagittario, dove simboleggia l’accrescimento
e lo sviluppo dell’embrione nei primi mesi di gestazione.
Nettuno prevale nei Pesci, dove simboleggia il bambino che si
trova alle fine del periodo di vita intrauterina e sta per lasciare il
confortevole grembo materno. Negli ultimi mesi di gravidanza il
bambino percepisce già quanto succede all’esterno, può sentire i
suoni mentre si lascia cullare dal liquido amniotico.
All’ultimo parallelo, per la prima volta, i due segni contigui
Capricorno e Acquario, che ospitano entrambi Saturno e Urano,
si “oppongono” ai primi due segni contigui, Cancro e Leone. E’
il restringimento del cerchio che si è dilatato nel centro, dove
ospita la riproduzione, ed è ridisceso verso i contro-estremi
che rappesentano la conclusione della vita. Saturno e Urano
si oppongono a Sole e Luna. La Ragione si oppone al Cuore: il
punto massimo del freddo si oppone al caldo del Sole. Dopo
la forza espansivo-ottimistica di Giove, si manifesta la forza
restrittivo-pessimista di Saturno. La fiducia negli altri si contrappone alla diffidenza, ambedue indispensabili a garantire la vita.
Saturno, pianeta della ragione, è sempre stato abbinato alla vecchiaia, alla diffidenza, alla prudenza, al distacco dalle passioni,
allo stoicismo, alla forza d’animo per superare le avversità.
Urano è la forza di decisione immediata, ha spesso carattere
drastico. È la prontezza di riflessi mentali, è incentrato sull’og-
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gi, non guarda al passato e non si cura delle conseguenze per il
futuro. Rappresenta l’eliminazione dell’inutile, del superfluo.
Se Sole e Luna rappresentano il Caldo, il Padre e la Madre,
quindi gli affetti, il Cuore, Saturno e Urano rappresentano il
Freddo, la Ragione opposta al Cuore, la Morte opposta alla Vita
data dai genitori. Ma il questa ciclicità, nello stesso momento in
cui i controluminari rappresentano questa fine apparente della
vita, essi indicano l’uomo che si perpetua nei figli. E nella sua
circolarità, la fine si riaggancia al principio.
Nascite nell'emisfero sud
In molti libri di Astrologia, nei capitoli riservati alla descrizione delle caratteristiche dei 12 segni zodiacali, si trovano spesso minuziose e spesso convincenti descrizioni delle tipologie
zodiacali che dovrebbero dimostrare l’esistenza di un legame
tra le caratteristiche dei segni e quelle delle stagioni climatiche.
Inoltre la descrizione dei segni viene spesso a coincidere con la
descrizione delle persone nate in quei segni. In questo modo,
la descrizione di un “tipo Ariete” o di un “tipo Toro” subisce
una generalizzazione arbitraria che a volte si estende anche alle
caratteristiche fisiche con effetti disastrosi. Ma esiste davvero
una correlazione tra stagioni climatiche e segni zodiacali? Si
dice ad esempio che il Capricorno è tradizionalmente freddo
e calcolatore, perchè il periodo stagionale in cui nasce (pieno
inverno) presenta caratteristiche analoghe. Del Leone si dice
che è caldo, espansivo ed esuberante perchè a conferirgli queste
caratteristiche è periodo estivo nel quale viene al mondo, e via di
seguito. Tuttavia, se per alcuni segni queste associazioni possono anche sembrare appropriate, per altri esse possono apparire
delle autentiche forzature. Ad esempio, come si correla la natura
ottimista del gioviale ed espansivo Sagittario con il corrispondente periodo di fine autunno-inizio inverno che è senza dubbio
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La ruota delle stagioni
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il periodo più uggioso, cupo e triste dell’anno? Pensiamo poi al
casalingo, protettivo e sensibile Cancro che nasce sotto il solleone di luglio, e che, quindi secondo la stagione dovrebbe essere
amante della vita all’aria aperta, muoversi e viaggiare per sfruttare al meglio quelle possibilità che solo la piena estate offre.
Già da queste prime considerazioni si capisce che c’è qualcosa che non funziona nelle associazioni segni-stagioni. C’è poi da
considerare che nei due emisferi della Terra esistono delle realtà
geografico-astronomiche e astrologiche opposte: le stagioni si
manifestano come noi le conosciamo soltanto nelle zone temperate dell’emisfero nord, mentre sono esattamente invertite in
quelle temperate dell’emisfero sud. Inoltre nelle zone circumpolari e nelle zone equatoriali il corso stagionale è caratterizzato
dalla presenza di due stagioni soltanto.
Il Sole, osservato dall’emisfero Sud della Terra, il 21 giugno
si trova nel punto più lontano dal polo Sud celeste e segna l’inizio dell’inverno astronomico. Il 23 di settembre, nella sua corsa
di avvicinamento al polo Sud celeste, esso si trova sul punto di
intersezione tra l’equatore e l’eclittica chiamato punto omega: nell’emisfero australe si ha l’equinozio di primavera; il 21 dicembre
il Sole raggiunge il punto più vicino al polo Sud e segna l’inizio
dell’estate; Allo stesso modo, il 21 di marzo inizia il suo moto
ascendente verso l’emisfero boreale e segna l’inizio dell’autunno.
Uno stesso giorno dell’anno, nei due emisferi, sarà caratterizzato da condizioni di luminosità e di calore completamente
diverse; quando nell’emisfero boreale la durata del giorno è più
lunga, nell’emisfero australe accade il contrario, e risulta più
lunga la durata della notte. Quando un emisfero si trova in estate, che con il suo calore produce un forte slancio vitale, nell’altro
emisfero si avrà il disagio causato dal freddo pungente e dalla
scarsa luminosità tipici dell’inverno. Pertanto, due persone che
nascono nello stesso istante nei due emisferi si devono confrontare con ambienti caratterizzati da condizioni opposte di luce e di
calore. Di conseguenza, chi nasce in Australia o in Sud America
sotto il segno del Capricorno non si troverà in pieno inverno, ma
nel bel mezzo del solleone estivo. Tuttavia, mostrerà ugualmen-
Caleidoscopio Letterario
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
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te di avere le qualità e le caratteristiche peculiari del Capricorno.
Allo stesso modo, un Leone nato in Argentina non sarà meno
espansivo ed esuberante di un Leone nato in Inghilterra solo
perchè è nato in pieno inverno anzichè in piena estate.
Dunque, le correlazioni geo-astronomiche per le quali l’inverno corrisponde a freddo, buio, grigiore, chiusura, preparazione
per la rinascita oppure la primavera equivale alla fase di rinascita, disgelo, calore, freschezza, profumo, ebbrezza eccetera,
non sono affatto universali, e sono legate a un ciclo stagionale
valido soltanto nel nostro bacino del Mediterraneo. Nei trattati
tradizionali, inoltre, la descrizione dei pianeti risulta ancora più
vaga di quella dei segni poiché è meno controllabile rispetto alla
regolarità data del passaggio del Sole nei segni stessi.
Alcuni astrologi, per risolvere questa contraddizione apparente, sono arrivati a formulato una teoria secondo la quale,
tenendo conto che le stagioni dell’emisfero Sud sono invertite
rispetto a quelle dell’emisfero Nord, diventa necessario invertire
anche i segni zodiacali. Poiché, per definizione, viene chiamato “Ariete” il primo segno della primavera, ne consegue che,
nell’emisfero Sud, il Sole entrerebbe nel segno dell’Ariete il 23
di settembre, quando in quell’emisfero inizia la primavera. Allo
stesso modo, risalendo verso l’emisfero boreale, il 21 di marzo
il Sole entrerebbe nel segno della Bilancia, segnando l’inizio
dell’autunno. Secondo i sostenitori di questa proposta, quindi,
chi nasce, ad esempio, il 25 dicembre a Sydney non va classificato Capricorno, ma Cancro che è il suo segno opposto, e così
via per tutti gli altri segni. Inoltre per coerenza con la loro teoria
del capovolgimento del significato solare, gli astrologi classici
sostengono che è necessario invertire anche i segni ai pianeti.
Ad opporsi a questa strampalata idea dell’inversione dei
segni sono proprio gli astrologi dei paesi dell’emisfero Sud,
come Argentina, Cile, Brasile, Colombia, etc. dove essi sono nati,
vivono e lavorano. Essi sono tutti d’accordo nel conservare gli
stessi segni dell’emisfero boreale perché le caratteristiche dei
nativi dei vari segni nel loro emisfero sono le stesse di quelle dei
nati nell’emisfero nord, e non quelle opposte.
Caleidoscopio Letterario
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
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Inoltre, anche l’eventuale inversione dei segni a sud dell’equatore lascierebbe irrisolto il problema delle zone tropicali ed equatoriali, che hanno un ciclo stagionale del tutto diverso e per le
quali bisognerebbe dunque inventare uno zodiaco appropriato.
L’Astrologia invece dimostra di funzionare su tutto il globo
terrestre, ed è dunque molto più universale del linguaggio stagionale codificato nella nostra area geografica. E’ del tutto evidente che in un qualsiasi giorno dell’anno le porzioni dell’eclittica attraversate dal Sole sono esattamente le stesse in tutta la
Terra, da nord a sud così come è lo stesso il circolo di illuminazione va dal polo nord al polo sud della Terra. Le stagioni quindi non sono una causa bensì sono un effetto dell’inclinazione
dell’asse di rotazione terrestre, e lo stesso vale per le posizioni
planetarie nel cielo. Quando un pianeta, nella sua orbita attorno
al Sole attraversa una determinata porzione dell’eclittica, essa
sarà la stessa indipendentemente dall’emisfero nel quale si trova
l’osservatore. Sarebbe paradossale affermare, ad es., che Giove si
trova nel segno dello Scorpione per un emisfero mentre si trova
nel segno opposto, cioè il Toro, per l’altro emisfero.
Se le caratteristiche dei segni zodiacali non hanno nulla a che
vedere con le stagioni, da cosa dipendono allora?
Nei tradizionali testi di divulgazione astrologica, il Sole viene
identificato col segno solare del soggetto, e dunque si attribuisce a un unico elemento, il Segno, ciò che dipende dalla somma
di due elementi: il Sole più il Segno. Il rapporto pianeta-segno
viene visto in modo superficiale e nozionistico e, salvo brevi
accenni alla posizione di esaltazione o di domicilio del pianeta
in questione, non si fa mai riferimento ad eventuali affinità o
non affinità con la natura dei pianeti signori di quel segno. Si
afferma che è la presenza del Sole in un dato segno a conferire a
quel segno le caratteristiche che sono descritte nei testi di astrologia mentre viene ignorata l’importanza delle posizioni planetarie, ovvero i domicili, gli esili, le esaltazioni e le cadute, alle
quali fa riferimento persino lo Zodiaco tolemaico. Sono i pianeti
che producono i segni, e quella che viene chiamata la tipologia
Scorpione o la tipologia Pesci è il prodotto di una particolare
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
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combinazione tra il Sole, Marte, Plutone e Mercurio o tra il Sole,
Giove, Nettuno e la Luna. Le caratteristiche dei segni zodiacali
non sono dunque dovute alle stagioni ma sono determinate
dalla posizione che i pianeti occupano in quei segni.
Esiste un’altra ipotesi a sostegno dell’affermazione che la
caratteristica di un individuo nato in un determinato segno
non dipende dalla stagione in cui nasce, ma è data dal segno,
indipendentemente dalla stagione in cui si trovi (emisfero nord
e sud).
Questa ipotesi è sostenuta Adrian Gilbert e Maurice Cotterell,
autori del libro “Le profezie dei Maya”. In esso è esposta una
teoria, fondata su basi scientifiche, secondo la quale le caratteristiche dei 12 segni non sarebbero affatto influenzate dalle
stagioni, e quindi dalla quantità di radiazione solare dovuta alla
diversa inclinazione dei raggi solari, ma dalla qualità della composizione della radiazione solare, che varia nel corso dell’anno
seguendo un andamento che rispecchia fedelmente l’alternarsi
dei 12 segni. Secondo quanto esposto nel libro, la composizione
in ioni della radiazione solare (il cosiddetto vento solare) varia
periodicamente ad intervalli definiti e ciclici, e sono proprio
queste variazioni ad infondere l’imprinting che determina le
caratteristiche di chi nasce in un certo periodo dell’anno, indipendentemente dal fatto che la nascita avvenga a nord o a sud
dell’equatore, e quindi indipendentemente dalla stagione in
atto. Le posizioni planetarie a loro volta agiscono come fattore
di modulazione dell’energia solare, per cui ne risulta che ogni
momento della giornata riceve un’impronta fondamentale dovuta alla composizione del vento solare e quindi del segno zodiacale, modulata e integrata in conseguenza delle posizioni che
assumono i pianeti in quel dato momento. Questa teoria appare
interessante e degna di essere presa seriamente in considerazione, al contrario di quella stagionale che risulta invece applicabile
soltanto nella fascia temperata dell’emisfero boreale.
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
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Simbologia terrestre:
Lo Zodiaco, secondo la simbologia astrologica elaborata dai
suoi autori, è geocentrico non perché, quando fu creato, la Terra
fosse considerata il perno del Sistema solare, ma perché le informazioni in esso racchiuse potessero essere comprese dall’ottica
terrestre. E queste informazioni nascondono, forse, anche il
destino dell’uomo.
In questa ottica, lo zodiaco diventa lo specchio della vita in
cui si possono leggere le varie Ere dell’esistenza, a partire dal
suo inizio fino alla conclusione prestabilita, sia del singolo individuo che dell’umanità; nonché l’inevitabile susseguirsi dei cicli
umani e cosmici e, come ultima speranza, forse, la possibilità da
parte dell’uomo di poter sfuggire in qualche maniera un giorno
a tale cerchio del divenire.
Se si traccia un parallelo tra le orbite dei pianeti, da Y che è
posto ai confini del sistema solare, fino alla Luna, emerge un
ritmo di accelerazione che sta diventando sempre più preoccupante. I tempi di ciascuna Era planetaria sono sempre più rapidi
e il passaggio da un’Era all’altra si fa sempre più veloce.
Y: Raffreddamento crosta terrestre
X: Apparizione vita vegetale
Plutone Apparizione vita animale
Nettuno Metamorfosi specie animali
Urano Ominidi
Saturno Apparizione dell’uomo
Giove Ricerca benessere civile
MarteAggressività possessiva
VenereSpirito caritatevole benevolo
Mercurio Comunicazione
LunaAccelerazione
L’era Planetaria di Y, che rappresenta il raffreddamento della
crosta terrestre, è durata millenni, così come la formazione delle
foreste (era di X) e tutto il processo di evoluzione della vita che
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La ruota delle stagioni
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Il cerchio dello zodiaco
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ha portato dalla nascita dell’homo sapiens (dall’Era di Plutone
a quella di Saturno). L’evoluzione dell’uomo ha portato con sé
una progressiva ricerca del benessere caratterizzato dall’Era di
Giove, e successivamente ha scatenato dure lotte per conservarlo e difenderlo (Era di Marte). Il passaggio dall’era di Marte
a quella di Venere potrebbe essere datato intorno alla fine del
1700 con la nascita dei valori contrassegnati dalla frase “liberté,
egalité, fraternité” della rivoluzione francese, e con la fine della
schiavitù. Che l’attuale Era planetaria sia quella di Mercurio
risulta evidente dal principio che regola i nostri giorni: la comunicazione portata fino alla prefezione più esasperata. Questa
è l’era dei telefonini, di internet, dei satelliti e di tutto quanto
occorre per comunicare. Dopo la veloce Era di Mercurio non ci
resta che l’ultima Era planetaria, quella della Luna. Se Mercurio
rappresenta il tempo veloce, la comunicazione, la Luna rappresenta la madre e nel cerchio zodiacale è associata al numero 12.
E in questo processo di accelerazione, quanto sarà breve l’era
planetaria della Luna? Cosa ci aspetta dopo il numero 12 che
chiude il ciclo?
Forse la scaramantica paura del numero tredici, indicato
spesso come portatore di sventura, nasce proprio dalla sensazione della fine che potrebbe far seguito alla perfezione zodiacale
caratterizzata da dodici elementi. E se la Luna rappresenta la
Madre, non bisogna dimenticare che la vera Madre dell’Uomo
è la Terra, questa Terra, che lui sta progressivamente sfruttando
senza rispetto. La fine caratterizzata dalla chiusura del ciclo con
il numero dodici, associata alla breve era della Luna, ovvero
al breve tempo che l’Uomo forse concede ancora a sua Madre
Terra, ci lascia intuire che i margini di salvezza per l’uomo stesso dipendono da quanto tempo durerà l’era planetaria della
Luna, ovvero da quanto tempo di vita egli concederà ancora alla
Terra.
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Conclusione
La Terra, e con lei l’Uomo, è legata a una spirale di moti rotatori: quelli della Terra stessa, dove al giorno succede la notte e
all’inverno la primavera; quello delle orbite planetarie; e infine
quello del lentissimo spostarsi dell’asse terrestre rispetto alle
costellazioni nella precessione degli equinozi.
Per l’occhio che li osservi dalla Terra tutti questi moti si inseriscono in una circonferenza di 360° chiamata Zodiaco. Questa
fascia è suddivisa in 12 settori di trenta gradi, dove ogni settore
corrisponde a una tappa di quell’inesorabile processo di luce e
tenebre, di estate e inverno, di nascita e morte, di ascesa e declino che accompagna tutto quanto esiste sul Pianeta Terra.
Secondo la massima esoterica per la quale «il sotto corrisponde al sopra», in un sistema in cui l’uomo è assimilato a un
microcosmo, la posizione del “sopra”, al momento della nascita
di un individuo, si cristallizza nel suo essere, conferendogli
determinate caratteristiche. Esse possono essere rintracciate in
forma grafica nel cosiddetto tema natale o «oroscopo» la cui
compilazione e interpretazione richiedono una profonda e specifica conoscenza.
Per compilare un oroscopo è necessario tracciare “la carta del
cielo” ovvero la configurazione che esso ha al momento della
nascita dell’individuo, prendendo in considerazione le posizioni
del Sole, della Luna e di ciascun pianeta, nonché del segno in cui
ognuno di essi si trova, e la rispettiva relazione con gli altri elementi. Anche la loro altezza sull’orizzonte diviene un elemento
di grande importanza, poiché ciascun pianeta possiede una
maggiore forza in prossimità del proprio meridiano (così, ad
esempio, il sole è potente a mezzogiorno). Tutto ciò consente di
dividere l’oroscopo in quadranti basati sulle linee dei meridiani
e dell’orizzonte. I pianeti e i segni che si trovano sull’orizzonte
orientale hanno un’influenza particolare, e questo punto viene
chiamato «ascendente».
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La ruota delle stagioni
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Secondo l’Astrologia, quindi non devono essere valutati i singoli fatti che accadono quotidianamente ad un individuo, ma la
vita nel suo insieme, vista come una serie di momenti in cui sono
presenti energie più o meno favorevoli. Le eventuali energie
disarmoniche che coinvolgono un particolare settore della vita
(casa astrologica), sono tuttavia considerate come una sfida tra
le energie presenti nella volta celeste e la volontà dell’individuo;
quindi rappresentano per lui un’opportunità di crescita, mettendo alla prova la sua forza e la sua l’intelligenza.
Banalizzare l’astrologia è giusto se la conoscenza di tale materia si riferisce soltanto agli oroscopucci giornalieri “senza senso”.
L’oroscopo che appare su qualche giornale non è il prodotto
dell’Astrologia ma quello della fantasia divinatoria di qualche
individuo. L’astrologo serio considera sempre il momento (ora
e minuti) ed il luogo di nascita di un individuo prima di fare le
sue analisi; le previsioni offerte dagli oroscopi in oggetto non li
considerano affatto.
Quindi la vera astrologia non è legata soltanto ai simboli, ma
anche all’analisi delle latitudini e longitudini Celesti. Tuttavia
essa raccoglie gran parte dei simboli interiorizzate dall’uomo
in migliaia di anni, (archetipi). Questa disciplina ruota su un
processo di progressiva umanizzazione dell’universo da parte
dell’essere umano, attraverso cui egli ha stabilito una relazione
con l’infinito.
L’astrologia ha rappresentato uno «specchio» che è in grado
di riflettere la realtà collettiva: un sistema di configurazioni simboliche costituito da proiezioni, nei cieli, di contenuti dell’inconscio collettivo o archetipi. Ha una sua logica, una razionalità che
può diventare più accessibile alla nostra comprensione se, nei
suoi confronti, riusciamo ad assumere un approccio diverso sia
dal crudo scetticismo che dalla fede incrollabile. Si tratta, infatti,
di una testimonianza della creatività umana che nei millenni ha
portato a costruire tra i vari simboli un coordinamento tale da
costituire una disciplina che nel corso dei millenni non ha perso
il suo fascino.
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La ruota delle stagioni
Il ciclo delle vita
Il cerchio dello zodiaco
Paola Muzi
Attualmente, riconoscere che gran parte di questa antica
conoscenza è stata proiettata nei cieli, la rende uno strumento in
grado di aiutarci ad entrare in comunicazione con il nostro passato e a prendere coscienza della nostra «totalità perduta»
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Il ciclo delle vita
Il cerchio dello zodiaco
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Appendice
Ariete: la tradizione - entusiasta, istintivo; è un leader nato
che affronta la vita con allegria e gioia;
la realtà- prima spara e poi chiede spiegazioni; affronta qualsiasi situazione a testa bassa e a tutta birra
rischiando di rompersi ...le corna.
Toro: la tradizione - tenace, perspicace, parsimonioso casalingo; è spesso un eccellente cuoco;
la realtà - taccagno, cocciuto, noioso, criticone e con
qualche problema di peso.
Gemelli: la tradizione - versatile, intelligente ammaliatore,
irresistibile, con una vivacissima vita sociale;
la realtà - somiglia ad una porta girevole. Interagire
con lui è come essere ospiti fissi per il tè dal Cappellaio
Matto.
Cancro: la tradizione - dolce come il miele, romantico sensuale
e avvolgente come un boa di struzzo;
la realtà - in realtà è un boa costrictor. Se vi afferra non
vi molla più e, come il miele, è molto appiccicoso.
Leone: la tradizione - fiero, sicuro di sé, leale, generoso e
regale. Splende come il Sole;
la realtà - è teatrale, privo di tatto e proprio come il
Sole, da lontano ti scalda, se ti esponi troppo ti ustiona.
Vergine: la tradizione - pratico, logico, perspicace, meticoloso,
preciso e perfezionista;
la realtà - è parecchio rompiballe, molto pignolo e non
gli va mai bene niente .
Bilancia:la tradizione - armonioso, imparziale, diplomatico,
sempre alla ricerca del bello, della verità e della perfezione;
la realtà - è incapace di accettare una opinione diversa
dalla sua e vive il dissenso come un affronto personale.
Scorpione: la tradizione - intenso, misterioso, sensuale con il
dono della rigenerazione come l’araba Fenice;
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Il cerchio dello zodiaco
Paola Muzi
la realtà - sospettoso, ossessivo. Non dimentica mai,
non perdona mai, non soprassiede mai.
Sagittario: la tradizione - socievole, onesto gioviale, amante del
divertimento e della filosofia;
la realtà - casinista privo di tatto con la testa fra le
nuvole, pronto a dire cose sbagliate al momento sbagliato.
Capricorno: la tradizione - tradizionalista determinato propositivo con uno spiccato senso del buon gusto e dello
stile;
la realtà - è un grande brontolone. Lui non ha una
vita, ha una carriera. Sua frase chiave: non si è mai
troppo ricchi.
Acquario: la tradizione - Idealista, determinato originale.
Grande fautore dell’uguaglianza del genere umano;
la realtà - E’ un chiacchierone eccentrico che propone
ideologie stravaganti a chiunque riesca ad incastrare.
Pesci: la tradizione - Pieno di immaginazione, introspettivo
con una naturale, empatica comprensione per il genere umano;
la realtà - sognatore credulone disorganizzato perennemente angosciato e del tutto indifeso.
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Il ciclo delle vita
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Indice
Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
Il moto apparente del Sole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13
La precessione degli equinozi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 20
Un po' di numeri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 23
Zodiaco tropico e zodiaco astronomico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 23
Ere astrologiche e simbologia equinoziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 27
Dall'Era dei Pesci a quella dell'Acquario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 36
Le quattro stagioni e i segni zodiacali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39
Teoria degli elementi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 41
Teoria degli umori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 43
Teoria dei temperamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 46
L'Uomo astrologico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 49
Lo zodiaco Tolemaico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 53
I pianeti nello zodiaco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 56
Lo Zodiaco completo “restaurato” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 58
Simbologia planetaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 60
I doppi domicili dei pianeti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 65
Nascite nell'emisfero Sud . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 71
Simbologia terrestre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 76
Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 78
Appendice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 81
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 83
Indice » . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 87
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19. 20.
21. 22.
23. 24.
25.
26.
27. 28.
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mamma non vi ha detto. Febbraio 1995.
Casaglia G.: Kronos-Travel-L’unica Agenzia specializzata in viaggi nel tempo!
Giugno 1995.
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anno 18, numero 40
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Registrazione Tribunale di Genova n. 27 del 11/09/97
Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n° 1188
Settembre 2007
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